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Autore: sangueoro    02/12/2017    3 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Felicity sentiva le labbra di Damien che premevano sulle sue, dopo un primo momento di confusione avvertì il suo ritmo cardiaco, l’odore del suo sangue… frastornata aprì leggermente la sua bocca che stava tenendo serrata… 

Il ragazzo ne approfittò immediatamente per approfondire il bacio, la lingua di Damien iniziò a giocare delicatamente con la sua, un calore che non aveva mai provato prima cominciò ad irradiare il suo corpo… ma lo stregone si allontanò bruscamente da lei… 

Felicity si portò una mano alla bocca per nascondere le sue zanne che erano spuntate senza che potesse evitarlo, arrossendo fuggì via in un baleno, lasciando il ragazzo impietrito.

Damien respirava profondamente cercando di riprendere il controllo, poi si guardò intorno «Le telecamere!» quasi urlò prendendosi la testa tra le mani.

 

 

«Ho bisogno di parlarti» 

Oliver si era avvicinato a Klaus che stava chiacchierando con Kol, il tono di voce era serio e determinato, l’Ibrido guardò il fratello che si allontanò immediatamente.

«Non qui…» continuò l’umano «andiamo a fare due passi…» 

«Devo chiederti una cosa» iniziò a parlare Oliver dopo qualche minuto che camminavano nel parco «ma ho bisogno di fare una premessa, inoltre non devi reagire alla tua maniera che ti chiudi a riccio e non mi lasci parlare… e non fare dell’ironia, perché è una cosa dannatamente seria!»

«Non vorrai chiedermi la mano di mia sorella?» chiese Klaus.

«Ecco… questo è il tipo di atteggiamento che ti ho chiesto di evitare!» rispose brusco l’umano «No… è una cosa ancora più importante!» spiegò.

L’ibrido lo guardò interrogativo.

«Io ti considero un amico!» iniziò a dire Oliver «Non il fratello di Rebekah… ma un mio amico! 

E non me ne frega niente di tutto quello che dicono su di te! Loro non ti conoscono bene! E i tuoi fratelli si sono dimenticati chi sei veramente! A loro discolpa devo dire che ce l’hai messa tutta per farglielo scordare! 

Io invece ti ho conosciuto quando hai deciso di far calare questa maschera che ti sei tenuto addosso per secoli… e non fare quella faccia! 

Devi accettare il fatto che ti stimo… e che mi fido di te!

Non ho molte persone a cui chiedere questa cosa… ma vorrei che ti fosse chiaro che anche se avessi la possibilità di rivolgermi a migliaia di persone… la chiederei in ogni caso solo a te!»

«Ok… taglia corto e dimmi cosa vuoi…» rispose Klaus.

«Voglio che mi trasformi»

L’Ibrido restò impassibile mentre guardava l’uomo davanti a sé.

«Non dici niente?» chiese Oliver.

«No» rispose l’Originale.

«No… è la tua risposta?»

«No… non dico niente…»

«Ci ho pensato molto…» ricominciò a parlare Oliver «Se ti dicessi che non lo faccio per Rebekah e Felicity ti mentirei… lo faccio per stare con loro è evidente… ma lo faccio anche per te! Per Caroline… per i tuoi fratelli… e soprattutto lo faccio per me.

Per sentirmi bene, a mio agio… per vivere a pieno la mia vita! E la mia vita è questa! Ho appena trascorso la festa del Ringraziamento con dei vampiri, degli stregoni e dei licantropi! E abbiamo fatto discorsi assurdi! Da reparto psichiatrico!

Un tizio ti ha convinto che stavi per morire! Ti si è presentato ripetutamente nelle sembianze di Caroline e a quanto pare ti ha fatto anche delle avance!

E non solo ho capito tutta la storia... ma l’ho trovata divertente! E non ci ho trovato nulla di strano…» Oliver scosse la testa sorridendo.

«Non sono più l’uomo che è arrivato qui… e neanche il mio mondo è più lo stesso…» sospirò l’uomo. «Ma in un certo senso sono sempre la stessa persona! Mia sorella è sempre la mia sorellina… e oggi mi ha preparato il dolce che tradizionalmente si preparava nella nostra famiglia in questo periodo dell’anno.

Siamo noi la cosa importante, quello che proviamo, quello che sentiamo… perché dovrei restare in un angolo e vivere a metà? Per timore di cosa? Di non saperla gestire?

Vi ho osservato molto in questo ultimo periodo, ognuno di voi vive la propria natura a suo modo!

Guarda le Angel’s, sono quattro sorelle così diverse tra di loro.

Anche voi Mikaelson avete ognuno il vostro modo di fare! Siete tutti un po' paranoici e arroganti… ma credo che sia una questione di dna e del fatto che avete vissuto per un millennio… ma non è detto che io ci arrivi a spengere mille candeline… e in ogni caso è una preoccupazione che posso rimandare a tra qualche secolo.

Stamattina sono andato a fare gli auguri alle nostre vigilanti e ho guardato per qualche minuto i monitor.

E lo sai cosa ho visto? Rebekah che cercava di evitare che Damon mettesse un dito nella salsa di mirtilli, Alaric che controllava il tacchino nel forno… Eric che ci provava con Bonnie e Vincent che lo guardava infastidito.

Caroline dava ordini a destra e manca e sgridava tre ragazzine perché correvano troppo vicine ai fornelli.

Senza audio… senza sapere se stavano parlando di incantesimi o vampiri.

Sono sicuro che quella era una scena che si stava ripetendo nella maggior parte delle case americane, dove vive una famiglia numerosa…

Quindi ti chiedo… mi aiuti a farne parte al meglio?»

«Non ne vuoi parlare con Rebekah e Felicity?» chiese Klaus.

«No… voglio che sia una decisione mia, non voglio fare un dibattito sulla questione. Non voglio sentire la loro opinione a riguardo, per poi poterla usare come scappatoia o giustificazione quando dovrò affrontare momenti difficili che son sicuro si presenteranno! Non voglio poter dire “Mi dovevi fermare… “ o sentirmi dire “Ti dovevo convincere a non farlo“.

Io e te… da soli e stasera» disse tirando fuori una sacca di sangue dalla tasca del suo giubbotto.

