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Autore: ThePurpleWitch    24/12/2017    4 recensioni
Se Sherlock facesse una festicciola a sorpresa per la piccola Rosie?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“È tutto, Mrs Hudson. Grazie della...collaborazione”

“Oh, è stato un vero piacere! Vado a prepararmi un thè, sono davvero stanca”

La porta si chiude ed io rimango da solo a contemplare la mia casa. 

Non l’ho mai vista così, sembra un quadro di Picasso. È tutta completamente agghindata, piena di orpelli e aggeggini di tutte le tonalitá possibili di rosa e violetto. Come potrebbe mancare lo striscione di carta lucida che occupa tutta la larghezza della parete di fronte a me, bianco con lettere di un fuxia così acceso da accecare anche un cieco che compongono la scritta HAPPY BIRTHDAY ROSE? Ecco, non puó.

E chiaramente ad ogni passo che muovo rischio di inciampare in un palloncino o di sfondare la scatola di uno dei sedici regali che ho sparso per il soggiorno. Non so perchè proprio sedici, so solo che avevo...voglia di comprare ogni singolo oggetto che esiste ora in questa stanza. Anche se vomitevolmente rosa e pacchiano. 

Sono ormai le quattro e undici, John si starà sicuramente avviando verso casa. Il suono del mio violino mi ha stancato le orecchie. Non mi sento così sulle spine da quando ho chiesto a John di cenare insieme in quel ristorante in una traversa di Oxford Street. Appuntamento che poi ha portato al susseguirsi di altri appuntamenti, che hanno portato al suo trasferimento a Baker Street, che poi hanno portato a tutto questo rosa shocking nel mio salotto. John sa che odio questa sensazione, che mi sento scricchiolare i nervi come sassetti sotto le scarpe. Eppure deve assolutamente far tardi, non puó farne a meno. Mi viene da sbuffare, da tirare il violino sulla mia poltrona di pelle. 

“Accidenti!”

Quasi cado con la faccia per terra nel cercare di evitare con decisamente poca destrezza un palloncino che se ne stava placidamente fermo in mezzo alla via che mi porta alla cucina. Ah, se John si sbrigasse...

Finalmente, proprio mentre mi accingo a sorseggiare il mio thè dalla tazza bianca e tiepida, sento la voce di John. Sta chiacchierando placidamente con la signora Hudson. Ottimo, si puó dare inizio alle danze. Quel thè finisce in un secondo nel mio stomaco, io mi piazzo, in piedi e con le mani giunte dietro la schiena, al centro della stanza. Chissá se saranno a posto i capelli. E il colletto della giacca del mio smoking. Ormai non c’è più tempo. La porta dell’appartamento si apre quasi di scatto e John irrompe come un fulmine nel salone.

“Tesoro, mi dispiace! Ho fatto tardi! C’era una lunghissima fila dal pediatra e...ma che cos’è tutto questo?”

Rimane fermo con la bambina in braccio, che coi suoi occhioni verdi si guarda in giro, esattamente come il padre. Intimidito e con il cuore in gola, balbetto qualche frase un po’ a casaccio.

“Uhm, mi sono ricordato che Rose oggi diventa più grande e volevo che fosse tutto estremamente rosa..uhm, estremamente bello per festeggiarla come si deve, per farle una sorpresa, insomma. Spero sia di vostro gradimento”.

John, nel frattempo, ha posato la bambina a terra che adesso zampetta come un gatto curioso nella stanza in cerca dei suoi sedici regali. Sento gli occhi del soldato posarsi nei miei. E quel tipico brivido lungo la schiena mi fa tremare quel poco che basta per esser visto, ma non notato appieno. Potrei benissimo avere solo freddo, insomma. 

“Oh, Sherlock...”

È l’unica risposta che ricevo prima di sentire le sue braccia allacciarsi con la loro solita dolcezza al mio collo. Non mi sono nemmeno accorto di come abbia coperto la distanza fra me e lui, ma non importa. Decisamente non importa. Non quando il mio naso viene invaso dal suo profumo, mischiato con un vago odore di smog e sigaretta. Non quando le mie mani grandi si posano sulla sua schiena e ne sentono i movimenti leggeri di chi si è emozionato tanto. Non quando riesco a percepire il battito del suo cuore solamente appoggiando la guancia accanto al suo collo. 

“È tutto così bello” continua John. “Grazie, Sherlock. Grazie davvero. Ritiro tutto quel che ho detto l’altra sera, mi dispiace”

“In realtá posso anche capirti” spiego io, con calma. “Sembro sempre così...burbero e apatico, a volte. Quindi ho, diciamo, preso in prestito la signora Hudson per creare questo ambientino magico per la piccola”.

Lui alza il viso. Ed ogni volta che lo guardo mi sembra di impazzire. Figuriamoci quando sento il calore delle sue labbra sfiorare le mie, più volte, gli schiocchi che riempiono il silenzio. 

“Ti amo...”

Lo dice sempre così, prendendomi alla sprovvista con questo tono dolce, che mi scalda l’anima. Rispondo con un sorriso. Lui sa che cosa significa quel sorriso. 

“PAPÀ! GUARDATE CHE COSA HO TROVATO”

Rose a due anni giá parla abbastanza bene. Ha ancora qualche problema con alcuni suoni, ma tutto sommato si fa capire alla grande. Ci giriamo verso di lei, quasi contemporaneamente. Ha scartato un piccolo bassotto di peluche, il suo cane preferito, e se lo tiene al petto con un sorriso che farebbe sciogliere anche l’animo più nero. 

A questo punto nulla è più importante. Ci sediamo al centro del salotto e aiutiamo Rose nella sua caccia al tesoro. Vederla sempre più contenta ad ogni regalo aperto mi riempie di gioia. E non si direbbe che io sia un tipo gioioso, dal di fuori. 

Credo che questo sia uno dei giorni più belli della mia vita. A parte dopo aver baciato John.

   
 
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