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Autore: Meramadia94    30/11/2017    1 recensioni
Sarah ha perso i suoi genitori quando era piccola, e da allora ha vissuto con la sua famiglia adottiva, composta da quattro tartarughe ed un topo mutanti, che considera rispettivamente suo padre ed i suoi fratelli. Da allora ha sempre vissuto con loro, sotto terra.
Anno dopo anno, ne sono passati dieci e molte cose sono cambiate. Ed altre ancora ne cambieranno, perché con lo scoccare dei quindici anni dei cinque ninja, inizierà una storia fatta di battaglie, onore, sacrificio, amicizia ed amore in cui spesso saranno proprio loro con la loro intelligenza ed abilità a decidere persino del destino del mondo.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sarah... - fece Leo tentando per l'ennesima volta di convincere la sorella a desistere da quell'impresa. Accettare una sfida da parte di Michelangelo e mettere un pizza in palio equivaleva a dire '' Oggi ho voglia di umiliarmi alla grande''. Lui non si era mai trovato nella situazione di dover accettare un simile guanto, ma da quello che aveva visto chi aveva la malsana idea di raccoglierlo o peggio ancora di lanciarlo, andava incontro ad un destino assai poco piacevole.
Ricordava ancora che quando Mik aveva stracciato Raph in una piccola sfida di roller, quest'ultimo oltre a pagargli la pizza, aveva tenuto la bocca chiusa per una settimana e quasi non alzava lo sguardo. Ed era tutto un dire per una tartaruga con una lingua tagliente ed affilata quanto la lama di una spada.
- Pensaci bene. Il coraggio è una virtù preziosa. Non va sciupato... meglio lasciarlo da parte per quando serve.-
- Ora non buttiamola sul drammatico, va bene?- fece Sarah - E' solo una scommessa tra fratelli. Un gioco. Nè più nè meno.-
- Tu la vedi così.- si aggregò Raph - Ma se cosa assolutamente probabile... non ti offendere, ma se metti in mezzo una pizza, quello diventa un tuttologo che Pico de Paperis può solo accompagnare.... che la vinca, te lo ricorderà per giorni, settimane, forse mesi!!!-
- Sei sicura di voler sopportare tutto questo?- fece Donatello.
- Ragazzi, state tranquilli.- fece la ragazza - andrà tutto bene.-  disse strizzando loro l'occhio.
...
...
...
April si svegliò dal suo lunghissimo sonno borbottando qualcosa su quanto fosse controproducente addormentarsi davanti al televisore. Ma ebbe modo di ricredersi quando vide che le quattro tartarughe giganti del suo sogno erano lì, davanti a lei, anche ora che era sveglia.
- Ciao bellezza!!!- la salutò Michelangelo - che ne diresti di fare due chiacchiere?!?-
- AHHHHHHHHHHHHHHH!!!!- fu la risposta della rossa procurando al mutante un infarto.
'' Cominciamo bene...''- fu il pensiero univoco dei presenti.
- SANTO DIO!!! TU PARLI?!?- strillò  la ragazza.
- Sì...- confermò Raffaello - è a farlo stare zitto che viene il difficile.-
- E hai... tre... dita...- fece April cacciando la faccia nel cuscino ripetendo '' Sono sveglia''- a ripetizione.
- Non mi sembra che l'abbia presa molto bene sapete?- gli fece notare Donatello.
- E cosa vi aspettavate? Non abbiamo molta esperienza con gli esseri umani.... ci vorrà un po' di tempo, no?- fece Mik.
- Sì, e nel frattempo chissà cosa combina Stockman...- Raffaello si era già spazientito ed aveva deciso di risolvere la faccenda a modo suo - Ehy, dolcezza!!!-
- Sì, che cosa c'è?- fece la rossa ancora piuttosto provata.
