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Autore: LadyMintLeaf    12/12/2017    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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<< Svelto fratello! Non restare indietro! >> la voce allegra di un giovane Thor si levò alta nel cielo assolato ed un gruppo di corvi, appollaiati su uno dei tanti alberi fuori dalla residenza reale ad Asgard, presero il volo gracchiando; disturbati dall'esuberanza del principe.
Era successo tanti anni prima: Thor era solo un bambino scalmanato e allegro ed anche Loki lo era.
Entrambi stavano correndo per il vasto giardino appena fuori dal palazzo di Odino.
Thor teneva una mela rossa fra le mani e di tanto in tanto gli dava un morso.
Era sgusciato via dal banchetto che si stava svolgendo a corte, quando era stato troppo stanco per continuare a restare seduto compostamente a tavola e aveva trascinato con sé Loki; coinvolgendolo con le sue idee ed i suoi giochi.
Pallido e apparentemente immune dai raggi del sole sulla sua pelle, Loki era il più piccolo e agile fra i due fratelli.
I suoi capelli neri, lisci e lucidi non erano ancora cresciuti tanto da scendergli ribelli fin sulle spalle.
Erano invece tagliati corti e sempre ben disciplinati.
Stava correndo dietro al fratello maggiore per i giardini del palazzo, ma si muoveva con maggior cautela di Thor, agile ma attento; gli occhi verdi e vispi che si spostavano su tutto ciò che attirava la sua curiosità esagerata.
<< Sbrigati! >> continuò ad incalzarlo Thor, muovendosi rapido fra le aiuole e gli alberi.
<< Arrivo Thor! >> sbuffò Loki, standogli dietro, senza perdere il passo, mentre si domandava silenziosamente che cosa fosse a rendere il fratello maggiore talmente eccitato.
Mentre correva, sollevò il volto verso il cielo limpido, schermandosi gli occhi con una mano per scrutare le foglie degli alberi che creavano ombre sul tappeto d'erba sottostante.
Thor che continuava a fare strada, trovò al primo tentativo il varco nella siepe, si chinò velocemente per infilarsi nella bassa apertura e l'oltrepassò in fretta.
Non vedeva l'ora di mostrare a Loki la propria sorpresa e, da come l'altro lo seguiva, sembrava che fosse parecchio curioso di scoprire che cosa lui gli stesse nascondendo.
In tutta fretta i due fratelli passarono accanto ad un uomo che stava conducendo un cavallo per le redini, ignorando l'occhiata che questo rivolgeva loro; poi, sempre di corsa si infilarono nella porta secondaria che dava accesso alla residenza di Odino.
Imboccarono le scale che portavano ai piani superiori, salendole a due a due; e infine, con il fiatone, giunsero alla loro stanza da letto.
Thor e Loki la consideravano quasi la loro seconda casa.
Per i due fratelli era un luogo magico; un posto dove poter stare soli a giocare, lontano dalla corte del Padre degli Dei, e da tutte le etichette regali che Frigga, loro madre, imponeva.
Come principi del regno di Asgard, dovevano sempre seguire regole ben precise, e solo lì, nelle loro camere, sentivano di poter essere un po più liberi.
Quella era la loro parte di regno; un luogo che apparteneva solo a loro due, e qui Loki e Thor conservavano tutti gli oggetti strani  che riuscivano a scovare per Asgard, le armi di legno per i loro giochi e alcuni libri che Loki trovava interessanti.
Se fosse stata solo di Thor, quella camera, dubitava avrebbe mai portato dei libri, lì dentro.
Ma il fratello, invece, insisteva perché anche quelli venissero conservati in quella che loro consideravano ormai la loro piccola collezione privata.
Fin da bambino Loki aveva dimostrato uno smisurato interesse per tutto il sapere che si può trovare nei libri e, ogni qual volta ne aveva l'opportunità, tempestava i saggi di corte con domande che non si addicevano poi molto a un giovane principe.
