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Autore: FalbaLove    26/11/2017    0 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Il sole si fece sempre più basso e ben presto le tre scuole poterono bearsi di uno stupendo tramonto:un uomo,dai lunghi capelli argentei, uscì sul balcone che si trovata nella torre più alta di Fonterossa. Fissò sotto di sé i nuovi studenti che per la prima volta stavano affrontato il loro allenamento con gli insegnanti:sorrise teneramente guardando i loro occhi ricolmi di speranza e determinazione.
 Sapeva perfettamente quanto fosse dura la scuola in cui lavorava come Preside,ma allo stesso tempo era in grado di regalare molte soddisfazioni. Molti di loro avrebbero lasciato,altri si sarebbero arresi,ma alcuni di loro sarebbero diventanti i migliori Specialisti di tutto il mondo fatato. I suoi occhi stanchi fissarono il sole che stava scomparendo sempre di più:sentiva perfettamente il suo telefono che squillava dentro al suo ufficio. Sapeva ancora più perfettamente da chi provenisse quella chiamata:dalla sua grande amica Faragonda. Oramai in tutta Magix si era sparsa la notizia dell’abbandono di suo nipote Helia:l’unico parente rimastogli dopo la morte di suo figlio e di sua nuora. Strinse ancora con più decisione l’antico bastone da cui non si separava mai:sentiva la bocca farsi sempre più secca mentre nella sua mente riaffioravano i ricordi. Sentiva ancora perfettamente la voce del nipote che senza spiegazioni gli aveva annunciato la sua prossima partenza senza dire niente d’altro. Non sapeva il motivo per cui il migliore allievo aveva lasciato la sua scuola,non sapeva dove fosse andato,non sapeva se l’avrebbe più rivisto.
 La cosa che più l’aveva ferito era stato il suo tono:freddo ed estremamente distaccato. Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto rugoso:dopotutto cosa poteva aspettarsi? Era da sempre stato un nonno estremamente severo:aveva obbligato il giovane ad abbandonare la sua più grande passione, la pittura, che lui giudicava un inutile perditempo. L’aveva obbligato ad allenarsi giorno e notte per farlo diventare ciò che lui voleva:il più grande Specialista che Magix avesse mai visto. Aveva provato,con il tempo, ad avvicinarsi a lui, a dargli l’affetto che i suoi genitori non avevano potuto dargli,ma evidentemente aveva fallito: aveva fallito non come insegnate,ma come nonno. Una lacrima scivolò lungo la sua guancia andandosi a frantumare sul giallo pavimento del balcone. All’improvviso sentì qualcuno che si schiarì la voce dietro di lui:si voltò incontrando un viso estremamente amico
-Codatorta!-mormorò sorpreso di vederlo.
-Mi scusi Preside se l’ho disturbata,ma ho sentito il telefono del suo ufficio che squillava insistentemente- replicò quello mortificato. Il vecchio scosse la testa
-Hai fatto bene,grazie-replicò rientrando nella stanza.
-Ora puoi andare-continuò afferrando la cornetta del telefono. L’insegnate accennò un inchino prima di dirigersi verso la porta.
-Pensa che sia lui?-bisbigliò prima di richiudere la porta dietro di lui.
-Sicuramente no Codatorta,sai come è fatto-continuò il Preside. Quello annuì impercettibilmente e finalmente lasciò la stanza.
-Saladin-una voce severa e famigliare fu udita dal suo orecchio appena il vecchio rispose alla chiamata.
-Finalmente ti sei degnato di rispondermi-continuò senza lasciare tempo all’amico di ribattere.
-Mi hanno appena riferito di Helia … io non so che cosa dire se non che sono addolorata della notizia-replicò ancora. Saladin sorrise
-Tranquilla,sono contento di sentirti amica mia- replicò lui
-Ti ha detto dov…-
-No- rispose lui secco:la donna dall’altra parte della cornetta iniziò a camminare preoccupata.
-Ora ti devo lasciare, devo tenere un discorso prima della festa-disse cercando di scacciare via i pensieri
-Ok allora ti lascio-
-Ci sono novità per quanto riguarda la desert…-
-Ora hai altri pensieri per la testa:domani io e la Griffit ti diremo gli sviluppi della situazione-tagliò corto la donna
-Allora ci vediamo sta sera Faragonda- concluse lui. Stava per riattaccare quando udì di nuovo la voce dell’amica
-Ah Saladin vedrai che se la caverà,è un ragazzo in gamba- disse lei prima di concludere la telefonata.

