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Autore: Lady Moonlight    07/01/2018    0 recensioni
Sequel di “Cicatrici”.
Precipitata su Midgard per volere di Hela, Freya è trovata dallo SHIELD all’interno di una piramide. Creduta morta, su Asgard Frigga scruta il destino in un nuovo quadro mentre Thor si appresta a sedare le rivolte nate dopo la sconfitta di Aster e degli elfi oscuri.
Sulla Terra si verificano strani eventi e al contempo sogni confusi popolano la mente di Freya. Tony Stark cerca un modo per dare vita al suo nuovo progetto, Ultron, e, in un punto remoto dell’universo, Nebula porta a compimento il volere del padre, Thanos.
Loki, convinto che la guerriera sia ancora viva, tenta di scoprire cosa le sia successo, rischiando però di far piombare Asgard nuovamente nel caos.
[…]Il Collezionista è un essere strano. Freya lo conosce da cinquecento anni ormai e sebbene il suo corpo sia parzialmente invecchiato nel tempo, è chiaro che in realtà quella forma sia una mera finzione.
Freya preferisce evitare di contrariarlo quando ha a che fare con lui.
“Mi piacerebbe averti nelle mia collezione un giorno, tu e la collana” le dice indicando il monile dei nani. “Amo le cose luccicanti” confessa. “Naturalmente avresti una gabbia tutta per te.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 05: La proposta

 

 


 

 

Natasha guarda nello specchietto retrovisore e da gas all’acceleratore. La macchina sbanda leggermente a sinistra, ma né lei né Freya ci prestano attenzione. Fury è stato rapido a metterle addosso uomini dello SHIELD, ben consapevole che la Vedova Nera non è un’avversaria facile.

Le viene da ridere e non si preoccupa di darsi un minimo di contegno.

“Fury non ce la farà passare liscia!” grida all’asgardiana. “Perciò, spera che vada tutto bene o ci toccherà passare i prossimi sei mesi nella base in Antartide!”

Non ha idea del motivo che la spinge a trattare Freya come una vecchia compagna d’avventure, ma per qualche ragione le viene naturale.

La Stark Tower, rinominata ormai Avengers Tower, si erge davanti a loro in tutta la sua magnificenza. Tony non ha badato a spese per risistemare il simbolo del suo orgoglio ferito e Natasha si trova a sospirare. Dopo i fatti di New York, Stark è diventato decisamente instabile ed è solo grazie a Pepper se è riuscito a rimettere insieme i pezzi.

“Conosci bene Tony Stark?” le chiede Freya, mentre ordina a Pan di smettere di ringhiare. Superano un camion di surgelati e la spia si concede di lanciare una fugace occhiata all’ospite di Fury.

Da quando lo SHIELD ha prelevato la guerriera dalla piramide, Natasha si è ritrovata più volte a pensare che quell’asgardiana non è una cattiva compagnia. C’è qualcosa in Freya che trova affine a se stessa. È solo una sensazione, ma ha deciso di darle fiducia. Non è egocentrica come Iron Man, non è timida come Bruce Banner o sentimentale come Captain America. Le sembra una persona riflessiva, ma allo stesso tempo le appare anche una ragazza smarrita e sola.

È convinta che ci sia molto altro e che Fury dovrebbe davvero tentare di darle una possibilità. Lei l’ha avuta, quella possibilità, e non vede perché negarla a Freya.

Per questo ha assecondato il suo istinto ed è per quello che ora si trova inseguita da agenti dello SHIELD nelle strade trafficate di New York. Ha il vago sospetto che Clint non le rivolgerà la parola per giorni quando scoprirà quella bravata.

“Temo che l’unica persona che possa affermare di conoscere Tony Stark sia Tony stesso. È egocentrico, egoista e tremendamente arrogante. Non il massimo della compagnia, ma è leale. Crede in quello che fa. Ho lavorato per lui  per un po’… bhe, non esattamente” risponde, riflettendoci meglio e cercando di soddisfare la curiosità dell’altra.

Pan, dal sedile posteriore si alza su due zampe e le lecca il collo, facendola ridacchiare. Quella cucciola aliena le piace, inutile negarlo. Affettuosa come un gatto e pericolosa come una tigre.

