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Autore: luisa13    02/12/2017    0 recensioni
Lui, un calciatore che ama il divertimento e le feste è il nuovo acquisto di una squadra importante .
Lei, una giornalista che cerca di farsi strada nel mondo del calcio dove le donne sono in minoranza.
Riusciranno a trovare il modo per stare insieme senza che nessuno interferisca nella loro relazione?
Genere: Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando sei piccolo hai tanti sogni, vorresti diventare un medico, un'astronauta o un calciatore. Poi cresci e speri di realizzare almeno uno di questi sogni, ma si sa che la vita è piena di scelte sbagliate e di ostacoli. A volte sei tu che sbagli. A volte sono gli altri a mandarti fuori strada, ma altre volte dopo tanti sacrifici riesci a trovare la tua strada. Per questo ora mi ritrovo nella sala conferenze di una delle squadre più importanti al mondo in attesa di iniziare la mia nuova avventura.

Entro nella sala dove ci sono tanti volti nuovi. Mi posiziono tra l'allenatore e il direttore sportivo che mi porgono la maglia con il mio cognome e il numero
– MARIANI 30 –

Scattiamo alcune foto di rito prima delle domande da parte dei giornalisti.

Appena mi siedo iniziano le domande, un giornalista che rappresenta una delle testate giornalistiche più importanti d'Italia mi fa un paio di domande semplici. Si susseguono altre domande da parte di giornalisti di testate altrettanto famose. Dopo circa 30 minuti l'addetto stampa avverte che il tempo a loro disposizione è quasi terminato, il che significa che può essermi fatta l'ultima domanda, che mi viene posta da una donna in fondo alla sala di un sito che non conosco, si presenta come Federica Camilli e sembra inizialmente abbastanza impacciata.

"A 22 anni sei giovane, riuscirai a sopportare la pressione di giocare in una squadra con questo blasone? Molti giocatori con molto più esperienza di te hanno fallito in precedenza" dice guardandomi dritto negli occhi ma la mia risposta non si fa attendere.
"E' difficile vero, ma sono qui proprio perché mi piacciono le sfide da ora in poi la mia prerogativa sarà quella di dare il meglio per la squadra" rispondo soddisfatto ma lei non sembra aver terminato.
"Ma i suoi precedenti parlano di un ragazzo a cui piacciono più il divertimento e le donne che il campo e la maglia" controbatte "si sente veramente pronto per questo salto verso una squadra che punta a ritornare in Champions League?" mi rivolge questa domanda con aria di sfida.
"Certo, mi sento pronto e il mio passato ora non significa più niente, ora conta solo il futuro, il mio e soprattutto quello della squadra"
Il tempo è terminato così lei si risiede ma non è soddisfatta della mia risposta, il suo viso esprime tutto il suo disappunto, ma a me non importa, la conferenza è terminata e ora mi appresto a tornare a casa.

Per il momento non ho un auto ma ho tutta l'intenzione di prenderne una al più presto, per qualche giorno quindi dovrà accompagnarmi il mio agente. Durante il viaggio verso casa ripenso a tutte le domande, la maggior parte sono state ovvie e banali ma quella donna mi ha leggermente spiazzato. Anche se il mio passato mi precede avevo pensato che per una volta sarebbe stato messo da parte, invece a quanto pare non è successo, dovevo aspettarmelo dopotutto sono giornalisti. Che poi cosa c'è di male se un ragazzo si diverte? Forse in alcuni casi ho esagerato ma niente di che, alla fine non ho fatto mai male a nessuno.

Nel frattempo mi rendo conto che siamo arrivati a casa. La casa è a metà strada tra il centro di Milano e il centro allenamento della squadra. E' una villetta a due piani, al piano terra c'è una cucina spaziosa, un salone, un bagno e un'altra stanza vuota, di sopra c'è la camera padronale con un bagno privato, altre due camere da letto e un bagno.

Entro in casa, mi butto sul divano e mentre accendo la tv il mio agente si siede accanto a me.

