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Autore: _thantophobia    22/12/2017    1 recensioni
[Soukoku natalizia senza troppe pretese][Fluff, Introspettivo]
-…Chibi?- Dazai si volta appena, gli occhi leggermente sgranati per la sorpresa e il viso leggermente arrossato dal freddo.
-Ugh, anche la vigilia di Natale devo vedere la tua stupida faccia?-
Dazai nemmeno si scompone, si limita a ridacchiare. –Così mi ferisci, Chuuya. Sono una gioia per gli occhi, io.-
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silent Night

[E mille altri ancora]

 

 

 

 

-Chuuya, così non vale!- Dazai evita per un soffio quel cuscino che avrebbe dovuto colpirlo in pieno viso. –Avevamo detto niente Abilità!-

-Questo l’hai detto tu!- il rosso anima con For the Tainted Sorrow un altro cuscino e glielo lancia, ghignando vittorioso nel vedere il temibile Prodigio Demoniaco in difficoltà. -Io non ho mai acconsentito!-

Fuori dall’enorme finestra della stanza, tutto quello che si intravede è un cielo plumbeo che minaccia neve, mentre per le strade di Yokohama centinaia di persone che si affannano nella loro estenuante corsa ai regali dell’ultimo minuto o alla ricerca della portata principale della cena della Vigilia e del vino perfetto.

A loro non interessa: sanno benissimo che come ogni anno la Port Mafia organizzerà una festa per tutti i suoi affiliati in cui sono invitate anche le famiglie, ma hanno già deciso che fuggiranno dalla suddetta festa appena Mori e Kouyou saranno abbastanza distratti da non badare ai loro preziosi pupilli. E allora toneranno a casa, si prepareranno due tazze di cioccolata calda e guarderanno uno di quei noiosissimi e vecchissimi film di Natale fino a quando non si addormenteranno sul divano uno addosso all’altro.

Ma in questo momento è sicuramente più spassoso vedere Dazai – lo stesso Dazai Osamu che è il terrore di tutti gli ostaggi della Port Mafia e dei suoi stessi sottoposti - in pigiama e a piedi nudi sul pavimento gelido mentre cerca di evitare quelli che invece di essere cuscini sembrano veri e propri proiettili, mentre Chuuya lo guarda dall’altro della sua posizione elevata, in piedi sul materasso con le mani sui fianchi e l’espressione di chi vorrebbe avere una videocamera per registrare questo momento.

-Mai sentito il detto “chi tace acconsente”, Chuuya?- si lamenta il giovane Esecutivo, distraendosi un attimo. –Tu non hai risposto quindi è come se… -

L’ultimo dei mille cuscini del letto di Chuuya lo colpisce in pieno stomaco, spedendolo a terra. Colpito e affondato.

-Ah! Un punto a Chuuya!- il ragazzo salta felice sul letto, lasciandosi poi cadere seduto sul materasso gongolando vittorioso. Dazai non si muove. -…ehy, hai intenzione di stare lì tutto il giorno?-

Ma Dazai continua a non muoversi e a Chuuya pare addirittura incosciente. Non è che l’ha colpito troppo forte?

-…Dazai?- gattona fino a sporgersi oltre il bordo, occhieggiando verso il suo partner con uno sguardo preoccupato. –Terra chiama Dazai?-

Nessuna risposta.

-…cazzo.- mormora, impallidendo. –L’ho ucciso.-

Con un balzo è in piedi vicino al partner ancora privo di sensi mentre lo studia e pensa cosa fare. –E ora? Che faccio? Chiamo Kouyou? Hirotsu? Che faccio?!-

Sta quasi iperventilando, quando si sente afferrare per i fianchi e sollevare da terra come un sacco di patate. Strilla e scalcia per lo spavento prima che Dazai – stronzo, aveva solo fatto finta – lo immobilizzi contro il materasso e inizi a fagli il solletico.

Chuuya si agita ancora di più e scalcia e ridono insieme. –Non respiro, Dazai! Smet-!-

-Ti arrendi, Chibi?- Dazai non smette di ghignare e fargli il solletico, fino a quando Chuuya ormai senza fiato esala la sua resa: rimangono così, a cercare di riprendere fiato, le gambe nude di Chuuya strette intorno ai fianchi di Dazai e le mani di quest’ultimo sotto la sua maglia dei Metallica.

