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Autore: VvFreiheit    07/01/2018    7 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
.
Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi un click, un momento impresso per sempre dalla prontezza di chi allo stesso modo sa guardare, osservare, comprendere e amare senza che di proferir parola ci sia alcun bisogno.

Un sorriso e un bacio, rubato alla propria metà, prima che un musino irriverente si intrometta, bramoso di essere anch’essa parte di quella piccola ma preziosa entità che era quel branco.

-*-*-*-*-*-

Andy si era abituato presto all’idea di dover dipendere linguisticamente da Mika per almeno due terzi del loro viaggio, ma in quel momento stava maledicendo la cosa più del solito.

L’idea di andare a farsi un giretto in windsurf, mentre Mika prendeva il sole con Mel, senza che lui lo venisse a sapere, si stava rivelando più ostica di quanto auspicato.

Non aveva idea di come spiegare alla ragazzina al noleggio, di come non avesse bisogno di un istruttore, che negli anni passati in Grecia aveva avuto modo di imparare a veleggiare su quella tavola molto meglio di quanto probabilmente lei avrebbe saputo fare, e che quindi poteva anche evitare di aspettare che il tipo arrivasse alle 3, come aveva capito la ragazza gli avesse spiegato in francese.

Si passò una mano in viso, decidendo velocemente il da farsi: fare un nuovo estenuante tentativo, o mettere da parte l’orgoglio e andare a scomodare il suo ragazzo, con il rischio che anche lui avrebbe potuto voler prendere parte all’escursione, distruggendo la sua speranza di una adrenalinica avventura tra le onde del Mediterraneo.

Uno sguardo veloce alla ragazza e al suo piglio spazientito, lo convinsero definitivamente a girare i tacchi ed andare a recuperare il suo francesino, bellamente sdraiato a pancia in giù al sole mattutino, con Mel a fianco.

“Mon amour, ho bisogno di te…” gli sussurrò accucciandosi di fianco alla sua testa. In risposta ricevette un mugugno, segno inconfutabile del fatto che l’avesse svegliato.

“Dai ghiro, due minuti e poi ti lascio a poltrire sotto il sole stile lucertola.” Gli chiese passandogli velocemente una mano sulla schiena, ma ritraendola subito, osservando gli altri bagnanti sulla spiaggia non troppo distanti da loro.

“Cosa vuoi?” chiese aprendo gli occhi e posandovi una mano per ripararli dal sole. “Mi serve il tuo cervello poliglotta…” chiese con un sorriso fintamente scocciato.

Dopo avergli chiesto più volte se non potesse semplicemente insegnargli un paio di frasi per farsi capire, Mika comprese che prima avesse esaudito la richiesta del suo compagno, prima avrebbe potuto tornare a crogiolarsi al sole, quindi si alzò, scrollandosi qualche granello di sabbia di dosso e si incamminò con lui.

“Devi spiegarle che voglio la tavola e la vela, ma non ho bisogno dell’istruttore. Perché mi pare mi abbia detto qualcosa del genere ma non so come spiegarglielo, e la tipa non parla 2 parole di inglese…” spiegò velocemente, così da accorciare i tempi e spazientire la ragazza il meno possibile.

“Windsurf?? Ma che figata!! E tu ci sai andare??” chiese Mika attivando i suoi radar avventurieri e figurandosi già in mezzo al mare con Andy come insegnante, su una tavola colorata sospinta dal vento.

“Sì…” rispose semplicemente il greco, ormai certo che quel tono entusiasta avrebbe significato solo una cosa: dire addio alla sua tranquilla veleggiata solitaria.

“Figaaata! Vengo anche io così mi insegni.” Trillò un nanosecondo dopo il libanese, allungando visibilmente il passo verso il noleggio, con un sorrisone entusiasta sulle labbra, mentre Andy sospirava ormai accantonando le speranze.

Se lui ci aveva impiegato 10 minuti senza concludere nulla, a Mika ne bastarono 2 per concludere l’affare e ricevere una vagonata di sorrisoni dalla ragazza.

“Non vorrei smontarti ma… se vieni anche tu, dove mettiamo Mel?” chiese il biondo, accarezzando la golden, seduta proprio sul suo piede.

