Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Scarlet Jaeger    23/12/2017    1 recensioni
Kai Hiwatari
Il monastero riportato a nuova vita.
Una lettera del presidente Daitenji ed una donna, che sconvolgerà irrimediabilmente la pace appena ritrovata del ragazzo e dei suoi compagni russi.
Antichi ricordi che sembravano dimenticati.
Di nuovo il dolore torna a farsi spazio in quelle mura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6

 

Sentiva freddo Kai, nella solitudine della sua stanza. Erano passati mesi dal suo arrivo al monastero, ma in lui non era cambiato nulla. Era sempre il solito ragazzino testardo, volenteroso a migliorarsi e fermo nella sua voglia di fare sempre le cose di testa sua, anche a quell'età. Se non fosse stato il nipote di uno dei pezzi grossi del posto, probabilmente sarebbe incappato molte più volte nelle varie punizioni o nella tanto temuta “stanza delle torture”. Vorkov ce l'aveva spedito una volta, poco dopo il suo arrivo, per indottrinarlo a quello che gli sarebbe capitato se non avesse mostrato un minimo di obbedienza. Il tutto, sotto il consenso di quel pazzo di suo nonno.
Quella sera inoltre non aveva mangiato nulla, per un'altra ignobile punizione. Era stato spedito in camera sua con un tozzo di pane ed un bicchiere di latte. Insomma, lui era Kai Hiwatari, non uno qualunque!
Così, sotto quel ferreo pensiero, decise di sgattaiolare nei corridoi e raggiungere le cucine, a quell'ora sicuramente vuote. Avrebbe sgraffignato qualche prelibatezza e se la sarebbe ridata a gambe verso la sua stanza, riuscendo finalmente a prendere sonno senza che i morsi della fame glielo impedissero.
Era anche andato tutto liscio nel percorso. Aveva evitato le telecamere, era passato nell'ombra delle torce accese e si era imbucato nella sua meta, stando attento a non accendere la luce e sbattere troppo pesantemente la porta.
Per fortuna la luna alta nel cielo illuminava la stanza, abbastanza per riuscire a vedere dove mettesse i piedi e dove fosse la dispensa.
C'era quasi, un solo piccolo passo ed il suo stomaco si sarebbe quietato.
Ma purtroppo qualcosa andò storto.
« Non dovresti essere qua Hiwatari... »
La voce tagliente e leggermente divertita di una bambina risuonò nelle sue orecchie, costringendolo a voltarsi con la mascella serrata, colto con le mani nel sacco. Inoltre, nonostante non riuscisse a vederla completamente nella semi oscurità dello stanzone, riconobbe immediatamente la sua voce.
« Nemmeno tu. » Rispose risoluto, continuando il suo operato.
Lei però non si dette per vinta e si avvicinò al ragazzino di qualche passo, intimidatoria.
« Sono molto tentata nel dare l'allarme. Ma non lo farò se tu adesso te ne torni da dove sei venuto. » Continuò lei con le mani sui fianchi.
« Oh, lo farò, ma non prima di aver concluso quello che stavo facendo. » Parlò senza degnarla di uno sguardo, cercando di arrampicarsi sul piano di lavoro, ma a lei non andò a genio la sua mancanza di rispetto.
« Io non credo! » Ringhiò furente, prendendolo per un piede e tirandolo giù di colpo, fino a farlo cadere a terra di schiena.
Emanò un sibilo di dolore e raggiunse le iridi grigie di lei con uno sguardo sprezzante.
« Maledetta. » Disse tra i denti, alzandosi in piedi con un balzo e dandole uno spintone talmente forte da farla finire addossata al mobilio della cucina.
Anche lei emise un rantolo di dolore, così impetuoso da farle addirittura chiudere gli occhi per un secondo. Ma quando li riaprì, di Kai Hiwatari non c'era nemmeno l'ombra. Però lei sapeva benissimo cosa fare e così, con un sorrisetto sinistro stampato sulla faccia, si diresse nell'ufficio di Vorkof.
Un'ora dopo il ragazzino era chiuso nella stanza delle torture e lei lo osservava compiaciuta dalla sala dei monitor.

