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Autore: Sonera    10/12/2017    0 recensioni
-Tu sei legata a lui, è il destino che vuole che vi rincontrate- finì.
-Cosa? Io e lui non possiamo rincontrarci..lui a dire il vero mi odia..- sospirai sedendomi per terra.
-Fidati ragazza che se lui ti odiasse non avresti l'onore di vedere un bel demonietto come me, e sopratutto quel filo rosso non sarebbe legato al tuo mignolo- spiegò la creatura guardandomi.
-Quindi mi stai dicendo che questo filo mi condurrà da lui? Ma è impossibile..come fa un filo ad essere lungo fino a Milano?- lo guardai.
-Il filo è lungo quanto l'amore che uno prova verso l'altra, quindi pensa quanto può essere grande il vostro- mi guardò.
-Allora..vogliamo cominciare?- sorrise il demone finendo la frase.
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Due anime separate dal tempo e dall'odio ma legate dal sottile filo rosso del destino; tu puoi continuare ad ignorare il mondo, fregartene di tutto e tutti, ma ricorda che dal proprio destino nessuno può fuggire.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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RED LINES
noi tra i fili

meno 3 gradi, quel venerdì sera si stava seriamente ghiacciando la città ma io per fortuna ero a casa ad aspettare che la mia coinquilina finisse il suo turno di lavoro mentre sorseggiavo una tazza calda di the davanti alla finestra.
-Che strano Alice non è ancora tornata- pensai guardando l'orologio segnare le 18:30; io e Alice ci eravamo conosciute durante gl'anni di liceo, lei frequentava il liceo Classico che si trovava di fronte al mio liceo Artistico, ci incontravamo sempre durante l'uscita da scuola con altri nostri amici dell'epoca e da lì siamo arrivate a diventare buone amiche. Ho sempre ammirato quella ragazza, ha studiato tanto per far si che il suo sogno di scrittrice si avverasse, pensate che a soli 15 anni si stampava e componeva da sola i piccoli libri che scriveva e tante volte arrivava anche nella nostra scuola per farsi un po' di pubblicità, solo che ai tempi lei era una ragazza presa molto di mira dai bulli e tante volte i suoi libri finivano fuori dalla finestra o addirittura venivano bruciati davanti ai suoi occhi, ma questo non l'ha mai fermata. 
Ora però ce la stà ancora mettendo tutta per avverare a pieno il suo sogno, e per ora viene ingaggiata solo per scrivere piccoli articoli per riviste di moda, a volte anche per alcune di quelle importanti.
Insomma lei è ormai una donna in carriera mentre io invece, dopo essermi trasferita in quell'appartamento con lei, non ho ancora trovato nulla che mi interessi, mi sento proprio inutile.
-Hey eccomi, sono tornata!- entrò dalla porta Alice tirando su col naso che in quel momento l'aveva tutto rosso per il freddo.
-Freddo fuori?- le andai incontro passandole una tazza calda di the.
-Perchè non si vede?- mi lanciò uno sguardo quasi minaccioso facendomi ridacchiare.
-Allora, com'è andata la tua giornata? Hai trovato qualcosa?- contiuò lei per poi stravaccarsi sul divano dopo essersi tolta il giubbotto.
-Nada, nulla che mi ispiri o che mi piaccia- sbuffai guardandola.
-Emma quante volte te l'ho detto, per ora trovati un lavoro semplice basta che ti paghino bene! Così intanto porti a casa dei soldi visto che in quello studio stanno continuando a sfruttarmi diminuendomi sempre di più la paga- sospirò lei guardandomi verso la tazza di the fumante che aveva tra le mani; in quel periodo la stavano davvero sfruttando, e a casa arrivavano sempre meno soldi, è per questo che mi sentivo inutile..perchè non riuscivo ad aiutarla, pensavo soltanto al momento buio che stavo passando deprimendomi e basta.
-Scusami, l'ho detta come se fosse colpa tua, non preoccuparti..lo so che stai passando un momento difficile, ed è per questo che ci sono io sostenerti- mi sorrise facendomi sedere vicino a lei, era così dolce e tenera..si preoccupava davvero tanto per me e per questo la prendevo come una sorella.