 

Flora camminava svelta per il bosco limitrofo alla scuola delle Fate:era stata la cosa che l’aveva a pieno convinta a studiare in quell’edificio così lontano da casa. Le piante,le uniche che in quel momento le sembravano amiche,la facevano sentire estremamente a casa e la loro tranquillità placava l’animo tormentato della mora. Oramai il sole era completamente sparito e Flora riusciva con difficoltà a catalogare le nuove specie di piante che stava incontrando su quel pianeta sul suo quaderno:lo chiuse leggermene seccata ricordandosi che quella sera si sarebbe svolta l’evento mondano aspettato da tutte le ragazze, tranne lei ovviamente.  Gli schiamazzi le fecero tornare in mente che doveva rientrare per prepararsi prima che gli allievi di Fonterossa arrivassero. Portò delicatamente i capelli dietro l’orecchio accarezzando dolcemente la pianta che più l’aveva affascinata: l’aveva cercata sui suoi libri e aveva scoperto che si trattava di una Bella di Notte. Toccò delicatamente i suoi fiori ancora chiusi mentre sentiva il suo cuore fremere dalla voglia di aspettare lì fino a notte fonda cioè fino a quando i fiori non si fossero schiusi: uno dei professori che aveva conosciuto,Palladium, le aveva detto che questi erano tra i più belli del mondo. Degluitì leggermente delusa per il fatto che l’aspettava la festa:purtroppo doveva lasciare la pianta proveniente dalla Terra e dirigersi ad Alfea.
-Ci vediamo piantina e mi raccomando: domani ti prometto che ritornerò solo per vederti-disse amorevolmente accarezzandola e beandosi delle onde positive ricevute a ringraziamento. Ad un certo punto sentì in lontananza le piante muoversi segno che non era sola: gli alberi però non sembravano terrorizzati dalla presenza che sembrava quasi conosciuta a loro. La mora si morse il labbro nervosa: cosa avrebbe dovuto fare? Trasformarsi da fata aspettandosi il peggio?  Scosse la testa:se le piante non si preoccupavano perché avrebbe dovuto farlo lei? Strinse con forza i pugni
-Chi c’è?-domandò con un improvviso coraggio. Non ottenne però alcuna risposta.
-Sappi che sono una fata e non ho paura di te-continuò lei cercando di farsi forza:sentiva le mani farsi sempre più sudate ed agitate. Ad un certo punto la figura si fece sempre più nitida e Flora potè osservarla con attenzione.
-Chi sei?-domandò al ragazzo comparso davanti a lei:era molto alto e lunghi capelli blu,raccolti in una coda,gli ricadevano su una spalla. Lui increspò le labbra posando  a terra una specie di borsa che sembrava molto pesante:sicuramente si tratta di qualcuno di passaggio.
-Scusami non volevo spaventarti-disse lui serio fissandola come incantato:Flora era profondamente attratta dagli occhi del ragazzo,di un blu profondo,che erano pieni di tristezza. Era uno sconosciuto eppure sapeva,dentro di lei,che non le avrebbe fatto del male.
-Sono Flora- mormorò la ragazza senza che lui lo chiedesse avvicinandosi sempre verso di lui
-Flora? È un nome bellissimo- replicò il ragazzo:la fata sentì avvampare. Intanto Helia non riusciva  a capire come mai non riuscisse a staccare gli occhi dalla sconosciuta: sentiva che non si trovava davanti a una ragazza qualsiasi.
