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Autore: _tsuki_no_curse_    14/12/2017    1 recensioni
22:45
Casa di Kagami probabilmente non era mai stata così affollata come l’ultimo dell’anno: nessuno si era lasciato sfuggire quell’invito a sorpresa da parte dell’ultima persona su cui mai avrebbero scommesso per l’organizzazione della festa di Capodanno.
23:37
In quell’istante, il cuore mancò d’un battito. E anche se nell’aria non volava una mosca, poté udire chiaramente il frastuono di un castello di speranze andare in frantumi.
Perché in fondo ci sperava, nel tanto decantato lieto fine.
[MidorimaxTakao]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettura tra le righe
 
 
22:45
Casa di Kagami probabilmente non era mai stata così affollata come l’ultimo dell’anno: nessuno si era lasciato sfuggire quell’invito a sorpresa da parte dell’ultima persona su cui mai avrebbero scommesso per l’organizzazione della festa di Capodanno.
C’erano veramente tutti.
Riko stava riprendendo qualcuno dei suoi ragazzi mentre si ingozzavano di schifezze d’ogni genere, con Kuroko di sottofondo che era stato ingaggiato da Hyuga per riempire di soppiatto le ciotole di snack ogni volta che si svuotavano; Aomine era invece impegnato in un interessante conversazione erotica con una bottiglia di vodka, mentre Kise si era preso la premura di registrare tutto col proprio cellulare. L’omicidio del biondo era quotatissimo per il nuovo anno.
-Sgiuro che non ho mhai visssto delle poppe così bbbelle in vita mia!- era una delle tante molestie che la bottiglia stava ricevendo.
 Akashi si gustava la scena in silenzio di Murasakibara e Himuro che facevano a gara su chi riuscisse a tenere più marshmallow in bocca, inutile dire che la vittoria del primo fu schiacciante.
E poi c’era lui, al suo fianco, come sempre.
Midorima ormai era così abituato a vederselo girare intorno a qualsiasi ora della giornata che voltare la testa e trovarlo da qualsiasi altra parte era diventato quasi fastidioso.
Il problema era nato da quando aveva iniziato ad accorgersi che anche trovarlo con qualcuno che non fosse lui era diventato estremamente fastidioso.
Non era così stupido da non capire cosa gli stesse succedendo, tuttavia se fino a qualche mese prima qualcuno avesse mai avuto il pensiero di dirgli che la sua prima cotta adolescenziale sarebbe stata proprio per Takao, probabilmente si sarebbe fatto una grossa risata.
 
22:53
Erano stati tirati fuori dei giochi di società, a cui quasi tutti avevano preso parte, eccezione per Aomine che ormai aveva completamente abbandonato il raziocino al suo triste destino e Momoi che tentava di salvaguardarlo da pericoli di ogni genere.
La televisione era accesa, qualche programma commerciale in tema con la serata era in onda.
-Sbagliato Kise! Manda giù anche questo ora- esultò un allegro Kagami verso il ragazzo che era appena giunto ad una casella trappola del tabellone da gioco.
-Oh, ma andiamo, questi dadi sono truccati!- brontolò lui, senza però protestare più di tanto nell’alzare il bicchierino.
Ovviamente il gioco di società era stato trasformato nella sua versione alcolica.
-Midorima tocca a te- esclamò a quel punto Takao, mettendogli i dadi in mano.
In un brevissimo istante le loro dita si sfiorarono, e lui preferì dare a quel poco d’alcol che era in circolo la colpa del calore che sentì addosso dopo quel contatto.
Fosse stato per lui probabilmente non avrebbe mai partecipato a quell’attività tutt’altro che ludica per bruciarsi i neuroni, ma la verità era che se andava Takao, andava anche lui. Se Takao poteva essere felice, voleva essere lui a dargli quella gioia, se Takao parlava difficilmente riusciva a dire di no.
Tutto questo lo innervosiva, gli faceva venire voglia di andarsi a dare due schiaffi per tutto il controllo che giorno dopo giorno andava perdendo. Voleva alzarsi e gridare che la risposta era “no”, e subito dopo magari buttare fuori anche quello che da settimane si teneva dentro.
Invece tirò i dadi.
 