Afferra il cellulare e compone il numero di Stark, convincendolo a farla entrare nella torre. Poi supera un semaforo fermo sul rosso e per poco non investe un pedone che la riempie di insulti.

“Questo è dieci volte meglio di una vacanza!” esclama compiaciuta.

Il portone della Stark Tower si apre e lei si lancia all’interno, mentre i suv dello SHIELD sono bloccati all’esterno da una barriera di energia, segno che Tony ha fatto progressi nei suoi studi.

“Benvenuta all’Avengers Tower, signorina Romanoff”  annuncia la voce di Jarvis. “Il signor Stark sarà da voi in pochi minuti.”

Freya appare sorpresa da quel benvenuto. “Ci farai l’abitudine” la rassicura Natasha. “Jarvis è un’intelligenza artificiale. Scoprirai che è di una compagnia migliore di quella offerta dal suo padrone.”

“Romanoff!” strilla Tony Stark comparendo da dietro una porta. “Ti ho sentita!” Il miliardario entra con una maglietta sgualcita e un broncio infastidito. “Che diavolo hai fatto? Fury minaccia di inviare qui il suo esercito privato e non smette di telefonare.”

Lo ignora. “Hai una pessima cera.”

Lui non le da peso. “E la tua amica chi è? Un altro agente?”

“I dati biometrici indicano che non è umana, signore” si intromette Jarvis.

Stark strizza gli occhi. “Fregata! Hai catturato un’aliena?”

“Ti sembro prigioniera?” si intromette Freya.

“Lingua lunga, eh?”

Natasha si porta una mano al volto e scuote la testa. “Stark evita di farmi venire il mal di testa di prima mattina.”

“Allora l’hai liberata” ritenta Tony. “Per questo lo SHIELD vi inseguiva? Adoro infastidire Fury, ma-“

Natasha vede Freya fare un passo avanti.

“Sono io” dichiara a un Tony perplesso.

“Temo di non conoscerti. Mi ricorderei di un viso come il tuo. Anche se… hai qualcosa di familiare.”

Freya rotea gli occhi al cielo e la Vedova la imita. “Sono io la spiegazione che cercavi. Il meteorite caduto sulla piramide.”

Finalmente, Tony Stark tace.

 

 


 

 

“Non mi piacciono i giri di parole, per cui verrò sub-“

“Ehi, ehi… un momento” interviene Tony. L’ultima volta che ha avuto a che fare con un alieno non è finita molto bene e alla fine Pepper lo ha costretto a sedute terapeutiche con Bruce per obbligarlo a superare le crisi di panico. Quella mattina si è svegliato di ottimo umore, ma la giornata sembra destinata a peggiorare.

“Tu stai dicendo che sei precipitata su una piramide. In Egitto. E non sapevi che cosa fosse? Hai distrutto un patrimonio culturale dal valore incalcolabile e ora vieni qui. Da me. E lo confessi?” Si rendeva vagamente conto di parlare a scatti, ma si era aspettato un Loki 2.0 e invece la ragazza –per quanto carina- le sembrava solo una versione alternativa di “Torna a casa Lessy” con la differenza che, a dispetto dell’animale, lei non aveva ritrovato casa.

“Freya è dispiaciuta. Molto” commenta Natasha.

“Da quando fraternizzi con il nemico? Sei diventata il suo avvocato?”

“Divertente. Forse dovrei dire a Pepper quello che è accaduto quel giorno in ascensor-“

“Traditrice!” esclama Stark. Dopotutto aveva solo tentato di baciarla… forse era anche sbronzo, ma…

“Parlando della tua donna-” interviene Freya.

“Fidanzata” la corregge Natasha. “Scusala, fa ancora confusione con certi termini.”

Tony si chiede che diamine voglia l’aliena da Pepper e tiene una mano sul bracciale che gli occorre per richiamare l’ultima armatura che gli è rimasta dopo l’incidente con Kilian. Eppure… Freya ha davvero qualcosa di stranamente familiare, ma più si sforza di ricordare più il pensiero gli sfugge.

“Le analisi indicano che è di origine asgardiana, signore. Ho confrontato il sangue con i campioni di Thor” lo aggiorna Jarvis.

