Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: iamnotgoodwithnames    29/11/2017    2 recensioni
"Debby vive d’abbracci.
Alex non sorride mai.
Marine sbaglia, sempre.
Clayton lo accarezza live.
Esmeralda danza nel mondo.
Liam è un viso magnetico.
Theo quando è precipitato all’inferno si è fatto più male di quel che avrebbe mai potuto prevedere."
Frammenti spezzati, caleidoscopici ricordi di memorie annebbiate d'un animo straziato. 
Quel che c'è stato prima dell'inferno, quel che c'è stato dopo, quel che ne deriverà. 
[One Shot collegata alla Long "Moonbeam" - non è strettamente necessario averla letta][Theo!Centric]
 
 
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Nuovo personaggio, Theo Raeken
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Moonbeams Bonds'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I'm (Not) Evil To The Core 


Quando Debby sorride s’intravede la lingua dalla piccola fossetta tra gli incisivi e le pagliuzze dorate negli occhi splendono nel semibuio della stanza ammuffita, fiammelle agitate le coprono le minute spalle e Theo ne conta le lentiggini, immaginando disegni astratti tra la pelle pallida della bambina, è più piccola di lui, di almeno tre anni, si dondolava solitaria nel giardino appassito d’un orfanotrofio quando i Dread Doctors gli ordinarono di portargliela; non fu difficile, gli bastò fingerglisi amico. 

Non morì subito, non le trapiantarono un cuore rubato, le iniettarono endovena un liquido strano e la guardarono dimenarsi, legata alla brandina, finché non svenne, la prima sopravvissuta ad una nuova tipologia d’esperimento; ruggii come un leone spaventato quando si risvegliò e a Theo venne ordinato di sorvegliarla.

Debby parla tanto, ha sette anni ed è curiosa, il mondo l’ha già ferita e non ha più paura di farsi male.

Debby vive d’abbracci che Theo non vorrebbe ed ha il sospetto che la diverta, ride ed è l’unico suono che riecheggia tra le pareti ammuffite.

Debby ruba libri dagli scaffali più alti dei sotterranei, ma vuole che sia Theo a leggergli, prima di dormire, e sogna una libertà che non avrà mai e mondi che non visiterà.

Debby ruba anche sorrisi e Theo la lascia fare, tagliandole le onde di fiamma che le appesantiscono la nuca.

Debby sogna di mostri, uomini crudeli, ricordi passati, si rannicchia tra le braccia di Theo, chiedendogli di  proteggerla; è il suo migliore amico gli ha detto stringendolo.

Debby, quando sorride, è un sole che scotta troppo vicino alle iridi di Theo.

Debby, mentre muore, è una luce che implode tra le iridi di Theo ed il buio che si lascia dietro è un silenzio che ne spezza l’essenza; uno squarcio nell’anima.
 

What I shouldn't do I will (fight)
 

Le iridi grigie di Alex sembrano nuvole candide, sono così belle, ma quando piange a Theo ricordano le tempeste che da bambino detestava.

Forse era il suo compleanno quando i Dread Doctors hanno aperto la cella della chimera, spingendovi senza grazia il gracile corpo d’un ragazzino d’undici anni, la prima volta che lo vide aveva occhi gialli come pepite preziose e puzzava di paura, ma la chimera era già abituata ad ospiti temporanei.

Alex piange, spesso, e Theo non lo sopporta, sono inutili le lacrime, non possono erodere le sbarre della prigione.

Alex non sorride mai, è sempre triste, dice che gli mancano gli amici, i genitori, implora la libertà che non avrà più indietro.

Alex ha una zazzera bionda di ricci disordinati in testa e conosce così tante cose che, a volte, Theo s’incanta ad ascoltarlo parlare per ore di numeri e calcoli.

Alex gli insegna la matematica incidendo nel muro con un cacciavite che Theo ha rubato, un giorno, tra gli attrezzi della prigione abbandonata e lo rimprovera ogni volta che lo intravedere sorridergli distratto.

Alex ha mani calde e dita affusolate e Theo pensa che siano magiche, catturano l’attenzione e scacciano gli incubi, l’ha notato quando si è addormentato stringendogliele piano.

Alex, quando piange, sembra avere nubi in tempesta incastrate tra ciglia umide e Theo ne graffia il petto, ne ferisce la carne, come gli è stato ordinato, e pensa che ha sempre preferito il grigio di soffici nubi di candida innocenza.