-Ti ringrazio Ali, ti prometto che questa settimana cercherò un lavoro qui in zona- ricambiai anche io il suo sorriso per poi farle compagnia bevendo il the rimasto nella mia tazza.
-Sei andata dal dottore oggi? Che ha detto riguardo ai sogni?- mi prese una mano guardandomi con aria preoccupata, si riferiva ai sogni che continuavo a fare la notte che non mi facevano prendere sonno, e che a volte mi spingevano ad urlare facendola preoccuare.
-Oh già, bhe mi ha detto che la mia testa ora è un po' confusa e mi ha consigliato di bere tisane e di prendere sonniferi così starò tranquilla- dissi alzandomi poi dal divano mettendo le de tazze ormai vuote nel lavandino.
-Vedrai che starai meglio, sai di contare su di me io ci sono sempre per te- mi sorrise nuovamente la ragazza poi venne interrotta dallo squillo del cellulare.
-Si pronto?- alzò la cornetta.
-Buonasera signor Galli, aveva bisogno di me?- era il suo capo Saverio Galli, ma che voleva a quell'ora? Forsa un'altra riunione, l'aveva convocata almeno 4 volte questa settimana.
-Una riunione dice? A che ora?- infatti era un'ennesima riunione, Emma non ne sbaglia una.
-Solo io quindi? D'accordo arrivo subito- riattaccò alzandosi dal divano per andarsi a mettere un vestito diverso da quello che aveva indosso, di solito questa cosa la fa quando è qualcosa di importante.
-Emma questa sera non ci sono farò tardi quindi mi vedrò costretta a rimanere a dormire da Elliot, visto che casa sua è più vicina allo studio- Elliot era il suo nuovo fidanzato inglese, era un bel ragazzo alto con i capelli corti e biondi, un bellissimo sorriso e occhi color azzurro cielo, era praticamente il principe azzurro venuto da molto lontano per amarla con tutto se stesso.
-Anche stasera te ne vai? E io che volevo cenare con te, vabbhe salutami Elliot- feci un finto sorriso agitando la mano per salutarla.
Poco dopo essersi vestita in fretta e furia se ne andò sorridendomi, ero nuovamente rimasta sola ma non ne avevo voglia di starmene in casa e anche se faceva un freddo cane volevo uscire.
Mi misi i primi vestiti che mi erano capitati di trovare sparsi nella mia camera poi andai in bagno per sistemarmi un po'; mi feci un trucco leggero non volevo esagerare come facevo sempre, mi sistemai il miei capelli nero corvino raccogliendoli in uno chignon disordinato.
Presi il mio giubbotto di pelle nera, la mia sciarpa e andai fuori dall'appartamento.

Sfilai una sigaretta fuori dal pacchetto che avevo nella mano e me la portai alle labbra per poi accendermela, mentre aspiravo il fumo iniziai a camminare via; mentre il venticello freddo dell'inverno mi accarezzava il viso mi guardai intorno guardando il quartiere pensando intanto a dove sarei voluta andare per bermi qualcosa.
-Magari nel baretto del nonno della vicina..ma no sarebbe molto triste bere insieme ad altri vecchietti mentre ti fissano il culo con le carte da gioco in mano, non vorrei deprirmi più del solito- sbuffai pensando; dopo un po' che camminavo in quella stradina era come se qualcuno mi stesse seguendo così accellerai il passo continuando a fumarmi la sigaretta che era quasi finita.
Sempre con passo svelto riuscì a prendere al volo un autobus che andava in piazza, pensavo che magari potevo avere più scelta di locali carini dove andarmi a prendere qualcosa.
Provai a capire se effettivamente c'era qualcuno che mi seguiva, ma non feci in tempo dato che l'autobus partì subito, ma la cosa era molto inquietante..e se qualcuno mi stava inseguendo davvero? Ma no, probabilmente era la mia immaginazione.
Scesi alla terza fermata e vidi che la piazza e le strade principali della città erano abbastanza affollate, c'era molta vita quella sera.