23.37
 
Ormai avevano tutti la testa leggera, chi nel delirio totale, chi semplicemente molto allegro.
Ecco perché scelse di andare a prendere un po’ d’aria fuori dal balcone, approfittando del fatto che Takao fosse sparito dalla sua vista, con grande disappunto.
Poggiò le braccia conserte sul muretto, mentre lo sguardo andava dal cielo leggermente annuvolato a un gruppo di ragazzi che si preparava per i botti di fine anno.
Non erano rari i momenti in cui preferiva starsene per i fatti suoi, quei rari momenti in cui gustava l’assenza di Takao solo per tormentarsi su come poteva risolvere quell’assurda situazione.
La risposta gli sembrava fin troppo semplice, e al tempo stesso la più assurda.
Il sol pensiero di perdere la quotidianità che con lui lo circondava, lo faceva diventare matto.
Sospirò pesantemente, la luna che sembrava quasi schernirlo, in quel suo angustiarsi anche l’ultimo dell’anno.
Non sarebbe mai dovuto venire.
-Shin-chan!-
Si voltò di scatto, verso quella voce maledettamente familiare. Takao lo aveva raggiunto sulla terrazza, chiudendosi la porta scorrevole alle spalle.
-Shin-chan, ti stai perdendo tutto il divertimento, ti perdo due minuti di vista ed eccoti qui a fare l’eremita- sghignazzò, dandogli un buffetto sulla spalla.
Ormai intimargli di non chiamarlo più con quell’assurdo vezzeggiativo era del tutto inutile, parole al vento, quindi non ci faceva nemmeno più caso. O almeno ci provava.
-Volevo un po’ di tranquillità – rispose lui, sinceramente.
Con te, magari.
Lui si posizionò dietro di lui, spalle al muro e braccia incrociate dietro la testa, il che portò Midorima ad abbandonare la sua posizione e girarsi per guardarlo in faccia. Gli venne da chiedersi quando era arrivato al punto in cui il suo corpo si muovesse quasi in automatico in funzione degli spostamenti dell’altro. E subito dopo si disse che ormai quel tipo di domande erano inutili e dannose, da evitare accuratamente. La risposta era sempre lì, in bella mostra.
Passarono diversi minuti senza aprire bocca.
-Senti Shin-chan – iniziò all’improvviso l’altro –vorrei avere un tuo parere su una situazione … Delicata –
Midorima lo guardò di sottecchi. Non erano rare le volte in cui lui gli faceva da consulente per problematiche di vario genere, ma era la prima volta che gli sembrava … Turbato?
-Dimmi pure-
Takao fece un sospiro profondo, per poi dire, tutto d’un fiato:
-Credo di essermi preso una sbandata per un tuo amico-
In quell’istante, il cuore mancò d’un battito. E anche se nell’aria non volava una mosca, poté udire chiaramente il frastuono di un castello di speranze andare in frantumi.
Perché in fondo ci sperava, nel tanto decantato lieto fine.
Sperava che un giorno si sarebbe svegliato con lui al suo fianco, aveva fantasticato più volte su come Takao avesse magicamente capito quali fossero i suoi sentimenti e fatto tutto al posto suo, che avesse letto tra le righe dei suoi piccoli gesti.
Aveva sperato che Takao, anche in quella situazione, si fosse preso cura dei suoi sentimenti come faceva in mille altre situazioni.
Come faceva sul campo da basket.
-Io … Non credo di essere il tipo più indicato per questa conversazione – riuscì solo a dire, con una perfetta maschera d’indifferenza che tanto lo salvava in quelle situazioni, tanto gli impediva di mostrarsi realmente per quello che era in quel momento: devastato.
-Oh Shin-chan, andiamo! Io vorrei davvero dichiararmi, ma non so se è il caso … Non capisco i segnali che questa persona mi manda: che dovrei fare secondo te?-
 
