Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: _MartyK_    05/01/2018    1 recensioni
Jisoo è una fan accanita dei BTS fin dal loro debutto: la sua vita è interamente incentrata sugli Idol, in particolare su Jeon Jungkook. Li segue ovunque, si sorbisce lunghe file per i fansign, urla ai concerti e viaggia oltre i confini coreani pur di stare sempre a contatto con loro.
Il suo scopo? Farsi notare dal suo beniamino e rubargli il cuore.
Jungkook è oppresso dalla sua vita frenetica e stressante. Cinico, apatico e con buone dosi di egocentrismo e sarcasmo, riesce comunque ad apparire perfetto sotto i riflettori e a nascondere il suo vero carattere. Non sa, però, che la sua sasaeng preferita è disposta a tutto pur di scoprire ogni lato della sua personalità, persino... intrufolarsi nella sua stanza del dormitorio.
Dal capitolo 1:
[...]
Il misterioso ragazzo voltò il capo in direzione del rumore e si coprì subito portandosi la maglietta verso il petto, manco fosse una donna nuda colta in flagrante. Sussultò con un salto all'indietro.
- E tu chi sei?!- urlò assatanato. Dalla voce acuta e leggermente graffiata, Jisoo capì di aver fatto centro. Era la stanza del tenero Kookie.
- Per ora il mio nome non è importante, ti basta sapere che sono la tua futura jagiya-
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jisoo doveva ammettere di star facendo esperienze nuove sin da quando aveva messo piede alla BigHit. E, mettendo da parte il caratteraccio che si ritrovava il suo caro beniamino, tutto sommato era piacevole stare in mezzo ai propri idoli, girovagare a vuoto per i corridoi dell'agenzia durante le pause e ridacchiare guardando le persone che correvano da un angolo all'altro del luogo con fare indaffarato.
Certo, non si aspettava di mettere mano ai capelli di Jungkook così presto, ma qualcosa nella sua testolina bacata le diceva che se non si fosse proposta qualcun'altra le avrebbe soffiato la possibilità di tastare la morbidezza dei suoi fottuti capelli folti.

Tirò un sorriso da ebete nel momento in cui glieli sfiorò per la prima volta, e al contempo cercò di riprendersi dal momentaneo stato di shock passandogli la spazzola. Poi si accorse che l'altra mano era impegnata a tenere il phon e si disse che si era cacciata nei guai perchè non sapeva proprio usare quei due aggeggi contemporaneamente.
Sbuffò e sfoggiò una delle sue espressioni più disperate, quando guardava le altre farlo con Hoseok o con Taehyung non sembrava così difficile.

Per fortuna il maknae non si era accorto di nulla - talmente era assorto nei propri pensieri -, nemmeno del fatto che i capelli fossero metà umidicci e metà crespi.
Jisoo sgranò gli occhi nell'osservare l'immagine della testa del ragazzo riflessa sullo specchio e deglutì. Stava seriamente rischiando di essere cacciata sia dalla sua stanza, sia dall'agenzia.
Provò a poggiare la base del phon alla spazzola mentre questa tratteneva un ciuffo e tirò verso il basso, Jeon emise un urletto isterico.

- Che diavolo stai combinando?!- si lamentò.

- Puoi non essere te stesso per cinque minuti?- sibilò a denti stretti l'altra.
L'attimo dopo si accorse di aver rubato la frase all'asinello di Shrek e fece del suo meglio per evitare di ridere in modo sguaiato come al suo solito.

Riprovò a fare la mossa precedente, essendosi accorta che il karma era finalmente dalla sua parte e che il ciuffo era liscio per magia, ma Jeon non collaborava affatto. Anzi, tirava la testa all'indietro e strizzava gli occhi come se lo stessero sezionando - manco fosse una rana da laboratorio.
Continuò a lamentarsi e a tirare graffiate ai braccioli della poltroncina su cui aveva elegantemente poggiato il sedere, fin quando una delle stylist si accorse che qualcosa non andava bene. Ella lasciò perdere i capelli di Namjoon e avvisò la vicina con un cenno della mano, quella annuì e passò un po' di lacca ai capelli del rapper.

