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Autore: janeblackbird    07/12/2017    0 recensioni
L'inizio del nuovo lavoro al Dunhill report non sarà una passeggiata per Maura O'Reilly, una giovane giornalista appassionata di cronaca nera. Dovrà affrontare un caso che la toccherà da vicino e fare luce su due misteriose scomparse.
-Tratto dal racconto:
"Maura! Maura!"
La pioggia continuava a cadere incessante e la voce che mi chiamava, come a implorare il mio aiuto, si faceva più chiara. La strada che stavo percorrendo mi condusse in un bosco buio a me sconosciuto, nonostante non fossi molto distante da casa. O almeno così credevo.
Sentivo la stanchezza pervadere il mio corpo, quando vidi un capanno scarsamente illuminato qualche metro avanti a me. Inziai a correre per raggiungerlo, caddi inciampando in quella che pensavo fosse una radice. Appena misi a fuoco, vidi che a causare la mia caduta fu un braccio mozzato che che sbucava dal terreno. Spalancai la bocca per urlare , ma uscì solamente un suono sordo.
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Allora, avete già deciso la lista degli invitati?"

"Si, io e Rachel abbiamo ristretto il numero di invitati. Da 800 siamo passati a 650, volevamo una cerimonia più intima." disse scherzando l'avvocato Adams.

Alla fine mi ero arresa e, armata del sorriso più finto che potessi sfoderare e taccuino, andai alla villa dell'avvocato per fargli qualche domanda riguardo le sue imminenti nozze.

Mancavano circa tre settimane al matrimonio e per Dunhill quello era l'evento dell'anno. La futura consorte dell'avvocato aveva impiegato più di un anno per organizzare la cerimonia nel minimo dei particolari, ovviamente aiutata da un team di wedding planner provenienti da tutta l'Irlanda. Funzione religiosa nell'abbazia di Dunhill e poi cena nel parco del castello di proprietà della famiglia Adams. La cerimonia era così esclusiva che persino io ero stata invitata.

"Io avrei preferito un matrimonio solo con gli amici più stretti e i parenti, ma non volevo deludere Rachel. Sogna un matrimonio da favola fin da bambina e visto che non ha avuto un'infanzia semplice ho voluto accontentarla, per dimostrarle quanto tengo a lei."
"Beh, ammirevole da parte sua." risposi distrattamente mentre il mio sguardo vagava per l'immenso salotto. Pavimenti in pregiato marmo nero, librerie di legno massiccio intarsiate, dipinti di valore inestimabile e un grande camino in pietra. Avrei sempre desiderato uno di quelli. Mi stavo immaginando sul divano, avvolta in una calda e soffice coperta, un calice di vino in una mano e un libro nell'altra, la pioggia che batteva sui vetri e il tepore del camino. Il mio sogno ad occhi aperti fu interrotto da una voce femminile, che riconobbi immediatamente.

"David, non sapevo avessimo ospiti. Sarei venuta a casa prima!"

"Ciao Rachel." dissi quasi meravigliata, voltandomi verso la porta. Sinceramente non avevo collegato il nome della futura signora Adams alla Rachel che avevo sempre conosciuto.

"Maura? Non ci credo! Da quanto non ci vediamo?" esclamò sedendosi vicino a me per poi abbracciarmi.

"Vi conoscete?" chiese l'avvocato Adams.

"Si, io e Rachel eravamo vicine di casa un tempo, prima che la sua famiglia si trasferisse a Dublino. Ci conosciamo da sempre." precisai. Sapevo benissimo che Rachel non aveva avuto un'infanzia difficile, come aveva appena detto lui. Non sapevo perchè avesse mentito, ma l'avrei scoperto. Ecco, il mio lato da investigatrice veniva sempre fuori, non riuscivo a controllarmi.

"Io e Maura alle elementari eravamo inseparabili! Adoravo passare i pomeriggi da lei, anche perchè le merende della signora Nancy erano spettacolari. Ogni tanto ripenso alla crostata ai mirtilli di tua mamma." disse con occhi sognanti.

"Le farebbe piacere se passassi a trovarla un giorno. Sono sicura che potrebbe preparartene una. Nonostante passino gli anni è sempre brava a fare i dolci."