23:53
 
Si ritrovò nuovamente sul divano, affiancato da Akashi, mentre il resto del gruppo iniziava i preparativi per il tanto atteso conto alla rovescia.
L’unico conto alla rovescia che stava facendo lui invece, era quello per ritornare a casa e porre fine a quell’incubo che la serata aveva portato.
Non ce l’aveva fatta più, aveva risposto a Takao in malo modo, con un tono che non credeva essere capace di usare se non durante le partite con qualche imprecazione.
Si era innervosito oltre ogni limite, gli aveva detto che non erano affari suoi, che per quanto gli riguardava poteva fare ciò che più compiaceva il suo “ego da clown”.
“L’alcool tanto ti aiuterà nella tua eroica impresa!”
Inutile aggiungere che Takao si era sentito talmente ferito da alzare i tacchi e andarsene via dalla festa. Non lo aveva insultato, non aveva avuto niente da dirgli.
Quanto avrebbe voluto fermarlo e dirgli quanto si sentiva un idiota.
Quanto avrebbe voluto rincorrerlo.
Quanto avrebbe voluto non essere così codardo.
Neanche il coraggio di vederlo andare via aveva avuto.
Era rientrato senza dire una parola, e ora non riusciva a smettere di guardar male tutti i presenti, cercando di capire chi si fosse personificato a mela della discordia. Kagami? Aomine? Qualcuno della Shutoku?
-Sei molto pensieroso, Shintarou –
I suoi pensieri vennero interrotti da Akashi, che lo stava osservando da diversi minuti senza che se ne fosse minimamente accorto.
-Non sono molto in vena di festeggiare- ammise evitando accuratamente il suo sguardo.
Akashi aveva il brutto vizio di metterlo in soggezione.
-Questo lo vedo- disse semplicemente lui, col suo tipico tono apatico – Mi stavo solo chiedendo se il tuo malessere fosse in qualche modo collegato all’improvvisa assenza di Takao-
Beccato in pieno.
Degludì, cercando di apparire più calmo possibile mentre si sistemava gli occhiali.
-Ha… Ha detto qualcosa prima di andare via?-
Akashi lo guardò per un istante apparentemente infinito, prima di rispondere.
-Permettimi di rispondere alla tua domanda con un’altra domanda: cosa mai può essere successo per farlo fuggire da una festa giustificandosi con un “non mi sento bene”?-
Silenzio. L’unica fortuna che aveva in quel momento era quella di essere ignorato dal resto del gruppo, troppo occupato nei festeggiamenti.
Alla fine prese un bel respiro e raccontò al rosso brevemente cosa era successo fuori in balcone, omettendo accuratamente i retroscena che riguardavano lui e i suoi sentimenti.
-Capisco – disse semplicemente Akashi, enigmatico
 –Shintarou, lascia che provi a illustrarti la situazione parlando la tua lingua. Immagina di essere nel mezzo di una partita, Takao ha la palla tra le mani e davanti gli si para un ottimo difensore a placcarlo. Dietro di questi c’è un vostro compagno di squadra, che per comodità chiameremo X. E poi, al suo fianco poco distante ci sei tu – si fermò per qualche istante, mentre Midorima cercava di immaginare al meglio delle sue possibilità la situazione che gli veniva descritta.
-Ora, immagina che solo Takao si sia accorto che X sia a rischio furto palla, lui con un’ottima finta inganna tutti, persino te, nel voler fare un passaggio ad X, quando invece la palla finisce nelle tue mani. Che caschi come una pera cotta dall’albero come in questo momento … -
Akashi aveva descritto perfettamente la sua espressione facciale in quell’istante.
Possibile che avesse frainteso tutto?
-Ma … Perché avrebbe dovuto fingere di passare la palla a qualcun altro?- si azzardò allora a chiedere Midorima, non ancora del tutto convinto.
-Beh, nell’esempio della partita per fare una finta degna di essere chiamata tale e farti fare un tiro da tre punti, nel caso specifico perché immagino abbia avuto paura di un tuo rifiuto –
Lo ringraziò mentalmente per aver fatto per lui il passaggio dalla metafora alla situazione effettiva - E le finte sono le tattiche più gettonate anche in queste situazioni – aggiunse semplicemente, guardando l’ora – Non sei esattamente un tipo trasparente Shintarou, ma puoi provare ad esserlo nei prossimi … 7 minuti? –
Akashi a quel punto si alzò dal divano, segno che la conversazione era appena terminata.
-A quest’ora forse non sarà ancora arrivato alla metro qui vicina, se corri forse fai in tempo a raggiungerlo. Ora, se non ti dispiace, vado ad evitare che Atsuki uccida Taiga –
In un perfetto quadretto i due, completamente ubriachi, stavano infatti litigando animatamente per l’ultima fetta di torta al cioccolato.
 
