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Autore: CoffeAndWriting    01/01/2018    0 recensioni
Charlotte&Francis: la fusione di due corpi e due anime opposte, alla ricerca di sé stesse ma l’una dentro l’altra; il desiderio e la carnalità di chi ha la libertà di non dovere niente a nessuno e nella passione degli amanti trova la complicità di un amico. La dignità di chi non ha paura di spingersi oltre i propri limiti e di svestirsi delle proprie insicurezze lasciandole a terra assieme ai vestiti...
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una settimana in montagna, in quella casetta spersa nel nulla; sorseggiando the caldo davanti alla fiamma  scoppiettante del camino accanto alla finestra. 

Sdraiata sulla poltrona, con le gambe a penzoloni e il computer tra le gambe. Passare i giorni tra un nuovo capitolo ed una scopata. 

Era raro che parlassero, stavano assieme, l’uno accanto all’altra senza fiatare; riempivano quel vuoto soltanto con la loro essenza, senza parole di troppo e senza domande superflue, l’aria era pura ed incontaminata.

Erano amici? O cosa di più potevano essere? 

Non c’era nulla di chiaro, non ne avevano mai parlato apertamente, non era importante questo, in quel momento così semplicemente si bastavano. 

Lui era un tipo strano, taciturno, uno spirito libero difficilmente descrivibile; lei era una sognatrice accanita con la sofferenza tatuata nell’anima, innamorata dell’amore ed instancabilmente ossessionata.

Come erano arrivati la, a rinchiudersi in una casetta sperduta nel bel mezzo della montagna più avversa, nemmeno loro lo sapevano.

Si conoscevano da tempo, ma per molto non si erano né visti né parlati e poi ad un certo punto tutto d’un colpo si erano riavvicinati. 

Sempre con quel suo fare misterioso ed intraducibile lui aveva ricominciato a far parte della vita di lei che si era appena lasciata alle spalle una lunga relazione ed in quel momento era facilmente prevedibile ed ammaliabile.

Lei aveva ancora sulle labbra il gusto del suo primo bacio dell'epoca che fù; un bacio di pura passione senza sentimento e senza ragione, non se lo spiegava neppure.

Decisero di passare qualche giorno in montagna con una tale semplicità che gli bastò prendersi ferie da lavoro, fare lo zaino e partire. 

A lei bastava una poltrona comoda ed una coperta calda sotto cui giacere e scrivere al PC; a lui bastava un po' di contatto con la natura, qualche foto scattata e la libertà di chi in città vive soffocando.

Erano molto diversi, lui non parlava molto e lei invece avrebbe parlato anche col muro se avesse potuto; lui amava fare lunghe escursioni mentre lei preferiva una semplice passeggiata e poi starsene sdraiata sull'erba a riposare. Lui scappava dalla città, lei amava il centro caotico e dispersivo però non sapeva perché ma in quel momento le andava così, stava bene in silenzio e in montagna si sentiva a casa e alla città non ci pensava neanche lontanamente.

La casa era coccola ma abbastanza spaziosa; si doveva percorrere una stretta stradina cupa ed in salita e appena si arrivava vi era un piccolo giardino recintato con una bella staccionata dentro al quale vi era un dondolo momentaneamente ghiacciato.

C'era una piccola scalinata per arrivare all'uscio e poi entrando un vasto soggiorno annesso di cucina da cui si accedeva sulla destra a una scala di pochi gradini che a destra portava ad una camera, la più piccola, al centro vi era l'accesso al bagno e alla sinistra l'altra camera, quella più grande.

Il soggiorno era dotato di un piccolo camino infondo, sul lato più corto mentre sulla parte che si affacciava verso fuori una grande vetrata che dava su una vista magnifica da cui le montagne si facevano spazio tra le immense nuvole bianche.

Charlotte si sentiva in paradiso, aveva lasciato i pensieri e le preoccupazioni in città e si era portata dietro solamente un libro di poesie e il suo PC per scrivere. Voleva liberare la sua anima, sentirsi libera, sentirsi intera e a proprio agio con il proprio corpo, lasciandosi scorrere addosso qualsiasi difetto percepisse imperdonabile. La mente libera ed il corpo privo di inibizione.