Jisoo venne affiancata dalla collega, la quale aveva il viso con l'espressione più inorridita che avesse mai visto in vita sua.

- Allora è vero che non hai mai tenuto in mano spazzola e phon!- esclamò. Scoperta eclatante, pensò sarcastica la castana.

Jungkook tirò un sospiro di sollievo non appena si accorse che il suo demone parlottava con una che ne sapeva sicuramente più di lei.
La stylist le levò malamente gli aggeggi e cominciò ad acconciare i capelli dell'Idol con un'indiscutibile maestria e professionalità. Jisoo osservò sconvolta come le ciocche si lasciavano martoriare dal phon e come la spazzola le guidasse verso il basso senza strattonarle.
Nel mentre la ragazza borbottava qualcosa su come asciugare i capelli, ma l'altra non riusciva a sentire una sola parola a causa del casino nella stanza. Inoltre andava così veloce che faceva persino fatica a tenere d'occhio tutti i suoi movimenti.

Spostò lo sguardo sul mocciosetto e incrociò le braccia nell'accorgersi di quanto fosse buono e tranquillo nelle mani della collega. Era evidente che facesse di tutto perchè lei risultasse un peso per lo staff e per il gruppo.

Una decina di minuti più tardi l'altra ragazza si scollò da Jeon e porse a Jisoo i due strumenti, munendosi di un sorrisetto di circostanza.

- Ecco, prova tu. Manca solo la frangia- annunciò.
La ragazza afferrò con titubanza gli aggeggi e si morse a sangue il labbro inferiore, aveva una voglia matta di sprofondare giù negli inferi.

- Che tipo di frangia è prevista per il comeback?- domandò.
In un altro momento avrebbe volentieri sclerato di brutto perchè era l'unica ad aver accesso ad ogni singolo segreto riguardante il loro lavoro, e invece stava morendo dalla vergogna. Temeva di poter rovinare tutto.

- La classica frangia. Ritorniamo ai tempi dei capelli a fungo- scherzò la stylist. Jisoo annuì più volte e si inchinò in segno di ringraziamento, quella sventolò una mano come a dirle che non servivano a niente le cerimonie.
La vide andare incontro a Yoongi e Jimin, poi voltò il capo verso lo specchio e notò l'espressione incazzata del moccioso.

- Muoviti- disse in labiale lui, scompigliandosi i capelli e sbadigliando in modo annoiato e noncurante.
Jisoo espirò dal naso, cercando di reprimere gli istinti omicidi, e si posizionò di fronte al ragazzo, abbassandosi a livello del suo viso e cercando di sistemargli i capelli che gli coprivano la fronte.

Si accorse di essere fissata dal giovane e non ci pensò, troppo occupata del risultato del lavoretto. Jeon d'altronde si lasciava sfuggire sorrisi maliziosi.
Prima o poi avrebbe ceduto, i capelli sarebbero stati un totale casino e lei l'avrebbe pagata per essersi distratta ricambiando il suo sguardo.
Ma a quanto pare la missione era più difficile del previsto. Non aveva fatto i conti con il fatto che se Jisoo ci si metteva d'impegno, riusciva sempre nelle cose che faceva.

Non si accorse che, in fondo in fondo, erano simili.

- Et voilà!- esclamò lei, una volta che ebbe terminato di acconciargli la frangia.
Posò phon e spazzola sul lungo tavolino e ridacchiò soddisfatta di ciò che aveva combinato. Beh, non era proprio una frangia a fungo, ma stavano benissimo a Jeon. Egli, dal canto suo, si avvicinò allo specchio e li esaminò attentamente, sfiorando ogni ciocca di ogni capello della sua fottutissima testolina a melone schiacciato, constatando infine che non era ciò che avevano programmato.
Con uno schiocco di dita chiamò la stylist che aveva aiutato Jisoo e si fece dare ragione.

- In effetti non è prevista...- mormorò con gli occhi assottigliati. Jisoo attese il ma che avrebbe cambiato l'intero andamento del discorso, anzi lo bramò con tutta se stessa.

