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Autore: Midluuna    24/11/2017    0 recensioni
"Cosa ne sarà di me, d'ora in poi?"
Questa era l'unica cosa che fui in grado di pensare, poco di perdere la mia coscienza e anche me stessa. Morire è incredibilmente triste e, probabilmente, la peggior cosa è che non hai nemmeno il tempo di rendertene conto.
Un grido soffocato mi fece riacquisire la coscienza.
Sentii il suo piccolo corpo affondare giù.
"Così... il mio sacrificio, la mia battaglia sono stati inutili? No... no! Non voglio diventare la sua tomba! Non lo permetterò!"
In pochi istanti, tutto divenne nero. L'unica cosa che riuscii a vedere, era un volto bianco sorridermi in modo inquietante.
E la bambina aprì gli occhi.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Tutto era bianco.

Non un bianco accecante, era più un grigio chiaro e inconsistente, come quando ti trovi in un luogo pieno di nebbia e non riesci a distinguere l'ambiente attorno a te.

Sfigghy galleggiava immobile in quel grigiore, con la testa svuotata dai pensieri.

Non riusciva a ricordare nulla, se non il momento in cui il ponte le era ceduto da sotto i suoi piedi, per poi crollare e cadere a pezzi, trascinando la bambina nell'abisso.

Quel frammento di ricordo sembrava essere tutto quel che le restava, assieme a una convinzione.

"È finita." pensò rassegnata, però quella convinzione non sembrava spaventarla più di tanto. Le sembrava soltanto molto irreale.

Come poteva essere morta? Il fiore le aveva detto di avere un potere, e nonostante Flowey non sembrava essere un tipo affidabile, sapeva che non poteva avergli mentito, perché quel potere lo aveva testato lei stessa.

Il potere di rifiutare la morte e tornare a vivere.

Il potere di tornare indietro e cambiare il futuro.

Ma allora cosa ci faceva lì, in quello strano limbo?

Ad un certo punto lo spazio circostante a lei iniziò a mutare. Pochi istanti dopo la ragazzina si ritrovò in uno luogo completamente diverso, stavolta molto più definito. Sfigghy adesso era in quello che sembrava un salotto invaso dalle fiamme. Quel luogo le era del tutto estraneo, non ricordava di essere mai stata lì. C'era puzza di bruciato e il fumo le faceva lacrimare gli occhi. "Oh no, e adesso dove mi trovo?" pensò la bimba guardandosi attorno allarmata, cercando una via d'uscita. Quando vide la porta, dalla forma alquanto bizzarra che ricordava vagamente i denti serrati di un probabile mostro, si precipitò da essa col fiatone. Provò ad aprirla, battendo i pugni su di essa, ma pareva che la porta non ne volesse sapere di aprirsi.

- Aiuto! Aiutatemi! Tiratemi fuori da qui!!- gridò con tutto il fiato, terrorizzata.

In quel momento Sfigghy udì un suono di passi piuttosto pesanti provenire dietro di lei. Rabbrividì.

- ... Dove credi di andare?- domandò una voce femminile piuttosto profonda, del tutto nuova alla bambina. Quest'ultima, intimorita da quel tono severo, quasi minaccioso, si voltò lentamente verso la direzione di quella voce, sgranando gli occhi e tenendo i denti stretti.

Quando si voltò, vide una creatura umanoide fissarla a braccia conserte. Sembrava quasi una donna umana, ma la sua pelle era azzurra, il volto era privo di naso. Aveva i capelli color fuoco raccolti in una coda alta e le orecchie erano sostituite da quelle che sembravano essere due pinne di un pesce. Indossava dei semplici jeans e una canottiera nera, uno degli occhi era coperto da una benda nera.

La donna fissava Sfigghy tamburellando le dita sul braccio sinistro, serrando ancora di più l'unico occhio in vista, facendolo diventare una fessura.

La piccola non sapeva cosa fare, tremava spaventata guardando quella figura che le metteva così tanta soggezione.

-... T-Ti prego, n... non uccidermi...- mormorò Sfigghy, aggrottando le sopracciglia- voglio soltanto uscire da questa casa in fiamme.

- Non prima che avremo parlato!- disse la strana donna con tono severo, corrucciando ancora di più la fronte.

