Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Helly00    03/01/2018    1 recensioni
Quanto labile può essere il confine tra un voto ed un sentimento? A mio parere a volte molto sottile. In questa OS ho cercato di dare un'impronta di questo tipo alla trama. Fatemi sapere se vi è piaciuta! Buona lettura!!
Yuko lo fulminò: “Io non devo proprio niente! Sai bene che per me tutto deve avere un prezzo!”. Kurogane sbottò: “Ti darò qualsiasi cosa tu voglia!”. La strega si fece ancora più seria: “E se domandassi la tua vita?”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Kurogane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Che silenzio. Buio ma silenzioso.”. Per Kurogane non rivivere la morte dei suoi genitori nel sonno era un sollievo. A quel punto.. anche il nulla andava bene, piuttosto che vedere ancora il corpo di sua madre privo di vita a terra e il braccio mozzato del padre in bocca ad un essere mostruoso che gliel’aveva strappato. Un singhiozzo nell’oscurità lo fece trasalire. “Chi sta piangendo..?”. Si guardò attorno e nelle tenebre una debole luce si fece largo. La figura che si delineò gli era familiare. Di spalle si vedevano solo i lunghi capelli scuri che ricadevano scomposti mentre sulle mani giunte, che si scorgevano appena, s’infrangevano cristalline lacrime. Kurogane avrebbe voluto che si girasse per avere conferma dei suoi sospetti, ma la voce gli si era bloccata in gola. Come poteva quella figura così affranta essere la dolce Principessa Tomoyo?! Non riusciva a scorgere il volto, nascosto dalle lunghe ciocche blu. Solo la guancia era visibile.. pelle candida come la neve segnata da una disperazione innaturale per lei. Come accortasi di una presenza alle sue spalle si mosse appena cosicché gli furono ben visibili le piccole labbra che invocavano il suo nome: “Kurogane..”

Il samurai si svegliò di soprassalto con un peso enorme sul petto. In affanno si guardò attorno costatando che era ancora con i suoi compagni di viaggio attorno al fuoco morente, tuttavia l’angoscia che ancora alleggiava sul suo spirito doveva significare qualcosa di più di un semplice incubo. Il suo istinto non sbagliava mai. Si alzò di scatto prendendo Mokona dal suo giaciglio e scuotendola con forza: “Ehi polpetta! Svegliati! Ho bisogno di parlare con la strega!!”. L’animaletto bianco mugugnò assonnata: “Mokona ha sonno.. Kuropon parlerà domani con Yuko..”. Lo spadaccino alzò il tono: “Fammi parlare con la strega, Mokona! Adesso!!”. Gli altri si svegliarono preoccupati. La tensione nella voce di Kurogane era palese a tutti, persino allo strano coniglio bianco che riavutosi completamente dal dormiveglia si apprestò a mettersi in comunicazione con l’altro mondo. La gemma rossa brillò proiettando l’immagine della Strega delle Dimensioni di fronte a loro. Yuko, sorpresa, esordì: “Ebbene? Cosa volete?”. Kurogane le chiese diretto: “Strega! Nel mio mondo.. cosa sta succedendo?”. L’interpellata lo scrutò in silenzio. Impassibile come il solito, dal suo sguardo non si riusciva a capire nulla dei suoi pensieri. Kurogane non voleva avere pazienza e sbottò: “Ti decidi a parlare, strega?!”. Lei lo riprese: “Ricorda a chi ti stai rivolgendo.. e poi perché dovrei risponderti?!”. Il samurai fremeva dalla rabbia: “Ho sognato Tomoyo.. Non può essere una coincidenza!” e Mokona intervenne: “Kurorin è molto preoccupato!! Mokona lo sente! Per favore Yuko.. rispondi!”. La Strega delle Dimensioni tacque qualche altro istante meditando se accontentarlo ed infine rivelò: “Le coincidenze non esistono.. esiste solo l’inevitabile. Il tuo paese è in guerra e il castello di Shirasagi è sotto assedio.”. L’espressione inizialmente smarrita del samurai mutò all’improvviso in collera: “ Devi portarmi subito là! E ho bisogno che mi presti la mia katana.. Ginryu!”. Yuko lo fulminò: “Io non devo proprio niente! Sai bene che per me tutto deve avere un prezzo!”. Kurogane sbottò: “Ti darò qualsiasi cosa tu voglia!”. La strega si fece ancora più seria: “E se domandassi la tua vita?”