Klaus prese il telefono.

«Che fai?» domandò Oliver.

«Ho una cosa di cui occuparmi, Love… porto Oliver con me, avverti anche mia sorella. Ti spiego tutto al mio ritorno, ci vediamo domani mattina…» cominciò a parlare l’Ibrido senza rispondergli «Ti amo…» mormorò prima di riattaccare «A quanto pare non posso più assentarmi una notte intera senza almeno avvertire!» spiegò.

 

 

Felicity stava camminando nel bosco piangendo e disperandosi.

Era corsa via e non si era fermata fino a che non era stata sicura di essersi allontanata abbastanza.

Era la prima volta che veniva baciata, anche se una volta che aveva segnato un gol importantissimo il suo Mister l’aveva stretta forte e le aveva dato un bacio sulla fronte, aveva provato un emozione fortissima, ma niente a che vedere con quello che era successo con Damien.

Nella sua scuola in Irlanda c’era un ragazzo che le piaceva, ma era più grande di lei e non aveva mai avuto il coraggio di rivolgergli la parola.

Poi si era trasferita negli Stati Uniti, non aveva avuto il tempo di ambientarsi e tantomeno farsi degli amici…

La ragazza si accasciò a terra contro un albero, si prese le ginocchia con entrambe le braccia e continuò a piangere.

Non le era mai successo che le sue zanne uscissero senza che se ne rendesse conto, i primi tempi non lo facevano neanche quando le servivano! 

Ripensò al modo in cui Damien l’aveva spinta via, quando la sua lingua aveva avvertito la presenza dei suoi canini.

Una mano sulla spalla la fece sobbalzare «Sono io…» disse Emma.

«Dai, vieni con noi… non è sicuro stare qui da sola» sussurrò Cristina «Tra l’altro anche tuo fratello e Klaus sono dei paraggi a farsi una passeggiata notturna» continuò aiutandola ad alzarsi.

La ragazza si guardò intorno, spaventata all’idea di incontrare Oliver e di non sapere che scusa trovare per giustificare la sua presenza nei boschi a quell’ora.

«Se ci vedono gli diciamo che eri con noi… ti volevamo far vedere come facciamo le nostre ronde!» la tranquillizzò Emma prendendola per mano.

Muovendosi velocemente si allontanarono e dopo qualche minuto erano nel loro cottage.

Donna era davanti ai monitor, Lucy in piedi alle sue spalle, Felicity si avvicinò e vide che stavano guardando Damien che era rimasto nel salottino del convitto.

Il ragazzo compariva su due dei monitor, su una era ripreso di fronte… l’altra era una ripresa laterale, la giovane vampira sgranò gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento che le vigilanti avevano visto tutto.

Arrossì violentemente nascondendosi il viso tra le mani.

«Ehi…» l’abbracciò Lucy «non ti curare di quello che queste quattro vecchiette hanno visto… Non ci pensare! Ne vediamo tante di cose durante il giorno!»

«E’ da solo…» mormorò Felicity «non dovrebbe restare da solo»

«Non si è mosso… è restato li per tutto il tempo» riferì Donna.

La giovane vampira lo guardò sdraiato sul divano, le braccia dietro la testa appoggiato su uno dei braccioli, guardava il soffitto pensieroso.

Lucy prese il telefono «Gioia, dovresti andare nel salottino piccolo dell’area relax del convitto, non chiedermi il perché, non spetta a me dirtelo… ma c’è Damien che è da solo, se vuoi un consiglio tesoro, non forzarlo a dirti nulla» aggiunse guardando le sorelle.

 

«Ehi! Mi chiedevo dove fossi finito» esclamò Damon avvicinandosi.

«Te lo hanno detto le Angel’s dove fossi finito…» rispose il ragazzo.

«Se vogliamo essere del tutto onesti anche prima della chiamata di Lucy speravo che fossi qui, ti ho visto mentre ti allontanavi con Felicity. Se fosse stata un’altra ragazza… ti devo confessare che ti auguravo di essere altrove! Hai un intero dormitorio deserto a pochi metri da qui» ribatté l’uomo.

Damien sgranò gli occhi «Tu non dovresti essere quello che mi dice di non fare cavolate, di stare attento… »

Damon scoppiò a ridere «Parlo così perché non c’era nessuna possibilità che tu usassi davvero uno dei letti del dormitorio!»

Il ragazzo sospirò.

«Damien… è inutile che ci giriamo intorno… dove è Felicity?»

«Non lo so»

Damon prese il cellulare «Dove è Felicity? Devo chiamare Rebekah?» chiese, poi ascoltò la risposta «Non me lo potevate dire prima?» sospirò prima di riattaccare.

«E’ di là con loro… »

Damien si mise seduto, l’uomo si accomodò accanto a lui.

«Devo chiamare Elijah per quelle lezioni?» chiese dopo qualche secondo di silenzio.

«Basta che non chiami Oliver…» rispose il ragazzo.

Damon lo guardò.

«L’ho solo baciata!» si affrettò a precisare lo stregone.

«Ok… è una ragazza molto giovane…» stava iniziando a dire Damon.

«Non è scappata perché non voleva… anche se è vero che non lo desiderava…» mormorò Damien.

«Beh, se tu la volevi baciare è giusto che tu ci abbia provato… consapevole che potevi essere respinto! Non c’è niente di male in questo, anzi… ci vuole coraggio!»

«Sono io che l’ho… respinta» mormorò il ragazzo «Mi sono spaventato…» confessò sussurrando guardandosi le scarpe.

L’uomo lo guardò interrogativo, poi capì e fece un profondo respiro «Ok… diciamo che ho una buona notizia» Damon si portò una mano a strofinarsi gli occhi «Scusami, ma quando mi sono immaginato di parlare con te di una cosa di questo tipo… non mi aspettavo di parlare di Felicity»

Damien sollevò leggermente lo sguardo.

«Ma capisco il perché stiamo parlando di lei… hai buon gusto ragazzo mio!» continuò Damon facendogli un occhiolino.

«E’ una vampira da pochissimo tempo, ancora non riesce a controllare le sue emozioni» spiegò l’uomo «quello che le è successo è la dimostrazione che le piaceva molto quello che stavate facendo.»

