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Autore: PrincessMiyu    28/11/2017    3 recensioni
Un incontro dettato dalla totale casualità, lascerà in Kagome ed Inuyasha un segno indelebile.
Due ragazzi dal carattere diverso, ma accomunati dalla grande passione per i film d’autore, che li porterà a scoprire che in comune non hanno solamente l’amore per le opere cinematografiche.
Un amore cercato, bramato, a tratti non corrisposto e anche sofferto, sono gli elementi perfetti di una storia d’amore meravigliosa che può essere migliore di qualsiasi film.
È davvero possibile che una pioggia di petali di ciliegio, possa far capovolgere completamente i mondi di due persone?
Ecco a voi la long di “At the beginning with you”!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17: Un triste addio (1° parte)
 
 
Pov Kagome
 
Alla fine mi sono fatta convincere a prendere questo caffè con Hojo. Non è che abbia tutta questa gran voglia, specialmente dopo la sera di Natale.
Comunque per evitare che questo appuntamento durasse più del previsto, ho chiesto a Sango di telefonarmi e inventarsi una scusa. Lo so che non è molto educato, ma davvero non riesco a fare finta di niente. Potrei anche dargli un’occasione, ma già dalle prime mosse che ha fatto, le possibilità se l’è bruciate tutte.
Abbiamo appuntamento vicino alla stazione per andare in una caffetteria che conosce lui.
Spero almeno che il caffè sia buono!
Mi avvio verso il punto d’incontro stabilito e noto che è già lì che aspetta.
Oh mamma! Si nota la differenza di quando esco con qualsiasi altro ragazzo e di quando invece esco con Inuyasha. Perché sono così patetica?
Basta Kagome! Oggi per te Inuyasha non esiste!
 
- Ciao Kagome! –
- Ciao Hojo! – saluto con sorriso parecchio forzato.
- Non avevamo detto che potevamo chiamarci per nome? Non chiamarmi “Hojo” mi fai sentire a disagio. –
- Hai ragione, Akitoki. –
- Ecco! Così va molto meglio. – mi sorride tutto soddisfatto. – Vogliamo andare? – annuisco e ci avviamo.
Per tutto il tragitto non fa altro che parlare solo lui e di come, dove, quando e perché è cresciuto. Se voleva attirare la mia attenzione, sta sbagliando proprio tutto. Non so chi mi stia dando la forza di non sbadigliare.
Prego affinché non manchi molto e, per fortuna, Akitoki indica la caffetteria. Qualcuno lassù ogni tanto mi ascolta!
Mentre siamo seduti al tavolo cerchiamo di intavolare una discussione alla quale possa partecipare anch’io.
- Sono felicissimo che abbia accettato di uscire con me. –
- Akitoki è solo un caffè, non è di certo un appuntamento. – rispondo inacidita.
- Ah beh… sì hai ragione, ma non c’è bisogno che lo specifichi con quel tono. Se non ti andava potevi rifiutare, come hai sempre fatto. –
Che faccia tosta!
- Ma se ho rifiutato mille volte e altre tante mille hai insistito. –
- Ammetto che non mi piacciono molto i “no” come risposta. E comunque insistere alla fine ha funzionato, no? –
- Sei proprio un tipo strano, eh? – sorrido leggermente divertita.
Nel frattempo arrivano i caffè che avevamo ordinato. Beh, almeno su questo aveva ragione: il caffè non è per niente male. Intanto che bevo, mi volto verso la finestra sospirando e vedo che si sta annuvolando parecchio, e come al solito il mio pensiero torna nuovamente ad Inuyasha. Chissà cosa starà facendo.
- Diavolo! Vuoi uscire dalla mia testa? – impreco tra me e me. E questo mio strano atteggiamento non rimane del tutto indifferente agli occhi di Hojo.
- Non ti piace proprio la mia compagnia, vero? –
- Non sei tu il problema, ma sono io. Anzi, ti voglio chiedere scusa per come ti ho risposto prima, però sono io a non essere di compagnia. –
- Spero almeno che lui meriti quei sospiri. –
- Si vede così tanto? –
- Solo un cieco non vedrebbe che sei innamorata. – mette le braccia dietro alla nuca e si sdraia ancora di più sullo schienale. – Ah! Quanto lo invidio. È fortunato! – mi adula facendomi l’occhiolino.
- Penso che tu abbia capito che le lusinghe non attaccano con me. –
- Ho recepito il messaggio, tranquilla. Sto solo dicendo la verità. –
Che tipo!
- Se lo dici tu. – ci mettiamo entrambi a ridere. Mah, forse riusciamo ad instaurare un rapporto normale senza che debba mettere i paletti. Ad un tratto sento il cellulare squillare ed è Sango.
Ah già! Lei doveva togliermi dai guai.
- Scusami devo rispondere. – informo Hojo e lui mi fa cenno che non c’è problema. - Pronto, Sango? Guarda che per quella questione puoi stare tranq… - non faccio in tempo a continuare che sento la voce tremante della mia amica che mi interrompe.
- No Kagome è una cosa seria. Devi assolutamente raggiungerci a casa nostra.
- Mi stai spaventando. Che cosa è successo? –
Dopo qualche istante di silenzio, Sango decide di rispondere.
- È morta la nonna di Inuyasha. –
Sono del tutto pietrificata, non riesco ad emettere nessun tipo di suono e mi rendo conto che con questa mia espressione faccio preoccupare anche Hojo.
- Kagome, ti prego vieni qua.
- Arrivo. – dico con un filo di voce e metto giù rimanendo a fissare il vuoto.
Hojo continua a scuotermi per riportarmi alla realtà, ma non riesco ancora a credere a quello che ho appena sentito. E Inuyasha? Sarà con loro? Come starà? Devo assolutamente raggiungere gli altri.
- Akitoki, puoi fare una cosa per me? –
- Certo. –
- Se sei in macchina, puoi accompagnarmi? –
- Sì andiamo. –
 
