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Autore: Rohhh    07/12/2017    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao ragazze!
Mi dispiace per le lunghe attese ma sono in un periodo pieno e credo che a Gennaio sarà anche peggio perchè lavorerò ( niente paura, troverò comunque del tempo anche perchè scrivere mi rilassa quindi la storia non ne risentirà e continuerà)
Questo è un capitolo un po' di passaggio ma per me, essendoci molti personaggi, è indispensabile anche dedicare del tempo all'evoluzione dei loro rapporti, anche perchè altrimenti non si capirà niente dopo e non mi va di fare le cose superficialmente. Dopo questo ci sarà un altro capitolo ( tra l'altro nella storia siamo più o meno a Natale e per colpa dei miei ritardi ci stiamo quasi arrivando :D ) e dopo ci sarà quello che segnerà una specie di svolta, poi capirete.
In questi giorni cercherò di scrivere appena posso perchè prima di Natale ritorno a casa mia per le vacanze e poi dovrò ripartire quindi sarò molto incasinata.
Un ringraziamento enorme a chi mi segue e mi supporta e a tutte coloro che si sono aggiunte nel frattempo! Grazie mille, davvero!
Alla prossima!

Cap. 34 Partenze e saluti

 

Ashley si avvicinò alla finestra della sua camera e sfiorò la superficie liscia del vetro con la punta delle sue dita.

Dall'alto del secondo piano riusciva ad avere una buona visuale di una discreta porzione della via sottostante, traboccante del solito, frenetico viavai mattutino .

Auto sfreccianti e rumorose, passanti avvolti nei cappotti che camminavano di fretta, ragazzini che correvano scomposti per raggiungere la scuola, più sorridenti del solito perché probabilmente quello doveva essere l'ultimo giorno prima delle vacanze.

Il suo sguardo pensieroso si soffermò per qualche istante su quelle scene di vita ordinaria e su quella strada, diventata ormai familiare per lei.

In fondo erano ormai passati più di sei mesi da quando era arrivata in quella città sconosciuta coi suoi grossi bagagli e il cuore impaurito e ferito e poi erano accadute troppe cose che non avrebbe mai potuto lontanamente immaginare.

La prospettiva non era cambiata ma qualcosa adesso gliela faceva percepire come diversa.

Sollevò mollemente lo sguardo, le sue palpebre stanche rimasero semi-chiuse ma le iridi si concentrarono sulla superficie trasparente della finestra, resa opaca da una leggera condensa all'altezza del suo viso, formatasi a causa del suo respiro caldo contro il gelo esterno.

Non aveva delle sbarre ma in pratica era come se ci fossero: le mura di quella stanza, e più in generale di quella casa, erano diventate una prigione per lei.

Non si sentiva più libera di muoversi senza provare un forte disagio sotto gli sguardi spietati di Michelle e diffidenti delle altre ragazze, aveva il terrore di essere spiata ogni volta che usciva o rientrava e doveva giustificare quasi ogni sua azione per evitare che potesse sembrare sospetta.

Aveva perso ogni libertà e spontaneità e, quello che all'inizio le era sembrato un piccolo paradiso di serenità, si era trasformato in un covo di pericoli e doverlo constatare la riempiva di tristezza e sensi di colpa.

Anche se parte di quel disastro apparteneva a Michelle e alle sue ossessioni, adesso molto più chiare, non poteva fare a meno di realizzare che una grossa fetta di responsabilità spettasse a lei e al cumulo di menzogne che aveva tirato sù in quei mesi.

Se solo fosse stata più coraggiosa e non avesse preferito nascondere la testa sotto la sabbia ogni volta che aveva avuto l'occasione di dire la verità, forse adesso non starebbe lì a commiserarsi come una stupida principessa rinchiusa nella sua torre.

Certo, ai tempi non aveva potuto prevedere che il rapporto con Matt avrebbe preso una piega così seria, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a pensare a lui come qualcosa di diverso da uno scocciatore nè tantomeno che si sarebbe lentamente trasformato nel suo confidente, amico, amante e presenza costante nella sua esistenza.

Quanto desiderava poter considerare i loro baci come dei semplici modi per passare il tempo in maniera piacevole o le loro conversazioni intime come delle chiacchierate senza significato e persino quell' unica volta insieme come una scopata occasionale senza nessun sentimento.

Sarebbe stato tutto molto più semplice e indolore e invece c'era quella maledetta vocina dentro che continuava a suggerirle sempre una identica risposta.

Si stava innamorando di lui, del ragazzo che tutti i suoi amici odiavano, dello stesso ragazzo del quale era innamorata da anni l' amica alla quale doveva praticamente ogni cosa e suonava tutto così irrimediabilmente sbagliato!

Sapeva che avrebbe pagato fino all'ultimo centesimo se avesse seguito il cuore, era solo questione di tempo e il suo grattacielo di bugie sarebbe collassato miseramente senza poter fare più niente per evitarlo.

Sospirò ansiosa e voltò la testa alla sua sinistra, in direzione del letto, su quale giaceva mezzo vuoto un borsone.

Finalmente sorrise.

Quel pomeriggio sarebbe partita con Melissa per trascorrere il Natale con la sua famiglia, sarebbero state via non più di cinque giorni, Ashley non poteva chiedere troppi giorni di ferie proprio nel periodo in cui c'era più bisogno di aiuto in negozio e aveva già ampiamente ringraziato Carol per aver inaspettatamente accettato di buon cuore di coprire la sua assenza da sola e averle così permesso di partire un giorno prima della vigilia.