-Immagino tu non abbia voglia di dirmi il tuo nome- replicò la mora incrociando le braccia e sorridendo leggermente di fronte a quel ragazzo così schivo.
Lui non rispose,ma si limitò a sorriderle e questo bastò per eliminare ogni imbarazzo tra loro.
-Come mai stavi parlando con una pianta?-domandò incuriosito lo straniero sedendosi a terra,stanco. Flora si morse il labbro:evidentemente l’aveva osservata per molto più tempo di quanto pensasse.
-Devi sapere che si tratta della Bella di Notte,un pianta i cui fiori…-
-Si aprono solo a mezzanotte-continuò il ragazzo:Flora si sorprese.
-Sei anche tu un appassionato di piante?-chiese interessata sorridendo. Lui,di fronte a quel sorriso così inaspettato,sembrò bloccarsi per un secondo fissandola con attenzione. La fata si sentì strana:lo sguardo di quel ragazzo non era come quello di Riven. Di fronte a lui non provava imbarazzo
-Ho ricevuto una buona educazione e in eredità da mia madre la passione per la botanica-replicò il giovane. I suoi occhi si spensero per un secondo e la mora si maledisse di aver fatto la domanda. Ad un certo punto il rumore di alcune campane si impadronì del silenzio del bosco fatato:la Fata si alzò di scatto.
-Oh no sono in super ritardo!-mormorò fissando la scuola in lontananza che si riempiva di luci.
-Sei una fata di Alfea?-domandò curioso il giovane. Lei annuì
-Tu di Fonterossa?-domandò.
-No,sono solo uno  che viaggia- rispose
-Io dovrei andare-mormorò la mora impercettibilmente:sentiva qualcosa però dentro di lei che le diceva di restare.
-Ti rivedrò?-domandò senza pensarci:si morse la lingua per quella domanda così poco da Flora. Lui rimase colpito da quella domanda ma poi sorrise dolcemente di fronte a quella ragazza così… così.
-Mi dispiace,ma devo andare avanti con il mio viaggio-replicò e notò un velo di delusione sul volto della mora.
-Ma sono sicuro che ci rivedremo Flora-la fata rimase immobile:gli occhi color blu erano così vicini ai suoi che ci si poteva specchiare. Il suo naso era completamente rapito dal suo profumo,il più buono che lei avesse mai sentito, mentre il suo cuore iniziò ad accelerare causa la troppa vicinanza. Provò a dire qualcosa,ma le parole le morirono in gola. Lui accarezzò dolcemente la sua guancia prima di regalarle un dolce bacio su di essa. Il cuore di Flora per un secondo si fermò e tutto il bosco sembrò tacere.
-E non vedo l’ora che sia quel momento- concluse riprendendo la sua sacca:rivolse un ultimo sguardo alla ragazza che ancora sotto shock non riusciva a muovere neanche un muscolo e si allontanò nel buio della foresta. Oramai sola la fata si portò delicatamente la mano sulla guancia scarlatta precedentemente baciata:il suo battito non accennava a calmarsi. Sorriso dolcemente prima di rivolgere un’ultima occhiata al punto in cui il ragazzo era scomparso.
-Ci conto-mormorò flebilmente prima di correre,per di fiato,verso la scuola:il sorriso intanto non accennava a voler lasciare il suo volto.