"Lo sai vero che credo in te?" mi dice con il suo tono calmo.
"Si"
"Allora sai che quella giornalista ha ragione, prima tu non eri proprio un esempio, devi cambiare, intesi?"
"Intesi"
Il mio agente è anche ma sopratutto un amico di famiglia, mi conosce da quando ero piccolo, mi ha sempre appoggiato nel mio desiderio di diventare calciatore ed è grazie a lui che sono qui ora, ma anche grazie alla mia famiglia che non mi ha fatto mai mancare nulla. Per questo mi sono detto che non devo mandare a rotoli questa grande opportunità. È in pratica il sogno di ogni ragazzino giocare in una grande squadra ancora di più se è la squadra che tifi da quando sei nato.

"Va bene, ora vado ti lascio, tuo padre ha detto che questa domenica ci sarà la grigliata, ci vediamo lì"
Arrivare a Novara dove abitavo prima insieme ai miei genitori richiede almeno un'ora di auto, ma per loro questo ed altro, oltretutto sono impaziente di vedere loro, mia sorella e la mia nipotina che adoro.

Il pre-ritiro della squadra è iniziato da qualche giorno invece dopo questo weekend partiremo per il ritiro vero e proprio in una zona di montagna.

Il mattino seguente mi preparo per l'allenamento, incontrerò tutti i miei nuovi compagni di squadra e non vedo l'ora di giocare insieme a tutti questi campioni. Entro in campo insieme agli altri ed iniziamo ad allenarci. Il tempo passa in fretta fra le indicazioni del mister e dei suoi assistenti, così mi ritrovo già nello spogliatoio a scambiare due chiacchiere con alcuni di loro con cui ho legato di più, tra questi c'è il capitano argentino quasi mio coetaneo, attaccante come me e titolarissimo.

Oltre a lui ci sono Danilo, Ivan, Roberto e Andrea il più giovane di tutti.

E' venerdì pomeriggio e devo andare a comprare un auto, ne ho assolutamente bisogno, sono stanco di essere scarrozzato dai miei compagni e dal mio agente. Vado direttamente dal concessionario BMW perché so già che auto prendere. Una X3.

La domenica mattina mi alzo presto e mi avvio verso casa con l'auto nuova. Appena apro la porta mia nipote Laura mi viene incontro, ha 3 anni ed è una forza della natura.

"Zioooooo" mi urla.
"Tesoro sei cresciuta tantissimo"le dico mentre la prendo in braccio e la riempio di baci.

Dietro di lei con molto più lentezza arrivano mia sorella Giorgia che ha 27 anni e suo marito Filippo. Riporto Laura per terra, prima abbraccio mia sorella poi stringo la mano a Filippo.

"Fratellino da quando hai una BMW?" mi dice Giorgia
"Da quando gioco in una squadra che mi paga molto di più"
"Non ti montare la testa" mi ammonisce.
"Va bene, dove sono mamma e papà?"
"In giardino"
Mi dirigo verso il giardino e trovo mia madre Bianca e mio padre Lorenzo intenti a grigliare la carne insieme a loro c'è Marco, il mio agente, saluto i miei e mi siedo su una sieda da giardino.

"Daniele come va? Sembri stanco" mi dice mia madre.
"Nah, sto bene" rispondo con un sorriso per tranquillizzare mia madre.

Nel frattempo arrivano in giardino anche il resto della famiglia. La grigliata prosegue bene, mio padre griglia la carne con l'aiuto di mia madre, Marco, Giorgia e Filippo parlano tra loro e a volte con i miei genitori, mentre io e Laura giochiamo, ovviamente, con il pallone.

A fine giornata ci rilassiamo stando seduti in giardino, mia sorella si siede accanto a me, penso che voglia continuare il discorso di prima riguardante l'auto.