Il ragazzo si girò di scatto «Non si è arrabbiata? Non voleva… mordermi?»

«Se fosse stata arrabbiata, le sarebbe bastato spingerti via… e ti garantisco che saresti volato dall’altra parte della stanza… »

Damien sorrise, poi fece un sospiro sollevato «Era solo…» annuì senza terminare la frase.

«Già… » rispose Damon.

Lo stregone si appoggiò allo schienale del divano «Ora capisco meglio il perché Kol ha fatto quella battuta consigliando a Caroline di mordermi quando ci serviva il mio sangue per l’incantesimo» commentò pensieroso.

Damon gli mise un braccio intorno alle spalle e lo attirò a sé «Per ora limitiamoci ad imparare a baciarla senza farla scappare… per il corso di approfondimento direi di aspettare ancora un altro po’!»

 

«Perché qui?» chiese Oliver «Quando ci siamo diretti verso la casetta sull’albero pensavo che lo avremmo fatto lì…» spiegò.

«Hai bisogno di buio… c’è troppa luce nella casa sull’albero, ci siamo passati solo per prendere queste!» replicò Klaus tirando fuori da una sacca due bottiglie di whisky e tre bicchieri.

«Te lo chiedo un’unica volta Oliver… sei sicuro?»

«Si»

Klaus si morse un polso e riempì per un terzo il bicchiere che aveva in mano.

«Sláinte!» esclamò porgendolo ad Oliver.

«Non sapevo che parlassi irlandese…» commentò l’uomo prendendo il bicchiere «Sláinte!» ripeté portandoselo alla bocca e bevendo il contenuto tutto in un sorso, senza lasciar trapelare il disgusto che stava avvertendo.

Klaus che lo stava fissando fece un sorriso compiaciuto. 

«E ora?» chiese l’umano.

«Ora… ci beviamo su» rispose l’Ibrido riempiendo due bicchieri con il whisky.

«Sono irlandese! Non mi bastano due bottiglie per andare in coma etilico!»

«Oliver… siediti e bevi!»

«Sembri più nervoso di me…»

«Se non la finisci ti ammazzo davvero!»

 

Felicity guardava Damien che parlava con Damon.

Il ragazzo era seduto sul bordo del divano, era curvo e con una mano si teneva la fronte.

L’uomo gli stava parlando tranquillamente, poi sembrò sconcertato da quello che lo stregone gli stava dicendo.

«Gli sta raccontando che mi ha allontanato con forza…» sussurrò.

Lucy le mise una mano sulla spalla.

«Ridono…» mormorò la ragazza.

«Non sappiamo cosa si stanno dicendo…» le ricordò l’anziana vampira.

«Potrebbero non star ridendo di me… ma si stanno divertendo… e io invece non ne ho proprio voglia» fece con un sospiro.

«Ci vuoi dire cosa è successo?» chiese Donna.

Lucy le diede una gomitata.

«Non possiamo aiutarla se non ce lo dice!» rispose la sorella «Come hai detto, non sappiamo cosa si stanno dicendo…»

«Non abbiamo parlato!» replicò Felicity con le lacrime agli occhi «Mi stava baciando e poi mi ha spinto via… perché sono una vampira! Scusate… buona notte!» esclamò prima di saettare via velocemente.

«Da dove arrivi?» chiese Hope ritrovandosela vicino.

«Tu dormivi… sono andata a fare una passeggiata» rispose Felicity.

Poi scorse Damon e Damien che stavano tornando.

«Andiamo in camera…» le sussurrò ad un orecchio, poi velocemente si mosse verso le scale.

«Ma che le prende?» esclamò la streghetta allargando le braccia, poi si alzò e passando davanti a Damien lo fissò per qualche secondo «Se è colpa tua… ti trasformo in un rospo!» lo minacciò puntandogli un dito contro.

«Così poi arriva una bella principessa e con un bacio ti fa tornare normale» sospirò sognante Josie.

«I miei incantesimi non si rompono con una cosa così banale!» chiarì Hope.

«Ma ci vuole il bacio del vero amore!» le ricordò Lizzie.

«Ed allora lui non ha speranza! Resterà un rospo per sempre» sentenziò la strega Mikaelson avviandosi verso le scale.

Damon rideva divertito, mentre Damien seguiva Hope con lo sguardo un po' preoccupato.

La ragazzina entrò nella camera, la sua amica era distesa sul letto.

«Che ti è successo?»

«Io e Damien ci siamo baciati»

Hope rimase a bocca aperta.

«E come è stato?»

«Bellissimo… all’inizio, poi lui mi ha respinto e si è allontanato»

La streghetta sgranò gli occhi.

«Ho tirato fuori le zanne…» confessò Felicity..

«E perché? Lo volevi mordere?»

«No! Non lo so perché mi sono cresciute!»

Hope sospirò, iniziando a riflettere.

«A papà… ma anche a mamma o ai miei zii… ho visto che succede quando si arrabbiano molto… non potrebbe accadere anche quando ti emozioni?»

«Beh… sicuramente ero agitata! Non avevo mai baciato un ragazzo!»

«Felicity, io ho sentito zia dire spesso di quanto sei brava… che ti controlli, che la voglia di bere sangue non ti fa mai essere… cattiva… se per una volta non sei riuscita a restare calma, non è una cosa grave…» la ragazzina si era seduta sul letto e l’accarezzava.

«E’ grave… perché lui si è impaurito e mi ha respinto»

«E’ un maschio! E’ un pappamolla!» esclamò la streghetta.

«Ma ora come faccio a guardarlo in faccia?» sospirò Felicity.

«Non c’è problema… tanto domani mattina lo trasformo in un rospo…»

 

Lizzie stava correndo verso il salotto con una custodia in mano.

«Dove corri?» chiese Caroline.

«Damien ci ha promesso di insegnarci a giocare!» spiegò la figlia emozionata.

«I ragazzi monopolizzano sempre la console» continuò il ragazzo prendendo il dischetto «spero che non ti dispiaccia se ho promesso a Josie e Lizzie di farle giocare un po' a questo gioco, è molto carino… è un gomitolo di lana con le fattezze di un piccolo omino, Yarny… per avanzare di livello dovrà affrontare diversi enigmi e rompicapo, deve costruire liane, ponti, aquiloni e altri oggetti utili usando il suo filo… ti giuro che non è un gioco violento» espose titubante.

