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Autore: xjnicodiangelo    23/12/2017    2 recensioni
Nico si era ritrovato a riconsiderare seriamente le sue scelte di vita quando Will aveva annunciato estasiato due giorni prima: «Dovremmo andare tutti in Guatemala!» Il figlio di Ade, insieme ai sette della profezia, era disteso su uno degli spazi verdi del campo, a godersi quel caldo pomeriggio, e ora stavano tutti fissando il biondo come se gli si fosse spuntato un terzo occhio.
Ma l’unico –o almeno il primo– a proferire parola fu proprio l’italiano: «Perché mai, Will?» Il fastidio era chiaro nella voce, ma questo, ovviamente non ebbe alcun effetto sul figlio di Apollo, che lo guardò accigliato: «[...] Perché ci sono gli allevamenti di alpaca!»
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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What a lovely trip
 

Nico si era ritrovato a riconsiderare seriamente le sue scelte di vita quando Will aveva annunciato estasiato due giorni prima: «Dovremmo andare tutti in Guatemala!» Il figlio di Ade, insieme ai sette della profezia, era disteso su uno degli spazi verdi del campo, a godersi quel caldo pomeriggio, e ora stavano tutti fissando il biondo come se gli fosse spuntato un terzo occhio.
Ma l’unico –o almeno il primo– a proferire parola fu proprio l’italiano: «Perché mai, Will?» Il fastidio era chiaro nella voce, ma questo, ovviamente non ebbe alcun effetto sul figlio di Apollo, che lo guardò accigliato: «Oh, vediamo: perché una gita sarebbe d’aiuto a tutti! Perché è un gran bel posto, ma cosa più importante: ci sono gli allevamenti di alpaca!» Se l’ultima frase era stata detta con meraviglia infantile, era solo un piccolo dettaglio trascurabile.
Il più basso, aveva assunto un’area confusa, ma stavolta fu battuto sul tempo dal figlio di Poseidone: «Cosa sono gli alpaca?» La voce del semidio aveva assunto una nota incerta nel pronunciare la parola sconosciuta. Annabeth, accanto a lui, stava scrutando l’unico ragazzo in piedi, mentre spiegava al suo ragazzo –e inconsciamente anche a qualcun altro–: «Sono degli animali, che ricordano dei lama, il cui vello  è molto utilizzato per fare coperte, tappeti, pellicce e cappelli.» Ad annuire alle nuove informazioni, non fu solo il figlio di Poseidone, ma la metà dei semidei presenti e Will si chiese come si facesse a vivere senza essere al corrente dell’esistenza di animali così adorabili, tanto che si sentì in dovere di aggiungere: «Ed anche incredibilmente adorabili!» Appoggiando la sua affermazione recuperando il cellulare –reso da Leo a prova di semidio– e mostrando al gruppo foto su foto di quegli animali.
 
Quindi eccoli lì, in Guatemala a percorrere la strada per l’allevamento, in quanto il figlio di Ade era stato in grado solo di portarli al centro della città viaggiando nell’ombra. Ora era probabilmente quello che se la passava meglio, in quanto, a causa della stanchezza, viaggiava aggrappato alla schiena del suo fidanzato con le gambe strette intorno alla sua vita e le braccia intorno al suo collo, con le braccia dell’altro sotto le cosce a dargli maggior supporto. Il biondo tuttavia non sembrava lamentarsi, anzi canticchiava la nuova hit di Taylor Swift sorridendo. Nico non poteva lamentarsi.
Erano i primi della fila di semidei, con Percy ed Annabeth mano nella mano subito dopo. Dietro di loro, Jason e Piper camminavano abbracciati, parlottando tra loro a bassa voce. Insieme a loro, c’era Hazel, con un Frank trasformato in furetto sulla spalla, a quanto pare troppo stanco per camminare. A chiudere la fila, c’erano Leo e Calypso che camminavano uno affianco all’altro, spintonandosi e ridendo di tanto in tanto.
«Come ti senti?» aveva chiesto il biondo, avendo appena smesso di canticchiare. L’italiano in risposta aveva affondato maggiormente il volto nel collo del figlio di Apollo, beandosi del suo profumo prima di rispondere: «Meglio. L’ambrosia ha sicuramente fatto il suo lavoro.» L’altro aveva annuito: «Sicuramente. Ma dim-» si era fermato una volta notata l’insegna lontana pochi metri: «Oddei, siamo arrivati!» E da dove avesse preso tutta l’energia per iniziare a correre con il peso del proprio fidanzato addosso, restò un mistero per tutti.
 