"Sai ho visto la tua intervista, mi è sembrata interessante l'ultima domanda"
Sbuffo e la guardo male.
"Quale? Quello del divertimento? Come mai non mi sorprende questa cosa?"
"Perchè spero che ora davvero metterai la testa a posto, è la tua occasione più grande. E' la tua squadra del cuore quella che tifi da quando eri piccolo non rovinare tutto ok?"
"Non ti fidi di me?" le dico in tono sdolcinato
"No, poi se me lo dici così ancora meno"
"Ho capito, farò il bravo. Te lo prometto"
"Devi, è il tuo sogno non..." la blocco prima che inizi un lungo discorso.
"Lo so lo so, non devo rovinare tutto"la guardo "Darò il 100% per la squadra"
"Lo spero" poi sorride all'improvviso "a proposito dell'intervista quella giornalista era carina"
Sbuffo di nuovo e alzo gli occhi al cielo.
"Che c'è? Solo perché non sei d'accordo con lei non vuol dire che non può essere carina" dice continuando a sorridere.
"So dove vuoi arrivare ma no, al momento voglio concentrarmi solo sulla squadra e poi domani partiamo per il ritiro"
"Ok fratellino, se ti serve qualcosa chiamami va bene?"
"Sicuro" si alza e mi saluta.

Lei, Filippo e Laura ritornano a casa mentre io rimango un altro po' per chiacchierare con i miei genitori e Marco. Poi però vista la partenza di domani decido di ritornare anche io a casa. Saluto tutti e mi dirigo verso casa. Domani mi aspetta una lunga giornata.

Come previsto il giorno della partenza per il ritiro è faticoso, per fortuna appena arrivati andiamo nelle nostre stanze per riposarci, domani iniziamo i veri allenamenti. Il giorno dopo ci ritroviamo tutti al campo di allenamento, i primi esercizi sono davvero difficili, le gambe sono pesanti e il caldo non ci da tregua. Nel frattempo riesco ad integrarmi velocemente nello spogliatoio, faccio amicizia con tutti, cosa molto importante visto che poi la fiducia si trasmetterà anche sul campo.

È passata la prima settimana e domani si gioca la prima amichevole, sarà utile per iniziare a mettere in atto gli schemi del mister. Oggi pomeriggio ci sarà un breve conferenza stampa ed è per questo che in quell'arco di tempo avremo del tempo libero. Finiti gli allenamenti esco dallo spogliatoio e mi dirigo in hotel dove dobbiamo pranzare, poi più tardi con alcuni compagni abbiamo deciso di fare una passeggiata nel paese dove si trova l'hotel. Ma appena uscito dallo spogliatoio mi ritrovo la giornalista della mia presentazione.

"Ehi dolcezza ti sei persa?"le sorrido.
"Spiritoso, comunque non chiamarmi dolcezza e no non mi sono persa" lei invece mi rivolge una smorfia.
"Certo però la sala per le conferenze stampa è dall'altra parte" mi avvicino a lei e le indico con un dito la direzione giusta.
"Oh beh vorrà dire che ora andrò nella direzione giusta" si gira e se ne va.
"Ehi aspetta" mi avvicino a lei e cammino al suo fianco "Che ne dici di venire con noi invece di andare a quella noiosa conferenza stampa?"
"Sei davvero divertente oggi" mi rivolge un'occhiata di ammonimento "ma io non voglio perdere il lavoro e poi chi ti dice che con voi"si ferma, mi rivolge il suo sguardo e mi punta un dito contro agitandolo "mi divertirei di più?"

Siamo arrivati così lei entra nella stanza e si siede al suo posto, lasciandomi li come un cretino senza possibilità di risposta. Ok, quella donna è strana, si comporta come se io fossi un serpente velenoso. Lascio perdere e mi avvio all'hotel dove mi aspettano i miei compagni.

La prima amichevole è sempre la più complicata, oggi giocheremo contro il Nancy, squadra francese, alle 20.30, io non partirò titolare ma spero di entrare nella ripresa.

