Libri > Cinquanta sfumature di...
Segui la storia  |       
Autore: LatersBaby_Mery    17/12/2017    13 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo me.
Buonasera meravigliose fanciulle. Prima di lasciarvi al capitolo voglio chiedervi immensamente scusa per avervi fatto attendere oltre due mesi per un nuovo aggiornamento, ma tra tirocinio, corsi e studio il tempo libero che mi rimane è davvero pochissimo; la sera arrivo stanchissima e anche scrivere tre righe diventa faticoso.
In ogni caso, ce l’ho fatta ed ecco il capitolo in cui scopriremo il sesso di Puntino 3. Vi avevo promesso anche una sorpresa da parte di Christian per Anastasia, ma c’è stato un piccolo cambio di trama nei miei programmi, per cui la sorpresa arriverà nel prossimo capitolo.
Spero tanto che il capitolo vi piaccia, e vi aspetto alla fine per commentarlo insieme.
Buona lettura! 


CAPITOLO 67.

Luglio 2017

POV ANASTASIA

“Christian, sei ancora a mangiare? Dai sbrigati!” sbotto entrando in cucina, con la borsa appesa ad un braccio e la cartellina degli esami nell’altra mano.
Mio marito continua a gustare lentamente il suo muffin al cioccolato fondente, fissandomi con un sopracciglio sollevato.
“Per quale motivo dovrei andare di fretta? Abbiamo più di un’ora di tempo..” osserva, in un misto tra il perplesso e l’irritato.
Sbuffo. “Perché se ce la prendiamo troppo con comodo, poi va a finire che usciamo tardi, restiamo imbottigliati nel traffico, arriviamo troppo tardi allo studio e ci tocca aspettare cinque o sei visite prima di noi..” gli faccio notare.
Sì, lo so, sono un po’ isterica questa mattina, ma in gravidanza sono normali questi momenti. O no?
L’espressione stranita di Christian si trasforma pian piano in un sorriso; lui posa il suo muffin nel piattino e si alza per venirmi incontro. Mi prende la borsa e la cartellina dalle mani e le appoggia sul bancone, dopodiché si avvicina ulteriormente e mi prende le guance tra le mani.
“Non sarà che forse sei un po’ ansiosa ed emozionata per la visita di oggi?” domanda, guardandomi negli occhi.
Non posso fare a meno di sorridere, e sentirmi già più rilassata.
“Mmm, mi sa di sì..” rispondo, stringendomi a lui.
Christian mi accarezza i capelli e ride, facendo vibrare il suo petto sotto la mia guancia.
Tra poco abbiamo una visita dalla dottoressa Greene, e scopriremo il sesso di Puntino Tre. Sono parecchio agitata, come ad ogni visita, e allo stesso tempo anche estremamente euforica. Sto aspettando questo momento da tre mesi, non vedo l’ora di sapere se avremo un maschietto o una femminuccia.
“Anche io sono emozionato, amore” mormora Christian, baciandomi i capelli, dopodiché si stacca da me e mi guarda negli occhi “Ma non credere che l’emozione non mi abbia permesso di notare che hai a stento bevuto un po’ di spremuta, senza mangiare niente..” dice poi, con tono di rimprovero.
Sbuffo, sventolandogli una mano davanti agli occhi. “Mi riconosci? Sono tua moglie, ventotto anni tra due mesi, non tua figlia, che compie tre anni il mese prossimo..”
“Con Phoebe non ho bisogno di controllare che mangi. Su questo i nostri figli sono più grandi di te..”
Gli faccio la linguaccia, poi mi allontano da lui per sedermi a tavola. Afferro il barattolo di marmellata, ne prelevo un po’ e la spalmo su una fetta biscottata.
Mio marito, ridacchiando, mi raggiunge e si risiede a tavola, riprendendo a mangiare il suo muffin.
“Cos’è quel sorrisetto?” chiedo ad un tratto, notando il ghigno divertito con cui mi sta fissando.
“Mi piace vederti mangiare di gusto, lo sai..”
Gli sorrido, e lui ricambia, rivolgendomi uno sguardo colmo di dolcezza.
Dopo la colazione saliamo in camera per finire di prepararci. Mentre sono davanti allo specchio a truccarmi, sento un inconfondibile profumo che mi avvolge, e due forti mani che mi cingono i fianchi.
“Sei bellissima” mormora Christian al mio orecchio, coprendomi la pancia con le mani.
Intreccio le dita con le sue e ci guardiamo attraverso lo specchio, ed è meravigliosa l’espressione di tenerezza e al contempo di venerazione che gli leggo in viso.
“Meglio se finisci di prepararti, altrimenti rischiamo seriamente di fare tardi..” dice poi mio marito, dandomi un grande bacio sulla guancia e spostandosi verso la cassettiera per indossare orologio e fede.
Dopo una riga di eyeliner nero che fa risaltare i miei occhi azzurri, una passata di mascara e un velo di rossetto color ciliegia sulle labbra, posso dire di essere pronta.
Prima di uscire, Christian ed io passiamo dalla cameretta dei bambini, che dormono ancora beati.
In estate, senza la scuola e con qualche divertimento in più, i loro ritmi vengono un po’ alterati, per cui la sera tendono ad andare a letto più tardi del solito, e la mattina vogliono inevitabilmente dormire di più.
Questa mattina avremmo voluto portarli con noi, ma non abbiamo proprio il coraggio di svegliarli, e in più sappiamo che allo studio ginecologico si annoierebbero, per cui preferiamo lasciarli liberi e fargli una sorpresa al nostro ritorno.
Diamo un bacino ad entrambi e poi finalmente usciamo di casa. Il tragitto fino allo studio ginecologico mi sembra infinito, come sempre d’altronde, e non faccio altro che dondolare nervosamente il ginocchio su e giù.
“Ana, per favore ti calmi?” dice dolcemente Christian, stringendomi la mano.
Fermo il ginocchio e lo guardo negli occhi. “Hai ragione amore, scusami” rispondo con un sorriso.
Mio marito mi cinge le spalle con un braccio, attirandomi a sé. “Non devi scusarti, piccola. Solo vorrei che non fossi così agitata. Stiamo andando a scoprire il sesso di nostro figlio, è un momento bellissimo e dobbiamo godercelo..”
Annuisco. So che ha ragione, ed io devo smetterla di andare in ansia ad ogni visita. Me lo ripeto ogni volta, e ogni volta non posso fare a meno di avvertire comunque quel pizzico di agitazione, che svanisce poi nel momento esatto in cui sento battere il cuore del nostro Puntino, lasciando il posto ad una grande emozione.
Arriviamo allo studio ginecologico in perfetto orario e ci accomodiamo in sala d’attesa; per fortuna c’è solo una paziente prima di noi e dopo appena un quarto d’ora possiamo entrare.
La dottoressa Greene, come da prassi, per prima cosa legge i risultati delle mie analisi del sangue.
“I valori del ferro sono tornati nella norma, e anche l’ematocrito è salito, quindi siamo fuori da qualunque accenno di anemia gravidica. Per il resto è tutto perfetto..” spiega soddisfatta.
Christian ed io ci guardiamo negli occhi e sorridiamo.
La dottoressa si alza e mi invita a seguirla nella stanzetta adiacente; mi fa spogliare, mi visita e poi fa entrare Christian per l’ecografia.
“Se siete d’accordo, considerando che il feto è grande e ha già le strutture esterne abbastanza distinguibili, io proporrei l’ecografia 3D, in modo da poter vedere meglio anche il sesso..”
“Sìsìsìsì” rispondo di getto, facendo ridere sia mio marito che la Greene.
La dottoressa accende il macchinario e mi spruzza un po’ di gel freddo sulla pancia; io cerco la mano di Christian, e lui prontamente afferra la mia, stringendola forte.
“Allora, vediamo un po’..” la dottoressa comincia a far viaggiare l’ecografo sulla mia pancia, e pian piano sullo schermo qualcosa si muove.
Lo sfondo è inizialmente nero/grigiastro, e poi lentamente diventa di un giallo scuro e ad un tratto lo vedo: il più grande e meraviglioso spettacolo dell’universo.
“Eccolo qua, o eccola qua!” la Greene ci indica quel corpicino piccolo e strano, ma che è già tutta la nostra vita.
“Non lasciatevi impressionare, siamo solo nella diciassettesima settimana per cui è normale che non vediate un bambino fatto e finito, ma potete riconoscere qui il faccino, le sporgenze del naso e della bocca, le braccia, le mani e le gambe” ci indica ogni singola parte del corpo, facendoci ascoltare contemporaneamente anche il cuoricino, ed io sento le lacrime pungermi gli occhi.
È vero, non è ancora un essere umano completamente formato, ma quegli occhi, quella bocca, quelle manine, quel cuore sono già vita, e vedere così nel dettaglio questo miracolo che progressivamente si compie  è un’emozione unica ed indescrivibile.
“Amore della mamma..” sussurro, e sento la stretta alla mano farsi più forte.
Sollevo lo sguardo verso Christian e lui, con gli occhi luminosi, mi rivolge il sorriso più dolce del mondo.
“Dunque, diciassettesima settimana; siamo sui venti centimetri di lunghezza e centotrenta grammi di peso. Perfettamente nella norma!” afferma la dottoressa.
“Uau” commenta Christian con un sorriso, facendo sorridere di riflesso anche me.
“Siete pronti per scoprire il sesso?”
“Sìììì!” rispondiamo in coro.
“Anche perché se non dovessimo riuscire a capirlo dovrà assumersi lei la responsabilità di spiegarlo ai nostri figli..” aggiunge mio marito, facendo ridere la dottoressa.
“Loro hanno preferenze?”
“Phoebe è abbastanza categorica sulla sorellina, Theodore è un po’ più morbido, preferirebbe un fratellino ma ha già detto che sarebbe felice in ogni caso..” spiego, sentendo l’ansia e l’eccitazione crescere sempre di più.
Voglio un verdetto, non ce la faccio più ad aspettare!
“È una bellissima femminuccia. Complimenti!!” annuncia la dottoressa, ed io sento per un istante il cuore fermarsi, esattamente com’è stato per Teddy e per Phoebe.
“Una femminuccia..” ripeto in un sussurro, con la voce carica di emozione.
Mi volto verso Christian, che mi sta fissando con un enorme sorriso sul viso e lo sguardo colmo d’amore.
“Siete contenti?” 
Annuisco vigorosamente. Certo che sono contenta, non potrei essere più felice in questo momento.
Avremo un’altra bimba. Phoebe sarà felicissima, e credo che anche Teddy tutto sommato si sentirà orgoglioso di essere il fratello maggiore di due splendide principesse.
“Abbiamo finito, quando siete pronti vi aspetto di là” dice la Greene con un sorriso, alzandosi e porgendomi qualche strappo di carta assorbente.
Christian, guidato dalla mia mano, passa con delicatezza la carta sulla mia pancia per asciugarla dal gel, e poi vi lascia sopra un dolcissimo bacio. Mi aiuta a mettermi seduta e mi prende il viso tra le mani, guardandomi negli occhi con un’intensità da farmi tremare le gambe.
“Non sai quanto mi senta felice..” mormora, e tutti i miei tentativi di trattenere le lacrime falliscono miseramente.
“Io.. non riesco ancora a crederci..” sussurro, stringendomi a mio marito.
Lui mi bacia teneramente la fronte. “È tutto vero piccola, avremo un’altra femminuccia..”
Dio, è meraviglioso dirlo e sentirglielo dire; credo che lo ripeterò molto spesso.
Bacio di slancio mio marito e poi mi alzo per rivestirmi.
Una volta pronti, raggiungiamo la dottoressa Greene, che ci consegna le foto dell’ecografia e ci dà le solite indicazioni di routine. Ammetto di non prestarvi molta attenzione, ma sono così emozionata ed euforica che l’unica cosa a cui riesco a pensare è a quando torneremo a casa e daremo la notizia ai nostri bambini.
“Posso avere l’onore di offrirle un gelato?” chiede Christian, una volta usciti dallo studio, cingendomi le spalle con un braccio.
