Una stanca strana tormenta
Paralisi utopiche sul viso,
quelle che non hai mai scorto
non ti darò mai l’occasione
di ravvisare,
Se solo credi che mi arrenderò,
stupidi entrambi ci rivolgeremo
al destino
sorte di due malsani animi
Di quel coraggio amorevole
con cui ti ho riconosciuto
anche dove pensavi
di fuggire ai miei occhi
li consideravi
incapaci
di vedere
Libellule
posarsi sopra
Recinti
di colori putrefatti,
che biavi cantano
canzoni mai nate
storie mai vissute
Se solo volessi essere
Il mio recinto
t’abbraccerei
trafiggendomi con la strale dei sogni avvelenati,
che frastuono dona ai miei pensieri
rimarginando attese
inesatte
ma che ancora mi circuiscono
in un mondo
sempre più
straniero.