Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: The Custodian ofthe Doors    07/01/2018    5 recensioni
[Spin-off di “ Una pista che scotta”]
Dopo l'estate più torrida che New York City ricordi da decenni la neve era scesa giusto in tempo per Natale.
Tra le strade piene di ritardatari, luminarie, vetrine colorate e neve sciolta qualcuno assapora una tranquillità che per troppo tempo gli era stata negata, dimentico per un attimo di ciò che aveva passato e di ciò che l'avrebbe aspettato in un futuro imminente.
O almeno finché non squilla il telefono.
L'ansia e la frenesia pre-festiva che assale tutti o più semplicemente Magnus, Alec, le troppe decorazioni natalizie del primo, le sue domande indiscrete ed imbarazzanti, le sue idee geniali e la solita sfiga, le stupide imposizioni mediche e forse anche un pizzico di felicità del secondo.
Un normale Natale come nessuno prima d'allora.
Forse come molti in seguito.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Candy Kiss





Le strade di New York si erano innevate giusto in tempo per il Natale, quell'anno.
Non c'era molto da stupirsene però: con il caldo che c'era stato quell'estate era ovvio che la cara vecchia mela si fosse imbiancata così tardi.
La neve poi, lui l'adorava. Era così bella, soffice e scenografica. Si, decisamente scenografica.
Senza contare che nei luoghi in cui attecchiva meglio, quindi non certo le strade affollate della city dove presto la neve si sarebbe trasformata di fanghiglia sciolta e scura, formava una coltre che rendeva tutto così magico.
Sospirò e sorrise alzando il volto verso il cielo scuro ma opaco di nuvole compatte, i lampioni gettavano coni di luce sulle strade, aiutati dalle luminarie che ogni negozio sfoggiava.
Le vetrine erano stracolme di oggetti e cartelloni colorati, sfondi seducenti che attiravano l'attenzione del passante e lo inducevano a fermarsi ad ammirarle o ad entrare per vedere cosa potevano offrire di più.
C'era ovviamente tutto il marasma dei ritardatari, chi faceva i regali all'ultimo minuto e si sentì estremamente soddisfatto di sé: lui i regali li aveva già tutti e anche da un pezzo. Solo uno, l'ultimo per l'esattezza, era stato trovato meno di una settimana fa, ma a sua discolpa poteva dire che lo aveva cercato per ogni stramaledetta strada di NY prima di trovarlo. Era un tipo puntiglioso, cosa poteva farci?

Mi piace far le cose per bene, arrestatemi.

Diede un colpetto con il braccio solo per scastrare un paio di pacchetti che si erano incastrati tra loro, benedicendo il cappotto che gli faceva spessore sulla piega del gomito e non gli faceva sentire le maniglie taglienti delle buste.
Erano cariche di decorazioni, come se non ne avesse già abbastanza poi, di candele, di luci nuove e di tovaglie, Dio quante tovaglie aveva comprato quell'anno!
Ma almeno era per una buona causa, ovvero la sua festa di Natale.
Quello sarebbe stato il primo anno senza Ragnor e non aveva la minima intenzione di passarlo da solo a casa rivangare il passato e a scolarsi tutta la sua distilleria personale.
Oh! La sua distilleria! Questo gli fece venire in mente che forse si era scordato di accennarlo ad Alexander e che forse sarebbe stato un bene farla sparire prima che il detective della omicidi se ne accorgesse.
Un sorrisetto malandrino gli incurvò le labbra coperte da uno spesso strato di burro cacao da montagna – solo il meglio per le sue belle labbra!- ricordandogli come il giovane puntualizzasse ogni volta con un borbottio “Tenente”.
Fatto sta che quell'anno avrebbe avuto ospite anche lui, il Tenente Lightwood in persona.
E chissà che non sarebbe riuscito a convincerlo a restare anche per il fuochi d'artificio.
Si complimentò mentalmente per la battuta, avrebbe dovuto farla al sul bel fiorellino il prima possibile, sarebbe arrossito come poche volte quando avrebbe capito il doppio senso.