“Ma non andiamo a casa a svelare il verdetto ai bambini?”
Lo vedo incupirsi leggermente. “Sì.. però.. pensavo che potessimo ritagliarci un po’ di tempo per festeggiare solo io e te..”
Che stupida. È normale che mio marito voglia stare un po’ da solo con me; e la verità è che anche io lo desidero tantissimo, solo che spesso il richiamo dei figli prevale su tutto il resto, e non mi rendo conto abbastanza che il fatto di essere genitori non significa che non siamo più una coppia, che non possiamo rubare qualche ora per stare da soli, anche solo per fare una passeggiata.
“Però se non ti va..” aggiunge Christian, ma io lo zittisco prima ancora che possa finire la frase, posandogli due dita sulle labbra.
“Ma certo che mi va. Hai ragione tu, dobbiamo festeggiare, solo noi due..”
“Noi tre!” mi corregge mio marito, posandomi una mano sulla pancia.
Rido e poso la mano sulla sua, avvertendo sulla pelle tutto il suo calore.
“La nostra principessa..” mormoro poi, ancora incredula.
“E io impazzirò con tre donne..” osserva Christian con una punta di divertimento.
Ridacchio, stringendogli le guance. “Vedi il lato positivo, tre donne tutte innamorate di te!”
“Sarò l’uomo più fortunato del mondo!” dice prima di baciarmi dolcemente sulle labbra.
Siamo seduti sul prato all’ombra di un grande albero, nel nostro parco preferito, poco lontano dal lago Washington. Siamo abbastanza distanti dall’area giochi dei bambini e dalle comitive di ragazzi che fanno pic-nic, jogging o si rincorrono con i gavettoni; ci godiamo il silenzio, con un leggero sottofondo lontano di risate e allegri gridolini.
Christian è dietro di me, ed io sono seduta tra le sue gambe, con la schiena appoggiata al suo petto.
“Sai, avevi proprio ragione: ci voleva questo momento solo per noi..” osservo, gustando il mio gelato alla nocciola e stracciatella.
Mio marito, che il suo lo ha abbondantemente finito da un bel po’, mi cinge i fianchi con le braccia e appoggia la guancia contro la mia tempia.
“Lo sai che i nostri figli sono tutta la mia vita, però non posso negare che a volte sento il bisogno di averti tutta per me..” mormora, lasciandomi un bacio tra i capelli.
Sorrido, portando poi il cucchiaino di plastica verso la sua bocca per fargli assaggiare un po’ del mio gelato.
“Buonissimo!” commenta Christian.
“Già, è davvero ottimo. Anche alla principessa è piaciuto..”
Anche se non lo vedo, sento mio marito sorridere, e sento il calore delle sue mani che mi sfiorano la pancia.
“Ti piace proprio tanto dirlo, vero?”
“Sì! Aver scoperto il sesso è stata davvero un’emozione immensa..” dico, stringendomi di più a lui. “Adesso dobbiamo solo aspettare che si decida a tirare qualche calcetto decente e si faccia sentire..” osservo poi.
Ancora non siamo riusciti a sentirla muovere (ho già detto che adoro parlare al femminile?), e mi sento parecchio impaziente. La dottoressa afferma che va tutto a meraviglia e che ogni gravidanza è a sé, quindi non devo fare confronti con le gravidanze di Teddy e di Phoebe.
“Non metterle fretta, dobbiamo lasciarle i suoi tempi..” dice dolcemente Christian, accarezzandomi il ventre.
Sbuffo. “Ecco che con un’altra donna nella tua vita comincerai a schierarti dalla sua parte e a trascurare me..” fingo di lamentarmi.
“Hey” mio marito mi prende il mento tra le dita e mi fa voltare il viso, in modo da potermi guardare negli occhi “Lo so che stai scherzando, ma devi ricordarti sempre che l’amore verso i nostri figli non potrà mai oscurare quello per te. Sono due tipi d’amore diversi, ma complementari e fortissimi. L’arrivo di questa principessina non potrà che rafforzare il mio amore per te. Capito?”
Annuisco, con un grande sorriso, e poi mi sporgo a baciarlo.
Le labbra di Christian disegnano con delicatezza le mie, modellandosi su di esse. Dopo alcuni secondi la sua lingua mi invita a schiudere le labbra, ed io lo accontento, perdendomi nel suo sapore e nella morbidezza della sua bocca.
Sento ad un tratto le sue dita lasciare il mio ventre per raggiungere l’orlo del vestitino, all’altezza delle ginocchia, ed intrufolarsi timidamente al di sotto.
“C-Christian..” mugugno, staccandomi di qualche millimetro da lui.
So bene dove voglia arrivare, ma siamo in un luogo pubblico, e non sarebbe molto divertente ritrovarci sui giornali.
Mio marito mi guarda per un istante negli occhi. “Tranquilla” sussurra “È l’angolo più isolato del parco. Ci siamo praticamente solo noi qui..”
Sospiro, guardandomi intorno e constatando che effettivamente non c’è davvero nessuno, in più siamo appoggiati al tronco dell’albero che sostanzialmente ci nasconde da tutto e tutti.
“Sì però..” faccio per obiettare, ma lui non me ne dà modo, perché mi sussurra un “Sshh” e poi comincia a baciarmi il collo.
Il tocco delle sue labbra sulla pelle, la sua voce profonda, il suo profumo e le sue mani che pian piano si fanno strada dalle ginocchia verso l’inguine, sono un mix  troppo esplosivo per fingere che non mi senta bruciare e non desideri ardentemente ciò che mio marito sta facendo.
“Rilassati..” sussurra ancora Christian, provocandomi mille brividi.
Con la mano destra percorre in modo esasperatamente lento il mio interno coscia, facendomi incendiare la pelle centimetro dopo centimetro, mentre appoggia la sinistra sul mio seno, carezzandolo impercettibilmente.
Sussulto e mi lascio sfuggire un gemito nel momento in cui le sue dita scostano la stoffa degli slip e arrivano a sfiorare la mia essenza più intima.
“Il tuo corpo quando sei incita è ancora più magico” mormora Christian al mio orecchio.
Il mio seno in gravidanza è particolarmente sensibile, così come le mie terminazioni più profonde e intime, e questo fa sì che basti davvero poco per eccitarmi, il che rende mio marito molto molto felice.
Getto la testa all’indietro, appoggiandola sulla sua spalla e lasciandomi andare alle sensazioni del momento, mentre le carezze di Christian diventano sempre più decise.
Ad accrescere il mio stato di eccitazione è il tocco delle labbra di mio marito che percorrono il sentiero dal retro del mio orecchio fino alla spalla, facendomi rabbrividire da capo a piedi.
“Vieni piccola, vieni per me..” sussurra, e quelle parole è come se accendessero un interruttore dentro di me.
Chiudo gli occhi e mi abbandono al piacere, bruciante, profondo e totalizzante. Sento il mio corpo liquefarsi e il sangue surriscaldarsi nelle vene.
Il fatto di essere in pubblico, il senso di proibito e l’ipersensibilità legata alla gravidanza hanno reso quest’orgasmo ancora più forte, ancora più intenso.
La mano di Christian lascia la mia fonte di piacere per andare a posarsi insieme all’altra sul mio seno.
Non appena mi riprendo da un piacere che mi ha squassato corpo e anima, appoggio la fronte contro la guancia di mio marito e mi lascio coccolare dalle sue braccia.
“Vederti venire è sempre uno spettacolo meraviglioso..” sussurra al mio orecchio, stringendomi più forte e facendomi sentire tutto il suo piacere contro le mie natiche.
Non posso evitare di lasciarmi sfuggire un gemito di apprezzamento.
“Beeh, visto che mi hai resa così felice, è giusto che anche io..”
“No” mi interrompe Christian, deciso ma dolce “Questo era per te piccola, solo per te..”
Mi volto tra le sue braccia e gli sorrido. “Ma che cosa ho fatto io per meritare un uomo come te?”
Mio marito sorride a sua volta e mi stringe a sé. “È quello che mi chiedo anch’io da sei anni a questa parte..” mormora, baciandomi la fronte.
Restiamo per diversi minuti così, con la mia testa sul suo petto e le sue braccia a coccolarmi e tenermi stretta. È la voce di Christian poi a rompere il silenzio.
“Che ne pensi di tornare a casa e annunciare finalmente ai nostri figli che avranno una sorellina?”
Sollevo il viso e lo guardo negli occhi. “Sì, hai ragione. E ho già un’idea su come dirglielo..”
“Mamma, papààà!!” esclamano i nostri figli, correndoci incontro, non appena ci vedono uscire in giardino.
Mi chino e allargo le braccia per accoglierli entrambi e sbaciucchiarli tutti, mentre Christian appoggia sull’erba il grande scatolo bianco che abbiamo portato per fare una sorpresa ai nostri bimbi.
“Amori miei” mormoro, stringendoli forte a me.
Mio marito ci raggiunge un attimo dopo, prendendo in braccio Teddy e Phoebe contemporaneamente e lasciandosi abbracciare da loro.
“Allora, avete fatto i bravi?”
“Sììì, stavamo giocando nelle casette!” spiega Teddy.
“Noi invece sapete dove siamo stati?”
“Dalla dottoressa” risponde Phoebe.
“Brava amore! E a fare cosa?”
Questa volta a rispondere è Teddy. “A vedere il fratellino se è un fratellino o una sorellina!”
“Ma siete bravissimi!” esclama Christian, mettendoli giù.
“Dai papà ce lo volete direee??” chiede poi impaziente il nostro ometto.
Christian solleva lo sguardo verso di me e sorride.
“Che cos’è??” interviene Phoebe, indicando lo scatolo a pochi metri da noi.
“Lì dentro c’è la risposta alla vostra domanda. Se aprirete quello scatolo scoprirete se nella pancia della mamma c’è un maschietto o una femminuccia..” spiega loro Christian.
Neanche il tempo di dirlo che i bambini si fiondano sullo scatolone per aprirlo.
In questo momento dentro di me si alternano euforia ed ansia, soprattutto verso Teddy. So che lui avrebbe voluto un fratellino, e ho paura che possa prenderla male.
“Allora, al mio tre alzate il coperchio, va bene??”
“Sììì!” esclamano in coro Teddy e Phoebe.
Christian si avvicina a me, cingendomi la vita con un braccio, in modo da lasciare ai nostri figli la loro libertà. Mi guarda negli occhi, e so che sta provando esattamente le mie stesse emozioni.
“Bimbi siete pronti??”
“Sìììì!” urlano.
“Allora uno.. due.. e tre!”
Teddy e Phoebe sollevano insieme il coperchio dello scatolo e diversi palloncini rosa si liberano nell’aria e iniziano a volare sulle loro teste. I bambini hanno lo sguardo puntato verso l’alto, e Christian mi stringe più forte, impaziente e ansioso anche lui di conoscere la loro reazione.
“Evvivaaaaaaaa, è una sorellinaaaa!!” Phoebe urla e saltella, e vederla così euforica è un’emozione indescrivibile.
La nostra principessa corre verso di noi e il suo papà la prende al volo.
“Amore” mormora Christian, schioccandole un bacio sulla guancia “Sei contenta?”
Phoebe annuisce, con un grande sorriso sul volto, e allunga le braccia verso di me. Mi avvicino e la abbraccio, affondando il naso nei suoi morbidi capelli e annusandone il profumo.
Rivolgo poi lo sguardo a Teddy, che ha avuto una reazione sicuramente meno plateale rispetto alla sorella, ma ci osserva con un sorriso, e questo mi libera di un enorme peso.
“Cucciolo” dico avvicinandomi a lui e chinandomi per essere alla sua altezza “Lo so che forse avresti preferito un fratellino maschio, però..”
“No mamma” mi interrompe “Non fa niente. Io sono felice che arriva una sorellina. Io voglio tanto bene a Phoebe e vorrò tanto bene anche a lei..”
Guardo negli occhi il mio bambino, azzurro nell’azzurro, e cerco di ricorrere a tutto il mio autocontrollo per non cominciare a piangere.
