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Autore: piccola_Calliope    04/01/2018    5 recensioni
La Bella e la Bestia è la mia favola preferita e questa storia è una mia personale rivisitazione, dove non c'è una fata, un sacrilegio o una rosa magica.
Ma c'è un ragazzo, prepotente, volgarotto, con una storia particolare dietro e una lei...
Una lei che inconsapevolmente gli insegnerà ad amare.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Fiamma non devi piangere!

POV. RICCARDO

Decido di non entrare a scuola, non avrebbe assolutamente senso, non riuscirei a seguire…
Tornando a casa, il parco in cui spesso Fiamma va a rifugiarsi, attira la mia attenzione…
Mi fermo e raggiungo la sua panchina. Mi siedo e ripenso ad ogni cosa, al nostro primo incontro, al primo abbraccio, il primo bacio e a due notti fa quando abbiamo fatto l’amore. Fiamma è entrata nella mia vita, come un uragano, ha abbattuto tutti i muri, si è avvicinata a me, come nessuna, mi ha fatto capire tanto e nel suo piccolo mi ha migliorato, ma io sono feccia, si è cosi che mi reputo al momento, l’ho umiliata di fronte ai miei familiari, screditando la nostra notte d’amore…E in quel momento ho agito senza pensare alle conseguenze, non ho pensato alle sue lacrime, al suo dolore, ho messo davanti a tutto la mia rabbia per la situazione che mi ritrovo a vivere e l’ho scaricata su di lei, lei ha pagato per colpe di altri, per colpe mie, di mia madre, Fiamma non doveva pagare, Fiamma non doveva piangere e ieri notte mentre mi giravo nel letto, ho capito che il mio cuore è suo, ma che è un cuore cattivo, un cuore che può distruggerla esattamente come ho fatto ieri o stamani e io l’amo, l’amo e non voglio distruggerla, sarà più semplice odiarmi, disprezzarmi per poi dimenticarmi che starmi accanto e soffrire costantemente…Lei merita di meglio, io voglio il meglio per lei, merita un bravo ragazzo che la apprezzi e rispetti, merita qualcuno che non la ferisca,  merita qualcuno che la faccia sorridere sempre, io la faccio piangere cosi spesso.
Ho deciso d’allontanarla, sbagliando forse…Ma un giorno Fiamma mi ringrazierà, che avvenire può avere con una bestia come me?
Oggi quando mi piangeva davanti avrei voluto stringerla e scusarmi con lei, dirle che non l’avrei fatto più, ma la verità è che io sbaglierò ancora.
Fiamma deve odiarmi, questo può solo farle bene. Però qualcuno per questa ennesima mia sofferenza deve pagare, accarezzo l’ultima volta quel nome inciso sulla panchina e risalgo sul mio motorino.
Arrivo a casa, apro come una furia il portone e salgo al piano superiore, entro in camera di Marta dove per ora alloggia Elisabetta e la trovo ancora addormentata a letto.
-Sveglia principessa si torna a casa!-urlo aprendo la sua valigia.-Quali sono i tuoi vestiti eh?-domando aprendo l’armadio, lei  e sua madre devono uscire dalla mia vita immediatamente!
-Riccardo cosa fai?-domanda lei.
L’adorabile Marilena ci raggiunge.
-Riccardo cosa stai facendo?-chiede.
-Vi preparo le valige-le sorrido.
-Riccardo smettila-mi urla.
-Ieri mi schiaffeggi, oggi mi urli contro? Qualcuno ti ha dato il permesso? Tu ti trovi in casa mia! E qui comando io!-affermo, afferrando maglie a casaccio.
-Riccardo devi smetterla!-continua Marilena.
-Sennò che succede? Mi schiaffeggi di nuovo?-le rido in faccia.
-Riccardo devi accettarci, noi da adesso faremo parte della tua vita-mi dice.
-E qualcuno mi ha chiesto se io fossi d’accordo?-urlo, loro sono piombate qui dopo anni d’assenza e adesso pretendono che tutto vada bene, che io sia felice?