- Cosa sai di quei robot acchiappa-topi?-
- Beh.... all'inizio credevo che servissero per risolvere il problema dei topi in città, ma poi ho avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di strano quando...- la giovane si stoppò. Stava parlando realmente con quattro tartarughe giganti con tre dita per mano? No, non poteva essere... ok, doveva esserci una spiegazione. La logica insegnava che c'era sempre una spiegazione razionale per tutto, bastava volerla cercare.
E la spiegazione era semplice in questo caso: stava sognando. Sì, insomma, il suo capo si era rivelato un pazzo che aveva cercato di eliminarla, lei aveva trovato rifugio nelle fogne, che pullulavano di topi, ragni e stando a qualcuno pure serpenti e coccodrilli, quindi perchè stupirsi?
- Ok, April... stai sognando, non c'è nessun'altra spiegazione possibile... quindi sta calma e salutali.... salve, come va?-
- Buongiorno a te April, come ti senti oggi, va un po' meglio?- fece Leo. Forse stando al gioco sarebbero riusciti a cavare qualcosa dal buco.
- Divinamente grazie, mai stata meglio in vita mia, è bello essere qui... AH!!!- strillò di nuovo nel vedere Splinter.
- In tal caso, spero che non ti dispiaccia rispondere a qualche domanda.- fece il sensei.
- Ma... tu... sei un... un...- e svenne di nuovo.
- Tutti maschi alpha qui dentro eh?- fece Sarah.
- Brutto affare gente... mi spiegate come facciamo a chiederle informazioni se questa sviene ad ogni parola che diciamo?- chiese Raffaello.
- E a tal punto, io ribadisco...- fece Sarah - Meglio farla parlare con un suo simile.-
- Non ha torto.- fece Leo - E' tutta tua, Sarah, te la lasciamo volentieri.- insomma... non tutti erano troppo felici di lasciare a Sarah il compito di interrogare la loro ospite. Soprattutto Michelangelo, che aveva appena toccato con mano che la sorella gli avrebbe fatto mangiare polvere. Altro che pizza....
....
....
....
La giovane donna rimase priva di sensi per almeno un paio d'ore prima di riuscire a svegliarsi per la seconda volta, e la prima cosa che vide fu una ragazzina di circa quindici anni che le offriva una tazza di tè, sorridendo.
- E tu chi sei?- fece la rossa riaprendo gli occhi - una salamandra vestita da umana?-
- No...- fece la ragazza versando il tè in una tazzina - Mi chiamo Sarah. Sarah Huntington. E sono umana quanto te.-
- Oh... d'accordo. Quindi, Sarah... sai per caso che posto è questo? Dove ci troviamo? E tu che fai qui? Sei prigioniera dei...-
- No.- la stoppò - Vediamo di darti una risposta in ordine cronologico. Primo, è una vecchia stazione della metropolitana abbandonata. Almeno credo.
Secondo, sei a casa mia.
Terzo, vivo qui con mio padre e i miei fratelli.
Quarto, qui non ci sono prigionieri. Ammetto che, possano esserti sembrati un po' strani, ma la storia finisce lì. Sono le persone migliori che incontrerai mai. Infatti sono stati loro a salvarti dagli acchiappa-topi e poi a portarti qui. Se avessimo avuto cattive intenzioni le avremmo già messe in pratica mentre eri nel mondo dei sogni.
E' abbastanza logica questa spiegazione per te?-
April aveva ascoltato tutto in religioso silenzio. E su una cosa doveva dar ragione alla ragazzina dai capelli bruni. Se davvero fossero stati malvagi, perchè darsi la briga di affrontare gli acchiappa-topi per salvare lei e portarla in un posto asciutto?
- Direi proprio di sì... quindi è a voi che devo la mia vita... come potrò mai ringraziarvi per quello che avete fatto per me?- fece la rossa bevendo un sorso di tè.
- Per carità... non è stato nulla. Però forse qualcosa puoi fare. Vorremmo sapere cosa sai di quei mostriciattoli di latta e a cosa servono.- nel dir così si rivolse in direzione della cucina - Ragazzi? Papà? E' tutto a posto, venite.-
I mutanti non se lo fecero ripetere due volte.
