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Autore: Road_sama    06/12/2017    1 recensioni
-Bambino con la giacca rosa maialino!- il bambino si fermò e quando si girò verso di lui poté notare un sorriso divertito. Era la prima volta che lo vedeva sorridere e di nuovo gli diede la speranza che pensava di aver perso.
-Come ti chiami?- domandò allora Seunghyun mettendosi in piedi facendo leva sulle ginocchia grassocce.
-Non ha importanza.- disse mettendosi le mani in tasca -Bambino con la giacca rosa maialino è carino!- mormorò come se volesse dirlo più a se stesso che altro.
//GTOP centric/accenni a Se7enxTop e altri//
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: G-Dragon, T.O.P.
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 4 
 




Seunghyun alzò a tutto volume la musica nella stanza mentre prendeva profonde boccate di fumo. Se ne stava sdraiato sul letto di Dongwook, la porta era chiusa e le tende erano tirate lasciando però filtrare qualche raggio di sole. Un mezzo sorriso gli si era formato sulle labbra. In quell’istante non stava pensando a nulla ma, ne era sicuro, prima di quel momento stava pensando a qualcosa. Ridacchiò nel momento in cui realizzò che non si ricordava a cosa stava pensando.
Sentì la porta d’entrata che si apriva e come a rallentatore vide Dongwook entrare nella stanza. Il ragazzo tossicchiò nel momento in cui respirò un po’ del fumo passivo che si era raccolto nella stanza.

-Seunghyun.- Dongwook aprì la finestra e di conseguenza le tende. La luce del sole colpì in pieno volto il rapper che cercò di coprirsi gli occhi con l’avambraccio.

-Potevi almeno aprire un po’ la finestra, ora l’odore di erba non andrà più via.- si lamentò mentre si toglieva la cravatta. Seunghyun non sentì nemmeno la frase.

-Eh?- fece rigirandosi la canna tra le mani. Se7en gli lanciò un’occhiata divertita.

-Quanto fatto sei?- Seunghyun parve pensarci su poi quando si rese conto di non riuscire nemmeno a mettere le parole una dietro l’altra nella sua testa si abbandonò ad una risata. Dongwook si buttò di fianco a lui sul letto rivolgendogli un sorriso divertito. Il rapper gli porse la canna. Inutile dire che fumarono tutto il pomeriggio.
 



Seunghyun si svegliò alle cinque del giorno seguente. Aggrappato al suo braccio c’era un Se7en ancora vestito che dormiva profondamente. Si sfregò gli occhi con i palmi delle mani prima di mettersi a sedere. Il sole stava per sorgere e la finestra era ancora spalancata. Il grinder, le cartine, i filtri e quello che avanzava dalla sera prima se ne stava abbandonati sul comodino. Tempo non si ricordava di preciso cos’era successo. Sapeva solo che aveva bisogno di liberare la mente. Aveva bisogno di capire se aveva davvero intenzione di accettare Jiyong nella sua vita di adesso. All’inizio aveva pensato fossero completamente incompatibili e aveva pensato di evitarlo, poi però lui non aveva fatto altro che apparire ovunque e ricordargli che non poteva rinnegare il suo passato. Non poteva negare di essere stato una persona gentile né tantomeno di essere stato aiutato dalle parole di Jiyong.
Eppure c’era dell’altro. Era come se l’ammirazione che aveva provato per il bambino con la giacca rosa maialino si fosse improvvisamente riaccesa. Era come se in quel momento, proprio come quel giorno nel corridoio, si fosse risvegliata la voglia di conoscere e di sapere di più sul suo conto. Questa volta però non se lo sarebbe fatto sfuggire, era cambiato, era più deciso di un tempo e si sarebbe preso quello che voleva come tutto il resto. Si alzò dal letto per chiudere la finestra e tirare la tenda, poi lentamente si preparò per la giornata. Il giorno prima aveva saltato la scuola quindi doveva per forza andare. In fondo, mancava poco più di sei mesi agli esami finali. Si fece una doccia veloce e indossò le ultime cose pulite che gli rimanevano: dopo scuola sarebbe stato costretto a passare per casa. Preparò del caffè con la macchinetta che Dongwook aveva comprato poco meno di un mese prima e lo bevve tutto d’un sorso. Uscì dall’appartamento e dovette scontrarsi con l’aria fredda del mattino. Si accese una sigaretta e prese a camminare pigramente per i marciapiedi. La sua scuola era in centro quindi dovette attraversare numerosi tratti di strada parecchio affollati. Fu solo quando fu di fronte ad un negozio di televisori che si ritrovò ad osservare un viso familiare.
Ancora una volta si trattava di Jiyong. Stava posando per una pubblicità. Seunghyun notò subito lo spesso strato di eyeliner che gli definiva gli occhi facendoli risaltare nel suo viso pallido incorniciato dai capelli rosa. Indossava una camicia bianca con il colletto nero e delle stelle del medesimo colore posizionate intorno al collo. Due strisce nere verticali marginavano la fila dei bottoni e delle asole sparendo dentro ad una gonna nera lunga. Al di sotto di essa portava comunque dei pantaloni ma il rapper non poté fare a meno di ripensare alla giacca rosa di quando era piccolo. Jiyong guardava l’obiettivo con un’intensità ammaliante e Seunghyun lo trovò bello. La pubblicità terminò con un’alternanza di colori e scritte che non gli interessavano ma proprio in quel momento gli saltò in mente un’idea piuttosto assurda. Il ragazzo estrasse il suo cellulare e cercò il numero di Minzy. Squillò un paio di volte prima che la voce della ragazza rispondesse.

