Fumetti/Cartoni americani > Pucca
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Autore: HarleyHearts    26/12/2017    1 recensioni
Pucca ha lasciato il piccolo villaggio Sooga da 6 lunghi anni e ora, che è una giovane ragazza di 16 anni, ha deciso di ritornare a casa.
Ma tante cose durante la sua assenza sono cambiate. Loro sono cambiati e lei per prima è cambiata.
Il fuoco che divampava dentro di lei sembra essersi assopito, come il fuoco di una persona a lei cara.
Una figura misteriosa e oscura ha devastato dall'interno il "non-più-tanto-piccolo" villaggio Sooga.
Riuscirà Pucca a ritrovare se stessa e a riportare tutto alla "normalità" ?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Nuovo personaggio, Pucca
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 14
Capitolo 14
Abbiamo fatto come voleva lui

Il piano di En era folle, ma anche incredibilmente sensato.
Era partito tutto quando aveva iniziato a ripensare alle parole di Master Soo, nel momento in cui aveva spiegato loro il motivo per il quale Hideo non avrebbe fatto niente alla piccola Pucca. L'uomo teneva molto ai propri legami famigliari, e non avrebbe mai potuto fare del male a Pucca essendo sua nipote.
Ma anche Hinata era sua nipote.
Per quale motivo nessuno ci avesse pensato prima, non lo sapevano.
- È un piano idiota - commentò Hinata, a braccia incrociate - Vado lì e cosa faccio? Mi faccio offrire dei biscotti? Magari con una bella tazza di thè? -
- No, scema - rispose En, passandosi una mano sulla faccia - Ti fai aprire, e mentre distrai lo zio pazzo, noi ci intrufoliamo e portiamo fuori te e tua sorella -
La ragazza assottigliò lo sguardo, per niente convinta dalle parole del biondo.
- E poi? -
- E poi improvvisiamo -




Pucca, che era rimasta pietrificata fino ad allora, decise di non poter andare avanti così. Doveva fare qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Non poteva rimanere immobile, in balia degli avvenimenti. Per questo si alzò in piedi, e fece un passo in avanti verso i suoi zii e il padre.
- Io vado a casa con loro -
Hideo l'osservò incuriosito, cercando di comprendere le sue intenzioni.
- Di già? - domandò, dispiaciuto - Ma sei appena arrivata -
Le venne quasi spontaneo ribattere, per fargli notare che quello non era il termine adatto, ma preferì tacere e mordersi la lingua. Discutere verbalmente con Hideo era l'ultimo dei suoi pensieri.
- Andiamocene - parlò suo padre.
Le appoggiò una mano sulla schiena, e l'accompagnò delicatamente verso la porta d'ingresso. Fecero solo pochi passi, quando vennero bloccati da due zombie di Muji.
- Come ho già detto prima... - sorrise il nipponico - "Non così in fretta" - 
La corvina percepì un lungo brivido percorrerle la spina dorsale.
Non riusciva a capire.
Perché Hideo ci teneva così tanto che lei rimanesse là? Quale era il suo scopo?
Era certo che ne avesse uno, non poteva essere altrimenti per un tipo come lui, ma non riusciva a comprendere quale potesse essere.
La ragazza strinse con forza i pugni, parecchio infastidita.
- E come ho già detto io... - lo fronteggiò, assottigliando gli occhi - "Io vado a casa con loro" -
Ci fu un attimo di silenzio, nel quale Hideo e Pucca si studiarono a lungo.
L'uomo poté percepire con chiarezza la presenza di qualcosa di diverso nella nipotina davanti a lui; una luce di sfida negli occhi, mista a qualcosa che non sapeva dire bene cosa fosse.
Coraggio o... paura?
Gli venne spontaneo ridere di gusto, davanti a quella scena.
Pucca, la piccola Pucca, che si voleva mettere contro di lui. Come poteva non ridere? Era così esilarante!
Come se niente fosse, e continuando a sghignazzare, Hideo andò a risedersi su uno dei divanetti.
Tutta quella situazione, però, divertiva solo lui, e tra loro quelli più infastiditi erano Pucca e Liang. La ragazza poi si trovava davanti ad un bivio. Da una parte tutti gli anni di rigore e regole che le erano stati insegnati in Giappone, a cui si era ritrovata costretta a sottostare, che le sussurravano di mantenere la calma e dall'altra... tutto il periodo prima, che gridava a gran voce proprio l'opposto. Il periodo di quando agiva d'istinto, senza aver paura delle conseguenze, e riusciva in un modo o nell'altro a risolvere sempre la situazione.
Perché aveva deciso di cambiare in quel modo?
Che cosa ci aveva riguadagnato?
Se ne stava rendendo conto solo in quel momento, con le spalle al muro, e bloccata in un posto senza nemmeno sapere perché.
Quel cambiamento, alla fine, non le aveva portato nulla di buono.