Arrivo nell’appartamento di Sango e Miroku, appena busso alla porta ad aprirmi è la mia amica con una faccia molto abbattuta. Vanamente cerco di capire se c’è Inuyasha, ma non si trova qui, e noto Miroku che parla al telefono molto agitato e accanto a lui c’è Rin.
- Dove diavolo si sarà cacciato? – urla Miroku appena chiude la telefonata.
- Miroku non urlare che svegli Kotomi. Ha pianto così tanto che è crollata. – avvisa Rin e vedo che c’è la bambina che dorme sul divano.
Entrambi si accorgono della mia presenza e si avvicinano con sguardo quasi speranzoso.
- Kagome, ti prego dimmi che hai sentito Inuyasha. – mi supplica Rin.
Per un momento mi sento mancare l’aria.
- Non sapete dov’è? – domando terrorizzata.
- Abbiamo provato a chiamarlo, ma ha il cellulare staccato. Prima di uscire a cercarlo aspettavamo te, speravamo che almeno tu sapessi che fine avesse fatto. –
- Avete provato a chiedere a Kikyo? – chiedo con molta amarezza.
- Tsk! Figurati se quella strega sa qualcosa. Glielo abbiamo chiesto, ma non ha saputo dirci nulla. C’ha solo detto che ha lasciato tutta la sua roba ed è scappato senza prendere la macchina. – risponde stizzito Miroku.
- Dai facciamo mente locale. Dove può essere andato? Sta per mettersi a piovere e fuori si gela, scommetto per quanto è zuccone non avrà nulla con cui coprirsi. – spiega preoccupata Rin.
- Non c’è nessun posto dove andrebbe? – chiede Sango con naturalezza.
A quest’ultima frase ripenso al giorno del mio compleanno.
 
 
 
- Hakone? Siamo a Kanagawa? –
 
- Già! È qui che ho passato gran parte della mia infanzia. È uno dei posti a cui sono maggiormente legato, insieme ad un parchetto sconosciuto che si trova vicino al cinema dove ho visto il mio primo film con mia nonna. Sono gli unici due posti dove mi sento bene, ci vengo quando voglio rilassarmi o quando ho voglia di restare da solo a pensare.  –
 
 
 
 
- Sango! – chiamo la mia amica per attirare la sua attenzione – Mi presti la macchina? –
- Certo, ma dove vuoi andare? –
- Forse so dov’è Inuyasha. –
- Ti accompagno. – scatta subito Miroku.
- Vorrei andare sola, se non è un problema. –
- Sei sicura? – chiede preoccupa Sango.
- Non c’è tempo per quello. Non riesco ad immaginare come possa sentirsi Inuyasha in questo momento. Meglio non andare tutti insieme, potrebbe sentirsi soffocare. –
Tutti si guardano straniti finché Sango non mi porge le chiavi della sua macchina e un paio di ombrelli.
Sorrido solamente e mi precipito verso l’uscita.
- Torna con lui, ti prego. – mi supplica Miroku.
 