. Sakura e Shaoran esclamarono scioccati: “Cosa?!”. Fay da in parte sorrise serafico attendendo la risposta del compagno che non tardò: “Ho detto che ti darò qualsiasi cosa..”. Sakura si frappose strattonandolo: “ Non farlo! – e rivolgendosi alla strega la supplicò sull’orlo del pianto – Ti prego.. non puoi chiedere questo..”. L’altra di rimando rispose: “E perché no? Gli sto dando la possibilità di salvare centinaia di vite.. compresa quella della sua principessa.. mi sembra un prezzo equo. Cosa rispondi Kurogane?”. Il samurai irrigidì la mascella acconsentendo. Yuko sorrise soddisfatta: “Il prezzo da pagare lo deciderò ad opera compiuta.. Intanto avete il mio consenso.. e vi permetterò di prendere a prestito la Ginryu.”. Fay indagò: “Questo significa che potremo partire anche noi con lui?”. Kurogane si voltò: “Non sono affari vostri! Statene fuori!”. Shaoran gli si parò davanti: “Non ti lasceremo solo! Combatteremo al tuo fianco!”. Il giovane ragazzo non ammise repliche. Yuko concluse: “Bene! Andate!”. Mokona balzò spiegando le sue candide ali ed aprendo il portale dimensionale che li avrebbe trasportati nell’antico Giappone, il mondo da cui proveniva il loro compagno dagli occhi rosso sangue.. lo stesso colore che stava bagnando la terra degli alberi di ciliegio.

Nel bosco più a sud del castello di Shirasagi l’aria si distorse creando una bolla che aprendosi depositò i viaggiatori spazio-temporali sull’umida erba. Kurogane respirò l’aria a pieni polmoni.. era a casa. Nella notte fonda si vedevano  chiaramente diverse colonne di fumo grigio alzarsi verso il cielo. Mokona sputò una palla lucente che allungatasi diede forma e consistenza alla katana del samurai. In lontananza si distinguevano i rumori concitati della battaglia. Lo spadaccino afferrò la sua spada stringendo l’elsa fino a conficcarsi il disegno del drago sul palmo. Shaoran si rivolse a Sakura: “Sarà molto pericoloso Principessa.. statemi vicino finché non saremo giunti al castello, poi troverete riparo ed attenderete il nostro ritorno.” La ragazza annuì preoccupata e lui la rassicurò: “Non temete.. torneremo vittoriosi.. ve lo prometto!”. Confortata, Sakura regalò loro uno dei suoi dolci sorrisi. Si diressero di corsa verso il fulcro del combattimento: il palazzo. Avvicinatisi costatarono la presenza di numerose creature oscure e gigantesche che stavano mettendo a ferro e fuoco tutto il paese. Shaoran li riconobbe: “Non può essere..”. Fay gli chiese curioso: “Hai già incontrato questi esseri?”. Il giovane archeologo guardò il suo maestro in cerca del consenso per spiegare il perché li avesse già visti, ma fu Kurogane a parlare: “ Si! Sono gli stessi che anni orsono attaccarono il mio paese.. Suwa.. e che uccisero mio padre.”. Sakura, che era allo scuro del passato del suo compagno, gli poggiò una mano sul braccio: “Mi spiace per la tua perdita.. sono sicura fosse un valoroso guerriero..”. Il samurai le rivolse un debole sorriso: “Si lo era.. – e tornato serio concluse- ci stiamo avvicinando.. fate attenzione.”. Le esplosioni si erano fatte più rumorose ed ogni volta si percepiva la terra tremare sotto i piedi. Arrivati in centro città si trovarono a fronteggiare il primo di quegli abominevoli mostri sputafuoco. Gli occhi della creatura si accesero furiosi verso di loro pronta ad attaccare. Kurogane sguainò la sua katana: “Hama Ryuojin!”. Il fendente andò a segno abbattendo l’essere al primo colpo. Come questo ce ne furono molti altri. Man mano che si avvicinavano al castello, la presenza dei mostri aumentava esponenzialmente. Alle porte del palazzo, la situazione che si presentava era critica. Gran parte delle mura perimetrali erano crollate sotto gli attacchi. Fay e Shaoran abbatterono alcune di quelle creature deformi mentre Kurogane avanzava tra le macerie ed i corpi dei soldati. “In marcia!!”. Una voce femminile ed autorevole dispensava ordini tra le file degli uomini armati. Kurogane si fece avanti: “Amaterasu!!”. La giovane guerriera sentendosi chiamare si voltò sgranando gli occhi: “Youou.. sei proprio tu..”