Ringrazio
anche solo chi legge.
Remake
di ‘In your eyes’. Song-fic della canzone
omonima di Anastacia.
Nei
tuoi occhi
C18
camminava a piedi nudi sul selciato, coperto da
uno strato di ghiaccio, le sue lunghe calze a rete si erano smagliate e
i
capelli biondi le sferzavano il viso mossi dal vento gelido.
Camminò
in una pozzanghera, bagnandosi le dita dei
piedi e proseguì lungo la sterpaglia, allontanandosi dalla
strada principale.
Il
ciondolo che portava al collo le batteva
ripetutamente contro il petto.
<
17, dove sei? Perché mi hai lasciata sola? >
si domandò, venendo scossa da un tremito.
<
Che cosa mi aspettavo? Alla fine sono solo
un’assassina e una cyborg.
Mi
sento così sola. Tirando le somme non ero neanche
così potente. Nonostante i crimini orrendi di cui mi sono
macchiata da quando
quel folle del dottor Gero mi ha trasformata, dinanzi a Cell sono
tornata a
essere solo una ragazzina triste e terrorizzata >.
Si
guardò la mano e fece un mezzo sorriso.
“Però
c’è qualcuno che è stato diverso con
me,
gentile” bisbigliò. Alzò il capo e
spiccò il volo.
********
Il
mare era blu-nero e rifletteva il cielo plumbeo
sopra di sé.
Fulmini
si abbattevano sulla superficie agitata,
facendola brillare di riflessi azzurri.
<
I miei dati mi dicono che non dovrei andare, che
è amico di Goku che sono programmata per uccidere. Eppure
lui ha fatto la
follia di risparmiarmi quando poteva semplicemente farmi esplodere
> pensò.
Atterrò
su una spiaggia battuta dal vento, davanti a
una casupola rosa posizionata in mezzo alle palme.
Con
le gambe tremanti, busso piano e indietreggiò
quando la porta si aprì.
Crilin
sgranò gli occhi, riconoscendola.
“Sei
carino,
cucciolotto” disse C18. Si piegò in avanti e
posò un bacio sulla guancia di
Crilin, che s’irrigidì.
Crilin
si portò una mano alla guancia.
<
Tu mi hai protetto da Cell mentre ero
incosciente, e anche se eri mio nemico, hai chiesto a Shenron di darmi
una vita
normale.
Forse
mi aiuterai ancora > pensò C18.
Il
vento sferzava entrambi, si udiva lo sciabordio
delle onde.
“Io…
non so dove andare e qui hai molto spazio…”
esalò
C18 e cadde esanime in avanti, Crilin l’afferrò al
volo.
18
si abbandonò contro di lui e gli avvolse le braccia
intorno al collo.
“…
Aiutami…” gemette.
“Ma”
farfugliò Crilin, dimenando le mani davanti a sé.
“Io
non so dove andare” ammise con voce bassa C18, era
arrossita a sua volta e aveva socchiuso gli occhi.
“Ok…
emh… resta” borbottò Crilin,
prendendola in
braccio. La portò dentro la sua dimora e chiuse la porta
alle loro spalle con
un calcio.
********
<
Ancora non so come ho fatto a convincerlo a farmi
stare qui. E’ così dolce, mi ha aperto casa sua e
ora mi sto proteggendo dagli
sguardi di odio dei suoi amici > pensò C18. Era
accomodata sulla poltrona e
stringeva una tazza di the caldo con entrambe le mani.
“Ti
piacciono i vestiti che ti ho dato?” le chiese
gentilmente Crilin.
18
arrossì di nuovo vedendo che il terrestre le
sorrideva.
“Non
sono diversi da quelli che avevo rubato alla
fattoria” disse.
<
A parte per il fatto che sono asciutti e integri
> pensò.
“I
capelli ti mancano come il naso o li tagli?” chiese
C18.
“Mi
raso. Vecchie abitudini, stavo in un tempio da
bambino” rispose Crilin.
<
Sembra un raggio di sole, così ottimista. Per
quanto sia un piccolo ometto, è così grazioso
> pensò 18.
“Stanotte
puoi dormire in camera mia. Io dormirò qui,
sul divano. Tranquilla, puoi rimanere qui finché
vuoi” disse gentilmente
Crilin.
Le
gocce di pioggia ticchettavano sul vetro, il vento
lo faceva tremare sferzandolo.
“Grazie,
non amo la compagnia” disse 18, sorseggiando
il the.
Il
rombo di un tuono risuonò tutt’intorno e 18 fu
scosso da tremiti, incassò il capo tra le spalle.
Crilin
si sedette accanto a lei.
“Alle
volte io voglio stare insieme a qualcuno, mi
spavento facilmente” disse gentilmente.
<
Potrebbe deridermi ed invece mi sta proponendo di
restare al mio fianco > pensò C18.
“Puoi
rimanere, ma devi stare in silenzio” disse.
Crilin
annuì.
18
lo guardò negli occhi.
<
Mi stai salvando una volta di più, perché i tuoi
occhi colmi di speranza mi rilassano > pensò.
********
C18
si sedette in riva al mare, il sole
brillavano sulle onde azzurre. Sentì l’aura di
Crilin e osservò di sottecchi in
quella direzione, il giovane la fissava, incantato, nascosto dietro il
tronco
di una palma.
C18
nascose un sorriso con la mano e
arrossì.
<
Tu che sei senza maschere, così bello
e sincero, mi guardi come se fossi una dea. Mi fai sentire
così felice >
pensò. Si alzò in piedi, si sfilò le
scarpe e immerse i piedi nell’acqua. Si
chinò e schizzò Crilin con l’acqua di
mare, il terrestre lanciò uno strillo e
cadde all’indietro, con le gambe sollevate.
C18
scoppiò a ridere, scuotendo il
capo.
Crilin
si massaggiò e si rialzò a sedere,
ridendo a sua volta.
18
spiccò il volo, Crilin levitò a sua
volta.
“Prendimi”
lo sfidò 18, volandogli
intorno. Crilin la seguì, cercando di afferrarla.
<
Mi sento libera finalmente > pensò
18.
**********
“C18…” la
chiamò
Crilin con tono titubante.
“Si?” rispose C18
con voce indifferente.
“… E’ da molto
che
sei qui… puoi rimanere per sempre, se ti
va…”. Proseguì Crilin.
< Qualcosa in
me si è rotto, non posso stare senza di te >
pensò C18.
“E?” lo spronò.
Crilin deglutì, le
sue gote erano accaldate.
“… Volevo dirti
che non sarai mai sola, su di me potrai sempre contare”
concluse.
Le labbra di 18
tremarono.
< Non sai
quanto mi rendono felice queste tue parole > rifletté
C18.
“C18…
io ti amo” si dichiarò Crilin.
<
Cosa voglio fare? Sicuramente mi allontanerà, mi
deriderà. Sono così brutto e insignificante
rispetto a lei > pensò.
C18
socchiuse le labbra.
<
Se solo riuscissi a dirti che ‘ti amo’. Tu mi
rendi una persona vera > pensò. Le sue iridi color
ghiaccio divennero
liquide. < Oh, mio dolce piccolo cavaliere, i tuoi occhi neri
sono così
caldi e sicuri >.
Crilin
fu scosso da tremiti sempre più forti.
C18
si piegò in avanti e posò un bacio sulle labbra
di
Crilin.
Il
terrestre chiuse gli occhi e ricambiò, alzandosi
sulle punte dei piedi.
<
Questa è il momento più magico di tutta la mia
vita > pensò 18.