 

 

 

-Uff- un sospiro spazzò via lo strano silenzio che quella sera aleggiava per Torrenuvola:la scuola delle streghe,nota per la poco disciplina delle sue allieve,quella sera era completamente silenziosa. Eppure quella sera non era una sera come le altre:quella era la sera che faceva nascere ancora di più l’in-amicizia tra le tre scuole:la sera in cui la festa di inizio anno era riservata solo per gli allievi di Fonterossa ed Alfea. Stormy digrignò i denti avvicinandosi alla grande vetrata della loro stanza: il suo sguardo era completamente riservata alla scuola di Fata che quella sera si illuminava con luci sgargianti.
-Già le odio-mormorò. Darcy,a quella affermazione,alzò finalmente gli occhi dal libro che stava leggendo sistemandosi gli occhiali.
-In effetti meriterebbero una bella lezione,ma ricordati che siamo qui per un motivo-disse seria ritornando a guardare le pagine ingiallite: Stormy alzò gli occhi al cielo… odiava quando la sorella faceva così.
-Lo so ma...- ma la strega non potette concludere la frase che l'altra le fece segno di stare zitta. Si avvicinò lentamente al suo letto osservandola chiudere gli occhi e iniziare a respirare violentamente
-Per me è inutile che perdiamo tempo: dovremmo andare dalla Griffin e non restare qui a perdere tempo-
-Lo sai che sarebbe inutile-
-Perchè l'ha detto lui immagino-ma Darcy a quella provocazione si limitò a lanciarle un'occhiataccia
-Ora stai zitta. Lo sento, sta per arrivare- concluse concentrandosi e limitandosi a mettere le mani delle tempie. L'ultima cosa che udì fu un sospiro di Stormy prima di esser inghiottita dal buio.


 

 

-Bloom,Bloom-una voce materna fece aprire lentamente gli occhi alla ragazza dai capelli color fuoco:sentiva la testa pesante e il collo dolente. Alzò leggermente il capo dal libro su cui,inavvertitamente , si era addormentata:con leggera irritazione scostò la chioma del volto mentre cercava,nonostante il buio, di mettere a fuoco la figura che poco prima l’aveva chiamata.
-Clara?-mormorò con la voce ancora impastata dal sonno alla donna dai lunghi capelli neri:quella le sorrise dolcemente.
-Tesoro ti sei di nuovo addormentata in biblioteca ed oramai sono le sette,l’orario di chiusura- disse quella con tono materno:a quelle parole la ragazza sgranò gli occhi.
-Oddio scusami tanto,mi ero solo appisolata-rispose mortificata ritirando tutte le sue cose e notando che oramai il luogo era completamente vuoto.
-Sei sicura di stare bene? In questi ultimi giorni ti vedo estremamente stanca-continuò la donna di fronte alla rossa che cercava di raggruppare tutte le sue cose:lei,di fronte a quel gesto estremamente gentile,si fermò un attimo sorridendole sinceramente.
-Tranquilla è solo stanchezza passeggerà- concluse allontanandosi quasi correndo vero l’uscita:l’ultima cosa che udì fu un sospiro da parte della bibliotecaria.
Bloom alzò gli occhi al cielo constatando che oramai il sole aveva abbandonata Gardenia:sospirò leggermente intristita prima di rimettersi a camminare. La sua mano,velocemente, tirò fuori dalla tasca del suo maglione il cellulare:storse la bocca in una smorfia constatando che sia i suoi che Andy avevano provato a chiamarla più volte. Sospirò aspettandosi già le ramanzine da parte i suoi genitori e del suo fidanzato. Ad un certo punto si fermò:senza rendersene conto era giunta sull’unico ponte pedonale della sua amata città. In lontananza,a livello del mare,il sole stava tramontando:oramai era pressochè sparito ma riusciva a regalare ancora l cielo mille sfumature di arancione. Bloom sorrise dolcemente di fronte a quello spettacolo sentendosi in pace:ad un certo punto però all’arancione del cielo si sovrappose una maschera e una figura angelica… la stessa che ogni giorno compariva nei suoi sogni. La testa iniziò a girarle e a fatica riuscì ad aggrapparsi ad un panchina:la testa intanto continuava a farsi sempre più pesante. Questa volta tutto intorno a lei si fece nero e solo una voce risuonò
“Se vogliamo essere un gruppo allora dovremmo avere anche un nome”
Deglutì nervosa; questa sembrava la sua voce
“Che ve ne pare di Winx?”
La ragazza scossa la testa con decisione: era sicura di non aver mai sentito questo nome in vita sua.
-Winx,ma cosa significa Winx?-mormorò con l’affanno. Non riusciva a capire e la testa si faceva sempre più pesante,ma lei voleva capire.
“Niente,solo Winx” mormorò quest’ultima sua voce nella sua mente e Bloom,di fronte a all’ultima frase,perse tutti i sensi cadendo a terra. Oramai intorno a lei tutto si era fatto buio.