Era affascinato dalla magia, dai problemi complessi e dagli enigmi che sfidavano e confondevano l'intelligenza.
Thor invece si era dimostrato già in tenera età amante dell'aria aperta e dell'arte del combattimento.
Si poteva dire che lui era un guerriero nato.
Si addestrava alle armi fin da quando aveva mosso i primi passi, incoraggiato dal padre, che lo spingeva sempre a fare del suo meglio con spade e pugnali di legno.
Molte volte, nelle esercitazioni, la piccola Sif si univa a lui.
La ragazzina era innamorata della lotta quanto il principe dai capelli biondi, affascinata dalle emozioni e dalle sfide delle loro battaglie immaginarie.
Sovente Thor creava scompiglio a corte, immaginando di proteggere Asgard da nemici mostruosi, trascinando nei suoi giochi anche il più calmo Loki che, suo malgrado, il più delle volte doveva impersonare il cattivo della situazione.
Avevano sempre formato una strana coppia: Thor biondo e solare, Loki con i capelli scuri e la pelle pallida.
Loki sapeva usare le parole a suo piacimento ed era astuto e scaltro, Thor era irascibile e sempre in cerca di azione.
Non appena entrati, Thor diede l'ultimo morso alla mela e gettò il torsolo a terra, con fare noncurante; poi si diresse a grandi passi verso il baule che si trovava ai piedi del suo letto.
Sempre in silenzio, seguito dallo sguardo curioso del fratello dai capelli scuri che, adesso seduto sul bordo del proprio letto, cercava di riprendere fiato dopo quella folle corsa per i giardini del palazzo, Thor lo aprì, iniziando a rovistare al suo interno con un frastuono tremendo.
<< Allora? Mi vuoi dire il perché di tanta fretta? >> domandò Loki, incrociando le esili braccia sul petto e osservando i movimenti rapidi del fratello con aria dubbiosa, fingendosi quasi disinteressato.
<< Adesso vedrai. >> cercò di tranquillizzarlo l'altro, continuando imperterrito a frugare nel grosso baule ai piedi del suo letto: << Porta solo un altro attimo di pazienza. >>.
Loki alzò gli occhi al cielo; commentando: << Io sono paziente, Thor. Lo sono sempre stato. Sei tu che non fai altro se non correre su e giù per tutta Asgard come uno scalmanato senza il minimo contegno. >>.
<< Uffa, Loki. >> borbottò di rimando Thor, con la testa ficcata adesso dentro al baule; le parole che uscivano soffocate: << Quando inizi a lamentarti mi sembri nostra madre. >>.
Poi, finalmente, il giovane dai capelli biondi tornò a sollevare il capo e, con aria trionfante, sollevò in aria un'oggetto che al primo momento l'altro non riuscì ad identificare.
<< Ecco, guarda. >> annunciò a gran voce Thor, senza tuttavia allontanarsi dal baule e continuando a dare le spalle al fratello minore.
<< Che cos'è? >> domandò immediatamente Loki, adesso senza più riuscire a nascondere tutta la sua curiosità: <<  Fammi vedere, dai! >>.
Si avvicinò in fretta all'altro, spintonandolo per le spalle: << Spostati! >>.
Thor rimase ancora per un attimo al suo posto, poi, velocemente si volse verso l'altro, mostrandogli l'oggetto che teneva fra le mani.
Al primo mento Loki rimase interdetto a fissare le mani del fratello e l'oggetto che lui gli stava tendendo; poi, lentamente, farfugliò, incredulo: << è... è un martello, quello? >>.
<< Esatto! >> annuì Thor, accarezzando quasi orgogliosamente il manico di legno del martello: << Non è magnifico? >>.
Loki aggrottò un sopracciglio, guardando il fratello come se di colpo si fosse accorto che l'altro non aveva proprio tutte le rotelle al posto giusto.
<< è di legno. >> commentò quindi, senza il minimo entusiasmo.