-Allora?- mormora il giovane Esecutivo senza osare muoversi. –Ti arrendi?-

Chuuya sbuffa fintamente irritato mentre le mani corrono a intrecciarsi nei capelli scuri del suo partner e poi oltre il collo della maglia, sfiorando dolcemente la pelle delle spalle e della schiena lasciata raramente libera dalle bende. –Questo è barare, signor Esecutivo.-

-Senti da che pulpito.-

-Dazai.- questa volta Chuuya sbuffa veramente irritato, mentre lo spinge verso di sé facendo forza sulla sua nuca. –Zitto e baciami.-

Dazai ha sempre le labbra screpolate, ma non gli interessa minimamente.

 

 

 

 

 [Chuuya capisce troppo tardi che quello sarebbe stato l’ultimo Natale passato insieme.]

 

 

 

 

Non si vede un fiocco di neve da più di cinquant’anni, a Yokohama, ma ovviamente proprio oggi che è il suo giorno libero nevica così tanto da quasi paralizzare il traffico se non l’intera città.

Chuuya, a volte, pensa di essere nato sotto una cattiva stella: negli ultimi tempi sembra non gliene vada dritta una – prima la Guild, poi Dostoevskij e dopo ancora Shibusawa. Per non parlare di quella costante nella sua vita che gli provoca delle terribili emicranie un giorno sì e l’alto pure che è Dazai, che anche se continua a dirsi che è uscito dalla sua vita lo perseguita ovunque.

Sospira sconsolato e trema leggermente per tutto il tragitto che dai palazzi della Port Mafia lo avrebbe portato a casa propria, già pregustando quella bottiglia di vino italiano che un cliente di Kouyou aveva portato qualche giorno prima e che lei aveva gentilmente lasciato a lui, stringendosi di più nel cappotto blu e nella sciarpa verde – perché con quella neve col cazzo che tira fuori dal garage la macchina, e men che meno la moto, ed è quindi costretto ad andare a piedi.

Non si sente quasi più i piedi e ha le mani gelide nonostante i guanti, quando svoltando l’angolo sbatte conto qualcuno ed è costretto a barcollare goffamente per non cadere nella neve che era caduta fino a qualche ora prima.

-Ah, chiedo scusa, non stavo guardando dove stavo an…- un cappotto beige e una sciarpa color crema sono la pima cosa che nota, di quella persona. Ulp. -dan… do…-

Poi alza piano lo sguardo, sperando di sbagliarsi…

-…Chibi?- Dazai si volta appena, gli occhi leggermente sgranati per la sorpresa e il viso leggermente arrossato dal freddo.

-Ugh, anche la vigilia di Natale devo vedere la tua stupida faccia?-

Dazai nemmeno si scompone, si limita a ridacchiare. –Così mi ferisci, Chuuya. Sono una gioia per gli occhi, io.-

Il rosso incrocia le braccia con un verso stizzito. Non cambia mai. –Seh, come no.-

Dazai si volta meglio verso di lui e solo in quel momento Chuuya nota i guanti – Dazai non ha mai portato i guanti… Ah, già, in quattro anni le cose cambiano. Inconsciamente stringe i pugni, la pelle dei suoi guanti che protesta pe lo sforzo.

-Oh.- il tono stupito del suo ex partner lo riporta alla realtà. Alza gli occhi. –Ha ricominciato… -

Piccoli fiocchi di neve iniziano di nuovo a cadere sulla città, insieme agli sbuffi scocciati degli adulti e alle risate divertite dei più piccoli. Dazai osserva il cielo e i fiocchi che si posano sul palmo della mano con lo stesso stupore dei bambini – perché, che siano disposti ad ammetterlo o no, non sono mai stati bambini come gli altri che potevano giocare nella neve…

Non si rende nemmeno conto di avere stretto quella mano nelle proprie; Dazai lo guarda perplesso, ma gli permette di sfilagli il guanto nonostante un’iniziale ritrosia: la mano e il polso sono completamente liberi dalle solite bende, in modo che quei tagli sottili che percorrono l’interno del braccio siano in parte visibili – non che Chuya abbia bisogno di vederli per sapere che sono lì; si sorprende di vedere che sono tutti dei segni cicatrizzati e vecchi, sembrano tante piccole pennellate ormai secche sulla sua pelle pallida.

-…sotto i guanti si arrotolavano e mi davano fastidio.- ceca di giustificarsi e di ritirare la mano. Gli dà ancora fastidio che vedano le sue cicatrici? Per un attimo, Chuuya si chiede se qualcuno, all’Agenzia, le abbia mai viste tutte e per un attimo gli sale nel petto una strana sensazione d’orgoglio a pensare di essere l’unica persona di cui Dazai si è mai fidato abbastanza da mostrarsi ferito e spaventato.