 

Tecna sbuffò; aveva passato gli ultimi trenta minuti a sbuffare eppure in quel frangente non poteva fare che questo. Odiava le feste: in realtà odiava qualsiasi evento mondano che trovava da sempre un’unitile spreco di  tempo. Lei era venuta ad Alfea per diventare una degna fata per il suo pianeta,Zenith,non per amoreggiare con i ragazzi,esseri infantili e di basso intelletto. Alzò un sopracciglio mentre,seduta nel salottino delle loro stanze,osservava Musa che,con sguardo corrucciato,continuava ad ascoltare a tutto volume la musica attraverso le sue cuffiette. Dall’altra parte del salottino Stella,la coinquilina con cui andava meno d’accordo,si stava riprovando per l’ennesima volta un vestito: Tecna aveva provato a consigliarla,ma la moda non era di sicuro il suo argomento forte. Così,muta,aveva continuato a osservare la bionda cambiare outfit senza essere mai contenta. Alzò gli occhi al cielo domandandosi dove fosse Flora:la ragazza mora per lei era ancora un mistero. Era tremendamente timida e schiva e completamente diversa da lei.
-Allora che ne dici?-domandò per l’ennesima volta la Principessa affacciandosi dalla porta della sua stanza. Tecna la osservò con poco interesse:questa volta indossava un bellissimo vestito rosso con un enorme spacco sul seno. Fece una smorfia osservando quanto poco coprisse quell’abito,ma dopotutto aveva già capito quali fossero gli interessi dell’altra fata.
-Bello-mormorò con poco entusiasmo mentre la bionda batteva leggermente irritata il piede sul pavimento
-è la stessa identica cosa che mi hai detto degli ultimi trenta vestiti … Possibile che tu non sappia dire altro?-continuò alzando la mani esasperata:Tecna si morse il labbro per non rispondere.
-Non è colpa sua se non è esperta in vestiti da zoccola-questa volta,questo commento così tagliente,non provenì dalla bocca della fata di Zenith.
-Come scusa?-disse cercando di mantenere la calma la bionda:Musa sorrise trionfante.
-Hai capito benissimo invece- replicò sistemando sul tavolino più vicino il suo ipad.
-Come osi pidocchiosa ragazza?-replicò la bionda avvicinandosi all’altra:Tecna iniziò a sudare freddo.
-Devi sapere che io e Tecna abbiamo molti interessi a differenza tua che sei solo specializzata nello saper scopare con tipi di dubbio gusto-Stella intanto fiumava di rabbia.
-Sono sicura che nessun ragazzo abbia mai avuto il coraggio di sfiorarti anche solo con un dito.
-Ora basta,smettetela- le interuppe la ragazza.
-Hai ragione Tenca;con persone con così poca importanza è inutile discutere- tagliò corpo la bionda dopo aver guardato con aria di sfida la Fata della Muscia: Tecna rivolse uno sguardo alla coinquilina la quale oramai aveva la rabbia in corpo che per tutta risposta si diresse verso la loro camera sbattendo la porta
-Cosa è successo?-una voce flebile e leggermente preoccupata fece destare la fata di Zenith. Flora la stava guardando interdetta dallo spettacolo che aveva appena osservato.
-Io vado a farmi un giro prima che inizi la festa-tagliò corpo lasciando la mora con un mucchio di domande.