-Pronto? Seunghyun?- chiese a bassa voce.

-Ho bisogno di un favore.- disse lui ricominciando a camminare.

-Va bene, ma veloce perché sto lavorando.- Seunghyun si leccò le labbra.

-Quand’è che Jiyong fa la prossima sfilata?- lei stette in silenzio per un po’, probabilmente l’aveva colta di sorpresa.

-Mmm, aspetta un secondo.- si sentì il rumore di pagine che sfregano le une contro le altre -oggi pomeriggio verso le quattro.-

-Riesci a farmi entrare in qualche modo?- questa volta la ragazza non parlò per almeno trenta secondi.

-Minzy, ci sei?-

-Forse ce la faccio, però non pensare di sederti in prima fila o cose simili perché i posti sono già assegnati agli ospiti. Ti richiamo dopo per dirti meglio.- Seunghyun lasciò andare un mezzo sorriso.

-Grazie mille, a dopo.-

-Ah, un’altra cosa- disse la ragazza con una lieve risata -non pensare di presentarti con la felpa, trovati un completo altrimenti non entri.- detto questo riattaccò e Seunghyun sbuffò. Non aveva mai messo un completo in vita sua e non sapeva proprio da che parte cominciare. Avrebbe potuto chiederne uno a Se7en, però. Si sistemò meglio lo zaino su una spalla prima di varcare il cancello della scuola. Avrebbe pensato a qualcosa.
 



Le lezioni furono noiose come al solito e lui passò la metà del tempo a dormire sul banco e l’altra metà a fare disegnini stupidi sul suo quaderno. Appena suonò la campanella non ci mise molto ad uscire dalla scuola. Quel giorno però non fece la solita strada verso casa di Dongwook ma fece il percorso opposto. Era da quasi due settimane che non tornava nella sua vera casa. Si trovava dalla parte opposta della città quasi ai confini estremi. Era una zona piena di fabbriche e altre strutture poco frequentate. Ci mise poco più di venti minuti a piedi per arrivarci e la vista di quella palazzina fatiscente non fece altro che chiudergli lo stomaco. Frugò nello zaino per estrarvi due chiavi. Aprì il portone con una certa fatica visto che probabilmente non veniva oliato da anni. Percorse tre rampe di scale fino ad arrivare all’appartamento in cui ora abitava solo sua madre. Mentre infilava la chiave nella toppa sperò che stesse dormendo. Come entrò nell’appartamento fu investito da un’ondata di fumo e un’oscurità accecante. Accese una luce per trovare il corridoio tappezzato di cianfrusaglie a terra. Affianco alla porta se ne stavano abbandonati gli stivali nero lucido col tacco che sua mamma usava per il lavoro. Li spinse via con un calcio per poi proseguire verso la sua stanza. Fece finta di non aver gettato un’occhiata in direzione della cucina e distolse lo sguardo non appena vide una montagnola di piatti sul lavandino. Camera sua se ne stava in fondo al corridoio, la porta era tappezzata di poster di band punk e alternative che gli piacevano quando ancora viveva lì. La stanza era proprio come l’aveva lasciata, quello era l’unico capriccio di sua madre: lasciare le sue cose così com’erano nel caso in cui lui avesse voluto tornare. Non si guardò troppo intorno per non rievocare ricordi spiacevoli ma si diresse direttamente verso il suo armadio. Ormai lì non aveva più molti vestiti, probabilmente li avrebbe portati via tutti la prossima volta che sarebbe venuto. Spinse qualche maglia dentro il suo zaino e fece lo stesso con felpe e biancheria. Fu proprio mentre prendeva un paio di pantaloni larghi che sentì qualcosa muoversi dietro di lui.

