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Autore: mvstrxl    12/12/2017    0 recensioni
[Dazai Osamu x OC]
[Giusto un po' OOC]
"Troppi addii detti quando il treno non aveva ancora lasciato la stazione, troppi sorrisi trasformati in smorfie di dolore. Troppa paura di non essere abbastanza.
(...)
La paura di sentirsi dire addio l'aveva spinto troppe volte a fare pazzie."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Osamu Dazai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Every time I fall in love
I go and fuck it up
right when it gets good
Don't you think it's funny?
Don't you think it's funny?
I know I did all the shitty things to you
I said I never ever would
Baby, that's so like me
Baby, that's so like me

-Sasha Sloan, Runaway



Aveva intuito che il loro mondo stava scivolando via quando gli sguardi avevano iniziato a diventare semplici occhiate in cui la complicità e l'affetto che solitamente trasparivano erano coperte da un velo di apatia. Le loro mani avevano smesso di cercarsi e le labbra di incontrarsi. Quei piccoli dettagli avevano costruito una fortezza di incertezze miste alla paurosa consapevolezza che il loro amore stesse crollando come i petali di un fiore che avverte l'arrivo del gelo. Ma non erano stati solo loro a far scattare un campanello d'allarme in Dazai, sapeva che l'amore che condividevano lui e Tomie non era fatto unicamente di quei gesti: le parole, ad esempio, giocavano un ruolo importante sebbene entrambi sapessero quanto fosse sbagliato affidarsi a queste ultime. Il loro rapporto era fatto principalmente di gesti, parole e fiducia. E ora di tutto rimaneva solo quella. Dazai aveva sempre creduto che sarebbe bastata, ma può essa essere sufficiente quando è la testa ad avere la meglio sul cuore?
Aveva cominciato ad avere paura senza nemmeno rendersene conto.

Quattro chiamate perse.

Dove sei?”

E quando l'aveva capito aveva iniziato a tremare.

Perché non hai risposto alle mie chiamate?”

Tomie lo aveva guardato perplessa ricordandogli che quando era a lavoro spegneva sempre il cellulare. Dazai l'aveva guardata con occhi assenti, poi si era voltato nella direzione opposta e aveva cambiato argomento, il tono giocoso che non permetteva ai sentimenti di trasparire. Eppure dentro di lui il dubbio gli lacerava le carni.

Tre messaggi da ascoltare in segreteria.

Non lo cercava più quando, durante le notti di pioggia, le temperature calavano come le loro difese.

Sei sveglio?”
Sì, non riesci a dormire?”
Volevo solo accertarmi che fossi qui”

Avrebbe voluto toccarla ma ormai non riusciva nemmeno più a guardarla senza il timore di scorgere i segni lasciati da qualcun altro sulla sua pelle diafana o immaginare i capelli violetti sparsi sul cuscino di un letto che non era il suo.

E dove dovrei essere altrimenti?”
Una risata, un sorriso.

Neanche al buio Dazai aveva il coraggio di voltarsi verso di lei.

Stringimi. Ho freddo”
E tutto passava.

Per un attimo fu tentato di farlo, di allungare la mano verso il suo viso addormentato e rubarle una carezza, ma ritrasse la mano ancora prima di sfiorarla con un dito.
Forse Tomie aveva capito di aver sbagliato a mettergli il proprio cuore tra le mani, eppure lui se n'era preso cura, era stato attento, non lo aveva mai fatto cadere, nemmeno una volta. Non poteva affermare di non averlo graffiato almeno un po', ma aveva prontamente coperto quelle minuscole imperfezioni fino a farle rimarginare del tutto. Dazai Osamu aveva sempre creduto di essere un uomo destinato ad essere risucchiato dal vuoto che si portava nel petto, convinzione che era stata spazzata via dal sorriso dolce di Tomie, dalle sue mani e dalle sue labbra. Cosa stava succedendo dunque? Stavano cadendo come un castello di carte alla prima folata di vento. E di tempeste loro due ne avevano affrontate. Ne erano sempre usciti vincitori però, i cuori scompigliati ma le mani strette le une in quelle dell'altro in una muta promessa.

Cosa ci sta succedendo?”

Per quel motivo lei non capiva. Perché lui era così freddo?

Non mi ami più?”

Le lacrime che aveva tentato di trattenere cadevano al suolo insieme alle certezze costruite in quegli anni.
Dazai odiava vederla piangere. Avrebbe voluto stringerla fino a farla sparire ma il cervello si rifiutava di sottostare ai comandi del cuore. Rimase fermo mentre tutto attorno il mondo si sgretolava come polvere.

Certo che ti amo”

Non metteva in dubbio che fosse tutta colpa sua. Era così bravo a rovinare le cose belle... perché non poteva semplicemente amarla come meritava?

Ti amo più di qualsiasi cosa”

Come avrebbe potuto dirglielo che quando la notte chiudeva gli occhi rivedeva davanti a sé la sagoma di Odasaku allontanarsi e raggiungere il precipizio? Come poteva dirle che il sangue degli innocenti sui suoi vestiti era ancora fresco e l'odore ferroso gli riempiva la testa di paranoie? Come? Come poteva amarla quando non era in grado nemmeno di amare se stesso?
Troppi addii detti quando il treno non aveva ancora lasciato la stazione, troppi sorrisi trasformati in smorfie di dolore. Troppa paura di non essere abbastanza.

Ora anche lui piangeva. Assaporava il sale dopo anni, dopo che ne aveva quasi dimenticato il sapore. Non trattenne più le lacrime e non nascose più a se stesso che la paura di sentirsi dire addio l'aveva spinto troppe volte a fare pazzie. Non nascose più che il respiro gli mancava al solo pensiero di essere lasciato da solo al calare della sera.

Tomie gli si avvicinò singhiozzando e i loro occhi vitrei si incontrarono specchiandosi gli uni negli altri. Allungò la mano verso la sua guancia e scacciò via una lacrima, poi gli prese la mano e se la portò al petto proprio all'altezza del cuore.

Lo senti? Batte per te. Batte ancora, dopo tutti questi anni batte solo per te. E ora lascialo guarire, questo cuore. Lascialo guarire. E guariremo anche noi Osamu. Guariremo”

E Dazai ci credette perché era stanco di scappare. Voleva solo stendersi insieme a lei e vedere il cielo tingersi dei colori dell'alba mentre le loro ferite si rimarginavano. Entro il tramonto tutto sarebbe tornato come prima.



Guariremo.


  
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