Desiderava di sfiorare le sue mani, sfiorarle appena, con una delicatezza tale da non turbare la quiete; quasi impercettibile, ma il desiderio era così ardente che reprimerlo bruciava dentro. 

Tuffarsi tra le sue braccia, inebriarsi del suo profumo e perdere il senso del tempo, perdere il senso dell’esistenza... creare una barriera tra lei ed il resto del mondo e restare solo lei e lui, li, fermi ed in silenzio persi in una casetta di montagna circondata dal nulla. Un attimo di pace e nient’altro. Un attimo di vuoto prima dell’esplosione, la pace prima della tempesta. 

Perdersi nei suoi occhi, senza paura, sentirsi libera di provare imbarazzo; un imbarazzo forse solamente momentaneo. Un imbarazzo puro ed un po’ bambinesco; l'imbarazzo di chi vuole provocare e scherzare allo stesso tempo e poi rompere il silenzio con un sorriso, di quelli candidi, disinteressati ma vivi. Altro che sorrisi, non le bastava mai. Sentiva le sue labbra bollenti bruciarle la pelle. 

Viso contro viso, le labbra di lui sulle sue, sfiorarsi... lei tremava, il cuore batteva all’impazzata e la mente era completamente inebriata. Voleva mordergli le labbra e sbatterlo violentemente al muro, sentire le sue mani piano piano scivolare sotto il vestito... baciarlo, infilargli la lingua in bocca e sentire la sua presenza incidersi fin dentro le ossa, baciarlo fino a restare senza respiro.

Voleva solo sentirlo addosso, sentire la sua forza premerle contro e sentirsi completamente impotente. Voleva i segni addosso, lividi, voleva i lividi della passione fugace, voleva sentire il dolore della sua presa delicatamente violenta; bramava il pizzichio del suo morso che lacera la pelle come si lacerano le ferite sul cuore. 

Era goliardica di baci così affannati da offuscarti la mente; di mani addosso in ogni momento, in ogni luogo, senza ragione, solo puro bisogno, puro desiderio.

Voleva tutto ciò di cui lui un tempo gli aveva dato un assaggio ma lei troppo ingenua non aveva colto.

Non sapeva come mai lo desiderasse così goliardicamente, con le mani di lui addosso si sentiva sé stessa.

Avevano un rapporto così contorto, camminavano nella stessa direzione nonostante fossero l'opposto; ed ogni parola non era mai sbagliata ma era semplicemente pura, ogni sorriso era chiaro e limpido non vi erano fraintendimenti. Niente sentimenti ma ci tenevano l'uno all'altra nonostante questo.

Tutto era spontaneo, puramente basato sul sesso; basato sul piacere e sulla ricerca della serenità con sé stessi, oltre l'altro. 

Era un puro viaggio di desiderio e carnalità che facevano l'uno dentro l'altra ma puramente fine a sé stesso e da entrambe le parti egoistico. Un egoismo che per assurdo era condiviso.

Lui la prendeva così com'era, non guardava ai suoi difetti, non le interessavano i chili in più, la voleva libera da sé, libera da ogni costrizione mentale o sociale, la voleva irrefrenabilmente sbagliata e orgogliosamente  vera svestita di paure e vestita di sicurezze; si faceva spazio tra le sue curve sinuose e senza riluttanza si concedeva la meraviglia di un corpo imperfetto.

Lei un poco tentennava e timidamente evitava gli specchi, poi lasciava le paure a terra assieme ai vestiti; lasciava la ragione e la razionalità fuori dalla porta e si concedeva un po' di felicità e di amore per sé stessa.

Non avevano bisogno di amore e sentimento e nonostante questo si facevano bene reciprocamente; si cercavano disinteressatamente e si accoglievano affettuosamente a prescindere dal resto.

La libertà di non dovere niente a nessuno, un' egoismo che nasce dalla tenerezza di esserci sempre e comunque nonostante tutto ed aiutarsi a vicenda; il brivido e la passione degli amanti nell'affetto di un amico e la dignità di chi non ha paura di spingersi oltre il proprio limite senza costruirsi castelli in aria.

Sincronia di due vite completamente opposte ma mai avverse.

 

 

 

 

 

 

   
 
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