-Sei tornato.- la voce roca di sua madre lo costrinse a girarsi. La donna se ne stava seduta sul letto con un mezzo sorriso e una sigaretta tra le dita ossute. La trovò terribilmente invecchiata. Il suo cuore si strinse e gli si formò un groppo in gola. Era inutile, ogni volta si riprometteva di rimanere indifferente nei suoi confronti ma semplicemente non ci riusciva.

-Solo a prendere qualche vestito, ora vado.- disse cercando di controllare la voce.

-Se vuoi puoi rimanere a colazione.-

-Sono le tre del pomeriggio, colazione l’ho fatta otto ore fa com’è giusto che sia.- disse rudemente. Sua madre si zittì.

-Puoi comunque fermarti…ci guardiamo un film.- ora la sua voce era diventata supplichevole.

-No. Ormai è tardi per questo.- sibilò guardandola dritta negli occhi. Ed era vero, lei non c’era stata quando lui ne aveva avuto bisogno. Non c’era stata mentre suo padre se ne andava abbandonandoli e non c’era stata quando lui aveva cominciato picchiare gli altri ragazzini a scuola. Lei si limitava solamente a bere e bere lasciandolo andare a dormire da solo in quella casa silenziosa per poi tornare alle quattro della mattina ancora ubriaca. E poi aveva cominciato a fare la prostituta e per lui era stata la fine visto che qualche volta portava i suoi clienti a casa.
Chiuse lo zaino con un gesto secco.
Eppure non riusciva ad odiarla perché lui si atteggiava da duro ma non lo era per nulla.

-Sappi che io lascerò-

-Lascerai la mia camera così com’è, si lo so, lo dici sempre ma non tornerò. Ciao.- inforcò gli occhiali da sole e uscì sbattendo la porta.
Era tardi anche per tornare indietro.
Proprio in quel momento gli arrivò un messaggio da Minzy che gli dava i dettagli di come si sarebbero incontrati. Si mise le cuffie alle orecchie per ascoltare un po’ di musica e cercare di dimenticare quell’incontro.
 



Arrivò a casa di Dongwook quasi di corsa perché si era accorto di essere piuttosto in ritardo. Fortunatamente Se7en era seduto davanti alla tv a guardare qualche stupido talkshow.

-Dongwook.- iniziò solennemente Seunghyun. L’altro ragazzo alzò un sopracciglio in segno di perplessità.

-Ho bisogno di un tuo completo, va bene uno qualsiasi.- Dongwook per poco non si soffocò dal ridere ma si alzò ugualmente dalla sedia.

-Come mai? Ti hanno promosso a spacciatore di quartiere?- scherzò cominciando a frugare nel suo armadio. Il rapper si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte e si liberò dei vestiti, poi senza nemmeno guardare quello che si metteva, indossò le cose che gli aveva dato Se7en. Si trattava di un paio di pantaloni neri dentro ai quali vi aveva infilato una camicia azzurrina, il tutto coperto da una giacca di completo grigio-bluastra a quadri. Si diede una spruzzata di profumo a casaccio e cercò di uscire ma la faccia da pesce lesso di Dongwook lo fermò.

-Cosa c’è? Ho qualcosa che non va?- chiese Seunghyun guardandosi allo specchio della camera. Se7en parve ricomporsi.

-N-No-, cioè…è la prima volta che ti vedo vestito così e posso assicurarti che fa effetto.- il rapper ridacchiò dandosi un’ultima occhiata alla specchio. Effettivamente gli donava molto quel colore.