Will era incantato: quegli animali erano bellissimi, adorabilissimi e sofficissimi! Sì, ne aveva accarezzato qualcuno nonostante il recinto e il rischio di ricevere saliva in faccia e ne era assolutamente valsa la pena. Il biondo si guardò intorno, alla ricerca del proprio fidanzato, per ripetergli ancora una volta quanto fossero carini quegli esseri, ma lo vide lontano qualche metro.
Si voltò verso l’alpaca che aveva fissato fino a quel momento e gli sorrise promettendogli che sarebbe tornato a breve, prima di intraprendere una marcia verso il figlio di Ade. Una volta arrivato a portata d’orecchi, esordì: «Che ci fai qui da solo? Ne abbiamo già parlato: devi interagire con gli altri!» L’altro alzò gli occhi al cielo: «Non si tratta di questo, Will. Non piaccio particolarmente agli animali, perché non so se te lo ricordi, ma irradio morte.» Il figlio di Apollo lo osservò per qualche secondo perplesso, decidendo poi: «Che può succedere? Mal che vada ti ritrovi sputo di alpaca in un occhio.» con tanto di scrollata di spalle. Il minore aveva fatto per ribattere ma stava già essendo trascinato verso il recinto.
Una volta arrivati tutti gli animali si erano dati alla fuga, allontanandosi il più possibile dal moro. Proprio mentre quest’ultimo stava per ammonire il suo fidanzato con un “Te l’avevo detto”, un alpaca si era fatto largo verso di loro. L’italiano ignorò il verso estasiato che lasciò le labbra del biondo, e osservò l’essere dal pelo nero e apparentemente sofficissimo sporgersi verso di lui alla ricerca di contatto.
Si voltò straniato verso Will, che gli sorrise afferrandogli la mano e poggiandola sul collo dell’animale, che sembrò apprezzare le carezze tanto che cercava di farsi più avanti e seguiva la mano di Nico, che sorrise intenerito alla scena.
 
Percy stava avendo un’accesa sfida di sguardi con un alpaca dall’aspetto molto coccoloso, con il pelo lungo e castano chiaro, se non fosse per lo sguardo che sembrava quasi malevolo. Era così preso da ciò che stava facendo, che non si era nemmeno accorto del teatrino appena successo tra il figlio di Ade, Will e l’alpaca nero e di Annabeth che si allontanava da lui per ammirare meglio la scena e scattare delle foto. Quindi quando la figlia di Atena era ritornata al suo fianco ancora ridendo ed esclamando: «Chi lo avrebbe mai detto!» Si ritrovò piuttosto confuso e a chiedere chiarimenti alla sua formidabile ragazza.
Dopo aver ascoltato la spiegazione fornitagli dalla bionda, si voltò verso i due ragazzi protagonisti dell’episodio per notare che si erano allontanati dal recinto e si dirigevano allo stand in cui vendevano vari gadget –nessuna domanda, prego– e restò interdetto sbuffando: «Non è giusto: volevo vedere anch’io!»
La ragazza sorridendo divertita aveva alzato un sopracciglio al suo fidanzato: «Ho provato a coinvolgerti, ma non mi hai degnato di alcuna attenzione: eri troppo impegnato a fissare il tuo amico alpaca, qui.» Il figlio di Poseidone l’aveva guardata incredulo aprendo e chiudendo la bocca varie volte prima di trovare la cosa giusta da dire: «Uno –tenendo il conto sulle dita– : non chiamarlo mio amico, non fa altro che starsene lì a fissarmi maligno! Due –aggiunse un dito– Se un qualsiasi essere mi sfida con lo sguardo, non posso ignorarlo, scusami!» 
Annabeth lo guardò perplessa per qualche secondo, scoppiando poi a ridere: «Ti rendi conto che ciò che hai detto sia estremamente stupido, vero Testa d’Alghe?» Il moro si era morso il labbro inferiore: «Sì. Ora, che ne dici di lasciarci tutto alle spalle ed andare ad importunare qualche alpaca più carino di questo?»
 