- Innazi tutto...- fece April - vi rinnovo la mia gratitudine per quanto avete fatto per me. Ma temo di non esservi di grande aiuto... sono stata scoperta ancor prima di riuscire a capirci qualcosa...-
- Abbiamo qualcosa di più importante di cui discutere al momento.- fece Splinter - Vedi, noi non ci siamo mai fatti vedere in superficie. Ma il fatto che tu sappia di noi, adesso ci mette in serio pericolo.
Ma come ha detto la mia cara figlia... qui nessuno è prigioniero.- beh, più o meno. Lui aveva imprigionato Sarah, quella dolce e tenera bambina che dieci anni prima avevano trovato abbandonata a sè stessa, senza nessuno al mondo e senza nessuna sicurezza di poter sopravvivere in superficie.
Le aveva dato una casa, l'amore di un padre affettuoso, l'affetto di quattro fratelli maggiori, e le aveva insegnato il ninjitsu. E lei ricambiava il loro sentimento d'affetto, ma certe volte si domandava se ciò bastasse davvero a renderla felice. In fondo, rimaneva il fatto che nemmeno lei avrebbe dovuto essere lì e sapere di loro.
-Perciò, temo che non ci rimanga scelta se non quella di fidarci di te... e sperare che tu non ci tradisca.-
- Di questo non dovete preoccuparvi. Non lo dirò ad anima viva, ve l'assicuro. Non sono una spia e comunque non potrei mai fare una cosa del genere a chi mi ha salvato la vita.- li rassicurò April - Nessuno lo saprà mai, ve lo prometto.-
Il maestro Splinter la fissò a lungo nei suoi occhi verdi come scheggie di giada e poi disse - E va bene. Ti credo.-
- E' un'altra delle tue lezioni maestro Splinter?- chiese Leo - Leggere la verità nello sguardo?-
- No.- fece il sensei - E' credere in quello che senti.-
- C'è solo una cosa che non riesco a spiegarmi...- fece April - com'è possibile che voi... beh siate voi, e che lei...- aggiunse indicando Sarah - sia... vostra sorella?-
Splinter allora le raccontò di come quindici anni prima, aveva assistito ad un incidente stradale nel quale un ragazzino aveva accidentalmente perduto le sue tartarughe e di come, sempre a causa dell'incidente, da un camion fosse sbalzato un contenitore che conteneva un liquido verde ed oleoso che rotolò nelle fognature, rompendosi e ricoprendo i corpi delle tartarughine.
Impietosito da quegli esserini che quasi certamente non avevano speranza di sopravvivere da soli, senza che qualcuno si occupasse di dar loro almeno da mangiare, li prese con sè e li portò nella sua tana. La mattina dopo, con sua grande sorpresa, le tartarughe erano cresciute. E il contatto con quella strana sostanza aveva influenzato anche la sua crescità e aumentato le sue abilità cognitive.
A poco a poco, anche le tartarughe divennero in grado di parlare e pensare. A quel punto fu chiaro che mai avrebbero potuto salire in superficie senza che qualcuno non urlasse al mostro e non chiamasse qualche scienziato e facesse finire loro la vita sotto vetro. Così decise di tenerli con sè, di insegnar loro le arti marziali e tutto ciò che conosceva del mondo. E diede loro dei nomi ispirandosi ai grandi artisti dell'Italia rinascimentale.
-... alcuni anni dopo, cinque per l'esattezza, mentre eravamo alla ricerca di cibo e di attrezzi utili per il rifugio, trovammo una bimba addormentata sulla spazzatura. Aveva una ferita alla testa e quando si riprese, rimase per giorni in un angolino della tana abbracciata al peluche che aveva con sè, senza  proferire nemmeno una parola. Poi, finalmente, riuscì a parlare... era ancora in stato confusionale, ma riuscì a dirci come si chiamava, che i suoi genitori erano stati uccisi, e che la madre l'aveva nascosta nel tombino più vicino a casa dicendole che sarebbe tornata a prenderla appena sarebbe finito tutto...-
Sarah abbassò gli occhi. Si diceva che quando una persona era soto shock finiva per perdere la memoria, tendeva a confodere realtà e fantasia, non si rendeva ben conto di cosa accadeva attorno a lei... tutte frottole. Lei ricordava tutto, nei minimi dettagli.
