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Autore: Ksyl    06/12/2017    4 recensioni
Lily Castle ha tre anni ed è Natale, the most wonderful time of the year
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Nuova storia, ispirazione improvvisa e dirompente, nuovo nick perché il vecchio era inaccessibile e nessuna idea di dove mi porterà. It's perfect. Grazie a chi vorrà leggermi, ci vediamo alla fine. Silvia
**


"
Papà".

La voce di Lily, sottile ma impetuosa e con una sfumatura autoritaria manifestatasi fin dalla più tenera età – chissà da chi aveva preso – risuonò cristallina tra le pareti del loft, risvegliando Castle dalla pigrizia mattutina e rendendolo immediatamente vigile e operativo.
Quel giorno Beckett era uscita molto presto, praticamente all'alba, strappata a forza nel gelido mondo esterno, mentre la casa era avvolta in un caldo silenzio sonnolento, non senza averlo baciato, frettolosamente all'inizio, ma poi più a lungo, sulle labbra qualcosa di molto simile al rimpianto, e avergli fatto le solite raccomandazioni che servivano soltanto a mettere a tacere il suo senso di colpa per non poter partecipare alla loro sacra colazione in famiglia – come lui aveva iniziato a chiamarla, ignorando le sue sopracciglia enfaticamente alzate – più che a dargli indicazioni effettive su quali fossero i compiti del giorno.

Lui era un papà modello, non è vero Lily?, domandò al piccolo elfo che gli era corso incontro a braccia spalancate, sprizzando gioia da ogni cellula del suo piccolo corpo agile e iperattivo, nonostante la naturale sveglia precoce, dimostrandosi invece in questo molto diversa dalla madre, che al mattino aveva bisogno di un deciso intervento addolcente che solo lui si pregiava di conoscere. Ma stava divagando.

Amava quel momento di assoluta pace che aveva il privilegio di assaporare, chiusi nel bozzolo del loft, quando poteva dedicarsi totalmente a sua figlia, il suo nuovo, piccolo, miracolo, arrivata a dimostrare a gran voce la forza della vita, quando tutto sarebbe potuto concludersi in una tragedia. Ma loro erano stati più forti. E Lily la più forte di tutti, con quella pretesa di venire al mondo malgrado le difficoltà, e il chiaro intento di far parte della loro famiglia con un ardimento che lui aveva trovato quasi ispirante. Oltre che incantevole. E adorabile, per lo più.
Era stato convinto di essere un provetto padre di figlie femmine. Aveva assolto il suo praticantato con grande creatività e una inaspettata dose di responsabilità e il risultato era stato ottimo, dal suo punto di vista. O dal punto di vista di chiunque, si concedeva tra sé con grande sfoggio di modestia.

Ma quello che aveva provato quando Lily aveva piantato i suoi occhi incredibilmente identici a quelli di Beckett, scrutandolo come a chiedersi se sarebbe stato in grado di essere suo padre, era stato un colpo inaspettato e formidabile. Si era sentito vulnerabile. Intimidito. E pronto a fare qualsiasi cosa per quel minuscolo essere che aveva allargato le pareti del suo cuore a livelli che non aveva creduto possibile.

D'accordo, non erano esattamente gli occhi di Beckett, non la prima volta che li aveva visti. Avere una moglie così devota alla logica non aiutava, in certi momenti. Erano stati azzurri, tendenti al grigio, forse un po' acquosi, ma lui aveva sentito che sarebbero stati uguali a quelli di sua madre. Non solo perché lo aveva desiderato a lungo, e l'universo tendeva a elargirgli con grande generosità quello che chiedeva, semplicemente perché ci credeva ciecamente e per la cronaca aveva sempre funzionato – ma soprattutto perché aveva riconosciuto lo stesso piglio divertito, dispotico, sbarazzino che sua madre aveva sfoggiato la prima volta che si erano incontrati. Gliel'aveva ricordata istintivamente e la consapevolezza lo aveva lasciato senza fiato. Forse in quel momento l'euforia aveva avuto un effetto esaltante su di lui – una neonata non poteva avere quel tipo di sguardo-, ma ne aveva sentito l'assoluta verità dentro la pancia. E la pancia, è risaputo, non mente mai.

"Sei pronta per Natale, piccola?", le domandò per la centesima volta in quei giorni. Gli anni precedenti era stata troppo piccola per comprendere appieno la meraviglia di quel periodo dell'anno, nonostante i suoi molteplici sforzi per educarla fin da subito ad apprezzare la magia di boschi innevati, creature fatate immaginarie, o forse no, che portavano doni ai bambini – moltissimi doni, un'infinità di doni – biscotti allo zenzero, profumo di cannella e pace in Terra agli uomini di buona volontà. Però aveva mostrato fin da subito notevole apprezzamento per le luci che lui, con orgoglio ed entusiasmo, aveva disseminato profusamente per casa, rendendo il loft qualcosa di irripetibile che Beckett gli aveva mormorato all'orecchio, sapendo perfettamente che effetto gli avrebbe fatto. Lily era rimasta per minuti interi a fissare i giochi di luce in ogni variante possibile, con gli occhioni nocciola spalancati e una smorfia di stupore sulle piccole labbra.

Ma quest'anno sarebbe stato diverso. Non solo perché era il suo primo anno all'asilo e questo l'aveva resa improvvisamente adulta ai suoi occhi, facendogli rimpiangere le rotondità da neonata. Ma anche perché, data la sua notevole e precoce intelligenza – aveva iniziato a parlare molto presto – avrebbe potuto serbare i suoi primi ricordi di quella che, sperava, sarebbe stata una lunga catena di Natali felici, pieni d'amore, calore di casa e di affetti, che le avrebbero permesso di costruire solide radici da opporre alle possibili avversità della vita. Era il suo impegno di padre. Glielo aveva promesso. Radici e ali, aveva letto da qualche parte, e lui l'aveva trovata un'immagine perfetta. Naturalmente lui ci sarebbe stato sempre per difenderla da ogni pericolo, come aveva fatto con sua moglie con grande successo nel corso degli anni – la moglie in questione non lo avrebbe ammesso, doveva quindi dirselo di nascosto e sussurrarlo nelle innocenti orecchie di Lily.

La formula magica e segreta della famiglia Caskett sarebbe bastata a proteggerla da qualsiasi nemico, ne era più che certo. Era stata duramente messa alla prova e aveva sempre vinto. L'amore aveva vinto. Si rimproverò con un sospiro. Dicembre tendeva a renderlo molto sentimentale, con grande divertimento di Beckett, che non mancava di farglielo notare, anche se era segretamente divertita. E felice. E molto amata. Era il suo scopo primario. Metteva tutto l'impegno possibile per far felice il numero crescente delle donne che popolavano la sua vita. E lui ne era infinitamente ripagato.

Nascose il volto nel collo di Lily e respirò avidamente, per assorbire il carburante che gli permetteva di ricaricarsi ogni mattina e che andava a riempire il serbatoio posizionato dentro al suo cuore. Si godette le sue risatine, quando le fece solletico con la punta del naso. Il rituale del mattino, quei piccoli momenti perfetti, quelli che qualche volta avrebbe avuto la tentazione di dare per scontati, quando era troppo stanco o Lily nervosa e il suo carattere indomito si manifestava con impagabile teatralità che poteva aver ereditato da un'unica persona. Si era ripromesso di non farlo mai. Non dopo aver rischiato di morire e di perdere l'unico amore della sua vita su quello stesso pavimento che era pieno di giocattoli, pupazzi di stoffa in un equilibrio caotico e armonioso che era adesso la loro magnifica esistenza.

   
 
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