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Autore: Iron_Captain    08/12/2017    3 recensioni
Un killer misterioso che sta terrorizzando la città... Una verità che sconvolgerà la vita di Judy... Cosa accadrà e come riuscirà Judy Hopps ad affrontare e gestire queste situazioni?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 18: Momento intenso

Finita la moltitudine di analisi, che si trattavano soprattutto di radiografie, prelievo e analisi del sangue, e Tac, Judy venne riaccompagnata da uno dei dottore verso la camera dell'ospedale che le era stata assegnata. Non appena i due mammiferi attraversarono la sala d'aspetto, fu chiamata da una voce a lei familiare: “Agente Hopps!”
La coniglietta si fermò e tese le orecchie per ascoltare, poi si voltò: era il Capitano Bogo, che si avvicinò con passo deciso.
“Capitano.” disse Judy mettendosi sull'attenti.
Non appena il mastodontico toro fu abbastanza vicino, la leporide poté notare l'espressione irritata, se non addirittura furiosa, del suo superiore: nonostante fosse normale vederlo serio e infastidito, la piccola agente aveva imparato a capire quando era veramente di malumore…e in quel momento lo era.
“Dobbiamo parlare delle indagini.” tagliò corto il capitano, che fece caso alla presenza del dottore, al quale gli rivolse lo sguardo.
Il medico, un lama, si limitò ad annuire, capendo che doveva parlare in privato con la paziente. Dopo aver fatto cenno di seguirlo, il dottore condusse entrambi i mammiferi dentro la stanza.
Una volta rimasti soli, la coniglietta iniziò a parlare; “Ci sono sviluppi sulle indagini?”
Invece di risponderle, il toro, dopo aver notato che nella stanza c'erano sia il televisore, sia il lettore dvd, prese da una delle proprie tasche un dvd che mise dentro il dispositivo elettronico; dopodiché accese la TV. Le prime immagini che apparvero furono quelle di un orso, seduto su un tavolo, con alle spalle la città di Zootropolis, e diverse scritte che scorrevano da destra a sinistra sulla parte inferiore dello schermo. Era un pezzo di un'edizione del telegiornale.

“E adesso passiamo alle notizie di cronaca nera: diversi agenti delle Forze dell'Ordine sono state coinvolte in un conflitto a fuoco con una banda di criminali al ristorante cinese Jung Sun. Le vittime sono numerose. Ma secondo la testimonianza di due giornalisti, il capo di quella banda sarebbe un serial killer che sta seminando il terrore per le strade di Zootropolis; e sempre secondo la loro testimonianza, a confermare ciò sarebbe stata la stessa Judy Hopps, che oltre ad aver negato di venire intervistata, avrebbe allontanato i due reporter dalla scena del crimine con brutalità e violenza.
A loro la parola.”