“Amore mio” lo attiro a me e lo stringo forte “Sei il bimbo più dolce del mondo” sussurro, con le labbra nei suoi capelli.
Ogni volta in cui credo di conoscere o poter prevedere le reazioni di mio figlio, lui riesce sempre a sorprendermi con i suoi modi di fare e la sua dolcezza infinita.
“Mamma, posso dare un bacino alla sorellina?” chiede poi Teddy, facendomi sciogliere completamente.
“Ma certo amore!”
Mi rialzo e mio figlio subito mi circonda la vita con le braccia, lasciandomi un tenero bacio sulla pancia.
“Anche iioo!!” urla Phoebe.
Christian la mette giù e lei subito corre verso di me per imitare i gesti di suo fratello: anche lei lascia un bacino nei pressi del mio ombelico e, per quel che riesce, avvolge le braccia intorno ai miei fianchi.
Accarezzo i capelli dei miei bambini, che hanno le guance poggiare sulla mia pancia, sotto lo sguardo dolce e innamorato di mio marito.
Le lacrime che con tanta forza di volontà ho trattenuto fin’ora vengono fuori senza che riesca a rendermene conto. Non riesco mai ad abituarmi alla dolcezza dei miei figli, alla loro capacità di stupirmi ogni volta di più.
Quando ho scoperto di essere incinta per la terza volta, speravo con tutta me stessa che Teddy e Phoebe accogliessero bene la notizia, ma mai avrei immaginato che, essendo così piccoli, dimostrassero così tanto amore verso (adesso posso dirlo) la loro sorellina, anche quando la mia pancia non era ancora evidente e l’idea sembrava solo astratta. In cuor mio spero, anzi sono sicura, che queste meravigliose manifestazioni d’affetto e di premura sappiano riservarle anche per quando nascerà. Questa piccola principessa ancora non sa quanto sia fortunata ad avere un fratello e una sorella come loro.
“Ohi” mormora Christian avvicinandosi e asciugandomi le lacrime con i pollici “Basta piangere su..” mi prende il viso tra le mani e mi bacia con dolcezza.
Mi asciugo le guance con il dorso della mano e tiro su con il naso “Sono felice” mormoro poi.
Mio marito sorride, di un sorriso colmo di emozione, di parole comunicate con gli occhi, bello da morire. Si china e con una sola agile mossa prende in braccio sia Teddy che Phoebe, che allungano le mani verso di me per unirmi al loro abbraccio. Li cingo entrambi, stringendoli forte e baciandoli sulle guance.
E il mondo in questo istante potrebbe anche fermarsi che non ce ne accorgeremmo...

Nel pomeriggio ricevo una telefonata da mia madre.
“Tesoro, allora, com’è andata l’ecografia?”
“Benissimo mamma..” rispondo evasiva.
So perfettamente cosa vuole sapere, e mi diverto a tenerla un po’ sulle spine.
“Bene, sono contenta!” esclama “Quindi?” prosegue, in attesa.
“Quindi cosa?”
“Ana! Dai smettila di torturarmi..” passa da un tono di rimprovero ad uno di supplica in meno di tre secondi.
Ridacchio, mentre lei dall’altro capo del telefono sbuffa sonoramente.
“Sarà un altro fiocco rosa, mamma” dico poi, con la voce arrochita per l’emozione.
Non posso farci nulla, ogni volta in cui dico ad alta voce che avremo una bambina mi sembra sempre un po’ più vero, e proprio non riesco a non emozionarmi.
“Oh, tesoro mio” mormora, anche lei con la voce flebile “Un’altra femminuccia. È meraviglioso!”
“Sì mamma, siamo davvero molto felici..”
“I bambini come hanno reagito?”
“Phoebe ha cominciato ad urlare e saltare, sai quanto desiderasse che fosse femmina. Teddy inizialmente era più serio, ma poi mi ha detto di essere felice che arrivi una sorellina”
Sento mia madre ridere. “Sono così dolci..” osserva poi.
“Sì, sono speciali. E non sai quanto siano entusiasti all’idea della sorellina, ogni giorno di più..”
“Lo so tesoro mio. Anche quando parliamo al telefono o ci vediamo su Skype, Teddy e Phoebe non parlano d’altro. Sono sicura che quando nascerà avranno occhi solo per lei..”
Sorrido. Io lo spero tanto. Non vorrei che quando la bambina sarà qui in carne ed ossa, e non più nella mia pancia, sviluppassero una qualche forma di gelosia.
“Mamma, tu ci sarai quando nascerà la bambina, vero?” domando poi, con la voce leggermente incrinata.
All’improvviso sento di aver bisogno di lei, più del solito.
“Amore ma che domande fai? Certo che ci sarò. Bob ed io partiremo qualche giorno prima della data presunta, come facemmo quando doveva nascere Phoebe, e poi resteremo a Seattle fino a Natale inoltrato..”
Due grosse lacrime spuntano agli angoli dei miei occhi, non so se a causa degli ormoni o per la felicità di sapere che mia madre sarà con me per la nascita di mia figlia e per Natale.
“Mamma, sono così felice di saperlo. Vorrei che questi mesi volassero”
“Vedrai che passeranno più in fretta di quanto credi, soprattutto dopo l’estate” mi rassicura, e in questo momento il suo tono pacato e dolce riesce ad infondermi una tranquillità enorme. Vorrei tanto averla qui e abbracciarla forte.
“Mi manchi tanto mamma” mugugno, quasi sul punto di piangere.
Mia madre deglutisce rumorosamente, tipico di quando ha un groppo alla gola. “Amore mio, anche voi mi mancate tantissimo. Ti prometto che ci vedremo presto, okei?”
Annuisco, pur sapendo bene che mia madre non può vedermi. “Okei. Adesso mi metto a lavoro. Ciao mamma!”
“Ciao piccola. Dai un grande bacio ai bambini, e anche a Christian..”
Dopo aver attaccato, sento un mix di sensazioni farsi strada dentro di me. Da un lato sono felicissima di aver parlato con mia madre e di averle dato la bellissima notizia, dall’altro adesso avverto ancora di più la sua mancanza.
Sono diversi anni che ormai viviamo lontane, ma ci sono alcuni periodi in cui mi manca più del solito, e uno di questi è durante la gravidanza; vorrei averla accanto a me, vorrei poter correre da lei quando mi sento stanca, nervosa o malinconica, vorrei poter essere abbracciata quando sono preoccupata e sentirmi dire che andrà tutto bene.
Mi rendo conto ad un tratto che lo schermo del cellulare si è appannato sotto i miei occhi, mi tocco le guance e le scopro umide: maledetti ormoni e maledetta distanza!
Mi affretto ad asciugarmi le guance e torno a concentrarmi sul mio lavoro. Oggi Gail aveva un controllo dal pediatra per John e non c’era nessuno che potesse badare a Teddy e Phoebe, così ho deciso di lavorare da casa, e la cosa non mi dispiace affatto, perché dopo pranzo ho potuto concedermi un’abbondante mezz’ora di coccole con i miei figli prima che si addormentassero. Anche Christian sarebbe voluto restare con noi, ma cause di forza maggiore richiedevano la sua presenza alla GEH.
“Forza Ana, a lavoro!” dico tra me e me, tirando su con il naso e aprendo alcuni file sul computer.
Non faccio in tempo a leggere tre righe che vengo distratta dal campanello. Do un’occhiata al piccolo schermo che teniamo sulla scrivania nello studio, quello collegato alle telecamere esterne, e scorgo l’auto di Grace. Premo il pulsante di apertura del cancello grande e scendo in atrio. Apro la porta d’ingresso e vedo la macchina avanzare nel vialetto, mia suocera la parcheggia in uno dei posti riservati agli ospiti e scende.
Non so ancora per quale motivo sia qui, ma vederla mi dà una sensazione di calore e serenità. Pochi minuti fa mi sentivo estremamente nostalgica, e lei, che per me è la persona più vicina ad una mamma, è l’unica che può riuscire a farmi sentire meno la mancanza di mia madre.
“Ciao Ana!” esclama salendo le scalette del portico e venendomi incontro.
La abbraccio. “Ciao Grace” mormoro.
Mia suocera si stacca da me e mi scruta in viso. “Va tutto bene? Sembri un po’ giù..” chiede con dolcezza.
Sorrido, sbattendo velocemente le palpebre per non piangere, ma qualche lacrima sfugge comunque al mio controllo.
“No è che.. mi ha telefonato mia madre per sapere dell’ecografia e.. niente.. un po’ di malinconia..”
Grace mi sorride e mi accarezza amorevolmente i capelli. “Hai ragione tesoro, è normale che ti manchi tua madre, soprattutto adesso..”
“Sì, e sembra buffo però.. tu sei arrivata proprio al momento giusto. Adesso mi sento già meglio..”
Potrei giurare di vedere i suoi occhi farsi lucidi alle mie parole, e un istante dopo mi attira in un abbraccio materno, dolce e rassicurante.
“Tesoro mio” mormora “Ti voglio bene quanto ai miei figli, lo sai. E anche se non posso compensare l’assenza di Carla, sappi che io ci sono, sempre!”
La stringo più forte, sentendo un bellissimo calore invadermi il petto.
“Grazie Grace, anche io ti voglio bene, tantissimo..”
“Ma adesso raccontami” dice prendendomi sottobraccio e conducendomi in salone “Anche io voglio sapere com’è andata l’ecografia! Questa sera Carrick ed io non potremo essere a cena perché io ho il turno di notte e lui deve studiare le carte per un’udienza.. Ma non posso di certo aspettare chissà quando per sapere se avremo un nipotino o una nipotina!”
Scoppio a ridere, divertita da tanta impazienza. Con grande disappunto da parte di mia suocera, rimando la grande rivelazione e la invito a tenermi compagnia mentre preparo due coppette di gelato: fragola e limone per lei e variegato fondente per me. Santa Gail che acquista sempre il gelato artigianale sia di diverse varietà di frutta che di nocciola e cioccolato.
Porgo la coppetta a Grace e mi siedo accanto a lei per gustare il mio gelato.
“Questo sadismo lo hai assimilato da Christian?” chiede ad un tratto mia suocera.
Io per poco non rischio di strozzarmi con il gelato. Alla parola “sadismo”, associata a mio marito, le immagini che si sono affacciate alla mia mente sono qualcosa che non si può rivelare, e in questo momento sto cominciando anche a sentire caldo.
“In che senso?” chiedo, non appena smetto di tossire.
“Vuoi dirmi se sto per avere il settimo nipotino o nipotina?”
Ridacchio. “Te l’ho detto!”
Grace aggrotta le sopracciglia. “Direi di no..” mi fa notare.
“Io forse no. Ma il tuo gelato sì..”
Lei abbassa automaticamente lo sguardo sulla sua coppetta: la crema rossa del gelato alla fragola si è mescolata con quella bianca del limone ed è diventata rosa.
“Ooh” mormora mia suocera, sgranando gli occhi e puntandoli verso di me “Un’altra femminuccia?” domanda, incredula ed emozionata.
Annuisco, con un grande sorriso e gli occhi nuovamente pieni di lacrime.
Grace posa la sua coppetta di gelato e si sporge per abbracciarmi. “Tesoro mio, è stupendo!”
Mi accarezza amorevolmente i capelli, ed io tiro su con il naso.
“Christian che dice?” chiede poi, staccandosi da me e sistemandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
Sorrido. “Christian è impazzito. Se avesse potuto, avrebbe cominciato a saltare di gioia. Sono sicura che sarebbe stato felice allo stesso modo anche se fosse stato un maschietto, però è.. è stato bellissimo vedere i suoi occhi così colmi di amore e di emozione..”
Grace sorride. “Christian è cambiato così tanto da quando ha incontrato te..” osserva, con un pizzico di malinconia. “Prima era così.. chiuso, così a distanza dal provare e mostrare emozioni, come se avesse addosso una corazza..” mi prende le mani “Sono passati sei anni, ma io non smetterò mai di ringraziarti per il modo in cui sei riuscita a.. a cambiarlo, a renderlo felice.. a donargli la pace..” la voce le si rompe leggermente sulle ultime parole, e questo automaticamente fa inumidire i miei occhi.