Probabilmente aveva intuito il disperato bisogno della collega di cambiare aria e allontanarsi da quei luoghi anche solo per qualche giorno e si era rivelata davvero più sensibile di quanto non apparisse all'esterno.

Melissa, invece, ci teneva a ritornare prima del capodanno, aveva promesso a Luke che in qualche modo avrebbero passato la mezzanotte insieme per poi raggiungere i rispettivi gruppi e non destare troppi sospetti.

Ashley si stropicciò gli occhi, sbadigliò e finalmente si decise a rimuovere del tutto la tenda e far entrare più luminosità possibile, dato il cielo nuvoloso che si prospettava quella mattina.

Si allontanò quindi dalla finestra e recuperò un paio di maglioni da un cassetto per riporli nel borsone ma non fece in tempo a piegarne uno che un colpo alla porta la interruppe.

«Avanti» ripose lei, irrigidendosi e sperando di non trovarsi di fronte Michelle armata fino ai denti e pronta a scagliarle qualche attacco.

Tirò un lieve sospiro di sollievo quando la porta si aprì rivelando una cascata di splendidi capelli ondulati.

«Ciao Ashley, posso?» domandò Beth, un po' imbarazzata ed esitando ad entrare.

«Ma certo» fece la rossa, accennando un sorriso.

Con Beth si era instaurato da subito un buon rapporto in casa, la biondina era un tipetto strano e fuori dal comune con tutta quella passione per i videogiochi e i cartoni animati e di certo non era amante della vita mondana e delle serate folli a ballare e in questa ultima caratteristica Ashley aveva sempre rivisto un po' anche sè stessa.

Peccato che la tempesta che l'aveva travolta aveva raffreddato l'aria tra loro e, anche se Beth si dimostrava educata e cordiale con lei, ad Ashley non era sfuggito quanto il suo viso non fosse più disteso e naturale quando parlava con lei e questo le stringeva il cuore.

Intanto Beth aveva fatto il suo ingresso, Ashley vide che era già vestita e imbacuccata di tutto punto, portava un buffo cappello di lana con delle orecchie da gatto ai lati, il suo parka rosso abbottonato fino in fondo e degli scarponcini beige a stivaletto, adatti alle basse temperature.

I suoi capelli, di solito annodati in code alte o crocchie disordinate perchè non le disturbassero la visuale al computer, erano invece sciolti e fluenti, perfettamente acconciati in delle meravigliose onde bionde che le arrivavano oltre metà schiena ed emanavano un buonissimo profumo di balsamo.

Evidentemente una qualche occasione speciale aveva richiesto tutta quella cura nei dettagli che di solito non le apparteneva ed Ashley non si sbagliò.

«Sono passata solo per salutarti...sto tornando a casa per le vacanze» la informò infatti Beth, mentre si avvicinava con fare timido alla sponda inferiore del letto della sua coinquilina.

Ashley si alzò e la raggiunse, la sua espressione si intristì quando si accorse che l'amica aveva difficoltà nel guardarla negli occhi, sembrava nervosa e divisa a metà tra il volersi comportare come prima e una insolita freddezza.

«Oh, già, è vero...l'avevo quasi dimenticato» si scusò Ashley, in quei giorni non era stata molto presente per via dei turni stressanti di lavoro e, le poche volte in cui aveva avuto modo di incrociarsi con alcune di loro, era stata così esausta da non avere forza nemmeno per incominciare una banale conversazione.

«Non fa niente...è che non ci parliamo molto, ultimamente» replicò subito Beth a bassa voce, fissandosi gli stivaletti e giocherellando con i pon pon della sua enorme sciarpa.

Ashley incassò il colpo, era lei l'artefice di quella situazione spiacevole e non poteva dare torto a Beth.

Non doveva essere stato bello scoprire che, chi consideri amica e con la quale condividi persino un tetto, in realtà non ha intenzione di condividere nulla di sè ma anzi si nasconde e addirittura si ostina a negare di fronte all'evidenza, riducendo il tutto a una fredda e sterile convivenza senza alcuna voglia di stringere un vero rapporto di amicizia.

«Lo so, mi dispiace Beth» mormorò Ashley, incapace di aggiungere altro o di spiegare come stavano le cose, lasciando che un fitto silenzio si mettesse tra loro e occupasse tutto lo spazio rimasto.

Rimasero immobili l'una di fronte all'altra, ad occhi bassi e con una miriade di parole bloccate in gola.

«E così vai con Melissa! - esclamò Beth poco dopo, mettendo fine a quell'atmosfera surreale e indossando un debole sorriso – pensavo che saresti tornata a casa tua, a dire il vero»

Ashley scosse la testa e si fece buia in viso, Beth si strinse nelle spalle, temendo di aver detto qualcosa di sbagliato.

Di Ashley sapeva solo che aveva perso il padre cinque anni prima e che era andata via di casa per dei dissapori con sua madre ma non poteva certo immaginare la gravità dei fatti.

«Mi è rimasta solo mia madre e con lei non ho buoni rapporti...diciamo anche che non ne ho più perciò...non c'è proprio nessuna casa che mi aspetta per Natale» ammise dolorosamente, lottando contro un magone che le aveva invaso il petto.

Beth si avvicinò d'istinto e le carezzò un braccio, facendola sussultare per quel tocco inaspettato ma dolce.

«Mi dispiace tanto...scusami, io non volevo essere invadente...» balbettò, era rimasta spiazzata da quelle parole dure e non riusciva a immaginare cosa dovesse provare Ashley in quel momento.

