Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: xstumpsmile    29/12/2017    0 recensioni
Dove Jimin è innamorato della sua compagna di danza.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DANCERS


 



Jimin la osservò saltare, aprendo le gambe in aria e atterrando leggiadra come una piuma. La ragazza continuò a volteggiare, facendo dei piqué per spostarsi verso destra. Impiegò i rimanenti otto tempi per fare dei fouettè en tournant.

Il biondo la guardava incantato; la sinuosità dei suoi movimenti l'aveva stregato sin dal primo momento che l'aveva vista. Le gambe magre ma abbastanza forti da poter farla slanciare in aria, le braccia che si alternavano dall'essere rigide come un'asta di metallo, all'essere morbide come lo zucchero filato. Poi c'erano le sue mani, Jimin le adorava; erano piccole e con le dita sottili, sembravano quelle di una bambina, ma in realtà riuscivano a sostenere anche i movimenti più bruschi.

Il ragazzo si leccò il labbro inferiore, immerso nei suoi pensieri. Venne scosso dalla voce del suo insegnante che lo stava richiamando insistentemente.

Jimin sbattè più volte le ciglia, risvegliandosi dal suo stato di trance temporaneo. Si era talmente immerso nel guardare Ryu che si era dimenticato di entrare per il suo assolo. Corse al centro della sala e iniziò a muoversi freneticamente, cercando di recuperare i quattro tempi persi, trascurando obbligatoriamente la ruota senza mani che tanto amava fare. Si augurò vivamente che la ragazza non se ne fosse accorta.

La coreografia era quasi al termine, e Jimin sperò con tutto il suo cuore di riuscire a sfiorare almeno un lembo di pelle di quel corpo che tanto desiderava toccare.

La bramava da tanto tempo, Ryu. Non si era invaghito solo del suo modo di ballare, ma anche del suo carattere, del suo sorriso smagliante e del suo corpo mozzafiato, che alla ragazza non faceva tanto impazzire, ma a Jimin sì.

Una caratteristica particolare l'aveva stranamente colpito: il modo in cui la rossa si immedesimava nei pezzi. Lei non eseguiva i passi che le venivano affidati, lei li ballava, nel vero senso della parola. Riusciva a rendere ogni pirouette e ogni arabesque di sua proprietà. Trasformava un semplice esercizio in pura poesia: durante i suoi assoli, le sue emozioni riempivano sempre l'enorme sala di colore azzurro coperta di specchi.

Erano ormai due anni che cercava di togliersela dalla testa, ma proprio non ce la faceva, non riusciva a rimpiazzarla con nessun'altra. I suoi movimenti dolci, ma al contempo energici, mandavano il suo stomaco in subbuglio.

«Bene ragazzi, per oggi avete finito! Park, la prossima volta sii più attento.» lo avvisò l'insegnante, facendo segno agli allievi di uscire dalla sala.

I ballerini non se lo fecero ripetere due volte, e corsero nei rispettivi spogliatoi. Jimin seguiva Ryu con la coda dell'occhio, la osservò entrare nello stanzino e per un attimo sperò di poterla vedere togliersi il body leggermente macchiato di sudore e di poter percorrere con le sue iridi chiare il corpo della ragazza.

Prese freneticamente il suo borsone, gettandoci dentro la maglia sporca e uscì a passo veloce dalla scuola di danza. Dopo le lezioni, correva sempre a casa, adorava la sua palestra, ma preferiva decisamente la sua doccia grande e spaziosa, era il suo unico momento di relax assoluto.

Entrò in casa e si catapultò in bagno. Si svestì velocemente e aprì il getto dell'acqua calda. Si mise sotto il grande soffione e immediatamente sentì le preoccupazioni scivolare via dalla sua pelle assieme al sapone all'odore di mandorla. Quel profumo gli ricordò Ryu, e pensò a come i suoi capelli profumassero sempre di quell'aroma prima di salire sul palco. Gli era capitato di sfiorarli qualche volta, durante i cambi di posizione o quelle poche volte che capitavano assieme in un passo a due.

Ryu era la più brava del corso, era un'ex ginnasta ritmica, aveva praticato quello sport per circa 5 anni, e dopo aver fatto abbastanza esperienza nel campo, si era dedicata alla danza moderna.