Mi dirigo verso il parco di cui mi parlò Inuyasha a tutto gas, spero di trovarlo sul serio lì, altrimenti è un grosso problema. Non può essere andato ad Hakone visto che non ha preso la macchina.
Accipicchia! Sta piovendo a secchiate!
Mentre guido ripenso alle parole della signora Kaede quando la incontrai mesi fa, non credevo possibile che questo giorno sarebbe arrivato così presto. Come posso aiutarlo? L’unica cosa che posso fare è stargli vicino.
Giunta a destinazione parcheggio e mi avvicino al parco. Grazie al cielo, è qui!
È proprio lì, seduto su una panchina con la testa bassa non curante della pioggia. È completamente fradicio! Da lontano riesco a vedere la sua sofferenza. Povero amore mio, quanto vorrei prendermi il tuo dolore per darti almeno un po’ di sollievo.
Faccio un lungo respiro e mi avvicino a lui lentamente. Non fa caso che mi sono avvicinata e così decido di ripararlo dalla pioggia con l’ombrello.
- Guarda che così ti ammalerai. –
Solleva la testa per guardarmi e rimango pietrificata dal suo sguardo che credo non dimenticherò mai più.
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Sono scappato da casa di Kikyo perché mi sentivo soffocare. Le parole di mio fratello mi rimbombano nella testa senza smettere. Non posso credere che mia nonna se ne sia andata… non voglio crederci.
Scappo come un pazzo senza sapere dove andare, ma poi mi rendo conto che c’è solo un posto dove posso andare. Così mi dirigo verso il mio parchetto segreto.
Per fortuna non c’è nessuno così mi accascio sulla panchina con il fiatone per via della corsa. Spengo il telefono perché non ho voglia di stare a sentire cavolate come “Mi dispiace”, “Condoglianze”, “Era una brava donna” che questa è la volta buona che mando tutti a quel paese.
Guardo verso l’asfalto e mi accorgo che inizia a piovere, prima debolmente e poi fortissimo, ma non riesco a sentire niente né il bagnato né il freddo.
Possibile che sia diventato apatico? Da quando ho iniziato ad esserlo? Non riesco a capire cosa provo, so solo che non riesco a fare nulla e i miei pensieri sono tutti proiettati al fatto che la nonna sia morta; ricordare un momento felice sta risultando la cosa più difficile del mondo. Perché è così difficile?
È come se fosse andata una parte di me.
- Guarda che così ti ammalerai. – sento ad un tratto quella voce che riconoscerei tra mille altre.
Sollevo lo sguardo e la vedo bella come sempre che mi porge l’ombrello. Anche se per come sono zuppo ora, è inutile.
- Come mi hai trovato? –
- Quello laggiù non è il cinema dove vedesti il tuo primo film con tua nonna? – sorride indicando il cinema facendomi voltare verso al sua direzione e annuisco.
Se n’è ricordata! Non avrei mai creduto che sarebbe riuscita a trovarmi. E come un lampo mi torna in mente quando venni qui con mia nonna a vedere “Pioggia di ricordi”.
Certo che il destino è proprio bizzarro a volte, ma almeno sono riuscito a sbloccarmi un po’.
- Ti stanno cercando tutti. Sono in pensiero per te. –
- Avevo bisogno di stare solo. –
- Lo so ed è giusto che sia così, ma non puoi restare qui al freddo e al gelo. Rischi davvero di prenderti un accidenti. –
- Per quel che me ne importa. –
- Inuyasha non fare il testone, lo sai che non puoi proprio permettertelo. Pensa ai tuoi genitori, a tuo fratello e a Kanade, credi di essere l’unico che sta soffrendo? Devi essere forte anche per loro perché dovete sostenervi a vicenda. –
- Come faccio ad essere di sostegno ai miei se non riesco nemmeno a sostenermi da solo. –
- Ma tu non sei solo. Ci sono Miroku, Sango, Rin, Kikyo, … io. – mi rassicura con estrema dolcezza e pensare che lei è qui per me, mi rende immensamente felice.
Per un momento agisco senza ragionare e prendo Kagome con determinazione e l’abbraccio. Rimango seduto mentre lei resta in piedi, infatti le mie braccia l’avvolgono in vita e la testa è praticamente appoggiata al suo petto. Noto che questo mio gesto fa sì che lei perda la presa dall’ombrello facendolo cadere, però non si muove dal suo posto e dopo un po’ ricambia l’abbraccio avvolgendomi completamente la testa.
Non so per quanto tempo rimaniamo così a prenderci tutta l’acqua possibile, ma mi sento come se fossi al sicuro e così mi lascio completamente andare e inizio a piangere stringendola ancora di più.
Non ho mai pianto sulla spalla di nessuno, ma sentire il suo calore è stato come se mi invitasse a buttare tutto fuori, farlo è stata la cosa più naturale del mondo.
- Andrà tutto bene, Inu. Lo so che può sembrare difficile, ma devi darti il tempo di metabolizzare e raccogliere tutti i momenti meravigliosi che avete passato insieme; quando riuscirai a farlo non ti ricorderai solo che tua nonna ti ha lasciato, ma riuscirai a sopportarlo e questo ricordo non ti farà più male. – mi rincuora continuando a tenermi tra le sue braccia e accarezzandomi.
Si stacca dolcemente e mi sorride.
- Ma ora è meglio che entriamo in macchina, che mi sono inzuppata pure io ora. – mi tende la mano per incitarmi a seguirla – Andiamo a casa di Miroku, che sono in pena per te. – detto questo l’afferro e ci dirigiamo in macchina.
 