- M-Ma... ma nel frattempo le fiamme mi divoreranno e moriremo tutte e due...

- Io non posso morire, al massimo sarai tu quella a ridursi in un piccolo pezzo di carbone!- disse sorridendo e mostrando i denti aguzzi. Quell'espressione parve alla bambina buffa quanto spaventosa. Gli occhi di Sfigghy si fecero sempre più umidi e iniziò a piangere, di fronte allo sguardo stupito di quel mostro.

- Ti... Ti prego, io non voglio morire! Non bastava bruciarmi la faccia e cadere in un precipizio, adesso devo anche bruciare fra le fiamme dell'inferno!!?? Noooo, non è giustooo!!!- si lamentò iniziando a singhiozzare, nel più completo panico- Nooo, nooooo!!

La donna pesce guardò con gli occhi sbarrati la bambina disperarsi e agitarsi, dopodiché alzò gli occhi al cielo, sollevando il labbro in un espressione quasi disgustata.

- Per l'amor del cielo, SMETTILA DI FRIGNARE COME UNA POPPANTE!- strillò incurvandosi verso il basso, quasi chiudendo le mani a pugno- ALLA TUA ETÀ SOLLEVAVO I MASSI E LI SCAGLIAVO ADDOSSO ALLE PAPPEMOLLI COME TE!

La smorfia isterica sul suo volto sembrava quasi un sorriso, ma non era affatto rassicurante. La bambina la guardava pallida e in silenzio, continuando a lacrimare in silenzio.

Dopodiché il mostro sospirò e si coprì il volto con la mano, massaggiandosi le tempie.

- ... Maledizione, sei davvero un disastro... avanti, siediti al tavolo, abbiamo poco tempo.- disse indicando il tavolo e sedendosi su una sedia.

Sfigghy guardò il tavolo poco distante dalle fiamme, e si irrigidì ancora di più- M-Ma... rischierò di bruciarmi così...

- Pazienza. Sono già caduti otto umani prima di te, ne arriveranno altri, ormai ci ho fatto l'abitudine... il nostro destino non dipende di certo da te. -disse mentre si grattava uno dei denti affilati con una delle sue lunghe unghie nere.

La bambina sospirò e, non trovando alternative, si avvicinò all'unico posto rimasto, la sedia al lato opposto dove il mostro sedeva. Si sedette tremolante, aspettandosi che il tavolo prendesse fuoco da un momento all'altro.

La donna posò il mento sulle mani, e guardando la bambina con un espressione seria. Sospirò chiudendo gli occhi.

- Okay... quello che volevo dirti è che... non sei un totale disastro.

Sfigghy guardò con un espressione sorpresa e confusa al tempo stesso quel mostro.

Sembrava così minacciosa all'inizio, sembrava volersi prendere gioco di lei e ora le stava dicendo una cosa del tutto diversa.

Non sapendo che altro fare, continuò ad ascoltare.

- Infatti sei arrivata fin qui affrontando vari mostri e non hai ancora ucciso nessuno...- continuò con un piccolo sorriso per poi strizzare un po' l'occhio- ... più o meno.

La bambina impallidì a quell'ultima frase, capendo a cosa si stesse riferendo.

- Però hey, gli incidenti possono accadere, e sei riuscita a trovare una soluzione! E quel calcio in mezzo ai gioielli di quel gattaccio, FUHUHUHUH! QUELLA È LA MIA PARTE PREFERITA!! SEI FORTE!!

La bambina aggrottò la fronte incredula, sgranando gli occhi- T-Tu... mi hai vista?

- Se ti ho vista? Io ti osservo sempre! Anche quando sei scappata da quei froggit nelle rovine... quello si che era pietoso...- rispose sogghignando beffarda, abbassandosi con tutta la testa sul tavolo.- ... Ho visto anche quando hai detto la verità a Papyrus... sei stata molto coraggiosa.- disse socchiudendo gli occhi, sorridendo quasi malinconica.

La bambina la guardò aggrottando le sopracciglia, ricordandosi del sorriso di quello scheletro e dell'abbraccio che si erano dati prima di dividersi. Chissà se lo avrebbe più rivisto.