La vede sussultare a quelle parole e lui socchiude gli occhi, attento. “L’ultimo asgardiano con cui ho parlato mi ha fatto precipitare nel vuoto e da quel momento in poi la situazione non è che degenerata.” 

Si volta verso Natasha, appoggiata all’auto con cui sono arrivate. La Vedova Nera però non sembra molto propensa a dire alcunché.

“Sono qui per proporti uno scambio” annuncia Freya, ed è a quel punto che Tony nota l’animale bianco all’interno del veicolo.

“Fai la brava, Pan. Noi e il caro miliardario dobbiamo parlare” dice la Romanoff, ammiccando verso la creatura che, di certo, non è terrestre.

“Stai flirtando con un animale?” le domanda incredulo. “Assurdo. Fury cosa dice di tutta questa faccenda?”

“Che dovresti farti i fatti tuoi.”

“Tipico. Salvi il mondo e quell’uomo ti ringrazia nascondendoti informazioni di interesse planetario.”

“Questo perché tu-“

La strana tigre bianca dagli occhi blu salta fuori dal finestrino e cammina verso una delle sue moto, azzannando una ruota. Tony riesce a stento a soffocare un urlo d’orrore.

“Ditemi che non l’ha fatto. Ditemi che… Jarvis!” chiama, quasi ansimando. “Dimmi subito cos’è quella cosa!” ordina Tony, sul punto di avere una crisi isterica degna di sua madre.

“… specie…”

“È un-“ tenta di dire l’aliena.

“…sconosciuta” termina Jarvis.

“Flareon.”

Il telefonino di Natasha squilla e Tony è certo che all’altro capo ci sia il direttore dello SHIELD. Ha idea che questa volta Fury sarà davvero irritato e ci finirà in mezzo pure lui. Detesta profondamente quando l’altro comincia a fargli la paternale neanche fosse suo padre.

Pan, la sottospecie di tigre che ha danneggiato la moto, scodinzola e sembra apprezzare il nuovo giocattolo.

“Avrei dovuto guardare l’oroscopo questa mattina. Le stelle sono contro di me” borbotta.

“Tu non guardi l’oroscopo” lo interrompe Natasha con una smorfia infastidita. Ha appena riposto il telefono nella tasca e l’espressione che ha non promette nulla di buono.

“E tu che ne sai!” si difende. “Di recente ho scoperto che…“

“Poche chiacchiere, Stark. Abbiamo un’ora di tempo” lo informa la Romanoff, puntando un dito verso l’esterno. “Se per allora non saremo fuori di qui, Fury invierà i suoi uomini.”

“Vorrei farti notare che anche tu sei o eri uno dei suoi uomini. Credi che ti riprenderà alla base? Non credo che a Pepper farebbe piacere ripetere l’esperienza dell’anno scorso. Quindi, Natasha, ti assicuro che se non mi dici-“

A quel punto l’asgardiana fa un passo in avanti e Tony si costringe a prestarle nuovamente attenzione. Nota che veste abiti civili, segno che apparentemente Fury si fida a sufficienza di lei, ma misura ogni gesto come se temesse di fare qualcosa che a lui potrebbe non piacere. Oppure tenta di nascondere la sua forza, e Tony è più orientato a credere alla seconda opzione.

Ha vissuto una vita al fianco dei militari e sa riconoscere un soldato quando lo vede.  

La Romanoff è girata verso Freya e parla prima che lui possa aggiungere altro.

“Può aiutare Pepper, Tony.”

Lui sbatte le palpebre un paio di volte. Per un istante, Stak pensa di non aver compreso bene le parole di Natasha. D’altronde, non sarebbe la prima volta e in quei giorni è così stanco e stressato che non è in grado di negare quella possibilità.

Eppure lo capisce dal suo sguardo, speranzoso e luminoso, che la Vedova Nera crede davvero a quello che dice. E c’è un breve momento in cui sente il suo cuore battere all’impazzata e la mente urlargli che quella straniera salverà Pepper. La ragione però prende presto il sopravvento e l’entusiasmo si tramuta in sospetto.

