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Autore: loliraffy94    26/11/2017    3 recensioni
Will: Tu ti sei consegnato perché potessi sapere sempre dov'eri. L'avresti fatto solo se ti avessi respinto. Addio.
Hannibal: Will, è stato bello rivedermi?
Will: Bello? No.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Un po' tutti, Will Graham
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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"Il sonno della ragione genera mostri"

Francisco Goya

 

 

NOTA AUTORE: Questo capitolo è stato ispirato dalla canzone di Ruelle “Monsters” ed è in collaborazione con Lu B. E' bravissima! Seguitela mi raccomando! Spero che vi piaccia!


 

 

 

--PRESENTE--

Praga 2016

Alcuni mesi dopo..

 

 

 

Sono giorni che non sono al massimo. Ho paura che la mia testa ha iniziato a giocarmi strani scherzi.

 

Ma quali strani scherzi? Sappiamo bene tutt'e due (io e la mia mente ovviamente) che la mia testa non è stata mai apposto.

 

Sento il bisogno di vendicarmi.

 

Ne ho assoluto bisogno. In me si è riaccesa la sete di sangue. Io sono così, è la mia natura, nemmeno Will può riuscire a spegnerla.

 

Mi dispiace dover essere così, ma è cosi che sono fatto. L'ha sempre saputo.

 

Dall'altra parte mi dispiace deluderlo, perché so benissimo che lui pensa di avermi cambiato, che forse quel salto dalla scogliera avesse spento la mia sete. Anch'io pensavo fosse così e invece...

 

Il fuoco che ho dentro non si spegnerà mai..

 

Ho promesso ad Alana che l'avrei uccisa.

 

 

--FLASHBACK--

 

-”Stavo cercando di salvare Will da te, ma adesso sei tu l'unico che può salvarlo, promettimi che lo salverai”-

-”Te lo prometto. E io mantengo sempre le mie promesse Alana”-

 

 

--PRESENTE--

Lo sai Alana, sono un uomo di parola. Un uomo che mantiene le promesse.

 

Non è stato difficile acquistare un biglietto di sola andata per Baltimora con la mia nuova identità: Matthew Doherty , un dottore americano trapiantato a Praga con la volontà di realizzare il sogno europeo.

 

11 ore di viaggio e la mia mente è ancora a Praga, da Will, ma il mio corpo è esattamente dove la mia sete di sangue vuole che io sia.

 

E' passato un anno da quella scogliera ma, Alana, so esattamente dove trovarti. Per te non sono nient'altro che un cadavere.

 

Il tuo nido sicuro, dove sei tornata quando pensavi non ci fossero più pericoli, non ti salverà.

 

 

Dall'aeroporto a questo squallido Motel ho sentito il sangue ribollire nelle mie vene, un piacevole formicolio alle mani e l'infrenabile voglia di sentirle attorno alla sua carotide pulsante. La tua stupida vita da prestigiosa psichiatra, si è ridotta ad un misero ruolo da psicologa di periferia. La tua paura ti ha trascinata nell'oblio.

La tua paura sono io.

Questo cadavere ti ha ricoperta d'oro ed ora ti toglierà tutto fino all'ultima gioia, fino all'ultima sofferenza.

 

Lo vedo, vedo il mio nome scritto sulla tua agenda.

Matthew Doherty, il nuovo paziente delle 13:00.

Tredici, il numero della morte.

 

12.58

Quest'ultimo anno ha scalfito tanto di me, smussato tanti angoli spigolosi ma l'ossessione di esercitare il controllo e la precisione, no, quella non è proprio cambiata.

Davanti la sua porta mi ritrovo ad ammettere che, tutto sommato, la struttura del suo studio non è banale come la sua persona.

Mi aspetta, sono il suo appuntamento, il suo nuovo paziente delle 13.00.

E sono qui, mentre sento l'adrenalina salire e una controllata calma.

 

La sento mentre con passi lenti apre la porta. Non può riconoscermi.