«No, è colpa mia...avrei dovuto raccontarvi meglio...avrei dovuto essere più aperta con voi invece di tenere tutto dentro» ribattè lei, approfittando di quell'occasione per scusarsi implicitamente anche sul suo recente comportamento e su tutta la montagna di bugie che aveva raccontato e di cui loro non erano ancora al corrente.

«Dai, lascia stare...- cercò di chiudere l'argomento Beth, non era di certo il momento giusto per affrontarlo e lei era in terribile ritardo – adesso devo scappare, mio fratello sarà qui a breve ed è la persona più impaziente della terra, se lo faccio aspettare non farà che lamentarsi per tutto il viaggio!» disse Beth, scattando sull'attenti e sistemandosi maldestramente il berretto sulla testa.

«Dean non viene con te?» chiese Ashley mentre la accompagnava alla porta.

«No, passerà il Natale con la sua famiglia ma mi raggiungerà dopo, rimarrà a casa mia per qualche giorno e poi torneremo qui insieme!» le spiegò la bionda, sorridendo sull'uscio della stanza.

Ashley annuì «Capisco...beh, allora auguri e a presto!» la salutò, poi, stringendosi le braccia e sfregandole per il freddo.

«Auguri a te, Ashley...ci vediamo!» ricambiò l'amica, i suoi occhi celesti si illuminarono, sinceri e trasparenti, e per un attimo lei ci rivide dentro la vecchia Beth.

Si scambiarono un ultimo cenno con la mano da lontano, poi Ashley ritornò in camera, si adagiò sul materasso e abbassò lo sguardo pensoso sui vestiti sparsi sopra il letto.

Sospirò: adesso era il momento di dedicarsi solo ai preparativi per quei giorni lontano da casa, durante i quali avrebbe potuto finalmente staccare la spina e riflettere, e chissà se qualche risposta a tutti i suoi dubbi e sbagli sarebbe arrivata in suo soccorso.

 

 

«Tu ed Ashley avete legato molto, a quanto pare»

Melissa si voltò di scatto, aveva lasciato la porta della camera socchiusa ma la proprietaria di quella voce era stata così silenziosa e scaltra da riuscire a intrufolarsi senza che lei fosse stata in grado di percepire nemmeno un piccolo fruscio.

Michelle si era presentata lì col passo felpato di un felino pronto a sferrare uno dei suoi agguati letali e adesso la fissava coi suoi occhi grandi e magnetici, capaci di affascinare e al contempo ferire.

«Come?» farfugliò, presa alla sprovvista mentre un quaderno le scivolava dalla mano e finiva sotto la scrivania.

«L'hai invitata a passare il Natale a casa tua...dovete essere diventate molto amiche» commentò lenta, soffermandosi con enfasi su ogni singola parola con la sua voce suadente.

Melissa indietreggiò e la sua schiena urtò contro il bordo della scrivania, facendola sentire in trappola nel momento in cui vide la ragazza avanzare verso di lei.

Un brivido le percorse la schiena e una fortissima sensazione di ansia si impadronì di lei, impedendole di muoversi, quasi fosse congelata e non potesse più avere il controllo dei propri muscoli.

«Beh, sì...E poi immaginavo che probabilmente sarebbe stata sola e così...» disse incerta, contorcendosi le mani fredde e sudate e sforzandosi di non impappinarsi e mostrare all'esterno l'agitazione che la scuoteva.

Sapeva che Michelle ce l'aveva a morte con Ashley per tutta quella storia di Terence e di una presunta relazione della rossa con un ragazzo misterioso della quale lei teneva all'oscuro tutte e, il trovarsi in mezzo a quell'assurda situazione, terrificante per lei da gestire con razionalità per colpa del suo carattere fin troppo emotivo, non era certo una passeggiata di salute.

Ma la verità non era solo quella.

Di fronte a lei aveva la persona che a breve avrebbe dovuto affrontare per una questione che la riguardava direttamente e che coinvolgeva anche il ragazzo di cui si era perdutamente innamorata e il solo pensiero le scatenò una tremenda spaccatura interiore.

Michelle era stata la ragazza che il destino le aveva fatto incrociare, ricordava ancora quell'annuncio trovato per caso per quella che poi era diventata la sua camera; era un'amica e una coinquilina con la quale aveva comunque condiviso molti momenti felici ma, allo stesso tempo, adesso era l'unico ostacolo che si frapponeva fra lei e la sua felicità e, per quanto sembrasse egoista, sapeva che avrebbe dovuto fare una scelta drastica se voleva rimanere con Luke.

E, se si sentiva così debole e spaventata adesso che la cosa riguardava Ashley, non osava pensare al giorno in cui avrebbe dovuto rivelarle il suo segreto.

«Capisco...Evidentemente con te si comporta in maniera diversa...magari non ti pugnala alle spalle, decidendo di tenere nascosti i suoi segreti senza volersi aprire con chi invece si è mostrata sempre amica e generosa con lei...- puntulizzò con una sfumatura acida nella voce - magari invece a te ha rivelato qualcosa che io non so!» cinguettò infine melodiosa, concludendo la frase con un sorriso angelico che cercava di mascherare il suo vero intento che, a quel punto, fu fin troppo chiaro.

Voleva indagare e approfittare dell'ingenuità di Melissa per cavarle qualche informazione in più ma, sfortunatamente per lei, non aveva fatto i conti con un piccolo dettaglio.

La brunetta non era più la ragazza insicura di un tempo.

Il panico che prima l'aveva invasa si dileguò di colpo: come se si fosse diradata una fitta nebbia, finalmente vide l'immagine di Michelle davanti ai suoi occhi, nitida e chiara per quello che rappresentava.