- Ma è così perfetta che, diamine, come hai fatto?! Saranno almeno sette anni che faccio corsi di parruccheria e non sono mai riuscita a dare forma ad un ciuffetto del genere!- continuò eccitata, un sorriso sincero e le gambe salterine a confermare la sua approvazione.
Jisoo ricambiò il sorriso e si disse che la sua era fortuna sfacciata. Decisamente sfacciata.

- Voglio dire, di solito ottieni l'effetto frangia scalata quando effettivamente questa è scalata. Poi arrivi tu, con la tua inesperienza e puff! Scoperto il tuo nuovo talento, yodongsaengie!- la collega le tirò un'amichevole pacca alla schiena e ammiccò, per poi allontanarsi definitivamente dai due.

Jungkook fece una smorfia di disappunto e scosse la testa affranto. Possibile che il buon umore e la goffaggine di Jisoo contagiassero tutti lì dentro?







Quando tutti i Bangtan furono belli e pronti per la sessione fotografica, il manager irruppe nel camerino e li cacciò fuori di lì, spingendoli verso la sala per i photoshoot e intimando loro di fare presto perchè erano in lieve ritardo. Jin annuì alle lamentele dell'uomo e si aggiustò meglio la camicia, tirandosela verso il colletto e sistemando meglio le maniche.
Lo staff si trovava proprio dietro di loro, i fotografi li accolsero con i soliti inchini e indicarono loro lo sfondo su cui dovevano posare. Jisoo restò dietro il regista e si guardò intorno con uno sguardo compiaciuto.
Si chiese davvero come riuscisse a mantenere la calma, dopotutto era pur sempre una fangirl in preda a crisi isteriche e attacchi di panico.

Quel posto sembrava trasformato, insomma, le era capitato di vederlo di sfuggita il giorno prima ed era più vuoto, spoglio. Ora aveva l'aria di essere un salotto principesco dell'Ottocento, l'atmosfera era tranquilla e pacifica, decisamente soft.
Tornò a prestare attenzione solo quando il regista urlò qualcosa ai ragazzi.

- Faremo una serie di scatti, prima singoli e poi in gruppo- annunciò. I sette angeli annuirono, schierati come se stessero per essere fucilati uno ad uno.

- Bene, incominciamo dal biondino- disse e indicò Taehyung. Il ragazzo sbattè un paio di volte le palpebre e scrollò le spalle, evidentemente abituato a quegli ordini.
Jisoo pensò che l'uomo stesse esagerando e che avrebbe dovuto trattarlo con più rispetto.

- Fissa il tuo dolce visino a quello specchio lì in fondo. Mi raccomando, sii più spontaneo e malizioso possibile- spiegò e Tae fece come gli era stato detto.

Gli sguardi, i denti che affondavano nelle sue labbra carnose, le sopracciglia lievemente inarcate, la schiena rilassata... Jisoo aveva come l'impressione che fossero tutte pose automatiche, provate un milione di volte fin dal loro debutto. Il regista parlava di spontaneità e naturalezza ma era tutto calcolato, le loro vite erano calcolate. Distribuite su una scacchiera dove loro erano le pedine e Bang il giocatore. Non esisteva un avversario, il loro manager era l'unico a giocare, l'unico a decidere, l'unico a vincere.

E quando il gioco sarebbe finito, allora anche le loro vite avrebbero fatto la stessa fine. Gli ammiratori? I fan? Erano pura illusione, in realtà era tutta una completa illusione.
Gli Idol si illudevano di restare per sempre impressi nella mente di coloro che li adulavano, gli adulatori si illudevano credendo che il gruppo amato combattesse a lungo nel mondo del k-pop.

Jisoo ne era consapevole, eppure in quegli anni non aveva fatto altro che alimentare la sua fame da ammiratrice, nutrendosi delle loro canzoni e della loro immagine. Nutrendosi di lui.