Ricordava sua madre che la stringeva forte mentre tremava dalla paura, mentre il marito cadeva sotto le lame del loro assassino, ricordava di quando erano sgattaiolate fuori da casa per la porta sul retro, e ricordava sua madre che le dava il suo ciondolo come portafortuna dicendole -'' Rimani nascosta qui sotto per un po' tesoro... la mamma... la mamma ed il papà adesso devono fare una cosa importante... rimani qui per un pochino e poi ti vengo a prendere.''
'' Va bene mamma. C'è Rabby che mi protegge qui!!!''- aveva detto lei. Per un po' aveva creduto davvero che la mamma sarebbe venuta a riprenderla, ed l'aveva aspettata anche se non avrebbe saputo dire per quanto. Poi, a forza di stare ferma aveva iniziato ad intorpidirsi, così aveva iniziato a camminare, finchè la fame e la stanchezza non l'avevano fatta crollare.
Il resto era storia.
Leonardo, intuito cosa la ragazzina stava pensando, le andò vicino e le strinse la mano sorridendole.
Ricordava anche lui quei giorni... Sarah non aveva emesso un grido nel vederli, ma per tre o quattro giorni, aveva rifiutato di parlare o di fare qualsiasi cosa che testimoniasse che era ancora viva. Allora si era avvicinato dicendo -'' Vuoi giocare con noi?''- da allora le cose erano migliorate visibilmente.
- E da allora vive con noi.- concluse Splinter.
April aveva ascoltato tutto in religioso silenzio, provando pena e compassione per quella creatura che così piccola aveva già sofferto tanto.
- Mi dispiace molto...- fece la rossa - Vorrei potervi aiutare, ma temo di non sapere molto o comunque nulla di rilevante... tutto ciò che so è che il dottor Stockman ha un laboratorio sotterraneo in cui ha avviato una sorta di produzione industriale.-
- E a che gli servono così tante macchine?- chiese Leo più a sè stesso che a chiunque altro. Ok, quelle macchine erano paurosamente potenti e solo loro erano al corrente che quei robot erano stati spacciati per  trappole per topi, ed anche ammettendo che ce ne fosse qualcuno che fosse andato in corto e fosse sfuggito di conseguenza al controllo del suo creatore questo non giustificava certo una simile produzione in scala.
E poi l'aggressione e il tentato omicidio di April...
La risposta venne consegnata loro direttamente sul televisore di casa. La banca di New York  era stata ripulita. Le autorità non avevano indizi o elementi per formulare una qualsiasi ipotesi, stava di fatto che i ladri avevano dato prova di un'audacia e di una maestria senza eguali.
'' Chiunque avesse informazioni, non esiti a contattare la linea diretta della polizia''- aveva detto laa speaker del telegiornale.
- Dunque...- fece Sarah mettendo bene in mostra l'impronta molto familiare di uno di quei robot infernali - scommettiamo una pizzeria su chi ha messo a segno il colpo?-
Michelangelo la guardò male - Non voglio sentir parlare di scommesse per almeno un mese, va bene?- supplicò quasi tra le risate sommesse dei fratelli maggiori.
La sorella sorrise compiaciuta di sè stessa.
