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Autore: Beeanca    06/01/2018    4 recensioni
[ Alternative universe! IRONIC, 5 flashfic, maybe OOC ]
E se Peeta, Cato, Haymitch, Finnick e Gale dovessero sopportare le loro ragazze durante i 'giorni rossi'?
Cinque piccole Flashfiction, ambientate ai giorni nostri, sulle difficoltà dei maschi in questi cinque, fatidici giorni...
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prima che leggiate questa storia, ci tengo a precisare che è assolutamente ironica!
Ho solo immaginato Peeta e gli altri alle prese con i giorni rossi delle loro ragazze, ma è una storia per scherzare ;)
Ho messo l'avviso OOC perchè penso che i personaggi un po' lo siano, questo potete dirmelo voi.
Fatemi sapere cosa ne pensate...enjoy the reading!

 

Sono solo cinque giorni...


Primo giorno, Katniss e Peeta
Sebbene convivessero da mesi, Peeta era sempre riuscito a evitare Katniss in quel periodo: si fermava di più in panetteria e dormiva a casa dei suoi, ma ormai era il momento di affrontarla.
Sospiro e scese dal letto, la ragazza dormiva (all'apparenza) beata, e preparò l'impasto per i biscotti. Katniss lo raggiunse nel momento esatto in cui stava sfornando i biscotti, e prima ancora di salutarlo si fiondò sui biscotti con la grazia di un animale selvaggio che non si nutre da mesi.
Peeta la guardò esterrefatto, mentre lei divorava i dolci, e in pochi secondi rimasero solo poche briciole...e Katniss si alzò cercando altri biscotti, invano.
Il ragazzo del pane cercò di spiegarle che erano finiti e che avrebbe preparato un pranzo abbondante, ma lei, incazzata come non mai, lo mandò a farsi fottere lanciandogli gentilmente il piatto di vetro contro.
Sempre arrabbiata e affamata, Katniss si allontanò, andando a prendere l'arco per andare a lavoro: da qualche settimana dava lezioni di tiro con l'arco in una palestra, ma non trovando la faretra riprese a sfogarsi con Peeta, che non aveva idea di dove fossero le frecce, non aveva mai toccato le cose della sua ragazza...
Il poveretto fu costretto a nascondersi dalla fidanzata, che correva per casa cercando la faretra e urlando improperi di tutti i tipi contro Peeta e non solo, quando dopo mezz'ora di bestemmie trovò le armi nel solito posto, riposte come sempre nell'armadio.
Allora si calmò e senza nemmeno scusarsi con il suo ragazzo se ne andò, sbattendo la porta e ripetendo, per l'ennesima volta, di avere fame.
Sarebbe riuscito Peeta a sopravvivere altri quattro giorni?

Secondo giorno, Cato e Clove
Cato era più o meno sopravvissuto al primo giorno di ciclo di Clove, esclusa la padellata in testa che aveva concluso la giornata, ma non aveva idea di cosa lo aspettasse.
Quando Clove lo raggiunse per fare colazione urlò che la torta era piena di calorie e che sarebbe ingrassata, ma prima che Cato potesse replicare si sedette e la divorò, alla faccia della coerenza!
Dopo la colazione andò in salotto a vedere la TV, mentre Clove rimase in camera, e mentre era trasmessa la parte più interessante del programma, sentì un rumore improvviso, e corse in camera temendo un furto o qualcosa del genere, ma era totalmente fuori strada.
Clove camminava su dei tacchi altissimi, ma rimaneva sempre bassa, e Cato non riuscì a star zitto: “Clove, inutile che provi quelle scarpe, ti supero comunque”.
Non avrebbe mai dovuto dirlo.
In pochi secondi la ragazza gli tirò le scarpe contro, e prima di cacciarlo gli tirò un calcio nei cosidetti, per poi sbattergli la porta in faccia.
Cato sospirò e tornò a vedere la tv (sempre con il ticchettio dei tacchi in sottofondo) e dopo un po' andò in palestra, lasciando Clove a cucinare, a suo rischio e pericolo.
Quando tornò a casa sentì una puzza fortissima di bruciato, e notò che la fettina di carne era leggermente annerita, ma la pasta sembrava commestibile. Mai fidarsi dell'apparenza.
Se la carne era stra cotta, la pasta era terribilmente al dente, ed era zuccherata! Cato cercò, nel modo più gentile che conosceva, di farglielo notare, e in un istante un coltello gli sfiorò l'orecchio, poi Clove se ne andò in camera, urlando quanto fossero ingiusti la sua diversa altezza e il suo talento 'alternativo' in cucina.
Sarebbe riuscito Cato a sopravvivere altri tre giorni?