«Dicevo solo perché è un po' tardi… ma dopotutto siete in vacanza» replicò Care sorridendo.

«Un paio di livelli… e poi dritti a nanna!» promise Damien.

«Buon divertimento!» alzò le spalle Caroline.

Un’ora dopo Lizzie e Josie entrarono nella stanza tutte sorridenti, si avvicinarono a Felicity ed Hope che sdraiate una accanto all’altra sul letto stavano trafficando sul portatile.

«Che fate?»

«Shopping on line!» rispose Hope «Tra qualche minuto è il black friday!»

Lizzie bussò sulla spalla di Felicity, poi le consegnò un foglietto di carta ripiegato.

La ragazza si mise seduta, poi lo aprì.

“Scusami…

Non volevo reagire così…

c'était merveilleux“

 

Klaus rideva guardando l’amico «Goditela, Mate… non ti sarà più possibile sbronzarti così!»

«E’ questo che volevi fare? Farmi ubriacare?» chiese Oliver buttando giù tutto d’un fiato il contenuto del bicchiere «Perché non ci sono neanche lontanamente vicino!» esclamò sollevando il bicchiere vuoto.

«Certo…» sghignazzò l’Ibrido.

«Ma è vero! Guarda…» l’uomo si alzò e si arrampicò sulla grata.

«Scendi da lì… che se cadi ti rompi l’osso del collo! Non vorrai togliermi il divertimento!»

«Ho chiesto a Eric di farmi vedere quanto è lunga la sua playlist!» annunciò Oliver rimettendosi seduto «Sei curioso di saperlo?»

«No… ma tanto tu me lo dirai lo stesso!» rispose Klaus.

«Un’ora e 24 minuti!» proclamò infatti l’uomo con un ghigno ammirato.

«Nettamente al di sotto della media…» commentò il vampiro «Ma quella notte Caroline mi ha confidato una cosa che mi ha mandato su di giri…»

«Ohhh… » sospirò Oliver.

«E lo so… succede anche ai migliori!»

«Non me lo dirai vero?» chiese l’umano.

L’Ibrido scosse la testa.

«Comunque 84 minuti sono lunghi…»

«Non tanto quanto ci si diverte! E poi bisogna vedere da quando ha iniziato ad ascoltarla, ora che ci penso… credo di poter contestare il riscontro cronometrico!»

Oliver scoppiò a ridere.

L’Ibrido si mosse velocemente, l’uomo non se ne rese neanche conto, in un unico, letale e fulmineo movimento Klaus gli spezzò il collo, poi con un sospiro lo adagiò delicatamente a terra.

L’Originale tornò seduto e si versò da bere «Sláinte, Mate… » mormorò alzando il bicchiere verso il corpo esanime di Oliver.

Bevve lentamente il suo whisky, poi prese il telefono.

«Devi venire subito nelle grotte dei Lockwood, ma mi raccomando… non devi dirlo a nessuno! E’ importante…»

Una mezzora dopo la donna entrò trafelata e si bloccò scorgendo il corpo del loro amico.

«MIO DIO…» urlò mettendosi in ginocchio accanto ad Oliver «Non hai potuto fare niente?» chiese in lacrime mentre gli accarezzava il volto.

«Sono stato io…» mormorò l’Ibrido «Me lo ha chiesto lui…»

La ragazza sgranò gli occhi «SEI IMPAZ…» stava urlando prima di interrompersi rendendosi conto di quello che era successo.

«E’ stato molto convincente, con argomentazioni valide… molto motivato…» riferì Klaus fissandola.

«Ma Rebekah? E Felicity…»

«Non ha voluto coinvolgerle… ma ti posso garantire che era il desiderio inconfessabile di mia sorella… che lui prendesse questa decisione, anche se Oliver non lo sapeva…»

«Devo preparare un anello solare!»

«Perché pensi che ti ho buttata giù dal letto a quest’ora?»

«Chiama Caroline…»

«Non serve… ci penso io…»

«Non la devi chiamare per Oliver… ma per te!» esclamò Bonnie uscendo dalla grotta.

Klaus guardava il corpo immobile del suo amico, era sdraiato supino e sotto la testa aveva il suo giubbotto che l’Ibrido aveva ripiegato come cuscino improvvisato. 

Di punto in bianco Oliver si risvegliò e con un profondo respiro alzò il busto fino a mettersi seduto, poi ricadde all’indietro e restò di nuovo immobile. 

L’Originale gli si avvicinò per controllarlo, poi prese di nuovo il telefono. «Puoi venire alle grotte dei Lockwood, Love?»

 

Caroline entrando vide Klaus che era seduto per terra con un bicchiere in mano, si fissarono qualche secondo, poi l’uomo spostò il suo sguardo e la donna lo seguì, portandosi una mano alla bocca, sgranò gli occhi.

Care inspirò profondamente e controllando l’impulso di avvicinarsi ad Oliver tornò a guardare Klaus «E’ quello che penso?» mormorò «Ti prego… dimmi che è quello che penso…»

L’Ibrido annuì.

«Non è così che dovevate farlo!» sbraitò la vampira «Vi ha dato di volta il cervello a tutte e due?»

«E’ la sua trasformazione… ho fatto come voleva lui!» ribatté l’uomo.

«Potevamo farlo nei nostri sotterranei! Dove si è trasformata anche Felicity! In un letto… con Rebekah e sua sorella vicine… non capisco perché così… da quanto tempo lo stavate progettando?»

«Non è un party, Love! Me lo ha chiesto stasera…»

«Cosa?»

Klaus guardò Caroline, poi si alzò e gli andò incontro.

«Stasera mi ha chiesto di uscire a fare quattro passi, dicendomi che voleva parlarmi… ha fatto una premessa, come al suo solito lunga e prolissa… mi aveva convinto già a metà arringa… è un avvocato nato!» l’Ibrido sorrise scuotendo il capo, ma poi vedendo lo sguardo di Care tornò serio «Era quello che voleva!» affermò.

«Senza parlarne con sua sorella, senza discuterne con nessuno… così, di punto in bianco? Una decisione così importante?» la vampira era sconvolta.