- Dimmi cosa vuoi da me, e perché vuoi a tutti i costi che rimanga qua -
Pucca si parò davanti allo zio, pretendendo una risposta. Sembrava sul punto di esplodere, come una bomba inesplosa da fin troppo tempo e prossima a distruggere qualsiasi cosa.
I tre cuochi se ne accorsero, ed immaginando come si sarebbe evoluto tutto, si allontanarono verso destra per liberare il passaggio della porta. Non si sapeva mai cosa sarebbe potuto succedere.
- Parlare -
La semplicità con la quale il criminale pronunciò tali parole fu la scintilla che diede via alla detonazione.
Perso ogni freno inibitorio, la corvina si liberò in un urlo di rabbia e scaraventò, letteralmente, i due zombie tirapiedi contro Hideo.
- Mi sono stancata! - batté un piede a terra, e sbuffò con un toro inferocito.
Lanciò un'ulteriore occhiataccia allo zio che spuntò, come se nulla fosse, da dietro il mucchietto di zombie che aveva rischiato di travolgerlo.
Pucca aveva creduto di averlo preso in pieno, ma si era sbagliata.
Hideo aveva rivelato di avere dei riflessi notevolmente sviluppati, e in un lampo era riuscito ad alzarsi e ad evitare la pioggia di zombie.
- Misteri, misteri, misteri ed ancora misteri. Non ne posso davvero più! È così da quando sono tornata - sbottò, ancora parecchio infuriata.
- Sono tornata per avere un po' di tranquillità, e stare con il resto della mia famiglia. Ma cosa ho avuto in cambio? Casini! E sono pure stata drogata, e trascinata contro la mia volontà per... - Pucca gesticolò animatamente con le mani, incapace di trovare una parola adatta - Per non so quale diavolo di motivo! Ora pretendo delle_-
- Hai ragione -
- Rispost_ Aspetta. Cosa? - domandò la giapponesina, confusa. Non era sicura di aver udito bene.
Hideo unì le mani dietro la schiena, e si avvicinò alla ragazza. Si sarebbe avvicinato ulteriormente, se Liang non gli si fosse parato davanti prima.
Il corvino lanciò uno sguardo di sufficienza al coreano, ma rimase in silenzio. Non aveva la più che minima voglia di star a perdere tempo con quel omuncolo. Gli aveva già riservato fin troppe energie in passato, e le riteneva più che sprecate per un individuo del genere.
- Ho detto che hai ragione, Pucca - parlò - È giusto che tu sappia, insieme a tutti i presenti, il motivo per il quale ti trovi qui. Ma prima... - tirò fuori dalla tasca del pantalone un telefono cellulare - Chiediamo al resto della combriccola se vuole unirsi a noi -





En era una scimmia idiota, su questo nessuno aveva da ridire, ma Hinata si riteneva al suo stesso livello.
Lo sapeva che il suo era un piano idiota.
Lui, era un idiota!
Perché gli aveva dato ascolto? Perché anche gli amici di sua sorella gli avevano dato ascolto?
Hinata sospirò.
Era stupito stare a lamentarsi; specialmente ora che si trovava davanti alla porta della villa, in pieno stile nipponico, di Hideo.
Le venne il forte sospetto che ci fosse qualcosa che non andava. Non c'era nessuno a controllare il perimetro dell'abitazione, e se suo zio era un uomo tanto pericoloso come dicevano avrebbe dovuto avere una stretta sorveglianza.
Almeno, nei film era così.
Ancora al limitare della foresta di bambù, nascosti tra la vegetazione, c'erano gli altri del gruppo che la controllavano da lontano.
Si sentiva come una sorta di cavallo di Troia; solo che lei non era fatta di legno, e non aveva nessuna persona dentro la sua pancia.
Con l'ansia che le attanagliava lo stomaco, Hinata suonò il campanello di casa ed attese.
Attese.
Attese...
E attese...
Battè un piede a terra frustrata. Era forse una presa per il culo? Si stavano prendendo gioco di lei? Perché se fosse stato così, la castana avrebbe dato di matto e avrebbe fatto passare a tutti loro un brutto quarto d'ora.
Non era normale.
Era impossibile che non ci fosse nessuno, nessuno scagnozzo, nessuna...
La ragazza sgranò gli occhi, spaventata.
Si girò di scatto, e con più fiato che aveva in corpo urlò - È una trappola! Andat_ - ma non riuscì mai a finire quella frase.
Il pianerottolo sotto i suoi piedi si aprì, facendola precipitare giù.
- Hinata! -
En osservò la scena con orrore, ed incurante del pericolo corse verso la botola che aveva appena ingoiato la sua ragazza. Sul suo cammino però si pararono due abnormi figure: gli zombie di Muji.
Ne sbucarono altri anche alle spalle di Garu ed Abyo, e ben presto tutto il gruppo si ritrovò circondato.
Hideo li stava aspettando, ed erano finiti dritti dritti nella sua trappola.







