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Autore: zukita    04/01/2018    0 recensioni
AMBIENTATA NELL'UNDICESIMA STAGIONE.
E se qualcuno tornasse la passato di Ziva? E se fosse in grado di uccidere ? E se "qualcuno" fosse la figlia di Ari?
Genere: Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Con le dita stuzzico il ciondolo che porto al collo, come faccio sempre quando sono nervosa.

"Anche Ziva ne ha una" allude al mio ciondolo a forma di stella di David.

Annuisco. "Questa me l'ha regalata lei al mio primo compleanno, ce l'ho da sempre."

Mi ricompongo e mi preparo ad affrontare il tuffo nel passato che mi aspetta.

"Sono cresciuta con mio nonno Eli e Ziva a Tel Aviv. Mia madre non l'ho mai conosciuta e mio padre non lo vedevo praticamente mai. Mio nonno mi aveva fatto cambiare il cognome da Haswari a David dopo la morte di mio padre.

Cominciai ad allenarmi nell'estate del 2009, a dodici anni, anche se mio nonno era fortemente contrario, non voleva questo per me. Ziva era stata catturata in Somalia e in Israele eravamo sicuri che fosse morta. Ero devastata, debole.

Fu così che entrai nel giro sbagliato. Gli "amici" di mio padre mi avevano trovata e mi avevano inculcato che la loro causa, quella di Hamas, fosse la causa da sostenere. Mi promisero il posto di mio padre, ma in realtà volevano solo usarmi, proprio come avevano fatto con lui. Io potevo colpire Israele silenziosamente e dall'interno.

Avevo capito che qualcosa non andava. Mi avevano insegnato a uccidere senza pietà, mi avevano allontanato da mio nonno, la mia famiglia.

Mi rifiutai e corsi subito a casa da mio nonno. Lui non poteva crederci e perse completamente la fiducia in me, proprio come successe con mio padre.

Rimasta sola al mondo e con Hamas che mi voleva morta potevo fare solo l'unica cosa che mi riusciva bene. Fare il lavoro sporco come Hamas mi aveva insegnato.

Mi hanno cercata loro, quelli dell'organizzazione del Kuwait. Prendono dei ragazzi come me e gli commissionano il lavoro sporco."

"Tu eri spezzata. Una bambina che aveva perso tutto e che cercava soltanto delle certezze. Loro ti hanno usata, ma nonostante tutto tu hai mantenuto la tua morale." Mormora l'agente Gibbs, guardandomi negli occhi.

Mi sento così debole, mi vergongo. Gli occhi pizzicano e la voce mi s'incrina.

"Ho ucciso agente Gibbs, da questo non si torna indietro."

"Tu eri costretta a farlo."

"Questo non cambia le cose, se non fosse stato per Aaron..."

"Cosa?"

"Lui mi ha aiutata a uscirne, ha inscenato la mia morte. L'unico motivo per cui ho ricevuto quella chiamata stamattina è perché il mio numero di cellulare risulta attivo, ma per loro sono morta."

"E perché sei andata lo stesso?" mi chiede confuso.

"Perché io conoscevo il sergente Reynolds, agente Gibbs, non sono andata lì nell'intento di ucciderlo. Ho capito dall'accento americano dell'uomo che non si trattava di una commissione legittima. Qualcun altro l'ha ucciso e poi mi ha mandata lì, è un messaggio."

"Per chi? E poi come conoscevi Reynolds?"

"Il suo nome non è Reynolds, è un'identità falsa. Si chiama Jonathan Cohen, è del Mossad. E il messaggio è per me, Jonathan mi aggiornava su quello che faceva Ziva e la proteggeva da lontano, qualcuno non vuole che questo accada."

   
 
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