Neanche a farlo apposta il telefono cominciò a squillare “Santa baby” e Magnus dovette imporsi con tutta la sua forza di volontà per non scoppiare a ridere a quella fortuita coincidenza, a quanto pare il bel poliziotto aveva il sesto senso.
Si fermò nel mezzo del marciapiede per capire dove fosse il suo telefono e non appena si rese conto che si trovava nella tasca interna del cappotto imprecò a mezza bocca.
Guardò i pacchi appesi al suo braccio, la sottile scatola che teneva in equilibrio su quella stessa mano e che conteneva un dolce che per nessuna ragione al mondo si sarebbe mai dovuto muovere e poi l'altra mano che reggeva un eguale quantitativo eccessivo di buste che reggeva la gemella. E che gli venisse un colpo se avrebbe poggiato le sue compere sul sudicio e bagnato marciapiede della street.
Con mosse da contorsionista fece scivolare tutti i pacchetti sul polso, maledicendo le maniche spesse del suo soprabito che non gli permettevano di farli andare più in là quando neanche due minuti prima le aveva benedette. Si sbottonò il giaccone, reprimendo un'altra imprecazione per il freddo e poi riuscì finalmente a prendere il cellulare.

<< Ciao mio dolce omino di marzapane, cosa può fare il tuo sexy Babbo Natale per te?>>
<< Continuerai a trovare nomignoli a tema per ogni periodo dell'anno?>> fece la voce dall'altra parte.
<< Certo che si torroncino al miele.>> tubò felice bloccando l'apparecchio tra l'orecchio e la spalla e riabbottonandosi il giaccone.
<< Spero tu capisca quanto sia imbarazzante.>> sbuffò la voce dall'altra parte.
<< Ma mio caramelloso bombom alla cannella, lo sai che imbarazzarti è la mia ragione di vita.>>
<< Pensavo fosse darmi il tormento.>> borbottò Alec a mezza voce.
<< Cosa bastoncino di zucchero?>> lo sfidò divertito.
<< Finiranno Magnus, i dolci natalizi finiranno prima o poi.>>
<< Pandoro glassato, non hai la più pallida idea di quanti siano i decori natalizi e di quanti nomi differenti abbiano, non mi provocare.>> fece con voce sicura, ricominciando a camminare verso la sua meta.
<< Se no? Potresti elencarmi tutte le tipologie di luminarie fino a trovare quella che mi somiglia di più?>>
<< Questo farebbe di te una persona luminosa, tronchetto di mele.>>
<< La prendo come un offesa personale. Non sono così cupo.>>
<< Il semplice fatto che tu abbia detto che non lo sei “così” tanto ci fa capire ad entrambi che sai di esserlo.>>
<< Sei gentilissimo anche a Natale vedo. Sai, mi serviva una mano ma credo che chiederò a Simon.>>
Magnus ridacchiò al tono di voce del giovane e svoltò l'angolo, individuando a colpo d'occhio il negozio di caramelle che cercava e puntando dritto verso di quello.
<< Oh, cioccolatino allo zenzero, non dire sciocchezze! Non so neanche se Shelly sappia cosa sia il sesso telefonico, figuriamoci se può darti una mano.>>
Il silenzio riempì per un attimo l'interfono mentre Magnus superava le porte scorrevoli e Alec capiva a pieno il significato di quelle parole.
<< Non in quel senso. E non farlo mai più. Non ci provare. Non farmi immaginare Simon associato ad una situazione del genere. E poi sesso telefonico? Andiamo, ma chi lo fa? Ma ti pare?>> la voce palesemente imbarazzata ed anche abbastanza turbata del moro rese un po' più leggero l'altro, mente frugava tra i vari scaffali alla ricerca delle sue caramelle alla menta peperita. Classico di Natale, doveva chiamarlo così, o lo aveva già fatto?
<< Si, in effetti vedo Sheldon come un essere asessuato, fa senso anche a me. Comunque lo fa molta più gente di quanto non credi, mai sentito parlare delle hotline? Se vuoi te ne do una dimostrazione sta sera… >>
<< No!>> il suono arrivò strozzato e Magnus sogghignò vittorioso.
<< Cosa dovevi chiedermi dolcezza?>> chiese cercando con lo sguardo un cestino, aveva troppa roba in mano.
