Anime & Manga > Nagi No Asukara
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Autore: daniverse    26/12/2017    1 recensioni
❀ ( future fic, sayu!centric | triangolo (?) sayu/kaname/chisaki; established!sayu♥kaname ).
Anche se fingo di non darlo a vedere il tuo mondo è così bello che mi toglie il fiato, con i bagliori dell’alba che tingono la superficie di rosa e il sole che scivola lento lungo l’orizzonte; i gabbiani tacciono e forse è in arrivo una tempesta, ma il cielo è così terso che potrei sfiorarlo con un dito e incresparlo come acqua.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Isaki, Sayu Hisanuma
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Misery, love company – and you.

S

uoi sono i miei occhi quando mi prendi le mani e mi dici che m’ami, sue le labbra e le guance e i capelli che accarezzi con devozione, suo questo seno quando mi stringi la vita e vi appoggi il capo, stanco.
Suo è questo mio corpo bruno che di notte diventa tuo e solo tuo, lentiggini sparse come granelli di sabbia e cicatrici lattee, indelebili, e sua è la mia voce se ti sforzi solo un po’, amore mio.
L’aria salmastra del mattino punge tanto quanto gli scogli acuminati sui quali mi sono arrampicata poco fa, proprio come quando non ero altro che una bimba sciocca e vendicativa, mentre un battello ondeggia pigramente in lontananza, cullato dal mare. Anche se fingo di non darlo a vedere il tuo mondo è così bello che mi toglie il fiato, con i bagliori dell’alba che tingono la superficie di rosa e il sole che scivola lento lungo l’orizzonte; i gabbiani tacciono e forse è in arrivo una tempesta, ma il cielo è così terso che potrei sfiorarlo con un dito e incresparlo come acqua.
Nascondo il viso tra le ginocchia ed è subito notte, e profuma di me e me sola, me per una volta sola. E sono i miei occhi a pizzicare ora, le mie guance ad arrossarsi, il mio petto a sobbalzare in singhiozzi lievi e sospiri agitati e quel cuore – che è sempre stato mio; dietro la cortina di lei, sempre mio – che ho votato a te sprofonda in abissi che mai vedrai, tanto sei cieco e ancorato al passato.
«Sayu-chan!»
Tra gli scrosci negl’incavi rocciosi, poco più in là, un paguro o qualcosa del genere arranca portandosi appresso il suo guscio, il suo fardello, imperturbabile nonostante le onde. Presto si stancherà e si fermerà, però, e chissà che non venga travolto. Ma il mare dopotutto è la sua casa, o solo un luogo a cui fare ritorno?
«Sayu-chan...»
Oh, poter udire solo il richiamo della battigia e i sussurri delle conchiglie.
Il sole è fastidioso alla vista ma il mio sguardo resta rivolto all’infinito e credimi, amore, se ti dico che vorrei tanto voltarmi verso di te e accompagnarti a casa con una scusa impacciata, mano nella mano, per fare colazione. Ti sei vestito in fretta e furia non trovandomi addormentata tra le lenzuola, perché le imposte sono ancora chiuse e io ho avuto ben cura di lasciarmi dietro solo l’ombra di me, di quella fiamma che si sta spegnendo – che sta lentamente morendo.
Ancora una volta, io ti aspetto. E tu pari capire.
Non ti siedi vicino a me, né prendi la mia mano. Or per ora credo non riuscirei nemmeno a parlare, tanto grattano le lacrime contro la mia gola stanca di invocare un amore che non c’è. Con la coda dell’occhio riesco solo a intravedere la tua fede brillare, come ho potuto essere così cieca?
Nessuno di noi apre bocca, ed è il mare a parlare.
«Andiamo.»
«Huh?»
Quanto sono belli i tuoi occhi, quanto luminosi. Eppure quando sorridi in quel modo così tipicamente tuo, solo tuo e tuo soltanto, mi chiedo come sia possibile che quella sfumatura di malinconia sfugga così facilmente agli sguardi dei passanti. E come sempre quando si tratta di te rompo il mio silenzio e sono ancora tua, per l’ennesima ultima volta tua.
«In città, dico. Potremmo trasferirci lì, affittare un appartamento,» le parole scivolano dalle tue labbra con calma, ma le mie sono orecchie fini: quanto ti ha corroso quest’idea? Perché lo fai? «Giusto per qualche tempo,» aggiungi e prendi piano la mia mano – mia, e non sua. Finalmente mia.
Ma un «No,» è la mia risposta, perché se il passare degli anni non è riuscito a cancellare l’immagine di lei, come potrebbe farlo qualsiasi altro posto qualunque? «Ne avevamo già parlato.»
Me lo avevi promesso tanto, tanto tempo fa.
Mi sollevo dal mio giaciglio e le nostre mani si sciolgono: me le passo sui pantaloncini per spazzare via quel po’ di sabbia che s’infila sempre dappertutto mentre tu continui a osservarmi, a studiarmi, e quando chini il capo sugli scrosci salati ai tuoi piedi ecco che le mie dita si protendono verso le tue. Non è un gesto di cortesia, né tantomeno un invito: è una proposta, la richiesta di conferma, un patto – l’ultimo – che le mie mani suggellano tra le tue.
Il silenzio pesa sulle nostre spalle e la spiaggia si scalda sotto i primi bagliori del mattino, scandendo un tempo che pare immobile e infinito ma che in realtà è più veloce di quanto sembri, più imprevedibile di quanto dimostri.
Quella di passare il tuo infinito insieme a me è una tua scelta; io, la mia, l’ho già fatta.
Solo, non apporre una maschera sul mio viso: la corrente, lo sai, porta via ogni cosa.




Image and video hosting by TinyPic note dell’autrice ♥ |. Salve a tutti! Uhm, questa storia non può proprio dirsi fresca di tastiera... In realtà ha vegetato per mesi nel mio computer per il semplice fatto che la sottoscritta non riusciva a ricavarne prima un titolo appropriato, poi delle note finali degne di questo nome. Dunque eccomi qui, alle 23:22 di martedì 26/12/17, a completare finalmente questo brano. Come avrete già intuito questi appunti qui sotto hanno ben poco senso, ma – andando al sodo – mi servono solamente per sottolineare il fatto che la Kaname/Sayu sia una delle mie coppie preferite di Nagi no Asukara e che, per quanto tempo possa passare, i sentimenti seguono un mutare tutto loro. Non lo si può comandare, non va a pari passo con il passare delle stagioni; perciò, in questa future fic, Kaname (scemo) prova ancora qualcosa per Chisaki. Come lei si aggrappa al ricordo dell’amore che nutrì sinceramente nei suoi confronti quando erano ragazzini, ma Chisaki già guardava Tsumugu oltre Hikari. E Sayu, bimba mia, ha fatto da spettatrice per tutto il tempo.

Okay, okay, forse dovrei darmi all’ippica. Scrivere oneshot così malinconiche non fa bene né a me né alle mie otp, poco ma sicuro. Nel dubbio, apprezzerei molto qualsiasi commento da parte vostra.

Detto ciò, rinnovo per questa sezione i miei auguri di buone feste, e a presto!

piuma.

   
 
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