Ringrazio anche solo chi legge.
Un nuovo inizio
Il pianto di Trunks
risuonò per tutta la camera, Vegeta
socchiuse un occhio e mugolò.
“Donna…”
iniziò a bofonchiare.
Bulma s’indicò
la gamba fasciata.
“Non è colpa
mia, non sarebbe successo se non avessi dovuto
sistemare la Gravity Room” disse con tono di sfida.
Il principe dei saiyan
sospirò, si alzò in piedi e
sbadigliando raggiunse la culla. Il bambino era illuminato dalla luce
della
luna che filtrava dalla finestra e Vegeta prese il suo primogenito tra
le
braccia. Iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza,
sbadigliando
rumorosamente e cullando il piccolo, trascinava i piedi e i suoi occhi
erano cerchiati
da delle profonde occhiaie.
“Dovresti cantargli una
ninna nanna” disse Bulma. Vide gli
occhi del marito brillare nell’oscurità.
< Quanto sa essere sinistro
alle volte > pensò.
“Potrei cantarla io, ma
devi coricarti qui vicino a me”
propose.
Vegeta sporse il labbro e
aggrottò la fronte.
< Non sono convinto. E se
coricandomi col moccioso in
braccio lo schiacciassi per sbaglio? > si domandò.
“Dai” lo
incalzò la moglie, il saiyan annuì e si
coricò
accanto a lei, tenendo il piccolo appoggiato sul petto.
Bulma iniziò a cantare,
Trunks smise di piangere e man mano
di scalciare. Man mano che la voce di Bulma risuonava nella stanza, i
numeri
dell’orologio digitale sul comodino si susseguivano.
Bulma smise di cantare e
sbadigliò.
“Vegeta, il piccolo adesso
sicuramente dorme, puoi
rimetterlo nella culla” disse dolcemente. Risuonò
solo il succhiare ritmico di
Trunks, che nel sonno si era messo l’indice in bocca e lo
ciucciava
rumorosamente.
< Che scimmione maleducato,
potrebbe almeno rispondere!
> pensò Bulma. Si voltò di scatto e
s’immobilizzò, Vegeta si era assopito,
un sorriso sulle labbra e il bambino stretto tra le braccia.
< È la scena
più toccante e dolce che io abbia mai visto.
Con che coraggio potrei svegliare uno dei due?” si chiese
Bulma. Delicatamente
sfilò Trunks dalle braccia del marito, si spostò
lungo il letto rimanendo
seduta, tenendo il piede fasciato sollevato e si sporse, adagiando il
figlio
nella culla, coprendolo con una copertina azzurra su cui erano
disegnati dei
gatti.
< Mia madre è stata
tanto cara a cucirla per me >
rifletté. Sfilò il dito dalla bocca di Trunks, ma
il bambino se lo rimise in
bocca, continuando a dormire.
< È già
cocciuto come suo padre… quel bambinone si
addormenta con le ninne nanne > pensò.
Strisciò all’indietro e si sdraiò,
abbracciò Vegeta e si posò delicatamente la testa
del marito tra i seni.
Il principe dei saiyan continuava a
dormire profondamente,
Bulma gli accarezzò la testa, delle ciocche more larghe due
dita scivolarono
dalla sua capigliatura a fiamma e formarono una frangetta davanti alla
fronte
spaziosa di Vegeta.
“Buona notte, amore
mio” bisbigliò Bulma con voce quasi
inudibile. Adagiò la testa sul cuscino, chiuse gli occhi e
si addormentò,
continuando a stringere l’uomo.
Nel sonno avvolse una delle due gambe
abbronzate e muscolose
di lui, con la propria sana.
Vegeta, continuando a dormire,
l’abbracciò a sua volta,
strofinando il capo contro il petto di lei.
I loro respiri risuonavano nella
stanza, insieme a quelli
del figlio, che aveva smesso di succhiarsi il dito e gorgogliava ogni
tanto nel
sonno.