Alex, mentre muore, è una bufera che inonda di pioggia persino le iridi di Theo e la quiete che si lascia dietro è un territorio disidratato che implora di riavere nubi in tempesta; un altro squarcio in un’anima già sporca.

 

They Say (I Know) I'm Emotional 
 

Quando canta Marine sembra una sirena melodiosa, cattura e trasforma la realtà, plasmandola in una finzione di pace che rende le giornate meno sole.

I Dottori l’hanno trovata così, che cantava tra le scogliere, deve essergli sembrata un esperimento già riuscito per metà dalla natura e l’hanno rubata, al mare, per rinchiuderla nella stanza della chimera, ma l’hanno deturpata.

Marine porta il nome di quell’elemento che, infondo, le è sempre appartenuto, che si rispecchia nei grandi occhi d’onde che s’agitano spaventate.

Marine ha tredici anni, spuma di biondo platino tra le spalle, sembra argento nel buio del tunnel ammuffito abitato da topi rumorosi.

Marine dice di sentire le onde quando chiude gli occhi, il mare le parla, è vicino, sopra di loro e Theo le crede, ma non le dice che non potrà salvarli.

Marine ha voce di note armoniche e Theo si lascia cullare da melodie mai conosciute, immaginando una luce che non c’è più, dimenticando di essere diventato un mostro che striscia nel buio.

Marine sbaglia, sempre, ha denti taglienti e lingua ruvida, parla troppo e prima o poi i Dottori la puniranno, ma Theo non riesce ad impedirle di scappare ogni notte per poi tornare sempre più fragile.

Marine, quando canta, dipinge mondi che Theo non ha mai conosciuto ed una realtà che non vivrà mai, è una punizione insopportabile.

Marine, mentre muore, è una melodia disarmonica, di note strazianti che riecheggiano tra i timpani sensibili di Theo, che ne stringe la trachea, soffocandone le corde vocali, come gli è stato imposto, e ciò che si lascia dietro è  una condanna impagabile; un altro taglio in un anima succube.

 

What I Want To Save (I Will Try) I'll Kill 
 

Ha quattordici anni  Theo quando i Dread Doctors lo costringono ad uscire all’aperto, a vivere in una casa, in una famiglia fittizia, iscriversi in una scuola che non vorrebbe frequentare, imponendogli di portargli ancora altre cavie, è inutile, si dice la chimera, prima o poi tutti muoiono o vengono uccisi.

La scuola, tutto sommato, non è poi così pessima come credeva e Clayton, il ragazzino che gli hanno ordinato di ingannare, non è stupido come pensava, ha la sua età e un buon odore, fresco, di menta e liquirizia.

Clayton ha occhi di foglie primaverili e una lingua d’argento vivo, parla di scienza e di fumetti e film e  dice tutto contemporaneamente, a volte confonde.

Clayton preferisce essere chiamato Clay, dice che suona più allegro e Theo non è certo di caprine il motivo, ma se serve a formargli quel sorriso sottile tra le labbra allora può fingere di essere d’accordo, infondo si dice che non gli importa.

Clayton lo ha invitato a casa sua, un giorno, e Theo non c’è riuscito a distogliere l’attenzione da quelle labbra di ciliegia e le ha assaggiate, spaventato, ma poi hanno riso e non hanno più smesso, ma si è ripetuto che non deve importargli.

Clayton sorride della stessa luce che fa splendere la luna, un tenue raggio che rischiara la notte, e Theo non ha mai visto niente di più bello, è una pace che non ha mai conosciuto prima.

Clayton lo accarezza live nel timore di ferirlo e Theo vorrebbe ricordargli che non può e non dovrebbe tremare, disteso al materasso, pelli nude ed atomi che s’infondono calore, si sono detti d’essere uniti contro il mondo, se lo sono ripetuti stringendosi in un piacevole dolore.

Clayton, quando lo guarda, lo fa sentire così vulnerabile da spaventarlo e Theo si difende dicendosi che non può più provare nulla, se lo dice anche quando mente ai Dottori, mentre protegge quel ragazzo dagli occhi di bosco.

Clayton, mentre muore, grida pietà, implora aiuto, cerca Theo mentre il cuore rallenta, nell’ultimo battito d’inesorabile lentezza scivola nel nulla d’uno statico silenzio e si lascia dietro il vuoto ed una crisalide di fredda apatia che avvolge l’essenza della chimera.
 