- Comunque sono qui per parlarti di una cosa... è piuttosto complicata da spiegare, e non ho abbastanza tempo per spiegarti tutto... Però per ora cercherò di avvertirti come posso...- disse iniziando a guardarla con uno sguardo più serio.

- Va... va bene...- annuì la bambina, intimorita.

La donna sospirò profondamente, per poi riprendere a parlare.

- Vedi, qui nel sottosuolo... c'è... un mostro davvero pericoloso e desideroso ucciderti.

Sfigghy alzò gli occhi al cielo, posando la guancia sul pugno- Sì, sì, lo so... Asgore, le guardie reali, quel gatto di prima, bla bla... so tutto a memoria...

- No, non sto parlando di loro. Loro non vogliono farti del male, loro provano a ucciderti perché non hanno scelta, è Asgore che lo ha deciso.

- Q-Quindi Asgore vuole uccidermi?

- No! Non vuole, ma si trova costretto a farlo per poter permettere la distruzione della barriera e liberare tutti i mostri.- disse continuando a fissarla negli occhi, con un espressione quasi triste. Poi distolse lo sguardo- Si tratta... di un'altra persona...

La bambina corrucciò la fronte, mordendosi il labbro. Chi poteva mai odiarla così tanto da volerla morta?

- Vedi... molto tempo fa avvenne una grande catastrofe... sono morti tutti, però sono riuscita a salvare tutti...- disse con tono di voce basso, socchiudendo gli occhi- ... Tutti tranne lei. Lei è... rimasta in condizioni pietose, in un luogo a lei sconosciuto, sola e spaventata. Non sono riuscita nemmeno a preservare la sua mente da quei ricordi dolorosi e la sua anima si è ammalata, divorata dalle angosce e dalla tristezza.

Sfigghy l'ascoltava con fare incuriosito e confuso. Le sembrava una di quelle storie dove il cattivo era soltanto un poveretto che aveva subito mille ingiustizie, che a sua volta lo avevano portato a diventare malvagio. Però, perché ce l'aveva tanto con lei? Aveva mille domande che le ronzavano nella mente e si era anche dimenticata delle fiamme nella stanza, che sembravano in qualche modo essersi placate- Accidenti... E-E io cosa dovrei fare?

- È proprio questo ciò di cui volevo parlarti...- rispose il mostro, chiudendo gli occhi- Lei è cambiata molto, però... c'è ancora del buono in lei, e tu... devi salvarla.

- C... Cosa? E come?!- domandò più agitata, aggrottando le sopracciglia.

- Lo scoprirai tu stessa.- rispose l'altra, alzandosi in piedi e sorridendole dolcemente.

- Ma... Ma io non so nemmeno chi è!

- Non posso dirtelo, ti sto ancora mettendo alla prova! Dopo tutto quello che è accaduto non posso permettere un altro genocidio.- abbassò lo sguardo, restando poi in silenzio.

La bambina la guardava sempre più confusa e agitata, la sua testa era piena di punti interrogativi e voleva delle risposte. Si alzò in piedi anche lei, stringendo i pugni- Ma... ma TU... CHI SEI?

- Il tempo è scaduto... devo andare.- le disse sollevando lo sguardo, per poi rivolgere un grande sorriso alla bambina- Ci vedremo molto presto! E ricorda! Non permetterti di fare del male a un singolo mostro, altrimenti... - la donna si portò il dito al collo e mimò un taglio, facendo scorrere l'unghia sulla gola.

Sfigghy impallidì, e in quel momento la finestra iniziò a tremare pericolosamente, spinta da una pressione all'esterno, e quando i vetri si ruppero entrò una gigantesca ondata d'acqua, che travolse la piccola. La bambina ora era totalmente circondata da acqua. La casa doveva sicuramente essersi allagata, eppure non sembrava più di trovarsi in uno spazio chiuso, le sembrava quasi di essere in un oceano. Non c'era più nulla intorno a lei, il tavolo, le sedie, il pianoforte, il mostro, tutto era svanito. Intorno c'era solo e tanta acqua.

Se non si fosse decisa a salire in superficie sarebbe morta annegata. Però era tutto buio e non sapeva quale direzione prendere, inoltre non riusciva a muovere il suo corpo. Però non era totalmente immobile, qualcosa la stava trascinando via. Probabilmente era la corrente del fiume, eppure le sembrava che qualcuno la stesse stringendo a sé con le sue braccia forti, come in un abbraccio delicato e rassicurante.