<< Stavo sfogliando l'agenda… >> cominciò l'altro vago prima di essere stroncato.
<< No. No, no, no. Candito caro, no. E se non lo hai capito, no. Non parleremo di lavoro, non di quello e per di più- >> continuò imperterrito malgrado avesse sentito Alec prendere fiato come per prepararsi ad un'arringa convincente, << tu non puoi agitarti. Non venirmi a dire che il dottore e lo strizzacervelli ti hanno rimandato a lavorare, perché lo sappiamo entrambi che loro e la Herondale, e pure il tuo Capo, hanno solo avuto pietà di te e della pazzia che ti stava prendendo a casa dei tuoi senza poter far nulla. Mi risulta che al momento tu possa solo far lavoro di segreteria. Seppur io ti ci vedrei bene come segretario sexy...>>
<< Ed è quello che sto facendo! Non li segretario sexy, >> puntualizzò subito con un certo ammonimento nella voce, << Mi sto preparando solo a quand- >>
<< E!>> disse ad alta voce Magnus facendo girare qualche cliente. Probabilmente molti di loro avrebbero creduto che l'uomo stesse parlando con un bambino a sentire quell'esclamazione. << Non ho ancora finito croccante alle nocciole, lo sappiamo entrambi che se ti progetti qualcosa da fare poi ti annoi o ti viene l'ansia di fare le cose e parti a razzo. Senza contare che è Natale. Cosa stai facendo?>>
<< Dovevo chiedere a Simon. >> sentì dire con voce imbronciata. Forse non era poi così falso il fatto che stesse parlando con un bambino.

Un grosso bambino troppo cresciuto e decisamente non più così innocente.

<< Ti avrebbe detto le stesse cose che ti ho detto io, abbiamo già deciso la linea d'attacco contro ogni tua possibile richiesta di lavoro. Cosa stai facendo?>> chiese di nuovo con tranquillità.
<< Cosa avete fatto? Che cos'è? Una congiura? Non ho la pistola Magnus, sono disarmato e devo continuare la terapia al braccio, non sono stupido, non andrei mai a parlare con qualcuno di pericoloso o potenzialmente pericoloso in queste condizioni. >> lo disse con voce risentita ma Magnus non ci mise molto a capire che il risentimento fosse verso la sua attuale forma fisica e non verso le loro macchinazioni.
Sospirò. << Ascolta tesoro, lo so che sei un uomo d'azione e che stare in panchina ti infastidisce. Capisco perfettamente che ti senti inutile e che vorresti dare una mano, ma il caso ancora non è partito ed ufficialmente la squadra ancora non c'è. Dobbiamo solo aspettare Gennaio, il Sindaco ti promuoverà Tenente, Samuel entrerà ufficialmente a far parte della Omicidi e verrà assegnato a te. Potrai fare la richiesta di consulenza per il sottoscritto e a quel punto prendere in mano il caso e lavorare per bene. Ma ora no. Ora mi dici cosa stai facendo di bello e la smettiamo di parlare di lavoro.>> la sua voce risoluta e tranquilla si spense nel chiacchiericcio generale del negozio. I pacchetti che aveva appesi alle braccia cominciavano ad essere decisamente ingombranti tra tutta quella gente e il cestino di plastica era strapieno di buste colorate dall'aspetto invitante. Forse ne stava prendendo anche troppe, ma pace, Simon sarebbe andato in overdose di zuccheri, lui o Raphael almeno, uno dei due di certo. Forse anche Clary.
Avanzò verso la cassa e si maledisse da solo per aver ritirato prima il dolce dalla pasticceria.
<< Non credo che tu lo capisca davvero Magnus, ma grazie per lo sforzo. >> gli sussurrò la voce abbattuta di Alec, l'uomo piegò le labbra in una posa dispiaciuta << Mi sento davvero inutile, soprattutto se penso alle cose, ai nomi che sono scritti qui dentro. Vorrei fare qualcosa e invece sono bloccato.>> rise amaramente << pare che io sia buono solo a fare il mio lavoro, non sono capace di null'altro.>>
Magnus avrebbe voluto protestare e dirgli che si stava abbattendo, ma l'altro continuò a parlare senza lasciargli modo di dire la sua.