23:57
 
La metro era poco distante dalla visuale del ragazzo, il freddo che si faceva sentire fino alle ossa nonostante gli strati che lo ricoprivano. Intorno a lui c’era gente che festeggiava, coppie che aspettavano con ansia la mezzanotte per il bacio di inizio anno, bambini che correvano, ridevano e giocavano.
E poi c’era lui, mani in tasca, mento affondato della sciarpa nera che portava, occhi che facevano fatica a trattenere le lacrime.
Camminava e si dava dello stupido, stupido per aver pensato di esporsi così tanto, per aver permesso all’altro di dargli un rifiuto così cattivo, per non aver neanche provato a difendersi.
E soprattutto per aver rovinato tutto.
-TAKAO…!-
Si voltò di scatto, per vedere Midorima raggiungerlo a tutta velocità.
Si fermò di fronte a lui, che non aveva ancora iniziato a scendere le scale per il sottopassaggio. Si vedeva che aveva corso come un pazzo, ma gli allenamenti a cui veniva sottoposti da diversi anni gli impedivano di avere il fiato corto.
-Cosa vuoi, Shin-chan?- chiese lui, con voce assente, triste, ma non arrabbiata.
Poteva essere deluso, amareggiato e tutto quello che voleva, ma non ce l’avrebbe mai fatta ad essere seriamente arrabbiato con lui. Era fatto così.
- Era per me la palla? – provò a dire, goffamente, cercando di emulare senza successo l’esempio di Akashi di poco prima.
Inutile descrivere la faccia perplessa dell’altro.
E adesso? Non ci riusciva, non ce la faceva ad essere trasparente.
-Takao io … Non voglio che passi ad altri la palla. Voglio essere io a prendere questo passaggio – riprovò, imbarazzato come non mai.
Silenzio.
Ma stavolta Takao sembrava aver afferrato cosa il ragazzo stava provando a comunicargli, una piccola luce di speranza si accese nei suoi occhi, mentre si avvicinava cauto verso di lui.
-Stai per caso cercando di dirmi, in un modo tutto tuo, che ti piaccio Shin-chan?- azzardò Takao, un piccolo sorriso che compariva sul suo volto, senza malizia.
Silenzio di nuovo.
Non riusciva a guardarlo, il pavimento era diventata la cosa più interessante del mondo in quel momento. Sperò che l’altro avrebbe interpretato il suo deficit comunicativo come un sonoro sì, che Takao avesse capito che, soprattutto in quelle circostanze, con lui bisognava imparare a leggere tra le righe.
-Sei proprio uno stupido …-
 
23:59
 
Erano così vicini.
Si chiese se fosse il caso di prendere l’iniziativa almeno per quella volta.
Provò a coronare il sogno che portava da mesi nel cassetto, nelle sue fantasie, avvicinando le labbra alle sue, ma venne bloccato da Takao.
-Aspetta-
Trattenne il respiro, temendo per un istante un suo ripensamento.
-Solo per stavolta voglio una scena da film – disse indicando il conto alla rovescia che compariva a caratteri cubitali sopra il grande schermo in centro.
Furono i dieci secondo più lunghi della sua vita.
 
00:01
 
-Tu e queste manie da ultimi romantici …-
-Però ti è piaciuto-
-E’ irrilevante-
-Ooh andiamo Shin-chan, se non portassi io un po’ di magia nella tua vita a quest’ora sarebbe grigia e tetra, dovresti quanto meno ringraziarmi!-
Era perfettamente d’accordo, ma anche questo, come tante altre cose, lasciò che fosse letto tra le righe.
 
Fine.



Note dell'autrice:
E' la prima volta che scrivo fanfiction su Kuroko no Basket, quindi siate clementi per favore >.<
La cosa che più mi preoccupava era muovere un personaggio come Midorima, uno tsundere a mio avviso meraviglioso ( anche se il mio pg preferito è Aominecchi, ma shhh uwu ).
Spero che la storia vi sia piaciuta quanto a me scriverla!
Allora prossima ♥ 
   
 
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