Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: YoonYoon01    03/12/2017    0 recensioni
"-Devo ammettere che questo è stato il compleanno più particolare della mia vita.- disse fissando il soffito.
Jimin cercò attenzioni, puntando lo sguardo nel suo.
-E' il tuo compleanno?-chiese sorpreso.
-Eh già...sto invecchiando!-scherzò Yoongi.
-Beh, che dire...BUON COMPLEANNO MIN YOONGI.-disse, per poi addormentarsi beatamente sul suo petto, cullato da quel caldo abbraccio."
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-Allora siamo d’accordo?- concluse  Hoseok, scrutando il volto indeciso dei suoi amici.
-Non so…non credo che sia così divertente.-disse Yoongi.
-Dai Yoongi! E’ il  tuo compleanno! Ce la spasseremo, dai. Vero Nam?.-rispose Hoseok, dando una leggera gomitata a Namjoon.
-Cosa? Ah, sisi, sarà così.-disse balbettando, abbozzando un piccolo sorriso.
-Posso chiedere a Jin di venire, vero?.-chiese con una luce  di speranza negli occhi.
-Ovviamente.-sorrise Yoongi.
Tutta questa situazione non gli  piaceva molto. Era il suo compleanno, ok, ma andare in un night club non era forse troppo esagerato?
Ci pensò  per interminabili  minuti, per poi scacciare via quei pensieri.
“Ma si…avrò modo di divertirmi” pensò.
-A che ora ci incontriamo?-chiese.
-Mhh, vogliamo fare per le 21.30 davanti al locale?-propose Hoseok.
-Va bene.-dissero in coro Yoongi e Namjoon.
Ore 18.30. Per Yoongi, le ore sembravano non passare mai. Anche se era impaziente all’idea di quel che dovevano fare, da un lato si sentiva indeciso e imbarazzato.
E se qualcosa fosse andato storto? Se qualcuno che conosceva passasse di lì? Se qualcuno venisse a sapere della serata, cosa ne sarebbe stata della sua reputazione?
“Ma cosa me ne frega.” Pensò.
“Tanto la gente avrà comunque da ridire su tutto quel che faccio.”
Tra un  sospiro e l’altro, finalmente giunsero le 21.30. Yoongi era arrivato in netto anticipo, non gli piaceva essere in ritardo.
-Aigoo, ma dove sono finiti questi due?- sbuffò, prendendo il cellulare dalla tasca.
-Stai aspettando qualcuno?- udì una voce.
Si girò, e notò che un ragazzo gli aveva posto quella domanda. Era poco più piccolo di lui, capelli arancioni e grandi labbra carnose.
“Scopabile”pensò Yoongi.
“Yaah, ma cosa diavolo vado a pensare!” pensò, scacciando quei pensieri poco casti.
Si inumidì le labbra, mentre lo sconosciuto scrutava insistentemente il suo viso.
-Ehi, non ti mangio mica.-scherzò, notando il rossore sulle guance dell’altro.
-Sto aspettando dei miei amici.-rispose guardandolo negli occhi.
-Capisco…beh, io devo andare. Buona serata!-disse sorridendo,  incamminandosi, entrando un piccola porticina nera proprio dietro l’angolo.
-Che tipo strano.-disse tra se e se.
-Yoongi!.- sentì.
-Ah, sia lodato il cielo, ce l’avete fatta!-sbuffò sonoramente.
-E’ da un buon quarto d’ora che vi stavo aspettando.-continuò guardandoli male.
-Dai, non ci pensare! Entriamo!- sorrise Jin.
Yoongi spalancò gli occhi alla vista dell’interno del locale.
Luci  di colori diversi coloravano le lunghe poltrone e tavolini, dando un pizzico di audacia alla stanza. Era bella da mozzare il fiato.
-Cosa si fa?-chiese spaesato.
-Mi pare ovvio…ci divertiamo!-esultò Hoseok. Appena messo piede nel locale, aveva già avvistato un ragazzo carino.
-Buonasera.-si udì all’improvviso.
I quattro ragazzi si girarono, ritrovandosi di fronte il prorpietario del locale.
-Avete qualche preferenza, o preferite l’ordine casuale?-chiese cordiale.
