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Autore: Tefnuth    25/11/2017    0 recensioni
All'alba dei tempi, quando gli uomini e la Terra avevano da poco iniziato il loro ciclo vitale, la Morte generò un figlio. Egli divenne così malvagio da dimostrarsi la peggiore piaga esistente. Il principe degli Spettri lo affrontò, e lo sconfisse, tuttavia invece di ucciderlo lo imprigionò in un lungo letargo. A due anni di distanza dalla sconfitta di Weiss, e con tanti cambiamenti bel Bureau, Georg e compagni devono fronteggiare questo temibile mostro. Tirarsi indietro, impossibile, ma ci sarà bisogno di un pericoloso alleato.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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“Illuminatemi! – Esclamò Tom, camminando a braccia conserte e con il viso imbronciato. – Come abbiamo fatto a finire in questa merda?” domandò, riferendosi alla zona di periferia in cui li aveva portati Chris. Sembrava che in quel posto il tempo si fosse fermato: botti di vino distrutte; case abbandonate e pericolanti; e un forte odore di urina che aveva impregnato i muri, favorendo persino la creazione di muffa.

“La balia crede che troveremo qualche indizio su Thantalos. – Ripetè Bill, evitando accuratamente ogni tipo di pozzanghera. – Ma se fosse anche solo passato di qua, sarà scappato per lo schifo”.

“Abbiate fede voi due!” gli consigliò lo stregone, alla testa del gruppo, agitando per aria il dito medio in risposta all’appellativo con cui si erano rivolti a lui.

“Se troviamo qualcosa, gli pago il pranzo per un mese” sussurrò Georg a Gustav, che si mise a ridere.

“Non servirà, ma grazie del pensiero” lo stregone si girò per un istante e si inchinò.

Solo Andrew non aveva niente da dire, nonostante il suo viso parlasse per lui: “tornatene da dove sei venuto” era quello che dicevano i suoi occhi.

“Ah eccoci arrivati” esultò Chris, battendo con il suo bastone da passeggio la scarna e vecchia insegna del locale: Monster Paradise.

“Un nome un po’ pretenzioso” commentò Gustav, osservando che la locanda probabilmente era la peggiore (e non migliore) cosa che c’era nelle vicinanze.

“Per i suoi clienti è il miglior posto dove fare uno spuntino. – Rispose lo stregone, voltando appena lo sguardo verso il biondo. – Per me è una buona fonte di informazioni, tra un bicchierino e l’altro”.

Entrò, e a braccia aperte salutò l’oste: un troll a due testa con la bitorzoluta pelle color amaranto di nome Jhona.

“Stregone, cosa sei venuto a fare nei bassi fondi? – Lo appellò la piccola testa che spuntava dalla spalla sinistra, mentre il resto del corpo preparava le varie pietanze scaccolandosi ogni tanto. – Sono con te i cuccioli del demone rosso?” sputò per terra.

“Gli sto facendo fare un giro: non sono mai stati da queste parti, e non conoscono le tue doti”.

“I miei servigi costano caro. – Rispose l’altra testa, quella che dominava il corpo. – Più di una semplice bevuta”.

“Ti ho mai chiesto di farmi credito? – Chris prese dalla tasca della giacca un sacchetto tintinnante e lo pose sul bancone. – Devi dirmi quello che sai su un certo Thantalos” qualcuno ai tavoli si mosse.

Jhona ci pensò su, servendo nel frattempo un paio di clienti al tavolo, poi tornò e disse

“Dovrai pagarmi ben più di quello che mi hai dato”.

“Te pareva” bisbigliò Georg, mentre teneva sotto controllo i clienti del locale. Aveva già tentato di sondare la mente del locandiere, ma la presenza di ben due cervelli (nemmeno troppo sviluppati) gli aveva reso il compito impossibile.

“Io e te abbiamo un patto, non scordartelo” ricordò lo stregone a Jhona, usando un tono più acido e deciso.

“Questo non era negli accordi” lo contraddì il troll, alitandogli in faccia.

Dalla bocca di Chris iniziò ad uscire del fumo: una nebbia grigiastra che risaliva per aria a spirale; non si capiva come potesse farlo, visto che non c’era una fiamma ad alimentare il fumo.

“Attento a non farmi arrabbiare” disse, ammonendo il troll che indietreggiò un poco con la schiena.

“Smettila di infastidire il capo” minacciò uno dei clienti. Anche lui era un troll, più grande e grosso di Jhona, e aveva tutta l’aria di essere abbastanza ubriaco da minacciare uno stregone e cinque demoni.

“Tornatene al tuo posto, mollaccione” Intervenì Andrew, nel tentativo di salvare il mostro dalla furia di Chris, ma quello gli dette uno spintone e gli disse

“Levati di torno signorinella” aveva già alzato il pugno, e Andy si era preparato a combattere, ma Chris si intromise espirando una nuvola di fumo in faccia al troll.

Il demone iniziò a gridare, e a contorcersi, fino a sbattere a terra con la schiena: la nebbia gli aveva corroso la pelle del viso.

“Suvvia, per un po’ di acido. – Lo stregone ridacchiò, mostrando i denti. – Tanto non puoi certo diventare peggio di quello che sei già”.

“Non uccidere i miei clienti” Jhona aveva lasciato il comodo retro del bancone, svelando la gamba di legno che sostituiva quella persa chissà quando e perché.

