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Autore: Francine    12/12/2017    5 recensioni
Il potere dell’alcol è quello di sciogliere lingue e cuori, e il bicchiere della staffa è l’incantesimo più potente a sua disposizione. Specialmente quando hai appena salvato il mondo, Natale è dietro l’angolo e la neve fiocca senza pietà. Un cocktail micidiale, pensi, sorseggiando il tuo cognac. Si respira nell’aria la voglia di fare squadra, di conoscere meglio chi abbiamo accanto. O almeno provarci.
Cameratismo, lo definirebbe Alfred; vecchio, sano cameratismo d’una volta.
Le farebbe bene provare, Padron Bruce.
Sì, come no?, pensi. Eppure sei rimasto, perché quello del cicchetto – come lo definisce Jordan – è un rito piacevole. Un goccio di liquore riscalda e rinfranca permettendoti di arrivare a casa incolume e di crollare esausto sul letto.
Il bicchiere della staffa è quello che si beve prima di congedarsi dagli amici, un modo per prolungare ancora un po’ una serata in piacevole compagnia. E quando fai parte della gloriosa Justice League, le occasioni per farsi un ultimo goccetto non mancano mai.
Scommettiamo?
Questa raccolta partecipa all'iniziativa "Calendario dell'Avvento" (Ripopoliamo i Fandom) del gruppo facebook Il Giardino di EFP.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Superman® Jerry Siegel e Joel Shuester , 1928.
Batman® Bob Kane e Bill Finger, 1939.
Wonder Woman® William M. Marston, 1941.

 
Tutti i personaggi nominati in questa storia appartengono alla DC Comics - Time Warner – e a chiunque ne detenga i diritti legali. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale; non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Francine) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.
 
 
2.
Che fai a Natale?


Casella: #2 / Prompt: Che fai a Natale? / Luogo: Villa Wayne, Gotham City/ Note: Movieverse
 


Il vero messaggio del Natale è che noi tutti non siamo mai soli.
(Taylor Caldwell)





Apri la rubrica dello smartphone e cerchi il suo numero, restando a fissare quelle cifre come se dovessero rivelarti chissà quale segreto. L’identità del Joker, ad esempio. O dov'è finito Luthor. Ti mordi il labbro inferiore, e fai per chiamarla, quando ti blocchi. Che le dico? Ciao, come stai, che fai a Natale?
Sospiri, stai per uscire dalla rubrica quando il telefono squilla. E ti sorprendi a chiederti se la telepatia esista. Il numero è sconosciuto, ma sei sicuro che non sia quello di Diana. Fai scorrere il polpastrello e dici: «Pronto?».
«Signor Wayne? Sono Martha Kent. La disturbo?»
La madre di Clark? «No, signora. Nessun disturbo. Come sta?»
«Bene, grazie. E lei?»
«Tutto bene, grazie.»
«L’ho chiamata per invitarla al pranzo di Natale. Un pranzo tradizionale. Tacchino arrosto, patate e panna acida, torta di mais e ciliegie. Lei non è vegetariano, vero?»
Guardi lo schermo dello smartphone. È uno scherzo?, pensi. «No, non sono vegetariano, signora Kent. La ringrazio, ma…» non posso lasciare Alfred da solo.
«L’invito è esteso anche ad Alfred, naturalmente. A patto che non abbiate altri programmi, s’intende.»
Sbatti le palpebre. «No, no, signora. Cioè, ci farebbe piacere, ma non vorremmo disturbare.»
«Sciocchezze!», la senti ribattere, lo stesso tono di tua madre quando voleva liquidare all’istante delle questioni futili. «Nessun disturbo. Lei ha fatto tanto per noi, signor Wayne...»
«Signora Kent, non ho fatto nulla di speciale. Ho solo sistemato un problema che era nelle mie possibilità risolvere…»
«No, signor Wayne. Non parlo della casa», e la voce esile di quella donna si fa intensa. «Parlo di Clark. Lei mi ha ridato mio figlio, signor Wayne. E per una madre non c’è niente di più prezioso.»

Il senso di colpa paga. Non sempre, solo a volte. Sì, abbattere Steppenwolf sarebbe stato più rognoso, senza i cazzotti micidiali che Clark sa tirare, ma non l’hai fatto solo per questo. Nossignore. L’hai fatto perché c’era una sola, piccola possibilità che andasse tutto bene. E ti è bastata.

«Signor Wayne», Martha Kent torna alla carica, «sappia che non accetterò un no come risposta», e tu sai che sarebbe capacissima di piombarti in casa e portarti via tirandoti per un orecchio.
«In tal caso, cos’altro posso dire?», ribatti. «Alfred ed io accettiamo l’invito con molto piacere.»
La senti ridere, soddisfatta. La vita di un agricoltore non dev’essere poi molto diversa da quella di un tycoon, pensi.
«Posso chiederle un’altra cortesia, signor Wayne?»
«Tutto quello che vuole, signora Kent.»
«Mi chiami Martha.»
«Solo se lei mi chiama Bruce. Il signor Wayne era mio padre.»
«Vorrei estendere l’invito anche ai suoi… colleghi. Quelli con cui ha riportato indietro il mio Clark. Purtroppo, non so come contattarli e…»
«Ci penso io», le dici. «Posso estendere l’invito ad un’altra persona?»
«Certamente! Più siamo, meglio è!»
La ascolti spiegarti la strada, segni le indicazioni e quando ti saluta con un «Arrivederci, Bruce.» sai che non hai più scuse. Riapri la rubrica, componi il numero e ti senti dire: «Ciao, Diana. Bruce. Che fai a Natale?».  
   
 
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