“Grace io.. io non ho fatto niente.. Mi sono innamorata di Christian senza neanche rendermene conto, e tutto ciò che ho fatto e che faccio è amarlo con tutta me stessa..”
“Con il tuo amore Christian ha scoperto una parte di sé che per ventotto anni era rimasta sepolta sotto quella corazza. L’ho capito dal primo istante in cui ti ho vista, quella mattina all’Escala, che tu saresti stata la metà della sua anima. E non perché abbia dei superpoteri o chissà quale istinto magico, ma semplicemente perché per la prima volta ho visto brillare davvero gli occhi di mio figlio. E quella luce da quel giorno non ha più lasciato il suo viso..”
Chiudo gli occhi, crogiolandomi nella bellezza e nell’immensa importanza di quelle parole, nel vano tentativo di ricacciare indietro le lacrime.
“Vuoi proprio farmi piangere oggi..” mugugno, asciugandomi alla meglio le guance.
Grace ride e riprende a mangiare il suo gelato, io la seguo a ruota subito dopo.
Mentre chiacchieriamo del più e del meno, sentiamo sbattere la porta d’ingresso, e subito dopo la voce di Christian. “Sono a casa!” esclama, come ogni sera da quasi sei anni.
Pochi istanti più tardi ci raggiunge in cucina.
“Buonasera!”
“Ciao!” rispondiamo Grace ed io in coro.
“Oh allora avevo visto bene, è la tua macchina qui fuori. Come mai qui, mamma?” domanda stupito.
“Ero ansiosa di conoscere il responso dell’ecografia..”
Christian ride, scuotendo la testa, e si avvicina a sua madre per darle un bacio sulla guancia.
“Hey” sussurra poi, rivolgendosi a me, con un sorriso dolcissimo. Mi bacia teneramente sulle labbra e mi lascia una delicata carezza sulla pancia.
“Mamma, sei felice di avere un’altra nipotina?”
“Felicissima! E anche tuo padre lo sarà non appena lo verrà a sapere!”
“Mi raccomando Grace: Mia, Elliot, Kate ed Ethan non sanno ancora nulla, e non sanno che li abbiamo invitati a cena questa sera proprio per dargli la notizia. Loro sanno che è una serata come qualunque altra..”
“State tranquilli, da me non sapranno niente..” ci rassicura.
“Allora, a parte mangiare gelato, cosa facevate di bello?” si informa poi mio marito, abbracciandomi da dietro e posando il mento sulla mia spalla.
Grace mi rivolge uno sguardo divertito prima di rispondere a suo figlio. “Parlavamo male di te, ovviamente..”
“Ah sì? E cosa dicevate alle mie spalle?” si finge risentito.
“Discutevamo dei tuoi infiniti difetti..” rispondo a tono, cercando di restare seria.
Christian non ha il tempo di ribattere perché una dolce vocina  sull’uscio della cucina attira la nostra attenzione.
“Principessa!” mio marito si stacca da me e allarga le braccia per accogliere sua figlia, che subito corre verso di lui e si lascia prendere in braccio. “Stavi facendo la nanna?”
Phoebe annuisce e si strofina gli occhi; quando si sveglia ha sempre bisogno di diversi minuti per connettere.
Grace si alza e si avvicina a Christian per abbracciare e baciare la sua nipotina.
“Amore” le dice poi il suo papà, con la voce da povera vittima “La mamma e la nonna dicono che sono cattivo. Mi difendi tu?”
Phoebe cinge il collo di Christian con le braccia e appoggia la guancia contro la sua.
“Papà è bravo!” sentenzia mia figlia, abbracciandolo più forte.
Mio marito si esprime in un sorriso rilassato e soddisfatto, e chiude gli occhi per godersi le coccole della sua piccolina. Grace mi rivolge un sorrisetto divertito.
“Vedi come difende il suo papà? Guai a chi glielo tocca..” le faccio notare, con un tono sarcastico.
“È una storia vecchia come il mondo: tra il papà e una figlia femmina c’è sempre un rapporto speciale..” osserva mia suocera, osservando con dolcezza Christian e Phoebe.
“Nonnaaaa!!” un allegro urlo dal corridoio fa voltare di scatto Grace, giusto in tempo per vedere Teddy correre e tuffarsi tra le sue braccia.
“Amore mio!” esclama Grace abbracciandolo e baciandogli la testa.
“Il nonno Carrick non c’è?” domanda mio figlio con un velo di delusione.
“No cucciolo, il nonno è a lavoro. Ma mi ha detto di darvi un bacio grande grande, e non appena avrà un pomeriggio libero andremo alle giostre e a mangiare la pizza..”
“Sììììì!!” esultano i nostri figli.
Nonostante li portiamo spesso alle giostre, per loro andarci con i nonni ha quel pizzico di magia in più. E talvolta non sappiamo se si divertano di più i bambini o i nonni.
Poco più tardi, dopo aver coccolato abbondantemente i suoi nipotini, Grace ci lascia per andare a prepararsi per il turno di notte in ospedale.
“Papà, giochiamo fuori?” propone ad un tratto Phoebe.
Christian le accarezza i capelli. “Iniziate ad andare voi, io adesso vi raggiungo..”
Phoebe prende per mano suo fratello e insieme si avviano verso il giardino.
Mio marito mi prende tra le braccia, ed io gli circondo il collo con le mie.
“Non ti ho ancora salutata come si deve..” osserva.
“Effettivamente potrei sentirmi alquanto offesa per questo” mi sforzo di restare seria, accennando anche un leggero broncio.
Christian sorride e con il pollice mi sfiora le labbra. “Hai ragione, ma davanti a mia madre non potevo di certo fare questo..” posa le labbra all’altezza della mia tempia, sfiorandola con infinita delicatezza. “E questo..” le sue labbra si spostano poi verso il basso, raggiungendo il lobo dell’orecchio. “E questo..” mormora baciandomi il retro dell’orecchio, punto nel quale sono particolarmente sensibile e ricettiva.
Chiudo gli occhi, abbandonandomi al tocco lento e delicato delle sue labbra bollenti. Poso le mani sui suoi fianchi, non so se per sentirlo più vicino o per cercare un sostegno. Forse per entrambe le cose.
“Non potevo fare neanche questo..” sussurra ancora mio marito, cingendomi i fianchi con le mani e scendendo a baciarmi il collo con una lentezza esasperante e al contempo dolcissima.
Pian piano le sue attenzioni si tingono di passione: i suoi baci diventano più audaci, la sua lingua mi sfiora il collo, incendiandomi la pelle, e le sue mani risalgono lungo la mia schiena, provocandomi mille brividi.
“Christian..” dico in un sibilo, spostando le mani dai suoi fianchi ai suoi capelli.
Lui risale con le labbra verso l’orecchio e immerge il naso nei miei capelli, inspirando profondamente. Poi si stacca leggermente, per potermi guardare negli occhi. Mi sorride, perdendosi nel mio sguardo, e mi sfiora il viso con le dita.
“Adoro vederti arrossire, sentirti rabbrividire al mio tocco. Adoro sapere di avere ancora questo effetto su di te, come quando ci siamo incontrati per la prima volta..”
Gli prendo le mani, intrecciando le dita con le sue, e mi sporgo a baciarlo. Dopo pochi istanti le nostre labbra si schiudono per far incontrare le nostre lingue, ed è incredibile, ma lui ha ragione: la chimica, l’attrazione, l’intesa, sono esattamente come il primo giorno, come quando i nostri occhi si sono incrociati per la prima volta, come quel primo bacio rubato in ascensore. I brividi che attraversano il mio corpo sono intensi e forti esattamente come quelli che mi accarezzavano quando Christian per la prima volta mi spogliava, mi sfiorava, con le mani e con gli occhi, facendomi sentire la donna più bella del mondo.
“Non sai quanto vorrei portarti di sopra e fare l’amore con te..” mormora, appoggiando la fronte contro la mia “Ma non credo che i due diavoletti ce lo permetterebbero..”
Nel momento esatto in cui pronuncia quelle parole, due vocine squillanti e decise dal giardino reclamano il loro papà.
Scoppio a ridere, e Christian fa altrettanto.
“Ecco, appunto..” osserva divertito. Mi posa una mano sul fianco e avvicina le labbra al mio orecchio “Ti prometto che stanotte mi farò perdonare..” sussurra, poi mi stampa un bacio sulle labbra e raggiunge i bambini in giardino.
Io comincio a preparare la torta per stasera, che sarà il punto forte del menù: vorrei realizzare un pan di spagna rosa, in modo da creare l’effetto sorpresa al primo taglio. Raduno tutti gli ingredienti, lego i capelli in una coda e mi metto a lavoro, con le voci e le urla di mio marito e dei nostri figli in sottofondo. Ogni tanto lancio loro un’occhiata e sorrido, senza un motivo preciso, semplicemente perché li guardo e penso che, insieme alla piccolina che cresce dentro di me, loro sono la mia felicità.
Una volta che l’impasto per il pan di spagna, con aggiunta di colorante, è pronto, lo verso in una tortiera e lo metto in forno; imposto il timer e poi esco anche io in giardino.
Intravedo sotto al gazebo Christian che armeggia con una serie di piattini di plastica, bicchierini e alimenti finti. Mi avvicino cercando di non farmi sentire e vedo Teddy e Phoebe andare e venire da una delle due casette.
“Lei cosa vuole?” domanda mio figlio al suo papà, con un block notes e una penna in mano.
Christian riflette per qualche istante. “Per me un panino con l’hamburger” afferma.
Teddy finge di scribacchiare qualcosa sul block notes ed entra nella casetta; Phoebe ne esce poco dopo con in mano un piattino fucsia e un finto panino di plastica.
“Ecco qua!” dice posando il piattino sul tavolino.
“Grazie!”
Non posso fare a meno di cominciare a ridere come una pazza davanti a quella scena: Teddy e Phoebe che vanno avanti e indietro indaffarati, e Christian che, alla sua età, li asseconda mangiando e bevendo cibi e bevande inesistenti.
Distratto dalla mia risata, mio marito si volta verso di me e mi sorride.
“Mi scusi cameriere” si rivolge a Teddy “Posso invitare questa bellissima ragazza a cena al mio tavolo?”
Teddy mi guarda, sorride e annuisce.
Christian si alza e mi porge la mano, la afferro e lui mi fa sedere sulle sue gambe.
“Lei cosa vuole mangiare?” mi chiede mio figlio. Trattengo a stento una risata nel sentirlo usare il “lei”; è davvero spassosissimo.
“Per me un piatto di spaghetti, grazie!”
“E da bere?” domanda poi, imitando perfettamente i modi e i gesti dei veri camerieri dei ristoranti.
Mi sforzo di restare seria. “Acqua naturale”
Teddy scarabocchia qualcosa sul suo blocchetto ed entra nella casetta. Dopo pochi istanti esce Phoebe urlando “È prontooo!!” e viene verso di noi.
“Heeii” mi guarda contrariata “Ti devi sedere là!” mi indica la poltroncina accanto a quella di Christian.
“Perché? Io voglio stare qui”
Lei scuote la testa. “Noo, non si mangia in braccio!” afferma decisa, ripetendo una delle frasi che diciamo sempre a lei e Teddy quando fanno i capricci per mangiare.
Trattengo a fatica una risata. “Ma io non voglio sedermi là. Voglio restare così” mi impunto, come se avessi anche io tre anni.
Phoebe si posa le mani sui fianchi e mi rivolge un’espressione arrabbiata.
“Tanto papà è mio..” dico, stringendomi più forte a Christian.
Sì, lo so, è un comportamento alquanto infantile, ma che posso farci se adoro il cipiglio contrariato e imbronciato di mia figlia?
“Nooo è miooo!!” urla Phoebe.
Cerco di assumere un’aria battagliera, ma non è semplice sforzarsi di non ridere.
“Mi sa proprio di no” appoggio la testa sulla spalla di mio marito, che osserva divertito la scena.