La partita non è a livelli altissimi visto il caldo e i pochi allenamenti ma nonostante questo nel primo tempo segniamo un goal, realizzato da Mauro. All'intervallo il mister decide di farmi entrare proprio al posto dell'autore del goal e insieme a me fa entrare anche altri giocatori. Riusciamo a creare qualche azione pericolosa e a 10 minuti dal termine riesco anche io riesco a segnare il mio primo goal con la maglia della squadra.

La partita termina 3 a 0 per noi, dopo il mio goal ha segnato anche Antonio. Come prima partita non è andata male, ma ovviamente abbiamo ancora tanto da fare. In ritiro dobbiamo rispettare degli orari, soprattutto la sera, entro le 22 dobbiamo essere tutti in hotel.

Passano altri 3 giorni all'insegna degli allenamenti, molti dei quali duri. Il nostro mister Luciano è un uomo che dice sempre le cose come stanno e quando svolgi i tuoi compiti in modo perfetto alla fine ti elogia. Io mi sto allenando al massimo ma ancora non ha fatto nessun apprezzamento, forse perché probabilmente si aspetta ancora di più da parte mia e anche perché dobbiamo essere tutti davvero in forma per l'inizio del campionato.

Quest'anno dobbiamo almeno provare a qualificarci in Champions League, cosa molto difficile visto che al momento per i quattro posti a disposizioni ci sono sei squadre che se li contendono, però non dobbiamo scoraggiarci, oltre al campionato c'è la coppa italia che è un obiettivo più alla nostra portata ma dobbiamo sempre dare il massimo in ogni partita.

Domani dobbiamo disputare la seconda amichevole contro il Sassuolo. Come la partita precedente parto dalla panchina. Subito i miei compagni passano in vantaggio. Prima però dell'intervallo gli avversari pareggiano. Nel secondo tempo il mister mi lascia ancora in panchina ma poi visto il risultato bloccato sull'1 a 1 mi fa entrare al 60esimo. Dopo dieci minuti servo un assist per Ivan e andiamo così in vantaggio, risultato che arriva così fino al termine.

Prima di entrare negli spogliatoi il mister mi da una pacca sulla spalla.

"Sei stato bravo a servire il tuo compagno, era in una posizione migliore"

Io gli rispondo con un grazie. So che non devo montarmi la testa ma sono felice che il mister abbia apprezzato il mio assist.

Rientro in hotel ma fuori dall'entrata scorgo un viso conosciuto.

"Ehi dolcezza, come mai da questa parti?"
"Ti ho detto di non chiamarmi dolcezza, che c'è non ti ricordi il mio nome?" con voce più bassa e sprezzante aggiunge "Ovvio che non te lo ricordi chissà quante ragazze incontri al giorno" poi alza di nuovo la voce "comunque per la cronaca mi chiamo Federica Camilli"
"Ok sono colpevole non ricordavo il tuo nome, però non essere così aggressiva. Ti sei persa di nuovo?" rido ma lei non prende per niente bene la mia risata.
"No, sono qui per alcune indiscrezioni di mercato"
"Su chi? Sono curioso" mi guarda male
"Se permetti devo tornare al lavoro" si gira e si avvia lontano da me ma io la blocco prendendola per il braccio.
"Va bene ho capito, che mi dici se dopo il ritiro ti invito a cena fuori?"
"Perché mai dovrei venire a cena con te? Non hai nessuna ragazza a tua disposizione?" risponde con rabbia.
"Perché si e comunque no, voglio uscire con te, sei bellissima e hai un carattere che mi piace"
"Oh che carino, ma no grazie. Io vado, ci si vede in giro"

Ancora una volta mi lascia li a fissare la sua schiena mentre si allontana. Non capisco perché c'è l'ha con me. Ma in generale non capisco le donne, dovrei lasciar perdere anche lei ma c'è qualcosa che mi attira davvero. Tralascio questi pensieri e rientro in hotel.