Jason scosse la testa sorridendo alla scena di Percy che infantilmente faceva la linguaccia all’alpaca corrucciato prima di allontanarsi a braccetto con la figlia di Atena. Una volta ripresosi dall’ilarità del momento, si accorse di essersi avvicinato troppo al recinto –e ad un alpaca troppo sporto per i suoi gusti– quindi storse il naso aggiungendo distanza tra se stesso e l’essere peloso.
Si voltò verso Piper, per trovarla a ridacchiare e carezzare l’animale con dolcezza. Rimase incantato per qualche secondo ad osservare quanto fosse bella, prima di rendersi conto che la ragazza stava ora abbracciando uno di quegli animali puzzolenti e imprevedibili –non aveva paura di ricevere saliva sul volto?– ed inorridire borbottando: «Pips, allontanati, dai!» Al suono della sua voce, la mora si era voltata verso di lui replicando: «Perché dovrei? È dolcissimo!»
Il figlio di Giove la fissò perplesso ribattendo, con tanto di conto sulle dita: «Perché puzza terribilmente? Perché potrebbe sputarti addosso? Perché potrebbe morderti o farti del male? Quanti altri motivi vuoi che ti dia?» La figlia di Afrodite scosse la testa e sbuffò, allontanandosi dall’animale per raggiungere il suo fidanzato: «Calmati, non pensarci! Avvicinati ed accarezzalo, su!» Il biondo fece per ribattere ma la ragazza non gliene diede modo perché lo trascinò vicino all’essere e gli prese una mano posandola sul collo dell’alpaca.
Jason si stupì per quanto fosse soffice il pelo dell’animale e quasi dimenticò della puzza e le cose che sarebbero potute andare storte nello stare troppo vicino ad uno di quegli esseri. Fin quando l’alpaca gli diede modo di ricordarli, s’intende.
 
Hazel stava decisamente ridendo troppo. Le faceva male la mascella e si teneva lo stomaco, ma non riusciva a trattenersi in alcun modo: la scena dell’alpaca che piantava uno spunto in mezzo agli occhi del figlio di Giove era stata fin troppo esilarante. Appoggiò una mano sul petto del suo fidanzato, anche lui in preda alle risate, in cerca di sostegno ricevendo in risposta le braccia dell’altro intorno alla vita, mentre insieme continuavano a ridere.
Una volta smesso, la riccia aveva alzato lo sguardo incontrando quello dell’altro e si era messa in punta di piedi per poter accostare i loro nasi e strofinarli dolcemente. Si allontanò poi il giusto per poterlo guardare negli occhi e ricambiare il dolce sorriso che aveva preso possesso del suo volto. Furono interrotti dal candido alpaca di fronte a loro che emise un verso per richiamare la loro attenzione alla ricerca di carezze. Sorrisero staccandosi per accontentare l’animale, che si sporse maggiormente in apprezzamento.
«Sono davvero dolcissimi.» aveva commentato il figlio di Marte assorto, affondando le dita nel soffice pelo dell’animale. La riccia aveva annuito in consenso domandando: «Puoi trasformarti in un alpaca?» l’altro restò perplesso per qualche secondo prima di replicare: «Non lo so.» scrollando le spalle. La ragazza aveva sorriso: «Dovresti provarci.»
Il pretore romano aveva fatto per rispondere, ma era stato interrotto da uno degli allevatori che era spuntato accanto a loro sorridente: «Vedo che avete conosciuto Chiara!» allungando anche lui una mano per dare qualche carezza all’adorabile ammasso di pelo. I due avevano annuito e Frank aveva esclamato: «Ha un pelo davvero soffice!» L’allevatore aveva sorriso smagliante: «Vero? È anche la più dolce ed in cerca di coccole degli esemplari qui.» Se la figlia di Plutone aveva squittito estasiata in risposta, nessuno doveva saperlo.
 
Calypso aggrottò le sopracciglia e si voltò verso Leo esclamando: «Chiamiamo anche noi l’allevatore, voglio sapere come si chiama quest’alpaca!» Ma dovette confrontarsi con la patetica scena che le si presentava davanti agli occhi: il figlio di Efesto che si impegnava a fare smorfie all’alpaca che lo guardava perplesso dal recinto.
Osservò inespressiva la scena cercando di capire per quanto sarebbe andata avanti, e quando notò che l’ispanico non aveva intenzione di farla finita, incrociò le braccia la petto e sbuffò: «Penso che dovresti smetterla di mettere alla prova la pazienza di quest’alpaca, altrimenti potresti ritrovarti come Jason.» L’altro non l’aveva degnata di uno sguardo e aveva continuato a fare ciò che stava facendo replicando: «Lei non lo farebbe mai, mi ama troppo!» e facendo anche un occhiolino all’animale.
La mora si accigliò: «Da cosa hai dedotto si tratti di una lei?» Il figlio di Efesto si era voltato brevemente verso di lei per rivolgerle un sorriso malandrino: «Dal feeling tra noi, non vedi quanto mi sta vicina? Sono irresistibile persino per gli animali!» Calypso notò l’alpaca sporgersi ulteriormente e preoccupata si fece avanti, poggiandogli una mano sull’avambraccio: «Sul serio, Leo, smettila, dai.» Il diretto interessato la dismise con un gesto della mano: «Calmati, Raggio di sole: so cosa faccio! –Si era poi voltato verso l’essere ancora corrucciato ed ora più vicino visto che si era persino sporto in avanti– Ti ho rubato il cuore, vero baby?» E la figlia di Atlante se lo aspettava, per cui si accorse quando l’animale stette per sputare e strattonò il riccio per il braccio, portandolo via dalla traiettoria. E mentre l’ispanico rideva, diede sfogo alla sua rabbia.
 