Phoebe sbuffa e si avvicina a noi, arrampicandosi sulla gamba libera di Christian. Lui la aiuta porgendole la mano e sostenendola fino a che nostra figlia non si ritrova quasi spalmata sul suo addome.
“Papà è mio!” sentenzia, decisa, posando la testa sul petto di Christian.
Rivolgo un’occhiata a mio marito, che è divertito e molto gongolante all’idea di essere conteso tra le sue due donne.
Sorrido, fiera di constatare quando la mia piccola sia determinata, anche se questo comporta dovermi alzare per lasciarle campo libero.
Infatti, non appena mi alzo, Phoebe si adagia ancora meglio addosso al suo papà, che la circonda con le braccia e le bacia la testa.
“Ooh, finalmente se n’è andata, così noi possiamo farci le coccole..” dice Christian stringendo di più nostra figlia, che annuisce contenta.
“Bene, visto che qua sono di troppo, vado a vedere se il pan di spagna è pronto..”
“Mamma ti posso aiutare?” interviene Teddy.
“Certo amore”
Aspetto che metta a posto i giocattoli e poi lo porto in cucina con me, lasciando Phoebe e Christian al loro momento di coccole.  
Faccio indossare a Teddy un grembiulino e poi apro il forno per controllare se la cottura del pan di spagna sia giusta. Lo estraggo dal forno e lo sposto in un piatto grande.
“Cosa vogliamo mettere dentro?” chiedo, anche se conosco già perfettamente la risposta.
“Nutella!”. Appunto.
Decido però di farcire solo una metà della torta con la nutella, l’altra metà la farcirò con crema di nocciole bianca e cioccolato bianco. Teddy si dimostra un valido aiutante, e si diverte sempre moltissimo in cucina, soprattutto con i dolci. Adoro questi momenti con i miei bambini, sanno di amore, semplicità e complicità.
Una volta completata la farcitura interna, ricopro l’intero pan di spagna con uno strato di cioccolato fondente, e poi do a Teddy la libertà di decorare come preferisce con gli smarties colorati.
Poco più tardi per fortuna torna Gail e insieme prepariamo la cena per stasera: il sugo per gli spaghetti, gli spiedini di carne che dovranno solo essere arrostiti, diversi contorni e la macedonia di frutta. Collaborando in due impieghiamo meno tempo e riesco anche a farmi una doccia e cambiarmi giusto in tempo per l’arrivo di Thomas, Roxy e Lucas.
“Siamo i primi?” domanda Roxy mentre usciamo in giardino, dove abbiamo apparecchiato la tavola.
“Sì. Mia ed Ellliot non sono ancora arrivati”
“Beh allora direi che è il momento giusto per dirglielo. Che ne pensi amore?” chiede mio fratello alla sua ragazza.
“Dirci cosa?” interviene Christian.
“Abbiamo scelto la data del matrimonio!” annuncia mia cognata.
Batto le mani, sorridente. “E sarebbe?”
“Il 14 ottobre”
“Cheee?? Ma mancano poco più di tre mesi!!” esclamo.
Thomas ridacchia e mi cinge le spalle con un braccio. “Te l’avevo detto che sarebbe stato entro l’anno. La amo troppo per riuscire ad attendere oltre..” rivolge a Roxy uno sguardo adorante e innamorato.
Lei arrossisce, leggermente imbarazzata, ma i suoi occhi sono lo specchio di quelli di mio fratello. Sono così belli che a guardarli quasi mi commuovo.
“C’è però anche un’altra cosa che vorremmo dirvi..” dice poi Roxy.
“Cosa?”
Scambia un’occhiata con Thomas, che le sorride e poi prende la parola. “Noi volevamo chiedervi se.. se vi andrebbe di essere i nostri testimoni..”
Sgrano gli occhi e guardo Christian, che ha un’espressione stupita ma sorridente. Io non so cosa dire: già il solo pensiero che mio fratello si sposasse era un’emozione grandissima, adesso sapere addirittura che vorrebbero me e Christina come testimoni del loro amore mi dà una felicità immensa.
“Sappiamo che ad ottobre sarai al settimo mese di gravidanza, e non vorremmo mai che ti stancassi.. ma non c’è nessuno che merita di rivestire questo ruolo se non voi..” aggiunge Roxy, prima ancora che io possa rispondere.
Con gli occhi leggermente appannati dall’emozione, guardo mio marito, che mi rivolge un sorriso, facendomi capire che lui ne sarebbe felice.
“Io.. io non so che dire..” mormoro, tamponandomi gli angoli degli occhi.
Thomas sorride. “Dovete dire solo sì o no..”
“Ma certo che sì!” esclamo, gettandogli le braccia al collo “Non potevi rendermi più felice” mugugno, con le labbra accanto al suo orecchio.
Lui mi stringe più forte. “Ti voglio tanto bene, Ana” sussurra.
Gli lascio un bacio sulla guancia e poi mi stacco da lui per abbracciare anche Rpxy, questa ragazza meravigliosa che con la sua efficienza, la sua dolcezza e la sua indole forte e decisa è entrata a far parte della nostra famiglia e ha conquistato il cuore di mio fratello.
“Siamo davvero felici e onorati” afferma Christian, scambiando una pacca sulla spalla con Thomas.
“Spero solo di non sembrare una mongolfiera..” osservo, mentre insieme a Roxy sistemo a tavola i vassoi con i salumi affettati.
Due mani forti mi cingono i fianchi e mi sento attirare verso quel petto ampio e forte che rappresenta il mio rifugio preferito.
“Lo sai che sei sempre bellissima” mormora mio marito, accarezzandomi il ventre e baciandomi una guancia.
Mi lascio andare tra le sue braccia, chiudendo gli occhi e godendomi le sue attenzioni.
“Se sentite un crack sono i miei denti che si sono cariati..” s’intromette Thomas, fingendo un’espressione disgustata.
“Ha parlato Mister Candele e Petali di rose” lo prendo in giro.
Lui mi rivolge un sorrisetto diabolico e, prima che mi renda conto del gesto, mi ritrovo una pioggia di arachidi che mi investe.
Sgrano gli occhi. “Brutto..” senza terminare il mio insulto inizio a correre intorno al tavolo per raggiungerlo e afferro al volo una bottiglia di Coca cola.
“No Ana ti prego la coca cola no, è appiccicosa!” mi supplica, alzando le mani in segno di resa.
“Parolina magica?”
Lui sbuffa. “Scuuusa” dice, imitando il tono di un bimbo.
Gli sorrido e ripongo le armi. Thomas tira un sospiro di sollievo e mi sorride.
Non appena si volta, però, stappo velocemente la bottiglia di coca cola e riesco a lanciargliene un po’ tra i capelli e sulla camicia grigia, all’altezza della spalla.
“Ma che..?” urla e si volta di scatto, pronto a deliziare le mie orecchie con chissà quante e quali paroline dolci, ma cerco di placare la sua ira con il sorriso più angelico che riesco a mostrare.
“Ricordati che sono incinta, quindi posso fare ciò che voglio senza conseguenze..” faccio gli occhioni dolci, lui ride e scuote la testa.
Sa che ho ragione, e non osa contraddirmi.

“Mia, a te l’onore” dico a mia cognata, porgendole il coltello per tagliare la torta.
Lei mi guarda perplessa. “Perché io?”
“Perché.. perché sì!” le rispondo.
“Ragazzi, non ci sto capendo nulla.. C’è qualcosa che non so?”
“Se tagli la torta, capirai” interviene Christian.
Mia, anche se confusa, si alza e, con delicatezza, infila il coltello nel pan di spagna.
“E dai suu, che Thomas per un cesareo impiega meno tempo!!” la prende in giro Elliot.
Tutta la serata è trascorsa così, all’insegna delle battute, dell’ironia, delle risate, dell’armonia, della gioia di stare insieme; il tipo di serata che amo di più. Anche i bambini si sono divertiti tantissimo: adorano stare insieme, e anche se talvolta bisticciano per qualche giocattolo, gli basta nulla per fare la pace e ritrovare la loro complicità.
Una volta tagliata la fetta di torta, Mia la solleva lentamente dal piatto. Trattengo il respiro per qualche istante: è arrivato finalmente il momento della rivelazione.
“Uaaauu, è bellissimo il pan di spagna rosa!” commenta mia cognata.
Le rispondo semplicemente con un sorriso, e vedo Kate farsi seria.
“Un momento!” esclama la mia migliore amica, sgranando gli occhi “Il rosa non è un colore a caso, vero?”
Christian ed io ci guardiamo negli occhi e ridacchiamo.
“State cercando di dirci che aspettate un’altra femminuccia?” domanda incredula Roxy.
Mio marito mi cinge la vita con le braccia e insieme annuiamo. Le mie tre cognate si alzano contemporaneamente, esprimendosi in urletti sorpresi ed euforici, e vengono ad abbracciarmi, o per meglio dire a soffocarmi.
“Oddio, è meraviglioso!” mormora Kate al mio orecchio.
“Un’altra principessina in famiglia” aggiunge Mia.
Rido e ricambio l’abbraccio, emozionata dalla loro reazione.
Quando ci stacchiamo, vedo anche mio fratello e i miei cognati che sorridono e battono pacche sulle spalle di Christian.
“Ancora non ho capito che gli stiano facendo i complimenti o gli stiano mostrando solidarietà per il futuro.. con tre donne in casa..” commenta Roxy ridacchiando.
Mi accodo alla sua risata e osservo mio marito: i suoi lineamenti rilassati e i suoi occhi luminosi mi fanno scoppiare il cuore.
“Solidarietà. Assolutamente.” afferma Elliot.
“Ma proprio tu parli? Che sono quasi due anni che hai tre donne in casa..”
“Appunto!”
Kate gli dà uno scappellotto sulla nuca, ed Elliot in un istante assume la sua espressione da cucciolo; attira sua moglie a sé e le bacia una tempia.
“Lo sai che vi amo da morire e non potrei vivere senza di voi..” dice con dolcezza, e la mia amica si scioglie letteralmente tra le sue braccia.
“Scusate” Mia attira la nostra attenzione “Non ho ancora capito perché.. insomma, perché il taglio della torta spettasse a me..” afferma, confusa.
Christian ed io ci guardiamo negli occhi e sorridiamo. Mi scosto da mio marito per avvicinarmi a mia cognata e prenderle le mani.
“Perché volevamo che la prima persona a svelare il sesso di questa piccola principessa fosse la sua futura madrina...”
Gli occhi di Mia si spalancano e diventano lucidi; lei alterna lo sguardo tra me e Christian e sbatte velocemente le palpebre, sforzandosi di non far fuoriuscire le lacrime.
“Io..” sibila, per poi gettarmi le braccia al collo, mandando così in frantumi il suo tentativo di non piangere. “Sono così felice! Grazie!!” mormora, con le labbra tra i miei capelli.
La stringo più forte, e mi sento invadere da una bellissima sensazione di calore e affetto.
Qualche secondo più tardi mi stacco da Mia e le prendo nuovamente le mani.
“Non c’è stato neanche bisogno di pensarci. Christian ed io ci siamo detti da subito che se fosse stata una femminuccia, la sua madrina saresti stata tu..”
Mia sorride, con gli occhi che luccicano. “Per me è un grande onore e un’immensa emozione. E poi..” mi posa una mano sulla pancia “..sono già innamorata della mia nipotina”
Sorrido e la abbraccio di nuovo, con in sottofondo la voce di Ethan che chiede se abbiamo già pensato al nome.
“In verità non ancora” risponde Christian “Abbiamo scoperto solo stamattina che sarà una femmina.”
“Non mi hai detto che avevi l’ecografia, stronzetta!” mi rimprovera Kate.
“Volevamo farvi una sorpresa!” mi difendo, facendole la linguaccia.
“Immagino la tua euforia in quel momento..” osserva Roxy.
“Era un misto tra incredulità e voglia di saltare dal lettino” spiega Christian divertito, in maniera sintetica ma precisa.
Mia gli posa una mano sulla spalla. “E tu?”