“Signore, ho riscontrato una cosa curiosa. Lei-“ Tony zittisce Jarvis con un cenno della mano.

“Come? Come può, lei, aiutarla?” sibila con rabbia e una punta di rammarico. “Perché dovrebbe?” continua.

Freya lo guarda e c’è qualcosa in quegli occhi, grigi e freddi, che lo mettono a disagio. Nemmeno Loki, con le sue iridi più verdi e brillanti della pelle di Hulk, è mai riuscito a metterlo in difficoltà.

“Uno scambio: tu aiuti me ed io te” gli propone la ragazza.

Aliena, si rammenta Tony. Vuole davvero fidarsi? Rischiare tutto? Rischiare Pepper?

Un azzardo, ecco cos’è. E lui non si è mai buttato negli affari se non può conoscere ogni variabile. Ogni investimento che ha fatto è sempre stato ben controllato e valutato.

“E cosa vorresti? Soldi? Una villa ai Caraibi? Non tentare di prenderti gioco di me. Provieni da Asgard e se la Romanoff è stata tanto sprovveduta da crederti… io non lo farò.” Si rivolge alla spia. “Hai dimenticato, Natasha? Il modo in cui Loki ha raggirato l’agente Barton?”

“Signore, dovrebb-“

“Sono occupato, Jarvis.”

“Dovesti ascoltarlo” le dice Freya con uno sguardo che sembra rassegnato. “La tua creatura ha capito prima di te. Eppure tu stesso hai detto che avevo qualcosa di familiare, uomo di metallo.”

Uomo di metallo. Il soprannome che gli ha dato Thor.

Tony Stark ha imparato da tempo a non credere alle coincidenze. Il dio del tuono è una specie di star hollywoodiana su Agard. Dunque, sembra logico che lei possa conoscerlo. Giusto? Non ci sono falle nel ragionamento.  

No, decide Stark, quel dettaglio non significa nulla. Eppure è convinto che perfino Thor non avrebbe parlato di lui e della Terra al primo venuto.

Tony si appoggia ad una parete.

Per quanto ne sa la concezione del potere su Asgard è simile a quella esistita sulla Terra in età medioevale. Re, nobili, cittadini, schiavi… una scala gerarchica precisa.

“Freya?” la chiama Natasha, titubante. Perfino la Romanoff deve essere giunta ad una conclusione simile alla sua.

“Signore…” tenta di intervenire Jarvis, per l’ennesima volta.

Pan emette dei tenui ruggiti e Tony si costringe a riflettere.

In quel momento la porta alla sue spalle si apre e una Pepper infuriata li raggiunge squadrandoli uno a uno. “Cosa sta succedendo lì fuori? Tony?” chiede con le guance arrossate, segno che in quel momento ha poco controllo su Extremis.

Lui la guarda con una leggera preoccupazione, ma non può negare che Pepper sia bellissima anche così, con gli occhi luminosi e la pelle accaldata.

“Oh, abbiamo ospiti… Potevi avvertirmi. Natasha” saluta. “Cosa hai fatto questa volta? Perché sono appena tornata da un incontro con un finanziatore e se hai intenzione di distruggere… qualcosa” dice guardinga “È meglio che io lo sappia ora” conclude lapidaria.

Tony Stark deglutisce. “Pepper, ma che bella sorpresa!” esclama, ben poco felice di vederla in quel momento. Ha rischiato troppe volte di perderla e…

Pepper lo ignora e porge la mano all’asgardiana. “Piacere di conoscerti. Tony è un pessimo padrone di casa. Io sono Pepper e tu… Sei parente di Thor, per caso? Mi sembra di notare una certa somiglianza…”

Tony spalanca la bocca e socchiude gli occhi. Parente?

La Romanoff impallidisce di colpo e lui non riesce a credere che…

“Stavo per dirglielo, signore, ma lei mi ha impedito di avvertirla” lo informa Jarvis.

“Ma come hai fatto?” si rivolge, incredulo a Pepper. “E tu chi sei in realtà?” prosegue rivolgendosi a Freya, che sembra altrettanto turbata.

“Non è evidente?” chiede Pepper.

“NO!” replicano all’unisono Natasha e Tony.

“Hai mentito!” sibila la vedova nera, con la mano poggiata sulla pistola.