I miei capelli sono brizzolati, ho fatto crescere la mia barba, non sono stato mai un uomo che porta barba. Ho comprato un paio di occhiali da vista di quelli alla buona. E soprattutto non porto il mio classico completo né la tuta di acetato.

 

La ucciderò in modo pulito, forse.

 

-”Salve Sig. Doherty, la prego si accomodi”-

 

Entro lentamente nella stanza, tutto in legno classico, non sembra quasi uno studio di periferia, ma d'altronde è la moglie di Margot Verger. Nell'aria c'è odore di incenso bruciato.

 

Oh Alana, i tuoi gusti così assurdi.

 

Alana non è cambiata di una virgola, figura quasi snella, completo con giacca, sicuramente preso da quale atelier di classe, rossetto rosso, capelli legati, sempre così neri e i suoi occhi blu.

 

Blu. Will.

 

La mia mente va da lui, ma solo per un attimo. Pensiamo a cosa c'è da fare ora.

 

-”Salve, sono Matthew Doherty, la ringrazio di avermi ricevuto con così poco preavviso”-

 

Mi giro ancora intorno, vado verso la sua libreria, ha tutti libri di psicologia. Ricorda quasi il mio vecchio studio.

 

Non immagina minimamente quello che sta per accadere, non sta pensando che oggi è stato l'ultimo giorno in cui ha visto sua moglie e suo figlio. Non può sapere che la persona che gli sta davanti è il cadavere che tutte le notti la perseguita nei suoi incubi.

 

La tua paura più profonda, è qui davanti a te Alana.

 

-”Si sieda la prego”-

-”Grazie”-

 

Continua a guardarmi in modo strano.

 

-”Ha un viso familiare, ma non riesco a collegare dove l'ho vista”-

 

Ci sto girando troppo intorno, devo agire.

 

Aspetto qualche minuto. E' quasi snervante il suo tono, cosi pacato e professionale.

 

Mia carissima Alana, ricordati che sono stato io il tuo mentore, tutto quello che sai, è solo grazie a me.

 

-”Sono da poco arrivato da Praga, non credo di averla mai vista, ricorderei un viso così bello”-

 

Lei arrossisce. E' sempre stata debole ai complimenti.

Sto usando un accento ceco. Non credo che così mi becchi subito. Voglio lasciare un po di suspance. Voglio un po' di brivido prima.

 

-”Praga è bellissima vero? Spero di riuscire a visitarla un giorno con mia moglie e mio figlio. Prendo la cartellina e iniziamo la seduta va bene?”-

 

-”Non mi ha mai conosciuto o non vuole ricordare di avermi conosciuto?”-

 

Sente la mia voce, quella di cui lei ha paura e che la perseguita. Il mio accento americano.

 

Si gira di scatto, sta tremando , ha capito perfettamente chi sono.

-”Hannibal?”-

 

Gli trema la voce, povera piccola. Tra poco non avrai nemmeno più tempo di urlare.

 

-”Si Alana.”-

 

-”Pensavo fossi morto. La scogliera.”-

 

Fa un respiro profondo.

 

-”Will?”-

 

-”Will non è affar tuo.”-

 

Cerca di scappare, inizia a correre per il suo piccolo, insignificante studio. Non puoi sfuggirmi. Tu sarai mia.

 

 

Inizia a lanciarmi addosso, qualsiasi cosa che trova. Libri, fogli, penne.

 

Come se queste cose potessero fermare un mostro assetato di sangue.

 

Oh mia dolce, stupida e ingenua Alana.

 

Si lancia contro la scrivania e apre il cassetto, estrae una pistola.

 

Inizia a sparare colpi a caso e in pochi secondi finisce i proiettili.

 

Ora si che inizio a divertirmi.

 

Riesco ad afferrale il braccio, glielo giro e le rompo il polso.

 

Urla e io immediatamente le attappo la bocca.

 

Ecco, ora stai anche zitta oltre che ferma.

 

-”Alana lo sai, io mantengo sempre le mie promesse”-

 

Inizio a stringere le mie mani sulla sua carotide, la sensazione che provavo l'altro giorno è tornata, le mie mani formicolano, stringo sempre più forte, si dimena, cerca di graffiarmi, ma non ce la fa.

