Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: lalwl    29/12/2017    0 recensioni
La vita degli adolescenti è sempre difficile. Ma quella di Jungkook non è vita. È attesa della morte. Fin quando non si intravede una luce blu in fondo al tunnel. Min Yoongi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vedo la strada sfrecciarmi davanti. Capisco che sono in una macchina. Ma tutto il resto è vuoto. Sento una mano toccarmi il braccio di tanto in tanto. Mi giro e vedo Yoongi al mio fianco che guida. Sta parlando con sguardo preoccupato ma non lo sento. Mi fischiano le orecchie. Sono completamente inibito. Ma so che questa situazione purtroppo passerà in fretta. Infatti, come uno sparo, la consapevolezza che stiamo correndo in ospedale da Taehyung, mi colpisce dritta al cuore con una potenza inimmaginabile. Improvvisamente sento il mondo cadermi un'altra volta addosso, non riesco a prendere respiri profondi, ho un nodo alla base della gola e mi sento svuotato. «Jungkook... calmati, va tutto bene» Yoongi si è accorto del fatto che stia respirando affannosamente e mi ha messo una mano sulla gamba, la scaccio malamente e in preda al peggior attacco di panico della mia vita gli urlo contro: «No! Fermo, lasciami! Non va niente bene, Taetae è in ospedale, in ospedale...» il mio tono si affievolisce sempre di più e tremando metto i piedi sul sedile, porto le ginocchia al petto e ci appoggio su la testa. Con la coda dell'occhio posso vedere Yoongi aprire la bocca ma poi richiuderla tornando a guardare la strada. Mi stringo sempre di più cercando di fermare il tremore e le lacrime che da poco hanno cominciato ad uscire dai miei occhi. Mi concentro sul mio respiro. Ad un certo punto la macchina di ferma. Immagino siamo arrivati. Ma non mi muovo di un centimetro. Yoongi scende e viene dalla mia parte aprendo lo sportello. «Kookie...» sento la mano di Yoongi posarsi sulla mia schiena e cominciare a strofinarla su e giù. Giro leggermente il volto e vedo che è inginocchiato affianco a me. Lui rimane un attimo spaesato vedendo le mie lacrime. «Dobbiamo andare...» bisbiglia poi cominciando ad accarezzarmi la testa. E mi tranquillizza a tal punto da riuscire a parlare di nuovo. «I-io non ce la faccio» «Si che ce la fai. Hai passato di peggio. Ed ora ci sono io con te. Devi farlo per Tae». Vedere con quanta forza pronuncia quelle parole da un po' di coraggio anche a me. Tiro su col naso, mi asciugo le lacrime, slaccio le ginocchia dalle braccia ed annuisco. «Scusa.. per prima» Sorride dolcemente mentre esco dall'auto. «Va tutto bene. Vieni qui». Ci abbracciamo. Sto correndo per l'ultimo fottuto corridoio di questo ospedale che mi separa da Tae dopo venti minuti di disperata ricerca della sua stanza. Yoongi è dietro di me. 201,203,... eccola la 205. Correndo con la coda dell'occhio vedo un ragazzo biondo e minuto seduto su una sedia di fronte alla camera. Nella mia mente passa per una frazione di secondo l'idea che possa essere Jimin, ma ora ho ben altro a cui pensare e la mano già sulla maniglia. «J-jungkook, giusto? N-non puoi e-entrare..» mi giro lentamente verso il ragazzo che ha alzato gli occhi lucidi verso di me. Stringo i pugni per non saltargli addosso. «Tu sta solo zitto» scandisco lentamente sotto lo sguardo indecifrabile di Yoongi. Poi mentre il ragazzo abbassa la testa entro nella stanza lasciando fuori Yoongi. Appena entrato l'ennesima pugnalata al cuore della nottata mi colpisce quando vedo Tae che steso sul letto attaccato a decine di fili macchinari. Rimango praticamente attaccato alla porta e mi porto una mano alla bocca mentre gli occhi mi si rifanno lucidi. Le orecchie riprendono a fischiarmi e non ci vedo più per le troppe lacrime che mi appannano la vista. Non so quanto rimango lì, ma ad un certo punto sento la porta spingere contro la mia schiena e mi risveglio spostandomi. Entra un dottore con lo sguardo sui dei fogli che ha in mano, quando lo alza e mi vede rimane sorpreso: «Lei è un familiare?» «Si» mento spudoratamente asciugandomi le lacrime. Annuisce senza apparentemente dubitare della mia risposta e si dirige verso il letto di Taehyung. Io rimango vicino la porta. Mentre controlla i monitor e prende appunti chiedo: «Cosa... cos'ha Taehyung?» «Il signor Kim è in coma» Prima che possa svenire aggiunge: «ma non si preoccupi, ci sono altissime probabilità che si risvegli. Effettivamente... l'incidente ha provocato solo un leggero trauma cranico e una frattura al braccio, potremmo dire che il coma non ha una seria ragione di esistere e che quindi dovrebbe essere solo momentaneo» sorride chiude il blocco dove precedentemente stava scrivendo. «Ora le devo chiedere di uscire» Annuisco e lo seguo oltre la porta senza avere minimamente il coraggio di voltarmi per guardare un'ultima volta Tae. Yoongi si fionda su di me. La prima cosa che fa è stringermi il braccio. «Come sta?» chiede preoccupato. «Io... non lo so. Dicono che molto probabilmente si sveglierà.. io non lo so Yoongi, non lo so» «È ok, va bene» Sento le sue braccia stringersi attorno a me. E gliene sono grato. Ma non ho la forza di ricambiare così appoggio semplicemente la testa al suo petto e mi cullo nel suo calore. Quando mi stacco la prima cosa che vedo oltre il viso di Yoongi è la faccia di quel mostriciattolo bastardo che nel mentre si è alzato. Mi risale la rabbia. «Tu...» dico «Ha detto il dottore incidente. Eravate in auto?» deglutisce spaventato. «S-si, noi-» «Cosa hai fatto per farlo distrarre dalla guida? Cosa?» mi avvicino a due centimetri dal suo viso mentre ringrazio mentalmente Yoongi per stare mantenendomi dal braccio. «Non ho fatto nulla! Giuro! Una macchina ha sbandato nella nostra corsia e Taehyung non ha potuto fare niente per evitarlo!» vedo i suoi occhi inumidirsi ancora. «E perché tu ne sei uscito indenne allora?» non so nemmeno io di cosa lo sto accusando, ma ora la rabbia è così tanta che il volume della mia voce è aumentato a dismisura. «Kook...» Yoongi mi richiama facendo cenno col capo verso due infermiere in corridoio che si sono fermate ad osservarci. Prendo un profondo respiro e mi allontano da Jimin. «Il fatto è che sono incazzato perché penso che avresti dovuto proteggerlo» «I-io-» «Ma no, la colpa non tua. È mia. Cerco di scaricare i miei sensi di colpa su di te ma è solo colpa mia. Dovevo proteggerlo io. E ho fallito ancora» ho i pugni serrati e lo sguardo fisso a terra. «È colpa di entrambi...» bisbiglia Jimin. Nessuno dice più niente. Sento solo il dolce contatto della mano di Yoongi leggera sul mio braccio. Sospiro e mi siedo su una sedia. Dopo qualche minuto Yoongi si siede alla mia destra circondandomi le spalle col suo braccio e fornendomi un caldo rifugio da tutta questa sofferenza. Dopo qualche altro secondo Jimin si siede alla mia sinistra. E ora aspettiamo.
   
 
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