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Autore: Roiben    26/11/2017    2 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Nove


Evidentemente non poteva essere sufficiente la nitida e raccapricciante sensazione di farsi strappare brandelli di carne a morsi. Ora ci si mette perfino il fuoco; anche se, a ben vedere, somiglia maggiormente all’essere lanciato in una fornace, un po’ come è capitato alla strega di Hansel e Gretel, ma su larga scala. Se almeno gli riuscisse di aprire gli occhi; ma no, ovviamente, sembrano incollati e, per quanto si agiti, pare proprio non serva a nulla se non a intensificare il bruciore, esattamente come se ciò che fosse rimasto del suo corpo si stesse lentamente disfacendo in cenere. Decisamente spiacevole. Che altro può fare, ormai? Non riesce a udire la propria voce, mentre grida. Sarà un cattivo segno?


Brevi lampi di immagini sfocate compaiono inaspettatamente dietro le sue palpebre serrate, o più probabilmente direttamente nella sua testa dolorante. Purtroppo non ha la possibilità di distinguere molto, data la velocità con cui scompaiono senza neppure lasciargli il tempo di individuare qualche particolare conosciuto né tantomeno un nesso logico.


Argh! Sembra di stare in mezzo al sole, che diavolo!”. Farebbe dannatamente comodo un bicchiere d’acqua, a quel punto. Mentre quel poco che rimane della sua sanità mentale va allegramente a farsi una passeggiata, si chiede distrattamente se sul sole vendano i ghiaccioli al limone.


*


Toothiana sbuffa, seccata e un po’ affannata, lisciandosi le piume stropicciate prima di fissare Sanderson con occhi un po’ preoccupati.


«Non sembra che sia servito a molto, dopo tutto. Forse abbiamo sbagliato approccio» ammette, incerta. «Ho come l’impressione che siamo perfino riusciti a peggiorare la situazione» dubita, un po’ scoraggiata per il fallimento.


Sanderson posa una mano su quella di Toothiana, cercando invano di confortarla, e nel mentre riflette intensamente sul loro insuccesso, su dove esattamente abbiano sbagliato e su come poter porre rimedio. Sarebbe utile avere a disposizione un altro spirito oscuro, in effetti; è probabile che la loro natura, non essendo compatibile con quella di Pitch, non crei i giusti presupposti perché i loro poteri, anche se congiunti, trovino un varco per arrivare alla coscienza dello spirito sopito. Già, ma dove dovrebbero trovarlo? Non è che l’Omino dei Sogni abbia vaste conoscenze fra le creature dell’oscurità. Forse potrebbero tentare semplicemente con quell’incubo appostato fuori dalla porta, ma chissà perché dubita possa essere d’aiuto per togliere dai piedi quello che attualmente ha sequestrato l’Uomo Nero. “Certo che è proprio assurdo!” sbotta, frustrato. “Da quando in qua l’Uomo Nero ha gli incubi? E comunque, chi dovrebbe approfittarne, se quello che li controlla è troppo occupato a viverne uno?”. Naturalmente non ci sono risposte valide all’orizzonte e Sanderson è ancora in alto mare nella sua ricerca di una soluzione.


«Sandy, pensavo…» interviene Toothiana, distogliendo il collega dalle sue elucubrazioni. «Potrei interpellare una delle pixies. Credo sia possibile che conoscano una via d’uscita da questo pasticcio, oppure qualcuno che ce la possa indicare. Che ne pensi?».


Il guardiano dei sogni non ha maturato idee migliori nel frattempo, quindi si dichiara disposto a tentare quella strada. Annuisce, esitante, sperando che quella nuova proposta consenta loro di approdare alla giusta soluzione.


*


Sa di essere in missione ma, mentre si inoltra nel bosco silenzioso, il profumo di resina e clorofilla fa spuntare sul suo volto un sorriso di piacere. Erano anni che non capitava da quelle parti, ma non dubita affatto che le altre la riconoscerebbero comunque al volo; hanno la memoria lunga e molto tempo per accumulare ricordi e pensieri. Una piccola cascata rumoreggia poco distante e la avvisa che manca poco, ormai.


«Toothiana».


Una voce fonda e affilata accoglie la venuta della guardiana. Piano si volta, cercando nel fitto dei rami fino a individuare la fonte di quella voce.


«Eresseie» sospira Toothiana, seguendo la figura nel suo planare dolcemente verso il suolo.


È un poco più alta del guardiano dei sogni, quando si posa leggera sul tappeto di muschio, ma le sue membra sono sottili e un po’ spigolose, la pelle è verde come le foglie delle rose e gli occhi neri come il carbone sul viso affilato; le sue ali sono grandi e ricordano le foglie secche d’autunno, sia nella forma che nel colore.


La sta osservando con un’intensità che risulta in qualche modo sgradevole, tanto da farla agitare sul posto, nervosa.


«È molto che non ti fai vedere da queste parti» l’accusa in tono vibrante, fomentando il suo disagio.


«Lo so. Non me la sono sentita di tornare» ammette in un bisbiglio.


«Adesso però sei qui» rimarca la pixie, senza mai distogliere lo sguardo duro. «Giurerei che non si tratti di una visita di cortesia» aggiunge sarcastica.


Toothiana sapeva che non sarebbe stata una chiacchierata facile, ma sperava ingenuamente che il tempo avesse mitigato il rancore. Così non è, evidentemente. Scuote la testa lentamente, sbirciando il volto contratto della pixie alla ricerca di un qualunque segnale positivo, senza trovarne alcuno.