“Dimmi quello che voglio, e non ti farò andare in bancarotta. – Ordinò lo stregone, conficcando la mano nella pancia dell’oste. – Ricorda: ti posso restituire quello che ho tolto” una frase senza senso per molti, ma di grande importanza per Jhona.

“Thantalos, il dio della Morte, vuole uccidere tutti gli umani. Si dice in giro che voglia riportare l’inferno sulla Terra” iniziò a riferire l’oste.

“Questa la sapevo già, dimmi qualcosa che mi stuzzichi le meningi” lo stregone strinse di più la presa.

“Sta cercando il guardiano…della reliquia. – Continuò Jhona, stringendo i denti. – Ha bisogno di entrambi, per liberare l’Ogdru jahad”.

“Entrambi? – Chris ritrasse la mano, lorda di sangue. – Non gli basta l’occhio?”.

“Qualcuno mi ha riferito che abbia interrogato l’Oracolo, e che gli abbia detto di usare entrambi. – Riferì l’oste. – Non so il perché, lo giuro”.

“Ti credo Jhoe, hai fatto un buon lavoro. – Lo stregone dette due schiaffi leggeri sul torace del troll, poi fece cenno ai ragazzi di uscire. – Stammi bene”.

“Non credi di essere stato troppo rude? – Domandò Andrew a Chris, una volta fuori dalla locanda. – Avrebbe parlato anche senza metterlo sotto tortura”.

“Ci avrebbe messo di più, e io odio aspettare” rispose lo stregone.

“Però così ci siamo messi fin troppo in mostra. - Osservò Tom, con le braccia ai fianchi. – Sei stato tanto a criticarci, ma ti sei appena comportato peggio di noi”.

“La mia critica, era rivolta al vostro comportamento con i superiori; non con i nemici” rispose Chris, alzando leggermente la voce per essere più imperioso.

“Diciamo pure che le regole valgono solo per noi, per tenerci al guinzaglio, mentre te fai quel cazzo che ti pare. – Lo accusò il pirocineta. – Magari tutto questo è solo una scenetta per farci star buoni”.

Preso da uno scatto d’ira, Chris assalì il signore del fuoco e lo attaccò al muro bloccandogli il collo con un braccio, e il busto con parte del cemento.

“Fammi incazzare ancora di più, e il tuo fratellino dormirà in un letto vuoto” minacciò lo stregone, facendo uscire di nuovo del fumo dalla bocca. Da vicino, il pirocineta sentì l’odore dell’acido pizzicargli il naso.

“METTILO SUBITO GIU’” ringhiò Bill, già in forma demoniaca, ma dal momento che Chris non lo ascoltava creò una lancia di ghiaccio che lanciò contro lo stregone, il quale fece sparire il dardo con una soffiata.

“Can che abbaia non morde”.

Il signore dei ghiacci ruggì più forte, e le sue orecchie non percepirono i moniti di Georg e Gustav che gli dicevano di mantenere la calma; nemmeno quelli di Andrew, che addirittura gli si mise davanti a dirgli
“Non dargli retta: vuol solo provocarvi”.

“Pare che ci stia riuscendo fin troppo bene” esclamò Georg che, pur continuando nella sua calma per non aggravare la situazione, era in gran allarme.

“Dai forza, lasciate che molli il guinzaglio. – Li incitò lo stregone. – Fatemi divertire”.

“Non osare toccarlo” rantolò Tom con la voce strozzata a causa del braccio sulla gola.

“Oh, piccino” lo canzonò Chris, soffiandogli un po’ di fumo sul viso; non c’era acido, perciò non danneggiò la pelle del pirocineta come quella del troll, ma fu abbastanza da far scattare Bill.

Il signore dei ghiacci saltò oltre Andrew, e si buttò sullo stregone che, per nulla preoccupato, stette un po’ al gioco.

“TI AMMAZZO!” sbraitò il criocineta, serrando la gola di Chris con le mani artigliate mentre la coda, incurvandosi in avanti come il pungiglione di uno scorpione, puntava pericolosamente alla testa dello stregone.

“Tsè, sei solo un bimbo lamentoso che non sa cambiarsi il pannolino da solo” lo stregone usò la sua magia per far volare il demone dei ghiacci per aria, per poi bloccarlo con una gigantesca mano creata dal cemento delle mura.

“No, ora basta” sbottò Gustav, lanciandosi verso Chris con Georg al seguito.

Il loro attacco, e il contrattacco dello stregone, fu interrotto dalla nube nera di Andrew che si intromise tra i tre.

“FINITELA! – Esclamò ai fratelli, poi si rivolse a Chris. – Tu invece piantala di fare queste cazzate, solo per appagare i tuoi piaceri”.

“Dì al coglione di lasciar andare i nostri fratelli, se non vuol essere smolecolarizzato” minacciò l’argenteo Georg.

“Hai sentito?” disse il mezzo spettro allo stregone, notando la sua resistenza.

“Non sapete proprio stare al gioco. – Chris liberò prima Tom e poi Bill. – Io sono dalla vostra parte, non voglio farvi del male”.

“Bhè non sembra proprio” commentò Gustav.

“Ma provocatemi di nuovo, e vedrete il mio lato peggiore”.
  
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