- Brutto gorilla imbalsamato, mollami subito! -
Pucca sgranò gli occhi spaventata, come il resto dei suoi famigliari.
Quella era la voce di sua sorella!
Infatti, poco dopo apparve Hinata, trascinata come un sacco di patate da un altro zombie. Si agitava e scalciava come un'anguilla impazzita, battendo con forza i pugni contro la schiena del non-morto. Questo lanciò uno sguardo desolato alla piccola Pucca, come per farle capire che stava solo facendo quello che gli era stato ordinato, ed appoggiò la ragazza ancora urlante a terra.
Hinata, ancora inviperita, diede un calcio al polpaccio dello zombie, che l'osservò stanco e senza dire niente se ne andò.
- Hinata! -
La castana ci mise un po' per metabolizzare il tutto, ma quando si rese conto di star stringendo sua sorella, si mise quasi a piangere.
L'abbracciò con maggior forza, quasi avesse paura di vedersela scomparire da un momento all'altro davanti agli occhi.
- Ma cos'è? Fate le riunioni di famiglia, e non mi invitate? Che sono, la figlia di Nessuno? - domandò la giapponese, con fare sarcastico - Ah guarda un po'... Ciao, papà -
Hinata inclinò la testa, confusa - Te che ci fai qua? -
L'uomo d'affari era sul punto di rispondere, quando un gran chiasso proveniente dal corridoio lo zittì. Altri non erano che il resto della combriccola dei giovani ragazzi. Anche loro scortati da alcuni degli zombie di Muji, vennero fatti "accomodare" nella stessa stanza, che stava diventando sempre più affollata.
Il gruppo aveva un'aria distrutta e malconcia; era il segno di un combattimento avvenuto non poco prima. Uno scontro che li aveva visti sconfitti, stranamente.
Le due ragazze corsero dai propri ragazzi, non poco preoccupate. Pucca prese il volto di Garu tra le mani, e gli scostò qualche ciocca dalla fronte per osservarlo meglio.
- Stai bene? - domandò lei, rapida.
Il coreano non riuscì a nascondere il piccolo sorriso, che minacciava di scappargli dalle labbra.
- Dovrei essere io a chiedertelo - le fece notare, per poi spostare lo sguardo sull'uomo alle spalle della ragazza.
Il ragazzo si congelò sotto le sue dita, e ne comprese le ragioni. Il trauma del passato era ancora vivido nella sua mente, e il ricordo di quel giorno di sofferenze pure.
Fu quando lo sentì vibrare sotto le sue dita, che Pucca realizzò una seconda cosa.
Inizialmente, aveva interpretato quel tremolio come qualcosa scatenato da una montante rabbia, ma quando osservò i suoi occhi... capì.
Sgranati all'inverosimile, la pupilla minuscola...
Quelli erano lo specchio del terrore che in realtà provava dentro di sé.
Garu aveva paura di Hideo.