Arrivati a casa dei nostri amici vengo praticamente assaltato da Miroku, Rin e Kotomi.
- Zio! – urla Kotomi appena mi vede.
- Razza di stupido, ma che fine avevi fatto? –
- Scusate ragazzi se vi ho fatto preoccupare, ma avevo bisogno di stare da solo. –
- Lo capisco Inuyasha, ma non puoi sparire così. Sesshomaru ha fatto il diavolo a quattro per trovarti e così facendo hai fatto stare in pensiero anche i tuoi genitori, che in questo momento non ne hanno proprio bisogno. – mi bacchetta la mia amica d’infanzia.
- Hai ragione, non mi sono comportato bene. Ora torno a casa. –
- Non puoi andare in queste condizioni. Vai a farti una doccia calda che nel frattempo ti preparo dei vestiti di Miroku e degli asciugamani. – mi costringe Sango in modo tale da non poter rifiutare.
Così mi dirigo in bagno senza avere molta scelta, ma sicuramente farmi una doccia calda mi farà rilassare un po’.
- Grazie mille. -
Sono degli amici meravigliosi.
Mentre sono sotto l’acqua penso al mio comportamento infantile. Ho fatto preoccupare tutti pensando solo alla mia sofferenza.
Cosa avrei fatto se non fosse arrivata Kagome? Come solito ha la capacità di sopirmi l’anima. Ormai ho capito che senza di lei non posso stare e credo che l’idea che mi era balenata in testa di andare a vivere con Kikyo sia del tutto esclusa. Ora come ora, non sento la necessità di aver al mio fianco Kikyo, non vorrei nessun altro se non Kagome.
Penso che sia giunto il momento di iniziare a cambiare molte cose e di prenderne in considerazione altre… incominciando proprio dalla mia fidanzata.
 