-Io sono qui per recuperare il….-mi carezza le spalle, ma io bruscamente mi scosto.
-Non puoi Marilena, non puoi! Lo capisci che è impossibile recuperare? Lo capisci che se io sono una persona di merda è colpa tua? Solo tua! Io quando mi muovo distruggo, perché sono cresciuto con l’odio nel cuore! Ho odiato mio padre per anni e adesso sono costretto ad odiare te! Sai quanti cazzo di giorni ti ho aspettato? Sai quanti lacrime ho versato? Lo sai che brutto giocare sempre in difesa per paura che gli altri si avvicinino e mi facciano male? Sai che brutto dover rompere i regalini che gli altri compagnetti hanno preparato per la festa della mamma, perché io una mamma non c’è l’ho? Lo sai che significa invidiare una mamma e il suo bambino che si tengono per mano al parco? Sono cresciuto troppo in fretta! Tutto a causa tua, è colpa tua e del tuo sentirti oppressa! Questo te l’avrei potuto perdonare Marilena, ma non l’esserti ricostruita un’altra famiglia! La mia vita è stato un incubo! La mia vita è un incubo e io mi sento uno schifo, perché vedi Marilena? Io vedo Elisabetta e mi si stringe il petto, perché mi somiglia, vedo te e vorrei abbracciarti ogni volta che mi piangi davanti ma non ci riesco, preferisco ferirti! Ho mancato di rispetto a tuo marito ieri e non perché volessi realmente farlo, ma perché voglio cacciarti dalla mia vita e l’unico modo che conosco è trattarti male! Perché mi hai spezzato il cuore, perché un bambino deve crescere con la sua mamma accanto, proprio come hai fatto con Elisabetta! Ho pianto troppo e come un coglione piango ancora, sono dislessico Marilena! Sono stato insultato per anni e avrei voluto te, forse quel fardello sarebbe stato meno pesante se tu ci fossi stata! Mi sveglio spesso di notte a causa di incubi tremendi, ho paura d’essere abbandonato e sai cosa faccio? Non faccio avvicinare nessuno o peggio ancora li abbandono io! Ho cacciato Fiamma dalla mia vita, per colpa tua! Perché la faccio soffrire e non voglio, perché lei mi ha sempre dato serenità e io invece la faccio sempre piangere, perché per paura caccio via tutti! La verità è che riesco ad amare, ma riesco a distruggere chi amo e il mio amare non è sano e adesso mi sento solo, stanco e distrutto e sai cosa vorrei ora come ora? Un tuo cazzo d’abbraccio, perché per quanto io non voglia io ti voglio bene…Perché sei mia madre, sei mia madre…E il rivederti mi manda mi in bestia perché mi sei mancata troppo mamma!-non riesco a fermare le lacrime.
Mi siedo esausto sul letto, il cuore fa male, è pronto ad esplodere.
Improvvisamente sento due gracili braccia stingermi e un profumo inconfondibile raggiugermi le narici.
-Sono qui! Ci sarò sempre d’ora in poi, perdonami figlio mio, perdonami per tutto il male che ti ho fatto! Sono stata una pessima madre con te e Marta, sono un essere immondo e non mi merito il tuo perdono, hai ragione, perfettamente ragione! Ma io oggi sono qui e non ti abbandonerò mai più, te lo giuro-mi stringe più che può e io sento le forze abbandonarmi, sento i miei muscoli sciogliersi…Mi accoccolo contro il suo corpo.
-Mamma-sussurro e piango come un bambino.
-Non ti lascerò mai più figlio mio!-mi bacia la fronte, come spesso faceva nei miei sogni…
Io stringo la sua mano, mi era mancata cosi tanto in tutti questi anni, quanto ho desiderato quell’abbraccio…
Mi faccio coccolare un po' da lei, dalle sue carezze, mentre Elisabetta in silenzio ci osserva, poi però mi stacco, è vero, ho ceduto, ma ciò non toglie che ho una cicatrice sul cuore troppo grande, le darò probabilmente una possibilità ma ci vuole tempo, molto tempo.