<< Sono all'emporio dei fumetti, Isabelle si è di nuovo incaponita a vole regalare qualcosa da vestire a Max, prima che questo Natale si trasformi in un rogo di maglioni sto facendo il giro dei negozi per comprare a tutti un secondo regalo. Un giorno di questi regalerò io a lei un maglione. Di quelli che porto di solito. Spero capirà come ci sentiamo ogni anno.>>
Magnus rise di gusto, poggiando i suoi acquisti e la scatola sul bancone per cercare il portafogli e pagare. << Sei vicino a Lincoln Square?>> domandò poi facendo un cenno con la testa al cassiere che lo aiutò a mettersi l'ennesima busta sul braccio e gli ripassò la scatola.
<< Sto dalle parti di Madison Ave, perché?>>
<< Uh, che bello, ci divide solo Central Park. Allora vieni a fare l'uomo, mi servono le tue forti e muscolose braccia.>> Schivò un paio di clienti e si maledì mentalmente per quello che aveva appena detto. Alec sospirò da dietro la cornetta.
<< Non ne ho più Mags, a mala pena riesco a reggere un libro per più di un ora.>>
<< Fiorellino, nessuno riesce a reggere un libro per più di un'ora sollevato. >> sbuffò via una ciocca di capelli << Scusa.>> terminò.
<< Fa niente. Che ti serve?>>
<< Sono strapieno di pacchi, becco un taxi e arrivo dalle tue parti, ci prendiamo qualcosa di caldo?>> poi sorrise malizioso << O preferisci andare a casa mia e fare qualcosa che ci scaldi?>>
Alexander scoppiò a ridere e questo Magnus proprio non se lo aspettava. Rimase come un deficiente con la testa piegata verso la spalla per reggere il telefono ed il braccio alzato per chiamare un'auto.
<< Che c'è da ridere?>>
<< Nulla, nulla. Conosci un buon bar o una tavola calda?>> chiese continuando a ridere.
<< No, ora mi dici invece!>> aprì lo sportello e lanciò dentro i primi pacchi, poi poggiò con attenzione la scatola ed entrò anche lui. << Madison Ave per favore.>> disse al tassista.
<< Te l'ho detto, niente.>>
<< Alexander stai ridendo come Simon quando per una fortuita coincidenza d'eventi conosce qualcosa che io ignoro. Sputa il rospo!>>
<< Non posso.>> continuò Alec divertito << Sto davanti a Starbuks, ti aspetto qui?>>
<< Si che puoi! Dimmelo!>> cominciava ad alterarsi ed il continuo mettere in moto e fermarsi della macchia, ingorgata nel traffico che gravitava attorno a Central Park, non aiutava né lui né il dolce che si era tirato sulle ginocchia.
<< No, non hai capito. Non posso farlo.>>
<< Perché? Il medico ti ha detto che è un segreto?>>
<< Magnus… >> provò ancora Alec cercando di non ridere.
<< Sei troppo divertito per i miei gusti. Mi stai irritando, lo sai che odio non sapere, che ti costa dirmelo? Hai paura che mi preoccupi ancora di più perché non mi hai informato di qualche altra tua strana ferita che ti ritrovi?>>
<< Te lo ripeto, non hai capito ciò che ti sto dicendo.>>
<< Illuminami.>>
<< Non posso farlo.>> ripeté divertito.
<< Alexander!>>
<< Non sto scherzando. Non posso davvero farlo, me lo ha vietato il medico. Se l'era persino scordato, è tornato indietro per dirmelo e ogni volta che vado da lui me lo ripete.>>
<< Di mantenere il vostro piccolo segreto da amichetti del cuore?>>
Alec scosse la testa e Magnus sentì il fruscio dei suoi capelli contro il fono.
<< Sesso Magnus.>> disse in fine, avendo pietà di lui << Non posso fare nessuna attività fisica che non sia la riabilitazione. Non posso correre e non posso camminare per più di due ore. Mi ha detto che quando non dovrò più sedermi per riprendere fiato ne riparleremo.>>
L'uomo rimase in silenzio, fissando il vetro che lo divideva dall'autista, il cervello in febbricitante moto per metabolizzare l'informazione.