<< è prezioso. >> controbatté Thor, sfidando l'altro a dargli torto.
Loki scosse il capo e mosse qualche passo a ritroso, andando ad appoggiarsi con la schiena contro la parete della stanza: << E per questo mi hai costretto a lasciare la sala del banchetto? Volevo ascoltare la storia! >> si lamentò: << Be, grazie tante, Thor! Così non saprò mai il finale. >>.
<< Davvero ti interessava quella lagna? >> chiese l'altro esterrefatto: << Non c'era nemmeno un po d'azione nella storia. >>.
<< Azione, azione. Non sai pensare ad altro tu? >> replicò Loki, agitando le mani nell'aria: << E poi non è vero che la storia era una lagna. Parlava di magia e amore ed io la trovavo interessante. >>.
<< Era una storia per femminucce. >> borbottò Thor scuotendo il capo, senza capire se l'altro lo stesse prendendo in giro: << E certo non era interessante quanto questo! >>.
Tornò a sollevare verso l'alto il martello di legno; osservandolo con aria adorante.
<< è solo un martello giocattolo. >> continuò a brontolare Loki, passandosi una mano nei corti capelli neri: << Ne abbiamo a decine di spade e pugnali fatti allo stesso modo. >>.
<< Ti sbagli, Loki. Questo è molto più di un martello giocattolo. >> affermò Thor con estrema solennità: << è il simbolo del mio futuro! >>.
Loki tornò a guardare l'altro con la fronte aggrottata, canzonandolo: << Vuoi forse lasciare il tuo posto di principe per metterti a lavorare come falegname? Non mi pare una grande idea, fratello. >>.
<< No. Tu non capisci. >> lo contraddisse Thor scuotendo il capo: << Questa mattina nostro padre mi ha annunciato che, una volta compiuta la maggiore età, avrò il permesso di impugnare Mjolnir! >>.
Fece una pausa, solo per tornare subito dopo a esclamare eccitato: << Se ne sarò degno, Padre mi farà dono del possente martello ed io potrò governare il tuono e le tempeste! >>.
<< Padre ti ha promesso questo? >> domandò Loki.
Adesso sembrava smarrito: << Non mi stai prendendo in giro, vero Thor? >>.
<< No di ceto, fratellino! >> replicò l'altro con un largo sorriso sulla faccia.
<< Mjolnir. >> mormorò Loki, spostando lo sguardo sulla finestra che si apriva sul giardino, osservando con aria persa le tende mosse dal vento: <<  Nostro padre ti ha promesso in dono quel Mjolnir? Il martello del tuono? >>.
<< Esatto! >> assentì Thor, iniziando a saltellare allegramente per tutta la stanza: << è magnifico, fratellino, non trovi anche tu? Padre non avrebbe potuto annunciarmi un dono più bello! Con quel martello, una volta che sarò diventato adulto, mi batterò contro tutti coloro che oseranno mettersi contro Asgard e li sconfiggerò uno ad uno! Sarò il guerriero più forte di tutto il regno e il miglior re dell'universo! >>.
Il giovane Loki non sembrava condividere l'esagerato entusiasmo del fratello e Thor dovette accorgersene, perchè all'improvviso gli chiese, tendendogli il martello giocattolo: << Vuoi tenerlo un po tu? >>.
Loki tornò a guardarlo, stupito, ma accettò il giocattolo dalle mani dell'altro ed iniziò ad osservarlo con aria pensierosa.
Mentre si faceva ruotare il manico del martello di legno fra le mani, muovendolo lentamente, quasi con circospezione; come se si fosse trattato del vero Mjolnir e da un istante all'altro avrebbe potuto iniziare a scagliare fulmini da una parte all'alta della camera, Loki rifletteva.
Si stava chiedendo perché il padre avesse deciso di promettere in dono Mjolnir proprio a Thor.
Perché non a lui, invece?
Lui l'avrebbe usato nel modo più saggio e certo meno avventato.