-Dammi tempo ok?-le domando.
La osservo sta piangendo.
Alzo la mano per carezzarle il viso l’avvicino, ma non riesco a toccarla.
Lei l’afferra e la stringe tra le sue.
-Sono fiera di te Riccardo, non sei una persona di merda, non sei cattivo, hai un cuore enorme, probabilmente anche più grande del mio-sussurra, tra i singhiozzi sorridendomi.
-Voglio stare un po' da solo in camera, scusa per i vestiti Elisabetta-faccio un sorriso tirato ed esco da quella camera con un tumulto d’emozioni, mia madre è definitivamente rientrata nella mia vita, non c’è l’ho fatta più a tenerla lontana, perché per quanto lei abbia sbagliato, è sempre mia madre e io l’amo, l’amo esattamente come il Riky bambino.
Entrato in camera mia un libro sulla scrivania attira la mia attenzione…’’Orgoglio e Pregiudizio’’ il libro che ho regalato a Fiamma, accarezzo quel libro.
-Deve odiarmi le farà bene-mi ripeto.
Decido di provare a dormire un po'.
A metà pomeriggio qualcuno bussa alla mia porta.
-Posso?-mi domanda titubante Elisabetta sulla porta.
Io annuisco e lei entra in camera mia, si siede ai piedi del letto dove io sono steso.
Si volta, mi osserva in silenzio e poi mi sorride, ha il mio stesso sorriso, un po' furbo.
-Mi somigli molto-ammetto.
-Ho sempre sognato una famiglia numerosa, ho sempre voluto avere un fratellone più grande che potesse essere geloso del ragazzetto di turno che mi gira intorno, o una sorella con cui scambiare vestiti e trucchi, ogni anno a Babbo Natale da quando ho imparato a scrivere ho chiesto un fratellino o una sorellina , poi all’età di 10 anni la mamma mi ha detto che non avrei mai potuto avere quel regalo perché lei non poteva avere più figli a causa di complicanze durante il mio parto, mi sono rattristata molto, mio padre però aveva la dote innata di farmi ridere sempre nonostante tutto, è stato terribile sapere che lui non ci fosse più, che non l’avrei mai più potuto abbracciare…-Vedo una lacrima rigarle il viso, lacrima che prontamente lei asciuga.-Poi una mattina la mamma mi ha mostrato una tua foto e mi ha raccontato tutto, mi ha raccontato particolarmente di te, mi ha detto che eri uno di quei bambini parecchio furbi, molto intelligenti  e affettuoso. Mi sono arrabbiata molto con lei sai? Le ho urlato contro come mai in vita mia, non potevo concepire che una madre potesse abbandonare due bambini…Da quel giorno vi ho pensato tantissimo, con il desiderio di potervi incontrare presto, volevo particolarmente incontrare te, ho notato da subito la nostra somiglianza.
Posso solo immaginare quello che hai provato e ti posso giurare che questa mattina vederti in quello stato mi ha straziato il cuore, immagino non sarà facile avermi attorno e accettarmi, ma io vorrei che questo un giorno avvenisse, farò di tutto per farmi conoscere e farmi apprezzare da te, vi ho desiderato tanto e adesso che vi ho trovato non posso lasciarvi andare-cauta allunga la sua mano per poggiarla sulla mia.
-Hai paura?-le chiedo vedendo la sua forte titubanza.
-Lo so che sei buono, non ho paura, ma non voglio fare nulla che tu non voglia, non voglio forzarti-mi dice.
-In meno di 24 ore hai visto il peggio di me, sicura di volere me come fratellone?-le chiedo.
Lei annuisce, sorridendo, io stringo la sua piccola mano.
-Vediamo che succede, Elisabetta perdonami se ieri ho offeso tuo padre-le dico, non dovevo assolutamente permettermi di dire ciò che ho detto.
