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Autore: Nagisa_ken    30/12/2017    0 recensioni
˂Da quando mi è stato spezzato il cuore, sono morto dentro, sono solo un involucro di carne con all’interno un anima incrinata, che non può più essere riportata a come era prima dell’accaduto. Perché, come tutti sanno, quando “rompi” una persona, essa non può più essere “riparata”.˃
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hazel Levesque, Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È una mattinata decisamente poco inoltrata al Campo Mezzosangue e nessuno è nei paraggi, eccetto me. Mi trovo vicino al laghetto delle canoe e nel frattempo osservo il cielo che si sta tingendo dei colori della prima alba. Rosa, arancione e giallo si stanno lentamente mescolando al blu della notte, formando così uno spettacolo affascinante, degno dei quadri più famosi al mondo.
Sono circa le 5:45 e mi ritrovo seduto su un ramo che si affaccia sullo specchio d’acqua limpido e cristallino, circondato solamente dal silenzio, che a volte pare quasi assordante. Questo panorama e questa totale assenza di suoni infondono in me una calma che non riesco a trovare in nessun altro luogo. È come se, solamente in questo momento della giornata, appartenessi ad un posto, avessi una casa, senza sentirmi rifiutato e allontanato. Non so perché questo luogo mi sortisca tale effetto, forse perché la solitudine mi appartiene da sempre e perché mi ritrovo circondato dall’eco dei miei pensieri fugaci che rimbombano nella mia testa.
Decido di scendere dal ramo e di avvicinarmi alle sponde del lago, sporgendomi verso di esso. Riesco ad intravedere un’immagine sfocata e fallace: quella di un ragazzino sui quindici anni dai capelli corvini, dagli occhi di color pece, che sembrano così profondi da poterci quasi annegare, e dalla pelle bianca, come quella “pelle” che solo la luna possiede. Sono più che cosciente del fatto quel corpo non mi appartenga più. Da quando mi è stato spezzato il cuore, sono morto dentro, sono solo un involucro di carne con all’interno un anima incrinata, che non può più essere riportata a come era prima dell’accaduto. Perché, come tutti sanno, quando “rompi” una persona, essa non può più essere “riparata”.
All’improvviso, scosso e colto di sorpresa mentre mi trovo sospeso tra i miei pensieri, sento una voce femminile chiamarmi in lontananza. È mia sorella Hazel, anche lei figlia di Ade, o per meglio dire, nel suo caso, Plutone. Hazel è il mio opposto. Ha carnagione scura, come il colore del cioccolato, capelli castani e ricci e occhi dorati, che si intonano perfettamente al costume che sta indossando in questo momento e che le cinge il corpo in modo perfetto. Dopo essersi legata in capelli in una coda abbastanza rudimentale e spettinata, decide di affrontare il freddo e di tuffarsi all’interno del lago, increspandone la superficie perfettamente piatta. Inizia a nuotare, tentando di riscaldarsi, e, solamente dopo essere riuscita in questo intento, mi chiede gentilmente se voglio farle compagnia entrando in acqua insieme a lei. Le dico che non sono dell’umore adatto e, solo dopo aver risposto bruscamente ai suoi innumerevoli tentativi di convincimento, mi sento afferrare la gamba e trascinare dentro il lago.
Hazel, o qualunque cosa sia, senza un motivo apparente, comincia a nuotare sempre più velocemente verso il fondo del lago, il quale mi sembra si trovi ad una distanza infinita. Guardo verso l’alto e per la prima volta ho l’occasione di guardare il mondo esterno da una prospettiva diversa, dove tutto sembra sfocato e le cose si tingono di un azzurrino chiaro, quando quest’ultime iniziano ad apparire con delle piccole macchioline scure. Quanto tempo è trascorso da quando ha iniziato a trascinarmi? Sembra quasi che sia passata un’infinità, come se cento vite fossero fluite indiscretamente davanti ai miei occhi. Oramai i miei polmoni sono in fiamme e tutto è diventato buio, come una notte senza stelle e luna. Il mio destino è stato segnato da questo avvenimento e, di conseguenza, non potendo fare più niente per cambiarlo in meglio, lascio che mia sorella continui lentamente a trascinarmi verso la mia morte, annegando sempre di più nell’oscurità.
   
 
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