Decisi con un sospiro di malinconia di andare a trovare miei vecchi amici, anche se era difficile rintracciarli visto che erano dei writers, artisti di strada; mi fermai qualche secondo pensando in quale luogo li avrei potuti trovare, e qualche secondo sorrisi leggermente mentre mi venivano alla mente vecchi e bellissimi ricordi di quando andavo al liceo.

-Stò cercando CR- mi avvicinai ad un gruppo di writers che avevo trovato girando in un vicolo, cercavo il mio vecchio amico che ovviamente non potevo riconoscere visto che avevano tutti la maschera che gli copriva metà viso.
-Chi lo vuole?- chiese uno di loro finendo di dipingere il muro mentre gl'altri mi guardarono dalla testa ai piedi sentendo la musica rap dallo stereo che avevano con se.
-Avanti ragazzi non sono mica uno sbirro, dov'è il Cane Randagio?- chiesi io sapendo che mi avrebbero capito.
-Emma? Emma Adami? Cazzo, ma quanto tempo è passato bella?- uno di loro si tolse la maschera che aveva addosso e subito venne verso di me abbracciandomi, era sempre lo stesso ragazzo delinquente che ho sempre conosciuto, eravamo molto amici noi due e facevamo graffiti insieme quando eravamo nella stessa banda..ci divertivamo molto insieme ed eravamo soliti a fare casino in città, ad andare anche a sballarci ai concerti metal e ad attirare il più delle volte l'attenzione dei polizziotti, pensate che le nostre mamme avevano fatto amicizia proprio nella stazione di polizia, si trovavano sempre lì quando finivamo nei guai..era davvero uno spasso.
-Cosa ci fai da queste parti?- mi chiese lui guardandomi facendo un sorriso a 32 denti.
-Mi sono trasferita nella zona del parchetto dove andavamo sempre a giocare da piccolini con la mia amica Alice, tu come stai Bryan?- risposi io guardandolo, Bryan era un ragazzo molto affascinante, a prima vista sembra solo un ragazzo spaccone e delinquente, ma non è per niente stupido..a scuola prendeva sempre buoni voti e si è anche laureato in belle arti cosa che io non ho fatto, visto che ho mollato prima la scuola. Era anche un bravissimo rapper e cantante, scriveva delle canzoni eccezzionali mi ricordavo ancora che lo accompagnavo in giro per locali insieme alla mia chitarra per aiutarlo a farsi su un po' di soldi con le mance degli spettatori, era davvero forte e molto amato dalle ragazze..era come una star qui.
-Stò bene Em, cazzo che figata devo subito dire agl'altri che sei qui, sai Carlo ha aperto un locale carino qui vicino che dici andiamo a bere qualcosa? Tanto qui abbiamo finito- mise il suo braccio attorno al mio collo guardandomi mantenendo il suo splendido sorriso.
-Carlo? Oddio da quanto tempo! Anche lui non lo vedo da quando andavamo al liceo- non smettev di sorridere, quell'incontro mi ha sinceramente risollevato lo spirito, ero così felice.

-Emma! Incredile sei ancora viva!- esclamò Carlo sventolando un asciugamano che aveva in mano.
-Carl! che bello rivederti- sorrisi facendo la stretta segreta della mia vecchia crew con Carlo, me la ricordavo ancora.
Io e Bryan presimo posto sugli sgabelli davanti al bancone ordinando da bere mentre iniziammo a parlare di quando eravamo più piccoli, tutti quei bei ricordi mi ritornarono alla mente era così bello rivederli, mi erano mancati. Voi vi starete chiedendo perchè gli ho tagliati tutto d'un tratto fuori dalla mia vita, bhe il motivo era semplice..ed era lo stesso motivo per cui in quel periodo e in altri precedenti stavo così male..e purtroppo ritornò a galla quella sera fra sigarette e gin.
-Quindi questa è la tua crew? Li stai istruendo alla santa arte di strada?- sorrisi sorseggiando la mia bevanda.