Lui sorride. “Io ero felicissimo. La bambina cresce a meraviglia, ed è questa la cosa più importante, a prescindere dal sesso. Certo, se poi somigliasse anche alla sua mamma sarebbe davvero perfetta!” dice, guardandomi negli occhi e facendomi sciogliere.

“Si sono addormentati?” domando a Christian, non appena entra in camera.
Mio marito annuisce e si sfila l’orologio e la fede, appoggiandoli sulla cassettiera. “Erano stanchissimi, ma anche molto euforici!”
“È stata una giornata impegnativa!”
“Phoebe mi ha già chiesto se potrà regalare le sue bambole alla sorellina..”
Sorrido e d’istinto mi porto le mani sulla pancia; non so cosa accadrà quando nascerà la bambina, ma per ora vedere quanto Teddy e Phoebe siano entusiasti ed emozionati del suo arrivo è qualcosa di meraviglioso.
“Sai..” dice Christian, sedendosi sul bordo del letto “Non pensavo che la prendessero così bene..”
“Il fatto che sia una femmina?”
“No, in generale. Proprio l’idea di un fratellino o una sorellina. Non pensavo che potessero essere così affettuosi ed euforici quando era ancora tutto così astratto..”
Sorrido e mi siedo sulle sue gambe, allacciando le braccia intorno al suo coll. “I nostri figli riescono sempre a sorprenderci. Sono speciali..”
Christian mi circonda la vita con le braccia e mi bacia una guancia. “Allora forse non siamo così male come genitori..”
Ridacchio. “No, non siamo così male..” mi chino leggermente verso il suo viso per far incontrare le nostre labbra.
“Sei stanca?” chiede poi mio marito “È stata una giornata lunga..”
Scuoto la testa, sfiorandogli le guance con i polpastrelli. “No, mi sento felice!”
Christian sorride e mi bacia nuovamente la guancia, per poi scendere verso la mandibola e poi il collo. Tutto questo è sufficiente a farmi sentire una pioggia di scintille nel mio basso ventre.
“Sai una cosa? Avrei proprio voglia di un bel bagno..” mormoro.
Christian allontana le labbra dal mio collo per guardarmi negli occhi, con lo sguardo che brilla di lussuria.
“Ogni tuo desiderio è un ordine”
Sono immersa nell’acqua calda, tra le gambe divaricate di Christian, con la schiena appoggiata al suo petto e le sue braccia a cingermi il busto. Mio marito ha aggiunto all’acqua il mio bagnoschiuma preferito, quello alla vaniglia, e qualche cristallo di sapone rosso, quindi la morbida schiuma che ci avvolge è di un rosa acceso che mi rilassa e al contempo mi infonde energia.
“Il rosa non è un caso, vero?” domando, muovendo le dita nella schiuma.
Christian ride e mi posa le mani sulla pancia. “In verità no. È un modo per festeggiare la nostra principessa”
Sorrido e poso le mani sulle sue, appoggiando la testa sulla sua spalla.
“La nostra principessa” ripeto in un sussurro.
Da questa mattina non faccio altro che pensarci, e ancora non mi sembra vero. Immagino un tripudio di bianco e rosa, di scarpine, gonnelline, brillantini e tutte quelle cose che piacciono a me; e più ci penso, più mi sento emozionata e felice.
Christian mi bacia dolcemente una tempia e mi accarezza lentamente la pancia, coccolando contemporaneamente sia me che la nostra piccolina, ed io mi sento meravigliosamente bene in questo momento.
“Vi amo da impazzire” sussurra mio marito al mio orecchio, sfiorando poi la mia guancia con la punta del naso.
Sorrido e mi lascio avvolgere dalle sue braccia forti, intrecciando le dita con le sue. “Anche io” rispondo, ruotando leggermente il viso in modo che le nostre labbra possano sfiorarsi.
“Vorrei stare così per sempre..” mormoro poi, tra un bacio e l’altro.
Christian ride sulle mie labbra. “Solo così?”
Rido a mia volta, cogliendo al volo il senso delle sue parole.
“Mmm.. no” gli bacio ogni millimetro della mandibola “Anche così..” mi volto lentamente, in modo da trovarmi di fronte a lui. Poso le mani sui suoi bicipiti e salgo piano piano verso le spalle, sentendolo rabbrividire al mio tocco. Mi chino e appoggio le labbra sul suo petto, baciandolo con devozione e studiata lentezza.
“Anche così..” sussurro ancora, facendo vagare la mano nell’acqua calda e sfiorando la sua erezione già pronta per me.
Christian si lascia andare ad un gemito di piacere, chiude gli occhi e getta la testa all’indietro man mano che le mie carezze si fanno più audaci. Le mie labbra percorrono delicatamente tutto il suo petto, mentre la mia mano dedica attenzioni alla sua e mia fonte di piacere.
Con la bocca salgo pian piano verso la spalla, e strofino la punta del naso nell’incavo del suo collo.
“Ana..” ansima Christian, stringendo le mani intorno alle mie braccia.
È vicino al limite, lo sento. E la cosa incredibile è che anche io sento di essere sull’orlo del precipizio. Mio marito non mi ha ancora sfiorata, ma vederlo in questo stato di estasi grazie alle mie carezze mi fa eccitare ad un livello che va al di là dell’immaginabile.
Mentre arrivo con le labbra quasi all’altezza delle sue, sento le mani di Christian posarsi decise sui miei fianchi, con i suoi pollici che disegnano cerchi astratti.
“Ti voglio” sibila mio marito, con quel tono profondo e quegli occhi lucidi di eccitazione che mi fanno perdere il contatto con la realtà.
“Ssshh” sussurro, prendendogli il viso tra le mani e baciandogli le labbra.
Mi sposto pian piano verso la guancia e l’orecchio, e contemporaneamente allargo le cosce per sedermi a cavalcioni su di lui. Nell’istante esatto in cui i miei denti arrivano ad intrappolare il suo lobo, Christian mi afferra per i fianchi e mi fa sua, lasciandosi andare ad un gemito liberatorio.
“Finalmente..” mormora, salendo con le mani lungo la mia schiena e facendomi rabbrividire.
Mi lascio sfuggire una risatina e poi lo bacio, abbeverandomi del suo sapore. Senza staccare le labbra dalle sue, inizio a muovermi su di lui, seguendo un’onda lenta e godendomi quella sensazione di pienezza che fa vibrare la mia anatomia più profonda.
Sono io a dettare il ritmo, Christian tiene le mani salde ai miei fianchi e muove lentamente il bacino, assecondando i miei movimenti.
“Mi fai impazzire” ansima, con la bocca contro la mia.
Vorrei dire qualcosa, ma le sue labbra che scendono lungo il mio collo per poi giungere al seno mi tolgono la capacità di parlare.
Intrufolo le dita nei suoi capelli, tirando leggermente, e lo attiro di più verso di me. I miei movimenti si fanno più convulsi e veloci, in risposta alle sue labbra che accarezzano e venerano il mio seno, facendo sprigionare una miriade di scintille che mira direttamente al mio sesso.
“Christian” sussurro, ansante.
Sono vicina al limite, e mio marito se ne rende conto; ormai conosce il mio corpo quasi meglio di me. Stringe le mani sulle mie cosce e accelera il ritmo. Anche lui è molto vicino al punto di non ritorno, me ne accorgo dai suoi baci più profondi, dal suo corpo che trema contro il mio, dalle sue mani che risalgono lungo i miei fianchi fino a posarsi delicate alla base della mia schiena.
Le sue labbra lasciano il mio seno per raggiungere la mia bocca e imprigionare il mio urlo di piacere e fonderlo con il suo.
Lo stringo più forte a me, sospesa in un limbo, in una sensazione di completa beatitudine. Christian solleva lo sguardo ed io mi perdo nei suoi occhi, resi più chiari, luminosi e profondi dall’orgasmo.
“Ti amo” sussurra mio marito, carezzandomi delicatamente una guancia.
Con i polpastrelli traccio il contorno del suo viso. “Ti amo anch’io. Da impazzire”.


Qualche giorno dopo...

Varco l’ingresso della GEH con un enorme sorriso sulle labbra. L’atrio, come sempre, è pieno di persone che corrono da una parte all’altra e sembra sappiano esattamente dove andare e cosa fare. Anche io so esattamente dove andare e cosa fare: mi dirigo infatti spedita verso gli ascensori, camminando a passo svelto e ricambiando sorridente chiunque mi rivolga un saluto.
L’ascensore oggi mi sembra particolarmente lento, o forse sono io ad essere particolarmente impaziente. Sono ancora incredula della notizia che ho ricevuto, e non vedo l’ora di comunicarla a Christian. Quando le porte dell’ascensore si aprono sul pianerottolo dell’ufficio di mio marito, esco quasi saltellando, e mi avvicino alla scrivania di Andrea.
“Buongiorno Andrea!!” esclamo.
Lei solleva di scatto gli occhi dal computer e mi sorride calorosamente. “Buongiorno Mrs Grey. È sempre un piacere vederla. Come posso aiutarla?”
“Dovrei parlare con mio marito. È in ufficio?”
“È in sala riunioni, impegnato in una conference call con Los Angeles, ma dovrebbe terminare a momenti” mi comunica.
“Allora lo aspetto lì” indico i divanetti dietro di me.
Mi accomodo su un divanetto di pelle color ghiaccio, afferro una rivista dal tavolino e la sfoglio per ingannare il tempo. Per fortuna solo pochi minuti dopo Christian esce dalla sala riunioni, e sgrana gli occhi non appena si accorge della mia presenza.
“Ana!” esclama sorpreso “Che ci fai qui?”
Mi alzo di scatto dal divanetto e mi avvicino a lui, sollevandomi leggermente sulle punte per baciarlo sulle labbra. “Devo darti una notizia!”
Mi fissa preoccupato. “È successo qualcosa?” chiede, serio.
“Ma no! È una bella notizia! Avrei potuto aspettare oggi pomeriggio per dirtela, ma non sto nella pelle!”
“Addirittura?” osserva, divertito “Dai, andiamo, così mi racconti tutto” mi posa una mano alla base della schiena e mi conduce nel suo ufficio.
“Allora, cos’è successo?” domanda, sedendosi sul divano di pelle nera e trascinandomi sulle sue gambe.
Prendo un lungo respiro, sono estremamente elettrizzata all’idea di cosa sto per dirgli e vorrei trovare le parole giuste.
“Dunque, non puoi immaginare chi ho ricevuto un paio d’ore fa nel mio ufficio..” inizio, creando un po’ di suspense.
Christian mi osserva in attesa, carezzandomi distrattamente le gambe. “Chi?”
“L’assistente del Rettore del dipartimento di studi umanistici dell’Università di Seattle!”
Mio marito sgrana gli occhi, e la sua espressione diventa ancora più perplessa.
“L’assistente del Rettore? E come mai?”
“Anche io ero alquanto sorpresa quando Hannah l’ha annunciata, ho addirittura pensato che avesse sbagliato persona; invece no, voleva proprio me!”
“E.. cosa voleva da te?”
“Dunque, mi ha offerto una cattedra nel Corso di Laurea in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo!” affermo, euforica come una bambina.
Quando Mrs James ha pronunciato quelle parole nel mio ufficio, per un attimo ho creduto di sognare: non riuscivo a credere che stesse proponendo un incarico così prestigioso proprio a me.
“Christian?” alzo la voce e lo scuoto leggermente; sembra essersi imbambolato. “Non dici nulla?”
Lui accenna un sorriso. “No è che.. sono sorpreso..”
“A chi lo dici!” esclamo “Io ancora non riesco a crederci!”
“E precisamente di che cattedra si tratta?”
“Dunque, il corso è a numero chiuso, si tratta di una quarantina di studenti, ed io dovrei tenere il corso di Letteratura inglese contemporanea. Il docente che se n’è occupato fino ad oggi andrà in pensione il mese prossimo, e loro hanno pensato a me. Ti rendi conto? A me!” ripeto, come un disco rotto.
Mi alzo dalle gambe di mio marito e prendo a camminare avanti e indietro. Questa notizia mi ha infuso un’energia e un’euforia incredibili.