Gli venne in mente il suo viso, con quelle labbra che avrebbe voluto tanto possedere. Erano rosee e carnose, non troppo grandi. Jimin si ricordò di tutte le volte che Ryu se l'era morse a causa del nervoso provocato da un passo uscito male o una coreografia non andata a buon fine. Se ne ricordò perché le fissava sempre, e desiderava un giorno morderle lui stesso, magari dopo una serata passata sul palco assieme, o semplicemente per farle alleviare lo stress accumulato.

Uscì dal box doccia e si guardò allo specchio: la immaginò accanto a lui, con solo un asciugamano e il suo stupefacente sorriso indosso. Ryu era bassina e muscolosa, i suoi capelli erano tinti di rosso mogano, un colore che a lei piaceva tanto. Gli occhi blu zaffiro. Era un misto di colori contrastanti, un po' come le emozioni che faceva provare a Jimin. La odiava per non essere tra le sue braccia, ma al contempo la amava come mai aveva fatto.

Il biondo si vestì e di fretta si diresse verso casa del suo migliore amico: Kim Taehyung.

Si ritrovò davanti alla porta e con calma assoluta suonò il campanello. Sorrise alla vista di tutti i suoi amici seduti prontamente sul divano. Si aggiunse anche lui, prendendo una fetta di pizza dal box di cartone posto al centro del tavolino.

Lui e i suoi amici si riunivano ogni sera. Non facevano niente di speciale, guardavano un film, bevevano qualche birra e parlavano delle loro giornate. Poche volte capitava l'argomento "ragazze", e durante quelle brevi discussioni, Jimin si fingeva sempre disinteressato, distraendosi con il cellulare o facendo zapping alla tv.

Dopo circa una mezz'ora passata tra le battute pessime di Jin e le loro risate forzate, il campanello di casa Kim suonò.

«Hobi, vai tu!» ordinò il castano, notando l'amico già in piedi perché appena uscito dalla cucina.

Il cuore di Jimin iniziò a battere all'impazzata e le sue gambe fremettero. Sapeva perfettamente chi si celava dietro quella maledetta porta.

Hoseok girò il pomello di colore argento e rivelò la figura che si nascondeva dietro l'anta di legno bianco.

Come ogni sera, il cuore di Jimin perse un battito, ma non per la vista della ragazza che tanto amava, ma per la scena a cui era obbligato ad assistere.

«Ciao amore!» esclamò Ryu, saltando letteralmente in braccio al rosso.

Hobi sorrise e baciò la sua fidanzata.

Si conobbero un anno e mezzo prima; Hoseok era andato insieme ai suoi amici a vedere lo spettacolo di danza della scuola che Ryu e Jimin frequentavano. Durante i saluti finali, lo sguardo del rosso, al tempo con i capelli castani, scivolò verso il corpo di Ryu e fu subito attrazione. Nacque la scintilla, e i due iniziarono a frequentarsi. Alla rossa piaceva, e anche tanto. Hobi era un ex street-dancer e Ryu trovava questa sua caratteristica estremamente sexy. Dopo circa tre mesi passati tra passeggiate e cene fuori, i due decisero di fidanzarsi ufficialmente. Quando a Jimin dessero la straziante notizia, sorrise falsamente, facendo le congratulazioni ai due. Inutile dire che ci rimase malissimo; si chiuse in camera sua per circa una settimana, non voleva vedere nessuno, tanto meno Hobi.

Ad aiutarlo ci fu Tae. Riuscì a tirarlo su di morale e lo aiutò per tutto il tempo necessario. La loro amicizia si rafforzò e da lì capirono di essere migliori amici.

Gli occhi di Tae percorsero tutta la sala, cercando disperatamente la figura di Jimin. Gli faceva male vederlo in quello stato: autodistruggersi per una ragazza non era la cosa migliore da fare, ma conosceva fin troppo bene il suo amico e sapeva quanto amore provasse per Ryu.

E come ogni dannatissima sera, Jimin si rannicchiò nell'angolo del divano beige, scrutando attentamente i movimenti della ballerina e maledicendo se stesso per non essere Hoseok. Ogni sera si ricordava di quanto lei non ricambiasse il suo amore nascosto, ma amasse invece uno dei suoi migliori amici. Si sentiva vuoto, spaesato. E come ogni sera, una lacrima silenziosa gli rigò il volto, lasciando una scia bagnata sulla sua guancia.

La amava, era un pezzo di lui, ma lei non combaciava con il puzzle di Jimin.

  
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