“Oh, e così quel pazzo megalomane di Loki… tu lo conosci!” si intromette lui.

“Credo che dovremmo tornare a parlare della tua fidanzata, uomo di metallo.”

“Di me?” esclama Pepper.

“Il problema qui non è Pepper!”

“Pensavo che lo fosse. Percepisco le fiamme dentro di lei… si trascinano inesorabili verso il suo cuore. E le consumano.”

Pepper sussulta e si volta verso di lui in un gesto istintivo. Tony fa per afferrarle una mano, ma lei si allontana. È spaventata e lui non vorrebbe altro che abbracciarla e sussurrarle all’orecchio che andrà tutto bene, ma non riuscirebbe a ingannare nessuno dei due.

È Loki il maestro degli inganni. Tony Stark è solo un meccanico e non sempre le cose si possono sistemare.

“Io conosco il fuoco” prosegue la voce di Freya. “Ti entra dentro… e non ti lascia più andare. Consuma ogni cosa finché non rimangono che ceneri.” Conclude, portandosi la mano al petto come se fosse alla ricerca di qualcosa.

Quel discorso a lui non piace per nulla. “Devi stare lontano da lei!” alza la voce, indicando la sua fidanzata.

L’asgardiana tace un istante. “Cosa pensi che potrei farle, esattamente? Ucciderla, torturarla, catturarla? Mi sembra sia in grado di difendersi.”

“Tu, non-“

“Io sono Freya Vanadis, figlia di Skaði e Víli, fratello di Odino. Sono la proprietaria di Vanadis e la detentrice del potere di Brísingamen” si presenta. “Terza in linea di successione al trono di Asgard, guerriera e dominatrice del Seiðr-

“E distruttrice di una piramide e bla, bla, bla... Peggio di Thor. E dire che sembravi intelligente.” Stark rotea gli occhi al soffitto.

“Tony!” strilla Pepper.

Per un attimo è quasi tentato di scusarsi. “Vi stavate annoiando a morte pure voi, ammettetelo!”

 

 


 

***

 

 

Enhar ha dormito per secoli, millenni. Ha atteso il tempo del risveglio in un sonno senza sogni, ignaro di quanto avveniva nel mondo.

I suoi compagni, però, ancora non si sono destati e tutto tace ad Atlantide. L’isola è ancora immersa nell’incantesimo di protezione e gli abitanti stipati nelle sale sotterranee.

Si sveglieranno presto, ne è certo, e allora potranno debellare il morbo che ha infettato il pianeta.

“Umani” mormora con disgusto, mentre cammina tra le sale vuote del palazzo reale. Eppure è grazie a loro, quelle miserevoli forme di vita, se Atlantide tornerà in vita. Si sono evoluti molto, ha notato, e quando uno dei loro mezzi subacquei è stato intercettato dalla barriera che protegge l’isola è stato distrutto. L’esplosione lo ha risvegliato e dopo un’infinità di anni umani, Enhar può finalmente riprendere il posto che gli spetta.

Il trono di coralli e pietre preziose brilla di luce e lui lo guarda con gratitudine e nostalgia. Non sposta mai lo sguardo alla sua sinistra, nel punto dove un tempo c’era stato il posto occupato dalla sua regina.

Quando si siede, la sia vista vaga fino al tridente d’argento e scivola oltre. Fuori dalle finestre l’oceano è una massa scura, abitata da una moltitudine di creature marine. Molte nemmeno riesce a riconoscerle. Strisciano attorno alla barriera, ignare che presto saranno divorate da Sonny.

“Natek, Marak!” chiama, in attesa dei gemelli.

I due guerrieri giungono a lui avvolti in lunghi mantelli, le mani poggiate sull’elsa di spade dorate.

“Altezza” lo salutano all’unisono, inchinandosi.

“È giunto il tempo di conoscere meglio il nostro nemico. Un tempo gli umani strisciavano ai nostri piedi, ci onoravano come Dei… E poi-“ strinse i pugni con rabbia. “Riprenderemo il nostro pianeta, poi annienteremo Asgard e Jotunheim!” afferma, volgendo lo sguardo al tridente. 