"In realtà avevo pensato d'andare a salutarla, ma ho saputo di tuo papà...non vorrei disturbarla." spiegò con voce triste.

"Sarebbe contento anche lui di vederti. Non potendo più camminare esce davvero poco di casa, ma per fortuna i suoi amici lo vanno a trovare spesso per non farlo sentire solo."

Da quando gli avevano diagnosticato la sclerosi, la sua vita era cambiata drasticamente. Mio padre era sempre stato un uomo attivo, che amava andare a pescare e stare all'aria aperta. Ma la malattia gli aveva impedito di fare tutto ciò, costringendolo a stare su una sedia a rotelle per il resto della sua vita.

"I tuoi genitori sono stati una seconda famiglia per me, tengo molto a loro. Andrò sicuramente a fargli visita nei prossimi giorni." disse stringendomi la mano, mentre una piccola lacrima le rigava la guancia. Rachel era sempre stata una ragazza dolce e un'ottima amica.

"Stavo pensando che potremmo invitare Maura a cena domani sera, cosa ne pensi?" chiese David alla futura signora Adams.

"Ottima idea! A patto che nel tuo articolo venga scritto che sono una cuoca eccellente." disse ridendo.

"Aggiudicato! Ora devo proprio tornare in redazione. Grazie per l'ospitalità."

Salutai i due e uscì dall'imponente porta a vetri della villa. David mi era sembrato un tipo a posto, però continuavo a ripensare alla storia sull'infanzia di Rachel. Probabilmente era solo una sciocchezza, però secondo me stava nascondendo qualcosa. Se così fosse stato, io l'avrei scoperto.

Attraversai il vialetto per raggiungere la mia auto, ma quando cercai le chiavi nella borsa mi ricordai d'averle lasciate sul tavolino del salotto. Tornai indietro ma, mentre stavo per bussare all'imponente porta, sentii David e Rachel discutere. Così decisi d'aspettare un attimo. Sembrava brutto interrompere e poi avrebbero potuto dire qualcosa d'interessante. Si, ci speravo.

"Non penso più che sia la soluzione adatta David."

"Dopo tutto quello che abbiamo fatto non possiamo più tirarci indietro." affermò deciso l'uomo.

"Ma prima o poi lo verranno a scoprire e la nostra vità sarà rovinata, te ne rendi conto?" chiese Rachel singhiozzando.

"Appena sarà tutto risolto ce ne andremo da Dunhill, te lo prometto." continuò David cercando di tranquilizzarla.

Mi sembrò il momento migliore per fare la mia entrata in scena, così bussai alla porta. Arrivò subito Rachel ad aprire, mentre cercava di asciugarsi le lacrime e ricomporsi.

"Sono di nuovo io, scusa se disturbo ma ho lasciato le chiavi della macchina sul tavolino vicino al divano."

"Nessun problema, te le prendo subito!" esclamò sorridente, sparendo nella stanza accanto per tornare dopo due secondi.

"Ecco a te."

"Grazie! In questi giorni potrei dimenticarmi in giro anche la testa, se non fosse attaccata al collo."
Anche se lei non sapeva che avevo sentito tutto, volevo cercare di sdrammatizzare la situazione. Queste cose non erano il mio forte: quando vedevo qualcuno piangere non sapevo mai come comportarmi per consolarlo, non riuscivo a trovare le parole giuste e quasi sempre finivo per dire cose senza senso.

"Già, pure io. I preparativi per il matrimonio mi stanno togliendo tutte le energie."

"Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami. Sappi che puoi sempre contare su di me."

"Grazie Maura, lo apprezzo molto." disse sorridendomi, prima di chiudere la porta.







Prima di tornare in redazione, feci un salto da Mill's per mangiare un boccone.

"Hey Maura, come stai?" mi chiese Mill appena entrai nel locale. Ero affezionata al posto e a lei. Avevo lavorato lì per un po' e passavo sempre appena avevo tempo. Era impossibile resistere ai suoi milkshake.

"Bene dai, questi primi giorni al giornale sono stati abbastanza tranquilli."

"Scommetto che però hai fame,eh?" mi chiese facendomi l'occhiolino.

"E io scommetto che sai cosa riuscirebbe a rallegrarmi in questo momento." Per me era quasi una nonna, quella che non avevo mai avuto.