«Non ha voluto parlarne con nessuno per prendersi la piena responsabilità della sua scelta! E poi ci sono io! Ed ora ci sei anche tu… anche se mi pento di essermi lasciato convincere da Bonnie a chiamarti!» Anche Klaus cominciava ad innervosirsi.

«Bonnie lo sa?» domandò Care.

«L’ho dovuta chiamare! Dopo aver…» l’Ibrido sospirò, poi indicò il corpo di Oliver «gli deve preparare un anello solare… »

Caroline annuì «Scusami, non volevo mettere in discussione la tua decisione di assecondarlo… ma devi capirmi, è una cosa… mi serviva qualche minuto per mettere a fuoco la situazione…»

Klaus convenne con un sospiro «Quando si sveglierà ci troverà qui… io, te e Bonnie… è molto di più di quel che abbiamo avuto entrambi quando è stato il nostro momento» chiosò, ricevendo un cenno di assenso dalla donna.

Caroline si inginocchiò vicino ad Oliver, gli sistemò meglio il giubbetto sotto la testa, rassettò i suoi vestiti e con un sorriso cercò di domare una ciocca ribelle dei suoi capelli corvini «Vi siete proprio trovati voi due… testardi… orgogliosi… audaci…» sussurrò chinandosi per dargli un bacino sulla tempia.

«Non funziona così, Love… non basta il bacio della principessa a risvegliare il prode cavaliere…»

Caroline sorrise scuotendo il capo.

Klaus si era seduto di nuovo nel punto dove lo aveva trovato quando era arrivata e aveva ricominciato a bere «Ovviamente il motivo principale è di stare insieme a Becks e Felicity, ma non lo ha voluto fare solo per quello… ha parlato un po' di tutti, voleva sentirsi parte di questo nostro assurdo mondo…»

«Amore mio…» lo interruppe Caroline «Lui ancora si deve risvegliare, qui ci siamo solo io e te… nessuno ti sentirà! Puoi dirlo…»

Klaus sorrise «Certo… ha messo anche me… nell’elenco»

«Ha messo principalmente te…» lo corresse Care, sedendosi accanto a lui e prendendogli il bicchiere dalle mani per berne il contenuto.

L’Ibrido con un sospiro annuì.

Un’ora dopo tornò anche Bonnie «Ho trovato solo questo» disse provando al dito di Oliver un anello con un importante montatura in argento e un lapislazzulo ovale.

«Un po' appariscente» commentò Care.

«Sembra l’anello di un pirata…» valutò Klaus divertito.

«E allora potrà mettersi al timone di un bel vascello… senza friggere al sole» replicò la strega, riprendendosi il gioiello «appena sorgerà farò l’incantesimo» annunciò tendendo una mano verso l’Ibrido facendogli cenno di versarle un po' di whisky.

«Aveva ragione Oliver… due bottiglie erano poche» commentò Klaus.

Oliver si risvegliò e svenne più di una volta, poi finalmente quando cominciava ad albeggiare si riprese definitivamente.

«C’è una tromba d’aria li fuori?» biascicò «E tutti gli uccelli e gli animali del bosco stanno tenendo un concerto…» continuò prendendosi la testa tra le mani.

«E normale… ma questa cosa passerà appena completerai la trasformazione» lo rassicurò Caroline.

«Che ci fanno loro due qui?» chiese Oliver a Klaus «Ti avevo detto che doveva restare una cosa tra me e te»

«Senza di me e senza questo…» replicò Bonnie facendogli vedere l’anello «non potevi uscire da qui!»

«Ed io mi annoiavo a guardarti mentre ti facevi il sonnellino!» spiegò l’Originale.

Oliver alzò gli occhi al cielo «E ora?» chiese.

«Ed ora ci beviamo su!» rise Klaus lanciandogli la sacca di sangue.

I tre amici guardarono l’uomo mentre si nutriva per la prima volta.

«E’ fatta?» chiese Oliver.

Klaus annuì.

Bonnie prese Caroline per un braccio «Il sole è sorto… torniamo tra qualche minuto» spiegò mentre si dirigeva verso l’uscita seguita da Care.

I due uomini le guardarono mentre si allontanavano.

«Non mi sono accorto di niente, stavamo parlando e poi ho dei ricordi vaghi di te e Caroline che vi avvicinavate a controllarmi…» fece Oliver.

«Perfetto… era mia intenzione farlo quando meno te lo aspettavi» spiegò l’Ibrido.

«Grazie…»

«Non c’è di che…»

 

Con al dito il suo nuovo anello solare, Oliver uscì dalle grotte insieme ai suoi amici, si sentiva bene…

Era tutto un po' strano, gli odori erano più intensi, sentiva dei rumori che non riusciva a spiegarsi… tipo dell’acqua che scorreva, ma era più che sicuro che nelle vicinanze non c’erano torrenti o laghetti, anche i colori gli sembravano più brillanti.

Mentre camminavano non riusciva a fare a meno di sorridere.

Caroline lo guardava di sottecchi, lanciandogli occhiate curiose, il neo vampiro se ne accorse.

«Mi sto ricordando delle cose» spiegò l’uomo «alcune vorrei dimenticarle… tipo i momenti passati con Tom e Demelza, ora tutto è più dettagliato…» aggiunse infastidito.

«Magari ci tornerà utile» rifletté Klaus.

«Altre mi rassicurano su come Rebekah reagirà alla novità» commentò con un sorriso guardando il suo amico.

«Già…» sghignazzò l’Ibrido, seguito da Caroline.

«Non sapevo che si annullassero tutte le compulsioni quando ti trasformi, è una fortuna… mi avrebbe dato ansia saperlo! Avrei avuto timore di qualche brutta sorpresa… invece…» Oliver aveva gli occhi lucidi «non mi ha mai soggiogato… mai, ho sempre avuto il libero arbitro con lei… esattamente come mi aveva promesso» l’uomo cercava di controllarsi e ricacciare indietro le lacrime.

«Non comincerai a piagnucolare!» lo rimproverò l’Ibrido.

Caroline gli diede una gomitata e lo guardò irritata «Non ascoltarlo! Anche questo è perfettamente normale… le emozioni sono un casino! Specialmente all’inizio… ma tu sei uno degli uomini più equilibrati che conosco, troverai il modo di gestirle, devi solo avere pazienza.» lo rassicurò.