Era solo una ragazza accecata dalla rabbia e che non guardava in faccia ormai più nessuno mentre lei portava dentro la forza che l'amore per Luke le trasmetteva ogni giorno che passava e che la stava pian piano cambiando in meglio.

Il suo sguardo si indurì e divenne più sicuro «Che vuoi, Michelle?» domandò fredda, puntando le sue iridi verde scuro sulla castana e spiazzandola.

Michelle inarcò le sopracciglia senza poter nascondere il suo stupore, non si aspettava quella reazione da parte di Melissa e quasi non riuscì a replicare.

«Ma...niente...volevo solo avvertirti da amica...lei ha un concetto strano di amicizia e potresti prenderti una bella delusione – cercò di rimettersi in piedi, balbettando e trovando subito una scusa – e poi parlo anche per il suo bene. Chissà cosa nasconde, magari è in pericolo o sta soffrendo e non si lascia aiutare!» cercò di rigirare la frittata, fingendo un interesse per Ashley che in realtà non esisteva. Ormai per lei l'unica cosa che contava era scoprire con chi avesse osato tradire la fiducia di Terence e di conseguenza la sua.

«Ashley è sempre stata gentile con me e comunque credo che ognuno sia libero di decidere cosa condividere della propria vita privata e una vera amica non dovrebbe giudicare – dichiarò Melissa senza incertezze, poi sorrise – in ogni caso ti ringrazio del tuo avvertimento! Adesso, se non ti dispiace, devo finire di riempire il mio zaino o rischiamo di perdere il treno.» disse, lasciandole intendere che per lei il discorso era chiuso.

Michelle le lanciò un'occhiata carica contemporaneamente di meraviglia e irritazione, poi si voltò di scatto e raggiunse la porta.

«Allora buone feste! Ci vediamo presto!» esclamò amara, con un sorriso tiratissimo sulle labbra, prima di uscire e dirigersi verso la sua stanza, nervosa e spazientita.

Come se non fosse già abbastanza, finì quasi per scontrarsi in corridoio con la personificazione della sua agitazione in quell'ultimo periodo.

Ashley infatti si scansò in tempo ma finì per calpestarle per sbaglio una scarpa.

«Scusami» disse subito, fermandosi e fissando gli occhi astiosi di Michelle come in cerca di un dialogo pacifico che non arrivò.

Lei sollevò il capo con superbia e non rispose, fu solo dopo averla sorpassata che piantò di colpo i piedi e si girò, stringendo i pugni.

«Divertiti da Melissa – pronunciò a bassa voce, facendola rabbrividire – ci vedremo al ritorno, dovremo passare il Capodanno insieme, a meno che tu non abbia già altri programmi» insinuò spietata ma Ashley non gliela diede vinta.

«Nessun programma» replicò, netta e concisa.

Le due si fissarono per alcuni secondi, Michelle ardeva di sfida e nel frattempo nella sua testa si affollavano tutti gli indizi che aveva racimolato in quel periodo.

La relazione segreta di Ashley nel periodo in cui suo fratello si era confessato e lei gli aveva concesso del tempo per pensarci, tradendolo, un misterioso ragazzo biondo, confermato anche da Carol e, per finire, il suo comportamento schivo e anomalo, quasi stesse compiendo qualcosa di losco che non doveva essere scoperto.

Forse ci era quasi vicina, lo sentiva, ma le mancava giusto l'ultimo frammento ed era sicura che a breve l'avrebbe trovato.

Terence, seduto al tavolo della cucina, notò l'intera scena e sbuffò, rassegnato al comportamento assurdo della sorella.

Ashley si diresse quindi svogliata a farsi del tè caldo prima di partire, era distratta e sovrappensiero per via dell'incontro non esattamente gradito con Michelle e la figura del ragazzo le comparve alla vista all'improvviso, facendola sussultare e spalancare gli occhi per la sorpresa.

«Ehi» fece Terence, sollevando una mano per salutarla; era stretto nel suo capootto, i suoi occhi sembravano stanchi e annoiati e i capelli insolitamente spettinati.

Insomma, non era per nulla il ritratto del ragazzo perfetto e di successo che indossava di solito, sembrava quasi più umano e vulnerabile ed Ashley per la prima volta riuscì a sentirlo simile a lei.

«Terence...non sapevo fossi a casa» disse calma, mentre apriva degli sportelli e afferrava un bollitore e una bustina di tè.

«Sono arrivato stamattina presto. Dovevo passare a prendere mia sorella e Colleen per andare a casa dei miei ma voi donne siete sempre le solite ritardatarie quando si tratta di prepararvi per bene!» esclamò imbronciato, facendola sorridere.

«Hai ragione» concordò, sfregando le mani davanti al fornello per riscaldarle un poco nell'attesa che l'acqua bollisse.

Seguì un breve silenzio, poi Ashley diede una rapida occhiata alle spalle curve di Terence, quasi spalmato sul tavolo, e prese posto accanto a lui con la tazza bollente tra le mani.

«Ne vuoi un po'? Se vuoi te lo preparo» gli propose gentilmente, ma il ragazzo scosse la testa in senso negativo.

«No, ti ringrazio, ho già fatto colazione – rispose, poi scrutò di soppiatto Ashley, intenta a soffiare sul fumo caldo che proveniva dal tè, il viso e le mani le si erano arrossate per il contrasto tra il freddo e il bollore della tazza e a Terence sembrò talmente bella, così assorta, che per un secondo il suo cuore perse un battito – Senti, Ashley...volevo scusarmi per la figuraccia che ho fatto la scorsa volta, quando ero mezzo ubriaco. Non so che mi è preso e, nonostante Matt un bel pugno in faccia se lo meriterebbe eccome, non è stato un bello spettacolo e me ne vergogno» mormorò a testa bassa.