 Is That Who I (I Know Who I) Truly Am ?
 

Ha girato gli Stati Uniti senza accorgersene, se ne è reso conto a quindici anni quanti Stati si possono visitare in pochi mesi e quante persone si può veder morire in meno di un anno e quanti corpi si possono usare in pochi giorni.

I Dread Doctors non gli parlano mai, gli impartiscono ordini e finché li esegue, senza battere ciglio, non s’interessano di come trascorra il tempo all’esterno e Theo ha preso l’abitudine di rubarsi quel che vuole, scivolare tra le finestre di case vuote, fingere che siano tutte sue, sdraiarsi in divani sconosciuti e guardare film mai visti, trafugare libri da portare con sé, appropriarsi di cibi che non ha pagato, infondo, si è detto più volte, ha rubato cose ben peggiori ed è così che è rinato; appropriandosi di ciò che non avrebbe potuto avere altrimenti.

Theo non è mai stato chiamato con il suo nome completo, neppure dai Dottori e, alla fine, si è convinto che Theodore non piaccia a nessuno e così, spesso, mentre cambiano città e vittime si sceglie nomi diversi; per divertimento, per dimenticarlo.

Theo non ha più sentimenti e non si sente più colpevole quando osserva le cavie esalare l’ultimo respiro, ne fissa le iridi e ne guarda spegnersi la luce, a volte prova a chiedersi se sia giusto, poi ricorda che nessuno lo chiese a lui e si dice che è così che deve andare, non può essere sua la colpa se quelle cavie sono troppo deboli per sopravvivere; lui ci riuscì.

Theo ha imparato che un sorriso innocente inganna tutti e la notte si allena a perfezionarlo, è diventato bravo a mentire, alcune volte neppure lui saprebbe riconoscere la falsità nelle sue parole e, qualche volte, riesce persino ad ingannare se stesso; una volta è riuscito a convincersi d’avere ancora una coscienza ed un’anima pulita ed è la bugia migliore che sia mai riuscito ad elaborare.

Theo è stato un fratello, un figlio e si dice che non ricorda com’era la vita prima, che non ha importanza, che comunque non era migliore di ciò che è diventata e, infondo, mentre si stringe tra coperte ruvide in una stanza d’un ospedale abbandonato chissà da quanto, è costretto ad ammettersi che, questa volta, non sta mentendo; la solitudine è sempre stata l’unica costante, anche prima.

Theo ha scoperto che il sesso è un’ottima distrazione quando, viaggiando tra gli Stati, ha riconosciuto il desiderio in occhi estranei ed ha deciso che non c’era motivo alcuno per non approfittarne, ha usato corpi senza identità, ha imparato a conoscersi, a scegliere, valutare le preferenze e, alla fine, è giunto alla conclusione che le ragazze non lo divertono e se n’è fatto una ragione, una delle tante, senza darvi alcun peso; e di ragazzini come lui da sfruttare ne ha trovati molti tra le città piene di esperimenti falliti, è facile quando c’è solo il vuoto a tenerti al caldo un cuore rubato.

Theo, senza accorgersene, è diventato quello che i Dread Doctors hanno voluto, buffo destino per un bugiardo essere manipolato, ma infondo si è detto che è stato lui a permetterlo, quando non resta più nulla l’unica cosa che conta è aggrapparsi a qualcosa ed ha scelto il potere; ha scelto di volere tutto senza dover più chiedere permessi a nessuno.

Theo non è morto, il primo esperimento riuscito su cavia umana, gli ci sono voluti cinque anni per esserne orgoglioso, gli ci sono voluti cinque anni per convincersi di essere invincibile, per trasformarsi in quel male che i Dottori dicono di cercare, per ingannarsi al punto da crederci, per dimenticarsi di essere stato un bambino spaventato, un figlio rapito ed ingannato, una marionetta mossa da fili legati a dita disumane.

Theo quando è precipitato all’inferno si è fatto più male di quel che avrebbe mai potuto prevedere, quel tempo infinito che si rincorreva uguale in ogni istante ne ha spezzato l’illusione che per anni l’aveva ingannato, gli ha liberato la mente intrappolandogliela poi in una prigione di colpevolezze rimosse e sentimenti ignorati ed ogni menzogna che si era creato, ogni giustificazione che si era raccontato, tutto è stato soffiato via dalla voce spettrale di Tara e quando dall’inferno ne è uscito non era più invincibile, non era più un sopravvissuto, non era più l’orgoglioso esperimento riuscito, era solo un’anima sporca, un angelo ribelle caduto dal cielo e rifiutato persino da Satana, non era più nulla; doveva rincominciare dal principio.
 