<< Che cazzo di sfiga.>> disse alla fine.
Alec scoppiò di nuovo a ridere.

Starbucks era stranamente vuoto, forse perché ce n'era un altro a neanche una traversa di distanza ed essendo più grande puntavano tutti lì.
Alec se ne stava comodamente seduto ad uno dei tavolinetti, due bicchieri di carta davanti a lui ed una fetta gigantesca di brownie con troppa panna e forse anche troppa cannella. Magnus la vide e seppe già che tutta la parte di crema contaminata dalla polvere marroncina sarebbe toccata a lui.
Entrò con il suo quantitativo sproporzionato di pacchi e pacchetti ed il moro alzò solo un sopracciglio, senza dire nulla.
<< Non parlare pasticcino.>> lo ammonì immediatamente Magnus.
<< Non l'ho fatto.>> si strinse nelle spalle, poi spinse uno dei bicchieri in avanti, << Tieni, è quella brodaglia imbevibile con la crema di nocciole e tanta cannella e zenzero da farti venire la nausea.>>
<< Grazie dolcezza, tu si che sai come invogliarmi a bere qualcosa che non ho scelto personalmente.>> fece ironico sedendosi dal lato opposto del divanetto e spingendo tutte le buste verso il muro.
<< Prego. Non avevi detto che i regali li avevi già fatti tutti?>> domandò poi prendendo un sorso del suo sicurissimo mocaccino al caramello. E poi era Magnus quello che mangiava cose disgustosamente dolci. Come quelle dannate caramelle alla frutta, non aveva mai visto nessuno mangiare più skittles di quanti era in grado di ingurgitarne Alexander, neanche Raphael che era malato per qualunque cosa contenesse quantitativi illegali di saccarosio o Simon che se la batteva alla grande con il messicano. Ripensandoci, Magnus dovette ammettere che forse ad andare in overdose di zuccheri non sarebbero stati i due ragazzi e Clary, probabilmente sarebbe stato Alec.
Anzi, no, quello stronzo sarebbe stato capace di mangiarsi tutto e non risentirne minimamente. Ci scommetteva il suo cappotto McQueen che il detective neanche ingrassava se si sfondava di schifezze.
Si, la sua festa di Natale sarebbe finita con i tre prima citati piegati in due dal mal di stomaco da dolci e Alexander seduto comodamente sul divano con la ciotola dei cioccolatini in braccio a mangiare a iosa, no, per inerzia.
<< Ovvio che li ho fatti, ora sto solo limando i particolari delle decorazioni. Mia dolce pallina bianca.>>
Alexander alzò un sopracciglio, poi piegò l'angolo delle labbra in quel suo adorabile sorriso storto e mosse il naso come se avesse fiutato qualcosa di interessante.
<< Quindi alla fine i dolci natalizi sono finiti?>> chiese divertito e Magnus alzò gli occhi al cielo e prese un sorso del suo latte e nocciola.
<< Non scommetterci tesoro, sto solo sperimentando, ma non è che mi dia troppa soddisfazione.>>
Adocchiò il piatto di brownie. << Mangi tutto quello?>>
Alec scosse la testa, << Lo mangiamo entrambi.>>
<< La mia di forchetta?>> domandò retorico prima di bloccarsi, osservando l'altro prendere una forchettata di dolce, la panna e poi offrirgli la posata con disinvoltura.
Forse perché si aspettava che l'asiatico avrebbe raccolto l'oggetto e non, invece, che si sarebbe sporto sul tavolo per prendere il boccone direttamente da lui.
Alec lo fissò per un attimo shoccato, poi arrossì e abbassò la testa, borbottando che se voleva la forchetta poteva prendersela anche da solo.
Magnus sorrise soddisfatto e si spaparanzò sul divanetto prendendo un altro sorso di bevanda bollente.
<< Allora, come pensi di passarlo il Natale se non puoi fare sesso?>>
Alec per poco non si strozzò con il brownie, tossendo senza vergogna contro il fazzoletto tutte le briciole di cioccolato che avevano attentato alla sua vita.
<< Cosa?>> domandò con voce rauca dallo sforzo.