Nico sorrise alla scena che si presentava davanti ai suoi occhi: Calypso stava prendendo a schiaffi il braccio dell’ispanico che alternava la propria risata a gemiti di dolore. Il figlio di Ade alzò la mano e la voce per farsi sentire anche dai litiganti: «Posso unirmi anch’io al pestaggio?» Il resto dei semidei giunto ad assistere alla scena rise, mentre il diretto interessato emise un «Ehi!» offeso, seguito da «Pensavo fossimo amici, Di Angelo!» a cui l’italiano rispose con una scrollata di spalle e un ghigno, poggiandosi poi al suo fidanzato biondo.
Leo e Calypso si avvicinarono al gruppo, accolti subito da Jason, che aveva rifilato anch’egli una sberla al riccio sbottando: «Non avresti dovuto scherzarci tanto: avresti potuto rimetterci un occhio!» Il figlio di Efesto aveva ghignato: «Tu ne sai qualcosa vero, amico?» L’altro assunse un’espressione offesa ed andò a rifugiarsi tra le braccia della sua ragazza, non prima di avergli rivolto un «Traditrice!» per via del sorriso smagliante che sfoggiava.
«Penso sia ora di andare, non credete?» Hazel aveva riportato tutti all’attenzione. La figlia di Atena annuì, così come il figlio di Giove –che non vedeva l’ora di lasciare quel luogo infernale–, ma prima che potessero dichiarare la decisione presa, Will espresse il suo dissenso: «Ma io voglio un alpacasso!»
Annabeth alzò gli occhi al cielo, mentre tutti gli altri semidei sembravano cadere dalle nuvole e si lanciavano sguardi perplessi. Stavolta fu Leo il primo a rendere nota la confusione comune: «Cosa diamine sarebbe un alpacasso, Doc?» Il biondo rivolse al gruppo uno dei suoi sorrisi più smaglianti: «Un peluche a forma di alpaca!»
«Acquistabile solo online o in Giappone.» aveva aggiunto la figlia di Atena, provocando il silenzio nel gruppo. Il figlio di Poseidone era stato il primo ad obiettare: «Non se ne parla, abbiamo viaggiato abbastanza per oggi!» avviandosi verso l’uscita dell’allevamento, seguito da Nico che: «Se vuoi, puoi andarci: ma da solo ed a piedi!» si era poi apprestato a raggiungere il gruppo, alla ricerca di un posto isolato dove poter sparire senza dare nell’occhio. Il figlio di Apollo sbuffò, ma seguì comunque gli altri, riprendendo a canticchiare l’ultima hit della Swift con un braccio intorno alle spalle dell’italiano.

Ehilà!
I'm completely aware che avevo detto che sarei tornata presto, and I'm so sorry but school got in the way, quindi forgive me, pls. Then, ci terrei a precisare che questa non è una delle storie già finite che stanno a prendere polvere nel mio computer, ma una storia che ho iniziato quest'estate e due giorni fa -causa: assenza di wifi- ho ultimato.
E niente, questa storia deriva dalla mia malsana ossessione per gli alpaca quindi non ho troppo da dire. Come al solito, ho aggiunto l'avvertimento "OOC" perché credo che siano tutti un po' out of character; also, questo allevamento è stato puramente inventato da me, idk se ne esista qualcuno del genere -e nemmeno se abbia uno stand per gadget vari-. 
Se vi state chiedendo perché io abbia scelto di chiamare un alpaca Chiara, sappiate che non ha niente a che fare con la mia adorata figlia di Tyche -che per la cronaca, in origine doveva essere presente, ma poi ho deciso di omettere-, ma con un'adorabile personcina che "Chiama un alpaca Chiara" and I was happy to oblige.
Credo di aver detto tutto, e niente spero vi sia piaciuta questa piccola storiella senza pretese and I hope you will leave una recensione per lemme know what do you think about it!
So much love fo yall e alla prossima!

Ps: @DemigodsSquad I did it
  
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