I Truly Don't (Do) Have A Chance 
 

Un principio l’ha trovato in un campo nomade, tra roulotte sporche di fango e piogge passate, in un cerchio d’erba bruciacchiata e rinsecchita che non aveva mai notato prima in Beacon Hills.

Viveva in macchina da qualche giorno quando incontrò Esmeralda, gli lascio del cibo ancora caldo a terra, oltre lo sportello, avvicinandoglisi cauta come se fosse un cane randagio e, infondo, Theo lo era davvero un randagio, fu poi la necessità a spingerlo ad accettare una sconsiderata ospitalità e, alla fine, rimase per inconscio bisogno.

Esmeralda ha occhi di cerbiatto e fili di cioccolata che scivolano come fiumi di cacao dalle spalle gracili, è minuta e, a guardarla, non sembra avere diciassette anni, ascoltandola parlare poi, spesso, sembra invece persino più grande.

Esmeralda danza nel mondo, brezza d’aria fresca, primaverile, e Theo non deve neppure sforzarsi troppo di crederle quando gli dice che lei vede ancora la bontà e, di lui, si fida ciecamente al punto da lasciarlo dormire al suo fianco; e dev’essere riuscita a convincerlo davvero perché il buio è già meno denso.

Esmeralda non si arrabbia mai, sorride e vive leggera, sembra volteggiare come una farfalla dai colori sgargianti ed è una pennellata di vitalità in un quadro cupo, una luce di speranza in una stanza nera e a Theo sembra quasi che le stia insegnando a riconoscere, nuovamente, l’arcobaleno.

Esmeralda gli insegna anche parole che Theo ha dimenticato, o che non ha mai imparato davvero, l’amicizia, la fiducia, la libertà e, persino, la famiglia ed è così abile nel riuscirvi che, spesso, lo convince di meritarlo ancora, glielo ripete sempre; ed ammutolisce le paure, azzittendo i rimorsi.

Esmeralda vive di piccoli gesti, di sorrisi che cattura come una ladra gentile e Theo si concede una quiete di pace ritagliandosi una spazio che prende forma e si plasma dalle parole della gitana; la solitudine non è più una costante, ma un ricordo lontano da dimenticare.

Esmeralda ha un dono, Theo l’ha sempre sospettato, ma mai avrebbe creduto che fosse possibile davvero eppure per la chimera è una maledizione, un incubo che prende forma, l’ombra d’un mostro lasciato nel passato che avanza minaccioso; e torna la paura del buio.

Esmeralda potrebbe morire, l’ennesima vittima innocente d’una lista sin troppo lunga per mani ancora giovani, ma infondo Theo ha sempre saputo, sospettato sin dal primo istante, che la redenzione sarebbe stato un percorso impossibile e, presto, si sarebbe ritrovato incastrato tra macerie in rovina lasciate dal suo passaggio, per la prima volta, dopo tanto, si odia e piange, nascondendosi dagli occhi di cerbiatta, e non vuole scoprire cosa si lascerà dietro la gitana quando se n’andrà, per sempre; Theo non vuole più essere un anima straziata che continua a rompersi e lacerarsi sotto il peso dei suoi stessi artigli.
 
 
Tomorrow I'll Keep A (Switch The) Beat And Repeat (To Avoid) Yesterday's Dance 
 

Il primo principio di rinascita nella complicata chimica di pensieri che si rincorrono nella mente della chimera è stato enunciato il giorno stesso in cui l’Inferno lo sputò, rigettandolo tra i vivi in una città che aveva cercato di distruggere.

Dopo il buio, la cenere, la puzza di zolfo, la terra e le fiamme Theo vide un fascio di accecante luce, vi si aggrappò trascinandosi, riemergendo nel punto esatto in cui era caduto, non ricorda neppure più quanto tempo fa, c’è solo confusione ed ogni cosa sembra un’illusione, echi distanti di voci vagamente conosciute e poi, d’un tratto, un odore noto, alza gli occhi ed è lì che lo trova; il primo principio di rinascita.

Liam è un viso magnetico tra la folla di studenti della Beacon Hills High School, un ragazzino instabile che cammina come se avesse una bomba ticchettante nello zaino e Theo l’avrebbe scelto comunque, anche se i Dread Doctors non glielo avrebbero ordinato; una gradevole distrazione non è mai tempo sprecato.