Tutto dipendeva ancora una volta dal fatto che Thor era il figlio maggiore e l'erede al trono?
O c'era dell'altro?
Come quando gli altri bambini del regno giocavano con Thor ma tenevano all'oscuro dei loro passatempi il piccolo Loki?
Tutti parevano preferire di gran lunga quel ragazzino biondo e scanzonato, dagli occhi azzurri ed il sorriso caldo.
<< Peccato che non produca lampi. >> la voce di Thor costrinse Loki a tornare alla realtà.
<< Che cosa ti aspettavi, Thor? >> gli domandò Loki, tornando a guardare il fratello maggiore, prima di ribadire: << è un martello giocattolo. >>.
<< Questo lo so, ma..... >> stava già iniziando a replicare Thor, quando Loki riprese la parola, esclamando: << Anche se forse un modo per renderlo più interessante, ci sarebbe. >>.
Sul suo volto pallido si era disegnava un'espressione astuta e furbetta.
Thor ebbe quasi l'impressione di trovarsi a guardare non il fratello ma uno di quei folletti dei boschi di cui narravano le leggende, che facevano gli scherzi ai viandanti per mandarli fuori strada.
<< A cosa stai pensando, Loki? >> gli chiese Thor, desiderando di riuscire a leggere nella mente del fratello minore.
<< Se potessimo usare la magia....>> mormorò pensierosamente l'altro, sfregandosi il mento sottile: << Come quella di nostra madre; potremmo riuscire a trasformarlo in un vero Mjolnir in miniatura. >>.
Sollevò gli occhi su Thor e quello che l'altro vide fu uno strano luccichio divertito.
Sembrava che la cosa intrigasse veramente Loki.
<< Ma che stai dicendo? >> chiese Thor, confuso.
Loki iniziò a gironzolare eccitato per la stanza, senza nemmeno far caso a Thor, che non sembrava convinto quanto lui dell'esperimento che aveva in mente.
<< Conosco la biblioteca e so dove sono riposti i libri che consulta nostra madre. Forse se... >>
<< No, Loki. >> Thor interruppe di botto le fantasticherie dell'altro, avvicinandosi a Loki: << Questa idea non mi piace. Occorrerebbe troppo potere. E poi tu che ne sai? >>.
Ma ormai Loki pareva non ascoltare più il fratello dai capelli biondi.
<< Immagina le facce della gente di Asgard se questo martello iniziasse anche solo a produrre una o due scintille di luce....>> mentre parlava il sorriso sul suo viso si accentuava di minuto in minuto sempre di più e gli occhi verdi rilucevano divertiti, mentre già sembrava pregustare il momento che stava descrivendo.
Sembrava particolarmente contento di creare scompiglio nel regno: << Ho visto nostra madre una volta che.... >>.
<< Non provarci neppure, Loki! >> Thor allungò la mano e tolse al fratello il giocattolo dalle dita: << Questo è l'unico martello che abbiamo e a me piace così com'è. Tu non sai fare magie e se lo rompi vado a dirlo a nostro padre. >>.
Loki guardò l'altro di traverso, mentre si vedeva sottrarre il martello dalle mani; quindi mugugnò, mentre il sorriso spariva velocemente dalle sue labbra: << Io non so ancora fare magie, è vero, ma possiamo chiedere a nostra madre il permesso di provare. >>.
I suoi occhi saettavano di qua e di la dalla stanza mentre rifletteva: << Lei ci aiuterà di certo. Non è necessario che facciamo le cose di nascosto. >>.
Thor scosse il capo: << Non puoi sapere cosa farebbe nostra madre. >>.
Loki tornò a guardare il fratello: << Di piuttosto che semplicemente non vuoi rischiare di perdere il tuo prezioso e ridicolo dono. >>.