«Mi spiego tante cose» continuò Oliver con un sospiro «Mi sono sempre chiesto il perché Felicity fosse sempre così taciturna, così cupa… perché si isolasse…»

«Tua sorella è stata bravissima! Diventare una vampira subito dopo aver perso i vostri genitori… gestire un lutto con tutte le emozioni amplificate… io ed Elena non siamo state così brave…»

 

Quando arrivarono nei pressi della dependance, Oliver si fermò per prendere un profondo respiro «Ci siamo…» sussurrò.

«Voi siete sicuri che Rebekah reagirà bene…» domandò Bonnie perplessa.

Klaus e Caroline annuirono «Sicurissimi…» rispose l’Ibrido, poi dopo aver dato una pacca sulle spalle all’amico si allontanarono.

 

«Siete tornati…» biascicò Becca scorgendolo sulla porta della camera da letto, Oliver era da qualche minuto che la stava guardando mentre dormiva «Ma che cosa era questa faccenda così improvvisa che tu e Nik dovevate…» continuò mentre si stava risvegliando completamente, poi improvvisamente sgranò gli occhi, si alzò fulminea dal letto e avvicinandosi gli mise una mano sul petto… poi notò l’anello.

Lentamente sollevò la testa per guardarlo negli occhi «Siete stati attaccati… mio fratello ti ha dovuto curare… » cercò di darsi una spiegazione sempre più angosciata «Perché non mi avete chiamato!» aggiunse sconvolta.

Oliver scosse lentamente la testa «Non è andata così… è stata una scelta consapevole»

Rebekah lo guardò a bocca aperta.

«Ho chiesto io a Nick di trasformarmi… dopo averci riflettuto per un bel po' di tempo»

Becca continuava a fissarlo senza riuscire a parlare.

«Non volevo coinvolgerti… non volevo parlarne con nessuno, desideravo che fosse una decisione mia e solo mia… così da non poter incolpare nessuno nel caso succeda qualcosa che me ne faccia pentire o se avrò problemi ad adattarmi» Oliver sorrise «e visto quello che mi sono ricordato, quello che tuo fratello mi aveva soggiogato a dimenticare, so che anche se ora mi stai guardando sconvolta… ho fatto la scelta giusta a non metterti al corrente dei miei progetti»

L’uomo prese il viso della donna con entrambe le mani «Becca, non sopportavo l’idea di perderti, di essere solo una stella luminosa nella tua vita… so che è quello che ti ho detto una volta, ma non mi bastava… voglio essere il tuo uomo, voglio che tu condivida la tua esistenza con me senza doverci preoccupare di una data di scadenza inevitabile.
Certo potrei morire domani, Tom potrebbe conficcarmi un paletto nel cuore… ma sarebbe una cosa che non potrei evitare… rimanere un umano invece era una mia scelta… non sopportavo l’idea di decidere deliberatamente di darci un tempo limitato, voglio poter avere tutto con te…»

«Non è così…» sussurrò Rebekah «Stanotte hai gettato al vento la possibilità di avere una famiglia, dei figli… una vita normale…»

«Ho scelto di non avere una vita… convenzionale quando mi sono follemente innamorato di una donna straordinaria, fuori dal comune… io ce l’ho una famiglia! Tu e Felicity siete la mia famiglia! Caroline ha due figlie… Damon ed Elena hanno appena adottato un ragazzo, non sappiamo cosa ci riserva il futuro… l’unica cosa che so con sicurezza è che sarà con te… e comunque mi hai mentito… Ti amo esattamente come ti amavo ieri sera, i miei sentimenti non si sono amplificati, era impossibile…»

Rebekah lo avvicinò a sé cominciando a baciarlo… ridendo lo strinse forte e poi lo scostò leggermente per guardarlo «Sei bellissimo… » mormorò intenerita.

«Ok… » valutò l’uomo toccandosi i canini che erano sporti dalle sue labbra… «Questa cosa come si gestisce?»

«Ci vuole pratica… tanta pratica…» replicò Becca spingendolo con forza contro una parete.

Oliver reagì subito, invertì le posizioni e sollevandola se l’attirò contro, Rebekah allacciò le sue gambe intorno ai suoi fianchi «Impari subito…» sussurrò roca la vampira.

«Sei un’insegnante eccezionale…» rispose il vampiro.

 

«Ho sentito che eri già sveglio…» fece Bonnie appena Eric le aprì la porta «Ho pensato che avresti gradito una tazza di caffè, lo sto preparando… puoi scendere per colazione se vuoi»

«Grazie… molto gentile, questa cosa che mi imprigionate e mi liberate a vostro piacimento mi sta cominciando a far innervosire… anche se capisco le vostre ragioni» rispose il licantropo con un sospiro «d’altronde se non si fida completamente mio nipote, perché dovreste farlo voi…»

«Non sei stato una figura molto presente nella sua vita» commentò la strega facendogli strada.

«I fatti dicono questo e non posso contestarli… ma potrei giustificarli…» replicò Eric.

Bonnie si girò a guardarlo.

«Nelle mie ultime visite, io e George litigavamo in continuazione, in maniera sempre più violenta»

Entrarono in cucina e la strega prese due tazze, continuava a guardarlo rimanendo in silenzio.

«I motivi dei nostri litigi erano i più disparati, ogni scusa era buona… ma di fondo il problema era solo uno, le conseguenze della sua fuga d’amore…» continuò Eric.

«Pensavamo che tu lo supportassi… eri presente al loro matrimonio…» valutò la donna.

«Ed è così… lui ed Annabeth si amavano profondamente ed ero felice per loro… ma nonostante il tempo passasse le ripercussioni del loro gesto rimanevano, anzi… peggioravano, la mia famiglia… la mia vita… ne è uscita distrutta.

Tutto quello in cui credevo è stato spazzato via… non saremmo stati politicamente influenti come i Corey… ma noi eravamo una famiglia Reale! 

I discendenti di uno dei branchi originali, i miei antenati si sono avvicendati per secoli come coppia Alfa e quello era il ruolo che avrebbe dovuto assumere mio fratello con la sua consorte.