. Il samurai la guardò diretta: “Dov’è?”. L’imperatrice capì al volo a chi si riferiva: “Sta aiutando i miei cavalieri sul lato nord.. contravvenendo ai miei ordini di mettersi al riparo.. come il solito..”. Kurogane sorrise. Era proprio da lei. Si girò per andarsene quando la voce di Amaterasu lo raggiunse: “Adempi al tuo voto! Proteggila con la tua vita!”. Non c’era bisogno che glielo dicesse.. era lì per quello. Si diressero veloci al lato nord seguiti da Sakura e Mokona che a debita distanza attendevano il segnale di Shaoran che confermasse il passaggio libero da pericoli. Giunsero a destinazione continuando ad abbattere creature demoniache finché non furono investiti dall’abbagliante potere della sacerdotessa Tsukoyomi che estesosi aveva creato una barriera magica per proteggere i guerrieri dell’armata ma consentendo loro al contempo di sferrare gli attacchi offensivi contro il nemico, ma i mostri erano troppi e il potere della sacerdotessa si stava indebolendo per il prolungato utilizzo. Kurogame si lanciò nella battaglia fendendo colpi ed eliminando uno dopo l’altro le orripilanti bestie che ancora lo separavano dalla sua principessa. Era così vicino.. mancava poco per raggiungerla. Gli attacchi si fecero più violenti e la barriera cedette mentre le onde di fuoco divampavano tra le file dell’armata reale. Kurogane si sentì la forza morire dentro: “Tomoyo!!!!”. Riuscì ad arrivare a lei, poggiò la sua katana a terra e raccolse delicatamente il corpo della principessa ferito: “Tomoyo.. apri gli occhi!”. La ragazza alzò faticosamente le palpebre e sciolse il suo volto sfinito in un dolce sorriso: “Sei davvero tu?”. Il samurai provò dopo tanto tempo la paura.. lo stesso terrore che lo avrebbe condotto sul baratro della follia quando poco più che bambino aveva stretto il corpo della madre morente anche quando l’ultima goccia di vita l’aveva abbandonata.. finché non era arrivata Tomoyo a salvarlo dall’oblio e da sé stesso.. ed ora stava per perdere anche lei. Non sapendo cosa fare o dire farfugliò: “Aspetta.. vado a cercare qualcuno che possa curarti..-poi si ricordò del mago- ..con la sua magia ti potrà guarire..Fay!! Fay!!!”. Il compagno però era impegnato con Shaoran a tener lontani i mostri che ancora numerosi circondavano il castello tentando di sfondare le ultime difese. Tomoyo toccò con la sua mano la guancia di Kurogane perché la guardasse: “Resta con me..” ma una fitta di dolore la fece trasalire stringendosi al petto. Il samurai con le lacrime agli occhi dopo tanti anni la implorò: “Non andartene..”. La principessa gli sorrise ancora con le sue ultime forze: “E’ bello vederti di nuovo..” sussurrò prima di abbandonarsi completamente a lui. Kurogane non riusciva a smettere di fissare il viso stranamente rilassato della principessa.. fino a quando non sentì una furia cieca montargli dentro impetuosa ed inarrestabile. Afferrò la spada e decise di accantonare la logica, il controllo e la pietà. Fay si girò appena in tempo per intuire cosa stesse accadendo e si lanciò su Shaoran per proteggerlo con la magia da un colpo che lo avrebbe sicuramente ucciso. Il mago apostrofò lo spadaccino: “Ehi Kurorin.. calmati o ti verranno un sacco di rughe con quell’espressione!” ma Kurogane non l’aveva sentito.. non poteva. Il giovane archeologo, basito, rammentò dove aveva già incontrato quegli occhi ricolmi di una violenza  assassina.. nel libro dei ricordi, quando involontariamente aveva frugato tra le memorie di un bambino a cui avevano strappato tutto ciò che amava.. ed ora si stava ripetendo di nuovo. Si spostarono velocemente fuori dal campo d’azione. Non erano suoi obbiettivi e non se ne curò “Hama Ryuojin!!”. In un solo fendente dilaniò i corpi dei mostri antistanti bagnandosi ancora una volta del sangue del suo nemico. Si allontanò dal castello continuando a dispensare morte a chiunque incontrasse il suo cammino. Sakura si avvicinò tremante alla principessa: “Tomoyo..”.  “ E’ ancora viva – intervenne Fay- ha esaurito potere ed energie ma la scintilla brilla ancora dentro la sua anima..”. La giovane discendente del regno di Clow tirò un sospiro di sollievo alla rivelazione. Shaoran, che si era messo sulle tracce di Kurogane, li raggiunse: “Sta abbattendo uno dopo l’altro quei bestioni come fosse niente..”. “Impressionante..” lo interruppe Fay interessato. L’altro assentì concordando e proseguì: “Solo che ora sta distruggendo qualsiasi cosa.. -e scorgendo l’espressione preoccupata della sua principessa, precisò- non ci sono più abitanti nella zona.. se ne sono andati tutti. Ma come lo fermiamo?! Non riesco neanche ad avvicinarmi a lui! È circondato da un turbine di fuoco impenetrabile..”. “L’unica che lo può salvare è mia sorella..”. Si girarono tutti in direzione della voce che aveva parlato, la stessa persona che avevano incontrato sul lato sud del palazzo. Mokona domandò: “Maestà.. come possiamo fare?”. L’imperatrice addolcì lo sguardo spostando la frangia di Tomoyo con una carezza: “Portatela da lui.. è la sola che lo possa fermare.. ora che Kurogane è fuori controllo come accadde anni orsono, solamente il potere della sacerdotessa Tsukoyomi può arrestare la sua furia..”. Sakura intervenne: “Ma Fay ha detto che ha esaurito i suoi poteri nello scontro..”. Il mago sollevò delicatamente la principessa Tomoyo da terra confermando: “ Si è così.. ma a questo posso rimediare io. Le donerò parte della mia energia perché ne possa avere abbastanza da affrontare Kurogane ancora una volta.”. Si avvicinò al viso della sacerdotessa mentre Sakura si copriva il volto per l’imbarazzo al pensiero di quello che credeva stesse per accadere, ma Fay non si sarebbe mai permesso di violare le sacre labbra della principessa.. non era una sua prerogativa. Si apprestò quel tanto da permettere alla magia di fluire dal suo corpo a quello della reale erede, e come un soffio vitale, questo risvegliò la ragazza dalla sua incoscienza. La sacerdotessa alzando gli occhi gli domandò: “Voi chi siete?”. Fay donò uno dei suoi dolci sorrisi rassicuranti: “Sono un amico.. ma ora Principessa vi dobbiamo chiedere un ultimo sforzo” disse alzandosi da terra con Tomoyo in braccio. Si rivolse agli altri: “È pericoloso.. voi rimarrete qui.” Ma ovviamente nessuno era disposto ad ascoltare il suo consiglio. Seguirono la scia di morte lasciata dal samurai. Procedettero fino al punto dove l’umanamente sopportabile consentiva loro di arrivare. Fay emise un flebile fischio che creò una bolla protettiva intorno a lui ed alla principessa. Senza fermarsi disse ai suoi compagni: “Aspettateci qui.. torneremo quanto prima.”. Gli altri acconsentirono. L’energia sprigionata dalla collera di Kurogane rischiava di mettere in pericolo Sakura e la piccola Mokona. Il mago proseguì nel suo cammino in silenzio e con il volto disteso. “Sembrate così sicuro di voi..” notò la ragazza. I brillanti occhi azzurro cielo di Fay si depositarono su di lei: “Ho piena fiducia in voi, Principessa.. e confido anche nel vostro ascendente sul nostro spadaccino.”. Tomoyo lo scrutò incuriosita. In lui oltre ad un potere enorme, scorgeva e percepiva molto di più di quando desse a vedere. Kurogane era fortunato ad avere dei compagni di viaggio tanto valenti. Avrebbe appreso molto da loro. Fay constatò: “Ci stiamo avvicinando.. la pressione sulla barriera è in aumento..”. Finalmente si delineò la figura del samurai davanti a loro. La principessa lo chiamò a voce alta ma sembrava non sentirla. Chiese quindi a Fay di metterla a terra. “Siete sicura di reggere la barriera magica a vostra difesa?”. Tomoyo lo rassicurò che il potere che le aveva donato era più che sufficiente per proteggerla. Si portò di fronte a Kurogane ma tentando di afferrarlo venne scaraventata a terra. La sacerdotessa si rialzò e tristemente si rese conto che lui era fuori di sé. Si era trasformato in un demonio. Accecato dalla furia come anni addietro avrebbe dovuto ricorrere alla magia per fermarlo. Tomoyo fece appello a tutte le sue forze mentre il samurai le si era lanciato contro col chiaro intento di attaccarla. Una luce accecante scaturì dalle mani della sacerdotessa. Un’onda di energia lo colpì in pieno petto trapassando il suo cuore per liberarlo dalla nebbia che lo ottenebrava ordinando: “Io sono la tua Principessa! Ascolta la mia voce!”