“Admit
it. Life would be so
boring without me.”
Jughead
venne afferrato per un braccio non appena ebbe varcato
l’uscita dell’aula e trascinato lungo il corridoio
prima ancora che avesse
anche solo il tempo di registrare che la ragazza una spanna
più bassa di lui
con le lunghe onde castane, i leggings di pelle nera e il crop top che
lo stava
trascinando con sé altri non era che sua cugina.
-
Si può sapere dove stiamo andando? –
-
Lo vedrai. -
Uscirono
dall’atrio della scuola, affacciandosi nel parcheggio
dove i Ghoulies del South side High tenevano parcheggiate in bella
mostra le
auto delle quali si vantavano così tanto.
Sul
cofano della vecchia Mustang, talmente modificata da
essere ormai solo un vago ricordo di quello che era stata un tempo, che
apparteneva al fratello di Saffron, l’altrettanto biondo
platinato Kendall, era
stato versato tutto il contenuto dei bidoni dell’immondizia
appena riempiti con
gli avanzi del pranzo.
Kendall
era in piedi vicino alla macchina e imprecava
lanciando occhiate di fuoco a chiunque fosse nei paraggi.
Afferrò
il cellulare dello studente che aveva avuto la
malaugurata idea di scattare una foto a quella scena, lanciandolo sul
cemento e
pestandolo con furia.
Sweet
Pea, Toni e Fangs erano seduti al solito tavolo in
compagnia del resto del gruppo e osservavano la scena con dei
giganteschi
sorrisi dipinti sul volto.
Jughead
si voltò verso di lei, incredulo.
-
Lo hai fatto tu? –
Gli
fece l’occhiolino abbozzando una piccola riverenza.
-
Ammettilo. La vita
sarebbe tremendamente noiosa senza di me. –
[246 parole]
“You
know a normal person would
immediately say that he’s gushing blood. But no, you had to
go and bleed allover
the place and make me faint first.”
Sentì
bussare alla porta del trailer di Jughead mentre lei,
Betty e Veronica erano intente a finire di preparare quella sorta di
cena
arrangiata che avevano deciso di organizzare per pacificare ancora di
più gli
animi tra le due fazioni della città e per trovare una
soluzione al casino che
aveva comportato la “brillante” idea che aveva
avuto Archie.
Nel
piccolo salotto di casa Jones Archie e Jughead stavano
cercando di convincere la piccola stufa portatile a collaborare e
Cheryl e Toni
stavano apparecchiando sul tavolino dall’aria traballante.
-
Vado a vedere chi è – annunciò Betty,
mettendo via il
cespuglio di lattuga che stava sfogliando per preparare la caesar salad
e
affacciandosi sul piccolo patio improvvisato.
La
sentì trattenere un gemito e, con il coltello per
l’arrosto
ancora saldamente stretto in pugno, accorse in suo aiuto proprio mentre
Jughead
faceva altrettanto.
Sulla
soglia del trailer, appoggiato allo stipite con aria
malconcia, c’era Sweet Pea.
Lasciò
il coltello tra le mani di Betty, raggiungendolo e
aiutandolo a entrare in casa.
-
Sono stati i Ghoulies? –
Scosse
il capo, sedendosi sul divano con espressione
sofferente.
-
No, è stata tutta colpa mia, ho piegato troppo la curva e
non ho visto che c’era del brecciolino portato dalla pioggia
… ho avuto un bel
faccia a faccia con il cemento. –
-
Cosa ti ho detto del casco? – sbottò.
Era
l’ennesima volta che gli faceva presente quanto fosse
pessima l’abitudine che lui e parecchi dei ragazzi avevano
preso di girare in
moto senza alcuna protezione.
-
Lo so, lo so – bofonchiò, scostando leggermente la
testa dal
bracciolo del divano.
Sul
tessuto c’erano scure macchie di sangue che la fecero
impallidire.
Si
sforzò di regolarizzare il respiro mentre si sporgeva ad
esaminare la base del collo di Jordan e vedeva una ferita insanguinata.
-
Jordan … sanguini. –
-
Ah, sì devo essermi ferito lievemente con la caduta.
–
Gli
diede una botta sulla gamba, facendolo gemere per
protesta.
-
Sai una persona
normale avrebbe detto fin dall’inizio che stava sanguinando;
ma tu no, tu devi sanguinare
ovunque e rischiare di farmi svenire prima. –
-
Che posso dire, sono piuttosto resistente al dolore. –
Questa
poi.
-
Sta zitto, Jordan, e lasciami medicarti prima che decida io
stessa di farti sperimentare un po’ di sano e autentico
dolore – sbottò,
costringendolo ad alzarsi e a seguirla nel piccolo bagno in cui era
riposta la
cassetta del pronto soccorso, consapevole delle occhiate divertite dei
presenti.