“Mai e poi mai avrei potuto immaginare una cosa simile. In fondo mi sono laureata da pochi anni, non riuscivo a capire come avessero potuto pensare a me. L’assistente del Rettore, Mrs James, mi ha spiegato che hanno fatto una ricerca tra i direttori delle case editrici di Seattle, e poi si sono messi in contatto con l’Università di Vancouver per ricorrere al mio curriculum universitario; e ritengono che io possa essere la persona giusta per questo incarico. Ovviamente mi ha dato qualche giorno per pensarci e poi potranno sottopormi il contratto..”
Terminata la mia filippica, mi volto a fissare mio marito, e mi rendo conto che sul suo viso non aleggiano la stessa euforia e la stessa emozione che sento io in questo momento. 
“Christian? Cosa stai pensando?”
Lui sembra riscuotersi da un momentaneo stato di trance. “Niente, riflettevo su questa cosa. Quand’è che si terrebbe questo corso?”
“Tra settembre e ottobre, due lezioni a settimana da due ore, e poi verso gennaio ci sono gli esami..”
L’espressione di Christian si oscura di colpo. “Stai scherzando spero..” afferma, con un tono che è tutto tranne che ironico.
Il mio sorriso si spegne all’istante: qualcosa mi dice che ci sono nuvoloni neri all’orizzonte. “No, è così. Dove sarebbe il problema?” incrocio le braccia al petto, mettendomi sulla difensiva.
“Dove sarebbe il problema?” ripete, alzandosi e alzando la voce “Ti sembra ragionevole accettare un incarico così impegnativo alla soglia del settimo mese di gravidanza? Anziché cercare di riposarti, raddoppi il carico di lavoro?” 
Ecco che inizia la tiritera sul fatto che sono incinta, non devo stancarmi e devo vivere sotto una campana di vetro.
“Raddoppiare? Addirittura? Si tratta di due lezioni a settimana, seduta ad una cattedra, non devo mica correre una maratona..” gli faccio notare, ma questo contribuisce solo ad aumentare la sua stizza.
“Ana, non prendermi in giro. Credi che non sappia come sei fatta quando prendi un impegno? Non si tratterà solo di due lezioni a settimana, ma questo incarico andrà ad affiancarsi al tuo lavoro e assorbirà il doppio delle tue energie..”
“Perché tu riesci a vedere solo l’impegno, le energie, la stanchezza, e non il prestigio e l’importanza che questo incarico potrebbero avere per me?” il mio tono risulta alquanto accusatorio, ma sinceramente questo suo atteggiamento mi lascia spiazzata; pensavo che avrebbe reagito diversamente.
Christian sospira, e posa le mani sui fianchi. “Perché io tendo a riflettere sulle cose, e a pensare anche ai contro, non solo ai pro, a differenza tua che invece vedi solo fiorellini e stelline, senza pensare alle conseguenze..” afferma, duro.
Fiorellini e stelline? Cosa ho, otto anni? Apro la bocca per dire qualcosa, ma sono così scioccata che non riesco a trovare una risposta ad effetto.
“Se hai già deciso tutto tu, perché sei venuta a dirlo a me?” chiede poi, e questa domanda è la goccia che fa traboccare il vaso.
Mi lascio andare ad una risata amara. “Perché ero così entusiasta di questa proposta che la prima cosa a cui ho pensato è stata parlarne con te. Ma tu in un nanosecondo hai distrutto tutta la mia euforia..” mi avvicino al divanetto e afferro la mia borsa.
“Ana..”
“No Christian, lascia perdere..” mi avvio a grandi falcate verso la porta.
Preferisco andare via da qui prima che la discussione possa infuocarsi ulteriormente, rischierei di dire e sentirmi dire cose di cui potrei pentirmi.
Apro la porta e mi dirigo verso gli ascensori, rivolgendo un rapido saluto ad Andrea e Olivia.
Nel momento in cui si aprono le porte davanti a me, sento la voce di Christian alle mie spalle.
“Ana, per favore aspetta, parliamone..”
Mi volto, sospirando. “Di cosa vuoi parlare, Christian? Io la penso in un modo che tu non condividi..”
Lui fa vagare lo sguardo verso l’alto e sospira pesantemente. “Non puoi pretendere che io sia d’accordo a prescindere..”
“E tu non puoi pretendere che io accetti passivamente tutti i tuoi se, i tuoi ma, e i tuoi contro...” detto questo, entro in ascensore e premo il pulsante 0. Non mi piace scappare davanti alle discussioni, ma non ho alcuna voglia di continuare a litigare.
Davanti all’imponente edificio di vetro e acciaio mi attende Sawyer accanto alla macchina, mi tiene aperta la portiera per farmi salire. Durante il tragitto verso casa, mi soffermo ad osservare Seattle che scorre dal finestrino, e ad un tratto mi rendo conto di avere le guance umide. Ripenso alla discussione con Christian, al suo tono distaccato e contrariato, alla mia delusione. Mentre Mrs James mi esponeva a grandi linee la proposta, nel mio ufficio, sentivo una nuova forma di energia prendere vita dentro di me: mi immaginavo seduta ad una cattedra, al cospetto di una classe di studenti che potesse pendere dalle mie labbra, appassionarsi alle mie lezioni, esattamente come facevo io quando frequentavo l’Università.
Dopo l’incontro con Mrs James, mi sentivo così carica ed euforica che non ci ho pensato un attimo a prendere la borsa e correre da mio marito, perché è lui la prima persona a cui penso quando accade qualcosa di bello, è lui il primo con cui voglio condividere i miei successi.
E pensavo che lui ne sarebbe stato felice, che sarebbe stato fiero di me, che mi avrebbe incoraggiata e sostenuta. Invece ancora una volta ha fatto muro, ancora una volta è riuscito a pensare solo in negativo, come se il fatto che sia incinta implicasse automaticamente non poter fare nulla che esuli dalla solita routine. Le lacrime continuano a scorrere sul mio viso: mi sento così delusa, dalle sue parole, dal suo tono distaccato, dalla sua reazione quasi indifferente.
“Mrs Grey, siamo arrivati” mi comunica Sawyer, a bassa voce, come se temesse di disturbare i miei pensieri.
Mi guardo intorno e mi rendo conto di essere a casa.
“Oh.. grazie..” mormoro, accennando un sorriso.
Mi asciugo velocemente le lacrime e poi esco dall’auto. Non appena entro in casa, due piccoli terremoti mi corrono incontro e si arpionano ai miei fianchi, facendomi dimenticare per un po’ i dispiaceri dell’ultima ora.
Dopo la pausa pranzo, torno alla GIP, e ogni due minuti lancio un’occhiata allo schermo del cellulare, nella speranza che Christian si faccia vivo per chiedermi scusa, o almeno per parlare. Ma tutto tace.
Sono le 18 quando finalmente rientro a casa; faccio merenda con i miei bambini, bevendo una limonata fresca, e poi vado a buttarmi in doccia, è l’unico modo per combattere questo caldo asfissiante. Mi lascio coccolare dall’acqua tiepida e dal profumo del bagnoschiuma all’olio di Argan, ma il ricordo delle parole e dei modi di Christian mi impedisce di rilassarmi pienamente.
Sono stanca di dover discutere ogni volta in cui vorrei fare qualcosa di nuovo solo perché lui ha sempre da obiettare; non c’è mai una volta in cui si mostrasse semplicemente felice per me, e non posso negare che questa cosa mi faccia stare male.
Quando esco dalla doccia, mi avvolgo un morbido telo di spugna rosa intorno al corpo e mi siedo su uno sgabello. Afferro il cellulare dal mobiletto e controllo il display: nessuna telefonata e nessun messaggio da parte di Christian. Sbuffo, lanciando con poca grazia il cellulare sul ripiano.
Abbasso lo sguardo e mi accarezzo la pancia. “Piccolina mia” mormoro “Tuo padre in certi momenti sa essere davvero insopportabile.. Io odio litigare con lui, ma non posso sempre accettare le sue pretese assurde..” do voce ai miei pensieri, e mi sento in qualche modo un po’ più libera.
Dopo qualche altra coccola alla mia principessina, mi asciugo e mi vesto, indossando un paio di shorts e una semplice canotta di cotone bianca e blu. Una delle cose che desidero maggiormente quando torno a casa è poter indossare qualcosa di comodo, soprattutto d’estate.
Quando raggiungo i miei bimbi in cameretta, trovo Phoebe completamente distesa sul pavimento, e Teddy seduto accanto a lei che gioca svogliatamente con due macchinine.
“Amori di mamma, cosa succede?” domando, sedendomi in mezzo a loro e accarezzando i capelli ad entrambi.
“Caldo mamma” si lamenta Phoebe.
“Io mi scoccio” le fa eco Teddy.
Mi fanno una tenerezza infinita: hanno una marea di giochi, ma ci sono alcuni giorni in cui sono così annoiati che non hanno voglia di fare nulla.
Rifletto per qualche istante su cosa poter fare per tirarli un po’ su; mi sento persa quando li vedo così giù di tono.
“E se.. facessimo i biscottini insieme?”
Alle mie parole li vedo rianimarsi.
“Sììììì!!” esclamano felici, e automaticamente anche io ritrovo il sorriso.
“Prima di andare in cucina, però, pretendo un super abbraccio fortissimo!”
Entrambi si alzano e contemporaneamente mi cingono il collo con le braccia. Li stringo tutti e due, inspirando i loro profumi e sentendomi per qualche istante in pace con il mondo.
“Vi amo da morire” mormoro, baciandoli poi sulle guance.
Loro ricambiano il mio bacio e poi si scostano per consentirmi di alzarmi.
“Mamma, posso dare un bacio alla sorellina?” domanda Teddy.
Sorrido, come sempre colpita dalla sua tenerezza. “Ma certo amore”
Lui si avvicina e dolcemente posa un bacino accanto al mio ombelico; gli accarezzo i capelli e mi sento letteralmente sciogliere.
“Anche io!” esclama Phoebe, che come al solito non vuole essere da meno e imita i gesti di suo fratello.
Dopo aver dedicato alla sorellina la giusta razione di attenzioni, scendiamo in cucina per fare i biscotti.
Teddy e Phoebe mi passano gli ingredienti mentre preparo l’impasto, quello con le gocce di cioccolato, e poi lo copriamo con un canovaccio, per farlo riposare per un’oretta. Nel frattempo i bambini mi chiedono di giocare con loro in giardino. Sebbene l’idea di stare in casa con il climatizzatore acceso sia molto più allettante, proprio non mi va di dire di no ai miei piccoli, così mi siedo su una poltroncina del gazebo, ben riparata dal sole, mentre loro vagano tra gli scivoli e le casette.
Ad un tratto li vedo guardare un punto alle mie spalle e illuminarsi.
“Papàààà!” urlano.
Mi volto e vedo Christian venire verso di noi; i nostri figli abbandonano qualsiasi attività e corrono verso di lui. Scruto attentamente ogni sfumatura del suo volto mentre si china per prendere in braccio i bambini: cerco di capire se sia arrabbiato, indifferente, pronto a scusarsi o a discutere. Fatto sta che non mi alzo dalla mia poltroncina; se vuole salutarmi, che mi raggiunga lui.
E infatti, dopo le consuete coccole, Teddy e Phoebe tornano a giocare e mio marito si avvicina a me, si china per baciarmi, ma io volto il viso in modo che le sue labbra finiscano sulla mia guancia, giusto per mettere subito in chiaro il mio umore.
Christian sospira. “Sei arrabbiata” dice, e la sua non è una domanda, bensì un’affermazione.
Non rispondo, restando fedele al detto secondo cui chi tace acconsente. Christian si siede sulla poltroncina accanto alla mia e sbuffa.
“Ana, che cosa pretendi che ti dica?”
“Niente, come hai fatto tutto il giorno. Continua a stare zitto..”
“Vabbe oggi hai voglia di litigare..” dice alzandosi.
Mi alzo di scatto e lo afferro per un braccio prima che possa sgattaiolare via. “No! Troppo facile così! Tu adesso ti siedi e mi ascolti..”
