Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Arny Haddok    30/12/2017    2 recensioni
Cosa succede durante quei cinque minuti in cui Moriarty ed Euros parlano nella prigione di Sherrinford?
[Euriarty]
Prompt di Maria Vittoria: ditemi secondo voi cos'è successo in quei minuti durante i quali Moriarty ed Euros sono stati soli soletti.
Questa storia partecipa all'iniziativa del gruppo Facebook "Aspettando Sherlock 5 -SPOILERS!", Christmas Challenge 2017 - Secret Santa
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eurus Holmes, Jim Moriarty
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(I'm outta time and)
All I got is five minutes




Cinque minuti. Solo cinque minuti. Cosa potranno mai essere in confronto allo scorrere di una vita intera?
In realtà sono trecento secondi. Per trecento volte la lancetta più lunga di un qualsiasi orologio analogico è obbligata a muoversi, spostarsi e fermarsi.
Cinque minuti, o trecento secondi, sono un perfetto regalo di Natale: sono più che sufficienti, oppure sono rilassanti, o ancora, necessari. Ma tra tutti gli aggettivi con cui un lasso di tempo così limitato si può descrivere, quello preferito da Euros Holmes era “soddisfacente”, e da molteplici punti di vista. In trecento secondi sono stati sanciti i termini di diverse vite, la giovane donna ebbe la conferma che suo fratello maggiore potesse essere descritto con due splendide definizioni, ovvero “idiota” e “emotivamente labile”, infine il migliore punto di vista: aver provato quella piacevolissima ed orgasmica sensazione di conversare con una persona intelligente.
Cosa può esistere di più soddisfacente per Euros –psicopatica, relativamente schizoide*, se non del tutto certificata, una delle menti più brillanti della storia dell’umanità- Holmes? Era bastato uno sguardo per percepire la profondità intellettiva e recettiva di James Moriarty, Jim, per gli amici. Un semplice e mellifluo passo per carpirne l’orientamento sessuale. Il tempo impiegato perché si analizzassero reciprocamente è di circa tre virgola quattro secondi, non una corda vocale che vibrava. Nell’istante immediatamente successivo Euros Holmes aveva cominciato a percepire un debole solletico che le era mancato da diversi anni, che la scagionava definitivamente dall’accusa di essere malata di disturbo schizoide di personalità. Era parzialmente colpevole, perché incapace di manifestare tramite espressioni emotive e normali relazioni sociali i propri sentimenti – sempre che fossero realmente confinati da qualche parte-, ma in quei minuti il suo interesse per eventuali esperienze sensoriali era aumentato vertiginosamente. Come direbbe qualche anziana signora convinta di vivere nei lontani anni ‘60, “senza pudore”. È umanamente riconosciuta la necessità di sfogare lo stress o dimostrare quei superflui meccanismi di difesa, più comunemente chiamati “emozioni”, attraverso la soddisfazione d’istinti sessuali, e gli occhi scuri di quell’uomo fasciato da un inconfondibile Westwood, risvegliarono in lei quel solletico di cui tanto le avevano raccontato gli psicanalisti durante l’adolescenza e che, per la prima volta durante la sua intera vita, non reputò patetico.
Durante quegl’istanti esistevano solo volti inclinati da un’evidente bestialità che resisteva in qualche anfratto di entrambi: braccia stese sui fianchi, respiri che appannano il vetro, caldi, ginocchia flesse di qualche millimetro, la massa corporea che sbilancia il baricentro dei due muti interlocutori da un crociato all’altro, il sorriso spontaneo di Moriarty. Una parola, “Barbarossa”.
Tempo trascorso: venti secondi.

<< Quindi Sherlock è convinto di aver posseduto un cane, ma in realtà era Victor Trevor e non l’hanno mai ritrovato >>
<< Mi hanno allontanata immediatamente quindi non so come gli analisti abbiano interpretato questo meccanismo: razionalizzazione, rimozione, o spostamento**. Così banale, lo è sempre stato >>
<< Credevo di averne trovato uno interessante con cui giocare, ma ora non ne sono più tanto convinto. Sarà divertente interagire con lui faccia a faccia >>