- Ecco cosa aveva in mente di fare il dottor Stockman...- fece April guardando il servizio - Usare gli acchiappa-topi per svaligiare la banca.-
- La prima di una lunga serie.- fece Sarah - Se è vero che ne ha costruiti così tanti, dubito che sia finita qui.-
- Quindi...- fece Raffaello - che cosa sappiamo di questo tizio?-
- Che è un genio e allo stesso tempo un pazzo furioso.- disse April - Io lavoravo per lui, e quando ho iniziato a sospettare... beh lo sapete. Per fortuna che c'eravate voi.-
- Inizio a capire...- fece Donatello - Si è procurato una pianta dell'impianto fognario, ha indirizzato gli acchiappa-topi verso una zona ormai in disuso che anche se distrutta non avrebbe provocato conseguenze in superficie, e ha dato loro ordine di distruggere per testare le sue macchine.-
- Un modo perfetto per procedere con i suoi piani senza far del male a nessuno.- fece Mik.
- Non è una giustificazione.- fece Sarah -Si spaccia per un benefattore, uno scienziato interessato al benessere comune e invece è un criminale. Uno della peggiore specie.-
- Allora cosa aspettiamo?- fece Raffaello che non ne poteva più di quell'attesa snervante - Io dico di fargliela pagare una volta per tutte.-
- Uhm.- fece Mik - sai anche come faremo, testone?-
- Se non ricordo male, alla conferenza stampa il dottor Stockman ha detto che le funzioni di ricerca e recupero degli acchiappatopi sono controllate dal computer madre telecomandato. Basterebbe metterlo fuori uso per metterli al tappeto tutti in una volta sola.- fece Donatello.
- Si può fare.- si associò April - Il difficile sarà entrare. La Stocktronics dispone di un sistema d'allarme all'avanguardia.-
- E scommetto che tu lo conosci benissimo e sai anche come fare per non farlo scattare.- fece Sarah.
- Giusto.- sorrise Leo - coraggio ragazzi. Qualcosa mi dice che organizzeremo un'invasione da manuale.-
- Finalmente, era ora!!!- esultò il rosso.
Non fu facile entrare nella sede della Stocktronics ma grazie alla complicità di April, le abilità ingegneristiche di Donatello e le abilità ninja dovute ad anni ed anni di duro addestramento, fu meno complicato di quanto non sembrava.
I problemi cominciarono quando riuscirono ad arrivare alla '' fabbrica'' di acchiappa-topi. Stockman non si era fatto prendere in contropiede.
Probabilmente avevano fatto scattare qualche allarme silenzioso e si era premunito. La sua sopresa però fu immensa nello scoprire che dei misteriosi intrusi, solo una era umana, ed aveva lanciato loro un offensiva tutto campo.
Che però ebbe vita breve appena Donatello riuscì a capire cosa fare per mettere fuori uso le macchine.
E la mossa finale fu quella con cui arrivarono a salutare il loro caro (?) amico (?) professore.
- Ciao bello, ti ricordi di noi?- fece Sarah puntandogli contro il suo tessen - Siamo quelli a cui hai distrutto la casa.-
- Infatti.- fece Raph - e adesso siamo qui per fartela pagare.-
- Io... io non capisco...- fece Stockman - si può sapere cosa diavolo siete?-
Una voce alle sue spalle gli rispose.
- Sono miei amici.- fece April spavalda.
- April?!?- fece Baxter sbigottito come non mai di vedere la sua ex assistente ancora in quel mondo - Com'è possibile che tu sia ancora...-
- Oh, credimi... lo è.- fece April avanzando verso di lui - e ho abbastanza prove per mandarti in galera.- il professore premette un pulsante sulla consolle di comando, per poi essere afferrato da Raffaello.
- Che pensavi di fare?!?- lo minaccò il rosso.
- Troppo tardi. Già fatto. Ho appena richiamato il mio esercito di acchiappa-topi. Saranno qui in pochi secondi... e quando arriveranno vi ridurranno a pezzettini.- fece Stockman sorridendo compiaciuto.
April e Donatello non persero tempo nel mettersi al lavoro per disinnescare il sistema di comando, ma inutilmente. I robot erano già arrivati e in breve li circondarono.
- April...- fece Leo iniziado ad inquietarsi - Non vorrei mai mettere fretta ad una signora ma... quanto tempo ti ci vuole?-
- Il sistema non risponde!!!- fece la rossa.