La cosa bella era che la ragazza stesse elaborando pensieri così malinconici proprio quando mancava sì e no una settimana all'imminente comeback, era bastato lo sguardo fermo e penetrante di Taehyung a farla riflettere sulla loro vita.
I suoi occhi avevano quel non so che di malinconico, quasi triste. E Jisoo capì appieno di cosa si trattasse, forse non conosceva i dettagli, ma lo capì.













Dopo di lui si passò ad Hoseok, che dovette posare quando dietro aveva uno sfondo abbastanza inquietante: schizzi di tempera sparsi a caso su una superficie inizialmente bianca. Il ragazzo dovette atteggiarsi da pensieroso, per poi passare ai classici gesti provocanti e agli sguardi vagamente truci.

Yoongi, Jungkook e Jimin posarono in un bagno, con tanto di vasca e mattonelle laccate a terra. Jisoo trattenne le risate quando Jimin fu costretto a mordere la mela e ad alzare un sopracciglio per un'espressione sexy, Yoongi invece dischiudeva le labbra e fissava intensamente le fotocamere.
Poi venne il turno del maknae, che dovette posare anche singolarmente.

Lo shooting in questione doveva ritrarre il ragazzo in ginocchio sul materasso malandato di un lettino che ricordava quelli degli ospedali. Durante le varie sessioni i ragazzi fecero pause e le ragazze dello staff ne approfittavano per sistemar loro il trucco e i capelli con un'aggiustatina veloce.
Proprio mentre Soo-Yeon si occupava del contorno occhi di Jeon, uno dei fotografi pensò bene di fare uno scatto perchè - a detta sua - aveva un viso così puro ed etereo che sarebbe stato un peccato non immortalarlo.

Egli scattò un'altra foto mentre la ragazza accarezzava con un pennello le sue labbra nel tentativo di renderle lucide con il gloss, sempre per lo stesso motivo.
Jisoo moriva d'invidia, non volle farsi avanti ancora una volta per non dargli fastidio, ma dentro stava vivendo la guerra dei cent'anni.

Finita la pausa, il regista chiese al giovane di fissare l'obiettivo della fotocamera con uno sguardo ambiguo, a metà fra il malizioso e lo strafottente.
Jeon eseguì alla perfezione, tanto che ricevette degli applausi e qualche pacca alle spalle da parte degli hyung.
Jisoo era semplicemente affascinata, nonostante i capricci non riusciva ad odiarlo, era impossibile. Jeon si accorse del fatto che lo fissava, tra un flash e l'altro ebbe il tempo di lanciare un'occhiata alla castana e notare come ella lo stesse contemplando.
Abbassò lo sguardo e sorrise ingenuamente. Forse non era poi così drammatico averla accanto.

Sottolineamo il forse, perchè Jeon Jungkook non si scompone mai quando si tratta di lavorare. Difatti spese soltanto due millesimi di secondo nell'accorgersi dello sguardo adorante di Jisoo.



















































* * *







































































 La sessione si prolungò fino al primo pomeriggio, i ragazzi dovettero ambientarsi nei vari scenari e gli ultimi scatti li ritraevano tutti uniti in salotto con un bel sorriso da regalare ai fans in un futuro molto prossimo. Ritornarono in camerino per pranzare, Jin aveva mandato a prendere del cibo da asporto e lo aveva offerto a tutti quanti - anche allo staff -, sostenendo poi di non volere i soldi indietro perchè aveva voglia di fare un regalo.
Jisoo si rannicchiò in un angolino della stanza e si strafogò per conto suo, non voleva parlare con nessuno.

Sfortunatamente Soo-Yeon non la pensava come lei e le stette di fronte, le bacchette in bella mostra e il piatto ricolmo di cibo nell'altra mano.

- Disturbo?- chiese con apparente gentilezza. La ragazza scrollò le spalle e l'altra si appoggiò alla parete accanto, tirandole una delle sue gomitate innocenti.
Jisoo fece finta di nulla e continuò a pranzare.

- Sai, ho visto come guardi Jungkook e non è il classico sguardo che abbiamo noi stylist- esordì fissando un punto a caso del camerino.