Nei giorni seguenti chiamo i miei e mia sorella, cosa che ultimamente non ho fatto, racconto loro un po' di tutto, degli allenamenti, del caldo, delle partite e del complimento del mister e poi solo con mia sorella ho parlato di Federica.

"La giornalista è una ragazza davvero difficile. Ho provato a parlarle ma lei scappa ogni volta"sento mia sorella sbuffare dall'altro capo del telefono.
"Mi pare ovvio, hai la fama di playboy è normale che non voglia avere niente a che fare con te"
"Ma è da almeno un anno che non esco più con nessuno, che dovrei fare? Chiudermi in un convento?"
"Probabilmente non sei il suo tipo"
"O forse è lei la strana"
"Ma ti piace" non è una domanda.
"Si....diciamo"
"Allora fai il bravo e vedi che un occasione l'avrai"
"Ok, vedremo. Devo andare ci sentiamo"
"Ok ciao"
Arriva la penultima amichevole del ritiro, contro una squadra spagnola, si gioca alle 20.30. Nonostante mi sia impegnato tantissimo negli allenamenti il mister mi fa partire ancora una volta dalla panchina. Il primo tempo termina 2 a 1 per noi. All'inizio del secondo tempo entro. Dopo pochi minuti siglo il 3 a 1. A 20 minuti dal termine segno la mia doppietta e 5 minuti prima del fischio finale servo anche un assist per Marcelo. La partita termina con il risultato di 5 a 1.

Grazie a questi giorni passati insieme alla squadra penso che questo è l'anno giusto per la mia carriera, devo solamente non incasinare tutto. Facile a dirsi un po' meno a farsi, sono abituato che qualsiasi cosa bella nella mia vita la rovino in brevissimo tempo.

Il tempo passa velocemente quando pensi solo ad allenarti e a passare il tempo con i tuoi compagni di squadra. Ma in tutti questi giorni non riesco a fare a meno di pensare alla giornalista, beh in teoria dovrei stare alla larga dai guai e lei ne sembra portare parecchi ma in pratica vorrei uscire almeno una volta con lei. Cosa al momento impossibile visto che non ho nemmeno il suo numero di telefono.

Ci stiamo preparando per la prossima e ultima amichevole contro il Real Madrid. Stavolta parto titolare insieme a Mauro, il mister sta provando un nuovo modulo, il 4-3-1-2.

La preparazione inizia ad avere i suoi effetti infatti riusciamo a giocare meglio, ma la squadra avversaria è troppo forte, si vede che è la squadra vincitrice in carica dell'ultima Champions League. Il primo tempo termina sullo 0-0, nel secondo tempo il mister effettua un paio di cambi ma io e il mio compagno di reparto rimaniamo in campo, solo che il mister cambia modulo nel 4231 e io devo spostarmi dietro la prima punta, ruolo che non amo ma che devo accettare. La squadra avversaria va in vantaggio a 10 minuti dalla fine. Noi proviamo a pareggiare ma non ci riusciamo. La partita termina con una sconfitta. Sappiamo che la squadra che avevamo di fronte era troppo forte ma questa sconfitta comunque ci demoralizza. Il mister se ne accorge e ci incoraggia, nonostante la sconfitta abbiamo giocato bene.

Quando ritorno in camera ripenso alla partita, ai miei movimenti, quelli sbagliati e quelli giusti. Lo faccio sempre, ma quando usciamo sconfitti la cosa è più accentuata. Voglio migliorare lo faccio per me ma soprattutto per la squadra, il mio sogno lo sto toccando con mano e non voglio lasciarlo andare.

Quando ero piccolo mi piaceva da matti guardare giocare un calciatore in particolare. Obafemi Martins, detto Oba Oba, correva tantissimo ed era velocissimo, quando segnava esultava con una capriola e per un ragazzino vedere tutto ciò era puro divertimento. Sarebbe stato facile dire che mi piaceva Ronaldo, Ibrahimovic, Milito ed Eto'o, ma Oba era il mio idolo e lo sarà sempre.

