Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta come regalo di Natale a M.L..
Successivo alla IV° stagione.
Fluff, romantico, triste,
slice-of-life, sentimentale,
leggermente angst.
‘Spirito
Natalizio’
Sherlock appoggiò una mano
sulla parete, sulla carta da
parati spiccava uno smile dipinto con la vernice gialla.
Osservò Watson seduto
sulla poltrona, intento a far ondeggiare un palloncino rosso, su cui
era
dipinto un albero di Natale con la pittura dorata.
“John, perché
sei ancora sveglio a quest’ora?” domandò.
Watson osservò Holmes,
aveva gli occhi arrossati e il cuore
gli doleva.
“Oggi ho dovuto spiegare a
mia figlia perché non poteva
festeggiare il compleanno con sua madre. Non mi sembrava sensato
portarla al
cimitero, soprattutto non dopo essermi accorto che non ho perso
l’abitudine di
parlare con le tombe” ammise. Lasciò volare il
palloncino fino al soffitto e si
piegò in avanti, prese una tazza di the con le dita tremanti
dal tavolinetto.
Holmes schioccò la lingua
sul palato e indicò l’albero di
Natale nell’angolo della camera.
“Caro John, credo sia
più difficile spiegare perché per
ricordare un palestinese utilizziamo degli abeti. O perché
mai delle palline
dovrebbero avere un qualche legame con la cristianità.
Perché il consumismo è
diventato il simbolo di qualcuno che è nato in una
mangiatoia esaltando la
povertà.
Perché il simbolo di
questa festa è un pancione costruito a
tavolino dalla Coca-cola. Lo sai che il vero San Nicola è
santo perché ha
risolto un caso di omicidio? Ha scoperto che tre bambini erano stati
fatti a
pezzi dal macellaio. Un po’ come me, magari non aveva il mio
genio, ma ha
potuto resuscitare le vittime. Sarebbe interessante poter resuscitare
le
vittime per sentirsi dare ragione sulla risoluzione del caso.
Anche se dev’essere noioso
essere poi ridotti, nella memoria
deformata dai secoli, a una macchietta che lavora una volta sola
all’anno” disse.
John inarcò un
sopracciglio.
“Per quanto io rispetti il
tuo genio incredibile, lasciati
dire che a consolare non sei esattamente un
granché” borbottò.
Holmes si massaggiò il
mento.
“Tua figlia è
sveglia ed infatti, dubbi o non dubbi, si è
divertita. Non so come ci sia riuscita, ma ha apprezzato la mia
versione
piratesca di Babbo Natale” ribatté.
John fece un sorriso tirato.
“Si è divertita
solo perché ti adora. Non so come faccia ad
apprezzare uno psicopatico…”. Iniziò a
dire.
“Sociopatico, al
massimo” lo interruppe Sherlock.
“… ecco,
appunto. Non so perché ti adora”
brontolò John.
Sherlock ghignò.
“Sarà
perché Rosie ha capito che io sono il papà e tu
la
mamma” disse, facendogli l’occhiolino.
John ridacchiò isterico.
“Signore e signori, ecco il
Natale con Sherlock Holmes”
gemette.
“Preparati. Appena la
bambina si sveglia, ti suonerò un
assolo di violino che ti farà ricredere. Il mio spirito
Natalizio sarà in grado
di rendere lieto te, come ha reso felice ‘nostra’
figlia” disse Holmes.
John posò la tazzina e si
sporse, afferrandolo per un
braccio.
“E se iniziassi a farmelo
sentire adesso?” chiese.
Holmes si sedette sulle sue gambe e
gli baciò il collo.
“Meno male che non eri
‘omosessuale’” gli sussurrò
all’orecchio.
“Non è colpa mia
se il mio coinquilino mi porta sulla ‘cattiva
strada’” sussurrò John. Chiuse gli occhi
e lo baciò.
< Nonostante tutto, non vorrei
trascorrere il Natale con
nessun altro > pensò.