Liam ha occhi di cieli estivi, tanto luminosi da accecare, labbra sottili che sarebbe divertente sfiorare e capelli di miele perfetti per incastrarsi tra federe aggrovigliate, se non fosse costretto a non poter giocare con le future cavie Theo è certo che non dovrebbe neppure impegnarsi troppo per trasformarlo in un passatempo stimolante.

Liam è ingenuo, ma non stupido, è semplicemente ingenuo, ingannarlo è così facile che Theo non riesce neppure a trovarlo divertente, è quasi noiosa la rapidità con cui gli permette di giocare con la sua mente, noiosa quasi quanto quella fastidiosa ragazza che lo segue ovunque; forse la chimera avrebbe dovuto lasciarla morire.

Liam è lì mentre Theo implora un aiuto che sa già non arriverà, perché dovrebbe? Ed è lì che lo ritrova, quando riemerge dalle viscere della terra, stringe la chiava per la libertà e, questa volta, paradossalmente, è lui ad aver bisogno d’aiuto e la chimera si dice che accetterà per la sopravvivenza e non per quei cieli luminosi che pensava d’aver dimenticato; è sempre stato bravo ad ingannarsi.

Liam ha molti difetti, ma il peggiore, il più insopportabile di tutti, è il coraggio, insano e rischioso coraggio e Theo non lo sopporta, è innaturale, da un pericolo insormontabile si scappa, si fa il possibile per fuggire, la sopravvivenza è una legge implicita ed intrinseca nell’essere umano, ma a quanto pare al mannaro mancano le basi degli istinti umani e dev’essere un difetto trasmissibile, come l’influenza, perché la chimera decide, in una frazione di secondi, che, alla fine, si lascerà davvero usare come esca; è strano salvare anziché uccidere ed è strano gli riesca così spontaneo, d'istinto.

Liam è responsabile, incredibilmente responsabile, Theo non lo credeva possibile, ma poi si è ritrovato a condividere la stessa camera ed avere iridi di cieli puntati addosso e, d’un tratto, il lodevole senso di responsabilità del mannaro s’è tramutato in un enorme sospetto; credeva d’esserne diventato immune, in quei quattro anni, ma forse non esiste modo d’evitarlo.

Liam in ogni bacio, in ogni sorriso, in ogni carezza, racchiude speranza, ne racchiude persino negli impeti d’ira, ne ha il sapore impresso tra le labbra e Theo sa di non poterlo meritare, un’anima pesante, sporca, come la sua non può essere salvata, è solo egoistico bisogno, è solo disperato desiderio di redenzione e la chimera di distruzione ne ha portata sin troppa e, questa volta, si giura che non commetterà errori da cui, in passato, ha già appreso la crudele lezione; questa volta, per la prima volta, farà la cosa giusta, fingerà di non provare nulla, prima di rovinare e rovinarsi ancora. 


 

 
Hello, 
questa cosa, qualsisi cosa sia, non sono riuscita a non scriverla e, per quanto male sia venuta, comunque ho deciso di provare a pubblicarla come "capitolo bonus" della mia altra storia : Moonbeam. 

Mi sono immaginata vare persone che sono entrate nella vita di Theo e, non so voi, ma io personalmente alla totale assenza di spiegazioni della serie tv e alla semplice motivazione della psicopatia non c'ho mai voluto credere e quindi eccolo qui, quel che secondo me ha reso Theo quel che è stato e quel che è; si tratta di una visione personale, ovviamente molti potrebbero mandarmi affanculo e dirmi che fa schifo, lo accetterei. 
Non so neppure quanto sia possibile che i Dread Doctors si siano mossi di Stato in Stato, ma me li sono immaginata a cercare cavie per gli USA, così come ho ipotizzato un Theo egoista, sì, ma anche sfruttato e solo
Insomma, per non annoiarvi oltre, questo è come lo vedo io. 

Spero che a qualcuno possa piacere e che, qualcun altro riconosca gli accenni a Moonbeam e la colleghi ad essa. 

Grazie mille a chiunque leggerà, 
critiche e consigli sono sempre ben accetti 

alla prossima

ps: i vari titoli sono presi dalla canzone dei Twenty One Pilots "Fairly Local" e dovrebbero, dovrebbero è un parole, formare due lati della medeisma faccia. 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: iamnotgoodwithnames