«No, non lo è» è infine costretta a chiarire. «Avevo bisogno di parlarti».


La risata incredula della pixie la fa rabbrividire d’angoscia.


«Adesso parli perfino, con me? Ma davvero? Strano, considerato che l’ultima volta non ne hai voluto sapere!» sbotta velenosa.


Toothiana sospira, avvolgendosi le braccia attorno al busto. «Eresseie, ci sono troppe cose che non sai…».


«E che mai saprò, visto e considerato che non hai mai avuto intenzione di parlarmene».


Annuisce, concordando silenziosamente con quella verità. «Ho i miei motivi, ma di sicuro non è per sfiducia o cattiveria che tengo te o chiunque altro allo scuro di molti fatti. Comunque sia, il motivo per cui sono qui è un altro: mi serve il tuo aiuto, la tua conoscenza».


La pixie la squadra incredula, scuotendo la testa senza un’idea chiara su come replicare a tanta sfacciataggine gratuita.


«Ma ti senti quando parli? Con che diritto ti presenti dopo decenni pretendendo che io non solo me ne stia buona e zitta ma perfino mi adoperi per qualche tuo assurdo piano?» esclama oltraggiata.


«Non pretendo. Non è questo che sto facendo. Ti sto solo… chiedendo di aiutarmi» geme Toothiana.


«Per quale motivo dovrei farlo?» si intestardisce.


«Perché ne hai la possibilità» ribatte la fata, un poco alterata. Poi, recuperando un tono più dolce e pacato, propone «Forse potresti semplicemente ascoltare le mie parole e decidere se valga la pena. Che ne pensi?» pigola incerta.


La pixie, che non ha mai smesso di scuotere la testa contrariata, sbuffa e, se possibile, indurisce ulteriormente lo sguardo.


«Penso che non avrei mai dovuto immischiarmi nei fatti di una maledetta fata dei ranghi superiori. Mia nonna me lo ripeteva in continuazione: “Eresseie, non dare mai retta ai nobili, portano solo guai”. Come aveva ragione» geme piagnucolosa.


Ciò nonostante, con sommo stupore di Toothiana, le fa cenno di seguirla e insieme si involano verso la colonia delle pixies insediate nelle profondità del bosco. La fata spera ardentemente che tanta fatica venga in qualche modo ricompensata, perché quella si è già ampiamente rivelata una giornataccia, fin dal primo minuto.


*


L’espressione scettica dipinta sul volto di Eresseie parla chiaro su quanto poco creda allo sconclusionato racconto appena udito dalla bocca di Toothiana.


«Da quando in qua te la fai con le creature dell’oscurità? Dev’essere una tendenza recente, visto quanto ti infastidiva la nostra compagnia solo qualche anno fa».


La fata serra strettamente le labbra, in parte offesa dal giudizio impietoso della pixie, ma anche consapevole di aver involontariamente coltivato quest’astio nei suoi confronti.


«Non me la faccio con le creature oscure, Eresseie» precisa piccata, cercando comunque di mantenere un tono tranquillo per evitare di peggiorare l’umore già cupo della pixie. «È semplicemente qualcosa che è successo, un imprevisto, e stiamo cercando un modo per risolverlo senza peggiorare ulteriormente la situazione».


«Sì? E io che dovrei fare, secondo te?».


Toothiana stringe forte le braccia al petto, cercando di farsi forza per non mollare tutto e tornare ai suoi adorati e confortanti impegni.


«Speravo potessi darci una mano. Forse le tue conoscenze del… settore potrebbero esserci utili. O magari, non so, conosci qualcuno a cui possa rivolgermi e chiedere una consulenza» tenta, cauta.


«Una consulenza?» soffia Eresseie in tono apertamente derisorio. «Mi hai forse scambiata per un’assistente sociale, Toothiana? Io mi occupo solo della mia gente e del loro benessere, e ti avverto che la tua presenza qui, oggi, mi sta complicando non poco la vita».


La guardiana della memoria ha la netta impressione di star sprecando il proprio tempo e le proprie energie in un progetto irrealizzabile. Tornare dalle pixies è stato probabilmente un errore; sperava di avere qualche suggerimento, ma ha evidentemente mancato di tenere conto del rancore che le portano da anni e che non pare avere una data di scadenza. Già, ha fatto proprio male a presentarsi come se nulla fosse e con l’apparente pretesa di essere aiutata.


«Ho capito. Mi dispiace di avervi procurato disturbo. Adesso me ne vado, non preoccuparti» assicura, apprestandosi a riprendere la strada di ritorno.


Si è appena staccata da terra quando una mano sottile e affusolata si serra con inaspettata forza attorno al suo polso. Toothiana riporta lo sguardo a terra e nota gli occhi della pixie puntati nei suoi con espressione dura ma anche determinata.


«Quanto è importante questa cosa?» pretende di sapere, senza allentare la presa.


Toothiana poggia nuovamente i piedi a terra e ricambia il suo sguardo, soppesando la situazione.


«Stavamo seguendo una pista, io e i miei colleghi guardiani, riguardo un possibile pericolo che, a detta di Manny, sta per abbattersi sul nostro mondo. È possibile che…» tentenna.


«Potrebbe averlo trovato prima di voi» comprende immediatamente la pixie, incupendosi ulteriormente al cenno affermativo della fata. «E allora, forse, so a chi possiamo chiedere consiglio» la sorprende.


  
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