 

 

Faragonda stava passeggiando per i corridoi desolati della sua scuola:sentiva alla perfezione gli schiamazzi delle ragazze proveniente dalle loro stanze e le prime navicelle proveniente da Fonterossa. Eppure qualcosa la turbava:un altro anno stava per iniziare e tutto sembrava come ogni altro primo girono passato,ma qualcosa nell’aria era diverso. Non riusciva a togliersi questo cruccio e più ci pensava più le sembrava di impazzire:in più la sua mente era preoccupata per i recenti fatti anormali che stava coinvolgendo il mondo magico. Scosse la testa con decisione:sapeva perfettamente che vi era un luogo e un tempo adatto per ogni cosa e sicuramente quello non era il momento giusto per pensare  a quelle cose. Il giorno dopo si sarebbe ritrovata con Saladin e la Griffit per parlare degli avvenimenti e in quel preciso istante l’unico pensiero che doveva importarle era di assicurare una fantastica festa alle sue allieve. Girò l’angolo per dirigersi verso il su ufficio,ma per sua sfortuna andò a sbattere contro qualcuno.
-Mi scusi tanto-mormorò imbarazzata una voce maschile.
-Tranquillo ragazzo non è successo niente di grave-mormorò amorevolmente la donna risistemando gli occhiali sul naso.
-Le  porgo nuovamente le mie scuse,preside Faragonda,ma mi sono perso per la sua scuola e stavo cercando i miei compagni-continuò quello facendo un inchino regale:lei sorrise di fronte alla gentilezza di quello che doveva essere un allievo di Foterossa.
-Immagino tu voglia arrivare nella sala principale; prosegui ancora per quel corridoio e arriverai alla destinazione designata- replicò lei allungando il suo lungo dito verso un corridoio:il biondo,riconoscente,la ringraziò nuovamente.
-Ora vai che se no farai tardi e mi raccomando cerca di divertirti questa sera,Sky- disse senza pensarci l’anziana fata:lui la guardò leggermente esterrefatto come sorpreso del nome da lei pronunciato.
-Veramente, Preside,il mio nome è Branon- replicò poco convinto
-Scusami tanto,non mi sono resa conto di quello che stessi dicendo-concluse abbozzando un sorriso:il biondo la salutò educatamente prima di ripercorrere,ancora leggermente stranito,il corridoio da lei precedentemente indicato. Faragonda si portò una mano alla tempia quando fu sola:come mai aveva chiamato in quel nome quel ragazzo? Era sicura di non averlo mai visto in vita sua eppure era così famigliare come se ci fosse un legame tra di loro. Socchiuse gli occhi mentre questi pensieri  prendevano il soppravvento sulla sua mente:dei flash fecero accelerare il battito del suo cuore. Sei figure di sei fate poco nitide apparvero veloci come un lampo:sentiva la testa girarle e a mala pena riuscì ad aggrapparsi ad una colonna. Da dove arrivavano quei pensieri?
-Preside Faragonda- ad un certo punto una voce la spazzò via dalla mente quelle figure. Si girò leggermente frastornata per osservare la ragazza che la stava chiamando
-Mi scusi se l’ho disturbata-continuò quella
-Ma Griselda mi ha mandato ha cercarla: senza di lei la festa non può iniziare-e la vecchia fata sentì che oramai qualsiasi ricordo di quelle sei ragazze era stato spazzato via.

 

 