-E’ tutto apposto-continua a sorridermi.-Ti lascio riposare adesso-si alza e dopo un ultimo sorriso esce dalla mia camera.
Come andrà questa vita con una sorella in più e di nuovo una madre? Sono pronto a viverla? Elisabetta non merita il mio odio, ha sofferto molto anche lei, ha perso il padre, ha sofferto un po' come me, d’altronde lui non ci sarà quando lei prenderà la laurea o quando lei si sposerà, oltre a somigliarci fisicamente siamo accomunati da questo dolore, io sono cresciuto fino a 19 anni senza la mamma e lei da 15 anni dovrà imparare a crescere senza papà.
Afferro il mio cellulare e l’immagine sul diplay mi fa stringere il cuore in una morsa, è una foto che abbiamo fatta l’altra mattina con Fiamma a letto, con lei che mi bacia la guancia.
Accarezzo il suo viso e trattengo le lacrime, lo sto facendo per lei, lei merita un amore migliore del mio, nonostante forse da oggi in poi la mia vita si sistemerà, nulla toglie al male che sono in grado di farle.

POV. FIAMMA
E’ finita.
Dopo lo scontro tra Andrea e Riccardo, io e il biondo siamo andati in classe, io avevo asciugato tutte le lacrime e mi ero imposta di non piangere, il mio corpo si trovava in quella classe dalle pareti grigie ma il mio cuore e la mia testa erano altrove, erano fermi ai momenti felici tra me e Riccardo.
Andrea continua a parlarmi, ma io proprio non riesco a seguirlo.
Carlotta insiste nel farmi domande, domande a cui risponde Andrea perché io non ho la forza di dire nulla.
Mi sento come dentro una bolla, una bolla in cui non sento nulla tranne il mio dolore, mi sono innamorata per la prima volta in vita mia e sto soffrendo, si soffro, soffro immensamente, sento come se il mio corpo non mi appartenesse, come se il mio cuore non riuscisse più a battere come un tempo, mi sento trasportata in un'altra dimensione, piena d’angoscia e tristezza, firmo un’ora prima per andare a casa e lì ci trovo anche Gianmarco ed Eloisa, con un ecografia del mio nipotino, sarà un maschietto.
-Sei felice?-mi domanda Eloisa carezzandomi il viso.
-E’ una notizia fantastica-mi sforzo di sorridere ma proprio non riesco, cosa mi hai fatto Riccardo Gucci?! Mi ha tolto il sorriso, elemento che mi contraddistingue, io sorrido sempre.
-Tesoro che succede?-domanda mia madre preoccupata.
Tutti in silenzio mi osservano e io scoppio in lacrime.
-Piccola-Gianmarco mi carezza il viso.
-Scusate-corro in camera mia.
Mi butto sul letto e lascio libero sfogo a quella lacrime cosi dolorose.
-Che cosa è successo alla mia piccola donna?-mi domanda improvvisamente mio fratello, nemmeno mi ero resa conto che fosse entrato.
-Mi sono innamorata e mi fa tanto male il cuore Gian-sussurro tra le lacrime.
-Se ti fa piangere piccola mia non merita il tuo amore-tenta di asciugare con le sue carezze le lacrime.
-Fa cosi male qui Gian-mi carezzo il petto.
-Quel dolore lì, è un rischio che corre chi mette troppo cuore piccola e nonostante adesso sia tutto terribile, un giorno sorriderai e sarai fiera di ciò che è stato, di ciò che hai provato e di ciò che hai donato a quella persona-mi sorride.
-Lui dice di non volermi, dice che non gli importa se soffro, però io non ci credo totalmente, i suoi occhi per me non mentono, ci ho letto sofferenza mentre me lo diceva-affermo e non mento, gli occhi di Riccardo questa mattina non mi hanno convinto nemmeno un po', però adesso non posso lottare io per quella vana speranza, non posso sempre mettermi in gioco per poi scottarmi.