-Però- l’altro ragazzo cominciò a frugare tra le sue scarpe -non puoi certo metterti le sneakers.- detto questo gli porse un paio di mocassini 
blu chiaro con nappine di Dior Homme. Seunghyun si domandò quanto le avesse pagate.

-E poi ci vorrebbe anche un po’ di rosso.- mormorò infilando nella tasca del giacchino un fazzoletto rosso piegato in quattro. Seunghyun si diede un’ultima sistemata ai capelli facendo in modo che il ciuffo gli rimanesse un po’ sollevato davanti, indossò le scarpe che gli aveva dato e fu pronto per uscire. Questa volta Dongwook lo lasciò passare con un sorriso complice sul volto.

-Vai da quel modello?- domandò e nella sua voce c’era un che di ostile. Seunghyun non ci fece troppo caso.

-Sì, ma sono in ritardo quindi vado. Grazie per i vestiti e le scarpe. Cercherò di riportarteli tutti interi.- rise un po’ prima di uscire ma non fece caso allo sguardo triste di Se7en.
Mentre percorreva le strade verso il centro della città, proprio dove Minzy gli aveva indicato, poté notare con un certo fastidio che la gente intorno a lui lo fissava. Era da molto che non gli capitava e si sentiva un po’ in soggezione. Lo smarrimento di Seunghyun aumentò nel momento in cui si ritrovò immerso in una folla di uomini e donne d’affari tutti tirati a lustro. Si sentiva tremendamente fuori posto. Cercò l’amica con lo sguardo e la incontrò mentre era intenta a parlare con un altro ragazzo.

-Ehi Minzy.- disse avvicinandosi. La ragazza lo guardò per un attimo e solo parecchi istanti dopo parlò.

-Seunghyun? Sei tu?- chiese e un leggero rossore le invase le guance. Il rapper si schiarì la voce in imbarazzo.

-Ehm…è troppo?- disse riferendosi al suo abbigliamento.

-Oh no, no, no! E’ solo che…sei molto diverso dal solito e sembri un modello anche tu.- ammise emettendo una risata nervosa. Seunghyun la guardò storto.

-Non sto scherzando. Stai davvero bene così, sono sicura che anche Jiyong ne rimarrà colpito. Ora, però, sbrighiamoci ad andare dentro che la sfilata sta per iniziare e io devo andare a fare supporto morale nel backstage.- disse con un sorriso e lo condusse all’interno.
Seunghyun si ritrovò all’interno di un enorme atrio affollato da personaggi in giacca e cravatta che sorseggiavano qualche bicchiere di champagne che era stato messo a disposizione. Era una stanza dipinta interamente di un azzurro pastello mentre appesi alle pareti si potevano intravedere capi d’alta moda e nomi di marchi famosi. Il rapper si perse a contemplare quel mondo che per lui era del tutto nuovo e immaginò una vita del genere, una vita lussuosa in cui la gente cammina lentamente e si perde in chiacchere perché non ha motivo di affrettarsi. Minzy fu costretta a tirarlo per un braccio.

-Non ti perdere.- disse con un’espressione a metà tra il divertito e il severo. Lui annuì rubando un bicchierino di champagne. Superarono l’atrio ed entrarono attraverso delle pesanti tende rosse in un’altra stanza ancora più grande. Sul fondo c’era quello che assomigliava ad un palco con una lunga passerella al centro mentre attorno c’erano delle sedie già parzialmente occupate. La ragazza lo condusse in uno degli ultimi posti e lo costrinse a sedersi.