 
Pov Kagome
 
Meno male, adesso con una bella doccia si sentirà subito meglio. Sango mi porge un asciugamano per asciugare i capelli completamente zuppi.
- Kagome, grazie. – si avvicina a me Rin.
- Ma come mai anche tu, come zio, sei fradicia? – chiede Kotomi.
- Beh… ecco... io…. – non riesco proprio a rispondere.
- Avrà dimenticato l’ombrello, Mi-chan. – mi salva Sango rispondendo a Kotomi, per poi rivolgersi a me - Comunque appena Inuyasha esce dal bagno ti infili pure tu e niente storie. – prosegue bacchettando pure me come con lui.
- Kotomi perché non vai in camera di Sango e Miroku a vedere la tv? Parlo un po’ con loro e poi torniamo da papà insieme allo zio. –
Kotomi senza dire una parola obbedisce e va in camera.
- Mi spiegate come sono andate le cose? – domando.
- Nonna Kaede se n’è semplicemente andata, durante la notte mentre dormiva. Kanade è andata per svegliarla e non ha risposto. – mi spiega tristemente Rin – Maru ha chiamato Inuyasha per dirgli di raggiungerlo a casa e mi ha detto che sembrava molto nervoso. Dopo aver appreso la notizia ha praticamente emesso solo un mugugno e ha messo giù. – prosegue infine.
- Poi Rin ha telefonato per metterci al corrente della situazione e per sapere se Inuyasha fosse passato di qui. Così Miroku non riuscendo a rintracciarlo è scappato a casa di Kikyo sperando di trovarlo lì. – aggiunge Sango.
- E non vi ha saputo dire nulla. – suppongo.
- Meno male che sei riuscita a trovarlo tu. Non sapevo dove sbattere la testa. Posso chiederti come e dove l’hai trovato? – interviene Miroku.
- Nell’unico posto dove avrei potuto trovarlo. Il luogo dove ha visto il suo primo film insieme a Kaede. –
- Come stai tu invece? – chiede in pensiero Sango.
- La verità? Un po’ frastornata, nemmeno io ho ancora appreso appieno la notizia, però non volevo farlo notare ad Inuyasha. -
- Davvero Kagome grazie. Ora che termina di farsi la doccia ci muoviamo per andare verso Hakone. Io andrò insieme ad Inuyasha, Rin e Kotomi. –
- Certo, noi vi raggiungeremo più tardi. Per qualsiasi cosa, fateci sapere. – continua Sango.
- E Kikyo? L’avete almeno avvisata che Inuyasha è tornato? – domando e a queste parole mi guardano straniti per l’assurdità della cosa.
Sango n’è al corrente, ma Rin e Miroku non sanno quanto mi costano queste parole.
L’esitazione a rispondere sta durando un po’ troppo.
- Capisco che non sia un amore di ragazza, ma è pur sempre la fidanzata di Inuyasha e non mi sembra il caso di fare questo genere di discussioni proprio ora. – sbotto all’improvviso.
Questa è peggio di una violenza fisica, però è anche vero che non è il caso di pensare ai miei problemi di cuore.
- Hai ragione Kagome. Prima di andare verso Kanagawa vedrò di prendere anche lei. Così recuperiamo anche la macchina di Inuyasha. –
Dopo un po’ lo vediamo arrivare e pare si sia leggermente ripreso… almeno fisicamente.
- Amico sei pronto ad andare? – domanda Miroku avendo come risposta solo un cenno di “sì” col capo.
- Vado a preparare Mi-chan. – avvisa Rin dirigendosi verso la camera.
Prima di uscire vedo Inuyasha che mi afferra per mano e non accenna a parlare, anche se i suoi occhi mi vorrebbero dire mille cose.
- Ci vediamo più tardi, tranquillo. - lo rassicuro e poi faccio quello che non avrei mai dovuto fare: dargli un bacio sulla guancia. Lo vedo quasi spaesato, così continuo a parlare - Ora vai, che dovete passare anche da Kikyo. –
- Già! Non ti ho ancora detto grazie. – risponde come se fosse intontito.
- Avanzano. – sorrido.
- A dopo. –
Usciti dall’appartamento, su ordine di Sango vado a buttarmi anch’io sotto la doccia.
Accidenti che situazione!
 