"Se ricordo bene cheeseburger e milkshake alla fragola."

"Hai una memoria d'acciaio!" esclamai facendo finta d'essere sopresa.

"Anche se la vecchiaia avanza, si ricorda tutto nei minimi dettagli." disse Bobby, il marito di Mill, spuntando dalla cucina.

"Infatti ricordo che dovevi sistemare la lavastoviglie ma non l'hai ancora fatto." puntualizzò la donna.

"Agli ordini capo." borbottò alzando gli occhi al cielo, per poi sparire di nuovo dietro la porta della cucina.

"Ah, gli uomini! Vado a prepararti il milkshake, arrivo subito cara."

Nell'attesa diedi un'occhiata al cellulare: una chiamata persa di Teresa e un messaggio di Frank, che mi ricordava che stasera avrebbe cenato da me.

"In arrivo il cheeseburger e milkshake, buon appetito!" esclamò Mill sorridendo.

Divorai il panino in men che non si dica, sia per la fame ma sopprattuto perchè dovevo tornare subito in redazione a sistemare l'articolo.




"Heilà, dov'eri finita?" mi chiese Keileen appena varcai la soglia.

"Dal mio amico a parlare del suo matrimonio. Che mattinata eccitante."

"Immagino, ma la mia è stata sicuramente peggiore. Ho dovuto sistemare la fotocopiatrice. Per fortuna che c'era Michael a darmi una mano, quel ragazzo sarebbe da sposare!"

"Michael chi ?"

"L'informatico della redazione. È bravo e pure carino." disse Keileen facendo un occhiolino alquanto ambiguo.

"Per favore, vai a farti una doccia fredda!" esclamai facedo finta d'essere indignata.

"Quando lo conoscerai mi darai ragione Maura. E allora sarà il momento del mio te l'avevo detto." disse con aria compiaciuta, ritornando alla sua scrivania.

Anche io ritornai alla mia postazione, dove trovai Conor seduto sulla mia sedia.

"Finalmente O'Reilly, pensavo te ne fossi andata. Sarebbe stato un peccato non vedere più i tuoi adorabili occhioni."

"Si, ma sarebbe stato peggio per i miei occhioni. Non avrei più potuto ammirarti in tutta la tua bellezza. Cosa vuoi Canavan?"

"Mi piace la ragazza, sa rispondere a tono. Sappi che se continui così potresti anche correre il rischio di diventare mia amica. Comunque non ti stavo aspettando per parlare della mia palese bellezza. Il capo mi ha detto che vorresti scrivere per la cronaca nera, vero?"

"Beh si, ma al momento sono incastrata con la cronaca rosa."

"Vuoi un consiglio?"

"Spara!"

"Fatti di cronaca nera succedono ovunque, anche mentre si è impegnati a parlare di frivolezze. Tieni sempre gli occhi e le orecchie aperte. Niente e nessuno ti vieta di scrivere un pezzo che non appartenga alla tua sezione attuale."

"Sai, hai ragione. Grazie Conor!"

"Bene, la mia dose di cose sagge per oggi è finita. Ora è il momento di tornare a fare l'idiota. Se hai bisogno sai dove trovarmi!"

Ripensai alla discussione tra David e Rachel che avevo origliato. Avrebbe potuto essere un inzio, qualcosa di interessante. Sicuramente avrei cercato di capire di più a riguardo ma nel frattempo sentivo il bisogno di fare una piccola indagine per conto mio sulla scomparsa di Lauren.
Presi il cellulare e mi chiusi nello sgabuzzino delle fotocopie, non lo usava praticamente nessuno a parte Conor per scopi abbastanza diversi, almeno così si narrava in ufficio.
"Hey, sentivi la mia mancanza?"

"Si agente Mc Evoy, avevo bisogno di sentire la sua voce! Ti disturbo?"

"No, ho appena finito il mio turno. Devi dirmi qualcosa?"

"Certo che no, avevo solo voglia di chiamare la mia amica."

"Dai, sputa il rospo!" Teresa mi conosceva troppo bene ormai.