Ashley fece una smorfia nascosta di disappunto nel sentire la parte dedicata a Matt ma, in fondo, riuscì a provare empatia per Terence, che in quel periodo sembrava troppo giù di morale e quasi confuso.

«Non fa nulla, tranquillo. Tu piuttosto...sicuro che vada tutto bene? Ti vedo piuttosto stressato, ultimamente» disse, prendendo poi un sorso e quasi scottandosi la lingua.

«Sì, è così. Il fatto è che...non vedevo l'ora di terminare l'università per dedicarmi all'azienda di famiglia, è quello che desideravo da una vita e per il quale ho lottato fin da piccolo e invece...- si bloccò e portò le mani fra i capelli, confuso – non so, adesso sembra tutto così diverso da come l'avevo immaginato. Ci sono le responsabilità che premono, i pensieri, le scelte giuste da prendere, troppe cose importanti che dipendono da me e...mi sono reso conto di non essere affatto pronto ed è una sensazione orribile, mi sento un perfetto imbecille fallito» concluse amaramente, senza nemmeno avere il coraggio di guardarla negli occhi.

Lo sguardo di Ashley si addolcì, Terence non era come Michelle, lui aveva un animo più vero e umano e lei pensò che forse ci fosse ancora un barlume di salvezza.

Portò la sua mano calda sul dorso di quella di lui, immobile sul tavolo e lo sentì tremare sotto il suo tocco morbido.

«Non devi dire così. Credo che sia assolutamente normale ciò che stai provando...Finchè si va all'università l'unico dovere che si ha è studiare e superare gli esami e la cosa peggiore che può capitare è un professore stronzo che ci vuole mettere i bastoni fra le ruote. In un certo senso ci si sente protetti e forti, pronti ad affrontare il mondo e impazienti ma...alla fine, ci rendiamo conto che la realtà fuori è diversa, è spietata e dura e...bisogna farsi le ossa. Non sei fallito, devi solo...abituarti al cambiamento, ecco!» cercò di incoraggiarlo con quelle parole dolci e confortanti.

«Non voglio deludere la mia famiglia» dichiarò lui, ancora visibilmente sconvolto, rivelando quale fosse la sua vera preoccupazione.

«E non succederà, ne sono sicura! Però devi anche pensare a te e a quello che ti fa stare veramente bene! Ognuno ha i propri tempi, non ti abbattere!» insistette, sperando che Terence riuscisse a capire finalmente come si era sentito Matt anni prima, combattuto tra il volere della sua famiglia e i suoi desideri.

Ashley si chiese se forse l'impresa di fare riappacificare i due ex amici non fosse così improbabile, magari poteva riuscirci, Terence l'avrebbe ascoltata e tutto si sarebbe risolto per il meglio.

Doveva solo crederci e prendersi del tempo per capire come fare a parlargli.

«Grazie Ashley, sei davvero un'amica...» disse intanto Terence, fissandola coi suoi occhi scuri e provando un leggero nodo alla gola nel momento in cui aveva dovuto riferirsi a lei come 'amica'. Una piccola ferita bruciò per un secondo quando realizzò che lei non sarebbe mai stata sua e, forse, il suo cuore apparteneva già a qualcun altro.

«Figurati» rispose lei, stringendosi nelle spalle.

Terence aggrottò le sopracciglia, parve riflettere un istante e si schiarì la voce. «Ah, mi dispiace per come si sta comportando mia sorella, sta esagerando e sappi che non condivido...non stavamo insieme, Ashley...io non avrei dovuto insistere con te e...se tu hai conosciuto un altro in quel periodo e sei stata con lui non c'è niente che io ti possa recriminare. - disse, facendola arrossire nel momento in cui realizzò che quella maledetta storia del test di gravidanza doveva essere ovviamente arrivata anche a lui – Non ce l'ho con te e non mi ha dato fastidio, anzi, mi fa piacere se frequenti qualcuno o se ti sei innamorata» cercò di sembrare completamente indifferente anche se le sue corde vocali tremolarono e lo tradirono.

Ashley si voltò a guardarlo, incuriosita e meravigliata, e si chiese se sarebbe stato così tranquillo e felice per lei anche se avesse scoperto che il fortunato misterioso era proprio Matt.

Fu indecisa su cosa ripondere, prese un lungo respiro ma non fece in tempo ad aprire bocca che Colleen, sottoforma di uragano, si precipitò dalla sua stanza, producendo un rumore assordante coi suoi tacchi a spillo, e arpionò le spalle del cugino per obbligarlo ad alzarsi.

«Scusate l'interruzione ma, Terence, ti ricordo che dobbiamo muoverci! Siamo già in mega ritardo, si può sapere cosa aspetti?» strillò la ragazza, inondando la cucina col suo profumo intenso.

«Ma se è due ore che vi aspetto qua come uno stoccafisso! Adesso sarebbe colpa mia? Queste sono pazze!» si rivolse poi ad Ashley, portandosi un dito alla tempia e facendolo roteare per rafforzare il concetto.

Un ultimo strattone di Colleen lo costrinse ad alzarsi tra insulti e imprecazioni varie. «Buone vacanze, allora» le augurò in fretta, adesso il suo viso sembrava più sereno ed Ashley sorrise.