Arriviamo a casa di nonna Kaede ed è stracolma di gente, tra queste vedo tutti i ragazzi che lavorano con Inuyasha, avranno sicuramente chiuso l’azienda per il lutto.
Dopo aver firmato il registro e lasciato la busta, mi guardo ancora intorno per trovare Inui e Izayoi, quando incrocio lo sguardo di Kanade che parla con alcune persone, così decido di avvicinarmi a lei.
- Kanade! –
- Oh Kagome! Grazie per essere venuta. – mi abbraccia calorosamente.
- Ci mancherebbe. – sciolgo l’abbraccio – Lo so che è una domanda stupida, ma come va? –
- È tutto così strano. Conoscevo la signora Kaede da quando ho iniziato a lavorare per la famiglia No Taisho e sapere che se n’è andata mi fa salire uno sconforto incredibile. Per me era come una sorella maggiore anche se avevamo molti anni di differenza. –
- Era una donna che si faceva volere bene. Non mi sorprende che tu abbia instaurato questo rapporto con lei. Purtroppo non ho avuto molte occasioni per conoscerla meglio, ma ho legato con lei sin da subito e mi sento anch’io come se avessi perso una persona molto cara. –
- Anche tu le piacevi molto. Quando ci incontrammo l’ultima volta non hai idea di quanto fosse felice per essere stata con te. –
- Lo sono stata anch’io. –
- Se vuoi salutare i signori No Taisho sono in camera da letto con Sesshomaru e Inuyasha. Vai da loro, sono sicura che apprezzeranno. –
- Vado subito. Grazie Kanade. –
Mi ritrovo all’entrata della camera della nonna e dentro ci sono tutti i No Taisho al completo insieme ad altre persone, a me sconosciute, e poi con mio immenso rammarico c’è Kikyo sotto braccio ad Inuyasha, ma non sta minimante supportando il ragazzo, sta con lo sguardo annoiato che guarda il cellulare. Come si può essere così menefreghiste in un momento come questo?
Non faccio in tempo ad entrare che Inuyasha mi nota e si avvicina di scatto a me, lasciando Kikyo un po’ interdetta. Usciamo così dalla stanza per poter parlare tranquillamente.
- Sei arrivata! –
- Ti avevo detto che sarei venuta. Come ti senti ora? –
- Tengo duro. –
- Bravo ragazzo. –
Nemmeno il tempo di fare due chiacchiere che arriva anche Kikyo. Il suo sguardo non mi dice nulla di buono!
- Kagome cara! Grazie per essere venuta in questo giorno così triste. – dice con fintissima gentilezza prendendo di prepotenza il braccio di Inuyasha.
“Kagome cara”? Per fortuna che anche lui rimane stranito dall’atteggiamento della sua fidanzata, allora non sono io la pazza!
- Ciao Kikyo, non potevo mancare. Anche a me la signora Kaede era molto cara e per portare i miei rispetti ai genitori di Inuyasha. -
- Posso immaginare che abbiate legato molto in Germania. – insinua con tono pungente proprio per farmi capire che la faccenda è ancora aperta. Vedo Inuyasha non molto a suo agio (come me del resto) ma devo assolutamente uscirmene.
- Sono delle brave persone e meritano il mio rispetto. – cerco di alleggerire la tensione con scarso successo.
Poco dopo, arriva un uomo che bisbiglia qualcosa ad Inuyasha e così dopo essersi scusato si allontana. Rimango così, sola con Kikyo per la prima volta in nove mesi.
- Kikyo vado a fare le mie condoglianze ai genitori di Inuyasha e vorrei accendere l’incenso. – provo ad allontanarmi, ma lei non mi dà modo di farlo.
- Aspetta! Vorrei parlarti un attimo… da sola. – mi informa come quasi mi stesse obbligando a seguirla.
Anche se con malavoglia, annuisco e decido di seguirla in giardino.
- Che mi vuoi dire? –
- Non ti arrendi mai, vero? –
- Di cosa stai parlando? – chiedo con molta noia.
- Del fatto che ti ostini a rubarmi ciò che è mio. –
- Mi spiegheresti cosa ti starei rubando? –
- Non fare finta di niente. Credi che non t’abbia visto il giorno della festa aziendale mentre vi facevate la foto a civettare con Inuyasha? Lo so che lo vuoi, ma puoi anche rassegnarti, che è tutto inutile. Puoi anche smetterla di fare l’amica premurosa e affettuosa, tanto per lui non sei niente. Appena si stancherà di averti tra i piedi sarai solo un vano ricordo. –
- Hai finito con questa scenata chic anni ‘80? Inuyasha non è un giocattolo e poi non sto facendo proprio niente. Riguardo a quella sera, non stavo civettando era solo una foto. Perché invece di pensare a me, non pensi a stare accanto al tuo ragazzo che ha bisogno di te? –
- Lo sopporto già tutti i giorni, se aspetta cinque minuti non è un problema. –
Stronza! Con che cuore dice queste cose? Non si può nemmeno definire cuore di ghiaccio. Questa il cuore non ce l’ha neanche.
- Te lo dico una volta per tutte. Stai alla larga da Inuyasha! E ti assicuro che stavolta non ti toglierò solo il lavoro, ma ti renderò la vita un inferno. –
Rimango paralizzata da quelle parole così cariche di odio e cattiveria. Non posso credere a quello che ho appena sentito. Il sospetto c’era, ma avere la conferma detta così su due piedi non credevo facesse male.
- Allora sei stata davvero tu! Lo sai che potrei denunciarti, vero? –
- Con che accusa? Con quali prove? Poi fai quel che ti pare, tanto non vincerai mai. Sei solo un minuscolo pesciolino che posso manipolare come tutti gli altri. –
- Puoi dirmi quello vuoi, non mi tange minimamente. La cosa più triste è che hai sprecato il tuo tempo in macchinazioni contro di me, piuttosto che goderti il ritorno del tuo ragazzo che non vedevi da tre anni e renderti conto di quanto tu sia fortunata. Inuyasha ti ama, potevi proprio risparmiartelo. – l’accuso anche se ogni mia singola parola era più dolorosa di una pugnalata.