"Avrei bisogno di parlarti ma adesso sono troppo occupata, devo finire di sistemare l'articolo su Adams e stasera viene Frank a cena da me. Anzi, tra poco dovrei scappare a casa." dissi guardando l'orologio che portavo al polso.

"Facciamo venerdì sera al Black Rose? Ho proprio voglia di una buona birra."
"Aggiudicato! Ci vediamo" dissi prima di riattaccare.

Nello stesso istante entrò un ragazzo nello stanzino. Rimasi a fissarlo per qualche istante, era decisamente bello.

"Disturbo?"

"No figurati, stavo giusto andando via." risposi con una punta di imbarazzo ingiustificato. Forse il suo aspetto mi intimidiva.

"Devo controllare la fotocopiatrice, mi hanno detto che ha di nuovo dei problemi. Farebbero prima a prenderne una nuova." disse sbuffando, arrotolandosi le maniche della camicia.

"Tu devi essere Michael, vero?"

"Si. Non ti ho mai vista, sei qui da poco?"

"Una settimana circa, ma sono stata poco in ufficio. Ho operato direttamente sul campo, se così si può dire."

"Cronaca nera?"

"No, rosa. Un lavoro molto eccitante."

"Beh, stai parlando con uno laureato in informatica che aggiusta fotocopiatrici." puntualizzò facendo un mezzo sorriso. Come caspita faceva ad avere dei denti così bianchi?

"Vero. Comunque sono Maura, piacere!" esclamai stringendogli la mano.

"Se dovessi avere qualche problema con il pc chiamami, aiutare una bella ragazza mi fa sentire come un cavaliere un po' nerd."

"Lo farò senz'altro. Ora il dovere chiama e poi sono da troppo qui dentro con te. Non vorrei diventare il nuovo Conor il gonnella."

"Tranquilla, non mi ha visto nessuno entrare."

"Non ne sarei così sicura, sai? Buona serata Michael."

Mi rispose con un sorriso e un cenno del capo, mentre era intento a sistemare la fotocopiatrice

Lo riguardai ancora una volta prima d'uscire. Presto avrei sentito il te l'avevo detto di Keileen.





"Che profumino, cos'hai preparato?" chiese Frank entrando in cucina e posandomi in bacio sulla fronte.

"Lasagne al forno, il tuo piatto preferito."

"Tu si che sai come viziarmi."

Mi cinse con le braccia da dietro, iniziando a baciarmi il collo.

"Hey, sto finendo di cucinare. Devo stare attenta a non bruciare tutto! Meglio che vai a fare la doccia nel frattempo."

"Come vuole capo!"

Mentre Frank era sotto la doccia, finii di sistemare la tavola e accessi la tv per vedere il notiziario serale di Dunhill.

"Dovresti avere più attenzioni per me che per la tv." disse Frank sorridendo e strappandomi il telecomando di mano.

"E' solo che voglio essere informata. E poi ho sempre attenzioni per te."

Mi avvicinai a lui e lo baciai, per poi riprendere poi il telecomando.

"Così non vale, non puoi raggirarmi con questi mezzucci!" esclamò iniziando a farmi il solletico.

"Ti prego, basta! Lo sai che lo soffro!"

"Dovrai implorarmi."

"Mai." risposi sprezzante, fissandolo negli occhi.

Ma ad un tratto anche la sua attenzione fu catturata dalla tv.

"Mi rivolgo a tutta la comunità di Dunhill, per un annuncio che mai avrei voluto fare: il corpo di Amber Frost è stato appena rinvenuto nei pressi del bosco tra Dunhill e Greenhall."

Abigail era la prima ragazza scomparsa del Jefferson. Questa notizia mi sconvolse, e pensai subito a Lauren. Sperai che non le fosse aspettata la stessa sorte. Forse avremmo ancora potuto fare qualcosa per lei.

"Era così giovane..." sussurrò Frank.

In quel preciso istante capì che era davvero arrivato il momento di fare qualcosa. A Dunhill stava accadendo qualcosa e io non sarei rimasta con le mani in mano.


SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!
Finalmente sono tornata con il secondo capitolo della storia. Cosa ne pensate? :)
Sarei curiosa di conoscere la vostra opinione riguardo i personaggi e come secondo voi si potrebbe evolvere la vicenda.

Alla prossima,
Jane

   
 
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