 

L'ultima cosa che vedrà sarà il mio viso, l'uomo che convinta fosse morto, il suo incubo.

 

 

Si renderà conto che è diventato realtà.

 

Vedo la sua vita spegnersi lentamente, il suo viso arrossato, le lacrime che gli scendono e gli occhi farsi sempre più vitrei.

 

Alana, sei stata un ottima donna. Una madre e una moglie. Ma avevamo un patto.

 

 

Finisce di dimenarsi e il suo battito cessa di esistere.

 

Il suo corpo ha gli ultimi spasmi.

 

Non mi sentivo così vivo da tantissimo tempo. La mia vendetta si sta compiendo.

 

Tutti pagheranno.

 

Devo portare un dono a Will. E' anche grazie a lui che sono qui.

 

Prendo nella mia borsa la tuta di acetato.

 

 

 

--QUALCHE SETTIMANA PRIMA--

 

Sono nel letto con Will, lui dorme abbracciato a me. Da giorni sento la mia voglia di vendetta salire. Non posso più rimandare.

 

Mi alzo dal letto.

 

Sto preparando il caffè e Will arriva in cucina e mi bacia, poi si siede a tavola.

 

Senza giri di parole

 

-”Devo uccidere Alana, devo mantenere la promessa”-

 

Lui alza la faccia dal giornale.

 

-”Perché?”-

 

-”Perché è una promessa. E io mantengo le promesse. Abbiamo fatto un patto tempo fa. Devo vendicarmi, ne ho bisogno, il sangue mi ribolle nelle vene. Ormai sono tutti certi che siamo morti, non si aspetterà di certo che io vada a bussare alla sua porta”.-

 

-”Come farai ad arrivare a Baltimora?”-

 

-”Ho documenti falsi e abbastanza soldi. Non mi riconosceranno”-

 

-”Come fai ad esserne certo?”-

-”Lo so e basta. Ti fidi di me?”-

-”Io mi preoccupo per te.”-

-”Non dovresti. Tornerò, te lo prometto”-

-”Andrai da solo?”-

-”Si Will, è una promessa che ho fatto io. Tu non c'entri.”-

-”Per ora.”-

 

Vado a preparare i bagagli. Mi sono procurato i documenti, e ho preso già il biglietto.

Saluto Will con un bacio.

 

-”Ci vediamo tra qualche giorno. Aspettami, mi raccomando”-

-”Dove altro dovrei andare? Ti aspetto.”-

-”Ciao Will.”-

-”Ciao Hannibal. Ah, salutami Alana”- ridendo.

 

--PRESENTE--

Sono già in volo per tornare a Praga, altre 11 ore di volo e potrò portare il mio dono a Will. Purtroppo non ho potuto salutare Alana da parte di Will, ma fa niente. La mia sete di sangue è ancora viva, è diminuita ma c'è ancora. Ma la prossima volta non sarò da solo. Ci sarà Will con me.

 

Sono appena sbarcato ed è lì che mi aspetta, con la macchina e torniamo a casa.

 

-”Come è andata?”-

-”Bene, Alana era proprio “felice”. Non è cambiata di una virgola.”-

 

Arriviamo a casa. Corro a farmi una doccia.

 

Sento musica classica, Bach.

 

Vado in cucina e prendo il mio dono.

 

-”Ti ho portato un dono Will”-

-”Ah.. Non vedo l'ora di scoprire cos'è”-

-”Cucino io stasera”-

-”Come sempre del resto”-

 

Adoro cucinare, e preparare banchetti, anche dopo un'omicidio.

 

Ho messo una tovaglia rossa, in onore di Alana.

 

Vino rosso.

 

-”Fegato al balsamico”-

-”Sembra squisito”-

 

Inizio a tagliare lentamente la carne, è piacevole dopo tanta fatica riuscire a gustarsi il frutto della tua caccia.

 

Will sta masticando lentamente e si lecca le labbra sorridendo:

 

-”Ha proprio un buon sapore Alana”

   
 
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