-Forse ha paura?-chiede mio fratello.
-Di me?-chiedo cercando d’asciugare le lacrime.
-Piccola non ho idea di come sia fatto questo ragazzo, di cosa abbia vissuto, però ho una certezza sta facendo soffrire la mia piccola donna e questo, io questo io non posso perdonarglielo. Te lo giuro Fiamma un giorno tutto questo dolore svanirà, ti sveglierai e sorriderai di nuovo, più di prima forse, perché sono convinto, che lì fuori ci sia qualcuno per te, pronto ad amarti incondizionatamente, sei cosi piccola, hai una vita davanti e mille incontri da fare, adesso è tutto una catastrofe ma tra qualche anno ci riderai su, magari con accanto l’uomo della tua vita o con il tuo Mr Darcy è cosi che si chiama il protagonista del tuo romanzo preferito?-domanda, sorridendomi dolcemente.
-L’essere imperfetto per Elizabeth-ripenso alla dedica di Riccardo.
-Vieni qui piccola-mio fratello mi stringe a sé.
Quella sera con mia grande sorpresa, mio padre mi raggiunge in camera con un vassoio pieno di cibo considerando che ho saltato anche il pranzo.
-Non ho molta fame papà-gli dico.
Lui mi osserva in silenzio.
-Ho sentito mentre parlavi con Gianmarco, non dovevo origliare lo so, ma volevo capire cosa avesse la mia bambina-mio padre ha gli occhi lucidi, è da lui che ho preso questa mia emotività.
Mi stringe una mano fra le sue.
-Te lo giuro che gli spaccherei volentieri la faccia a questo cretino-mi sorride un istante.-Io non so come si consola una figlia che soffre per amore, io mi sono innamorato di tua madre e non ho mai sofferto, lei è fantastica, ci amiamo tanto e siamo felici, non ho mai conosciuto l’amore doloroso, che forse hai conosciuto tu, non so che parole si usino, ma immagino che nessuna parola possa essere una consolazione al momento, non so cosa si fa…Vorrei ti giuro cancellare tutto il tuo dolore.  Non sopporto vederti in lacrime, vorrei non vederti soffrire mai, ma so che forse è inevitabile e so un’altra cosa che tu sei una ragazza fortissima, perché sei mia figlia, sei una Fumi e noi siamo invincibili, siamo troppo sensibili è vero, perché piangiamo troppo-afferma asciugandosi una lacrima.-Ma siamo una forza della natura e tu più di tutti piccola mia e quindi non so che parole si usino, però penso che un bel abbraccio del tuo papà possa consolarti almeno un po'-mi sorride fra le mie e le sue lacrime, si noi Fumi siamo davvero troppo sensibili.
-Ti amo papà-sussurro mentre lui mi stringe a sé.
Il mattino seguente, dopo aver pianto un’intera notte, aver consumato almeno 6 pacchetti di fazzoletti, mi faccio una bella doccia, indosso il mio maglioncino rosso preferito, perdo qualche istante in più per truccarmi e  mi reco a scuola sorridendo, ha ragione mio padre, io sono una Fumi e sono invincibile.
Parcheggiata la macchina, prima d’entrare a scuola vedo Riccardo che seduto sul suo motorino sorride a Ramona.
-Posso ucciderlo?-mi domanda Andrea che compare dietro di me all’improvviso.
-E perché abbassarsi a tanto? –chiedo fulminando quel siparietto.
-Ti trovo bene-Andrea mi carezza la guancia.
-Non hanno senso le mie lacrime per quello lì!-affermo dirigendomi verso la scuola.
Appena entriamo in classe vengo investita da un abbraccio stritolatore di Carlotta.
-Tesoro sono stata in pensiero tutta la notte, come stai?-mi domanda accarezzandomi il viso con fin troppa enfasi.
-Lotta rovinerai il trucco-sbuffo.
-Credo che sia entrata nella fase della rabbia-interviene Andrea dietro di me.