<< Hai capito candelina, come lo passi Natale?>>
<< A casa con la mia famiglia per la vigilia e poi a casa tua per Natale perché mi hai praticamente obbligato? >>
Magnus gonfiò le guance offeso, << E poi? Insomma, i botti non li fai? E a questo proposito, è proprio tassativamente vietata ogni tipo di attività sessuale o proprio l'atto in sé? Del tipo, il tuo medico pretende che tu passi cinque mesi senza mai fati un sano cinque contro uno?>>
Alec si piantò una mano in faccia, coprendosi gli occhi più per un riflesso incondizionato che per altro, sentiva le guance bruciargli e si domandò perché questo genere di discorsi li dovessero sempre fare in presenza di pubblico.
Pubblico che li stava ignorando, per carità divina, ma sempre pubblico.
<< Perché devi sempre fare così?>> domandò con voce rassegnata.
<< Perché ci tengo alla tua salute, stella di natale, che se non lo sai è sempre un tipo di fiore, Fiorellino. Guarda che un sano lavoro di mano è essenziale per la tua pronta guarigione, uno sfogo sai? Capisco che tu non possa usare la destra e che quella sia la tua mano più forte, ma dai, so che anche con la sinistra non scherzi.>> ammiccò alzando le sopracciglia e lanciandogli un sorriso malizioso che lo fece pentire delle sue azioni passate. Lo sapeva che doveva limitarsi a del semplice e sano sesso, mesi addietro, ma no, lui era stupido, sia mai che Alexander Lightwood si limitasse alle cose semplici.
<< Cos'altro devi prendere in giro?>> provò a cambiare discorso.
Magnus scosse la testa e poi un dito davanti alla sua faccia. << No, mia piccola stellina, non la passi liscia. Su, rispondi allo zio Mags, cosa ti ha detto il dottore? Sarai una cometa senza scia? No, perché mi dispiacerebbe tanto sapere che non ci saranno luminose e bianche esplosioni per te.>>
<< Possiamo parlare di altro?>> pregò sempre più a disagio.
<< No- o.>> cantilenò sadico Magnus << Su, su. Cosa ti ha detto?>>
Alec sospirò ormai arreso all'evidenza: non si sarebbe fatto i cazzi suoi ne ora ne mai.

Che cosa umiliante.

<< Ha detto che non posso fare sforzi. Mi ha guardato dritto in faccia e ha detto “nessun tipo di sforzo”. Poi se n'è andato e neanche un minuto dopo era tornato sui suoi passi “quindi niente sesso signor Lightwood, non deve andare in affanno respiratorio.”>> fece vagare lo sguardo imbarazzato per il locale, << In ogni caso ne avremmo riparlato alla prossima visita.>> borbottò in fine.
Magnus annuì meditabondo, come se stesse ragionando su qualcosa, poi lo spinse a finire il dolce e la bevanda e lo trascinò per le strade dell' Apper East Side.
Continuò a parlargli di questa decorazione o di quest'altra, mollandogli metà delle sue compere e bombardandolo di domande sui regali che aveva fatto ai suoi famigliari finché non arrivarono davanti ai portici del Rockfeller Center.
<< Magnus, che altro devi comprare?>> chiese con lo stesso tono lamentoso che aveva usato al bar.
Magnus lo ignorò deliberatamente, afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso uno spiazzo decorato. Teneva lo sguardo verso l'alto, cercando febbrilmente qualcosa che proprio non riusciva a trovare.
<< Magnus? Che diamine cerchi? Magari se me lo dici facciamo prima...>>
<< Na, lo trovo ora, tranquillo. Tu però non agitarti eh.>> assottigliò lo sguardo, si guardò attorno e scosse la testa, << Qui proprio no.>>
<< Che cavolo stiamo facendo?>> continuò testardo quanto lui il detective.
<< Una cosa che il tuo dottorino non ti ha detto di non evitare.>> fece lui spiccio.