«Anche a voi» ricambiò lei, mentre anche Colleen le rivolgeva una serie di veloci saluti e spariva trascinandosi via il ragazzo.

Ashley li sentì lamentarsi e parlottare lungo le scale poi più niente. Ripose la sua tazza e rientrò in camera per evitare di incontrare di nuovo Michelle, lo scontro di prima le era già bastato e adesso voleva rilassarsi.

Solo quando, dopo circa cinque minuti, sentì la porta di casa aprirsi e richiudersi e capì che Michelle era andata via, uscì dalla sua stanza e si affacciò timidamente in quella di Melissa.

«Già finito coi bagagli?» domandò.

Melissa chiuse l'ultima zip del suo trolley e sollevò lo sguardo.

«Proprio in questo momento! Ho dovuto fare entrare tutti i regali e non è stata un'impresa facile!» commentò, passandosi una mano sulla fronte.

Osservò Ashley: l'amica le sembrava tranquilla e sorridente e così decise di non angustiarla e di non raccontarle di Michelle e della sua capatina di qualche minuto prima.

«Fra quando prendiamo il treno?» chiese nel frattempo lei, ridestandola dai pensieri.

«Oh, tra un'ora! Abbiamo ancora un po' di tempo, le altre sono tutte andate via quindi ci toccherà fare il solito giro di ricognizione per chiudere gas, porte e finestre e assicurarci che tutto sia a posto!» la informò, avvicinandosi all'amica e approfittandone per ripassare mentalmente tutte quelle operazioni.

«Perfetto! Allora a tra poco, finisco di sistemare la mia stanza e sono pronta! - la avvertì Ashley, Melissa annuì col capo e fece per ritornare alla scrivania ma la rossa la richiamò – Ah, e comunque...sono felice di passare questi giorni con te, ne avevo bisogno...grazie di avermi invitata!» aggiunse, le parole le erano venute fuori spontaneamente e dal cuore.

«Non ringraziarmi! A me fa piacere!» replicò subito la brunetta, gesticolando imbarazzata.

Non vedeva l'ora di condividere quei giorni in famiglia insieme a lei, essendo figlia unica la sua casa era sempre stata molto silenziosa anche nei periodi di festa e per qualche giorno si sarebbe quasi illusa di avere una sorella.

«Ci vediamo dopo!» Ashley sorrise e uscì dalla stanza, Melissa rimase ad osservare pensosa la porta per qualche secondo e si convinse che la sua amica non poteva essere cattiva come insisteva Michelle, doveva esserci un qualche motivo importante per il suo comportamento strano e lei era sicura che prima o poi tutto si sarebbe chiarito.

 

 

Il telefono squillò, facendo imprecare Ashley proprio nel momento in cui cercava di infilare nel borsone le ultime cose senza farlo esplodere.

Sperò che non si trattasse di Carol che la informava di doversi presentare in negozio per qualche emergenza, rovinando la sua partenza proprio mezzora prima, ma si meravigliò ancor di più quando lesse il nome di Matt sullo schermo.

L'ultima volta che si erano visti avevano dato per scontato di sentirsi direttamente dopo il Natale quindi, che cosa poteva volere?

«Pronto?» rispose, leggermente dubbiosa.

«Allora, scendi?» fece lui senza perdersi in convenevoli, la sua voce giungeva poco chiara e un fastidioso rumore di automobili in sottofondo rendeva più difficile capire ogni singola parola.

«Cosa? Scendi? Ma dove?» chiese Ashley, confusa e credendo di aver di sicuro sentito male.

«Sono in macchina, non so dove abiti e nemmeno oserei avvicinarmi alla 'zona Michelle' ma...devo dirti una cosa, ce la fai a raggiungermi? Dimmi dove ti viene comodo» spiegò lui con estrema tranquillità, come sempre.

Ashley boccheggiò, stavolta aveva capito bene.

Non si aspettava quella chiamata e nemmeno che il biondo dovesse parlarle, guardò di scatto l'orologio e sbuffò «Matt, tra mezzora devo prendere il treno con Melissa, non credo di arrivarci!» sbottò nervosa.

Il cuore le batteva all'impazzata e, mentre la ragione le suggeriva di non rischiare, le sue gambe premevano per correre e raggiungerlo.

«Ti faccio perdere solo dieci minuti! Ce la fai eccome!» insistette lui, mettendola in crisi.

Ashley rimase in silenzio qualche secondo, ci pensò sù e poi si rassegnò.

Anche questa volta la sua parte razionale dovette farsi da parte.

«E va bene! Ci vediamo tra due minuti esatti alla fermata dell'autobus vicino ai giardini pubblici! Cerca di sbrigarti, se tardi più di cinque minuti vado via!» accettò di slancio, posizionando il telefono tra la mandibola e la spalla per infilarsi cappotto e sciarpa e non perdere neanche un secondo.

«Ci sarò, sto arrivando!» disse Matt, poi riagganciò.

'Mi sono ammattita del tutto' pensò Ashley mentre si catapultava in corridoio, trafelata e coi capelli in disordine.

«Melissa, ho scordato di comprare una cosa importantissima! Sto uscendo, ti secchi se ci vediamo direttamente alla stazione?» domandò a voce alta, passando di corsa accanto alla camera della sua amica.

Melissa sbucò fuori e la guardò stralunata.

«Sicura di arrivarci? Manca meno di mezzora!» le fece notare preoccupata e si chiese che cosa fosse così fondamentale per Ashley da costringerla a sgusciare fuori da casa all'ultimo minuto.

A meno che...non si trattasse di una cosa ma di qualcuno e Melissa si trovò a sorridere.