- Si vede che non hai proprio capito nulla. Non è l’amore di Inuyasha che mi manca, perché solo un sempliciotto come lui poteva essere disposto a fare tre anni di relazione a distanza senza battere ciglio. Con lo “sprecare il mio tempo” volevo solamente farti capire che non potrai mai competere con una come me. Non faccio toccare a nessuno ciò che è mio. –
- Forse stai parlando un po’ troppo. Sai che potrei dirgli tutto? –
- Sono più che sicura che non lo farai invece. Lo sai che ti faresti solo odiare e poi proprio oggi vuoi fare questa scenata? Ad un funerale non è molto carino. –
- Non puoi continuare a raccontargli balle a vita. Lui non è uno stupido, non si farà manipolare da te. –
- L’ho fatto finora, perciò non vedo quale sia il problema. – rivela guardandomi con sorriso vittorioso e, odio ammetterlo, ma è così. Mi sento completamente svuotata – Quindi ti consiglio di sparire dalla sua vita il più in fretta e silenziosamente possibile. Ti concedo di venire domani al funerale solo perché sono di animo nobile, ma dopo ti voglio fuori dai piedi. Ricordati che non mi piace ripetere le cose, perciò non fare in modo che accada. -
- Guarda che con me le minacce non attaccano. Se provi a toccarmi io ti divoro, non sono un docile agnellino. – l’affronto con sicurezza.
- A te non farò proprio nulla, ma sarà Inuyasha a pagare per la tua ostinazione. – mi avvisa con cattiveria. A questa frase rimango immobile come se mi avessero appena freddato, però cerco di reagire.
- Che avresti intenzione di fare? Non crederai mica che mi faccia abbindolare così. –
- Dici di no? Quanto sei ingenua! Ora capisco perché fai così tenerezza ad Inuyasha, il difensore dei creduloni. –
Stronza! Ho una gran voglia di strangolarla con tutta la forza che ho.
- Sai… farti perdere il lavoro era solo un promemoria per ricordarti qual è il tuo posto in questo mondo, però se dovessi vederti di nuovo tra i piedi non mi risparmierò e, come ti ho già detto, sarà Inuyasha a subirne le conseguenze, e ti posso assicurare che sono infinite; basta chiamare le persone giuste. – afferma con un ghigno che non promette nulla di buono.
- Di che diavolo stai parlando? Quali persone? – chiedo seriamente preoccupata.
- Suvvia, sarai anche ingenua, ma non sembri stupida. Non è difficile arrivarci. –
- Non ti credo! Non puoi avere tutto questo potere! – esclamo sconvolta, perché temo di aver capito di chi sta parlando.
- Tu credi? Vuoi mettermi alla prova? Se vuoi incomincio già da adesso, mi basta solo una telefonata. – sostiene, prendendo in mano il cellulare e guardandomi con tono di sfida.
La guardo terrorizzata e tremante. Vuole addirittura mettere in mezzo la mafia per rovinare Inuyasha? Che cosa ha intenzione di fare? È completamente impazzita!
- Non puoi fare sul serio Kikyo! Inuyasha è il tuo ragazzo! –
- Conosci il detto: “in amore e in guerra tutto è lecito”? – sorride maligna, e qui capisco di aver perso una battaglia nemmeno mai iniziata.
Non potrei mai perdonamelo se succedesse qualcosa alla società di Inuyasha, alla sua famiglia o… a lui. No! Non non posso permetterlo!
- Kikyo, ti prego! Se provi un briciolo d’affatto per Inuyasha, non farlo. Te ne prego! – la supplico mandando a quel paese il mio orgoglio.
- Oh, che tenera che sei! – dice con tono sarcastico – Se non mi puzzassi di sfigata ti darei pure una carezzina sulla testa. – si interrompe per tornare di nuovo seria - Te l’ho detto, cara. Dipende solo da te. – mi sfida non distogliendo lo sguardo da me.
Rimango immobile e completamente pietrificata. Non riesco più a dire una parola.
La mia mente è in completo black-out. È davvero capace di arrivare a tanto?
- E fu così che la leonessa si è appena trasformata in un docile agnellino. Ora, sarà meglio che vada dal mio fidanzato che, come hai detto tu, ha bisogno di me. – conclude marcando in maniera netta le parole “fidanzato” e “me”.
Se ne va ancheggiando come se stesse camminando sopra una passerella, ma non si rende conto che siamo ad una veglia? E non mi rendo conto di quanto sia diventata patetica?
Mi sono fatta fregare da una smorfiosa e non solo; non ho avuto la forza di spaccarle la faccia, ho voglia di urlare e di rompere qualsiasi cosa. Come posso allontanarmi da lui così dall’oggi al domani? C’eravamo promessi che non ci saremmo più allontanati! Magari tutto quello che mi ha detto era solo per spaventarmi, ma come posso esserne sicura? Non posso rischiare. Non posso permettere che faccia del male ad Inuyasha. Devo andare via!
Sto rientrando in casa quando mi trovo Rin davanti.
- Kagome, tutto bene? Sei pallida. –
- Sì sarà la pioggia che ho preso. – esito un po’ prima di continuare a parlare – Inuyasha si trova ancora in camera? –
- No. È con suo zio insieme a Sesshomaru. Vuoi che te lo chiami? –
- No no. Faccio le condoglianze ai tuoi suoceri e vado via. –
- Come? Stai andando via? Ma sta per arrivare il sacerdote. -
- Sì, lo so, ma davvero mi sento poco bene. – cerco di trovare una scusa plausibile, ma noto Rin poco convinta.
- Ma non vuoi nemmeno salutarlo? –
- È indaffarato, non voglio distoglierlo. -
- Kagome, ma è successo qualcosa? Con me puoi parlare. –
- No davvero. Ci vediamo domani. –
- Come vuoi. –
Mi faccio schifo come non mai. Ma non posso fare altro!
 