Ma Mika aveva già trovato una soluzione anche per quello, in quei due minuti scarsi di trattativa.

“Jeanne ha detto che le farebbe molto piacere tenerla qui fino a quando non torniamo.” Spiegò indicando la bionda che si stava già avvicinando alla golden scodinzolante.

“Perfetto…” blaterò il biondino, scuotendo la testa con un sorriso, alla dirompente capacità di risoluzione dei problemi del compagno. O creazione dei problemi, nel suo caso specifico.

“Pronti!” annunciò quindi Mika, trascinando la sua tavola sulla spiaggia, facendo già corrucciare Andy.

“La devi sollevare dalla sabbia, Mika…” lo ammonì il greco con un’occhiata perplessa, non estremamente pronto a passare la sua giornata a spiegare i fondamenti di uno sport non proprio semplicissimo a qualcuno di così poco coordinato come lui.

“Ah!” trillò lui, lasciandogli un sorriso furbetto da monello.

Si incamminarono verso il bagnasciuga e posizionarono le vele a terra, dove Andy iniziò la sua spiegazione.

Nominò una per una le parti della vela e della tavola, spiegandogli la loro funzione, accertandosi che avesse capito, poi entrarono in mare quel tanto che bastava per poter riuscire a salire sulla tavola in equilibrio sull’acqua.

“Se perdi l’equilibrio e stai per cadere, mi raccomando, cerca di non finire sulla vela” gli disse indicando l’albero che ancora giaceva nell’acqua in posizione orizzontale accanto alla tavola. “perché per prima cosa ti puoi fare un gran male e per seconda rischi di squarciarla e lasciare alla tua amica Jeanne, qualcosa come 200/300€, ok?” mise bene in chiaro, sperando che almeno una delle due cose gli potesse ricordare di ascoltare quel suo piccolo consiglio.

Una volta spiegatogli come salire sulla tavola e ridacchiando già al suo scarso equilibrio, Andy salì a sua volta e prese in mano il passamano, che Mika aveva rinominato corda, mostrandogli come fare per portare la vela in posizione verticale. “La vela deve sempre stare eretta sottovento, ok?”

“Ok, fammi vedere…” gli chiese il moretto, dopo aver ascoltato attentamente.

“Hai capito tutto? Perché se la tiro su prendo il largo e mi distacco da te” gli chiese premurosamente, squadrandolo con una certa preoccupazione.

“Sì…” alzò un pollice fieramente con un sorriso avventuriero in volto. Andy annuì e fece per alzare il suo albero ed erigere la vela al vento, quando una domanda di Mika lo fece voltare con una risata.

“Aspetta… che vuol dire sottovento?” chiese con una smorfia perplessa.

“Vuol dire che la devi reggere dalla parte contraria al vento, altrimenti ti spinge verso la spiaggia, ok? Tutto chiaro adesso?” chiese squadrandolo con fare dolce, tornando a riprendere la sua corda tra le dita.

“Chiaro!” lo rassicurò il moro, afferrando anche la sua, pronto a imitare il compagno. Con un gesto deciso Andy portò l’albero e la vela in posizione verticale, iniziando immediatamente a prendere il largo, sospinto dal vento, Mika fece lo stesso riuscendo a trovare una posizione, evitando l’istinto di abbracciarla con tutto il corpo pur di non cadere.

Andy lo vide iniziare a planare sull’acqua alla sua stessa velocità, in equilibrio ma in una posizione che era certo lo avrebbe fatto finire giù dalla tavola in un battito di ciglia.

“Rilassati e piega le gambe. Abbassa il baricentro o finisci in acqua!” lo ammonì da distante, piegandosi a sua volta, cercando di fargli capire come fare.

“Va velooooceeeee!” si lamentò però lui, piegando appena le gambe, guardando la tavola scivolare senza sforzo sull’acqua, completamente insicuro.

Andy era stupito del fatto che fosse riuscito a fare alcuni metri senza ruzzolare giù dalla tavola, ma non era certo avrebbe fatto una bella fine se non si fosse sciolto un pochino.