Continua a tenergli il polso in quella presa morbida e delicata. E lo sente, sotto le dita, il polso troppo sottile e le ossa del braccio in evidenza come spuntoni contro la pelle e pensa che gli basterebbe un minimo di forza in più per fratturarle…

Lo sta ancora tenendo per il polso, quando lo vede chinarsi piano verso di sé. Sobbalza appena, arretrando, ma un braccio gli stringe gentilmente la vita e glielo impedisce mentre Dazai mormora un lieve “Scusa.” contro le se labbra prima di baciarlo. Chuuya riesce solo a pensare quella è foese la prima volta da quando lo conosce in cui sente Dazai scusarsi e crederci davvero – non quelle scuse senza sentimento che rifilava a Mori o a Kouyou, scuse vere, scuse sentite.

…per cosa, Chuuya non ha il coraggio di chiederglielo, non ora mentre gli circonda il collo con le braccia e si solleva un poco sulle punte per averlo più vicino.

Nemmeno il loro primo bacio era stato così dolce.

Si accorge forse con qualche secondo di ritardo che nonostante gli anni passati ci sono ancora tutti quei piccoli dettagli che gli ricordano i suoi inverni da adolescente, quei Natali passati insieme a ridere senza un apparente motivo e finire quasi sempre a fare una battaglia di cuscini.

Gli viene da sorridere, Dazai lo nota subito: lo osserva con il suo solito sguardo indagatore senza però la pretesa di ottenere una risposta, ma Chuuya non sa resistere ai suoi occhi – che a primo acchito sembrano quasi neri ma in realtà hanno lo stesso colore della cioccolata calda.

-…hai le labbra screpolate.- sussurra e ride ancora ma lo bacia di nuovo, perché in fondo quella è una di quelle piccole caratteristiche dell’altro che gli piacciono da impazzire. Si alza di più sulle punte dei piedi e le braccia di Dazai si stringono di più intorno alla sua vita, incuranti degli sguardi che possono attirare – proprio come i ragazzi di Prévert, Chuuya ha sempre adorato quei versi perché è sempre stato un inguaribile romantico.

-Ho del Chianti, a casa.- mormora a un soffio dalle labbra di Dazai. Ha notato solo ora che la neve ha iniziato a fermarsi, per terra e sulle loro teste.

Dazai ride. –Lo sai che il vino non mi piace… -

-Ho anche dello Scotch.- lo interrompe. –Regalo di Hirotsu. Scozzese. Puro malto. Invecchiato undici anni.-

Il sorriso di Dazai non ha prezzo e gli fa scattare qualcosa dentro e vorrebbe baciarlo ancora fino a fargli mancare il fiato. –Mi vizi, così.-

-Ma chi ti vuole viziare.- sbuffa mentre lo trascina dietro di sé per il polso. –Lo sai che a me i liquori non piacciono. Mi dispiaceva lasciarlo lì a diventare cattivo, tutto qui.-

Lo sente ridere e mormorare qualcosa che non comprende. Sa solo che ha impiegato pochissimo tempo a raggiungere casa propria.

Che si sia messo a volare senza accorgersene?

 

 

 

 

[Chuuya si ritrova a sorridere, quando nota che questo è il primo Natale passato di nuovo insieme. E spera il primo di tanti altri…]

 

 

 

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri post Partum

…il titolo non ha molto senso, ma mi piaceva come suonava(??)

Alla fine l’aria natalizia ha contagiato anche questo ibrido tra il Grinch e il signor Scrooge che è l’autrice.

Yeh.

Questa – hum – cosa doveva essere soltanto una cosuccia semplicissima ispirata a quella meraviglia di art ufficiale per Morinaga, ma la situazione mi è sfuggita di mano a causa dei troppi mokaccini e a uno studio matto e disperatissimo e si è trasformata in questo. Nemmeno io so come definirla – la Sere propone la definizione “libera ispirazione a A Christmas Carol” ma non so quanto possa essere adeguata.

Insomma.

Vogliamo davvero parlare dello Spirito del Natale Futuro? Io ho ancora un trauma per colpa sua, non avrei il coraggio di fare passare lo stesso a uno di loro due infatti passano di peggio in alte ff, Giulia e la coerenza.

 

…mannaggia quanto sono inconcludente.

Maki

 

P.S.: non interessa a nessuno, ma la maglia dei Metallica è un mio headcanon, perché per qualche ragione la intro della character song di Chuuya mi ricorda quella di The Unforgiven.

P.P.S.: per Natale regalate a questa povera autrice una recensione! Se lo fate, vi regalo una fetta di panettone.

  
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