- Okay e allora?-

- E allora niente. Però sei buffa, sembra come se avessi una cotta per lui, qualcosa del genere...- mormorò pensierosa, portandosi alla bocca la bacchetta e addentando i noodles. Jisoo si ritrovò ad arrossire, sperò solo che non si notasse. E soprattutto, che un'arpia come Soo-Yeon non lo notasse.
Beh, ricordate il karma? Ecco, non è mai stato dalla parte di Park Jisoo.

- Ah, vedi cosa intendo? Sei arrossita per così poco, dai ammettilo che ti piace- la corvina le lanciò un sorriso di intesa ma Jisoo non ricambiò.

- E anche se fosse? Di certo non vengo a spettegolare con te dei miei sentimenti- borbottò. Fece per allontanarsi, ma il suono della sua voce stridula la bloccò di colpo.

- Se ti può interessare, le sue labbra sono morbide come lo zucchero filato e sanno di ciliegie- disse urlando e al contempo senza farsi sentire dagli altri.
Jisoo si chiese come diavolo facesse a sapere quelle cose, poi sospirò e abbandonò definitivamente quell'angolino ingombrante.

Soo-Yeon ridacchiò soddisfatta, chissà che filmini mentali si stava facendo la sua cara e sciocca collega. In realtà non aveva detto nulla di nuovo, dal momento che il gloss era alla ciliegia e che le labbra di Jungkook erano morbide come quelle di qualsiasi essere umano.
Solo che amava provocarla e renderle la vita all'agenzia un Inferno, poi se Kook collaborava era ancora meglio.








Verso le quattro del pomeriggio, prima che i ragazzi potessero ritirarsi in sala da ballo e provare gli ultimi passi della coreografia, il manager annunciò loro che dovevano girare un nuovo episodio della Bangtan Bomb e così, tra sbuffi e disapprovazioni, i ragazzi dovettero recitare la parte delle persone spontanee e allegre di fronte alle telecamere per i fans.
Jungkook invece si ritirò prima del previsto, lasciando tutti a bocca asciutta.

- Dov'è andato?- qualcuno si azzardò a chiedere.

- Non lo so, aveva detto di aver bisogno di svagare un po'. Forse è in camera sua- aveva risposto Namjoon.

E Jisoo lo ringraziò mentalmente, perchè tutto ciò che fece negli attimi successivi alla risposta fu raggiungere la sua fottutissima camera situata alla fine del corridoio del quarto piano.
Spalancò di colpo la porta, Jungkook non si scompose. Si stava abituando alle entrate improvvise della sua - ormai - coinquilina.

- Ma che fai?! Devi registrare assieme agli altri, manchi solo tu- si parò davanti al ragazzo e agitò le braccia all'aria.
Il giovane alzò gli occhi al cielo e spostò lo sguardo verso lo schermo del televisore, impegnato a giocare alla playstation.

Perchè sì, miei cari, Jeon Jungkook stava incollato ai videogiochi appena poteva e quando era stanco per via del troppo lavoro, beh era uno dei momenti in cui prevaleva la sua indole nerd.

Intimò alla ragazza di andarsene ma questa si oppose, così alla fine le disse di chiudere a chiave la porta in modo che nessuno potesse rompere le scatole.
Jisoo ritornò sui suoi passi e fece andare gli occhi prima sulla Tv e poi su Jungkook, ripetendo l'operazione fin quando non diede sui nervi al giovane.

- Odio quando mi fissi- mentì ammise. La castana gli si sedette accanto e indicò l'altro joystick.

- Posso giocare anch'io?- chiese timida. Jeon scosse la testa.

- E dai ti prego! Non so nemmeno giocare, vincerai sicuramente tu- insistette.

- E' questo il punto, non sai giocare e io non voglio perdere tempo- blaterò l'altro.

Jisoo mise il broncio e si avvicinò al suo viso facendo versetti da cagnolino indifeso, il moccioso sbuffò scocciato.