E’ difficile da far comprendere, ma in un branco… la leadership, il predominio… non si impone, viene riconosciuto dagli altri membri.

L’integrità, l’affidabilità, il senso della giustizia sono stati i valori che ci hanno insegnato dalla nostra nascita, io sono stato cresciuto e preparato per diventare il Beta di mio fratello.

Insieme avremmo dovuto pensare al benessere della nostra gente, avremmo dovuto prendere il posto dei nostri genitori quando non sarebbero stati più in grado di farlo».

Eric parlava lentamente, la sua voce era ferma e seria «Il branco è tutto… è la priorità, mio fratello invece aveva anteposto se stesso e non è un comportamento da leader… non è la cosa che le persone che ti vedono come la loro guida si aspettano.

Essere stati allontanati dal branco è stata una ferita mortale per mio padre, per lui e mia madre è stata la fine del loro mondo.

Per quanto riguarda me… il mito del lupo solitario è un falso… io ho bisogno di sentirmi parte di un qualcosa… a lungo andare… il rancore nei suoi confronti mi ha consumato, non sono riuscito ad evitarlo. Lui continuava a ripetermi che quando mi sarei innamorato come lui lo era di Annabeth, avrei compreso ma non è ancora successo…»

Bonnie era rimasta ad ascoltare in silenzio, stava per dire qualcosa quando furono interrotti dall’arrivo di Hayley e Freya.

«Anche voi mattinieri?» chiese l’Ibrida entrando.

Bonnie annuì.

«Se non avessimo avuto l’aereo così presto, sarei rimasta volentieri a dormire» spiegò la strega Mikaelson.

«Non sono riuscita a salutare Hope, mi dispiaceva svegliarla… dalle un bacino da parte mia e dille che ci vediamo presto» chiese Hayley mentre con Freya guadagnava l’uscita.

«Certo… voi state attente, chiamate appena arrivate» replicò Bonnie.

Eric attese che le due donne fossero uscite «Te lo devo chiedere… sono troppo curioso, ci sto riflettendo da ieri mattina… Hayley è una lupa, e neanche una lupa qualsiasi ho visto il tatuaggio, ma è anche un vampiro.

Dalle mie informazioni, l’Ibrido originale era riuscito a trasformare pochissimi di noi e anche quei pochi… si diceva che non erano sopravvissuti, che fossero stati uccisi dal loro creatore. Ci sono molte leggende su questa vicenda, nessuno sa esattamente il perché…

Ho sempre presupposto che fossero un esperimento non riuscito, che non fossero controllabili… quindi non utili alla causa ma solo una minaccia… e che questa fosse la ragione per il quale l’Originale avesse smesso di trasformarli.

Ma ora ne ho conosciuti due che fanno parte della stessa famiglia, che hanno addirittura una figlia, il che è impossibile per tanti motivi, ma uno in particolare… i fratelli del fortunato papà sono vampiri antichi, lo percepisco! Il che lascia presupporre che lo sia anche lui… ma c’è anche Freya, che è una strega… quindi umana, non dovrebbe essere così giovane! Non riesco a venirne a capo…» il licantropo la guardava di sottecchi, attento a cogliere la sua reazione.

«E’ semplice invece… i fratelli vampiri non sono così antichi. Sono solo una famiglia un po' speciale di streghe e stregoni e un fratello licantropo! Si sono ritrovati in una una situazione difficile incrociando la strada dell’Originale che li ha trasformati tutti! E' successo subito dopo la nascita di Hope, che è il motivo per il quale è rimasta coinvolta anche Hayley, che al tempo aveva una storia con Klaus, due licantropi che come ben sai, sono in grado di procreare… Freya è rimasta una strega perché in quel periodo viveva altrove» spiegò Bonnie.

«Ammetto che sembra verosimile» sorrise Eric «io invece ho un altra teoria che per quanto incredibile… è ancora più semplice e lineare. Se voglio soddisfare la mia curiosità sul perché il più leggendario e temibile della famiglia dei Vampiri Originali ha smesso di creare ibridi… non devo far altro che chiederlo a Klaus» affermò «che ovviamente non me lo confiderà mai…» aggiunse sogghignando.

«Se vuoi fantasticare su teorie assurde, accomodati…» chiosò Bonnie con un’alzata di spalle.

 

Felicity era distesa sul letto e guardava il soffitto, aveva passato la notte a cercare di capire come evitare Damien.

La sua condizione di vampiro le impediva di inscenare una finta influenza che sarebbe stata un’ottima scusa! Quella che ogni adolescente avrebbe adottato in una situazione come la sua!

Il biglietto di scuse che Damien le aveva fatto recapitare da Lizzie l’aveva in parte rassicurata ma non era ancora pronta ad affrontare il giovane stregone e ancor meno Damon! 

Era più che certa che il ragazzo gli avesse confidato quello che era successo tra loro.

Felicity voleva molto bene all’ex vampiro, ma il suo modo di fare così diretto e spontaneo a volte la metteva in imbarazzo “Non ce la posso fare!“ rifletté strofinandosi il viso con entrambe le mani.

«La mia offerta di trasformarlo in un rospo è ancora valida» Hope la stava guardando dal suo letto con un sorrisetto malefico.

«Molto gentile… da parte tua» rispose Felicity «ma non penso sia una soluzione»

«Soggiogalo… faglielo dimenticare!»

«Ci ho pensato… ma oltre a non essere giusto, è anche impossibile… è uno stregone! Non sono in grado di farlo!» rispose la giovane vampira.

«Mio padre o mia zia… lo possono fare»

«Certo… ingigantiamo il problema! L’ultima cosa che mi serve è che lo sappiano altre persone! Non bastano le… Damon!» si riprese all’ultimo «Non basta che lo sappia lui? Mi guarderà con quel suo sorrisino… che vergogna!» 

Un lieve bussare le distolse dalle loro chiacchiere, Rebekah fece capolino dalla porta «Fel… puoi venire con me?»

La ragazza annuì e poi scese del letto «Dammi cinque minuti per sistemarmi» chiese.

«Ti aspetto in cucina» rispose Becca.

 

Felicity stava chiudendo silenziosamente la porta per non svegliare le gemelle che ancora stavano dormendo, sobbalzò quando si sentì sfiorare una spalla.