Tecna stava percorrendo i corridoi della sua nuova scuola arrabbiata,molto arrabbiata: era venuta ad Alfea per diventare una grande fata eppure i primi due giorni li aveva passati a dover far calmare quelle due strane coinquiline ed ad agghindarsi per una presunta festa. A lei i ragazzi non interessavano,questo c’è l’aveva ben chiaro in mente. Alzò gli occhi al cielo constatando il fatto che si era persa:la festa sarebbe iniziata tra poco eppure lei era completamente decisa a non andarci. Stava ancora rimuginando quando vide in lontananza una figura sospetta,molto sospetta: non riuscì a capir chi fosse causa il grande mantello che celava sia il viso che il corpo eppure trovò quella sagoma estremamente familiare.  Inclinò la testa confusa ricordando quando il giorno prima aveva visto quella stessa figura alla fermata dell’autobus: velocemente si nascose dietro ad un muro pregando di non essere vista.
Ma cosa ci faceva lui lì? E soprattutto aveva cattive intenzioni? Era ancora indecisa sul da farsi quando notò la severa Griselda avvicinarsi a lui. Fece un sospiro di sollievo:sicuramente non era pericoloso. Lo osservò ancora più curioso rivolgere alcune parole con la donna prima di poggiare a terra la sua valigetta,la stessa che aveva il girono primo. La sua curiosità venne ancora più stuzzicata quando lo vide calarsi il cappuccio vedendo finalmente il suo volto:un viso maschile di un uomo sulla trentina apparì sotto al suo sguardo. Aveva lunghi capelli di un blu molto accesso e due occhi molto magnetici:le gote della fata si arrossarono mentre sentì il battito aumentare notevolmente. Scosse la testa dubbiosa:perché si stava comportando in un modo così illogico? Mentre si domandava con se stessa chi fosse realmente quell’uomo notò i due allontanarsi. Senza pensarci decise di ripercorrere la loro strada ma girato l’angolo  andò a sbattere con un’altra figura.
-Attento!-disse leggermente contrariata cadendo a terra e prendendo una botta non indifferente al gomito.
-Scusami tanto,stai bene?-mormorò con voce tremante lo sventrato:lei iniziò a massaggiarsi con dolore il braccio.
-Possibile che la gente non guardi dove sta camminando?-constatò rialzandosi a fatica aiutata da quello che doveva essere un ragazzo della sua età.
-Io non so che cosa dire se non che mi dispiace-replicò lui leggermente imbarazzato abbassando lo sguardo:Tecna diede una veloce occhiata ai capelli color pel di carota del ragazzo e ai suoi grandi occhiali rossi prima di far passare il suo sguardo dietro di lui cercando le due persone precedentemente pedinate.
-Tutto ok?-domandò quello osservandola:Tecna però intanto continuava ad osservare dietro di lui,lungo il corridoio. Sbuffò pensando a quanto fosse stata sfigata nello scontrarsi con un individuo così maldestro.
-Secondo il mio WattPod non ho nulla di grave se non qualche contusione-replicò facendo analizzare il suo braccio da un laser che venne originato dal suo telefono. Il suo interlocutore intanto la guardava estasiato
-Non ci posso credere! Un WattPod di ultima generazione-continuò entusiasta. Tecna alzò un sopracciglio leggermente seccata,
-Veramente questo è un WattPod non solo di ultima uscita,ma unico al mondo:ciò ho lavorato per mesi per installargli ogni app di ultima generazione-concluse alzando gli occhi al cielo:il ragazzo sorrise imbarazzato.
-Io comunque sono Timmy,un allievo di Fonterossa-disse leggermente titubante porgendole la mano: Tecna la guardò con poco entusiasmo.
-Tecna e ora scusami ma prima che tu mi tamponassi stavo facendo qualcosa di realmente più utile che parlare-concluse acida proseguendo per la strada dove aveva visto per l’ultima volta scomparire Griselda e lo strano uomo. Era talmente concentrata nella sua ricerca che non notò gli occhi dello strano Specialisti rapiti da lei.