. Kurogane si bloccò con la katana a mezz’aria per poi crollare in ginocchio a terra stravolto. Nel suo sguardo ricomparve la ragione e solo allora mise a fuoco chi aveva davanti: “Tomoyo.. sei viva..”. Lei gli si avvicinò abbracciandolo: “Si.. Grazie per essere venuto a salvarmi..”. Kurogane affondò il viso e le mani nella morbida veste della ragazza stringendola a sé come a voler essere sicuro non si trattasse di un’illusione, ma le forze vennero meno e perse conoscenza. Tomoyo s’inginocchiò al suo fianco facendogli poggiare la testa sulle sue gambe. Era tutto finito. Vennero raggiunti dagli altri. Fay li tranquillizzò, il loro amico stava bene. Mokona proiettò l’immagine di Yuko nell’aria: “Mi sembra sia andato tutto per il meglio..” esordì. Tomoyo la ringraziò di cuore per aver concesso alla compagnia di giungere a lei. “Prego.. ma sai bene come funzionano le cose Principessa.. tutto ha un prezzo per me.”. La sacerdotessa comprensiva indagò: “Mi sembra giusto Strega delle Dimensioni.. dimmi quindi cos’è che hai chiesto in cambio?”. Yuko rifletté attentamente. La sua prima richiesta era per capire a quanto il samurai era disposto a rinunciare. Non c’era che dire.. il suo codice d’onore era tutto.. e forse oltre a questo, qualcosa di diverso aveva spinto lo spadaccino ad offrire la sua vita alla strega in cambio della possibilità di salvare la Principessa. “Ho già visto una situazione simile.. -sentenziò Yuko alludendo a Shaoran e Sakura- .. pertanto credo che un equo compenso sia un simile prezzo.” Tomoyo la guardò interrogativa dato che non era a conoscenza degli eventi mentre Fay e Shaoran avevano capito benissimo a cosa si riferiva. La strega proseguì: “Chiedo in cambio i suoi ricordi.. di te.. Principessa.”. La sacerdotessa spalancò gli occhi per la sorpresa: “ No.. non puoi chiedergli questo..”. Yuko le chiese: “E perché non dovrei?”. Tomoyo si chinò a guardare il viso di Kurogane privo di sensi: “Ha già perso così tanto.. e col prezzo che gli hai chiesto per consentirgli d’intraprendere il suo viaggio, ti ha ceduto anche l’ultima cosa a cui teneva davvero.. non ha più nulla da offrirti..”. La strega le fece notare: “Qualcosa da poter impegnare c’è sempre.. d'altronde l’hai mandato tu da me Principessa..”. Lungo la guancia di Tomoyo scese una solitaria lacrima che cadendo s’infranse sulla fronte del ragazzo: “Ti prego Strega delle Dimensioni.. se devi prendere per forza qualcosa, prendi i miei di ricordi..”. Fay e gli altri attesero la risposta di Yuko sperando che per una volta avrebbe avuto pietà delle circostanze. “Sai che non funziona così.. -rispose seria- non hanno lo stesso valore.. non perché siano meno importanti.. ma perché non sarebbe pagato da lui ma da altri..”. Incuriosita la strega le domandò: “Per quale motivo sei disposta a sacrificare i tuoi ricordi a fronte dei suoi?”. Tomoyo alzò lo sguardo: “Perché so che lui tornerebbe da me comunque.. è un samurai.. e mi ha giurato fedeltà per la vita. Anche se mi dovessi dimenticare di lui, sono certa non smetterebbe mai di restare al mio fianco per proteggermi. Glielo impone il suo codice d’onore.. -e rattristandosi concluse- se invece fosse lui a dimenticare me, non ci sarebbe assolutamente nulla a trattenerlo qui..”. Yuko li osservò silente riflettendo sul suo verdetto. Infine si espresse: “ Intanto mi riprendo ciò che già mi appartiene.. -sentenziò facendo sparire la katana di Kurogane- .. per quanto riguarda il resto mi riservo di esprimere i termini del mio compenso in futuro.”. Mokona chiuse il collegamento con la Strega delle Dimensioni ed il silenzio calò tra lo stupore generale. Tomoyo sorrise mentre lacrime discrete scendevano silenziose dai suoi occhi.