«Ma non dovresti avere un super udito? Possibile che riesco a coglierti di sorpresa ogni volta?» 

«Ero soprappensiero…»

«Felicity…»

«Non ora Damien… Rebekah mi sta aspettando in cucina, sembrava una cosa importante…»

Il ragazzo annuì con un espressione delusa.

Con un sospiro la ragazza prese velocemente le scale, sparendo in un lampo.

 

«Di cosa stavate parlando tu ed Hope? Che cosa sa Damon che ti imbarazza tanto?» chiese Rebekah mentre stavano camminando verso la dependance.

Felicity abbassò lo sguardo arrossendo.

«Sono io tesoro… a me puoi confidare tutto» Becca si era fermata per accarezzare il viso della ragazza e farle un sorriso quando lei aveva rialzato lo sguardo.

«Ieri sera Damien… mi ha baciato» confessò la giovane vampira «ma poi mi ha allontanato con forza quando… ha sentito che… i miei canini erano…» Felicity riabbassò lo sguardo per cercare di trattenere le lacrime.

«E’ stata una reazione comprensibile… entrambe lo sono state» la confortò Rebekah.

«Non credo che Damien avesse mai baciato una vampira prima d’ora, non puoi biasimarlo perché d’impulso si è spaventato… » Becca le risollevò il volto per cercare di nuovo un contatto con i suoi occhi «e non puoi demonizzare te stessa per avere avuto quella reazione, che è normale! Tesoro… un ragazzo che ti piace ti stava baciando! Eri emozionata, del tutto presa dal momento, il tuo corpo ha reagito senza che tu potessi fare nulla per impedirglielo ed è una cosa naturale!

Ma questo è un bene… è una cosa bella! Perché significa che è stato un bel bacio, il primo deve essere speciale… magico… e il tuo lo è stato, sei una ragazza fortunata! Non sempre è così, non soffermarti su quello che è successo dopo, conserva in te il ricordo del durante!»

Felicity guardava Becca con un mesto sorriso «Ieri sera mi ha fatto arrivare un bigliettino di scuse…» rivelò titubante.

«Un ragazzo che sa chiedere scusa….» commentò Rebekah «Sei decisamente una ragazza fortunata» valutò annuendo sorridente.

«E ora? Come mi devo comportare…» chiese la giovane vampira.

«Ora lo tieni un po' sulle spine… per vedere di che pasta è fatto! Ma non troppo… sennò rischi di farlo demoralizzare»

«Stamattina era fuori dalla mia stanza, ma io gli ho detto che mi stavi aspettando…»

«Perfetto!» commentò l’Originale facendole un occhiolino e prendendola sottobraccio.

 

Oliver le stava aspettando appoggiato al bancone della cucina, aveva preparato la colazione per tutti e tre.

Aveva avvertito un po' di nausea mentre stava cucinando le uova, al contrario non era riuscito a trattenersi dall’assaggiare un po' del sangue che aveva versato in tre tazze colorate.

Felicity stava entrando al braccio di Rebekah, ridevano complici e l’uomo non poté evitare di pensare a quanto fossero belle insieme “Ha ragione Klaus!“ rifletté “Devo cercare di tenere sotto controllo tutto questo sentimentalismo!“

La sorella lo stava guardando sospettosa «Che hai Ollie? Sembri strano…»

Il fratello le sorrise «In effetti è successa una cosa… ma non preoccuparti, va tutto bene…»

Ora Felicity lo stava fissando ancora più intensamente.

«Dove vai Becca?» chiese Oliver vendendo che la ragazza stava uscendo per lasciarli soli «E’ una cosa che riguarda la nostra famiglia… me, te e Fel» poi vedendo che la donna era tornata indietro e si era messa accanto a sua sorella, prese un bel respiro 

«Felicity, tu mi conosci …sai che ci rifletto molto bene quando devo prendere una decisione… e quando arrivo ad una conclusione e agisco è esattamente quello che desidero fare, senza ripensamenti… stanotte ho chiesto a Klaus di trasformarmi…»

Felicity sgranò gli occhi, poi sommessamente iniziò a piangere «Mi sentivo tanto cattiva… » iniziò a dire singhiozzando «Avevo tanta paura di restare sola… ma non potevo chiederti di sacrificarti per me! 

Poi è arrivata Rebekah ed è andata un po' meglio, perché sapevo che lei ci sarebbe stata sempre» la ragazza prese una mano dell’Originale che le sorrideva commossa.

«Come anche Caroline… e Klaus…» continuò la giovane vampira «io voglio bene a tutti loro, ma non sono te» mormorò guardandolo «E io volevo te… quando ho visto che ti stavi innamorando di Becca ho pensato che lo stavo facendo anche per lei…» la ragazza assunse un’espressione colpevole.

«Fare cosa?» chiese Oliver.

«Ho iniziato quando ti ha rapito Tom» rivelò Felicity «Mi sono spaventata… così tutte le mattine ti mettevo una goccia del mio sangue nel caffè» confessò.

L’uomo la guardava sbalordito.

«Non potevo rischiare che ti uccidessero… già non sapevo come avrei fatto tra 60 anni quando saresti invecchiato!

Quando tornavi sano e salvo ero molto felice… ma una parte di me» la ragazza scuoteva la testa «nei momenti che ero un po' più triste, quando avevo un po' paura… quasi sperava che ti succedesse qualcosa… alcune volte ho immaginato di ucciderti io» confessò non riuscendo a guardarlo in faccia.

Rebekah sghignazzò, poi abbracciò la cognata «Non sei una cattiva persona… tesoro, non lo siamo nessuna delle due… anche io sognavo di ammazzarlo praticamente ogni notte!»

L’uomo le guardava sconvolto «Le due donne che amo più della mia vita negli ultimi mesi fantasticavano su come uccidermi?»

Le due ragazze abbracciate lo stavano guardando contrite, poi la consapevolezza dell’assurdità del momento ebbe la meglio e cominciarono a sghignazzare, seguite dall’uomo.

«E’ quasi una fortuna che vi ho preceduto e l’ho fatto fare a Klaus!» commentò avvicinandosi ad abbracciare le due ragazze.


























 
   
 
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