Spiegare la questione Barbarossa fu talmente rapido che tornarono ad osservarsi, con occhi vivi, in cui non si poteva nemmeno cercare una traccia mortifera perché nessuno l’avrebbe mai trovata. Di nuovo quell’insana apnea in cui silenti scambi di opinioni e accorgimenti afoni riempivano l’aria. Decisamente appagante, tanto che il pluriprocessato e sempre libero Jim fu costretto a chiudere gli occhi e piegare indietro la testa, mostrando il pomo d’Adamo, non troppo sporgente, sotto la candida pelle del collo.
Le parole “mantenere la distanza di tre piedi” galleggiavano tra due ammassi di composti organici attorno ai quali si percepiva una tensione sessuale paragonabile solo alla forza con cui le corde dello Stradivari erano tirate.
Accordarsi riguardo un sistema di comunicazione valido risultò altrettanto sbrigativo: qualche gesto che risultasse di facile comprensione anche per gli ambasciatori che gli avrebbero tenuti in contatto negli anni a venire, ed un eventuale codice di stringhe numeriche in casi di necessità. Manipolare le menti più semplici, che si credevano preparate psicologicamente alle loro abilità psichiche, risultò essere un ottimo passatempo per entrambi, oltre che causa d‘ilarità negl’infiniti momenti in cui Mycroft o chi di dovere non riuscivano a formulare nemmeno un lieve sospetto. Probabilmente nessuno dei due aveva intenzione di sprecare quei trecento secondi in speculazioni o irrilevanti sistemi organizzativi, erano troppo intelligenti per certe stupidaggini, così come quando si consuma una notte di pura passione e si tenta, spesso invano, di allungare la durata dell’amplesso.
L’istante più piacevole per Moriarty fu una nota altissima che Euros raggiunse in una breve composizione improvvisata. Una nota eccentrica, come il bagliore che illuminava le pupille del criminale appena sollevò le palpebre sull’ultimo suono emesso dal violino. Le dita della prigioniera si spostavano rapidamente e con una certezza nelle falangette degna dei più grandi violinisti della storia. La musica risuonava fastidiosamente ovattata e filtrata ai timpani del criminale, che però, nella sua superba mente, non faticava a ricomporla col timbro giusto, percepibile solo nei teatri costruiti sulla solida base dell’acustica.
Il magnifico strumento si abbassò dalla spalla della giovane donna dagli occhi chiari. Oh, quelli di Sherlock non erano nemmeno paragonabili a quelli di sua sorella: tutto tranne che limpidi, vivi di un sentimento tanto profondo e represso mai stato colto. Un confronto che Moriarty avrebbe certo costruito, se in quegl’istanti non fosse stato rapito dal carisma intellettivo che la persona che lo aveva richiesto per Natale emanava.
La domanda sorse spontanea sulla lingua dell’aracnide conosciuto come Jim << quanto tempo hai speso per imparare? >> un cenno con il capo verso il violino, accompagnato da un inconfondibile sorriso compiaciuto.
<< Tre giorni >>
Oh, era davvero un miracolo genetico, un DNA degno di nessun altro, e questo Moriarty lo pensò istantaneamente dopo la risposta ricevuta.
Tempo per creare un sistema di comunicazione, improvvisare una melodia e riporre lo Stradivari nella custodia: due minuti e trentasei secondi.

Quella che Euros percepiva tra le maggiori componenti che costituivano il suo ospite era rabbia. Pura e semplice, chiara. Insieme a quel sentimento, si aggiungeva il divertimento. A Moriarty piaceva divertirsi, osservare gl’insignificanti esseri umani con cui era costretto condividere la razza, mentre si divincolavano nell’inutile tentativo di emergere, con prevedibili discorsi o messinscene, di fronte ai suoi occhi scurissimi. Probabilmente dal suo punto di vista l’Inferno si sarebbe rivelato un parco divertimenti, costellato di torture degne dei migliori canti della “Divina Commedia”. La curiosità infantile di Euros – di quell’infanzia che forse non c’era mai stata, innocenza tramutatasi in vendetta e autodifesa - sarebbe sicuramente stata stuzzicata sulla ruota panoramica dell’infernale parco divertimenti. Magari ci avrebbe portato anche Sherlock, su quella ruota panoramica. Chissà com’era stata la fanciullezza di James Moriarty, sicuramente una questione per cui non bastavano cinque minuti.
La Holmes però ne era certa: la rabbia viscerale e trasparente del suo interlocutore aveva messo le sue radici nel suo stesso passato. Il divertimento la seguiva, scaturito soltanto da qualche peculiare episodio.
Dall’altro lato del vetro, in piedi e a pochi centimetri di distanza, nel silenzio dei respiri, anche il regalo di Natale aveva mantenuto la strana sensazione percepita durante l’ascolto dell’improvvisata canzone di Euros. Non aveva ben compreso di cosa potesse trattarsi, cosa potesse celare quello sguardo così acuto e penetrante che si trovava a fronteggiare. Se si fossero incontrati in un’elegante sala da ballo, sarebbero entrambi stati colti dall’irrefrenabile desiderio di unirsi in una danza sensuale e macabra. Chiunque si sarebbe spaventato di fronte ad una scena tanto difficile da immaginare e tanto più da comprendere: nessuno dei due possedeva quel fisico scolpito dei ballerini della scala, ma la necessità di muoversi ad una distanza pari a qualche millimetro, li avrebbe ugualmente intrappolati, costringendoli in un’esperienza totalizzante, degna delle migliori espressioni di disgusto dei presenti in sala. Lì, l’uno di fronte all’altra, erano impegnati in qualcosa d’indefinibile. Le loro pupille avrebbero spaventato lo stesso, chiunque, anche quell’idiota ed emotivamente labile di Mycroft. Qualcosa si muoveva nel loro sguardo, e quello divertito di Moriarty avvertì finalmente un sentimento ben preciso: solitudine.
Euros trovava così soddisfacente quel tempo, così travolgente quel formicolio e così interessante quella sensazione di calore che le attraversava senza permesso le viscere. Quando consumava il suo naturalissimo bisogno con qualche lurido assistente, mai aveva percepito un briciolo di tutta quella bellezza. Per anni aveva dialogato con il suo inconscio, rivelando la superiorità del freudiano Sper-io, che sempre aveva prevalso sull’Es*** istintivo. Si sentiva come rivitalizzata da quello sguardo. Avrebbe superato quel vetro solo per toccare la carne di un individuo intelligente. Sapeva che Moriarty l’aveva vista, quella sua nuda solitudine.
Una gabbia dorata, in un certo senso, quella di Euros Holmes: ogni giorno qualche presuntuoso essere umano da sventrare con parole e ragionamenti complessi, menti dilaniate da sensi di colpa che solo lei era capace di cogliere con sottigliezza. Aveva cinque minuti per aiutarla, ed erano passati quasi trecento secondi esatti. Nessuno dei due aveva percepito quel tempo come breve o dilatato, piuttosto esatto. Moriarty aveva tra le mani il futuro della persona cui avrebbe volentieri posato sul capo la corona che le spettava, per quanto riusciva a comprendere con la sua mente perfetta. Poteva salvare Euros da quell’incubo durato anni.
Tempo rimasto: trentuno secondi.