I miei pensieri vengono interrotti da una telefonata del mio agente. Chiacchieriamo per qualche minuto, lui mi chiede come sta andando il ritiro e se mi sto ambientando nella squadra. Chiusa la telefonata vado a dormire.

Il ritiro termina e facciamo ritorno a Milano.

Di solito mi piace uscire, andare in discoteca e trovare una bella ragazza con cui passare la serata ma stavolta ho deciso che non volendo rovinare tutto eliminerò le uscite dalla mia agenda e mi preparerò per tante serate a casa da solo o con alcuni amici.

Dicono sia il destino a farci incontrare la nostra anima gemella, io non ci credo fino a quando il giorno prima dell'inizio del campionato mi scontro, letteralmente, con la mia bella giornalista in un supermercato.

Ovviamente succede un casino, visto che le faccio cadere tutto quello che ha in mano tra cui del latte quindi noi ci ritroviamo entrambi con i vestiti zuppi di latte e il pavimento allagato dove si è riversato tutto il resto della bottiglia.

Lei mi guarda con aria assassina.

"Beh complimenti, come al tuo solito hai fatto un casino"
"Guarda che sei tu che sei venuta addosso a me" le dico con un sorrisetto.
Ok ora sono proprio sicuro, mi vuole morto.
"Sei proprio uno stronzo!"
"Ok calma, mi dispiace ma seriamente sei tu che non mi hai visto, cosa difficile visto che sono alto e molto bello"
"Presuntuoso che non sei altro" si sta infuriando ancora di più.
"Mi vorrei far perdonare, che ne dici di una cena insieme?"
"Non ci penso proprio"
Fa per voltarmi le spalle ma glielo impedisco.
"Lasciami stare"
"Non ci penso proprio" riprendo la sua stessa risposta di proposito "si può sapere cosa ti ho fatto?"
"Non vedi? Mi hai fatto cadere tutto quello che avevo in mano"
Si abbassa e inizia a raccogliere le cose che non sono inzuppate di latte, mi abbasso anche io e l'aiuto.
"Intendo in generale, cos'ho fatto per meritarmi il tuo disprezzo?" cerco di guardarla negli occhi ma lei è concentrata sui prodotti a terra.
"Niente, sei solo un presuntuoso egocentrico antipatico menefreghista giocatore di calcio"
"Ok e da cosa hai dedotto tutti questi bei aggettivi?" mantengo un tono leggero ma all'improvviso lei alza lo sguardo e mi guarda dritto negli occhi con rabbia.
"Dal fatto che non ti importa di nessuna donna, conosco il tuo passato e anche se da un pò sembri essere diverso non vuol dire che lo sei veramente. Il lupo perde il pelo ma non il vizio"
Faccio un lungo sospiro e mi gratto la guancia.
"Mi dispiace che tu ti senta così, ma il passato è passato. Sto provando a cambiare, dammi un opportunità, una sola cena e poi decidi tu se vuoi continuare a uscire con me" le faccio un sorriso sincero.
Lei si alza, si sposta e fa passare un dipendente del supermercato per permettergli di pulire, io mi avvicino a lei mentre aspetto una sua risposta.
E' molto concentrata, sta pensando come rispondere alla mia richiesta poi alza lo sguardo su di me, fa un leggero sorriso, così penso di essere vicino ad un suo "si".
"Sai hai ragione potremmo uscire insieme" poi mi fa un sorrisetto beffardo "potremmo ma non accadrà"
"Non mi arrendo sai, mi lasci il tuo numero?"
"Come no" fa una risata e si allontana.

Ritorno a casa giù di morale, so che è bellissima e immagino abbia una corte infinita di uomini che vorrebbero uscire con lei. Ripensandoci però non so neanche se ha già un ragazzo forse per questo non vuole uscire con me, da un parte spero sia così altrimenti non riesco a capire il motivo del suo no. Devo solo trovare qualcosa che attiri la sua attenzione, però allo stesso tempo non devo farmi distrarre, domani inizia il campionato e ho tutta l'intenzione di dare il mio contributo che parta o meno titolare non importa, è il mio sogno e neanche una ragazza può distrarmi da esso.