-Eh sì, dopo che tu e Alex ve ne eravate andati ho dovuto reclutare altra gente, ma dento francamente loro non sono così bravi come lo eravate voi- ridacchiò sussurando l'ultima frase; quel nome..non volevo più sentirlo, ma saltò fuori come nulla, dovevo aspettarmelo.
-Ma è ovvio che come loro non c'era nessuno- sbucò fuori tutto d'un tratto uno dei molteplici problemi che mi perseguitavano sin dai miei 16 anni, il suo nome era Mirko soprannominato Rogo nel mondo degli artisti di strada, non era per niente cambiato era sempre il solito ad impicciarsi di cose che non lo riguardavano.
-Emma, da quanto tempo che non ci si vede..se non sbaglio l'ultima volta che ci siamo incrociati era proprio quando ho fatto a botte con Alex, gliene ho date di santa ragione quel giorno- ridacchiò rubandomi da bere.
-Mirko finiscila di fare lo stronzo- disse Bryan guardandolo mentre io rimanevo ferma a guardare il vuoto, la mia memoria iniziò ad andare a scatti..come l'errore del processo di gioco.
-A proposito Alex come stà? E' da un bel pezzo che non si fa sentire- chiese Carlo dall'altra parte del bancone.
-Ma come non lo sapevi? Un addio tra le lacrime pieno di odio, mi ricordo pure quel giorno..Alex è talmente stronzo che se ne è fregato di tutto partendo per Milano, da solo..lasciandola in questo schifo di città da sola- Mirko diede il colpo di grazia, il mio cuore batteva così forte da scoppiare, dovevo aspettarmelo che la serata sarebbe finita così.
Fra le lacrime uscì dal locale prendendo una sigaretta fuori dal pacchetto accendendomela in pochi secondi; non volevo più sentire quel nome, per me era come una parola proibita, una maledizione..una bellissima maledizione.
Bryan venne fuori con me mettendomi sulle spalle il giubotto di pelle che avevo lasciato dentro.
-Ti prenderai un malanno se non ti copri bene- disse prendendo fuori una sigaretta pure lui.
-Scusami, sapevo che avrebbe rovinato tutto come al solito..non l'ho fermato in tempo..- sospirò lui guardandomi, ma io tra le lacrime rimasi in silenzio continuando a guardare il vuoto.
-Eravate come incatenati, nessuno riusciva a separarvi, facevate tutto insieme..non ho mai visto una storia più bella della vostra..eravate così simili, due gocce d'acqua- guardò il cielo sbuffando il fumo per aria.
-Scusami ancora stò solo peggiorando le cose- continuò poi notò che iniziai a tremare per il freddo e mi prese sottobraccio.
-Vieni, ti accompagno a casa in macchina, sei anche un po' sbronza- disse accompagnandomi alla sua Jeep per poi farmi entrare.

Durante il viaggio iniziò a nevicare ed io, continuando a piangere in silenzio, iniziai a ricordarmi quei piccoli momenti che una volta potevo definire felici ma che in quel momento erano solo un lontano ricordo di una grandiosa storia d'amore.
-Ti aiuto ad entrare?- chiese Bryan accompagnandomi alla porta.
-No, ce la faccio da sola..grazie per la serata Bryan, è stato molto bello ricontrarti dopo tanto tempo- accennai un piccolo sorriso con gl'occhi leggermente rossi per il pianto.
-Anche io sono felice di riaverti incontrata- sorrise pure lui abbracciandomi.
-Domani sei libero? Ho bisogno di trovare lavoro, tu conosci molto bene la città magari potresti aiutarmi a trovarne uno- lo guardai.
-Lo farò con molto piacere, domani mattina sarò con in ragazzi al parchetto qua vicino, ci becchiamo lì poi andiamo a fare colazione insieme- mi pizzicò leggermente la guancia facendomi sorridere, me lo faceva sempre una volta.
Dopodiche aprì la porta ed entrai facendo la rampa di scale per arrivare al mio appartamento; chiusi la porta dietro di me e mi buttai sul divano ancora un po' sbronza da prima, avevo leggermente esagerato quella sera.
