Ringrazio anche
solo chi legge.
Vegeta
si rende conto che non può vivere senza Bulma e
decide di mettere finalmente da parte il suo orgoglio per chiederle
scusa solo
dopo le vicende del Cell Game.
Remake
di ‘E ritorno da te’. Scritta
sull’omonima
canzone di Laura Pausini.
Seguito
di ‘Anche i cuori di plastica battono’.
Oltre
l’orgoglio
E
ritorno da
te nonostante il mio orgoglio.
Bulma
si sedette accanto a Chichi e le porse una tazza di caffè.
“Senza
Goku a casa sembra sempre tutto così vuoto”
mormorò Chichi.
<
Abbiamo vinto, Cell è stato sconfitto, ma la nostra vita
sembra non
voler ripartire > pensò Bulma.
“Da
quando Trunks del futuro è ripartito anche casa mia
è più silenziosa.
Quando
hai bisogno di aiuto con il piccolo Gohan, puoi venire qui”
la
rassicurò.
“Bulma…
sono incinta… di un bambino, ho deciso di chiamarlo
Goten” mormorò
Chichi.
Una
lacrima le rigò una lacrima.
Bulma
abbracciò l’amica.
<
Cosa potrei dire a una donna che sa che i figli cresceranno senza un
padre? Che il più piccolo neanche lo conoscerà
mai? Che il più grande si
sentirà il peso della protezione dell’intero mondo
sulle spalle? > si
chiese.
Il
piccolo Trunks iniziò a vagire, agitandosi nella culla.
“V-va
pure da lui” gemette Chichi.
Bulma
la cullò contro di sé e sospirò.
“Torno
subito” la rassicurò, si alzò e si
diresse verso il proprio bambino.
Prese il neonato in braccio e lo cullò, Chichi si
passò la mano sulla lacrima.
“So
che posso contare su di te, tranquilla” mormorò
con voce tremante.
“Credo
abbia fame, lo devo allattare” ammise Bulma, arrossendo.
“Fa
pure. Presto toccherà anche a me” disse Chichi.
Chiuse gli occhi e
cercò di sorridere.
***********
<
Dannazione. Non ho altra scelta, ho smesso di
dormire, il suo viso mi ossessiona in qualsiasi momento, anche da
sveglio >
pensò Vegeta. Spinse la porta socchiusa ed entrò,
Bulma era seduta davanti alla
finestra, al suo fianco c’era Trunks appisolato nel
passeggino.
<
Sono ritornato da te nonostante il mio orgoglio
> rifletté Vegeta, guardandola.
“Donna…”
sussurrò.
Bulma
dilatò le narici e sollevò la parte sinistra del
labbro superiore in un tic, voltandosi.
“Hai
di nuovo fame, scimmione?” chiese gelida.
Vegeta
serrò i pugni e chinò il capo.
“Non
dirmi che finalmente hai deciso di tornare a
combattere” disse Bulma, alzandosi in piedi.
“Dopo
la morte di Kakaroth non me la sento” rispose Vegeta
con voce rauca.
<
È così solo, sconfitto. Vederlo così
arreso mi fa del male al cuore
> pensò Bulma.
“Ti
ho fatto rientrare in casa mia, ma l’averti riaccolto qui,
nonostante
tutto, non significa che io ti possa perdonare.
Hai
abbandonato nostro figlio” disse Bulma.
La
sua figura si riflettevano nelle iridi color ossidiana di Vegeta.
<
Non sono meno orgogliosa di te se voglio, mio principe >
pensò.
“Lo
so” rispose Vegeta con voce roca.
“Sono
giorni che stai sdraiato su un letto, se non
fosse stato per il torneo in cui sei andato con Mirai Trunks, saresti
già morto
d’inezia. Non mangi, non riposi…” si
lamentò Bulma.
“Donna…
ti prego, lasciami parlare…” la interruppe Vegeta.
La guardò in viso, le sue iridi color ossidiana erano
liquide.
“Donna,
pensavo che aprendoti il mio cuore, mi avresti incarcerato. Non mi
ero reso conto che avessi bisogno di te” disse con voce roca.
Vide
il proprio riflesso nelle iridi color cielo di Bulma.
“Quindi
mi stai davvero chiedendo di cancellare il passato per ricominciare
da capo?” chiese Briefs.
“Voglio
sapere se c’è ancora qualcosa di noi dentro gli
occhi tuoi” disse
Vegeta. Si morse l’interno della guancia.
“Abbandonerai
nuovamente il nostro tesoro più grande?”
domandò Bulma.
<
Forse avevo preteso troppo da lui, non era ancora pronto.
Però ora non
possiamo lasciarci uccidere dal nostro orgoglio >
pensò.
Vegeta
guardò il bambino dai capelli color glicine.
<
Ha la mia stessa espressone anche quando dorme e da sveglio possiede
il mio sguardo, alcuni miei gesti in modo inconfondibile >
pensò.
Un
soffio di vento s’infiltrò attraverso la finestra
e sferzò gelido Bulma,
che rabbrividì.
<
Ti vorrei nuovamente Vegeta > pensò la donna.
Vegeta
l’avvolse tra le braccia, Bulma avvertì una
sensazione di piacere
sentendo le mani bollenti dell’uomo su di sé.
“Possiamo
riprovarci? Ti giuro che non lascerò mai più
‘nostro figlio’” le
chiese Vegeta con voce calda all’orecchio.
“Promesso?”
domandò Bulma.
“Te
lo giuro sul mio onore” le disse Vegeta.
“Riproviamoci,
allora” concesse Bulma.