Kurogane si svegliò. Non ricordava d’aver sognato qualcosa in particolare.. solo ricordava la voce di Tomoyo. Voltò lo sguardo e lei era lì accanto a lui con la sua solita compostezza degna della sacerdotessa Tsukoyomi. Incrociarono gli sguardi e non ci fu bisogno di dire nulla. Si alzò dolorante. Non riusciva a rammentare nulla dopo l’immagine della principessa tra le sue braccia priva di coscienza.. l’aveva creduta morta.. poi il buio fino a che lei stessa non lo aveva risvegliato dalle profondità di sé stesso. Kurogane evitò di chiedere cosa fosse successo.. non lo voleva neanche sapere.. era ben conscio di cos’era capace. La principessa senza dire una parola rispettò il suo silenzio e lasciò la camera. Le bende che gli fasciavano le ferite erano pressoché inutili. L’indomani anche le lacerazioni più profonde sarebbero sparite lasciando leggere cicatrici. La mattina dopo si svegliò all’alba ed era di nuovo pieno di energie. Si vestì con la sua consueta armatura ed uscì dal castello. A quell’ora sapeva avrebbe trovato la principessa in contemplazione sotto l’antico ciliegio sulle sponde del fiume sacro ed infatti la prima luce del giorno ne disegnò la sagoma sulla riva. Si avvicinò facendosi sentire: “Buongiorno..”. Tomoyo senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte lo salutò: “Buongiorno! Ti sei ripreso?”. Silenzio assenso e continuò: “Hai rischiato molto per venire qui.. come sapevi ciò che stava accadendo?”. La sacerdotessa sapeva benissimo  essere stata la sua preghiera ad attraversare il tempo e lo spazio e ad averlo condotto fino a lì, ma voleva sentirlo dire da lui. Kurogane si rifiutò di confessare averla sognata: “Un'intuizione..”. Tomoyo lo guardò con la coda dell’occhio divertita e tornata seria gli chiese: “Come procede il vostro viaggio?”. Il samurai sospirò: “Procede.. il ragazzo impara in fretta.. abbiamo già raccolto molte piume della Principessa Sakura.. e Fay.. beh.. lui è ancora un mistero. La polpetta bianca credo che prima o dopo la mangeremo a cena..”. Tomoyo scoppiò in una risata cristallina, pura quanto l’acqua che docile scorreva nel fiume. La sacerdotessa tornò a contemplare il panorama: “Prometti che quando avrai appreso il vero significato della forza.. tornerai da me.”. Kurogane si voltò avviandosi verso il castello dove gli altri lo attendevano per raggiungere il nuovo mondo ma prima di lasciarla la rassicurò: “Voi siete la mia Principessa.. e nulla in questo od altri universi m’impedirà di adempiere al mio voto.. tornerò un giorno per restare al vostro fianco per sempre.. ed allora sarò più forte che mai per proteggervi fino alla fine”. Tomoyo si girò e lo osservò allontanarsi finché non scomparve dalla sua vista domandandosi quando quel giorno sarebbe arrivato.

 

  
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