Mi passai una mano sul viso quando notai che al mignolo avevo legato un lungo filo rosso, e alzai un sopracciglio nel vederlo..era davvero molto strano.
-Ma che cos'è? Io non mi ricordo di..- dissi stranita, non ero così ubriaca da vedere cose che non esistevano.
Dopo qualche secondo alzai lo sguardo verso la porta e vidi un'ombra strana, quella di un ragazzo..ma non era Bryan; da quell'ombra sbucò fuori uno strano essere con gl'occhi bianchissimi e la carnagione candida come la neve, aveva qualche taglio sul viso e le sue braccia erano ricoperte da fili rossi, e mi guardava con un'espressione che mi fece gelare il sangue.
-AH!- urlai nel vederlo e con uno scatto scesi dal divano ed indietreggiai, cosa stava succedendo? Era un incubo? Non potevo aver bevuto così tanto quella sera! Stavo impazzendo?
Non poteva essere reale quindi mi feci coraggio e mi avvicinai lentamente tremolando un po' dalla paura.
-Cosa saresti tu?- lo guardai spaventata.
-Lo so faccio sempre uno strano effetto quando mi espongo a voi umani- ridacchiò quello strano essere; più lo guardavo e più mi metteva i brividi.
-Il mio nome è Akai, sono un antico spirito guida tramutato in demone e sono qui per te..Emma- ridacchiò il demone guardandomi da lontano.
-Che cosa vuoi? Sei un incubo orrendo- tremai io portando lo sguardo dritto per terra, preferivo guardare il pavimento dalla paura.
-Sono qui per il tuo filo, è un pochino strano il fatto che ti sia apparso solo ora..ma meglio tardi che mai dico bene?-mentre disse quelle parole posi lo sguardo verso la mia mano sinistra, riguardandomi il mignolo che era stato legato in circostanze misteriose.
-Che cos'è? Sei stato tu a legarmi a questo coso?- cercai di spostarmi tirando il filo ma nulla, mi bloccava.
-Calma, non sono stato io a legare quel filo se fosse stato per me sarei in giro per la tua deliziosa città a portare sventura a qualche poveretto, dopotutto è il lavoro di piccoli demoni come me..devo farlo per forza purtroppo, ma comunque non ti interessa- sospirò lui sedendosi sul divano.
-Non hai risposto alla mia domanda- lo guardai male.
-Ma davvero non lo sai? Dai ci puoi arrivare da sola! La leggenda del filo rosso..ti dice nulla?- mi guardo con il suo sorriso inquietante.
-Ehm..-
-Oh per lucifero ma non sapete mai nulla voi umani!- sbuffò lui.
-Il destino ti ha legata ad un'altra persona con quel filo, e sta a te seguirlo per avere una vita più felice, perchè il tuo destino non vuole più recarti tristezza..o per lo meno..non per amore- spiegò lui.
-Ma di che stai parlando?- lo guardai non capendo.
-Ti suona famigliare un certo..ehm..un certo..- si bloccò pensando poi prese fuori una specie di libro con dentro scritti svariati nomi, non riuscivo a capire cosa fosse.
-Ah ecco! Ehm ehm..conosci un certo Alex Rossi?- mi guardò mantenendo il suo sorriso inquietante, fantastico..pure i demoni si mettono a parlare di lui.
-Tu sei legata a lui, è il destino che vuole che vi rincontrate- finì.
-Cosa? Io e lui non possiamo rincontrarci..lui a dire il vero mi odia..- sopsirai sedendomi per terra.
-Fidati ragazza che se lui ti odiasse non avresti l'onore di vedere un bel demonietto come me, e sopratutto quel filo rosso non sarebbe legato al tuo mignolo- spiegò guardandomi.
-Quindi mi stai dicendo che questo filo mi condurrà da lui? Ma è impossibile..come fa un filo ad essere lungo fino a Milano?- lo guardai.
-Il filo è lungo quanto l'amore che uno prova verso l'altra, quindi pensa quanto può essere grande il vostro- mi guardò.
-Allora..vogliamo cominciare?- sorrise il demone finendo la frase.









 
   
 
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