-Io voto per l’ordine casuale.-disse Hoseok alzando la mano.
-Mi scusi..non è che per caso ha una stanza vuota? Sa..credo di avere già un’ottima compagnia.-chiese Namjoon guardando maliziosamente Jin, che arrosì fino alla punta dei capelli.
-Certo, mi segua.-disse indicando loro la strada.
-Ah, scusatemi. Se preferite l’ordine casuale, andate a quel bancone, lì ci sarà la ragazza che vi affiderà le chiavi.-disse il proprietario, tornando sui suoi passi.
-La ringrazio.-rispose Hoseok.
Rimasero così, Hoseok e Yoongi.
-Yoongi, non è che se parli ti mangiano la lingua.-scherzò Hobi, dandogli una leggera gomitata.
-Ma..ok, lasciamo perdere. Andiamo a prendere queste chiavi, dai.-disse sviando l’argomento. Hoseok non rispose, gli sorrise soltanto.
-Potremmo avere due chiavi, per favore?-chiese Yoongi alla barista. La ragazza li guardò per pochi secondi, per poi consegnargli le chiavi.
-Grazie mille.-dissero in coro, ottenendo solo un sorriso come risposta.
-Che numero hai?-chiese curioso Hoseok.
-1420. Credo che sia al secondo piano.-disse osservando la piccola targhetta.
-Tu invece?-continuò.
-1245. Che palle.-sbuffò.
-Credevo che saremmo stati sullo stesso piano.-sospirò. Yoongi sorrise, iniziando ad incamminarsi verso l’ascensore.
Pigiò il pulsante per andare al secondo piano e in quel lasso di tempo pensò. Chissà chi gli sarebbe capitato. Per un attimo pensò allo strano incontro fatto pochi minuti prima.
“Chissà se quel ragazzo lavora qui. Scommetto che sarebbe fantastico..”pensò, iniziando a farsi mini cortometraggi nella sua mente.
-Ma cosa sto dicendo…probabilmente non lo rivedrò mai più.-mormorò.
All’improvviso le porte dell’ascensore si aprirono, rivelando così il secondo piano.
Si incamminò verso il lungo corridoio in cerca della sua stanza.
“1418..1419…1420. Eccola finalmente”
Infilò la chiave nella serratura  e con un secco movimento aprì la porta. Entrò cautamente nella stanza, sentendosi ancora una volta spaesato. Non era solito frequentare luoghi del genere.
Si avvicinò all’enorme letto ed iniziò a guardarsi intorno. Notò che non c’era nessuno e da un lato, rimase un po’ triste. E se il ragazzo con cui aveva questo “appuntamento” gli avesse dato buca?
Un rumore lo costrinse a ritornare con i piedi per terra, rivelando una seconda presenza in quella stanza.
Lentamente si girò e non potè credere ai suoi occhi.
-Ma tu sei..-iniziò.
-Ehilà! Ci si rivede!-disse sorridendo il ragazzo, avanzando verso di lui.
-Piacere, mi chiamo Park Jimin. Tu come ti chiami?-disse sfoggiando un sorriso a trentadue denti.
-Y-Yoongi. Min Yoongi.-balbettò sentendosi imbarazzato.
-Ehi, non ti mangio mica! Vieni qui.-disse sedendosi sul morbido letto matrimoniale rivestito da un bianco lenzuolo leggero.
Yoongi fece come gli venne richiesto, e si sedette vicino al ragazzo che continuava a scrutare il suo volto in cerca di informazioni.
All’improvviso, si udì una piccola risatina in quella stanza, dove ogni singolo rumore o respiro rimbombava tra quelle pareti rosse.
-Cos’hai da ridere?-chiese confuso Yoongi.
-Sai, sei buffo. Non ho mai visto un ragazzo così timido in vita mia.-rise Jimin.
-E questa cosa mi piace.-disse, posando una mano sulla sua coscia. Yoongi iniziò a sospirare man mano che quella manina, così piccola in confronto alla sua, saliva arrivando sul  rigonfiamento che era già ben visibile attraverso la stoffa dei jeans.
-Jimin..-disse chiudendo gli occhi.