Le prime due partite del campionato sono contro l'Hellas Verona e il Torino, in entrambe vinciamo ma io ho giocato 15 minuti in due partite. Il poco minutaggio dovrebbe scoraggiarmi ma siamo solo all'inizio quindi devo solo avere un po' di fiducia in me stesso e nel mister. Durante queste due settimane ho incontrato Federica tre volte, ma non sono riuscito a conversare con lei, era troppo impegnata a fare il suo lavoro ma l'ho beccata un paio di volte a rivolgermi lo sguardo, le ho sorriso e lei si è voltata dall'altra parte, entrambe le volte. Giuro quella ragazza mi infastidisce ma allo stesso tempo mi attrae, non so proprio cosa fare, non riesco a togliermela dalla testa, l'unico modo per farlo sarebbe uscire con lei ma lei non ne vuole sapere e quindi niente, sono bloccato in questo circolo. Ora c'è la pausa nazionali quindi chi non è stato convocato, come me, ha un po' di tempo libero in più. Così decido di andare alla ricerca di Federica nel mio tempo libero, detta così sembro uno stalker ma non è così, voglio solo invitarla a cena, si di nuovo. Che fatica la vita da gentiluomo!

Finalmente riesco ad ottenere un incontro con lei in un bar, non sa che sono io, sa solo che sono un calciatore che vuole raccontare la sua storia e che ha chiesto espressamente di lei.

Sono nel bar che l'aspetto, quando entra e incrocia il mio sguardo noto che cambia subito espressione, da rilassata passa ad arrabbiata nel giro di mezzo secondo, ma non vuole fare una scenata così si avvicina e si siede comunque.

"Cosa ci fai tu qui?"
"Stavo aspettando te"
"Non ci credo che hai fatto questo, hai chiesto di me solo per un tuo interesse personale?" ora è disgustata, ottimo faccio progressi.
"Si, perché tu non mi rivolgi mai la parola" avvicino il mio viso al suo e abbasso la voce "sono attratto da te e voglio cenare con te almeno una volta, se mi concedi questa cena e capisci che non sono davvero il tuo tipo ti lascerò in pace"
"Se no?" risponde con aria di sfida, io invece continuo a sussurrare sempre più vicino al suo viso.
"Se capisco invece che anche tu sei attratta da me continuerò a cercarti, semplice" mi allontano e poggio la schiena alla spalliera della sedia.
Lei sembra ancora intontita poi però scuote leggermente la testa e mi guarda intensamente.
"Ok, ti lascio il mio numero" le porgo il mio cellulare "Ma ad una condizione, non mandarmi messaggini inutili, non ho il tempo ne la voglia di stare tutto il tempo al telefono con te, quindi contattami solo quando hai cose importanti da dirmi. Capito?" finisce di scrivere il suo numero e alza la testa sorridendo.
"Perfetto" sorrido anche io mentre lei si alza.
"Ci sentiamo" dice scuotendo il cellulare poi si volta ed esce. E io ritorno a casa felice come un bambino il giorno di Natale.

La sosta è terminata e domenica ci aspetta una partita davvero difficile, giochiamo contro la Juve, la nostra nemica per eccellenza insieme al Milan. La partita è sentita tantissimo soprattutto da parte dei nostri tifosi, quindi noi dobbiamo dare il massimo per farli gioire.

Come nelle due precedenti partite il mister mi fa partire dalla panchina. Nel primo tempo al 20esimo passiamo in svantaggio, nonostante avessimo giocato meglio noi fino a quel minuto. Nei minuti iniziali del secondo tempo riusciamo a pareggiare. Icardi è il marcatore. Ci proviamo a vincerla tanto che il mister mi fa entrare a 20 minuti al posto di un centrocampista, ci provo anche io con un paio di tiri che però risultano deboli o fuori dallo specchio della porta. A 5 minuti dal termine Roberto ci porta in vantaggio. La partita finisce 2 a 1 per noi, i festeggiamenti sono d'obbligo ma siamo solo alla terza partita, abbiamo una lunga strada ancora da percorrere.