-Sono entrata nella fase dell’indifferenza-lo correggo.
Mi siedo al mio posto e mi metto a controllare gli esercizi di matematica, poi lo sento, sento Riccardo che entra in classe, la sua presenza è cosi incombente.
-Non penserai davvero di sederti accanto a me-sento Andrea che è decisamente agitato.
-Sarebbe squallido per me, sedermi accanto ad uno sfigato come te-risponde quel….faccio un bel sospiro.
-Secondo me sono più sfigati i coglioni come te-interviene Carlotta.
-Nemmeno ti rispondo, Lorena dolcezza il posto dietro di te è libero?-chiede, il signor Gucci.
-Certo-risponde lei.
-Sembra esattamente tornato come i primi giorni di scuola-sbuffa Andrea.
-Lui è sempre stato questo, ha finto solo per…-stringo i pugni.-Portarmi a letto-affermo.
-Quanto lo odio-esclama Carlotta.
Io sento i suoi occhi su di me, ora perché fissarmi? Si diverte forse a farmi stare male?
-I suoi occhi su di me, non mi fanno respirare-sospiro.
-Voglio spaccargli la faccia-Carlotta stringe i pugni.
-Vado un attimo in bagno-affermo, sarà difficile sopportarlo ogni santissimo giorno, perlomeno il suo comportamento da stronzo spero me lo faccia odiare presto.
Appena apro la porta del bagno mi scontro con qualcuno, mi ritrovo davanti Ramona.
-Ciao Fiamma-la nanetta mi sorride.
Io nemmeno la saluto e mi reco verso il lavandino.
-Hai fatto bene a toglierti di mezzo-afferma, io mi volto e la trovo osservarmi con uno sguardo soddisfatto.-Adesso io e Riccardo saremo felici-mi fa l’occhiolino.
-Buon per voi-le rispondo, ignorando la voglia di sbatterla violentemente contro la porta.
-Ieri notte è stato cosi dolce e attento a tutti i miei desideri-afferma in estasi la stronza…
Il mio cuore si ferma, continuo a guardarmi allo specchio, sento le forze venire meno, io ho pianto tutta la notte per lui, ho anche fatto preoccupare la mia famiglia per il mio stato e lui era a letto con questa?
-Buona giornata Fiamma-Ramona finalmente mi lascia sola.
Sospiro, mi fisso allo specchio…
-Fiamma non devi piangere! Fiamma non devi piangere!-stringo il bordo del lavabo.-Lui è squallido a distanza di un giorno è stato a letto con un’altra-dico per convincermi a non piangere.-Non devi piangere Fiamma!-mi ripeto.
Faccio un bel sospiro e rientro in classe, lo guardo un istante e come posso gli trasmetto tutto il mio disgusto…Lui sembra quasi sorpreso dal mio sguardo. Il mio cuore però è un traditore, batte come un matto appena i suoi occhi si posano su di me.
-E’ stato a letto con Ramona-affermo appena raggiungo il mio posto.
-Che hai detto?-Carlotta alza notevolmente la voce.
-Dire che mi fa schifo, è dire poco-afferma Andrea disgustato.-Non deve provare ad avvicinarsi a te o giuro! Non rispondo di me-dice serissimo.
Quelle lezioni per me sono una tortura, io vorrei solo scappare a casa a letto a piangere…Invece sono qui con i suoi occhi puntati spesso addosso.
E’ stato davvero con Ramona, quanto ha finto per portarmi a letto? Io non mi pento d’essermi donata a lui, perché il mio sentimento a differenza sua è reale.