Ah,
ma come avrebbe fatto a sopportarlo per il resto della
vita?
[417 parole]
“Are
you on drugs?” “You and I
both know that I don’t have enough money to have a drug
problem.”
Scoppiò
a ridere sotto gli sguardi increduli del resto del
gruppo, continuando a farlo finchè all’interno del
White Wyrm non ebbero smesso
tutti di interrogarsi a gran voce su come affrontare il problema dei
Ghoulies e
del loro desiderio di vendetta.
Eppure
era così semplice, quasi banale in effetti, e
potenzialmente tremendamente efficace.
Si
diede della stupida per non averci pensato prima, considerò
tra una risata e l’altra finchè Jordan non si
chinò verso di lei con sconcerto
nei grandi occhi scuri.
-
Sei fatta? –
Inarcò
un sopracciglio, guardandolo dall’alto in basso con
eloquenza, - Tu ed io sappiamo che non
ho abbastanza soldi per avere un problema di droga. –
-
Questo è vero, ma Fangs trova sempre un po’
d’erba in giro e
Abby sarebbe disposta a trovarti di tutto se solo tu le chiedessi di
farlo. –
In
effetti era parecchio che Abby non si faceva vedere in
giro.
Era
un lupo solitario, sebbene spesso facesse tappa al White
Wyrm per racimolare qualcosa da mettere sotto i denti, ma in quei
giorni era
sparita strategicamente dai radar.
Immaginò
che volesse tenersi alla larga dal fuoco incrociato
dei Serpents e dei Ghoulies, mantenendo viva la sua
neutralità tra le due gang.
Tipico
di Abby.
Eppure
lei poteva essere la chiave per sistemare tutta quella
storia.
Afferrò
il cellulare dalla tasca, ignorando la muta richiesta
di spiegazioni di Jordan, e digitò velocemente sui tasti.
F:
Abby,
mi serve un favore.
A:
Dimmi
tutto, tesoro.
F:
Hai
modo di farmi entrare in contatto con Lilith McKinley senza che uno dei
Ghoulies, o magari lei stessa, provi a farmi la pelle?
A:
Sei
tutta matta, ragazza … ma lo farò.
F:
Sei
sempre la migliore.
A:
Lo so
;)
-
Ora è chiaro, non sei fatta, sei semplicemente andata del
tutto fuori di testa – esclamò dopo aver finito di
leggere lo scambio di
messaggi tra le due ragazze.
-
Se Abby dice di poterlo fare mi fido di lei. –
-
Non lo metto in dubbio, ma nemmeno lei può garantirti che i
Ghoulies non infilino la tua testa su una picca e l’appendano
fuori dal White
Wyrm. –
Scese
giù dal bordo del tavolo da biliardo, afferrando le
chiavi della moto, - Continui a dimenticarti che per metà
sono una di loro. Non
mi torceranno un capello. –
-
Flame … -
-
Fidati di me, Jordan – replicò, zittendolo con un
rapido
bacio a fior di labbra, - Posso sistemare le cose. –
Dopodichè
sparì fuori dal locale, salì in sella e mise in
moto
prima che qualcuno avesse modo di provare a farle cambiare idea.
Era
una pazzia, ma o la andava o la spaccava.
[440 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Dopo
un
po’ d’attesa rispetto al solito eccomi qui con la
decima parte. Vorrei fare
qualche piccola precisazione per chiarire le dinamiche di questa parte
a tutti
voi lettori/lettrici.
Innanzitutto
Lilith McKinley è una mia altra OC che conoscerà
sicuramente chi sta seguendo
la mia mini long dedicata a lei e Malachai. Lei comparirà
nell’undicesima parte
della raccolta e sicuramente Flame e tutta l’allegra brigata
compariranno anche
nella mini long.
Poi
aggiungo che il personaggio di Abby è anche lei una mia
creazione. Lei non è né
una Serpent né una Ghoulie. È una ragazza del
South side High orfana di
entrambi i genitori che ha vissuto dall’età di
dodici anni come una sorta di “vagabonda”
appoggiandosi un po’ a una gang e un po’
all’altra quindi è considerata come
neutrale da entrambe le gang del South side ma di lei saprete di
più nel
prossimo capitolo della mini long su Lilith e Malachai.
Infine
va
da sé che gli eventi narrati sia nella raccolta che nella
mini long sono di mia
esclusiva invenzione e che se dovessero esserci similitudini con quanto
narrato
nelle prossime puntate della serie tv essere saranno del tutto casuali
e
involontarie.
Detto
ciò
ci sentiamo al prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary