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Autore: Cailiel    04/12/2017    0 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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FAKING AND CHANGING



Adriel era seduta nel soggiorno della casa di Sydney. Ogni cosa era esattamente come l'aveva lasciata lei quando se n'era andata. 
I pavimenti erano puliti e lucidi ed erano stati la prima cosa che Marietta aveva notato quando era entrata nella casa.

-Hai vissuto nell'appartamento per tutto questo tempo?- aveva domandato Adriel a Dante che ancora stava cercando di abituarsi al piccolo Liam addormentato fra le sue braccia.

Il biondo aveva annuito disinvoltamente troppo concentrato a guardare il bambino che gli stava sbavando sulla spalla.

-Dove appoggio questo coso?-
-Prima di tutto è un bambino, secondo, in camera sua, ovviamente.-

Dante la guardò accigliato sperando che almeno nel decorare la cameretta Adriel non avesse esagerato come al suo solito.
Camminarono fianco a fianco silenziosamente fino alla stanza scelta per il bambino e l'uomo rimase stupito nel vedere che l'interno non era un esplosione di peluche e giocattoli come si era aspettato. La cameretta era stata allestita con mobili dai colori caldi, al centro c'era una semplice culla affiancata da una sedia a dondolo. 
Alcuni giocattoli erano stati ammucchiati su un tappeto posto in un angolo vicino a un fasciatoio e ad una cassettiera.

Adriel guardava speranzosa Dante che spostò Liam da un braccio all'altro. Il bambino aprì gli occhi ed alzò la testina guardandosi intorno ma, non trovando niente che attirasse la sua attenzione, tornò ad appoggiare la guancia alla spalla di Dante riprendendo a sonnecchiare.

-È bella.- ammise Dante.
-Lo so. Ma potevo fare di meglio.- la mora scosse i capelli corvini fingendo che il complimento non l'avesse toccata più di tanto.
-Per un bambino finto?- chiese ironicamente l'uomo mentre cercava in qualche maniera di sistemare il neonato nel lettino.

Il viso di Adriel si contorse in una smorfia di disprezzo verso quelle parole.

-Che ne pensi di tutta questa situazione?- gli domandò incrociando le braccia al petto; Dante sospirò di sollievo essendo riuscito con non poca fatica a sistemare Liam nel lettino e si rimise in posizione eretta.
-Cosa vuoi che pensi? E' una pagliacciata.- l'uomo si passò la mano fra i capelli biondi e si girò a guardare Adriel.
-Siamo finiti in questa situazione a causa tua.- puntualizzò lei con tono accusatorio.
-Di mia madre.- rispose secco lui inarcando un sopracciglio.
-Siete uguali voi due, quindi è anche colpa tua. Hai guardato il bambino come se fosse la tua più grande disgrazia.- vedendo l'espressione impassibile di Dante, Adriel decise che forse doveva dirgli una bella frase ad effetto che gli facesse abbassare un po' la cresta: -Se dobbiamo fingere di amarci almeno fingiamo come si deve.- affermò con un filo di voce voltandosi per uscire dalla stanza accompagnata dal ticchettio dei suoi stivaletti.

Fingere di amarci. Quelle parole risuonarono nella testa di Dante più a lungo di quanto potesse immaginare. Ignorò la fitta al cuore volgendo lo sguardo verso il bambino addormentato nella culla: aveva un'aria pacifica e rilassata, le labbra dischiuse dalle quali uscivano di tanto in tanto dei leggeri sospiri appena percettibili.




 

-E' un bel bambino Lorenzo, vivace.- Dante alzò gli occhi dalla partita di football che stava seguendo e li voltò verso la nonna seduta vicino a lui. 

Liam stava correndo in giro per il salotto con addosso solo il pannolino, rincorreva il gatto -Zeus-, cacciando un grido di gioia ogni qual volta si avvicinasse al felino che fuggiva subito via.

-Già.- confermò l'uomo tornando a guardare l'incontro, bevve un sorso di birra ignorando il sospiro stanco della nonna.

Marietta stava lentamente cadendo in una profonda depressione, era chiaro a tutti. Sempre più spesso il suo sguardo si perdeva nel vuoto che restava a fissare immobile per molti minuti prima di riprendersi e commentare qualcosa cogliendo sempre tutti di sorpresa.
Adriel aveva provato in diversi modi a mantenere la sua mente occupata; aveva detto alla cuoca di non tornare per un po' di tempo in maniera tale da lasciare l'anziana sbizzarrirsi dietro ai fornelli ma quest'ultima non capiva bene la tecnologia della cucina high tech e finiva spesso per bruciare il cibo, tutto ciò la buttava ancora più giù.
Dante dal canto suo proponeva di uscire fuori a mangiare tutti insieme ma l'anziana era troppo pignola e nessun top chef -per lei- era all'altezza della sua cucina.

Farah era diventata praticamente una figura inesistente e molto marginale nella vita del figlio che a sua volta non ne sentiva molto la mancanza occupato com'era a esplorare la grande casa, nascondersi e giocare nell'enorme giardino dove passava la maggior parte del suo tempo insieme alla nonna quando la madre non lo portava con se per andare a fare un giro per Sydney.

Dante e Adriel avevano smesso di parlarsi dopo che quest'ultima alcuni giorni prima aveva ricevuto una telefonata da Oscar: era stata licenziata. Oscar non si poteva permettere di avere un'assistente che non svolgeva il lavoro per lui e Adriel era stata fin troppo assente. 

 

Adriel era seduta in un bar abbastanza anonimo nella periferia di Sydney: aveva appoggiato il portatile di fronte a se e stava scorrendo le offerte di lavoro, Farah stava di fronte a lei con una coca in mano che beveva dalla cannuccia.

La ragazza più giovane stava cercando di ignorare il chiaro malumore che aveva colpito l'altra da quando era stata licenziata.

-Non capisco perchè ti fai così tanti problemi. Insomma... Hai una casa in cui vivere e un ottimo reddito che ricevi dall'ex, perchè ti sforzi così tanto a trovarti un impiego migliore? Io al posto tuo mi godrei la bella vita.-

Adriel le scoccò un'occhiata assassina da dietro il pc e tornò a scorrere gli annunci presenti sul sito. Si sentiva un'incapace perchè non era in grado di svolgere nessuna delle mansioni che le stavano proponendo.

-Dante non vuole che io dipenda da lui.- spiegò con schiettezza sperando che la questione si chiudessi lì.
-E chi se ne frega di quello che vuole Dante.- Farah alzò le braccia al cielo spalancando gli occhi come se volesse farle capire meglio il concetto.

Adriel alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

-E neanche io voglio più dipendere da lui. Mi sento sempre in debito nei suoi confronti.- ammise per la prima volta a voce alta. Deglutì e poi continuò: -La mia unica aspirazione nella vita è sempre stata trovare un marito ricco che soddisfasse ogni mio capriccio... Credevo che sarei stata felice ad avere tutto quello che volevo.- si morse il labbro riabbassando gli occhi verso lo schermo illuminato; la conversazione stava prendendo una piega che non le piaceva affatto e non voleva di certo sfogarsi con Farah.
-E non lo eri?- Farah sembrava perplessa da quelle affermazioni.
-No. Non lo ero.- Adriel sbattè con forza il pc richiudendolo con un tonfo, Farah sobbalzò stupita dal suo improvviso cambio d'umore ma non ebbe il tempo di risponderle perchè la mora si alzò e se ne andò a grandi passi verso la lussuosa Mercedes.

Guardò l'auto: anche quello era uno dei tantissimi regali avuti da Dante. Si sedette in macchina chiudendo la portiera con foga. Era praticamente isterica.

Durante il tragitto per tornare a casa ripensò allo scambio di battute che aveva avuto con Farah poco prima.
No. Non lo ero. Non si era mai guadagnata niente dalla vita, come avrebbe mai potuto apprezzare ciò che aveva?
Il suo rapporto con Dante era sicuramente stato bellissimo ma anche quello aveva finito per disprezzarlo perchè la parte materiale di lei aveva preso il sopravvento su tutto. Era diventata talmente ingorda da arrivare a volere anche un altro uomo perchè quello che aveva già non le bastava.

Scese dalla macchina sbattendo nuovamente la portiera. Se il biondo l'avesse vista le avrebbe probabilmente detto qualcosa di molto poco carino.

Rientrò in casa in fretta e furia trovando Dante all'entrata con in mano le chiavi di un'altra macchina.

-Ehi.- l'uomo la salutò chiaramente sorpreso di vederla rientrare così presto.
-Dove vai?- Adriel lo squadrò da capo a piedi: indossava un completo grigio chiaro, la camicia bianca e una cravatta.
-Mi ha chiamato la nuova segretaria, c'è stato un improvviso contrattempo in ufficio e devo andare. Se vuoi Liam e nonna sono nel giardino sul ret...-

Le braccia di Dante avvolsero la vita sottile di Adriel quando quest'ultima lo attirò a se per poterlo baciare.
Dante dapprima stupito, aveva subito ricambiato il bacio chiudendo gli occhi e stringendola a se. 
Non c'era niente di dolce in quel contatto che, al contrario, era famelico, ruvido e impudente. Dettato dal desiderio ma soprattutto dal bisogno di sfogare ognuno la rabbia repressa e le parole non dette l'uno all'altra.

Adriel aveva il corpo schiacciato fra la porta e Dante il quale le stava baciando il collo con avidità mentre le mani della donna scendevano verso i pantaloni di lui.

-Adriel, devo andare al lavoro.- ansimò a bassa voce il biondo non riuscendo comunque a staccarsi dal suo corpo.
-No...- Adriel deglutì trovandosi nuovamente il viso di Dante a pochi millimetri dal suo, gli sfiorò le labbra con le proprie cercando e lo guardò negli occhi cercando di parlare con il tono di voce più deciso che avesse: -Tu ora stai con me.-

  
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