L’incontro dei loro sguardi era un concepimento. Generava fiducia, che andava aldilà di qualsiasi dolore, di qualsiasi sensazione orgasmica, di qualsiasi pulsione libidica.
Il divertimento di lui era stato amplificato.
La solitudine di lei annullata.
Tempo rimasto: due secondi.

La stanza si aprì, un uomo in divisa aprì le labbra e le mosse per generare rumore, decisamente fastidioso, ma a malapena raggiunse il padiglione auricolare di Jim. Altro rumore, passi, pesanti, metallici. Una mano si strinse sul Westwood, ed un sorriso si allargò sul viso di James Moriarty, insieme ad un inquietante scintillio nei suoi occhi.
Non l’avrebbe lasciata ancora da sola, oh, a costo di morire.

<< Buon Natale, Euros Holmes >>

 
Whatever I feel for you
I love you Woodkid




Note:
* il disturbo schizoide di personalità è un particolare disturbo della personalità per cui il soggetto tende ad evitare le relazioni interpersonali con altri esseri umani, e questo può comprendere anche l’aspetto sessuale e le relazioni amorose. In più si riscontra una certa apatia, se non totale, nei confronti delle altre persone e di ciò che accade nella realtà circostante.

** Meccanismi di difesa dell’Io che la mente, inconsciamente, attua in vari casi.
Razionalizzazione: il soggetto tende a dare una spiegazione logica e iper-razionale ad un accadimento ritenuto angoscioso, particolarmente doloroso, troppo pesante ecc.
Rimozione: il soggetto cancella inconsapevolmente il ricordo di un’esperienza traumatica (che può essere: improvvisa, terrorizzante, immobilizzante, irreparabile psicologicamente o fisicamente).
Spostamento: la persona utilizza un manifesto (cioè un oggetto sostitutivo) e lo investe di sentimenti altrimenti inaccettabili nel caso l’oggetto non fosse sostituito. Nel caso di Sherlock Victor sarebbe l’oggetto originale, ma il piccolo Holmes lo sostituisce con Barbarossa, il cane, per rendere l’esperienza meno traumatica.

***Nella psicanalisi Freudiana:
Super-io: parte dell’apparato psichico totalmente razionale, quindi si occupa di imporci il comportamento più corretto, i divieti, gli obblighi e così via, una sorta di Grillo parlante.
Es: parte dell’apparato psichico che incarna gli istinti primordiali e le pulsioni, dagli impulsi sessuali alle emozioni quali rabbia, paura e, in generale, quelle primitive. Rappresenta la nostra parte animalesca.



Spazio (in)utile: come scritto nella presentazione, questa fanfiction partecipa alla Secret Santa indetta sul gruppo Facebook Aspettando Sherlock 5 - SPOILERS. Alla fine metterò il link per gli interessati. Il prompt mi lasciava una libertà infinita, perché potevo decidere di far anche suonare ad Euros il fagotto, oppure potevo far inscenare ai due la rinomata natività di Moriarty. Diciamo che mi sono presa le mie libertà lasciando da parte tutto il caso Barbarossa (che ancora non mi va giù), e mi sono presa i miei cinque minuti per raccontare altro.
Insomma, il mio commentino qui è finito, vi auguro Buon Anno Nuovo, e ormai in ritardo, Buone Feste.

Pubblicità:
Gruppo FB > https://www.facebook.com/groups/366635016782488/about/
Pagina FB > https://www.facebook.com/ArnyHaddok/
Profilo Twitter > @AnitaMurelli o @CallmeBoo
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Arny Haddok