«Sì, sta' tranquilla!A dopo!» le promise Ashley dall'uscio di casa, Melissa non fece in tempo a raccomandarle di stare attenta all'orario che udì il tonfo della pesante porta.

Sbirciò dalla finestra e la scorse sul marciapiede mentre correva a perdifiato per poi svoltare l'angolo come un lampo.

Si ritrovò a sospirare.

Solo un forte sentimento poteva giustificare tutta quella fretta improvvisa, era più che evidente persino a lei, che di queste cose non era certo un'esperta.

 

 

«Mi hai fatto fare una corsa assurda! - esclamò Ashley col fiatone, dopo essersi infilata alla velocità della luce dentro l'auto di Matt non appena il ragazzo aveva accostato e aver dato una occhiata furtiva intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno a spiarla.

Michelle e gli altri erano partiti ma la prudenza non era mai troppa, soprattutto in quel periodo.

«Scusami, ho finito di lavorare solo ora» si giustificò lui, puntando lo sguardo allo specchietto retrovisore per fare manovra.

Ashley lo guardò con circospezione come se volesse studiarlo, non ancora del tutto convinta da quella misteriosa chiamata ma tremò quando gli occhi azzurri del ragazzo si puntarono per una frazione di secondo nei suoi e le labbra gli si piegarono in un mezzo sorriso.

«Spero che quello che avevi da dirmi sia davvero importante altrimenti ti uccido!» lo minacciò lei maldestramente, impegnata a sciogliere il nodo della sua sciarpa e sbottonare il capotto, ancora accaldata per la folle maratona appena percorsa e per quello sguardo letale.

Matt osò soffocare una risata, facendola accigliare ancora di più.

«Volevo informarti che tra cinque giorni sarò a pranzare da mio fratello e sua moglie e mi è stato esplicitamente chiesto di invitare anche te. Stai simpatica ad Helen, a quanto pare, e Alex ti è immensamente grato per essere riuscita a farmi interagire con mio nipote per più di 30 secondi e così...beh era questo che dovevo dirti – disse Matt sbrigativo, senza staccare lo sguardo dalla strada, poi rallentò, mise la freccia e accostò in una piazzetta – ovviamente non sei obbligata a venire, non sarà di certo un'esperienza esaltante, in fondo è solo uno stupido pranzo con quelli che per te sono dei semisconosciuti» si affrettò a precisare prima che la ragazza prendesse parola.

Era un po' a disagio adesso perché portare per la seconda volta una ragazza da suo fratello, l'unico parente col quale aveva ancora rapporti, assumeva un significato abbastanza forte, era qualcosa che si addiceva più a una fidanzata ufficiale e lui non voleva darle quell'impressione, sapeva che ad Ashley bastava un nonnulla per scattare sulla difensiva e lui non voleva certo procurarle un attacco di panico.

Staccò le mani dal volante e incrociò le braccia al petto, attendendo una risposta senza voltare lo sguardo e fingendosi interessatissimo alle condizioni metereologiche del cielo.

«Ok, verrò – rispose, invece, Ashley senza alcuna esitazione, facendolo voltare di scatto a fissarla con gli occhi sgranati – beh, sarebbe scortese rifiutare in invito e poi sono curiosa di vedere quant'è cresciuto il piccolo Andrew!» spiegò lievemente imbarazzata, si irrigidì impercettibilmente e distolse lo sguardo da quello di Matt per puntarlo sulle sue ginocchia.

La cosa buffa era che entrambi parevano sforzarsi di trovare giustificazioni per evitare di fare saltare fuori la verità e cioè che Matt aveva ben accolto il desiderio di suo fratello perchè ormai teneva molto a lei ed Ashley aveva accettato praticamente per lo stesso motivo.

Il ragazzo tossicchiò, facendole sollevare la testa, incrociò le braccia dietro la nuca e socchiuse gli occhi per un attimo.

«Allora glielo riferirò, ne saranno felici» disse soltanto, entrambi non mossero un muscolo, si respirava una strana aria dentro l'auto ed era come se tutto quel silenzio parlasse più di mille parole.

Ashley si riscosse per prima, cominciò ad agitarsi sul sedile finchè prese il cellulare e lesse l'orario, tranquillizzandosi nel vedere che mancava ancora un quarto d'ora per raggiungere la stazione.

«In ogni caso che bisogno c'era di farmi rischiare di perdere il treno? Potevi dirmelo per telefono...» obiettò con una sfumatura di delusione nella voce.

Chissà cos'altro si era immaginata mentre correva col cuore gonfio di aspettative e curiosità e uno stupido sorriso sulle labbra!

In fondo che altra ragione doveva esserci?

Fece per riabbottonarsi velocemente il cappotto e annodare la sciarpa quando la mano ferma di Matt le strinse dolcemente un polso.

Ashley si bloccò stupita e allontanò dei ciuffi rossi dal viso per poterlo guardare meglio.

Gli occhi di Matt erano dolci e di un azzurro che ricordava il mare piatto di una giornata assolata d'estate e lei ci annegò dentro quando lui le si avvicinò, liberandosi della cintura di sicurezza per sporgersi.

«In realtà c'è un altro motivo.- le rivelò suadente, sussurrando ad un passo dalle sue labbra – Volevo vederti prima che partissi – continuò, sempre più vicino e sempre più magnetico – volevo salutarti come si deve» mormorò quando ormai c'era solo un centimetro a dividerli e che, tra l'altro, venne presto annullato da un bacio così lento e dolcissimo quanto inevitabile.