-Allora, non parlare con nessuno, non dirgli come ti chiami o chi ti ha fatto arrivare qui e- gli prese lo champagne dalle dita -non bere.- detto questo si allontanò per andare nel backstage. Seunghyun deglutì e cominciò a guardarsi intorno. Quello non assomigliava per nulla al mondo che a cui era abituato. Ogni invitato aveva un abbigliamento molto ricercato e qualche volta estremo, ad un primo sguardo gli sembrarono assurdi poi però notò vagamente qualcosa dell’arte moderna. Era tutto molto lontano dalle felpe extralarge e dai cappelli dell’Adidas che era abituato a vedere, quel posto era di gran lunga più raffinato e fuori da schemi prefissati: ognuno esprimeva se stesso attraverso quegli abiti.
Non ci vollero più di dieci minuti perché la sfilata iniziasse e i modelli cominciassero a camminare sulla passerella sfoggiando il loro perfetto volto impassibile. Vicino a lui si era seduta una vecchina che commentava a gran voce ogni abito e che ogni tanto si rivolgeva a lui per trovare conferma di quello che diceva. Seunghyun non stava seguendo molto la sfilata quando con la coda dell’occhio intravide una familiare testa di capelli rosa. La sua attenzione si spostò totalmente sul ragazzo che camminava deciso per la passerella. Non aveva nulla a che fare con il ragazzo basso che aveva salvato due giorni prima da una banda, ed era ancora più lontano dal Jiyong che era diventato tutto rosso quando aveva disegnato con il dito un “si” sul vetro del suo portone di casa; quello era il ragazzo orgoglioso e fiero delle elementari, era il Jiyong che voleva mostrare a tutti.
Seunghyun studiò interamente la sua figura e qualcosa si mosse dentro di lui. Ne rimase affascinato e in completa balìa. Jiyong lo metteva in soggezione anche se lui si trovava immerso nell’oscurità della sala mentre l’altro era sotto i riflettori. Non spostò nemmeno una volta lo sguardo nella sua direzione eppure si sentì come abbagliato dalla sua maestosità.

-Lui è promettente.- disse la signora accanto a lui -Ha fatto bene a farsi chiamare dragone.- mormorò con un sorriso compiacente sulle labbra.

-Spero solo che la sua brama di fama non lo conduca alla rovina.-
 




Seunghyun si fece trovare come stabilito appena fuori dal backstage. Fu parecchio difficile convincere il buttafuori a farlo passare nella zona in cui non erano ammessi i fotografi anche perché solo dopo parecchi minuti si ricordò del pass che gli aveva dato Minzy. Dovette aspettare all’incirca venti minuti prima che cominciassero ad uscire i modelli, quindi decise di appoggiarsi al muro vicino alla porta dei backstage e accendersi una sigaretta. Infilò una mano in tasca e guardò le costose macchine nere sfilare davanti a lui. Era al suo quarto tiro quando vide uscire Minzy e Jiyong. Li chiamò con un “ehi” impacciato. Entrambi si voltarono immediatamente e non gli sfuggì come il ragazzo dai capelli rosa lo stesse guardando. Impiegò qualche istante di troppo per dire qualcosa.

-Minzy questa è opera tua, vero?- disse riferendosi al fatto che Seunghyun fosse lì ad aspettarlo.

-In realtà avevo voglia di vederti.- mormorò il rapper prendendo un’altra boccata di fumo. Jiyong fissò gli occhi sulle sue labbra.

-Ah.- disse spostando lo sguardo in un’altra direzione -Quindi hai visto la sfilata?-
Seunghyun annuì con un mezzo sorriso.

-La vecchina vicino a me continuava a dire che tu sei un dragone o qualcosa del genere.- Jiyong ridacchiò.

-Quello è perché il mio nome d’arte è G-Dragon.- gli sorrise imbarazzato -Comunque, sei stato molto gentile a venire a vedermi. Che ne dite di venire da me per bere qualcosa?- propose Jiyong grattandosi i capelli ancora un po’ sudati.

-Io devo sbrigare delle cose per il servizio fotografico di venerdì prossimo quindi non posso.- intervenne a quel punto Minzy con un sorriso complice. Gli occhi del modello andarono dalla sua manager all’altro ragazzo.

-Per me va bene.- disse Seunghyun spegnendo la sigaretta con la suola della scarpa.

-Bene allora noi andiamo.- disse rivolto a Minzy che annuì e gli fece l’occhiolino. Salirono sui sedili posteriori di una delle macchine nere. Jiyong si sporse verso l’autista per dire il suo indirizzo e si riappoggiò sul sedile.

-Ti è piaciuta la sfilata?- chiese ad un tratto guardando fuori dal finestrino oscurato.

-L’ho trovata strana…ma interessante, credo.- ammise alla fine sbottonandosi la giacca.

-Immagino sia stata parecchio diversa dalle cose che fai di solito.- disse ridacchiando il ragazzo poco prima di infilarsi una sigaretta tra le labbra. Cominciò a cercare l’accendino ma sembrò non trovarlo quindi Tempo prese il suo e fece scattare la fiammella per fare in modo che l’altro potesse accendere. Jiyong puntò gli occhi nei suoi e avvicinò il tubicino di tabacco al fuoco facendolo bruciare appena. Seunghyun si perse in quello sguardo e di nuovo sentì la stessa sensazione che lo aveva invaso poco prima durante la sfilata.