La registrazione proseguì con l'intervista a quei due castori, i quali iniziarono a drammatizzare più del dovuto ciò che era successo, raccontando anche che aveva avuto una lite con un suo collega; e della loro ipotesi che il capo di quella banda fosse in realtà un serial killer di poliziotti, e che aveva assoldato dei mercenari per portare a termine il suo scopo.
Maledetti bastardi, disse tra sé Judy.
Non appena la proiezione finì, il Capitano Bogo che tolse il dvd e spense i due apparecchi; poi si rivolse alla giovane poliziotta.
“Si può sapere che cavolo hai combinato?!” domandò il toro con tono severo.
“Quei due stronzi hanno mentito: non li ho cacciati via maltrattandoli, e non ho avuto alcuna lite con Nick!” protestò la leporide, esponendo la propria versione dei fatti.
Il capitano ascoltò attentamente le parole di Judy, alla quale credeva; tuttavia non cambiò umore.
“Sto cercando in tutti i modi di non far sapere alla popolazione di Zootropolis che un serial killer sta circolando per le strade della città per evitare che entri nel panico…”
“Signore…”
“Fammi finire di parlare!” disse il Capitano Bogo con tono alterato. “E vengo sapere che, non solo due giornalisti sono riusciti a sapere dell'esistenza di questa serial killer, ma anche che tu non hai voluto smentire le loro teorie, e hai preferito insultarli e allontanarli dalla scena del crimine!...Lo sai cosa sarebbe accaduto se questa registrazione fosse andata in onda?...”
“Come?” chiese Judy stupita.
“Che la gente sarebbe entrata nel panico e che il procuratore e il Municipio avrebbero preteso una sospensione, o peggio, le tue dimissioni!” continuò il toro. “Io non ho tempo per occuparmi di risolvere anche i casini che combini tu, soprattutto adesso, dopo l'enorme casino che ha combinato quell'assassina con le Forze dell'Ordine al ristorante cinese…e anche con i nostri colleghi!”
Non appena ebbe finito di parlare, il Capitano Bogo consegnò alla leporide un foglio piegato in quattro parti, che se aperto era grande quanto un mammifero di basse dimensioni.
“Questa è l'autorizzazione per entrare nel carcere in cui era rinchiusa la Bellwether: è l'unica cosa che sono riuscito a fare per la tua indagine. Io non posso più aiutarti e neanche coprirti le spalle, adesso: perciò non commettere altre sciocchezze, se non vuoi andare incontro a delle conseguenze a cui non esiste rimedio per risolverle.”
Dopo aver preso l'autorizzazione e ascoltato il consiglio del suo superiore, la coniglietta poté finalmente fare la sua domanda: “Signore: come ha fatto a impedire che quell'intervista andasse in onda?”
Come se si fosse aspettato quella domanda, il capitano le sorrise: “Ho degli agganci fidati, tra i quali dei giornalisti che mi dovevano qualche favore. Ma come ti ho detto poco fa: se farai un altro passo falso, non potrò coprirti di nuovo.”
Dopo aver sentito ciò, il grande toro uscì dalla stanza, lasciando sola la leporide, che lesse l'autorizzazione che gli aveva lasciato. Dopo qualche secondo, l'agente Hopps aprì piano piano l'enorme porta, dopodiché si affacciò: vide chiaramente i suoi genitori e il suo superiore che stavano parlando con il dottore che le aveva fatto le analisi. Forse li stava informando dei risultati sulle condizioni della paziente; o magari erano stati loro che lo avevano fermato per avere degli aggiornamenti. Approfittando della loro distrazione, la leporide si allontanò di soppiatto per andare a trovare Nick.

“Quindi non ci resta altro da fare che andare nel carcere di massima sicurezza per cercare gli indizi che ci servono.” disse Nick osservando il mandato.
“Già.” si limitò a rispondere Judy con tono grave, abbassando lo sguardo.
Non appena il canide notò l'umore demoralizzato della partner, le appoggiò una zampa sulla spalla.
La coniglietta avvertì subito il tocco del suo collega, al quale rivolse uno sguardo malinconico.
“Vedrai che riusciremo ad acciuffare quella stronza.” disse Nick sorridendole.
Come se non fosse abbastanza convinta di ciò che le aveva detto il suo partner, la leporide iniziò a cacciare dagli occhi le prime lacrime.
“Io…Non so come arrestarla.” disse la giovane poliziotta singhiozzante.
“Allora troveremo un modo.” fu la risposta della volpe, che le asciugò delicatamente, con la propria zampa, le lacrime che fuoriuscivano dai quei grossi e teneri occhi color ametista.
I due mammiferi si fissarono per qualche istante, senza dirsi una parola: era come se l'uno aspettava che fosse l'altro a rompere quell'atmosfera di silenzio imbarazzante. Dopo qualche istante, Judy decise di avvicinarsi di più al suo partner, dopodiché appoggiò la propria zampa sul suo petto: all'inizio la mise sopra la maglietta bianca fornitagli dall’ospedale, poi la spostò sotto di essa; dopodiché la mosse delicatamente in alto, fino a raggiungere il punto in cui era stato ferito dall'assassina.
“Ti fa male?” chiese preoccupata.
Il canide era rimasto immobile e sorpreso da quella istintiva, o inconscia, reazione della sua partner, nonostante non lo desse a vedere.
“No.” disse Nick abbracciandola. “Ma mi dispiace vederti così triste e vulnerabile.”
A quel punto, il canide decise di baciare delicatamente le labbra della sua migliore amica. Invece di respingerlo, la leporide ricambiò quel gesto, usando quella stessa delicatezza, immergendosi in un momento particolare, dedicato ai sentimenti.
Dopo qualche minuto i due mammiferi smisero di baciarsi, tuttavia continuarono ad abbracciarsi, ed erano ancora seduti sul letto. Si guardarono intensamente negli occhi, con stupore e compassione…e forse qualcosa di più: fu in quel momento che iniziarono a provare qualcosa di grande ed inspiegabile l'uno per l'altra. Anche le loro paure si erano intensificate: fu come se avessero capito solo in quel momento l'importanza di avere al proprio fianco una persona speciale, e di avere anche paura di perderla per sempre. Erano delle sensazioni e dei sentimenti che provavano entrambi l'uno per l'altra.
La reazione del canide a quei sentimenti che si ritrovò a provare fu che tentò di baciare ancora la leporide, la quale lo fermò appoggiandogli l'altra zampa sul petto. Lui la osservò: era spaventata e turbata.
“Tu…non devi aver paura di me.” disse Nick con tono calmo, appoggiandole una zampa dietro la sua testa e iniziando ad accarezzarla.
“Io non ho paura di te…Ho paura di…perderti.” fu la risposta della giovane poliziotta, la quale fu sul punto di cominciare a piangere: era la prima volta che iniziò a provare un sentimento completamente nuovo, e allo stesso tempo molto forte, nei confronti di quella volpe. Il cuore iniziò a batterle forte. Improvvisamente non riuscì più a capire cosa stesse provando: ebbe paura ed entrò nel panico, ma soprattutto non riuscì più a controllare le proprie emozioni; era come se stesse lottando contro di esse per impedire che venissero fuori tutte insieme.
Vedendo quella piccola preda turbata e triste, Nick prese la sua zampina, poggiata sul proprio petto, e la scosto. A quel punto, decise di darle un altro bacio sulle labbra, stavolta più breve.
“Questo non accadrà mai.”
La coniglietta continuò a squadrarlo con gli occhi spalancati e lucidi. Sentì le proprie emozioni che cominciarono ad essere sempre più incontrollabili; insieme alla paura di perdere per sempre il suo partner per mano di quella killer. Iniziò a sentirsi confusa: non riuscì più a capire cosa stesse provando; ma qualsiasi cosa fosse, era grande…e piacevole.
Forse i propri sentimenti avevano avuto la meglio sull'autocontrollo, o magari aveva deciso di lasciarsi andare, mettendo da parte ogni incertezza e esitazione; sta di fatto che alla fine Judy afferrò con la propria zampetta libera il collo della maglietta bianca del suo partner per avvicinarlo a sé, dopodiché lo baciò. Nonostante non se lo aspettasse, Nick decise di ricambiare quel gesto. I due mammiferi si abbracciarono con e si baciarono intensamente e in modo passionale, spinti e trascinati dal profondo sentimento di amare e di desiderare l'altro.
A quel punto, i due partner finirono per stendersi sul letto e incominciarono a baciarsi più intensamente e iniziarono a toccarsi l'un l'altro, immergendo le loro zampe sotto i vestiti.