 

 

Un applauso fragoroso susseguì al discorso di commiato tenuto da Faragonda: Saladin notò qualcosa di strano nel viso della donna ma decise di tacere per godersi il chiacchiericcio allegro della serata. Flora intanto si stava guardando confusa per la sala: aveva lasciato Stella in camera a prepararsi mentre Musa e Tecna erano uscite quando lei si stava ancora vestendo. Ora era completamente sola e con lo sguardo continuava a cercare le amiche o qualsiasi faccia famigliare. Sentì le mani farsi sempre più umide in mezzo a tutta quella gente mentre la bocca farsi sempre più secca. L rumore della musica si fece molto più alto e molti lasciarono i bordi della sala per ballare:la fata potè finalmente dirigersi verso il buffet per ritrovare ristoro.
-Ero sicuro che ci saremmo rivisti-una voce sensuale fece sobbalzare la ragazza che si girò leggermente sorpresa:Riven la stava guardando con i suoi soliti occhi tenebrosi.
-Ciao…-
-Riven- aggiunse lui:Flora bevve nervosamente.
-Tu sei Flora vero?-domandò estremamente sicuro di sé e lei annuì debolmente
-Un viso come il tuo è difficile da dimenticare-continuò lui allungando la mano per accarezzare il suo volto,ma per fortuna la mano fu fermata da quella di qualcun’altra.
-Riven immagino che mi stessi cercando senza sosta-sentenziò la Fata di Solaria dopo aver rivolto un’occhiataccia a quella della Natura che si sentì profondamente a disagio.
-Ovvio Principessa e con questo vestito sei un vero schianto-
-Non ci provare con me,cafone- ribattè lei secca. La situazione per la Fata di Linphea si stava facendo sempre più imbarazzante e pregò con tutta se stessa in un aiuto divino che arrivò.
-Ehi amico perché non ci presenti queste belle ragazze?-una voce estremamente allegra e sconosciuta fece voltare le fate mentre lo Specialista alzava gli occhi al cielo.
-Tu non sei mio amico principino-sentenziò quello scorbutico: Sky  rise divertito.
-Sì Riven perché non mi presenti questi bei ragazzi?-lo incalzò la bionda osservando con interesse due ei tre ragazzi appena arrivati.
-Piacere Principe di Eraklyon, Sky - disse il moro baciandole elegantemente la mano:Riven schiumò di rabbia.
-Io invece sono il suo scudiero Brandon-aggiunse il biondo sorridendo sinceramente e finalmente Flora,di fronte a quel gesto, si rilassò.
-E io sono Timmy e vengo da Zenith-concluse il ragazzo dagli occhiali:Flora sorrise a tutti loro.
-Perché ci hai tenuti nascosti questi bei ragazzi?-commentò Stella inarcando un sopracciglio.
-Allora tieniteli questi sfigati-tagliò corto il ragazzo allontanandosi velocemente.
-Io comunque sono Stella, Principessa di Solaria; le andrebbe Principe di danzare con me?-disse diretta la bionda allontanandosi con il moro. Flora si trovò in estremo imbarazzo con quei de sconosciuti,ma per fortuna vide un viso amico avvicinarsi a lei.
-Ehi Flora hai visto per caso Musa?- domandò Tecna senza neanche guardare i due ragazzi
-Sei Tecna vero?- chiese Timmy riconoscendo la bellissima ragazza vista poco prima:lei alzò un sopracciglio senza capire.
-Sono Timmy,il ragazzo con cui ti sei scontrata prima;spero che il braccio vada meglio- disse sinceramente mentre Tecna continuava a guardarlo di sbieco
-Si grazie-tagliò corto
-Se stai cercando al tua amica posso darti una mano io-continuò con incredibile coraggio:la fata  alzò le spalle noncurante
-Se ci tieni tanto…- continuò per pi ritornare a cercare l’amica in mezzo alla folla.
-Comunque non ho ancora capito come ti chiami-disse una voce gentile:Flora lo guardò sorpresa.
-Io sono Flora- disse quasi sospirando:lo scudiero del Principe strinse con carica la sua mano e le sorrise.
-Allora visto che entrambi abbiamo perso i nostri amici che ne dici di andare a mangiare qualcosa o di andare a ballare?-disse,ma la ragazza continuò a stare in silenzio
-Giuro che ho solo buone intenzioni-continuò il biondo ridendo e a quella risata Flora decise d'accettare l’invito del ragazzo


   
 
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