Terzo giorno, Haymitch e Effie
I primi due giorni non erano stati così terribili, ma Haymitch aveva un brutto presentimento, che fu confermato il pomeriggio del terzo giorno.
Il pomeriggio la donna avrebbe partecipato a un'importante conferenza ma, tragedia delle tragedie, non trovava la parrucca lilla, l'unica in tinta col vestito che indossava.
Haymitch mandò giù un drink e si mise anche lui alla ricerca della fatidica parrucca, più che altro perchè gli strilli di Effie gli stavano perforando i timpani, ma anche se fu lui a trovarla non fu ringraziato, anzi...
“Haymitch, nessuno ti ha chiesto di cercare la parrucca, era un mio compito! Santo cielo, mai che voi maschi ne facciate una giusta...”
Si allontanò, indignata, tra lo stupore dell'uomo, e si chiuse in bagno per ore, e Haymitch fu costretto a tenere la pipì per un bel po'. Oltre al danno, la beffa...
Quando, mentre lui stava diventando paonazzo per la necessità impellente del bagno, finalmente lei uscì, ed Haymitch corse a liberare la sua vescica, e subito dopo notò il rossetto della moglie.
Era rosso, molto rosso, e indubbiamente non le stava male ma...il rosso non è esattamente un colore che si può abbinare con il lilla, e Haymitch cercò, nel modo più dolce possibile, di farglielo capire. Non l'avesse mai fatto.
Effie iniziò un soliloquio sulla maleducazione, strillò ininterrottamente su quanto fossero odiosi gli uomini e il marito fu costretto a tapparsi le orecchie, e grazie a Dio lei guardando l'orologio si rese conto di essere in ritardo, quindi corse via urlando per l'ultima volta “maleducazione!”.
Sarebbe riuscito Haymitch a sopravvivere altri due giorni?

Quarto giorno, Finnick e Annie
Finnick sospirò, ma era il quarto giorno, ma il peggio era passato...forse. Annie sembrava essersi calmata, ma era solo una falsa speranza, e Finnick l'aveva capito presto.
Il problema era che Annie aveva passato i primi tre giorni rossi a mangiare, ma quella mattina, guardandosi allo specchio, aveva deciso di tornare in forma, quindi aveva rinunciato al pranzo e aveva passato la mattina e buona parte del pomeriggio in palestra.
Quella sera ci sarebbero stati ospiti, e Finnick aveva preparato un bel po' di cose da mangiare, tenendole lontane dalla fidanzata, ma i morsi della fame si stavano facendo sentire...
Finnick provò a nascondere il caviale, ma non fece il tempo. Annie corse sulle tartine e ne divorò due in pochi secondi, e per la gioia iniziò a saltellare colpendo col gomito una statuetta preziosa, che si frantumò a terra in mille pezzi.
Il ragazzo sospirò e iniziò a raccogliere i cocci, quando Annie, ancora saltellando, passò davanti a uno specchio, e si ricordò della “dieta”.
Iniziò a piangere e a imprecare contro Finnick, che non l'aveva trattenuta, e si chiuse in camera, continuando a singhiozzare, senza capire che a Finnick non importava nulla di quel filino invisibile di pancetta.
Quando Annie finalmente si calmò, aiutò il suo ragazzo ad apparecchiare ma non toccò cibo, dicendo agli ospiti che non stava bene, e rimase a fissare gli ospiti che mangiavano tranquillamente, fino a quando non fu tirato fuori il dolce, e anche se Finnick cercò di bloccarla si lanciò sul pandoro con furia animale, per poi correre in camera a piangere pochi minuti dopo.
Sarebbe sopravvisuto Finnick a sopravvivere un altro giorno?

Johanna e Gale, quinto giorno
Gale era uscito indenne dalle prime quattro giornate, escludendo un livido sulla gamba destra e una fasciatura al pollice sinistro, ma l'inferno non era assolutamente finito...
Era venerdì mattina, e sarebbe toccato a Johanna portare fuori la spazzatura, ma entrambi se ne dimenticarono e rimasero a dormire fino a mezzogiorno inoltrato, e quando Gale si svegliò non riuscì a non far notare a Johanna la sua dimenticanza.
Johanna ispirò e gli indicò la porta, e Gale alzandò le spalle uscì, mentre Johanna salì le scale, e dopo pochi secondi Gale sentì un enorme rumore da sopra, e fece appena in tempo ad allontanarsi da un'ascia volante.
Johanna lo guardò, con gli occhi pieni di odio, e prima che Gale potesse aprir bocca iniziò a sclerare “Brutto stronzo! Egocentrico! Figlio di...!” e mentre insultandolo continuava a lanciare dalla finestra di tutto, anche il nuovo Ipad di Gale.
Gale non le disse nulla, ma la evitò tutto il giorno, andò a pranzare in una locanda e Johanna continuò a sfogarsi spappolando i cuscini (cuciti dalla mamma di Gale, pieni di affetto materno) con l'ascia, quando di colpo, dopo ore di ira, si calmò.
Il ciclo era finito, e Johanna se ne accorse nel momento in cui Gale rientrò in casa, quindi il ragazzo, vedendola improvvisamente più tranquilla, tirò un sospiro di sollievo e, fatta pace implicitamente, i due andarono a vedere la tv dividendosi una bottiglia di birra, felici e calmi.

Dopotutto, sono solo cinque giorni...

   
 
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