Matt accarezzò il viso caldo di Ashley, le raggiunse poi i capelli e vi affondò le dita mentre le loro labbra continuavano a rincorrersi senza sosta, assaporando ogni istante.

Quando si staccarono Ashley sentiva ancora i brividi lungo la sua schiena, era senza fiato e non solo per i baci ma anche perchè le parole del ragazzo le avevano fatto impazzire il cuore, e non fu in grado di rispondergli subito.

Troppi pensieri e sensazioni affollarono la sua testa: dubbi, gioia, paura ed euforia, tutte quelle emozioni contrastanti si mescolarono e lei non ci capì più niente.

Desiderava potesse essere tutto semplice come lo era baciarlo e perdersi fra le sue braccia e invece doveva anche scontrarsi con la realtà e tutti i casini che ne derivavano.

«Non so tu, ma per me era importante» disse Matt, rompendo quel silenzio surreale che sembrava averli trasportati su un altro lontanissimo e stupendo pianeta.

Le sfiorò le labbra con un altro bacio leggero, si allontanò da lei e girò la chiave per mettere in moto; il tempo a disposizione era terminato e, anche se Ashley sembrava essere entrata in una dimensione parallela, il biondo sapeva che gliel'avrebbe fatta pagare cara, quando avrebbe ristabilito il contatto col pianeta Terra, se per colpa sua avesse perso il treno.

L'auto percorse solo qualche metro e, all'improvviso, Matt sentì un tocco morbido sulla sua spalla.

Ashley vi aveva posato la testa e si era accoccolata a lui per quanto quella posizione scomoda glielo permettesse.

«Anche per me lo è stato -sussurrò al suo orecchio, facendogli spuntare un sorriso – adesso però sbrigati ad accelerare o ti faccio a pezzetti» lo minacciò scherzosamente, i due scoppiarono a ridere.

«Che stronza» ribattè Matt con tono provocante, carezzandole una gamba.

Adesso sembrava tutto perfetto ed Ashley non avrebbe potuto desiderare un saluto migliore prima di lasciare quella città anche se solo per pochi giorni.

 

 

Melissa continuava a muoversi nervosamente davanti ai binari e a spostare convulsamente lo sguardo dalla direzione dalla quale doveva provenire il treno all'entrata della stazione.

Mancavano solo tre minuti o poco più e di Ashley nemmeno l'ombra.

Aveva provato a chiamarla ma sembrava irraggiungibile e la brunetta si era ormai rassegnata a dover partire da sola quando scorse finalmente una testa rossa farsi largo tra la folla in attesa.

Emise un lungo sospiro di sollievo poi alzò le braccia e le mosse per far sì che l'amica potesse vederla.

«Ashley!» la chiamò, infine a gran voce.

La ragazza, disorientata, individuò Melissa e si affrettò a raggiungerla per poi fermarsi davanti a lei, piegata in avanti per riprendere fiato.

«Non dirmi che abbiamo perso il treno!» esclamò poi affannata, cercando di asciugarsi il sudore dalla fronte.

Era stata davvero una mezzora impegnativa e il pensiero di aver fatto tutta quella corsa per niente la faceva sentire ancora più esausta e in colpa.

«Sei appena in tempo! Mancano circa due minuti!» la informò, rassicurandola.

Ashley chiuse gli occhi e sollevò finalmente la testa «Oh, grazie al cielo!»

«Mi hai fatto prendere uno spavento, però!» si lamentò Melissa, senza perdere comunque la sua aria gentile.

«Ti chiedo immensamente scusa, Melissa!» disse, prendendo le mani dell'amica tra le sue mentre lentamente regolarizzava il suo battito e riprendeva a respirare più regolarmente.

«Dai, non fa niente, l'importante è che sei qui! - la perdonò subito lei, sorridendo – ah, a proposito, hai trovato quello che ti serviva?» le chiese, osservando attentamente la ragazza, che invece la fissò stranita come se non avesse idea di cosa stesse blaterando.

«Come?»

«Intendo quella cosa importantissima per la quale hai rischiato di fare tardi! L'hai trovata?» ripetè Melissa, cercando di spiegarsi.

Ashley spalancò gli occhi e si guardò intorno, stralunata, poi si ricordò di quella scusa idiota e raggelò.

«Ehm...no, alla fine niente da fare!» le rispose, grattandosi la nuca con una mano, piuttosto in difficoltà.

Peccato che un sorriso enorme le spuntò inconsapevolmente sul viso nel ricordare il bellissimo momento vissuto con Matt nella sua auto poco prima e le parole che lui le aveva dedicato.

Vederlo prima di partire le aveva provocato un'esaltazione mai provata prima e faticava a contenerla.

Melissa le lanciò un'occhiata furba «Che peccato! Però, sei diversa...mi sembri così...felice! É successo qualcosa?» aggiunse, facendo finta di non aver capito cosa nascondesse la rossa, ormai stava imparando a riconoscere quei sintomi.

In fondo in medicina un buono spirito di osservazione era indispensabile e lei ne era ben dotata.

«No, nulla – fece Ashley, una luce strana le attraversò gli occhi – ma sì, sono felice!» disse infine, perdendo lo sguardo in un punto indefinito di fronte a lei.

Melissa sorrise. «Sono contenta per te! Guarda, arriva il treno, sarà meglio che ci avviciniamo!» le fece notare, afferrando la mano dell'amica a trascinandola tra la folla.

«Sì, andiamo!» esclamò Ashley, non c'erano più ombre sul suo viso e adesso era davvero pronta a trascorrere quei giorni con l'animo sereno.

 

 

 

  
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