Forse quel qualcuno la stava portando in salvo.

Un eroe?

Una sirena?

Per un momento le sembrò di vedere i suoi capelli rossi.

Quando Sfigghy aprì gli occhi, vide il cielo di waterfall. Dopo alcuni istanti, confusa, si mise seduta e in quel momento si rese conto di trovarsi su un letto di fiori cresciuti in mezzo all'acqua.

Non sapeva se era più assurdo quello strano sogno o il fatto che dei fiorellini l'avessero salvata da morte certa per una seconda volta.

 

Il true lab era buio e silenzioso. Nessun rumore sembrava distinguersi da quel suono statico che emettevano i macchinari di quel luogo oscuro e freddo. L'aria era pesante, e il forte odore del disinfettante non aiutava affatto.

Intanto, una lucertola in camice da scienziata camminava curva, senza fare il minimo rumore, e teneva in mano una busta. Andò davanti ad una porta, posò la mano sulla maniglia e pensò a lungo prima di entrare. Rimase a fissare il vuoto per qualche secondo, pallida, poi si decise a girare la maniglia, così aprì la porta ed entrò, chiudendo gli occhi.

- B-Buongiorno Undyne!- esclamò Alphys, con un sorriso tirato, allargando le braccia in segno di saluto. Si avvicinò verso una figura nella penombra, in fondo alla stanza che era di piccole dimensioni, tenendo gli occhi chiusi- S-Spero tu abbia dormito bene! ...

...

... Oh, io? C-Certo, ho dormito bene anche io! Anche se effettivamente, ehm, non ho dormito... hehe.

La lucertola si grattò il capo, sudando freddo. Ora era molto più vicina alla sagoma, il cui aspetto era purtroppo ben visibile. Alphys continuava a premere le palpebre fra esse per non guardare, ma anche con gli occhi chiusi le sembrava di vederla- ... P-Perché stavo lavorando... a qualcosa per te.

La lucertola aprì la busta e ci rovistò dentro, poi tirò fuori un vestito lungo e giallino- Ta-da! Ti piace?

Alphys rideva, mostrando con tono fiero il vestito che aveva in mano- Non sono molto brava a cucire, per questo ho passato settimane a guardare vari video e manuali sul cucito. È-È anche per questo che non ho dormito tutta la notte... eheh... infatti mi esercitavo a quell'ora per farti questo vestito... f-fatto... su misura per... te... ... eheh... ehehahah!- rise di nuovo mentre tremava un po'.

- S-Sembra che tu sia... in difficoltà. Lascia che io ti dia una mano! Lo so che vuoi fare tutto da sola, che non ti arrendi mai, ma in certi momenti dovresti lasciare... che qualcuno... ti aiuti...- diceva avvicinandosi ancora di più alla figura informe, poi, in punta di piedi, provò a metterle l'abito.

- A... Avanti! ... muovi un po' quelle braccia... Non lo vuoi indossare questo mio regalo... ?

I suoi occhi si facevano più lucidi. La sostanza informe e appiccicosa sotto le sue dita le faceva ogni volta venire i conati.

Con il nodo alla gola, Alphys non resistette più e aprì gli occhi, guardando quel misero essere mostruoso creato da lei muoversi quasi impercettibilmente, con quel vestitino giallo appoggiato su quelle che dovevano essere le sue spalle.

- S-Sei... molto... bella...- mormorò con gli occhi sbarrati e un sorriso tiratissimo, mentre un fremito iniziò a prendere possesso del suo corpo. Poi le lacrime scesero copiose sul suo viso, e il suo sorriso si trasformò in una smorfia di dolore. Gridando in preda alla disperazione e all'orrore, cadde in ginocchio di fronte alla creatura deforme, iniziando a piangere.

- ... Maledizione! Potevi darmi ascolto per una volta, quando ti dissi di evacuare insieme a me e agli altri! I-Invece hai fatto di testa tua e... e... e guarda cosa sei diventata! E... guarda che cosa ti ho fatto...

Io... io ti odio...

   
 
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