<< Va bene, ma ti ricordo che mi ha vietato di camminare troppo e sono abbastanza certo che sia più di un'ora che sto in giro.>>
<< Ma non sei “in affanno respiratorio” no? Quindi continuiamo a camminare. Che poi, bastoncino di zucchero, sono io quello che si è beccato un proiettile nella gamba, quindi tecnicamente dovrei essere io quello che non dovrebbe camminare troppo.>>
Magnus lo disse con leggerezza e malgrado fosse concentrato sulla sua ricerca percepì perfettamente la presenza di Alec allontanarsi da lui.
Si fermò guardandosi alle spalle, il detective si era fermato e teneva lo sguardo basso, fisso in realtà chissà dove nei suoi ricordi. Anche se Magnus sapeva perfettamente dove e quando.
<< Alexander? Tesoro non dirmi che hai ancora quegli stupidi sensi di colpa.>> tornò sui suoi passi e gli premette la mano libera sulla fronte, costringendolo ad alzare la testa. << Lo sai che non è colpa tua se mi hanno sparato. In nessuno dei due casi >> specificò, << anzi, la seconda volta, anche se Simon dice che non lo hanno saputo riconoscere con certezza, e sia io che te che tutti gli altri sappiamo che è una balla, probabilmente me lo sono sparato da solo quel dannato proiettile.>>
Alec scosse la testa, << Ti ho già detto che la tua pistola non era nella posizione giusta per spararti un colpo da solo.>>
<< E io ti ho già detto che non mi importa e che devi smetterla di pensarci, come faccio io.>>
Gli sorrise ancora e poi cercò una delle buste che aveva acquistato quel pomeriggio, ritrovandola tra quelle affibbiate al moro e frugandovi dentro.
<< Che cerchi? Se mi dai un attimo la tolgo dal braccio e te la passo.>> fece Alec tendendo l'arto e cercando di facilitare così l'impresa al compagno che però fece un gesto vago con la mano, facendo ondeggiare la scatola del dolce.
<< Tranquillo pasticcino, mi piace starti così vicino, lo sai, e poi ho trovato!>> tirò fuori un pacchetto più piccolo di quello che Alec aveva in mano ma degli stessi colori sgargianti.
<< Ora però una mano mi serve, reggi questo.>> gli passò la scatola della pasticceria e Alexander aggrottò le sopracciglia leggendo per la prima volta il nome della boutique, la sua preferita per inciso.
<< Che hai preso?>> chiese cercando di sbirciare senza successo.
<< Poi lo vedi… ecco!>> Magnus aveva aperto la confezione e prima che l'altro potesse chiedere qualcosa gli infilò un verme di caramella in bocca, facendolo quasi strozzare e chiudere forte gli occhi non appena la copertura frizzante del dolcetto gli esplose in bocca.
<< Vermi frizzanti, si. Così ti tiri su di morale. Cosa c'è meglio di una botta di zucchero fruttato effervescente? OH! >> si bloccò, ficcò la confezione in una busta a caso e afferrato il polso del moro cominciò a marciare verso uno degli archi che ospitava un'uscita d'emergenza aperta.
<< Magfum- fe diafolo fiamo fafendo?>> farfugliò Alec cercando di non farsi cadere né la caramella né tutti i pacchi appesi al braccio sinistro.
<< L'ho trovato fiorellino!>> quasi saltellò l'asiatico attirando l'attenzione di un paio di ragazzine che ridacchiarono divertite, fuggendo poi rosse in viso non appena Alec si voltò per fulminarle con lo sguardo.
<< Cofa? >> risucchiò il dolce e lo masticò in fretta, cercando di non farsi lacrimare gli occhi per l'eccessiva frizzantezza della copertura di zucchero, ci scommetteva il suo distintivo che la sua lingua era diventata verde per colpa di quella caramella blu e gialla. Diete un paio di colpi di tosse per schiarirsi la voce, << Cosa?>> ripeté correttamente.
Magnus non accennò a lasciare la presa sul suo polso, si voltò strappando un morso del vermicello rosso, impugnandolo saldamente nella mano libera e alzandola verso l'alto, sempre più emozionato e soddisfatto.
<< Guarda!>> gongolò, << Vischio! Posso baciarti?>>
Alec ebbe appena il tempo di alzare gli occhi verso il soffitto e notare che anche quell'arcata, come tutte quelle presenti nel centro commerciale, ospitava un cordone di agrifoglio verde al cui centro spiccava un ciuffo di vischio, con le sue tipiche bacchette rosse e le foglie appuntite.