- Continua a provare!!!- la incoraggiò Don. Approfittando del momento di panico, Baxter Stockman ne approfittò per fuggire.
- Maledizione, ci è sfuggito.- fece Mik.
- Non è il nostro problema principale... ma questi mostri che ci hanno chiuso a sandwich lo sono eccome!!!- fece la ragazza dai capelli bruni puntando loro il ventaglio. Anche i suoi fratelli fecero la stessa cosa, ma la verità era che questa volta non avevano modo di tirarsene fuori. Erano nella tana del lupo, e stavolta non avrebbero avuto a che fare con dei piccoli gruppi di robot.
Dopo l'ennesimo tentativo per bloccarli andato a vuoto, April giocò la loro ultima carta: attivare il loro sistema di autodistruzione. Avrebbe quasi sicuramente causato un' esplosione e a meno di non allontanarsi in tempo record, la struttura sarebbe caduta sopra di loro, seppellendoli vivi... ma era sempre meglio che farsi divorare vivi.
E così venne fatto ed in un modo che la rossa non sarebbe mai riuscita a spiegarsi, riuscirono a mettersi in salvo prima che le fiamme e i detriti dell'esplosione li raggiungessero.
...
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Sulla distruzione della Stocktronics e della misteriosa scomparsa del suo fondatore venne avviata un'indagine. Si pensò anche ad un'azione operata dalla concorrenza e a mille altre teorie fantasione, ma nessuno eccetto un gruppo ristretto avrebbe mai saputo cosa era accaduto quel giorno.
- Cosa conta di fare signorina O'Neil, ora che è rimasta senza un lavoro?- le domandò Splinter quella sera al brindisi che avevano roganizzato per festeggiare.
- Onestamente? Non lo so ancora.- rispose April.
- Ti aiuteremo noi a trovarne un altro. - fece Don.
- Ragazzi... devo dire che siete stati fantastici.- disse April - e con ragazzi intendo quattro grosse tartarughe super in gamba, una ragazzina coraggiosa come un leone ed un enorme e saggio roditore.-
- Anche tu non sei stato affatto male.- fece Leo - Propongo di fare un brindisi.-
Sarah sorrise - Benvenuta nella nostra famiglia.- e la serata si chiuse con grandi risate ed allegria.
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Scioccamente però, le tartarughe ritennero che la faccenda degli acchiappa-topi fosse ormai da considerarsi appartenente al passato. La verità era che quell'avventura era stata la tessera del domino che avrebbe dato il via ad una lunga serie di eventi concatenanti tra loro.
L'uomo che aveva commissionato gli acchiappa-topi a Stockman, non era quel che si diceva un uomo comprensivo e disposto a dare la possibilità di riscattarsi a chi non riusciva a '' finire i compiti'', ma non era nemmeno il tipo di persona che puniva un solo responsabile e accettava di lasciare impunita la causa diretta dell'insuccesso.
I robot acchiappa-topi tra le loro ampie nonchè discutibili risorse, avevano anche quella di registrare tutto ciò che era composto da tessuti viventi. Ne aveva registrati cinque.
- Sono loro la causa del nostro fallimento...- fece l'uomo dai tipici tratti giapponesi prima di accanirsi su quell'immagine con uno strano bracciale da cui spuntavano lame affilate - ed il prezzo che dovranno pagare sarà alto. Molto alto.-
Negli ultimi anni, le tartarughe e la loro sorella avevano conosciuto un mondo nascosto da tutto e da tutti, vivendo in isolamento totale e quello che conoscevano del '' Mondo di Sopra'', come lo chiamava Sarah lo conoscevano grazie alla radio, il computer e la tv che Donatello riusicva a reperire e riparare.
Piccolo ma sicuro, dove il momento più sgradevole che avevano conosciuto erano le piccole scaramucce tra fratelli.
Da quel giorno avrebbero avuto a che fare con un nemico ben più pericoloso di quanto potessero immaginare.
  
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