-Mi sei piaciuto, però. Sembravi completamene a tuo agio con tutto.- il modello gli sorrise leggermente.

-Dopo due anni in cui lo faccio posso dire che si, sono a mio agio. Però non è sempre stato così. E’ difficile riuscire ad avere quel portamento impassibile e deciso nonostante la passerella sia corta.- il rapper cominciò a guardare fuori dal finestrino la città che si trasformava e diventava via via più luminosa.

-Secondo me sei fatto per fare questo.- mormorò forse un po’ troppo a bassa voce perché Jiyong non sentì. Nello stesso istante l’autista si fermò e li fece scendere. Si trovavano nello stesso posto di due sere prima, probabilmente se avessero guardato in controluce avrebbero potuto vedere ancora il “si” sul vetro. Il modello lo precedette e lo condusse verso il suo appartamento. Fecero due piani di scale si ritrovarono di fronte alla porta numero 8. Jiyong aprì il portone in acciaio laccato e fece entrare anche l’altro ragazzo. Il rapper lo vide appoggiare il borsone che aveva a tracolla appena vicino all’entrata e cominciare a tirare tutte le tende. Seunghyun si ritrovò in mezzo ad una stanza ampia e luminosa che doveva essere il soggiorno.

-Devo assolutamente farmi una doccia, non ti dispiace aspettarmi cinque minuti, vero?- chiese l’altro ragazzo. Il più alto scosse la testa. Jiyong gli sorrise e si dileguò dietro ad una porta. Seunghyun cominciò a guardarsi intorno: al centro della sala c’era un divanetto bianco davanti al quale si trovava un televisore piuttosto costoso; dietro al divanetto c’era un tavolo di quattro posti appena sotto ad un’ampia finestra, davanti alla quale era stata messa un’abatjour dal corpo blu scuro. Accanto alla finestra c’era una libreria a muro alla quale Seunghyun si avvicinò senza esitazione. C’erano moltissimi libri di arte e di letteratura che conosceva, prese un volume tra le dita ricordandosi di quando aveva rubato una copia identica da una libreria perché non aveva abbastanza soldi per permetterselo, conteneva le opere più famose di Cy Twombly. L’acqua della doccia cominciò a scorrere e gli occhi di Seunghyun si spostarono sulle pareti di quella stanza: dall’altro lato della finestra c’era un quadro che conosceva di Christopher Wool mentre lungo l’altra parete vi trovò un Gerhard Richter, fu però al terzo quadro che si bloccò. Era una tela occupata da varie sfumature di azzurro, alcune più sul bianco altre simili al blu. Al centro c’era una pennellata ampia simile ad una cascata di grande portata mentre in basso alla tela c’erano gli stessi ghirigori dei tappeti indiani. Non lo aveva mai visto. Vi rimase incantato: era strano come gli trasmettesse un senso di tristezza e desolazione.

-Ah, hai notato il mio Rudolf Stinger.- sentì dire da Jiyong. Il rapper si voltò di scatto come se fosse stato colto a fare qualcosa che non 
doveva. Non si era nemmeno accorto di essere rimasto fisso su quel quadro per così tanto tempo. L’altro ragazzo se ne stava in piedi vicino al divanetto rosso. Indossava dei pantaloni larghi neri e un maglioncino a righe nere e bianche con le maniche fin troppo lunghe per lui. Sulla testa teneva un asciugamano color panna a coprigli i capelli ancora bagnati. Seunghyun deglutì rumorosamente nel momento in cui incrociò gli occhi vispi dell’altro.

-Simboleggia il tempo che scorre.- disse mentre si avvicinava al dipinto -Va dall’astrattismo delle lisce pennellate centrali all’elaboratezza del fondo in cui si vedono le decorazioni dei tappeti.- lo vide osservare con attenzione la tela come se la vedesse per la prima e non fosse nel suo salotto ogni giorno. In quel momento erano uno di fianco all’altro, le loro spalle si sfioravano.