Magnus non gli permise di replicare in nessun modo che, facendo forza sulla sua presa, se lo tirò addosso, rischiando di fargli rovesciare tutti i pacchi e far franare a terra il dolce.
Senza rendersene conto Alexander si ritrovò con le labbra ancora sporche di zucchero incollate a quelle umide di burro cacao di Magnus. Avvertì un guizzo caldo e come se il suo corpo sapesse da solo cosa fare lasciò che la lingua dell'altro si intrufolasse nella sua bocca, rafforzando il sapore fruttato delle caramelle e ravvivando il retrogusto effervescente che ormai andava scomparendo.
Rimasero lì a baciarsi per una manciata di minuti, poi lentamente si separarono, lasciandosi solo brevi baci a stampo, morbidi e zuccherati.
Alec si leccò istintivamente le labbra, togliendosi quei cristalli rimasti tra le crepe della sua pelle screpolata e assaporando al contempo quel misto di sapori che conosceva ma che mai aveva abbinato assieme.
Magnus e caramelle, non tanto male in fin dei conti.
<< Allora? Andato in affanno respiratorio, Detective Lightwood?>> chiese sornione quello imitando il suo gesto, solo con molta più disinvoltura e con un modo decisamente più accattivante e sensuale.
Alec arrossì all'istante, dando mentalmente la colpa al vento freddo che entrava dalla porta antincendio. Cercò di darsi un contegno.
<< Non mi ci vuole così poco per affannarmi.>> lo disse piccato e poco dopo si maledisse, non appena il ghigno di Magnus divenne malizioso.
<< Oh, lo so mio bel fuoco d'artificio, so che ti ci vogliono letteralmente ore per perdere il fiato, ma non ricordarmelo così, a tradimento e in pubblico o ti riterrò personalmente responsabile di tutte le conseguenze e dovrai provvedere tu a farmi tornare presentabile.>> ammiccò alzando le sopracciglia e poi rise ancora, strattonandolo per il bavero della giacca a dandogli un altro bacio.
<< Non pensare di scappare Detective, a casa mia sarà anche peggio, la maggior parte di queste buste contengono vischio, sappilo.>>
Fu il turno di Alec di ridere sommessamente e scuotere la testa.
Sentiva il torace fargli leggermente male, piccole scosse gli attraversavano il muscolo pettorale e si infilavano sin dentro la cassa toracica, ma sapeva perfettamente che a quel tipo di sensazione non avrebbe detto addio tanto presto.
Si rimisero a camminare, con Magnus che chiacchierava abbastanza anche per lui e gli illustrava tutti i vari decori che aveva comprato e come li avrebbe posizionati, ma se avesse dovuto dire la verità Alec non ascoltò neanche la metà di quelle parole.
Nella sua mente era un'altra voce quella che rimbombava, il suo medico gli aveva raccomandato di non fare sforzi fisici ma non gli aveva certo detto quando anche le emozioni potessero fare al suo corpo, come anche un semplice bacio avrebbe potuto fargli fremere le ferite come un colpo di tosse violento.
Sorrise al pensiero.
Forse neanche avrebbe voluto saperlo, forse era anche meglio che non glielo avesse detto, anche perché se no sarebbe stato costretto a disobbedire al dottore e lui non voleva proprio farlo.
Ma insomma, anche sotto dettami medici, chi avrebbe rinunciato ad essere felice?


 









 

Questa è la seconda OS legata alla long "Una pista che scotta” che un poco serve aver letto per capire alcuni riferimenti citati.
Si colloca dopo l'ultimo incontro tra Magnus e Alec e Natale, e probabilmente verrà seguita dalla festa di cui sopra. Nella prossima storia, le dubbie indagini di una squadra un po' particolare e l'eterno sconcerto di Maryse Lightwood e del suo primogenito per le passioni segrete del resto della loro famgilia. Tranne Max, povera anima, lui non c'entra niente sta volta, ce l'hanno tirato in mezzo.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: The Custodian ofthe Doors