Lui sbuffa rumorosamente, ma alla fine fa come gli ho detto.
“Non voglio litigare, voglio parlare. Perché io, a differenza tua, quando qualcuno non è d’accordo con me, non inizio ad urlare e ad imporre la mia opinione, ma cerco di discutere civilmente..” affermo, con un tono volutamente da maestrina.
Mi sento alquanto acida oggi, ma è colpa sua, perché fino al mio arrivo alla GEH ero allegra e ottimista.
“Non credo ci sia molto di cui parlare, visto che hai già deciso..” dice, infastidito.
“Lo dici come se avessi deciso di andare al patibolo” gli faccio notare “Christian, è solo un lavoro, e tra l’altro alquanto sedentario..”
“Ana perché non capisci? Il punto non è lo stare in piedi o seduta. Il punto è che un incarico universitario richiede un impegno enorme, un dispendio di forze ed energie immane per lo stato in cui sei..”
“Ma in che stato sono Christian?” sbotto, alzandomi e alzando la voce “Sono incinta, non malata. Incinta!”
“Esatto, sei incinta! E trovo assurdo che una ragazza incinta, anziché cercare di diminuire il carico di lavoro, vada a raddoppiarlo..”
Dio mio, perché è così maledettamente cocciuto?
Sospiro, cercando di ritrovare un briciolo di calma. “Ma secondo te potrei mai accettare un impegno che riterrei eccessivo o addirittura rischioso per la bambina? Mi credi così stupida?”
“No che non sei stupida, ma sei impulsiva, Ana! Tu in questo momento non ti rendi conto di cosa significhi concretamente questo incarico, sei solo abbagliata dall’euforia, dal prestigio della cosa..”
Mi passo nervosamente le mani sul viso, e cerco di contare fino a dieci prima di poter sparare qualcosa di cui potrei pentirmi, perché in questo momento mi sento davvero incazzata. Odio quando mio marito mi tratta così, come se fossi una ragazzina che non è in grado di assumersi le proprie responsabilità e tener conto delle conseguenze delle proprie azioni.
Vorrei dire qualcosa, vorrei in qualche modo cercare di fargli capire il mio punto di vista, ma conosco molto bene mio marito e so bene quanto sia testardo: adesso si è fossilizzato su quella che è la sua visione della situazione, e so che sarà molto difficile fargli cambiare idea.
Sospiro nuovamente, sibilando un “Vabbe” e allontanandomi per raggiungere i bambini.
“Anastasia!” esclama Christian, bloccando il mio passo.
Mi volto e lo ritrovo alle mie spalle.
“Hai detto che volevi parlare. Adesso all’improvviso non vuoi più?”
Più che parlare, in questo momento vorrei mettermi ad urlare, ma purtroppo non posso.
“E che cosa c’è da dire? Tu hai già le tue idee ben chiare, no? A cosa serve parlare?”
“Quindi devo essere ipocrita e dire cose che non penso..”
Il problema di fondo è che ciò che pensa lui è sempre l’opposto di ciò che penso io..
“No Christian guarda, lascia perdere..” lo vedo alzare gli occhi al cielo “Sai qual è la cosa che mi fa più male? Che pensavo che tu fossi fiero di me, che mi sostenessi.. e invece mi sono illusa..”
Sono in cucina con i bambini per preparare i biscotti: stendo la frolla e poi lascio che siano loro a sbizzarrirsi con le formine, è la fase che amano di più in assoluto. Christian da quando è rientrato dal giardino si è rintanato nello studio a lavorare; non ha detto nulla per ribattere alla mia constatazione amara e delusa, ed io non ho alcuna intenzione di intavolare nuovamente il discorso.
Mentre Teddy e Phoebe si divertono a creare biscotti con le formine ed io metto un po’ in ordine la cucina, vedo apparire mio marito, in pantaloncini e t-shirt. Mi rivolge un’occhiata contrariata e poi si avvicina ai bambini per giocare un po’ con loro e le loro formine.
“Ma siete davvero bravissimi! Sono sicuro che questi biscotti saranno eccezionali!”
“Li mangiamo stasera papà?” chiede Teddy.
“Amore mi sa che la mamma ed io potremo assaggiarli domani”
A quelle parole drizzo subito le antenne: per quale motivo non possiamo mangiare i biscotti stasera?
“Scusa perché domani?” domando.
Christian si volta verso di me e mi fissa con un’espressione di rimprovero.
“Te ne sei dimenticata..” osserva.
“Ma dimenticata cosa?”
“Ana stasera abbiamo la cena di beneficenza all’Hotel Royal!” mi fa notare, come se fosse impensabile che io abbia potuto dimenticarlo.
“Oh..” mormoro.
“Sono due settimane che sappiamo di questo evento, e ieri sera te l’ho anche ricordato!” mi rimprovera.
Alzo gli occhi al cielo. “Scusa eh se oggi ho avuto ben altro a cui pensare!”
Lui sospira e chiude gli occhi, come se stesse trattenendo la rabbia.
“Va bene, non è un problema. Hai ancora abbondante tempo per prepararti..”
Lo fisso perplessa. Crede davvero che dopo l’andamento della giornata abbia voglia di uscire?
“Christian, non credo proprio che parteciperò alla cena stasera..”
Lui solleva le sopracciglia. “Stai scherzando..”
“Assolutamente no. Non ho alcuna voglia di andarci..”
“Anastasia non è il momento di fare la bambina capricciosa..”
Stringo convulsamente le dita intorno alla bottiglia d’acqua, trattenendo l’impulso di avvolgerle intorno al suo collo. Odio con tutta me stessa quando mi definisce ragazzina, bambina ed epiteti affini.
“Certo perché io per te questo sono, vero? Quando non si fa come dici tu divento una bambina capricciosa..”
“In questo momento sì, mi sembri una bambina capricciosa. Sei arrabbiata con me e quindi punti i piedi e ti ribelli..”
Sto per ribattere, ma noto che Teddy e Phoebe ci stanno osservando, e proprio non mi va di discutere davanti a loro, così mi allontano dal bancone della cucina e trascino Christian in salone.
“Allora, definiscimi pure come cavolo ti pare, ma io stasera non verrò con te solo per fare scena, quando in realtà in questo momento vorrei strangolarti..”
“Ana, metti un attimo da parte i nostri problemi. Qui si tratta del mio lavoro: a quest’evento si riuniscono gli esponenti delle più importanti aziende di Seattle, non posso mancare proprio io!”
Certo, figuriamoci. Quando si tratta del suo lavoro non si transige…
“Nessuno ha detto che devi mancare! Ci puoi andare tranquillamente da solo..”
“Sei impazzita!” esclama, incredulo.
Sospiro, fissandolo truce. “Assolutamente no. Visto che tu non hai rispetto per il mio lavoro e la mia carriera, io questa sera me ne strafrego del tuo.. Quindi regolati di conseguenza, o resti qui, o ci vai da solo, a me non interessa..”
Mi volto e mi allontano il più velocemente possibile, salgo di corsa le scale e mi rifugio in bagno. Non voglio che Christian veda i miei occhi pieni di lacrime. So di essere stata molto dura, e non penso davvero ciò che ho detto, perché io sono stata, sono e sarò sempre la prima persona al mondo a sostenere mio marito nel suo lavoro, ma vorrei che anche lui facesse lo stesso con me, sempre e comunque. Il suo atteggiamento di oggi mi fa davvero stare male, e spero che un po’ di morbidezza in meno da parte mia possa indurlo a riflettere.
Prendo un bel respiro e poi mi sciacquo il viso con un po’ d’acqua fresca. Mi assicuro di non avere occhi lucidi né rossi e scendo nuovamente in cucina. Teddy e Phoebe si stanno ancora sbizzarrendo con la pasta frolla e le formine.
“Guarda mamma, ti piacciono?” domanda Teddy, mostrandomi il mucchietto di stelline, cuoricini e omini.
“Sono bellissimi!”
Mi siedo accanto a loro e li aiuto, cercando di non pensare al fatto che mio marito molto probabilmente è di sopra a prepararsi per uscire.
Quando la pasta frolla è ormai finita, sistemiamo i biscotti in due teglie e li metto in forno. Prima che in cucina cominci ad espandersi il calore del forno, convinco i bambini ad andare a giocare in salone; loro si siedono al grande tavolo di vetro con gli album e i pennarelli e si mettono tranquilli a colorare.
A volte non riesco a credere di essere così fortunata ad avere due bambini così tranquilli e complici; quando mi capita di chiacchierare con le mamme degli amichetti di Teddy, loro si lamentano spesso di quanto i loro figli siano iperattivi, irrequieti, litigiosi con gli altri fratelli o sorelle. Teddy e Phoebe, invece, sono l’esatto opposto: amano giocare insieme, e, com’è normale che sia, spesso battibeccano, ma non litigano quasi mai seriamente; amano i giochi tranquilli, soprattutto quando fa molto caldo, resterebbero ore a colorare, a fare biscotti o a fare costruzioni.
Mi siedo accanto a loro con il portatile e faccio qualche ricerca generale sull’Università di Seattle e il corso di Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo. Sono le sette in punto quando sento i passi di Christian sulle scale, e poi venire verso noi.
Indossa un completo blu notte, uno dei miei preferiti, con la cravatta in tinta, e la camicia color grigio perla. È bellissimo, ed io reprimo a fatica l’impulso di alzarmi e gettargli le braccia al collo. Lo amo, amo quest’uomo con tutta me stessa, ma mi rendo conto che talvolta ha bisogno di sbattere la testa contro un vetro per scostarsi dalle sue categoriche opinioni. 
“Dove vai papi?” chiede ad un tratto Phoebe.
“Ad una cena di lavoro. Voi fate i bravi con la mamma, eh..” si china per dar loro un bacio, e non posso negare di sentire un vuoto nello stomaco quando a me non riserva la stessa attenzione. Ma d’altronde dovevo aspettarmelo, non l’ho trattato proprio benissimo.
“Ci vediamo più tardi” dice freddo, guardandomi negli occhi.
“Okei. Buona serata” mormoro, con un groppo alla gola.
Christian si sistema la cravatta e con un ultimo cenno di saluto si dirige in atrio.
Pochi istanti dopo sento il rumore della porta che sbatte, e insieme ad esso anche quello di un pezzettino del mio cuore che si spacca. 


Angolo me.
Eccoci qua, ebbene sì, Puntino 3 sarà un’altra femminuccia. Che dite Mr Grey sopravvivrà fino ai 40 anni con due figlie femmine e il suo carattere testardo e geloso? Teddy e Phoebe l’hanno presa bene, e non vedono l’ora che arrivi la loro sorellina.
Ma c’è qualche nube all’orizzonte in casa Grey. Secondo voi Christian ha ragione? Un incarico esterno alla GIP potrebbe essere troppo per Ana? O è semplicemente il solito maniaco del controllo?
Anastasia è rimasta ferita dalla sua reazione, si aspettava che suo marito la sostenesse di più, e di conseguenza anche lei ha tirato fuori gli artigli e si è ribellata a modo suo, anche se ostentare tanta freddezza le costa una gran fatica. Cosa farà secondo voi, deciderà di seguire Christian all’evento di beneficenza o resterà ferma sulle sue posizioni? O forse sarà Christian a fare il primo passo?
Nel prossimo capitolo scopriremo se e come si risolverà questa vicenda.
Intanto voglio farvi tanti auguri di buon Natale (perché sicuramente non riuscirò ad aggiornare nel giro di una settimana, purtroppo) e voglio ringraziarvi per la vostra immensa pazienza e l’immenso affetto che mi dimostrate. Vorrei essere molto più presente e regolare con i capitoli, ma, come ho detto precedentemente, la vita universitaria assorbe quasi tutto il mio tempo e le mie energie.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, e non vedo l’ora di leggere le vostre opinioni.
Vi abbraccio forte forte.
A presto (spero)!
Mery.
 
 


 
   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cinquanta sfumature di... / Vai alla pagina dell'autore: LatersBaby_Mery