-In più Stinger l’ha dipinta nel mezzo della sua produzione e collega i suoi lavori iniziali ed elaborati a quelli finali e monocromi.- Seunghyun non si rese nemmeno conto di aver guardato per tutto il tempo il profilo di Jiyong fino a quando lui stesso non si girò per rivolgergli un sorriso compiaciuto. Sembrava quasi assurdo come potessero condividere quell’interesse piuttosto strano.
Gli era sembrato che il ragazzo dai capelli rosa fosse completamente assorbito nell’arte. Proprio come lo era lui.
Seunghyun non disse nulla mentre ritornava a guardare la tela, era completamente senza parole e provava una strana contentezza in quel momento. Era felice di sentire l’altro parlare di quelle cose, era felice di essere di fronte ad una tela che valeva moltissimo nel tiepido salotto di Jiyong.
Il modello invece sembrò vacillare quando non ricevette alcuna risposta.

-Scusa, ti ho annoiato. Immagino che non ti piacciano-

-No.- lo interruppe Seunghyun -E’ solo che non ho mai seguito questo artista ma dal modo in cui ne parli dev’essere molto bravo.- Jiyong parve spiazzato per un attimo ma riacquistò subito la sua facciata. Ridacchiò coprendosi le labbra con il palmo della mano.

-Tu che cosa segui?- gli chiese con un pizzico di diffidenza e stupore.

-Diciamo che sono più il tipo da Brice Marden.- disse alludendo al fatto che fosse anche lui piuttosto complesso come i quadri di quell’autore. Jiyong rise ma parve piacevolmente sorpreso dal fatto che anche lui fosse un’amante dell’arte moderna.
Entrambi si zittirono nel momento in cui si resero conto di quello che stava succedendo. A nessuno dei due era mai capitato di incontrare qualcuno che conoscesse quegli autori. Solo in quell’istante Seunghyun notò quanto vicini erano l’uno all’altro: le loro spalle si sfioravano e così anche le loro mani. Lo sguardo di Jiyong continuava ad essere puntato nel suo come se ci stesse vedendo qualcosa che solo lui riusciva a percepire. Seunghyun sentì il proprio cuore aumentare i battiti nel momento in cui la sua mano si mosse automaticamente in direzione del volto di Jiyong per scostare una ciocca bagnata di capelli rosa. Il respiro del modello parve fermarsi ma cercò ugualmente il contatto della mano dell’altro. Seunghyun non si accorse nemmeno di essersi chinato a baciare le labbra piene di Jiyong fino a quando non le baciò effettivamente. Sembrava semplicemente una cosa di routine che aveva sempre fatto. Forse era la cosa giusta da fare e basta.
Il più basso cercò subito le labbra del rapper quasi come se stesse aspettando solo quello da tutto il giorno. Le sue labbra erano morbide e da quella angolazione Seunghyun poteva sentire il profumo di cocco del suo bagnoschiuma.
Il più alto si ritrasse quando sentì qualcosa scontrarsi contro le caviglie. Gli sembrò di sentire Jiyong sbuffare in segno di protesta. Guardò in basso e notò che c’era un gatto grigio che lo stava fissando dal basso come se volesse essere coccolato. Seunghyun riportò lo sguardo in alto verso l’altro ragazzo.

-Hai un…?-

-Mm, si.- il ragazzo dai capelli rosa gli attorcigliò le braccia al collo. -Però, non avevamo ancora finito.- mormorò prima di trascinare Tempo in un bacio molto più esigente e bagnato. Il rapper lo prese per i fianchi e lo strinse a sé. Decise di spegnere la testa e di godersi quel momento perché il corpo di Jiyong gli sembrava bollente e la sua bocca gli regalava emozioni più intense di una battle vinta.








Note dell'autriciah:
Buonasera! Et voilà il nuovo capitolo eccolo qua (?)
Ok, no. Dunque, finalmente hanno uscito il limone! Ora siamo tutte felici.....a parte Seven a quanto pare, mm.
Si è scoperto un po' del passato di Seunghyun e si, lo so, brutta storia infatti ci terrei a precisare che i personaggi appartengono all'AU e sono svincolati dalla vita reale perché in funzione della fanfiction quindi spero mi concediate anche il ruolo della madre e anche le cose che hanno fatto/faranno in futuro.
Detto questo, come sempre ringrazio tutte quelle che seguono la storia e spero di tornare presto!
A prestissimo,
Road_sama
  
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