- Finiscila-

- Insisto fin quando non mi dirai di sì-

Jungkook ebbe voglia di bestemmiare tutti i santi in Paradiso, ma da bravo cristiano quale era si fermò giusto in tempo per evitare la terribile punizione divina che Dio gli avrebbe riservato in caso l'avesse fatto.

- Che gioco è?- fece Jisoo.

- Overwatch- rispose come un automa l'altro.

- Di che parla?-

Il castano levò il disco dalla playstation e ringhiò contro di lei.

- La smetti di rovinare ogni singolo istante della mia fottutissima vita?- urlò disperato. Jisoo gli inviò un'occhiata dispiaciuta.

- Volevo solo fare una partita con te- biascicò con voce flebile.

Abbassò il capo e si torturò le mani, ondeggiando le gambe che pendevano dal materasso - il letto era comodo e alto e lei era una nana -, intanto il ragazzo fece partire un gioco diverso dal precedente.
Prese posto e si sedette a peso morto sul letto, Jisoo si fece più vicina a lui, il joystick bello stretto fra le mani anche se non conosceva manco un tasto.

- Cos'hai messo?-

- E' un gioco automobilistico. Dobbiamo fare una gara e bisogna puntare alla vittoria, semplice- sintetizzò Jeon.

Dopo aver aspettato che la partita si caricasse, i due incominciarono a sfidarsi: Jungkook era dannatamente impeccabile e sembrava avesse il serbatoio pieno di benzina dato che correva all'impazzata sotto il cielo di una Los Angeles virtuale, Jisoo invece era quella messa peggio.
Non sapeva quali tasti premere e girava a zonzo, nel mentre tutte le auto l'avevano sorpassata e si ritrovava in ultima posizione. Alcuni minuti più tardi dovette sorbirsi un Jeon vittorioso con braccia all'aria e sorriso soddisfatto.

- Non vale, non mi hai nemmeno spiegato quali tasti devo usare!- protestò la ragazza.

In effetti era così imbranata che per sbaglio aveva messo in pausa un paio di volte, guadagnandosi occhiate di sufficienza dal compagno.
Egli si schiacciò una mano in fronte e dopo molti tentativi da parte dell'altra accettò di aiutarla. Si fece più vicino a Jisoo, le cosce erano praticamente attaccate e lei sorrise involontariamente. Jungkook puntò lo sguardo sul joystick e glielo sfilò dalle mani, illustrandole tutti i tasti di cui disponeva.

- Questi a sinistra sono i tasti direzionali, accanto c'è il tasto share. I puntini al centro corrispondono all'altoparlante, poi a destra abbiamo il triangolo, il quadrato, la X e il cerchio: questi ultimi servono per confermare o annullare l'oggetto selezionato, per gli altri due beh... devi leggere le istruzioni dei giochi e capire quando usarli- spiegò, dapprima in modo svogliato, poi sempre più preso dal discorso.

Jisoo si stava letteralmente drogando della sua voce, tanto che il compagno dovette scuoterla per una spalla nel tentativo di risvegliarla dallo stato di trance.

- Hai capito tutto?- domandò.

- Sì, certo- mentì lei.

La sua mente era andata in tilt sin dalle prime sillabe che aveva pronunciato. Jungkook fece ripartire il gioco, stavolta mettendo in modalità singolo, in modo che Jisoo potesse esercitarsi. La ragazza era leggermente migliorata, ma la maggior parte delle volte sbandava e andava fuori strada senza sapere come riprendere il controllo dell'auto.
Il giovane, che stava osservandola, s'intromise e si sporse verso di lei per aiutarla.

- Hai sbagliato, devi far roteare questo tasto e poi premere sull'acceleratore con l'altro- le mostrò i tasti di cui parlava e nel farlo accarezzò inevitabilmente le sue mani. Jisoo abbassò lo sguardo su di esse ed evitò di rialzarlo, consapevole di scontrarsi con il ragazzo.

Purtroppo dopo un paio di secondi fu costretta - tanto per non fare la figura di quella perennemente imbarazzata - e il suo cuore perse un battito quando i suoi occhi impauriti si specchiarono in quelli sorpresi e divertiti di Jungkook.
Ridacchiò, stando ancora a pochissimi centimetri di distanza dal viso di Jisoo, poi riprese le distanze solo per indicarla e sbellicarsi dalle risate con tanto di mano poggiata alla pancia.