All’uscita proprio davanti al cancello, lo trovo ancora una volta che chiacchiera con Ramona, lei gli carezza la spalla e lui non si scosta, ricordo ancora le prime volte in cui lo toccavo, mi guardava quasi disgustato…A lei è permesso tutto, invece. Dov’è finito il Riccardo che ho conosciuto io? Quello che ti dava un pezzo di sé a poco a poco? Quello chiuso perché impaurito? Forse non è mai esistito, forse era una maschera per intenerire una come me, troppo difficile da portare a letto, devo davvero credere a ciò? Lui forse sentendosi osservato, si volta verso di me, posa i suoi occhioni su me e io come al solito perdo un battito, ma non distolgo lo sguardo, non ho la forza, voglio che veda quanto mi sta facendo male…Ci guardiamo per istanti indefiniti e lui sembra quasi intristito, quando il nostro contatto visivo viene interrotto dalle labbra di quella nanetta sulle sue.
-Tesoro andiamo a casa su-Carlotta mi carezza la spalla.
Io sento gli occhi pizzicare.
Lui si stacca subito e sembra parecchio sorpreso.
-Levatemelo davanti-sbuffa Andrea.
-Io voglio che la paghi-affermo, asciugandomi subito una lacrima che mi riga il viso.
-Fiamma che vuoi fare? Dai andiamo sei arrabbiata-Andrea inizia a trascinarmi via.
Io mi scosto.
-Non sono una bambina, ma una donna ferita Andrea, merito vendetta!-afferma seria.
-Ti metteresti sul suo stesso piano-mi dice il mio migliore amico.
-Poco mi importa- passo accanto a Riccardo.
Come una furia mi dirigo verso il suo motorino, con un calcio abbastanza forte lo butto per terra, poi i miei calci non si fermano, voglio distruggerlo quel suo schifoso motorino.
-Fiamma fermati-improvvisamente le sue braccia possenti mi sollevano da terra.
-Lasciami bastardo-urlo.
Lui mi rimette per terra e immobilizza le mie spalle con le sue mani, proietta i suoi occhi nei miei.
-Non mi devi toccare mi fai schifo! Schifo! Ti odio Riccardo! Mi stai distruggendo lo capisci?-lo spintono.
-Fiamma fermati-mi ammonisce.
Inizio a colpirgli il petto con dei pugni che però non lo scalfiscono.
-Sei un bastardo-urlo rabbiosa più che mai.
-Fiamma calmati-mi blocca i polsi.
-Lasciami-urlo cercando in tutti i modi di liberarmi dalla sua presa.
Il mio modo di muovermi però fa in modo che invece che allontanarci, ci avviciniamo ancora di più, il mio cuore prende a battere come un matto, poi però noto che Riccardo osa fissarmi le labbra…
-Mi fissi le labbra? Vorresti forse baciarmi?-domando, non ricevo risposta, ma lui si avvicina ancora un po', siamo naso contro naso, io sto per vomitare per il disgusto, che sento nel averlo cosi vicino, dopo le sue parole e i suoi gesti,si lo amo, lo amo immensamente, mi sento persa senza di lui, ma sono disgustata da chi ho davanti al momento per questo con violenza lo spintono.-Sei squallido, davvero mi baceresti di nuovo?-afferro il suo viso con le mie mani e lo avvicino al mio.-Vedi questa cosa non ricapiterà, perché mi disgusti Riccardo, tornatene a scopare con Ramona-lo libero bruscamente e a causa delle mie unghie lunghe, gli lascio un segno sul viso.
Poi con il cuore in tumulto mi allontano. Questa storia mi distruggerà.
Angolo autrice
Ciao mie belle <3 
Sono cattiva ma allo stesso tempo buonissima...Un altro capitolo in meno di ventiquattro ore, voglio dire...
Cosa abbiamo qui? Riccardo che sembra fare dei passi nei confronti della madre e della sorellastra...
E finalmente abbiamo il vero volto di Ramona, vi piace? Ahahahah. Lei sarà una di quelle dolci personcine che ci porteremo dietro per un pò.
La mia piccola Fiamma sta soffrendo tanto, però ha un papà e un fratellone magnifici <3 Non credete? Ahhhh e di Elisabetta che mi dite? Aspetto i vostri commenti mie dolci lettrici.
Tanti saluti piccola_Calliope 

 

  
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