Mentre erano stati immersi in quel momento di profondo amore, ricambiato da entrambi, nessun dottore si era fatto vivo; ma anche se fosse accaduto nessuno sarebbe riuscito ad entrare nella camera, poiché la porta era stata chiusa da Judy, bloccandola con una sedia, che era stata incastrata sulla maniglia.
Non appena ebbero finito il loro "leggero" rapporto, i due agenti, ora stanchi, si sentivano svuotati da ogni preoccupazione e stress. Erano ancora sdraiati sul letto, e per di più ancora vestiti, nonostante ciò che avevano fatto, ed erano vicini, fianco a fianco, ancora abbracciati tra loro.
“Grazie.” disse la poliziotta con tono calmo e delicato, sentendosi finalmente libera da tutta quella rabbia che nutriva nei confronti dell'assassina e dalla preoccupazione per l'incolumità dei propri cari; nonostante fosse soltanto una situazione temporanea.
Nick non disse nulla, ma si limitò a sorriderle e a ricambiare l'abbraccio; ed era felice di essere riuscito a ridare alla sua Carotina il sorriso.
Tuttavia nessuno dei due poté immaginare e notare la mammifera che li stava osservando da molto lontano, grazie al mirino del proprio fucile di precisione, e che era pronta ad usare contro la sua preda anche questo momento a scopo di ricatto e minaccia.

Angolo autore
Ciao…Inizio col dire che era da un po' che volevo introdurre questo…rapporto d'amore “spinto”, poiché il mio scopo è di scrivere una “storia fatta bene”, dove ogni cosa quadra…ma avevo sempre avuto ripensamenti: sia perché non riuscivo a trovare il momento giusto per inserirla; sia perché non trovavo il modo di descriverla, e perciò temevo di infrangere, senza volerlo, il regolamento, che ho letto più e più volte…
Poi ho pensato ai lettori che seguono le mie storie, e di tutti i consigli che mi hanno dato per arrivare dove sono arrivato adesso…e mi sono detto: “Beh…immagino che se nella mia fanfiction ci sia qualcosa che non va, e non me ne sono accorto, me lo direbbero”. Se sarà così, correggerò ciò che non va. Perché io ho fiducia in voi, e le mie storie sono dedicate a voi che le leggete.

   
 
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