Chiude gli occhi. Era accaduto più di mille anni prima… I giganti di ghiaccio erano scesi su Midgard e avevano ghiacciato la superficie del pianeta. I mortali erano morti a centinaia e Atlantide era rimasta isolata.

E la sua regina, la sua amata consorte... I giganti di ghiaccio l’avevano uccisa nel modo più brutale possibile.

Enhar era stato costretto a chiedere l’intervento di Asgard. Odino era intervenuto, ma il suo aiuto era stato tardivo. Per proteggere Atlantide, Enhar aveva avvolto la città con un antico incantesimo.

E Atlantide era sprofondata nell’oceano. Un sonno eterno aveva colpito i suoi abitanti e per i mortali Atlantide era diventata una leggenda.

 

 

 

 

***

 

 

Da quando Thor è partito per portare aiuto ad Alfheim, la Cittadella Celeste è più silenziosa del solito. Loki cammina per i corridoi di Vàlaskjàlf, ignorando le occhiate della servitù e avanza verso gli appartamenti di Freya.

Krishna, la schiava dagli occhi viola che la guerriera ha portato via da Jotunheim, è china sulla porta d’ingresso, intenta a strofinarla.

L’impulso di spingerla a terra e tagliarle la gola è forte. Vedere quella donna ad Asgard, viva e al sicuro, lo irrita enormemente se pensa al fato voluto per Freya. 

Krishna si sposta rapidamente e lui entra, vagando pensieroso da una stanza all’altra. Ha preso quell’abitudine da quando ha scoperto Sigyn frugare tra le cose della guerriera e ora gli è difficile abbandonarla.

“Dovresti cominciare dal principio.”

Loki si volta, ma sa già cosa troverà. La perfetta copia di Freya è accostata ad un muro e lo guarda con la testa inclinata. Indossa l’abito del giorno in cui Frigga ha organizzato la festa del suo compleanno ed è bella come nei suoi ricordi. Ma è solo un’illusione, una copia, sfuggita al suo controllo.

“Zitta, tu non sei reale.”  

Freya sogghigna, un’espressione che quella vera non gli rivolgerebbe mai. “Sono nella tua mente, questo mi rende molto reale.”

Loki si chiede se stia impazzendo.

“Dovresti dare retta a cosa ti sussurrano i tuoi pensieri.” Loki si massaggia la testa, infastidito. “Se non sai cosa fare… torna indietro, cerca le impronte lasciate sul terreno.”

Il dio degli inganni ruota la mano e l’illusione svanisce. A quel punto lui socchiude gli occhi e analizza meglio la parete a cui si era appoggiata Freya. C’è un alone scuro sul muro bianco e lui si avvicina, poggiando le mani sulla parete.

“Astuta” mormora, mentre osserva la nicchia piena di libri che si rivela ai suoi occhi. Allunga una mano per afferrare uno di quei tomi, ma esita quando le dita sfiorano la copertina.

Loki scuote la testa e sfoglia le pagine. Le parole sono scritte in modo ordinato e riconosce immediatamente la calligrafia di Freya.

Sono appunti che riguardano luoghi e date specifiche. Alcuni numeri sono cerchiati e sottolineati più volte.

Dopo pochi minuti, decide di trasportare tutti i diari su un tavolo e cerca di capire da quale testo dovrebbe cominciare per leggere e comprendere quelle annotazioni.

Quando i primi raggi del sole illuminano la stanza, Loki è ancora immerso nella lettura.

Sono appunti che Freya ha scritto di recente, anche se non saprebbe collocarli in un punto preciso del tempo.

Si massaggia gli occhi affaticati ed è allora che scorge un nome, scritto nel centro di una pagina bianca e affiancato da un punto interrogativo.

 


Taneleer Tivan ?

 

 





 


 

 

Note: Della serie chi non muore si rivede? Ebbene sì, dopo quasi due anni torno con Radici e le avventure di Freya e Loki!

Fatemi sentire cosa ne pensate, è un periodo in cui ho veramente bisogno di sapere cosa ne pensano i lettori di ciò che scrivo! Inoltre, le vostre parole sono un incentivo a proseguire!

Presto troverete Radici anche su Wattpad!


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