“Appoggia le mani sul supporto e stai tranquillo che stai andando bene.” Gli gridò ancora, rallentando per avvicinarsi, ma mantenendosi a distanza.

“Sto andando bene??! Ma se va da solaaaaa!!!” gli fece notare il riccio, facendogli capire inequivocabilmente come non stesse capendo veramente ciò che stava succedendo.

“Tira la vela verso di te, così rallenti, guarda me” gli spiegò di nuovo, stavolta portandoglisi vicino. Mika cercò di concentrarsi osservando il da farsi, poi tirò l’albero come aveva visto fare e riuscì a rallentare, riprendendo per un attimo a respirare con tranquillità.

“Bravissimo!” lo incitò Andy alzando un pollice all’insù, lasciando che il vento lo portasse a fianco a lui, navigando uno vicino all’altro per alcuni attimi.

“Sono ancora in pieeediiiiI!” rise Mika gioendo di quel piccolo traguardo, ricevendo uno sguardo fiero dal compagno.

“Sono stupefatto…” ridacchiò il greco, dandogli ancora alcune istruzioni su come accelerare con lui.

Mika eseguì perfettamente, iniziando anche a sciogliersi.

“Perfetto, adesso sposta il tuo peso e la vela a sinistra, così viri.” Gli disse, notando la sua espressione concentrata, poi fu un attimo.

Mika sbagliò direzione e invece di allargarsi, strinse in virata, finendo dritto addosso a Andy, catapultando entrambi in acqua.

Andy riemerse scuotendosi l’acqua dal viso e cercando immediatamente il compagno, sperando vivamente fosse riuscito ad evitare entrambe le vele e la sua tavola.

Quando notò le vele intatte e lo vide sbucare dall’acqua tossicchiando, si tranquillizzò e poi scosse la testa, dandosi dell’idiota. Chiedere a Mika di azzeccare anche la destra e la sinistra, quando era già concentrato a mantenere l’equilibrio e mille altre cose, era decisamente troppo, avrebbe dovuto saperlo.

“Scusa… colpa mia…” puntualizzò immediatamente, facendogli capire che stava in realtà andando molto bene per un principiante assoluto.

“Cosa hai sbagliato? Sono stato io a venirti addosso..” ragionò però lui, certo che non fosse stato Andy a tagliargli la strada, ma il contrario.

“Capita, non preoccuparti. Stai andando alla grande” Lo tranquillizzò il greco, evitando di additargli la colpa,  specificando qualcosa che forse Mika non aveva registrato, troppo intento a gestire quella situazione a lui nuova.

“Ce la fai a risalire?” gli chiese poi, salendo a sua volta, accertandosi che Mika lo stesse osservando, sicuro che così facendo avrebbe saputo copiare esattamente ogni suo gesto, beandosi poi della sua autonomia.

“Sicuro!” disse infatti immediatamente, salendo sulla tavola con la stessa precisa sequenza di azioni del compagno.

Andy doveva ammettere che Mika se la stava cavando piuttosto bene, calcolando la sua scarsa acquaticità e la sua inesistente coordinazione.

Veleggiarono in tranquillità ancora per una mezz’oretta, poi il vento si fece più forte e Mika ruzzolò in acqua un paio di volte piuttosto violentemente, sospinto da onde troppo difficili per essere domate da chi aveva preso in mano una tavola da windsurf solo da un paio d’ore.

“Ahio” si lamentò infatti il libanese, tenendosi una caviglia che nell’ultimo volo era finita contro l’estremità della vela, accertandosi di essere ancora tutto intero, ma certo di essersi guadagnato un bel livido.

“Meglio tu esca adesso, prima di farti male davvero” lo esortò Andy, aiutandolo a salire di nuovo a bordo della tavola e a virare verso la spiaggia, navigando a poca distanza da lui, dirigendolo verso la zona con meno onde, fino al bagnasciuga.

“La caviglia? Bene?” gli chiese quando lo vide zoppicare appena, per i primi due passi.

“Sì sì, adesso passa.” Gli sorride tirando a sé la vela, uscendo definitivamente.