Vedere il ragazzo che amava in quello stato, le faceva malissimo.
Pucca gli appoggiò una mano sul braccio, come per dargli un silenzioso sostegno e fargli capire che non era solo, ma sembrò non avere alcun effetto.
Il coreano sembrava essere entrato in un turbine di pensieri tutto suo, e pareva quasi non accorgersi di quello che stava succedendo intorno.
La ragazza non lasciò il contatto, nemmeno quando si girò per guardare in volto Hideo. Quest'ultimo era il ritratto della tranquillità, e se ne stava in piedi nella stanza come se nulla fosse.
Per quale motivo li aveva riuniti tutti lì? Voleva forse... ucciderli tutti?
No. Non era quello il suo piano.
- Visto che siamo tutti presenti, posso iniziare a parlare - comunicò il nipponico, portandosi le braccia dietro alla schiena con estrema calma.
- Come ho potuto già raccontare ad una delle mie care nipotine... - lanciò uno sguardo a Pucca - Tutte le mie azioni degli ultimi decenni, avevano e hanno un solo ed unico scopo: distruggere Master Soo, per tutto quello che ha fatto -
Hideo aveva dedicato tutta la sua vita a quello, solo a quell'unico scopo. Lui si considerava solo un corpo morto, animato dalla fiamma della vendetta.
Per colpa di Master Soo aveva perso la donna che amava, il figlio che portava in grembo e tutta la sua onorevole carriera da ninja.
Tutto perso per sempre... ma non la sua lucidità mentale.
In tutto quel tempo, aveva conservato una machiavellica lucidità che aveva mantenuto fino alla fine, e che si stava rivelando nel suo intero solo in quel momento.
Tutto per distruggere Master Soo.
Alla piccola giapponesina si accese una lampadina. Forse stava iniziando a capire.
- E per distruggere una divinità immortale, bisogna fargli perdere consensi... e quale modo migliore di farlo, se non mostrarlo per l'essere ignobile che è alle ultime persone che credevano in lui? -
Hideo aveva rapito Pucca, solo per far sì che i suoi amici andassero a parlare con Master Soo... e scoprire così le atrocità che aveva fatto. Solo se l'avessero scoperto da soli, da Master Soo, avrebbero perso la fiducia in lui.
Hideo aveva calcolato tutto, anche la più piccola reazione, ed era andato tutto come secondo i suoi curati piani.
I presenti rimasero sconvolti, e faticarono a credere alle parole del criminale.
- L'unico essere ignobile qui sei te, Hideo - sibilò Liang, duro.
Il nipponico scrollò le spalle - Te sei sempre così noioso, Liang. Non riesco proprio a capire cosa vedesse Minako in te -
- Mi amava! - ribatté l'uomo, attirando l'attenzione di tutti - ... Ci amavamo - continuò, abbassando il capo e stringendo i pugni.
Linguini gli appoggiò una mano sulla spalla, per dargli sostegno, mentre il fratello dell'ex-moglie sbuffava infastidito.
- Infatti abbiamo visto tutti come è finita la vostra bella storia d'amore -
- Per colpa tua! -
- Ti ha sempre fatto comodo pensarla così, ma io non ho obbligato nessuno a lasciare nessuno -
- Palle! -
I tre cuochi trattennero il proprietario del ristorante, per impedirgli di fare qualche pazzia.
Hideo, che aveva mantenuto sempre un'aria calma nonostante tutto, portò lo sguardo al proprio orologio da polso.
- Pensa quello che vuoi, pensate voi tutti quelli che preferite, io meglio di chiunque so quello che ho e non ho fatto... ma ormai niente ha più importanza - sospirò.
- Ora che anche l'ultima persona in questo villaggio ha smesso di credere in quel vecchio bavoso... - lanciò uno sguardo ad Abyo e Ching, che erano rimasti in disparte per tutto il tempo - Il mio lavoro è finito -



Presto l'aria venne invasa dal suono delle sirene della polizia. Hideo aveva calcolato anche quello.
Alla fine di tutto, aveva pianificato di consegnarsi spontaneamente alla polizia, per poter essere processato e condannato nei tempi più rapidi possibili.
Con tutto il male che aveva fatto, tra cui l'omicidio sembrava il crimine più lieve, la sentenza sembrava già essere chiara a tutti...
Hideo sarebbe morto, mentre il villaggio Sooga sarebbe rimasto sconvolto da quegli avvenimenti per sempre. Mai più il villaggio Sooga, con i suoi abitanti, sarebbe tornato ad essere lo stesso di un tempo.
Sarebbe cambiato.
Si sarebbe evoluto...
Ma mai sarebbe tornato come prima.






Angolo della mente malata:
Piango tantissimo.
Non solo per la storia, ma anche perché questo angolo l'avevo già scritto ma l'IPad mi ha cancellato tutto ;-;
Aaaaaaah perché? Riproviamoci.
Questo è l'ultimo capitolo della storia, e ora manca solo l'epilogo. So che a molti questo finale non sarà piaciuto, ma io avevo in mente da anni di far finire così la storia: con la morte di Hideo.
Piango tanto, perché è sempre stato segretamente il mio personaggio preferito.  Mi rimprovero parecchio il fatto di non essere riuscita a caratterizzare i personaggi e la trama, ma capitemi. È una storia nata ed iniziata a pubblicare online nel 2012, senza trama alcuna, ma con l'unico desiderio alla base di volere scrivere una storia su Pucca. Però sono contenta. Nonostante tutti i suoi difetti, buchi e ancora difetti, ci sono molto affezionata.
Mi mancherà dover pensare mensilmente "Azz! Devo aggiornare Pucca aiutt", ma non temete. Non lascerò il fandom. Presto (relativamente presto) arriveranno tante nuove storie, perciò tenete d'occhio i miei social e profili vari per non perdevi niente ;3
Con questo, vi saluto per la penultima volta in questa storia
BUON NATALE e tanti auguri dolciosi!
Harley Hearts
   
 
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