Il ragazzo non rispose, iniziò a massaggiargli lentamente il suo amichetto, che man mano si sentiva stretto a causa di quei maledetti pantaloni.
Jimin lasciò il lavoretto che stava facendo per poi prendergli il viso tra le mani e baciarlo, picchiettando più volte sulle sue labbra con la lingua, invitandole a schiudersi.
Man mano che il bacio si approfondiva, Yoongi si sentiva ardere sotto al tocco infuocato di Jimin. Non aveva mai provato tutta questa eccitazione in vita sua.
Il minore lo invitò a stendersi, per poi mettersi sopra di lui, portandogli le mani sulla testa.
Yoongi ridacchiò.
-Cosa?-chiese sfacciatamente Jimin.
-E così ti piace dominare, eh?-disse guardandolo negli occhi. Jimin ebbe un sussulto. Quelli non erano occhi. Erano due fottuti buchi neri dove avrebbe voluto perdersi ogni volta che ne aveva l’occasione.
Tornò alla realtà, rendendosi conto che la situazione si era ribaltata. Yoongi, con un colpo di reni lo aveva fatto stendere, e si manteneva sugli avambracci lungo il suo corpo, premendo la sua eccitazione contro il suo amichetto.
Un gemito soffocato uscì dalle labbra di Jimin.
-Noto con piacere che tutta la timidezza è sparita.-disse beffardo.
Yoongi non rispose, lo zittì posando le labbra sulle sue impegnandole in un bacio passionale.
Jimin portò le braccia sul suo collo, spingendo con foga la sua testa contro le sue labbra, così bisognose di quel sapor di fragola che gli faceva perdere la testa.
Pian piano iniziarono a spogliarsi. Ongi sospiro, ogni gemito rimbombava in quella stanza.
-Stenditi.-disse Jimin guardandolo negli occhi.
Sistemò bene i cuscini dietro la sua schiena e si stese a pancia in su.
Un sorriso comparì sul suo viso, vedendo il minore sistemarsi tra le sue gambe.
Ebbe un leggero brivido al pensiero di cosa stava per fare.
Jimin inizò a massaggiare prima lentamente, poi con più foga, accompagnando quei movimenti con la bocca, beandosi dei profondi gemiti di Yoongi.
-Jimin..A-Ah..Jimin.-disse posandogli una mano tra i capelli stringendoli, attento a non fargli male.
Non molto tempo dopo venne, inondando la bocca del minore con un getto bollente.
Mandò giù ogni singola goccia che c’era nella sua bocca, con Yoongi come spettatore di questa eccitante scena.
-Sei stato bravissimo…-disse ansimando ancora.
-Non mi devi qualcosa?.-disse sorridendo con finta innocenza.
-Mh..può essere.-disse scherzando, infilandosi tra le gambe del minore.
Passarono l’intera serata in questo modo. Anche se non si conoscevano bene, anche se era stato solo per quella notte, entrambi sentivano il bisogno di appartenersi.
Esausti, si misero sotto il lenzuolo e si abbracciarono.
-Sei stato bravo.-disse Yoongi, accarezzando quella folta zazzera arancione che si ritrovava sul petto.
-Anche tu.-rispose sorridendo, cercando di nascondere il viso rosso.
-Che fai, ti nascondi? Dopo tutto ciò? Chi era il timido?-rise punzecchiandogli le guance.
-Ma no, è l’impressione.-sdrammatizzò Jimin iniziando a ridere seguito da Yoongi.
-Devo ammettere che questo è stato il compleanno più particolare della mia vita.- disse fissando il soffito.
Jimin cercò attenzioni, puntando lo sguardo nel suo.
-E’ il tuo compleanno?-chiese sorpreso.
-Eh già…sto invecchiando!-scherzò Yoongi.
-Beh, che dire…BUON COMPLEANNO MIN YOONGI.-disse, per poi addormentarsi beatamente sul suo petto, cullato da quel caldo abbraccio.
 
 
 
 
 
              

 
   
 
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