 

Dopo lo scontro alla BBA, i Bladebreakers si erano ritrovati tutti a casa di Takao come i vecchi tempi. Erano quattro anni che Kai non vedeva le mura di quella casa, ma come per il resto della sua vecchia vita non era cambiato nulla. Nemmeno nonno Jay, che nonostante alcuni acciacchi della vecchiaia se la passava piuttosto bene. Era sempre arzillo ed era sempre in costante allenamento con la sua spada di Kendo. Non lo biasimava d'altra parte, adesso aveva un ragazzino scalmanato in più a cui badare.
Quello a cui aveva rivolto solamente un freddo saluto era stato Hitoshi, ma solo per colpa dei vecchi dissapori passati; sia durante l'ultimo campionato del mondo, sia per la vicenda della B.E.G.A. Non era riuscito a superare il fatto che non avesse mosso un dito quando Brooklyn, suo protetto, lo aveva quasi spedito all'altro mondo. Per fortuna il primogenito dei Kinomiya aveva pensato bene di non prendere parte alla conversazione.
« Allora Kai, adesso che ti sei battuto con Takao puoi dirci come sono andati questi quattro anni? » A prendere parola fu Rei, con il suo solito sorriso bonario.
Gli occhi ametista del chiamato in causa saettarono in quelli del compagno cinese, prima di osservare un punto indefinito della stanza.
« Dopo la morte di mio nonno mi sono dovuto prendere le mie responsabilità ed ho ereditato il monastero. » Disse spiccio, ma tutti loro sapevano quanto Kai non amasse parlare di sé.
Infatti tirarono tutti un sospiro rassegnato, ridacchiando sotto i baffi. Non avevano avuto più sue notizie, se non qualche sporadica lettera con all'interno qualche informazione sulla vita che stava conducendo. Anche con l'uso della tecnologia e delle mail non era cambiato affatto. Ogni tanto riceveva qualche messaggio, ma tra i miliardi di cose alla quale doveva pensare si scordava prontamente di rispondere.
Era fatto così, non gliene facevano certo una colpa. Anche perché, quando voleva, si faceva vivo sempre lui. Come quella volta, anche se c'era stata un'altra motivazione dietro quella scelta.
« Yuri ed i ragazzi come stanno? » A prendere parola fu Daichi, ovviamente con la bocca piena dei biscotti che il padrone di casa aveva sgraffignato dalla cucina.
« Tutto bene. » Disse il russo, quasi schifato dalla poca educazione di quel selvaggio. Ma, in fondo, non era poi così diverso dal suo vecchio amico e rivale.
« E quindi ripartirai domani? » Chiese Max, distraendo il ragazzo dalla vista del rosso che si abbuffava come un maiale.
« Sì, e a tal proposito vorrei chiedervi una cosa... » Rispose il ragazzo, attirando su di sé tutti gli sguardi interdetti dei presenti.
« Cosa? » Fecero quasi in coro, dando modo ad Hiwatari di prendere una copiosa boccata d'aria prima di esporre i propri dubbi.
« La ragazza che era con voi nell'ufficio del presidente, chi è? La conoscete? » Chiese tutto d'un fiato, altalenando lo sguardo su ognuno dei suoi amici per osservare tutte le loro reazioni.
« Ma, la conosci anche tu! » Gli fece Takao, aggrottando le sopracciglia per quella strana domanda. A quella occasione però, fu Kai ad alzare un sopracciglio per l'interdizione.
« No. Sono assolutamente certo di non averla mai vista. » Disse fermamente, portando le braccia conserte al petto.
Il padrone di casa e gli altri quattro amici si guardarono straniti per un istante, ma a riprendere il discorso ci pensò Rei.
« Sono anni che lavora alla BBA, addirittura dal primo campionato nazionale. » Gli spiegò. « Me la presentò il presidente in persona. Quell'anno fu lui a condurmi in Giappone per partecipare al torneo. Le disse di farmi compagnia mentre lui svolgeva alcune mansioni. »
Il russo rimase quasi scioccato da quell'affermazione. Stava quasi per aprire bocca, ma Takao lo precedette.
« Noi l'abbiamo conosciuta poco dopo, e poi l'abbiamo sempre vista in sede... Possibile che tu non ci abbia mai fatto caso? » Continuò, ma sembrava che l'amico non l'avesse davvero mai vista.
« Figurarsi, scommetto che è stato sempre preso dai suoi affari da non ricordarsi nemmeno di avere degli amici, figurarsi degli sconosciuti! » La schiettezza di Daichi fece irrigidire tutti, ma dovettero a malincuore ammettere che aveva ragione. Kai non si era mai scomodato a mostrare interesse verso gli altri, a meno che non fossero i sui più fidati amici. In occasioni normali arrivava in sede in all'ultimo secondo, in tempo per le sfide, oppure non si presentava neanche. Era fatto così, e se anche avesse incrociato la sua strada con alcune persone non si sarebbe neanche degnato ad alzare su di loro il suo sguardo ametista.