<< Se nostro padre l'avesse donato a te, non penso avresti detto lo stesso. A me questo martello piace così com'è. Posso comunque picchiartelo in testa, se mi va! >> Thor ridacchiò allegramente e iniziò a soppesare il martello fra le mani, come se stesse veramente pensando di mettersi a lanciarlo addosso al fratello.
<< Divertente. >> commentò Loki, intendendo ovviamente l'esatto opposto: << Ti piacerebbe, vero? >>.
Per un istante nella stanza cadde il silenzio e Loki volse le spalle al fratello.
A volte aveva l'impressione che Thor cercasse sempre di rovinare i suoi divertimenti; che gli impedisse di fare quello che piaceva a lui.
In quei momenti odiava l'egocentrismo del fratello maggiore.
Poi, Thor, continuando a farsi roteare il manico del martello fra le mani, chiese all'altro con aria goffa; ad occhi bassi: << Loki.... Non sei arrabbiato, vero? >>.
<< Arrabbiato?! >> Loki tornò a volgersi verso di lui, guardandolo quasi con aria costernata: << Perché dovrei esserlo? >>.
<< Per il regalo che nostro padre mi ha fatto. >> mormorò Thor con la sincerità del bambino che era.
<< Non sono arrabbiato. >> mormorò Loki in risposta, pensando di essere sincero in quel momento come lo era l'altro, anche se dentro di sé si chiedeva se davvero non lo fosse, arrabbiato, o se stesse solamente mentendo a Thor, come a se stesso.
Ultimamente gli era sempre più facile dire bugie alla gente.
Si era accorto che, se mentiva, riusciva a uscire dai guai prima e senza alcun problema e si stava abituando ad usare le parole per nascondere agli altri i suoi reali pensieri; le sue emozioni.
Era anche per questo che, molto spesso riusciva a comportarsi già in maniera più adulta di Thor e al contrario del fratello, riusciva a controllava la sua collera.
Mentire gli era di grande aiuto, ma non era certo di volerlo fare anche con il fratello.
Non con Thor, non con Odino, con Frigga o con i suoi amici.
Con loro non avrebbe mai mentito.
Non voleva, perché di loro aveva fiducia e ad essi voleva bene.
<< Non sono arrabbiato. >> ripeté, come se stesse parlando più a se stesso che a Thor.
Come se stesse cercando di convincersi che quelle parole erano vere.
Poi però aggiunse; questa volta sinceramente: << Però... Piacerebbe anche a me un regalo. >>.
Thor sollevò di colpo il capo, fissando il fratello per un attimo, prima di avvicinarglisi e posargli una mano sulla spalla, come avrebbe fatto qualsiasi fratello maggiore per consolare il più piccolo: << Oh, Loki.... Sono certo che nostro padre farà un dono anche a te, quando sarai grande. >>.
Tacque, ma solo per riprendere con maggior determinazione: << Ed allora combatteremo l'uno al fianco dell'altro, coprendoci le spalle a vicenda come solo i veri guerrieri sanno fare e saremo i più forti di tutti! >>.
<< I più forti; davvero. >> concordò Loki, tornando a sorridere e a ritrovare il suo entusiasmo in quello del fratello.
<< Si! >> annuì Thor, alzando il martello giocattolo al cielo: << Io con Mjolnir e tu.... >> esitò, volgendosi a guardare Loki.
<< Con la magia! >> concluse per lui l'altro, continuando a sorridere.
Allora Thor abbassò il martello, stupito.
<< Perché vuoi sempre metterti a fare magie? >> domandò.
Loki si strinse nelle spalle: << Non lo so, è così e basta. E tu, allora, perché vuoi sempre giocare alla guerra? >>.
Fu il turno di Thor di alzare le spalle: << Sono fatto così! Mi piace l'azione! >>.
I due fratelli si guardarono per un istante, poi scoppiarono a ridere.
Per un breve attimo restarono così, vicini, a sorridersi a vicenda.
Poi, Thor sospirò, guardando il martello di legno che reggeva fra le mani: << Vorrei che nostro padre mi avesse già regalato il vero Mjolnir. >>.