Giunta in camera, vedo Izayoi e Inui che parlano tra di loro.
- Disturbo? –
- Carissima, che bello vederti. – mi abbraccia Izayoi.
- Le mie più sentite condoglianze. – dico rivolgendomi a Inui.
- Ti ringrazio Kagome e anche per aver ritrovato quel testone di mio figlio. Miroku ci ha raccontato. – mi ringrazia Inui.
- Non ho fatto assolutamente niente. L’ho solo riportato a casa. – il mio sguardo si sposta sul corpo senza vita di Kaede e, per fortuna pare abbia un viso molto sereno. – Era una donna formidabile, peccato che non l’ho potuta conoscere meglio. –
- Se n’è andata serena e non ha sofferto. E questo è un grande sollievo. – sospira Inui - Sai le piacevi molto. –
- E lei a me. –
Mi accorgo di essere stata troppo tempo a parlare, sarà meglio che me ne vada prima che ritorni Inuyasha.
- Izayoi, Inui, mi spiace ma devo lasciarvi, non mi sento molto bene. Ci vediamo domani. –
- Ma certo Kagome. Ancora grazie per essere venuta. –
Dopo averli salutati mi precipito all’uscita alla ricerca di Sango.
Appena la trovo le chiedo nuovamente di prestarmi la macchina così da potermene andare. Inizialmente non capisce il perché di questa decisione, ma poi si convince e mi dà le chiavi.
Per un momento intravedo Inuyasha e approfitto della calca per svignarmela senza che se ne accorga.
Salita in macchina mi allontano di qualche metro dalla villa e appena trovo un posto dove posso sostare, mi fermo. Mi sento un peso sul cuore e la testa rimbombare come se fossi dentro ad una campana. Senza poterne fare a meno scoppio in un pianto straziato come non mi era mai capitato in tutta la vita, forse perché questo non è un addio solo a Kaede, ma anche ad Inuyasha.
E questa volta, lo sarà per davvero!
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Ciao a tutti eccomi di nuovo qui con un altro capitolo (o meglio solo la prima parte) >-<
Che dirvi… Kikyo è una grandissima stronza ormai è appurato xD ma stavolta ha superato se stessa. Che succederà ora???
Ormai siamo quasi agli sgoccioli, la fine si avvicina e tante cose ancora da chiarire e scoprire XD
Vi voglio ringraziare come sempre per chi ha letto e recensito… anzi vi chiedo scusa per non aver ancora risposto lo farò al più presto.
Il mio ringraziamento specialissimo xD va, come sempre, a Yasha 26… senza di lei questo capitolo non sarei mai riuscita a finirlo e sarei rimasta dentro un buco nero *^*
Continuo a ringraziarvi con tutto il cuore per l’affetto che mi dimostrate e il sostegno… mi spiace gli aggiornamenti dell’ultimo periodo sono più lenti, ma cercherò di fare il possibile per essere più puntale. :*
Un abbraccio grande a tutti e vi aspetto con la seconda parte de “Un triste addio”
Baci :*
Princess Miyu
 
 
 
 
 
   
 
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