Dopo la partita mi rilasso guardando la tv, il telefono suona è un messaggio di mia sorella.

- Ehi, complimenti per la vittoria. Ti voglio bene :*
- Grazie sorella!

Forse non è il momento adatto visto l'orario ma sto pensando di mandare un messaggio a Federica, so che non è il tipo ma un messaggio non può ucciderla.

- Ehi dolcezza, come stai?
Passano dieci minuti e finalmente mi risponde, sono stato con il cellulare in mano per tutto il tempo in attesa di una sua risposta.
- Mi sembra di aver chiarito il fatto che non puoi chiamarmi dolcezza, comunque sto bene e tu? oggi avete vinto. I tuoi compagni sono stati fantastici.
- E io? :(
- Hai giocato poco.
- Mi stai dicendo che sono inutile?
- Forse
- Beh grazie, ci sentiamo. Buonanotte.
- Buonanotte.

Vado a dormire e il mattino seguente sogno lei, capelli castani, occhi scuri e profondi.
Devo organizzare al più presto la cena, se no esco fuori di testa.
Sono passati altri tre giorni e non ho ricevuto ne una telefonata ne un messaggio da parte di Federica, inizio a spazientirmi, non sono un tipo che ha pazienza quindi spero che si decida prima o poi.

Passano altre due settimane durante le quali abbiamo disputato altre due partite, una vinta contro la Spal in cui ho segnato anche un goal ma di poca importanza visto che era il quarto per noi, una pareggiata contro la Lazio dove ho giocato solo 10 minuti, ma oltre alle due partite l'altra cosa più importante è che non ho nessuna notizia di lei, ho detto di non avere pazienza? mi sbagliavo, ne ho avuta, pure troppa, ora però basta. Sono a casa così mi siedo sul divano, prendo il cellulare e proprio nel momento in cui sto per avviare la telefonata bussano alla porta.

La apro e mi ritrovo con mia grande sorpresa proprio lei con una bottiglia di vino in mano, mi sorride ed entra.

"Volevi una cena? bene sono qui per la cena, ovviamente cucini tu, io ho portato il vino"
"Sei seria?"
"Mai stata più seria in vita mia di così"
"Ok, mi sta bene"
"Bene, mostrami la cucina devo versarmi un bicchiere di vino, ne ho proprio bisogno"

Ci dirigiamo verso la cucina e inizio subito a mettermi all'opera, non voglio di certo sfigurare davanti a lei. Si avvicina alle mie spalle e inizia a controllare quello che sto cucinando, così io mi faccio distrarre dal suo profumo.

"Sei sicuro che sai come si cucina?"
"Certo perchè?"
"Perchè nel forno c'è qualcosa che si sta bruciando" ride.
"Dannazione"
Apro più in fretta che posso e tolgo dal forno la torta al limone, per fortuna è solo un pò più rossa del solito ma nulla di non mangiabile.
Mentre cucino lei è molto silenziosa così cerco di fare conversazione.
"Allora come va al lavoro?"
"Bene"
"Ok, ti piace lavorare li?"
Beve un sorso di vino e sospira come se volesse fare tutto tranne che rispondermi.
"Perchè?"
"Perchè cosa?"
"Perchè io? E perchè vuoi sapere della mia vita privata?" a queste parole un pò ci rimango male ma rispondo comunque.
"Perchè mi piaci e perchè non sono uno stronzo senza cuore come tu pensi"
"Ah - ah"
La conversazione termina li, lei non dice più niente e io non le faccio più domande, so che sarebbe stata difficile ma non pensavo lo sarebbe stato così tanto. Spero di abbattere tutte le sue barriere con questa cena.

 




   
 
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