Oppure era lei che non voleva farsi vedere da lui...
« Brutto maleducato! » A rompere di nuovo la tensione scesa su di loro ci pensò Hilary, tirando un mirato cazzotto in testa al ragazzino che, con la più naturale nonchalance, si espresse con un: “e che ho detto?!”
« Ma poi perché questa domanda? » Takao fu sfacciatamente inquisitore. Aveva anche parlato con la sua solita arietta beffarda di quando si sta bellamente impicciando degli affari altrui.
Kai fece spallucce come al solito, evitando di rispondere. Ovviamente si aspettavano anche questo. Quando si sentiva troppo pressato dalle domande o dal dover rivelare più del dovuto si chiudeva in sé stesso, evitando di rispondere senza però passare da maleducato. Trovava sempre un modo spettacolare per tirarsi fuori dalle domande inquisitorie dei suoi ex compagni di squadra.
« In ogni caso mi dispiace che dobbiate partire così presto... » Cambiò subito discorso il campione del mondo, lasciandosi andare in un tono fin troppo malinconico.
« Oh Takao... » Sospirò Rei abbassando lo sguardo, lasciando un sorriso tirato sulle labbra. Anche Max sorrise cordiale, ma di nuovo a prendere parola fu Daichi.
« Suvvia, non disperarti, non vanno mica dall'altra parte del mondo! » Fece spallucce ma si beccò delle incredibili occhiatacce da tutti i suoi compagni. Hilary compresa.
« Hey brutto ignorante, ma la studi la geografia a scuola? » Gli inveì contro il padrone del mondo, prendendolo nel sacco. « A volte mi domando perché mio nonno insiste a mandartici. Rimani comunque un troglodita! »
« Senti chi parla! Tu non sapevi nemmeno l'esistenza del fuso orario, e poi sarei io l'ignorante? » Si difese il più piccolo, notoriamente arrossito per la mera figuraccia appena fatta.
Anche Kinomiya fu incredibilmente colpito dall'affermazione del compagno, facendosi piccolo piccolo al suo posto ed arrossendo come mai aveva fatto prima d'ora, facendo scoppiare tutti a ridere. Almeno riuscivano a spezzare la tensione che si creava sempre nel momento dei saluti.
« E tu non conoscevi gli aerei! Anzi, vogliamo parlare della tua paura di volare?! » Ridacchiò il più grande, ma servì l'intervento provvidenziale del professor Kappa per far calmare le acque e rimettere i due in riga, altrimenti avrebbero continuato ad offendersi per ore. Ma almeno erano riusciti nel loro intento. Stavano ridendo tutti, Kai compreso.
« Quindi tornerai in Cina? » Chiese Max rivolto a Rei, che annuì tristemente.
« Mi piacerebbe restare, dico davvero, ma da quando sono stato nominato capotribù non posso allontanarmi per periodi di tempo troppo lunghi. Non senza un adeguato preavviso e senza che io nomini un sostituto... » Rispose cordialmente il moro, spostando lo sguardo ambrato su tutti i suoi vecchi compagni di squadra.
« Comunque mi ha fatto piacere rivedervi. Sarebbe bello organizzare di nuovo qualcosa insieme. Potreste chiedere al presidente di indire un nuovo campionato, anche se non sono sicuro che riusciremmo a formare di nuovo la nostra squadra. Però potremo comunque rivederci... » Ridacchiò. « E tu Max? Tornerai negli stati uniti? » Chiese poi rivolto al biondo, che sospirò sommessamente.
« Credo di sì. In fondo mi piace stare laggiù, e posso passare del tempo con mia madre. Nella mia infanzia ed adolescenza è sempre stata assente per me... » Ammise, abbassando a terra gli occhi azzurri, solitamente sempre accesi di incredibile giovialità. « Però rimarrò qua ancora fino al diploma. » Sorrise.
« Sentite. Adesso abbiamo aggiornato tutti i nostri indirizzi, mail e numeri di telefono, non avete più scuse! »
Takao si alzò di scatto dalla sua posizione, ponendo una mano al centro del tavolo.
« Siamo d'accordo? » Continuò, aspettando che i suoi amici lo imitassero.
Quando le mani di tutti i presenti, compresa quella di Hilary, furono messe a piramide sopra quella del campione del mondo, si osservarono in silenzio per qualche secondo. Erano sicuri che ci fossero ancora molte cose da dire. In fondo erano passati anni dall'ultima volta che avevano trascorso del tempo insieme, ma come avevano detto in precedenza, non sarebbero importati gli anni trascorsi, si sarebbero accolti di nuovo a braccia aperte.