Andy lo osservò ancora alcuni secondi, poi girò di nuovo la tavola verso il mare.

“Vado a divertirmi una mezz’oretta” lo informò quindi “ci vediamo dopo” disse salutandolo.

Mika lo squadrò lievemente preoccupato, osservando le onde sempre più impetuose, ma se l’iper-prudente Andy se la sentiva, lui non avrebbe di certo avuto il cuore di chiedergli di restare a terra.

“Stai attento” si limitò a sussurrargli prima di lasciarlo andare con un sorriso e incamminarsi verso il noleggio di Jeanne, per riprendersi anche Mel.

Mika si accorse di essere stanco morto, solo quando prese posto di nuovo sul telo mare steso sulla sabbia. Non aveva un muscolo che non sentisse affaticato. Era sicuro che il giorno dopo avrebbe patito le pene dell’inferno, però era contento di essersi lanciato in quell’avventura.

Si mise a scrutare l’orizzonte, cercando tra le decine di vele, quella rossa e gialla di Andy e quando lo trovò, rimase a fissarlo incredulo, ammirando le acrobazie che vedeva compiere tra le onde.

Era decisamente bravo. Si rese conto in quel momento della frase con cui Andy lo aveva lasciato un attimo prima. Le due ore passate al suo fianco, dovevano essere state una noia assurda per lui. Nonostante fosse caduto molto meno di quanto si aspettasse di fare, Mika lo aveva costretto a navigare a velocità super-ridotta, con l’attenzione costantemente puntata addosso.

Il riccio sospirò, estraendo la reflex di Andy e avviando la modalità video, seguendolo meglio che poteva tra le onde.

Lo vide cadere un paio di volte, facendo voli quasi coreografici, per poi risalire velocemente e riprendere a compiere giravolte e cavalcare le onde più alte.

Ritornò sulla spiaggia dopo più di mezz’ora, andando subito a riportare la tavola a Jeanne e a ringraziarla col suo maccheronico francese, poi tornò, anche lui stanco all’inverosimile verso l’accampamento di teli e zaini dove Mika lo osservava orgoglioso.

“Quanto ti sei rotto le scatole da 1 a 10 in quelle due ore con me?” chiese il riccio, complimentandosi per ciò che lo aveva visto fare e scusandosi allo stesso tempo per essere stato una palla al piede.

“Ma no dai… sei stato un bravo allievo, pensavo avresti passato tutto il tempo in acqua e che saresti resistito sì e no mezz’ora invece devo dire che mi hai stupito…” lo elogiò passandosi intanto una salvietta in testa, frizionandosi i capelli.

“Anzi no, rettifico.” Tornò quindi sui suoi passi con un ghigno strafottente “Sono un eccellente insegnante, capace ti tenere in piedi anche il più scoordinato dei principianti”

Inevitabilmente si beccò la pallina di Mel dritta in pancia, condita da uno sguardo corrucciato.

“Il più scoordinato dei principianti eh…?” lo rimbeccò Mika “Vogliamo parlare dell’insegnante la cui gamba sta sanguinando?” lo prese in contropiede, osservando le goccioline rosse percorrergli la caviglia e infiltrarsi nella sabbia chiara.

Andy si voltò, notando il lungo graffio che gli percorreva il polpaccio, ricordandosi il dolorino che aveva sentito sbattendo contro le derive appuntite della tavola in una delle cadute. “Ma si è un graffietto” disse poi dandosi una veloce pulita con l’angolino della salvietta per capire l’estensione della ferita, ma ricevendo una sberla sul polpaccio sano dal suo ragazzo.

“Non sulla salvietta!!” lo redarguì con sguardo arrabbiato per poi estrarre un fazzoletto di carta, inzupparlo d’acqua pulita e passarglielo delicatamente sulla gamba, rivelando un taglio superficiale lungo almeno una quindicina di centimetri.

“Graffietto eh…” lo schernì Mika, premendo lievemente per togliere alcuni granelli di sabbia, provocandogli un sussulto e una smorfia dolorante.

Andy prese posto sul telo accanto al suo ragazzo, cercando di sfuggire dalle sue grinfie, ma quest’ultimo non desistette. “Come va la tua caviglia?” chiese spostando l’attenzione via da lui.

