Le parole di Qyburn lo colpirono come uno schiaffo.
Brienne, l'insopportabile surrogato di donna affibbiatogli come guardia del corpo fino a King's Landing, la stessa di cui si era preso gioco durante il viaggio, a cui aveva rivolto parole spesso crudeli e che, nonostante tutto, aveva cercato in tutti i modi di tener fede al giuramento fatto a Catelyn Stark, stava per essere umiliata e distrutta per colpa sua.
"Locke è convinto che Lord Selvyn Tarth possegga tutte le miniere di zaffiri di Westeros". Per questo aveva preferito rifiutare i 300 Dragoni del riscatto, scegliendo di torturare la donna.
Jaime sentì stringersi in un nodo le budella. Era colpa sua. Lui aveva raccontato a Locke degli zaffiri. E ora, Brienne avrebbe pagato a caro prezzo quella bugia.
No, non avrebbe aggiunto anche questo alle sue infamie, supposte o veritiere.
Convincere gli uomini di Bolton a tornare indietro a Forte Terrore fu facile, molto meno che spiegarsi quella morsa allo stomaco che sembrava soffocarlo ad ogni sobbalzo sulla sella durante il folle galoppo cui aveva spinto il cavallo.

"Io mi fido di te."
Lui stesso le aveva detto quelle parole. Da quanto Ser Jaime Lannister non si fidava di qualcuno? Tanto, troppo tempo.
Forse perchè erano simili, sotto certi punti di vista: lui, additato da tutti come Sterminatore, colui che aveva rotto il giuramento di proteggere il proprio Re; lei, la sgraziata, brutta donna guerriera che aveva fatto di tutto per guadagnarsi un posto nella vita. Entrambi si erano innamorati della persona sbagliata. Entrambi avevano perso ciò a cui più tenevano.
Ecco, si era fidato a tal punto da raccontarle quello che nessuno sapeva, ovvero che lui non era semplicemente lo Sterminatore di Re. Era l'uomo a cui l'intera King's Landing doveva la vita, lo stesso che non aveva mai avuto il coraggio di dire com'erano andare veramente le cose, certo che nessuno gli avrebbe creduto. Ma in Brienne, aveva visto lo stupore trasformarsi in dubbio, prima di essere nuovamente celato dietro gli occhi di lei. Lei, anche solo per un attimo, aveva creduto a lui, il leone che aveva avuto paura del giudizio del lupo. Ma secondo quale diritto, il Lupo giudica il Leone? Era stato un codardo, quella volta, Jaime Lannister. E aveva pagato caro quel momentaneo cedimento, oh sì, con il disprezzo negli occhi e nella voce di ogni individuo che da quel momento lo aveva chiamato Sterminatore di Re.
Ma questa volta non avrebbe ripetuto l'errore. Non sarebbe stato di nuovo un codardo. Avrebbe salvato quella testarda, irritante, noiosa e goffa creatura nelle inadeguate sembianze di donna.
Poco gli importava di essere meno della metà di un cavaliere, malridotto dagli stenti dei giorni precedenti e senza la sua mano della spada.
Appena la vide nell'arena, ancora in quel ridicolo abito rosa, sporca di sangue e fango, fronteggiare l'enorme orso armata soltanto di una spada di legno, sentì il sangue ribollirgli dentro, la rabbia che saliva a coprire perfino le risate e i canti della marmaglia che assistiva alla scena.
Senza pensarci un attimo, si tuffò dal parapetto, frapponendosi tra la donna e la bestia.
«Stai dietro di me.» Le ordinò, ignorando le sue proteste.
L'orso ruggì a quella nuova intrusione.
Jaime realizzò la follia dell'intera situazione. Lui, il mezzo cavaliere, sarebbe morto cercando di salvare la brutta copia della fanciulla bionda dall'orso della fiera.
Jaime Lannister, che morte stupida.
Ma se proprio doveva rimetterci la pelle, avrebbe salvato la fanciulla, come un vero cavaliere.




















Note dell'Autrice: questa storia giaceva nel pc da qualche anno, ho deciso di pubblicarla senza modifiche o altro. Una delle poche flashfic che sono mai riuscita a scrivere, non ho il dono della sintesi. Jaime e Brienne sono tra i miei personaggi preferiti, spero di aver reso i pensieri di lui abbastanza IC col personaggio, senza risultare banale.