 

Intanto, nella sede della BBA, Yuka stava riordinando le sue cose. Doveva scegliere quale lasciare e quale portarsi in Russia. Era una decisione abbastanza ardua, visto che aveva passato quasi una vita intera dentro quell'ufficio. C'erano tutti i suoi oggetti, le sue penne, i suoi tacquini, i suoi appunti, il suo pc. Etc. Insomma, la maggior parte della sua vita si era svolta luogo in quel posto. Nel suo appartamento oramai c'erano rimaste solo le cose più essenziali. In fondo non c'entrava molta roba in un piccolo monolocale. Le era rimasto solo quello dal suo arrivo in Giappone e non aveva mai pensato di cercare un appartamento più grande. Per quanto ci stava poi... Ci andava solamente per cena e per la notte, visto che le pause pranzo le faceva sempre fuori, insieme a qualche collega. Ultimamente le era capitato anche di pranzare insieme ad Hitoshi Kinomiya, che aveva conosciuto sempre grazie a Daitenji.
Un lieve bussare alla porta però la riportò alla realtà, destandola dai suoi affari e dando modo alla persona misteriosa di farsi avanti.
« È un brutto momento? » Chiese l'uomo appena entrato, una volta chiusa la porta alle proprie spalle.
« Oh presidente Daitenji, non l'aspettavo. Venga pure a sedersi, è successo qualcosa? » Chiese preoccupata, preparando la sedia per farlo sedere. Lui la raggiunse con il suo passettino svelto, aiutato dall'immancabile bastone da passeggio.
« In realtà volevo salutarti. » Le rispose con un sorriso, facendola sorridere a sua volta.
« Ma non doveva scomodarsi lei, sarei venuta io prima di uscire. » Gli disse, scuotendo divertita la testa.
« Non voglio trattenerti oltre nel tuo ultimo turno. Puoi andare appena finisci di prendere le tue cose. Avrai da ultimare alcune cose nel tuo appartamento, no? » Continuò lui e lei si ritrovò ad annuire.
« Allora la ringrazio signor Daitenji, per tutto quello che ha fatto per me in questi anni. Non so cosa avrei fatto senza di lei! » Ammise schiettamente, piegando leggermente le spalle in un gesto quasi malinconico. Lui però si alzò di scatto, raggiungendola e prendendole il viso tra le mani.
« Non dire queste cose Yuka. Tu per me sei stata quasi come una nipote. Mi sembrava doveroso, visto il tuo triste passato. Ma la decisione che ho preso per te mi sembra più che giusta, visto che i tuoi genitori e tua sorella sono tutti seppelliti in Russia. In fondo è quello il tuo posto, no? Non ti è mancata la tua patria? » Chiese l'uomo, allontanando le mani da lei dopo aver lasciato una carezza sulle sue guance.
« Dopo che ho recuperato la memoria mi sono fatta molte domande. Ma lei è un uomo colto e sono sicura che ha preso la decisione giusta. » Gli sorrise, ma dietro quel sorriso c'era molto di più. C'era una soddisfazione che Daitenji non sarebbe mai stato in grado di cogliere.
« Sono sicuro che con i ragazzi russi ti troverai bene. Kai è un bravo ragazzo. »
« Sicuramente presidente. » Sorrise cordiale ed abbracciò l'uomo nel suo ultimo saluto, prima di imbarcarsi verso Mosca al fianco di Hiwatari.
Sono sicura che mi divertirò moltissimo... In fondo Kai l'ho avuto sott'occhio tutto questo tempo. Non vedo l'ora di rivedere gli altri.
Di rivedere Yuri...

Fine capitolo 6

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Colei che scrive:

Ma salve a tutti! Con uno sforzo immane sono riuscita a finire il capitolo, correggerlo (per quanto ci sia riuscita xD) e postarlo prima di Natale! XD
Ammetto che è un capitolo un po' sottotono rispetto agli altri, ma l'ho comunque spezzato in tre parti. La prima è l'immancabile passato, in cui Irina si attira su dì sé tutte le vostre ire temo xD la seconda parte sono i saluti dei nostri best 5. Spero di non essere incappata in banalità o oscenità. Insomma, avrei voluto allungarmi un po' di più ma non ci sono riuscita T.T
E la terza parte riguarda Yuka :3 bisogna un po' parlare anche di lei eheheh
E nulla, come sempre spero vi sia piaciuto!
Colgo l'occasione per ringraziare i recensori (grazie grazie <3) e tutti i lettori silenziosi che aspettano sempre un aggiornamento <3
Inoltre tanti auguri di buon Natale a tutti!

Un bacione

alla prossima!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Scarlet Jaeger