“Bene, vieni qua!” cosa che però non si rivelò funzionare, dato che Mika lo sovrastò finendo la sua opera di medicazione, incurante dei suoi lamenti.

Si stesero quindi entrambi al sole, esausti da uno sport apparentemente semplice ma capace di risucchiare energie come pochi.

“Domani non ci alziamo più dal letto…” si lamentò Mika facendosi forza sugli addominali e sentendoli dolere appena, figurandosi già l’acido lattico impregnare ognuno dei suoi muscoli l’indomani, regalandogli una giornata in cui ogni movimento sarebbe stata una vera tortura.

Si aspettava di ricevere una battuta in stile “parla per te” ma Andy sdraiato accanto a lui, dormiva profondamente, ignaro di tutto e di tutti.

Si fermò a contemplarlo un breve attimo pensando di svegliarlo ma decidendo di lasciarlo riposare, mentre lui andava a recuperare qualcosa per pranzo, portandosi dietro la loro golden.

Tornò dopo nemmeno 10 minuti con due pezzi di pizza dall’aria assai invitante e una porzione di fritto misto con le patatine che non aveva dubbi avrebbero saputo svegliarlo nel miglior modo.

“Mio istruttore di windsurf, ho portato da mangiare. Hai 5 minuti per svegliarti prima che io e Mel spazzoliamo tutto quanto.” Sussurrò piano, senza ricevere il benché minimo segnale di reazione.

Decise allora di prendersi la libertà di uno scherzo e stappata la bottiglietta di acqua frizzante appena tolta dal frigorifero del bar, ne versò una piccola quantità dal collo lungo la spina dorsale a scendere, ritrovandoselo seduto con uno sguardo assonnato e omicida, nel giro di un paio di secondi.

“Stavo dormendo così bene, stronzo!” si lagnò il greco, mettendo però subito da parte l’ascia di guerra, non appena posò gli occhi sulle prelibatezze stese con tanto di tovaglietta a quadretti sul telo mare del fidanzato.

“Sono uno stronzo? Ah bene…” commentò Mika, spostando la tovaglietta con tutto il contenuto e mettendosi seduto di schiena, di fronte a Melachi.

“Stronzo ma tremendamente adorabile!” cercò di lusingarlo a parole, non potendo avanzare fisicamente a stuzzicarlo, circondati com’erano da gente.
“Non mi compri così facilmente!” gli fece presente, addentando il primo pezzo di pizza e mugugnando di piacere, masticando lentamente.

“Non vorrai davvero lasciare il tuo istruttore di surf preferito a digiuno?” chiese di nuovo, avvicinando la mano al trancio di pizza ancora sulla tovaglietta ma ricevendo una sberla e un “Sì!” conciso.

Allora il greco si avvicinò alla sua orecchia e sussurrando appena, si giocò un’altra carta “Stasera è la nostra penultima sera insieme solo io e te… potrei farti divertire parecchio…”

Mika quasi si strozzò con l’ultima patatina mangiucchiata, arrossendo violentemente e voltandosi verso di lui con sguardo incredulo, sentendo le gote andare ancora più a fuoco, allo sguardo penetrante di Andy.

“Ma…” aprì la bocca, senza riuscire a proferire granché, non troppo abituato a quel tipo di avance audaci da lui in luoghi pubblici.  

Intanto Andy si allungò e superandolo, si andò a prendere il suo trancio di pizza tanto agognato, rubando anche una manciata di patatine e posandole con grazia sopra la mozzarella. “Grazie mon amour, questa pizza è squisita!” disse lanciandogli uno sguardo eloquente.

A Mika non restò che addentare di nuovo la sua pizza, cercando di far dissipare dalla sua mente le immagini non troppo caste che quella semplice insinuazione era riuscita a fargli nascere spontaneamente. 

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Buongiornooooooooo!
Aggiornamento puntuale...
La gitarella solitaria continua.
Non ci sono ancora i Penniman heheheh.
Vi aspetto per le caramelle.
A presto, grazie mille!
Vv
  
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