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Autore: sweetneko    03/01/2018    1 recensioni
Non so se si può definire questo testo una poesia. Parla del cambiamento tra infanzia e adolescenza, l'ingrandimento del mondo e della sua comprensione, dei legami sociali e della sensazione di solitudine che avverto, come molti altri miei coetanei.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ero piccola avevo paura.

Quando ero piccola avevo paura.
Paura soprattutto della morte.
Morte mia, morte della mia famiglia.
Famiglia, ovvero coloro a conoscenza della mia fobia.
Fobia alimentata dalla mia, grande e sofferta, intelligenza.
Intelligenza spalleggiata da una fervida immaginazione.
Immaginazione che mi tormentò a lungo.
Lungo la mia strada incontrai la morte.
Morte dei padri dei miei genitori.
Genitori che amavo, adoravo.
Adoravo i sovrani della mia infanzia.
Infanzia dalle lugubri ombr
e, ma infanzia.
Infanzia che è andata; sono cresciuta.
Cresciuta con me è la mia intelligenza, la mia immaginazione, i miei timori.
Timori cambiati, riposti e destinati ad avverarsi nel futuro.
Futuro: prospettiva umana del tempo che verrà, che suscita anche paura, paura legittima, normale.
Quando ero piccola avevo paura, ma avevo i miei sovrani a cui confidarmi, e mi bastava.
Ora ho paura, ma sono sola.
A volte vorrei morire.

   
 
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