<< Nostro padre non è così sconsiderato da donare un potente talismano come Mjolnir ad un bambino come te. >> disse Loki di rimando; scandendo volutamente la parola "bambino": << Scommetto che riusciresti a distruggere mezza Asgard in meno di cinque minuti. >>.
Ridacchiò e tacque; soddisfatto della battuta.
Thor finse di mettere il broncio.
La parola "bambino" pronunciata dal fratello in quel modo insolente lo aveva infastidito parecchio.
<< Senti chi parla! >> sbottò: << Se non sbaglio l'altro giorno sei stato tu a finire nel giardino di nostra madre, calpestando la metà dei fiori. >>.
Loki sollevò le mani come per difendersi da un colpo, assumendo la sua aria più contrita e piagnucolando: << è stato un incidente. >>.
<< Come no. >> sbuffò Thor, senza credergli minimamente.
<< Vuoi scommettere? >> domandò allora Loki, abbandonando immediatamente l'espressione sconsolata per assumere un atteggiamento tutt'altro che indifeso.
<< No. >> replicò Thor, sorridendo con aria complice all'altro: << Voglio vederti in azione! Giochiamo dai! Sono stanco di restare qui seduto. >>.
Iniziò a saltellare per la camera, agitato: << Voglio provare il mio piccolo Mjolnir! >>.
Scoccò una nuova occhiata divertita al fratello: << Sei pronto a scappare? >>.
<< E se dicessi di no? >> chiese Loki, pur conoscendo già la risposta dell'altro, che infatti disse: << Non cambierebbe proprio nulla! >>.
Quindi, assumendo un tono di voce più stentoreo; cercando di imitare quello del padre quando parlava con un suo nemico, esclamò: << Inizia a scappare, brutto mostro, invasore di Asgard! >>.
Loki spalancò la bocca, restando muto per un attimo; poi domandò indignato: << Ma perché i nemici tocca sempre a me farli? >>.
<< Perché ti vengono bene! >> ammise Thor ridacchiando.
<< Confortante.... >> mugugnò l'altro, fingendo di mettere il broncio.
Poi, però, notando che Thor aveva già iniziato a far roteare il piccolo martello di legno fra le mani e sembrava già assorbito dal gioco, esclamò a sua volta: << Non mi prenderai mai, figlio di Odino! Nemmeno Mjolnir potrà sconfiggere il grande.....Il grande..... >> Loki stava cercando un nome pauroso da dare a sé stesso, ma Thor lo precedette: << Gigante di ghiaccio venuto da Jotunheim! >>.
<< Un gigante di ghiaccio? >> Loki aggrottò la fronte e guardò il fratello di traverso: << Ti sembra forse che io abbia la pelle blu e gli occhi rossi? >>.
<< E dai, Loki! È solo per gioco! Fai finta, no? >>.
Loki esitò ancora un istante, poi fece spallucce, annunciando: << D'accordo! Ma questa volta non lascerò che tu mi sconfigga tanto facilmente, fratello! >> e, quasi ancor prima di finire di parlare, iniziò a correre, oltrepassando la porta aperta della stanza per fiondarsi in corridoio.
Ridendo e mulinando l'immaginario Mjolnir nel vento, Thro gli fu subito dietro.
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(nota) 
Lo so, questo capitolo sembra distaccarsi molto dal resto della storia, ma non è proprio così. 
In questo capitolo sono spiegati i ricordi di Loki che ora è chiuso in cella. 
Ho provato ad immaginare come Thor e soprattutto Loki avessero ottenuto le loro capacità, e ancora una volta volevo mettere in evidenza la differenza fra i due fratelli e il legame di Thor con Odino e quello di Loki con Frigga. 
Nei prossimi capitoli sarà tutto più chiaro. 
Almeno spero.... 

Grazie per aver letto questo capitolo e alla prossima!
  
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