- La tua faccia è da Oscar- disse tra una risata e l'altra. Jisoo ritornò seria.

- Devo andare, si chiederanno che fine abbia fatto- colse alla sprovvista il compagno che, appena la vide alzarsi, si accinse a fermarla prendendola per il polso in una bella scenetta da drama romantico.

- Resta ancora un po'. Ti insegno ancora-

Jisoo abbozzò un sorriso e scosse la testa.

- E dai, guarda che non mi davi fastidio-

A quell'affermazione la castana sbiancò. Com'è che aveva detto quella piccola peste?

- Che?!-

Jungkook dovette svuotare il sacco, ormai il danno era fatto.

- Sono stressato e ti tratto un po' male, ma non è colpa mia se mi riempiono le giornate di noia quando tutto ciò che vorrei fare è poltrire sul letto e mangiare pop corn!- si giustificò passandosi una mano nei capelli.
Jisoo interruppe il contatto e gli tirò uno dei suoi sonori scappellotti alla nuca, con fare amichevole.

- Ah Jeon! Pian piano viene fuori il tuo lato dolce- lo punzecchiò.

- Vai via, forza! Chi ti cerca per fare niente...- borbottò imbronciato, mandandola via dalla stanza.
Non prima di aver controllato con cura maniacale che nessuno fosse nei paraggi.









































































* * *













































































La sera, mentre Jeon era impegnato a fare la doccia e a mettersi il pigiama, Jisoo scribacchiava sul suo blocchetto gli appunti di inglese.
Fece per sfogliare una pagina quando nel suo raggio visivo rientrò quella dedicata alle note per Jungkook. Tirò un sorrisetto ironico e aggiunse la quarta, mordicchiando la penna e facendo sì che il quaderno poggiasse bene sulle gambe.

- Nota numero 4: il ragazzino preso in esame sarà anche curioso, irascibile, insolente, pensieroso, egocentrico e cocciuto, ma quando vuole si mostra gentile e disponibile. Ergo quando ha uno scorcio di tempo libero: MAI- ridacchiò rileggendola e posò i libri sul comodino, infilandosi nelle coperte e tirandosele fin sopra la testa in attesa dell'arrivo di Kook.


***
Annyeong popolo!!!  Lo so, sono in un tremendo ritardo e mi dispiace tantissimo. Non ho potuto aggiornare prima, così l'ho fatto non appena ho avuto uno scorcio di tempo libero TT scusatemi tanto, la prossima volta cercherò di essere più puntuale *arrossisce*.  Intanto penso di aver colmato la lunga assenza con questo capitolo/sclero xD sono successe tante cose eeeeeee 1) ve lo dicevo che Soo-Yeon avrebbe rotto le scatole alla nostra eroina - seh, come no - Jisoo-yah v.v  2) caro il mio brontolone idiota di un Jeon Jungkook... sì, ti stai addolcendo. Un po', ancora la strada è lunga, ma sì. Ti stai sciogliendo come neve al sole u.u
Oh già, spero vi piaccia l'idea delle note che Jisoo scrive per 'conoscere' Kookie. Non sono tutte in ordine, nel senso che nei prossimi capitoli alcune non compariranno o avrei dovuto scrivere una storia correlata a questa e incentrata solo sugli scleri divertenti (? I hope that) della protagonista XDXD
Beeeene siccome sto scrivendo un papiro as always - spero inoltre che non vi dispiaccia il fatto che siano lunghi i capitoli. Ultimamente scrivo solo Bibbie xD -, sooo ringrazio tutte le pucciosissime persone che seguono la storia, chi legge in silenzio - siete tantissimi aiuto *si nasconde* - e dulcis in fundo la mia unnie che mi lascia commenti molto graditi xD
Ci sentiamo presto, bacioniiiiiiiiii   _MartyK_ <3
   
 
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